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Autore: pastelwriting    05/12/2018    3 recensioni
[Ann x Ryuji // SPOILER P5 // parole: 1.835]
"Voleva chiamarlo.
Voleva sentire la sua voce attraverso il telefono e assicurarsi che stesse bene, nonostante sapesse benissimo che era al sicuro.
E soprattutto aveva una voglia matta di confessargli tutti i pensieri che le stavano ronzando per la testa, perché dopo quella sera si rese conto che aveva bisogno che sapesse i sentimenti che provava per lui prima che fosse troppo tardi. Ann non era nemmeno sicura che lui li ricambiasse, quei dannati sentimenti che lei aveva cercato per così tanto tempo di reprimere;"
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ann Takamaki, Ryuji Sakamoto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Non c’era assolutamente verso che Ann si addormentasse, quella sera. Non con la scena di Ryuji che veniva scaraventato lontanissimo dall’esplosione scomparendo completamente dalla loro vista, in mezzo alla nube di fumo fittissima causata dall’incendio divampante.
La ragazza si rigirava nel letto da decine di minuti, decine di minuti che sembravano non passare mai mentre sudava freddo e respirare diveniva faticoso.
Sapeva che Ryuji stava bene, che era vivo, che era a casa come tutti loro, nel mondo reale, e che non gli era accaduto nulla di grave. Si era trattato soltanto di un bruttissimo spavento.
Ma come poteva non sentirsi ancora scossa da quell’orribile vicenda? Non le era mai capitato di sentirsi in quel modo prima; lei e il ragazzo erano amici, certo, erano entrambi membri dei Phantom Thieves, spesso si punzecchiavano affettuosamente (e talvolta anche non troppo), ma non avevano mai avuto un grandissimo ed indissolubile legame. Eppure, nel momento in cui sembrava che per Ryuji non ci fosse più alcuna speranza, Ann si sentì mancare completamente la terra sotto i piedi: iniziò a piangere senza riuscire a smettere e tutto ciò a cui riusciva a pensare era il fatto che volesse tornare indietro a tutti i costi; voleva tornare a cercare Ryuji che si era sacrificato per tutti loro e riportarlo con sé nel mondo reale; non voleva arrendersi all’idea che lui se ne fosse andato, nonostante gli altri continuassero a ripeterle che ormai era troppo tardi. Voleva tornare indietro da lui e ha provato quasi dell’odio nei confronti dei suoi amici, che glielo impedivano.
Ciò che la aiutò a riprendere lucidità dopo quel momento di panico fu soltanto il ritorno del ragazzo, che non era morto, ma era vivo e vegeto ed era soltanto svenuto momentaneamente, nemmeno in un punto troppo distante rispetto a loro. Ed anche quando Ryuji si mise a ridere per la sua reazione tutto quello che riuscì a fare fu tirargli un ceffone, nonostante avrebbe preferito ridere insieme a lui.
Era da un po’ di tempo, in realtà, che Ann aveva iniziato a vedere Ryuji sotto una luce differente: sapeva benissimo che quel ragazzo adorava il suo corpo da modella, ma sebbene l’avesse sorpreso più volte mentre lo osservava, Ryuji l’aveva difesa in più occasioni di fronte ad elementi a dir poco disgustosi; e come potrebbe dimenticarsi del giorno in cui lei propose, scherzando, che sarebbe uscita con lui in cambio di un piccolo aiuto e lui le rispose che vederla così, vendersi in cambio di aiuto, lo rendeva triste? Ancora si chiedeva se con quell’affermazione la stesse insultando, se volesse far intendere che pensava che lei avesse molti altri valori oltre che a un “bel corpo” o se, semplicemente, era lei che ci pensava troppo.
Quello che però sapeva per certo, in quel momento, era che non si sarebbe mai aspettata di non riuscire ad addormentarsi a causa di quel ragazzo.

La ragazza si alzò e si mise a sedere a gambe incrociate sul letto, accendendo la luce dall’interruttore accanto al comodino, prese il telefono e senza pensarci cercò il contatto di Ryuji.
Voleva chiamarlo.
Voleva sentire la sua voce attraverso il telefono e assicurarsi che stesse bene, nonostante sapesse benissimo che era al sicuro.
E soprattutto aveva una voglia matta di confessargli tutti i pensieri che le stavano ronzando per la testa, perché dopo quella sera si rese conto che aveva bisogno che sapesse i sentimenti che provava per lui prima che fosse troppo tardi. Ann non era nemmeno sicura che lui li ricambiasse, quei dannati sentimenti che lei aveva cercato per così tanto tempo di reprimere; cosa avrebbero pensato gli altri? E Ryuji stesso, non si sarebbe montato la testa se alla fine glie l'avesse data vinta? Le aveva messo gli occhi addosso talmente tante volte, ma per lui Ann era soltanto un bel corpo con cui giocare, o poteva esserci qualcosa di più anche da parte sua?

In preda alle incertezze e all’orgoglio, Ann fece per rimettere a posto il cellulare, quando si ricordò improvvisamente della sensazione di vuoto e di rimorso che aveva provato vedendo Ryuji sparire nell’esplosione.
Allora riaprì il contatto del ragazzo e avviò la chiamata, trattenendo il fiato nella paura di non ricevere alcuna risposta. Soltanto quando sentì la voce di Ryuji dall’altro lato ricominciò a respirare, buttando fuori tutta l’aria che aveva trattenuto fino a quel momento.

«Ryuji! Uhm, possiamo vederci?»
«Ann? Adesso?»
«Ehm, sì? Vorrei parlarti, non è troppo tardi e ci sono ancora dei treni. So che devi essere esausto, ma… possiamo vederci al parco di Inokashira?» Ann non pensava nemmeno più alle parole che le uscivano dalla bocca, non le importava se le frasi erano sconnesse o se risultava precipitosa. Tutto ciò che voleva era vedere Ryuji.
«Ann, è successo qualcosa?»
«No, ma… vediamoci, per favore?» Ann si maledì per il tremolio della sua voce che iniziava ad essere evidente.
«Va bene, certo. Ci vediamo lì tra mezz’ora!»
«...Certo, grazie, a dopo»
Riattaccò.
Realizzò di doversi alzare per prepararsi soltanto alcuni minuti dopo essere rimasta immobile a fissare un punto indefinito della sua stanza.
Si preparò freneticamente indossando i primi vestiti che trovò nell’armadio, assicurandosi giusto che non fossero troppo leggeri. Si legò i capelli in due code spettinate e si infilò la felpa rossa, per poi dirigersi frettolosamente verso la stazione.

***

Ann passò il viaggio in pentendosi della richiesta che aveva fatto a Ryuji di incontrarsi quella sera stessa in cui lei si sentiva completamente vulnerabile e debole e preferì non immaginarsi come sarebbe andata la loro uscita; tutto ciò che le importava, infondo, era assicurarsi che lui stesse bene e passare un po’ di tempo con lui, giusto?
Fu nel momento stesso che vide Ryuji in lontananza che l’apparente tranquillità con cui era arrivata al parco svanì del tutto.
Le gambe iniziarono a tremarle, incontrollabili, e sentì un magone insistente formarlesi in gola.
Il ragazzo che non aveva mai avuto ma che aveva temuto di aver perso era proprio di fronte a lei, eppure la disperazione di poco prima si fece strada tra i suoi ricordi: ancora una volta vide l’esplosione, il corpo di Ryuji che scompare in una nube nera e poi, il nulla dove pochi istanti prima era appeso il ragazzo, in attesa che loro lo andassero a prendere con la scialuppa di salvataggio che lui stesso aveva fatto calare per loro.
«Ann! Come va?»
Gli occhi di Ann erano fissi verso terra e soltanto quando li rialzò si accorse che il biondo era ormai arrivato di fronte a lei.
Come va, le aveva chiesto.
Quella stessa sera era quasi rimasto ucciso in un’esplosione dopo averle salvato la vita, e ora stava chiedendo a lei come stesse.
Si sentì addirittura arrabbiata, dopo quella domanda.
«Come va? Me lo chiedi davvero?»
Ryuji si strinse nelle spalle, confuso dalla reazione della ragazza di fronte a lui.
«Pensavo che fossi morto, Ryuji! – Ann fece un passo in avanti alzando la voce, riuscendo a malapena a reggersi con quelle gambe tremanti – sei quasi morto, e chiedi a me come sto!»
Le lacrime iniziarono a farsi strada, mostrandosi agli angoli dei suoi occhi azzurri; anche Ryuji riuscì a notarle, e non fecero altro che alimentare la sua confusione.
«Sei quasi morto!» un altro passo avanti, che le permise di battere un pugno debole sul petto del ragazzo. Questo fu seguito da un altro debole pugno, e poi un altro ancora, sino a quando Ann non lasciò che il suo capo si poggiasse sulla spalla di Ryuji, con le lacrime che ormai le rigavano il volto.
Ryuji la sorresse quando sentì che era troppo scossa anche per tenersi in piedi da sola, ma nonostante la prontezza con cui la afferrò, quell’espressione carica di confusione non accennava a lasciare il suo viso.
Dopo alcuni istanti di silenzio, che Ryuji passò in silenzio sorreggendo la ragazza appoggiata al suo petto, fu Ann a parlare per prima.
«Avevo paura di averti perso»
«Hey, hey – un lieve sorriso si fece strada sul volto del ragazzo, mentre iniziò ad accarezzare dolcemente la testa della ragazza con una mano e l’altra era ancora stretta intorno alla sua vita, determinata a non lasciarla cadere – ci vuole ben altro per liberarsi di me, sai?»
La ragazza si limitò a sospirare, cercando di calmarsi. Certo, essere tra le braccia di Ryuji la stava sicuramente aiutando nell’impresa.
Quando si sentì sufficientemente stabile, dopo essersi calmata, fece un piccolo passo indietro che le permettesse di guardare il ragazzo. Lo osservò a lungo senza interrompere il silenzio e si rese conto soltanto in quel momento di quanto lui le piacesse anche fisicamente. Le era sempre piaciuto, ma non lo aveva mai voluto ammettere a sé stessa. Senza pensarci portò una mano sui suoi capelli corti ed iniziò a passarci piano le dita, accarezzandoli ed osservandoli allo stesso tempo. Ann non era certo una fan dei capelli biondi ossigenati, eppure su di lui stavano benissimo. Troppo concentrata sui suoi capelli, le ci volle un po’ perché si accorgesse che il volto del ragazzo era diventato rosso quanto un peperone.
Scoppiò a ridere, portando l’altra mano davanti alla bocca.
«Oddio, scusami, prendimi pure in giro ora, me lo merito» Ann riusciva appena a trattenere le risate mentre l’altro ragazzo era rimasto impietrito di fronte al suo gesto così spontaneo.
«Scusami, davvero, non volevo farti sentire a disagio – si asciugò una lacrima causata dalle risate, prima di sospirare, sollevata – è che mi sono resa conto che mi piaci più di quanto immaginassi»
Ryuji tentò in vano di non sgranare gli occhi di fronte a quell’affermazione; si affrettò ad abbassare lo sguardo e quei gesti non fecero altro che confermare ad Ann che forse anche per lui c’era di più che della semplice attrazione fisica.
La mano di Ann che era ancora fissa sui suoi capelli si spostò sul suo collo, mentre lei faceva un passo avanti per avvicinarsi di nuovo a lui; questa volta però non appoggiò il capo sulla spalla, bensì alzò la testa perché i loro nasi potessero sfiorarsi. Fu allora che sentì le mani di Ryuji posizionarsi entrambe sul suo collo ed attirarla a sé.
Ann sentì le labbra di Ryuji poggiarsi delicatamente sulle proprie e, Ann poteva giurarlo, riuscì ad avvertire che quelle labbra le desideravano da tantissimo tempo: fu un bacio innocuo, dolcissimo, per cui Ryuji aveva atteso tantissimo. Quel ragazzo che si divertiva a punzecchiarla e a scherzare su quanto qualsiasi ragazzo l’avrebbe voluta per il suo corpo era in realtà quello che provava più amore nei suoi confronti e che non avrebbe lasciato che le capitasse nulla di male. Anche Ann aveva atteso tanto quel momento, ma mentre lei lo aveva appena realizzato, lui lo sapeva già da molto tempo.
I visi dei due ragazzi si allontanarono appena e due grandi sorrisi in grado di illuminare quella notte apparvero su di essi. Ryuji osservò Ann qualche istante e le asciugò delicatamente con il pollice qualche lacrima che ancora scendeva insistente sul suo volto.
«Sai – disse lui, infine – effettivamente, sono davvero felice di essere vivo»

  
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