Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Diana_96writter    03/12/2018    0 recensioni
Yui, nuova arrivata nella nuova scuola d'elitte, timorosa delle sue grandi capacità in grado di guardare oltre l'immagine che le persone costruiscono, sconvolgerà la vita di molti studenti con il suo modo di essere, compresa quella del Presidente del Consiglio, Izana Wistaria che al suo fianco riscoprirà il volto nascosto dietro la sua maschera. Incompatibili all’inizio metteranno da parte gli scontri per affrontare insieme i problemi che la vita scolastica manderà loro contro, ma anche quelli che con la quotidianità non hanno legami. Scoprendo nell'incompatibilità una complicità che gli permetterà di trarre forza l’uno dall’altro.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Izana non li raggiunse neanche per la cena consumandola in camera, una camera che ormai sembrava troppo silenziosa e solitaria. Batté l’invio della conclusione sul computer sospirando all’apertura della porta: «Stanco?». Le sorrise lasciando che si appoggiasse alle sue spalle: «Un po’, siete rimasti in piscina tutto il giorno?». Yui accennò ad un si aggirando la sedia: «Ti unirai davvero a noi?». Izana accennò ad un si senza muoversi dal suo posto: «È vero che ho voluto mantenere le distanze, ma hanno sfruttato la situazione per caricarmi di lavoro e dovevo sistemare alcune cose per i corsi universitari pomeridiani che inizieranno dopo l’estate, e credo che ormai neanche Zen possa più tirarsi indietro dai suoi compiti all’interno della famiglia, ma per ora il grande l’ho fatto e anche io voglio godermi questa vacanza fuori dal mio comune. La lettera comunica che entro la fine del mese verranno per motivi di lavoro chiaramente una copertura per venire a controllare la situazione, ciò però non toglie che il caldo eccessivo non lo gradisco». Yui sorrise allungandogli la mano: «Vieni». Izana la prese curioso: «Dove?». Non gli disse dove stavano andando, semplicemente prese la via verso il piccolo passaggio e poi verso il mare fermandosi al suo fianco: «Non dobbiamo per forza venire quando c’è il sole, anziché abbronzarci ci tingeremo dei raggi della luna, andiamo». Lo tirò avanti ma Izana la bloccò lasciandole la mano, indietreggiò togliendo le scarpe lasciandole sullo spaziale di cemento, tolse la maglia a maniche e il pantalone restando in costume, lo aveva messo nella speranza di riuscire a raggiungerli nel pomeriggio. Avanzò in acqua riprendendole la mano, si spinsero a largo quanto bastava per non sfiorare la sabbia: «Credo sia una buona soluzione». Yui appoggiò le braccia sulle sue spalle per avvicinarlo non solo come viso ma anche come cuore, Izana prese l’iniziativa baciandola  profondamente. Nuotarono per un po’ come due delfini prima di arenarsi sulla riva appoggiati tra le braccia dell’altro a respirare il profumo del mare, a godere del calore serale e della pace del cielo, senza precludersi le stelle che li stavano illuminando dolcemente: «È stata una bella idea». Yui sorrise accarezzandogli la mano: «La serata deve ancora accendersi». Izana alzò un sopracciglio perplesso sentendo i passi alle sue spalle, si sollevò assieme alla ragazza: «Una nuotata di gruppo?». Si sorprese ad intravedere Obi nel gruppo di ragazzi, appena fuori dall’acqua le ragazze erano corse verso Yui, Kioichi alzò le spalle alla ricerca di una risposta: «Ci hanno trascinati senza darci spiegazioni, voi che facevate stesi sulla sabbia?». Lo sguardo si affilò e Izana sorrise rassicurandolo: «Stavamo guardando le stelle, non amando il caldo Yui ha pensato che nuotare di sera sarebbe stata una buona soluzione, mi ha fatto scendere in spiaggia ma credo che si sia altro sotto».

Zen si avvicinò porgendogli un asciugamano prima di sedersi ad osservare le ragazze che confabulavano, all’improvviso si misero in fila, Séline fece segno, a qualcosa o qualcuno, e una base musicale li sorprese. Yui avanzò per prima saltando in acqua alzando la voce per cantare, il balletto accompagnato da tutte le altre alle sue spalle sembrava quasi presentarle una ad una, i movimenti sincronizzati aprirono gli occhi allo stupore, avevano organizzato uno spettacolo, a turno avanzavano cantando chi da sola chi insieme, muovendosi e muovendo l’acqua, schizzando con le mani e con le gambe accompagnando elegantemente il balletto con l’acqua che alla luce della luna risplendeva come se fosse divisa in fasce di magia. Una canzone dopo l’altra ascoltarono tutte le voci femminili inserirsi nelle coreografie illuminate da neon fosforescenti colorati diversi per ogni ragazza, anche Kiki e Shirayuki si lasciarono trasportare incantando Zen e Mitsuide sorpresi, muovendosi a destra e sinistra come se fosse un palco inabissato nel mare: «Grazie dell’attenzione, passo a presentarvi le cantanti che hanno preso parte a questa rappresentazione, Kiki, Shirayuki, Eleanor, Margareth e Séline grazie alla quale è stato possibile avere le basi e le luci e creare dei balletti adatti ad ogni canzone!». Séline si avvicinò abbracciandola: «L’idea è stata la tua Yui, tenerlo segreto per due settimane non è stato facile». Izana balzò in piedi: «Due settimane? Lo stavate preparando da due settimane?». Séline accennò ad un si invitando tutte ad allontanarsi dall’acqua: «L’idea è venuta quando parlando ci siamo trovate a discutere di un anime che abbiamo visto tutte alcuni anni fa, Yui ha pensato che riprodurre le canzoni di qualcosa che avevamo amato tutte potesse unirci ancora di più, e avevamo bisogno di un pubblico che assistesse». Kioichi sorrise divertito: «Avete usato il mare e l’acqua per creare degli effetti speciali naturali e le luci dei neon per i personaggi, senza contare la luna e le stelle che vi ha fatto da sfondo, una bella combinazione». Séline prese posto sulle sue ginocchia felice: «È stato divertente preparare uno spettacolo solo per noi». Yui usò le gambe di Izana come se fossero una sedia: «È stato fantastico cantare tutte insieme, ed abbiamo scelto una giornata perfetta per metterlo in scena». Izana arricciò le sopracciglia lasciandola cadere sulla sabbia: «Quindi la nuotata notturna è stata solo una scusa per mettere in scena il concerto canoro?». Yui lo guardò male per l’improvvisa caduta ma non accennò a muoversi: «Non era prevista la nostra nuotata».

Sorrise al volto corrugato, appoggiò la mano sulla nuca inducendole ad alzare la testa tanto da poterlo guardare al contrario, ma prima che potesse rinfacciarglielo, Izana si sporse a baciarla: «Non mi è dispiaciuta». Yui arrossì di colpo liberandosi della presa, Izana accennò una risata divertito, appoggiandole l’asciugamano sui capelli ancora bagnati: «Quindi anche il drago da guardia del re può arrossire». Yui si strinse nelle spalle farfugliando il rimprovero: «Se lo fai così all’improvviso davanti a tutti come non fai mai, mi prendi di sorpresa». Izana sospirò scendendo a sedersi alle sue spalle: «È interessante sapere come poterti sorprendere». Yui si strinse nelle spalle, appoggiandosi al suo petto: «Non ci fare l’abitudine». Kioichi sorrise ammirato decidendo di imitarli stendendosi sulla sabbia stringendo a se Séline, Obi al contrario si alzò: «Torno alla villa, restate tutti?». Eleanor negò avvicinandosi: «Avrei un po’ di fame, torno su anche io». Margareth le strinse le spalle: «Potremmo far preparare uno spuntino serale, ho anche io un po’ di fame». Kiki si allontanò da Shirayuki indecisa su cosa fare prendendo per il braccio Mitsuide: «Saliamo anche noi». Rimasero stese sulla sabbia solo le tre coppie del gruppo, Zen sorrise allo sguardo del maggiore che per la prima volta non doveva eludere per stringere a se la ragazza dai capelli rossi. Rimasero a guardare il cielo e il mare fino a che una lieve brezza fredda li indusse a rientrare: «Bella comoda lei».

Kioichi accennò una risata osservando la sorella beatamente dormiente avvolta nel torpore di un amore che aveva scoperto per caso, Kioichi si avvicinò prendendola in braccio lanciando uno sguardo affilato al ragazzo immobile: «Resto sempre suo fratello, ho la precedenza». Izana si rialzò sorpreso guardandolo salire senza aspettare Séline che nel frattempo stava ridendo: «Ho fatto qualcosa che non dovevo?». Negò sorridendogli intenerita: «Affatto, credo sia solo geloso di come riesci a gestirla, è la prima volta che lo vedo accigliato in quel modo, immagino che sapere di non essere l’unico con cui Yui si confida non sia stata una bella scoperta, al contrario se l’è presa quando ha detto a te di Zack e non a lui». Izana sospirò intimando a Zen e Shirayuki di seguirli: «Gli ho spiegato il perché, dovrò sempre essere mirato da quello sguardo affilato quando saremo insieme?». Séline negò appoggiandosi al suo braccio: «Ci farà l’abitudine, e se riesci a gestire Yui riuscirai a gestire anche Kioichi, lo spettacolo di stasera mi ha resa davvero felice». Izana la guardo sorpreso: «Canti in ogni parte del mondo una sera si e una no, cos’aveva di diverso questa esibizione?». Séline lo strinse di più spegnendo il sorriso: «Lo sai Izana, tutti i nobili che sono qui hanno dovuto fare i conti con le relazioni da cui guardarsi le spalle, ho tanti collaboratori, molti conoscenti fidati al di fuori della mia famiglia ma avere degli amici è diverso, mai avrei pensato che Margareth fosse una ragazza così grintosa o che Eleanor fosse così impacciata, in queste due settimane siamo state a contatto quasi tutto il giorno, ci siamo conosciute e ci siamo impegnate insieme, mi ha resa felice perché per la prima volta l’ho fatto insieme a degli amici e non con degli esperti di scena che a loro volta lo facevano per un pubblico che non conoscevano, per la prima volta mi sono esibita insieme e per delle persone che conosco, non era mai successo e l’amore per il canto ha assunto un’altra sfumatura, ultimamente avevo perso i colori. Cantare in giro per il mondo, le coreografie, la musica, il calore del pubblico è diventato qualcosa di abitudinario e pian piano stava iniziando a spegnersi, a decolorarsi, oggi invece ho sentito qualcosa che non sentivo da tempo, qui nel petto, una sensazione che mi ha scaldato il cuore e che mi ha fatto ritrovare la bellezza di un’esibizione. L’emozione di essere ascoltati e l’adrenalina di fare del mio meglio per soddisfare gli occhi che mi guardavano, anche se ti ha creato grandi preoccupazioni averci qui per via dei tuoi genitori, devo davvero ringraziarti Izana, è stata la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi anni, sono in debito con te per avermi inclusa in questa fantastica vacanza e per avermi regalato delle amicizie che da sola non avrei mai trovato».

Lasciò andare il suo braccio correndo avanti verso la villa dove Margareth le faceva segno. Shirayuki sorrise ammirata lasciando la mano di Zen: «Izana-sama avete anche i miei ringraziamenti, per il secondo anno consecutivo, ancora più di Séline vi sono grata per la possibilità, è stata un’esibizione emozionante». Salutò Zen con un cenno correndo avanti: «Siete sorpreso?». Izana sospirò guardandole entrare senza aspettarli: «Di Séline che mi ringrazia con gli occhi lucidi? Certo che sono sorpreso, neanche io avrei mai pensato di arrivare a tanto, di vedere Margareth saltare in piscina in quel modo, tanto meno di sentire Eleanor cantare o di vedere Shirayuki ballare, non avrei immaginato nulla di tutto questo un paio di anni fa». Zen sorrise affiancandolo: «Devo ringraziarvi anche io». Izana alzò lo sguardo al cielo: «E cosa avrei fatto per meritarmi anche i tuoi ringraziamenti?». Zen alzò le spalle deviando lo sguardo: «Non ho dovuto nascondermi ai vostri occhi, tanto meno eludere il vostro controllo, e se venissimo a passare l’estate qui anche da soli, non mi dispiacerebbe più così tanto». Anche lui aumentò il passo lasciandolo camminare tranquillamente alle sue spalle: «Siamo uno strano gruppo».

Sorrise sfiorandoli appena con lo sguardo a degustare lo spuntino serale avanzando verso l’ala esterna designata per l’allenamento, si sorprese alla freccia scoccata dall’arco: «Sai tirare?». Obi sussultò voltandosi a guardarlo: «Tra le tante cose». Lasciò l’arco per andar via quando Izana diede ad intendere che voleva parlare: «Ti sei improvvisamente estraniato dal gruppo, presumo centri il festival, Yui non mi ha ancora raccontato nulla, cos’avete fatto?». Scoccò la freccia centrando il bersaglio con un sorriso: «Abbiamo mangiato cose deliziose, girato tra le bancarelle, poi ci siamo divisi, le ragazze erano così belle che tutte insieme attiravano troppo l’attenzione». Izana riprese posizione interessato al discorso: «Di chi è stata l’idea?». Obi deviò lo sguardo accennando un sorriso: «L’ha proposta Margareth-sama, ha deciso la divisione aggregandosi a Mitsuide-san e Kiki-san lasciando Séline, Kioichi, il capo e Lady-yuki da soli». Izana lasciò andare la freccia facendo i conti: «Sei rimasto con Yui ed Eleanor». Obi accennò ad un si senza nasconderlo e al silenzio intese che poteva continuare a raccontare: «Hanno preso gli amuleti, altro da mangiare, volevano farsi leggere la mano ma c’era troppa gente e siamo andati verso il tempio, abbiamo camminato nel giardino nel retro tra gli archi rossi e le lanterne gialle, non c’era molta gente, Eleanor-sama aveva male ai piedi per i sandali ad infradito e ci siamo fermati a riposare prima di tornare». Izana scoccò un'altra freccia voltandosi a guardarlo: «Il tempio non era così grande, il giardino è stato adornato solo qualche anno fa». Obi si vide incuriosito dalla storia: «Così all’improvviso?». Izana accennò ad un si tornando a preparare le altre frecce: «Un tributo alle sacerdotesse e alle ancelle del tempio morte tutte serenamente in una notte tranquilla d’inverno». Obi si strinse nelle spalle percorso da un brivido: «Tutte?».

Riprese posizione e mira tranquillamente: «Dissero che avevano confuso una pianta velenosa con una da cucina, servita a tutte le ancelle e alle sacerdotesse è stata mortale per l’organismo, il giardino è stato costruito nell’anno di lutto della cittadina come tributo alle loro anime e al loro ricordo. Al centro dell’intero costrutto di archi c’è un laghetto di camelie». Obi sussultò deviando lo sguardo: «Un laghetto?». Izana sorrise abbassando l’arco: «A giudicare da come hai sussultato lo avete trovato». Obi strinse il braccio nascondendosi nell’ombra della colonna: «Credo». Izana scoccò la freccia riattirando la sua attenzione: «Nessuno aveva fatto caso al laghetto quando il tempio è stato costruito, molti lo considerano ancora una leggenda, si narra che non lo si riesca a trovare quando lo si sta cercando a meno che non si venga accompagnati da un’ancella, ma che invece lo si riesca a trovare per caso quando si ha un’anima sulla coscienza a cui riconoscere i propri sbagli». Obi alzò lo sguardo sorpreso: «C’era scritto qualcosa di simile sul cartello prima della riva, e come si fa a capire se quell’anima ti ha perdonato oppure no?». Izana sorrise divertito: «Se il filo acceso dal fuoco e posato all’interno della camelia la brucia prima di averle fatto percorrere un giro nell’acqua, l’anima non ti ha perdonato. Se invece ci mette tempo a bruciarla l’anima non è arrabbiata con te ma vuole che rimedi agli errori che hai commesso, se invece la camelia compie un giro e poi brucia, l’anima ti ha perdonato». Obi avanzò riprendendo l’arco per tirare: «Ci credi?». Izana alzò le spalle lasciandolo tirare per primo: «Ho già troppe cose da spartire con i vivi per pensare ai morti, e poi nessuno è senza peccato, pensare che la camelia compia un solo giro e poi bruci è una possibilità su un milione, ma sono comunque sorpreso che abbiate trovato il laghetto». Obi scoccò la freccia dritta al centro: «Mi stavo chiedendo se fosse davvero giusto restare qui con tutti voi per uno come me, non mi hai preso molto in simpatia». Izana sospirò alzando lo guardo al cielo: «Non prendo in simpatia nessuno all’inizio, è uno dei difetti dei nostri ruoli, non puoi fidarti di nessuno, spesso e volentieri, neanche di te stesso». Obi fermò la corda guardandolo curioso: «Hai detto che il capo ha chiuso gli occhi in passato, è già successo che un servitore vi tradisse?». Izana accennò tranquillamente ad un si: «Zen si da l’intera colpa, ha sbagliato a far finta di niente ed è giusto che ne faccia un’esperienza da cui guardarsi le spalle, ma ho avuto anche io le mie colpe, non ho controllato e l’ho lasciato fare, è stato anche un mio errore, e non voglio che capiti di nuovo, anzi». Stese la corda tirando la freccia con una tale potenza da perforare non solo la freccia appena scoccata da Obi ma anche il bersaglio: «Non permetterò che capiti di nuovo». Lasciò l’arco dirigendosi verso l’interno, Obi era rimasto a guardare il bersaglio con l’arco in mano a bocca aperta: «Accidenti, quella era una minaccia bella e buona». L’immagine della camelia nel laghetto lo riportò a Yui, aveva capito la funzione di quel luogo senza averlo mai visto, sorrise lasciando l’arco e tornando dentro per salire a dormire, la villa era avvolta nel silenzio, di Izana non c’era traccia, ma quella notte non gli permise di riposare come voleva.

 
*

Come aveva promesso già dal mattino successivo Izana si era unito a loro e Obi cercò di evitare il contatto visivo con il ragazzo che lasciò sospesa la conversazione che avevano avuto, ignorandola, come se non fosse mai stata affrontata. Fu costretto ad abbandonarli a metà della mattinata, Obi strinse i pugni allontanandosi dal gruppo con la scusa di voler riposare. Con un paio di scatti raggiunse Izana a due passi dalla villa: «Non succederà!». Urlò bloccandolo dal rientro, lo sguardo gelido sembrò bloccare l’estate: «Cosa?». Obi si fece coraggio, se doveva rimediare ai suoi errori quello era il primo passo: «Non succederà che io vi tradisca». Izana rimase a scrutarlo: «Ieri non sapevi neanche se fossi degno di essere accolto tra noi, perché adesso ne sembri così sicuro?». Obi arricciò le sopracciglia rifiutandosi di indietreggiare davanti all’aura di superiorità che tutto meritava: «Perché…ho trovato qualcosa che non avevo mai trovato, e voglio proteggerlo, non ho più intenzione di scappare, Izana-sama». Sorrise di sfida voltandogli le spalle: «Vedremo». Obi rimase immobile: «Se è per quel che Yui vi ha detto…». Izana lo bloccò alzando la voce riprendendo il cammino: «Non mi ha detto niente! Non lo fa mai, quella ragazza ha visto la tua debolezza e sebbene sembri un indomabile spirito libero, quando si tratta di proteggere la fragilità delle persone è estremamente leale, che siano buone o cattive con lei, ed io ho altro a cui pensare adesso, hai tempo fino alla fine dell’estate dopo non ci saranno più scuse per il passato o per il presente».

A metà del pomeriggio le onde del mare si erano increspate e il tempo stava malamente mutando, costringendoli a rifugiarsi nella villa in previsione di un temporale. Yui scese cercando qualcuno con cui aspettare la cena ma non c’era nessuno nei dintorni, avanzò verso l’esterno guardando le nuvole accumularsi: «Sei in anticipo». Yui sorrise voltandosi a guardarlo: «Organizziamo un barbecue per domani?». Kioichi la guardò sorpreso ma sorrise concorde: «E per questa sera cosa vuoi fare?». Yui alzò le spalle: «Potremmo vedere un film». Il maggiore alzò lo sguardo verso la scalinata della villa pensando ad Izana: «Ad avvisarlo ci penso io, ma non scegliere film con zombie o fantasmi, non troppo spaventosi almeno». Kioichi accennò una risata rientrando per primo.

Izana guardò l’orario sospirando, mancava poco alla cena, era riuscito a finire in tempo i compiti che i genitori gli avevano assegnato in attesa del loro arrivo. Si alzò con un fascio di fogli in mano bloccandosi di colpo alla figura vista di sfuggita: «Si può sapere come sei entrata!». Urlò riprendendo il controllo dei battiti cardiaci alla presenza che non aveva minimamente avvertito: «Non volevo disturbarti». Lasciò i fogli sulla scrivania guardandola male: «Yui mi hai fatto quasi venire un infarto, preferisco sapere che sei in stanza, e a proposito da quanto sei li?». Yui era distesa a pancia in giù davanti ad un libro appoggiata al cuscino: «Circa mezz’ora». Izana passò una mano sul viso indeciso se arrabbiarsi con lei o rivedere i suoi sensi che non l’avevano avvertita: «A pensarci anche in montagna sei entrata in camera mia, e la porta era chiusa a chiave». Yui sorrise divertita: «In montagna è stato facile scassinare la serratura». Il ragazzo si sedette di peso sulla sedia sorpreso: «Sai scassinare una serratura?!». Yui accennò tranquillamente ad un si: «Altrimenti come avrei potuto prendere le cesoie nel magazzino dell’accademia?». Izana sussultò fermandola dal racconto che voleva cominciare: «Non voglio neanche sapere cos’hai fatto con le cesoie, ma la porta era aperta perché non ti ho sentita entrare?». Yui indicò la porta finestra aperta: «Perché sono entrata dal balcone, ti ho visto concentrato e non ho voluto disturbarti, volevo solo dirti…». I tre tocchi alla porta bloccarono la conversazione: «Yui, è mezz’ora che ti cerco». La ragazza balzò in piedi pronta a scappare: «Domani vogliamo fare un barbecue e stasera vedere un film tutti insieme, a dopo». Si voltò correndo verso l’esterno, Kioichi sussultò avanzando a sua volta: «Yui, non ti azzardare…».

Non concluse la frase prima di vederla saltare giù dal balcone: «Yui!». Senza neanche pensarci scavalcò la ringhiera saltando giù a sua volta lasciando Izana alle sue spalle un fascio di nervi: «Fermati!». Obi aveva perso il fiato ad averla vista saltare giù seguita dal fratello, che avanzando veloce riuscì ad afferrarle prima il polso poi le spalle: «Non saltare più giù dai balconi!». Yui cercò di liberarsi dalla presa: «Sei diventato più veloce, non riuscivi neanche a sfiorarmi da piccoli, giochiamo…». Bloccò la frase, spaventata quando una freccia divise i due volti centrando l’albero appena alle loro spalle. Kioichi lasciò andare la presa sbiancato al colpo che si era piantato nell’albero, voltarono impauriti lo sguardo verso il balcone osservando quell’aura gelida e pericolosa che li stava mirando ben oltre l’arco e le frecce: «Devo ricordarvi dove siete?». La domanda scandita con tono basso rabbrividì anche Obi: «Non lo farò più… hai la mia parola…Izana». Il ragazzo abbassò l’arma rientrando a prepararsi per scendere a cenare: «Fa paura…». Sussurrò Obi ancora più sorpreso da quel luogo e quelle persone a cui stava cercando di conformarsi: «Perché ha arco e frecce in camera?». Yui accennò una risata allontanandosi dalle braccia del maggiore, sfilando la freccia dall’albero: «Ho visto che ha anche una spada, immagino sia per difesa personale, andiamo a cenare, Obi forza».

Dopo la gratificante cena presero posto nel salotto, chi a terra sui cuscini e chi sul divano davanti alla tv, bastò il titolo e la prima scena per mettere sulla difensiva Yui e Shirayuki. Mentre il film procedeva Yui stringeva il braccio di Izana che guardava la tv annoiato, poi si accorse delle vibrazioni negative che stava emanando Kioichi seduto accanto a Yui e che stringeva la mano di Séline emozionata alle scene di paura, sorrise teneramente smuovendo Yui dal suo braccio: «Ehi, fa caldo, lasciami respirare». Yui lo strinse preoccupata: «Ma ci sono i fantasmi». Izana sospirò fingendosi irritato: «E allora stringi tuo fratello, ha scelto lui il film no?». Yui lasciò il suo braccio stringendo quello di Kioichi sorpreso, ma sorrise complice lasciando che la sorella lo tenesse stretto. Séline accennò una risata silenziosa ammirata dal gesto che lo avrebbe reso non più il nemico del maggiore ma suo complice e alleato. Alla conclusione del film Yui era crollata addormentata come Kioichi e Séline, Shirayuki era una tavoletta di legno terrorizzata dal film, Margareth ed Eleanor si erano semplicemente alzate appagate e stanche, Kiki appoggiò la mano sulla spalla di Shirayuki facendola balzare indietro: «Dormiamo insieme?». Margareth illuminò lo sguardo all’idea svegliando le altre due ragazze lievemente assopite: «Che idea splendida, ragazze dormiamo tutte nella stessa stanza». Yui sollevò il viso assonnata riprendendo vita: «Un pigiama party». Margareth accennò ad un si prendendole le mani: «Séline siete dei nostri?». La ragazza sbadigliò accennando ad un si: «In quale stanza?». Eleanor alzò il braccio stupendole: «Nella mia, ho portato un gioco divertente che potremmo provare».

Ignorarono completamente i presenti ragazzi chiudendo la porta del salotto: «Si stanno divertendo più di quanto avessi previsto». Zen accennò una risata distendendosi: «E se le imitassimo anche noi?». Kioichi sospirò sbadigliando: «O potremmo vedere un altro film con più alta adrenalina». Izana lo indicò, incuriosito dalla proposta: «Concordo con il film». Zen alzò le spalle arreso: «Vada per il film, hai qualcosa in mente?». Kioichi sorrise pericolosamente mostrando la custodia di un cd: «È uscito al cinema un paio di mesi fa, ho scritto la colonna sonora ed ho avuto il dvd in esclusivo anticipo, non l’ho ancora visto ma secondo la critica è l’horror più destabilizzante degli ultimi tempi, avrete voi il coraggio di perdere le speranze una volta partito?». Obi non ci pensò un attimo a prenderlo per sostituirlo a quello appena visto: «Sfida accettata».
   
 
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