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Autore: jarmione    03/12/2018    2 recensioni
Anche se non lo dimostra, anche Gabriel ha dei sentimenti, dei pensieri ed un cuore.
Tutto ciò lo riversa nel suo lavoro e nella moda.
Durante la notte di Natale, riversa tutto quello che sente in uno degli abiti della sua collezione e che verrà presentato alla sfilata.
Le sue emozione creeranno "Le Noelle" in onore della sua fidata Nathalie
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gabriel Agreste, Nathalie Sancoeur
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In anticipo (anche se non di tanto) ecco a voi una OS natalizia (e lievemente OOC) per iniziare ad entrare nell’atmosfera.
Buona lettura!
 
 
Era notte fonda e Parigi era addormentata ormai da ore.
L’aria gelida dell’inverno sembrava in grado di penetrare attraverso le finestre chiuse, portando con se il freddo della neve che ricopriva il terreno con il suo candido mantello bianco e spesso.
L’unico ancora sveglio era Gabriel Agreste, che armeggiava con il suo computer per creare l’ultimo modello per la sua collezione.
Ci stava lavorando da una settimana e ancora non aveva le idee ben chiare su ciò che davvero desiderava creare.
Prima voleva un abito in un modo, poi in un altro ed infine un altro ancora.
Aveva cambiato idea almeno trenta volte prima di trovare quella che riteneva il più adatto, anche se ancora non lo soddisfava del tutto.
Per non parlare dei colori. Quelli lo stavano facendo impazzire molto più della forma.
Ma non intendeva arrendersi; doveva e voleva finirlo entro mattina.
Prima di darci dentro seriamente, aveva bisogno di rilassarsi, trovare la pace e la calma interiore.
Se trovava quello, trovava anche la giusta ispirazione e l’abito sarebbe stato pronto come da programma.
Si alzò dalla sedia dietro alla scrivania del grande studio di casa sua, si avvicinò alla finestra e si strofinò gli occhi, emettendo un piccolo sbadiglio.
Aveva perso il conto delle notti insonni che aveva passato da qualche mese a quella parte.
Se faceva un conto sporadico, aveva dormito in maniera decente sì e no dieci giorni; il resto erano delle specie di “pisolini” di un’ora o due al massimo.
Non era facile la sua vita, non lo era mai stata.
Dividersi tra genitore single e Papillon era snervante.
Tra impegni di lavoro e tentativi di conquistare tutti i Miraculous che poteva, tra cui quelli di Chat Noir e Ladybug, per riuscire a ricongiungersi con la sua amata e diventare il più potente del pianeta, non riusciva più ad avere una sua vita personale.
Non aveva tempo da dedicare al figlio Adrien e si stava perdendo la sua adolescenza, che era il momento più delicato nella vita un ragazzo.
Doveva sempre lavorare e non aveva tempo per niente, neanche per se stesso.
Dedicava, forse, venti minuti al giorno tra andare al bagno e far visita al tomba della moglie.
Un giorno si sarebbero riuniti, ma quel giorno era ancora molto lontano.
Sospirò e si mise ad osservare il cielo tempestato di stelle che, grazie alla mancanza della luna, risplendevano con ancora maggiore intensità.
Era da tanto che non vedeva un cielo così e tutto sempre a causa dei vari impegni.
La sua vera ed unica fortuna era la segretaria Nathalie: se non avesse lei sarebbe perduto e non ricorderebbe nemmeno il compleanno del figlio.
Lei gli dava sempre un motivo per andare avanti e organizzava tutti i suoi compiti in modo da non farlo arrivare a fine giornata più distrutto di quanto già non fosse.
Era anche l’unica che lo sopportava e che gli fosse devota.
Lui non era mai stato un uomo facile e sua moglie lo sapeva bene, Nathalie aveva avuto la sfortuna di conoscere ogni suo lato…compreso Papillon.
Ed era proprio Papillon la causa dello sguardo spento della donna.
Le poche volte che sorrideva era in direzione di Adrien e molto raramente anche verso di lui.
Ma erano sorrisi opachi, coperti dai mille pensieri e conflitti a causa di Gabriel.
Eppure era l’unica di cui si fidava, l’unica altra donna della sua miserabile vita che sapeva come trattare con lui.
Provava un profondo affetto nei suoi confronti, ma non poteva esternarlo…probabilmente non era nemmeno più in grado di farlo.
La pendola dell’orologio rintoccò le due, non si era nemmeno accorto che la mezzanotte fosse passata da un pezzo.
Non si era nemmeno reso conto che la vigilia di natale era passata e che, tra poche ore, l’intera città si sarebbe svegliata e avrebbe iniziato a scartare i regali.
Per qualche istante sembrò entrare nel panico, poi si rilassò ricordandosi che due giorni prima aveva ordinato proprio a Nathalie di prendere un regalo per Adrien.
Le aveva suggerito l’ultimo video gioco di Assassin’s creed, che sapeva piacere al figlio.
Sarebbe andato lui stesso, ma era troppo tempo che non usciva in pubblico e non sembrava ancora intenzionato a farlo.
La sua sfilata di moda era stata sufficiente come prima uscita; e pensare che era riuscito a delegare Nathalie anche per organizzare quella.
Avrebbe dovuto fare qualcosa per lei e non solo aumentarle lo stipendio per le festività, ma qualcosa di più.
Era una ragazza così giovane e stava sprecando la sua vita al suo servizio quando avrebbe potuto fare di meglio.
Sospirò e tornò a sedersi alla scrivania, osservando il modello.
Continuava a non piacergli.
Rimase alcuni istanti a contemplare il vuoto ed infine ebbe un illuminazione.
Iniziò ad armeggiare con il touch screen, messo appositamente su silenzioso per evitare che i bip dovuti ai pulsanti disturbassero Adrien o Nathalie.
All’alba il progetto era finito.
Un meraviglioso abito da sera proprio come desiderava lui: con le maniche lunghe e che giungeva fino ai piedi con tanto di strascico. Quest’ultimo non avrebbe dato fastidio a chi lo indossava in quanto era stato inserito uno spacco che si fermava all’inizio della coscia.
I colori? Non aveva dubbi, sfumature che iniziavano in alto con un perfetto blu oltremare e scendevano cangiando fino al lilla.
Qua e là senza esagerare, sarebbero stati sparsi dei glitter che avrebbero reso quel vestito come un cielo stellato.
Era il vestito perfetto…perfetto per Nathalie.
Era a lei che lo stava dedicando ed era a lei che lo avrebbe regalato.
Stampò il progetto dove si vedeva il davanti ed il retro, lo piegò e vi scrisse qualcosa sopra con una penna che aveva vicino.
Poi si recò nella sua stanza e si sedette sul letto.
A breve si sarebbero svegliati tutti, anche lei.
Le avrebbe fatto trovare il progetto tramite il suo Kwami.
La sua stanza era affiancata a quella di Nathalie e sapeva che la testata del letto di lei era appoggiata alla parete dietro alla sua.
“Nooroo!” chiamò Gabriel con tono autoritario.
Il Kwami sbucò dalla spilla, riposta accuratamente in un cofanetto che Gabriel si portava sempre appresso, facendo un inchino “Mi ha chiamato, Maestro?”
“Devi farmi un favore” disse Gabriel porgendo al Kwami il foglio del progetto, per fortuna leggero e trasportabile anche da lui “porta questo nella stanza di Nathalie e mettilo sul comodino, muoviti!”
“Sì, mio Maestro” passando attraverso la parete, il Kwami scomparì alcuni secondi, per poi tornare e inchinarsi nuovamente davanti a Gabriel “ho eseguito, Maestro”
“Molto bene” commentò Gabriel, togliendosi la giacca e posandola sulla sedia accanto al letto “torna nella spilla, non ho più bisogno di te”
“Subito, Maestro” il Kwami fece per andare ma venne bloccato dalla voce di Gabriel
“Nooroo!”
“Sì, signore? Ehm, cioè, Maestro?”
Gabriel sospirò “Ti auguro buon Natale” e si sdraiò a letto, mettendosi a dormire.
Nooroo rimase a bocca spalancata.
Non gli aveva mai detto una cosa del genere.
Buon Natale? Suonava così strano detto dall’uomo più burbero di Parigi.
Il Kwami sorrise “Buon Natale a lei, Maestro” non ottenendo più risposte si rintanò nella sua spilla.
 
**************
 
Un’ora dopo, alle sette precise, la sveglia di Nathalie trillò e la obbligò a svegliarsi.
Era dura doversi svegliare presto anche durante le festività, ma lei lo faceva con piacere e, soprattutto, per Adrien e il suo padrone.
Sbadigliò e si alzò, andando nel suo bagno privato a lavarsi e vestirsi.
Quando uscì recuperò gli occhiali dal comodino e solo allora si accorse che c’era qualcosa in più su di esso.
Sgranò gli occhi, stupita di trovare un foglio piegato che fino alla sera prima non era presente.
Lo prese e lesse:
 
– Questo sarà tuo –
 
Firmato da Garbiel Agreste.
 
Lo aprì e rimase meravigliata nel vedere un progetto così ben realizzato e così…perfetto.
 
– Le Noelle –
 
Così lo aveva chiamato.
Si ritrovò a sorridere commossa.
Gabriel non aveva mai fatto una cosa del genere per lei e non pensava che sarebbe arrivato a tanto…a dedicarle un vestito.
“Buon Natale…Gabriel”
  
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