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Autore: emmastyles91    04/12/2018    0 recensioni
un ragazzo e una ragazza, una notte d'ottobre e mille sentimenti mai provati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E’ notte fonda.

Le macchine non sfrecciano più nelle strade.

Nelle case non si vedono più le luci accese.

Le stelle brillano nell’oscurità, nemmeno una nuvola in cielo.

Non fa tanto freddo, c’è solo un filo di vento.

Lu sta seduta su una panchina a osservare la luna, con gli occhi semichiusi.

Si gode il silenzio, che a lei piace tanto; il silenzio di un paese fermo, in pausa.

Piccole nuvolette di fiato caldo escono dalle sue labbra rosee, i lunghi capelli corvini si muovono con il vento. Le gambe penzolano dalla panchina, il viso rivolto verso il cielo.

Nella testa di Lu, la quiete.

Tutto sembra perfetto, non c’è nulla che possa disturbarla, ha anche lasciato il telefono a casa.

Ha portato solo il suo zaino con dentro un quaderno e una penna.

Si sdraia sull’erba e aspetta. Non sa bene cosa, ma aspetta comunque.

Sente quasi i passi delle formichine che lavorano e lavorano, e non si fermano mai.

Mentre aspetta, canticchia sottovoce una melodia.

 

I have loved you since we were eighteen

Long before we both thought the same thing

 

Le nuvole si muovono e creano forme astratte, blu, nere e luminose.

Lu osserva il cielo e continua a cantare:

 

To be loved, to be in love

All I can do is say that these arms were made for holding you

I wanna love like you made me feel

When we were eighteen

 

Qualcosa fa muovere un cespuglio: ‘sarà un animale’, pensa Lu.

Pochi secondi dopo dal cespuglio esce correndo una forma scura, alta e riccia.

‘ma che…?’ La forma si piazza davanti a lei, spaventandola: “Aaaah!” urla lei, e balza subito in piedi.

“Ciao!” esclama la forma. Lu si ritrova davanti un tipo biondo che le sorride.

“MA CHE…!?” è rimasta perplessa.

“Mi chiamo Pietro, buonasera” le porge la mano.

Lei ricambia e risponde: “ Ehm… sono Lu…”

Ansima e lo guarda: “Cosa ci fai qui?”

Non ha mai incontrato nessuno in tutte le volte che è andata in questo posto, e questa sera c’è un tizio invece. ‘Mah’, è l’unico pensiero che riesce a formulare.

“Ehi, potrei farti la stessa domanda”, un mezzo sorriso si forma sulle labbra di quel Pietro.

Lu si siede sull’erba, cercando di farsi passare lo spavento che ha preso appena un minuto prima, e il biondino fa lo stesso.

La luce della luna schiarisce di più i volti dei ragazzi.

Pietro guarda Lu negli occhi.

Lu guarda Pietro negli occhi. ‘Ce li ha verdi come me’

Lei parla per prima: “Tu sai di essere strano vero?”.

Lui sorride, e soffiandosi sulle unghie risponde: “Beh, modestamente…”, e poi fa un accenno di inchino.

Lu applaude, e poi si mette a ridere; pensa che questo è ‘un momento’.

Prende lo zainetto e tira fuori il quaderno; apre una pagina a caso e scrive ‘questa sera ho conosciuto Pietro: lui mi ha quasi fatta morire di paura, e abbiamo riso insieme perché lui faceva lo stupido, e mi sono sentita felice, almeno per un istante’

“Cosa scrivi?” le chiede allora il ragazzo.

“Niente” risponde Lu, e ripone il quaderno e la penna. “Allora… Come mai hai deciso di spaventarmi a morte?”

“Boh, ti ho vista tutta sola e ho pensato di apparire” dice Pietro, e con le mani mima il gesto ‘PUFF’.

“Uuh, una cosa intelligente insomma” ride Lu.

“Ehi! Sono simpatico e creativo… E svitato…” e si gratta la testa.

“Vabbe insomma… Sono venuto qui per stare in pace con me stesso, dovevo venire ieri sera ma… ero… impegnato…” con la mano sinistra si sposta il ciuffo biondo “Tu che fai qui?”, e rivolge uno sguardo abbastanza stupito a Lu.

“Voglio dire, è strano che una ragazza venga in un posto per nulla frequentato il sabato sera, quando la maggior parte delle altre sue coetanee è in giro a divertirsi” gesticola con fare ovvio.

Evidentemente lui non conosce Lu; saprebbe che lei non ha amiche, che non frequenta quel tipo di posti perché non le interessa un fico secco della gente comune.

“Probabilmente ti sei fatto un’idea sbagliata del tipo di persona che sono” sorride lei: “Vedi sono venuta qui anche io per stare sola e… ordinare le idee diciamo… “

E’ una situazione imbarazzante, perciò Lu decide che è meglio cambiare discorso: “Non ti ho mai visto da queste parti, da dove sbuchi?” ridacchia lei.

“Oh beh… Si insomma, mi sono trasferito da due giorni, non conosco nessuno…” risponde Pietro, poi si guarda le mani, tutt’a un tratto timido.

“Ah, beh da cinque minuti a questa parte conosci me, mi sembra un traguardo notevole” e ridono insieme, i giovani.

‘Per ora va tutto bene, ci capiamo direi’ pensa Lu.

“Ehi ma quanto canti bene?” esclama ad un certo punto Pietro.

Lei è confusa, ‘quando mai mi ha sentita cantare?’

Come se le avesse letto nel pensiero, lui continua: “Prima che io ti spaventassi a morte - e sorride-tu stavi intonando quella canzone dolcissima, e io ti ascoltavo perché sei davvero brava…” gesticola e farfuglia “si insomma… capito no..? la canzoncina…”

A Lu viene da sorridere guardandolo: prima la spaventa a morte sbucando dal nulla e senza nemmeno averla mai vista, poi inizia a essere timido e impacciato. Chissà. I maschi sono tutti strani.

“Si, ho capito cosa intendi, grazie comunque…” lei si sposta una cioccia di capelli dietro l’orecchio e rivolge lo sguardo sull’erba; sente che le sue guance stanno diventando rosse per l’imbarazzo.

Non aveva mai ricevuto un complimento da uno sconosciuto.

Pietro si alza in piedi e le porge la mano: “Che ne dici se ci muoviamo un po’? Mi si intorpidiscono le gambe a stare sempre seduto.”

Lu prende la mano del biondo e sorride: “Certo”.

C’erano tante cose che Lu non aveva mai fatto nella sua vita, come per esempio andare sulla Luna, o mangiare un insetto, oppure ancora lanciarsi da un aereo con addosso un paracadute… Tante davvero.

Una di queste era anche dare così tanta confidenza a una persona.

Lu non aveva mai avuto modo di fidarsi delle persone, perché anche loro non avevano modo di meritare la sua fiducia.

Il passato burrascoso di Lu è un tasto dolente, e quella sera lei aveva deciso che non l’avrebbe nemmeno sfiorato.

“Dove andiamo ora, tu che conosci la zona?” domanda Pietro.

Lu pensa. In effetti ci sarebbe un posto matto dove andare a fare cose matte.

Forse è troppo matto?

Ma no.

D’altronde, loro sono normali?

Così Lu decide che va bene.

Guarda Pietro con un sorriso malizioso, e gli dice: “Seguimi”.

   
 
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