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Autore: TeamFreeWill    03/12/2018    5 recensioni
Jensen è un cantante country texano.
Jared un barista canadese.
Le loro vite si intrecceranno, ma qualcuno nell'ombra farà di tutto per separarli. :)
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ma che cazzo dici? Colpa tua?”

Jared lo guardò, mordendosi le labbra. La mano sulla vetrata che si staccava simulando il gesto di una carezza. 

“Misha...” nella voce, dolore ”...lo è!” e Misha lo guardava sempre più interdetto man mano che il ragazzo “confessava” quella colpa che sentiva sua. “Se io lo avessi lasciato parlare ....”

“Jared...non...” e voleva interromperlo.

“Dio!!”lo ignorò invece il giovane barista. “Gli ho dato uno schiaffo con una tale rabbia da lasciargli il segno. Cazzo!! dovevo ascoltarlo....se lo avessi fatto saremmo tornati insieme e Ty non mi avrebbe aggredito e Jensen...” gli occhi sempre più tristi. ”...Jensen ora non sarebbe in un letto d’ospedale che lotta tra la vita e la morte!” concluse esasperato.

Misha ci pensò su, ma poi sbottò del tutto mettendogli una mano sulla spalla.

“Non ti prendo a pugni solo perché siamo in un ospedale e perché poi Jensen prenderà a pugni me!” e Jared stralunò alla serietà con cui Misha gli aveva appena parlato. Gli occhi blu incatenati in quelli sorpresi di Jared. “Ma cosa...?”

“Jared...sta’ zitto. Di stronzate ne hai dette abbastanza!!” lo rimproverò. “Che c’è? gli antidolorifici ti hanno fuso il cervello? Ma ti rendi conto di quello che hai appena blaterato?” e si sforzava di non urlare. “Colpa tua? Colpa tua?? L’unica colpa qui è di quel pazzo di Ty, non tua! Ok?!”

“Misha...ma....io....”

“OK?!” e lo guardò inclinando la testa.

“Ok!” ripeté Jared, sospirando per accontentare più l’amico che sé stesso. “Però, in ogni caso, mi sento in colpa per come l’ho trattato!”

“E’ vero... sei stato avventato, ma eri arrabbiato....Quindi non conta!!! E sono certo che anche Jensen la pensasse così!” se ne uscì ovvio il bruno. “O non sarebbe tornato indietro” gli fece presente ancora.

Jared, a quell'uscita, abbozzò un sorriso, poi abbracciò d’istinto Misha, che ricambiò l’abbraccio. Cosa avrebbe fatto senza il suo migliore amico? 

“Grazie Misha...” sussurrò staccandosi, il bruno che gli sorrideva.

“Jared è questo che fanno gli amici che sono come fratelli: fanno rinsavire e si prendono cura del più piccolo. Ora...” ed era serio, gli occhi di un blu intensi,“...ti siedi qui, mentre io vado a prenderti qualcosa da mangiare alla macchinetta”. Lo avvisò paternamente più che fraternamente.

“Misha...davvero...non ho fame...non...”

“Niente storie. Siediti qui ho detto!” e Misha lo fece sedere, che lo volesse o no , per poi allontanarsi e andare verso la macchinetta fuori dal reparto.

Jared rimasto solo sorrise e scosse la testa, per poi appoggiarla al muro, gli occhi chiusi, la voce nella mente di Jensen che gli dice ti amo in quel modo.

Li aprì di scatto, le mani appoggiate alle ginocchia.

“Devo vederlo...ho bisogno di vederlo....” ripeté mentre si alzava di scatto accertandosi che non ci fosse o arrivasse nessuno.

Con passo svelto raggiunse la porta e, sospirando, abbassò la maniglia. 

Aprì la porta quel tanto da poter passare e poi la richiuse subito dietro di sé, gli occhi incatenati al letto poco distante da lui. Meglio dire sulla persona che giaceva a letto. 
“Oddio..amore mio!” sussurrò trovando il coraggio di avvicinarsi.

Jensen era pallido, molto pallido. Sullo zigomo campeggiava un vistoso livido, sul petto erano attaccati vari elettrodi collegati alla macchina che controllava il battito cardiaco, come pure alla fronte per le funzioni celebrali. 

I bip dei macchinari erano costanti , ma lenti , troppo lenti e questo faceva dannatamente male.

A Jared gli tremarono le gambe, così si sedette sul bordo del letto facendo attenzione. Non voleva fargli ulteriore male.

“Jensen...” sussurrò iniziando a sfioragli con le dita il dorso della mano in una carezza delicata, ”...devi sentire la mia risposta...quindi non farmi scherzi...resisti!” lo supplicò. ”Per l’amor del cielo torna da me!” pregò ancora, gli occhi lucidi di lacrime. “Sei la cosa più bella che mi sia capitata....Sei il mio....” ma non finì la frase. 
Non ne ebbe il tempo.

La porta della stanza si spalancò ed entrò un’infermiera che appena vide Jared, sembrò assumere le sembianze di un demone dell’Inferno. Furioso e crudele.

“Ehi !! lei cosa ci fa qui?” fece l’infermiera Alaina incrociando le braccia, sguardo severo.

Jared si alzò di colpo e tentò di giustificarsi ma la donna non lo lasciava parlare.

“Non m’interessa! Lei non può stare qui! Fuori!” e il tono non ammetteva repliche.

Jared dovette uscire e non appena lo fece sprofondò sulla sedia, le mani a nascondere il viso.

Rimase in quella posizione finché Misha, sedutosi accanto lui, non richiamò la sua attenzione mettendogli davanti al naso un tramezzino e una lattina di aranciata.

“Non è molto....” fece mentre l’altro alzava il viso e lo guardava, gli occhi rossi. “Cristo, Jared!!! ma hai pianto fino adesso?” posando il tutto sulla sedia accanto.

“Sono entrato in stanza appena sei andato via” fu la risposta sincera che diede il moro.

“Perché lo hai fatto?”

“Non ho resistito....” e sospirò. ”Sai gli ho parlato, ma sul più bello è entrata un'infermiera, che sembrava una demone, e mi ha cacciato fuori!”

E in quello stesso istante l’appena nominata infermiera uscì dalla stanza di Jensen e guardò male Jared per poi rivolgersi a Misha, puntandogli l’indice contro.

“Controlli il suo amico! Sono stata chiara?”

“Signorina...Non...” fece il bruno, ma la donna ormai se ne era già andata fuori dal reparto.

“Visto? Che ti dicevo?” ironizzò Jared e si alzò di scatto.

“Basta! Ora tu torni a casa. Mangi e poi dormi un po’!” ordinò Misha alzandosi anche lui. “Su forza!” 

“No... ti ho detto che voglio stare qui....Tu va’ pure. E non guardarmi così!” esclamò allo sguardo del bruno. “Lo sai anche tu che non rinuncerò ad entrare in stanza. A stare con Jensen! Possono cacciarmi quante volte vogliono ma io ritornerò sempre da lui, finché non si sveglierà!!” 
Era serio. Sicuro e determinato. E Misha non poté far altro che arrendersi.

“Mangia almeno questo, prima!” disse sorridendo.

“Va bene papà...ora va’ a casa. Ci vediamo domani” fece prendendo il tramezzino dalle mani dell’amico e iniziando a mangiare.

“Ok...Sta’ attento a non farti scoprire ancora però o ti sbatteranno fuori non solo dal reparto, ma anche dall'ospedale. A domani” poi se ne andò, dopo aver abbracciato il moro.

Qualche minuto dopo Jared era già vicino alla porta, pronto ad entrare di nuovo nella stanza di Jensen.

E come prima, appena si sedette, stavolta su una poltroncina li accanto al letto, ripeté diverse volte le parole che aveva rivolto al suo compagno prima di essere cacciato.

Le ripeté talmente tante volte che alla fine non aveva più voce. Ma non importava. No! Avrebbe fatto di tutto affinché il suo amore in qualche modo le sentisse e si aggrappasse ad esse per guarire...per ritornare da lui.

“Ti prego…Ti prego…non lasciarmi” sussurrava, fin quando, senza rendersene conto, si addormentò; la mano stretta a quella di Jensen, il corpo proteso in avanti, la testa appoggiata sopra il proprio braccio, che fungeva da cuscino.

  
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