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Autore: Be_Yourself    10/12/2018    1 recensioni
Anno 2018: due gemelle caratterialmente diverse che non fanno altro che battibeccare, un pomeriggio di studio in biblioteca, uno strano manoscritto dalle pagine troppo vecchie ma tuttavia ancora perfettamente intatte. Saranno questi gli elementi per l'inizio di un'avventura inattesa attraverso il tempo, alla scoperta di sé stessi e di una realtà persa nella leggenda.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Galvano, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 5


Honey
Arthur aveva deciso di dividere il torneo in prove: caccia, tiro con l'arco e duello con le spade. La prima prova, quella di caccia, stava per cominciare. A decidere il vincitore sarebbe stato il numero di prede uccise e la loro stazza, ovviamente un cervo non poteva valere quanto un fagiano.
Honey assicurò meglio le cinghie della sua armatura – di cuoio, leggera, così da non rallentarla troppo – e passò a controllare che la sua balestra funzionasse bene e che avesse una scorta sufficiente di dardi. Per l'occasione aveva anche deciso di dare sfogo alla sua creatività sul make-up... anche se forse quello non era un modo adatto per definire le pitture di guerra che le contornavano gli occhi scendendo poi sulle guance come fossero lacrime. Per farle aveva usato delle tinte naturali create con fiori e altre sostanze.
«Sei sicura che la roba che ti sei messa in faccia non sia tossica?» le domandò Sarah mentre la aiutava a stringere meglio le cinghie posteriori dell'armatura. Nonostante la lieve disapprovazione sul fatto che la sorella si mettesse sempre in pericolo
«E tu sei davvero convinta che la roba del Ventunesimo secolo non sia tossica solo perché lo dicono in TV?»
«Questa non è una risposta».
«Non voleva esserlo!» disse Honey per poi voltarsi verso la sorella. Le prese il viso tra le mani e le sorrise «So badare a me stessa, e non sono stupida. Abbi un po' di fiducia in me, non essere la solita donna di poca fede, mi ricordi sempre di più nostra madre!».
«Ma smettila!» la ammonì Sarah tirandole un buffetto sull'orecchio, e tuttavia stava ridendo.
In quei giorni sembrava che le cose fossero un po' cambiate tra loro, in meglio ovviamente.
Sarah sembrava essere diventata più tollerante nei confronti di Honey, meno bacchettona, forse perché aveva visto la naturalezza con cui riusciva a muoversi in un tempo che era così lontano dal loro.
Honey d'altro canto aveva preso a rendere la sorella più partecipe della sua vita, delle sue intenzioni e dei suoi pensieri.
Era come se in qualche modo si stessero ritrovando. Perse in un luogo che tutti pensavano essere solo leggenda stavano ritrovando l'affetto che le aveva unite per anni, prima che tutto cambiasse e loro due prendessero strade diverse.
«Beh, augurami buona fortuna!» disse Honey prima di uscire dalla tenda che era stata allestita per lei con i colori della sua presunta casata: azzurro, nero e un drago argentato disegnato all'ingresso.
«Cerca di non farti ammazzare, confido che sarai tu a farmi da accompagnatore al ballo» rispose la sorella sorridendole divertita.
«Questo è lo spirito giusto, sorella!» rispose per poi uscire dalla tenda e dirigersi verso il gruppo degli altri cavalieri pronti per la caccia.

Erano in troppi e qualcuno stava facendo troppo rumore, la maggior parte delle bestie era sicuramente scappata altrove visto che a parte qualche inutile volatile non c'erano prede degne di nota. O almeno era quello che Honey pensava, finché non vide delle freschissime impronte di cervo sul terreno morbido, seguendole trovò un bellissimo animale, alto e con grandi corna.
Puntò la balestra già carica contro la preda, prese bene la mira e scoccò il dardo. Il colpo andò a segno ma non bastò e il cervo cominciò a correre spaventato. Honey lo inseguì mentre ricaricava la balestra, era pronta a dargli il colpo decisivo ma quando stava per scoccare il dardo qualcuno la precedette. L'animale cadde a terra, morto per mano di qualcun altro.
«Complimenti per la vostra preda!» disse la voce di Gwaine a pochi passi da lei, proprio nella direzione da cui era arrivato l'altro dardo «Immagino che la vittoria sarà vostra».
Honey gli lanciò un'occhiataccia «Non l'ho ucciso io, e lo sai, quindi va' pure a prenderti la tua gloria, io devo tornare a caccia!».
Il cavaliere le si avvicinò per poi poggiarsi contro un albero lì vicino«Ma voi lo avete ferito, io ho solo finito il lavoro. Consideratelo un dono da parte mia a voi».
Con uno scatto rapido Honey portò l'avambraccio al collo di Gwaine, intrappolandolo tra sé e l'albero mentre con l'altra mano gli puntava contro la balestra «Che cosa significa questo?» domandò quasi ringhiando «Pensi che siccome sono una donna non sia capace di vincere la sfida con le mie sole forze? Credi che abbia bisogno di un cavaliere che corra in mio aiuto per qualsiasi cosa?».
L'altro la guardò con aria a metà tra il perplesso e lo spaventato, poi fece un mezzo sorriso «N-no, non intendevo quello, voleva essere solo... D'accordo, ho fatto uno sbaglio, vi chiedo scusa».
Honey lo lasciò andare e si voltò addentrandosi ancora di più nel bosco per cercare altre prede «Il cervo è tuo, prendilo, o lascialo ai lupi se non lo vuoi» disse per poi voltarsi rapidamente e scagliare un dardo in direzione del cavaliere, colpendo però l'albero a cui lui era appoggiato, a pochi centimetri dalla sua faccia «Noi ci vediamo alla gara di tiro con l'arco!».

Il primo posto della gara di caccia toccò al principe Arthur, mentre nessuno poté nulla contro le abilita da arciere di Honey, che aveva imparato a tenere in mano un arco prima ancora di imparare a camminare.
I pochi cavalieri rimasti dovettero sfidarsi a due a due con la spada. Gwaine venne battuto da Percival, che a sua volta venne battuto da un cavaliere di un altro regno, e così via. Uno ad uno i vari cavalieri vennero sconfitti, finché non rimasero soltanto Arthur e Honey.
Erano nell'arena, in attesa di sfidarsi, mentre Sarah occupava il posto d'onore accanto a quello del principe – ovviamente vuoto in quel momento – e sarebbe spettato a lei annunciare l'inizio della gara.
«Mia signora, oggi siete incantevole!» le disse Honey avvicinandosi agli spalti. Sebbene il tono fosse scherzoso pensava davvero ciò che aveva detto, la sorella stava indossando un elegante abito celeste e argentato che sembrava fatto apposta per lei. «Perché non date un bacio portafortuna a questo vostro cavaliere?».
Sarah ridacchiò divertita e si chinò per lasciarle un bacio sulla fronte «Ora vai, devo annunciare l'inizio della gara» le disse allontanandosi.
Anche Honey indietreggiò, verso il centro dell'arena «Sulla fronte? Sul serio? Sto combattendo per te, avresti potuto fare di meglio!» disse per poi sistemare l'elmo sul capo e concentrarsi su Arthur. Non vide sua sorella, ma era certa che stesse ridacchiando e scuotendo il capo di disapprovazione per quel suo commento. Non ebbe altro tempo per pensarci, perché la sfida cominciò e lei dovette usare tutta la sua concentrazione per schivare i colpi di Arthur e cercare al contempo di mandarlo al tappeto.
Quella volta non fu facile come la prima, il principe aveva ormai imparato il suo modo di muoversi e di combattere ed era quasi in grado di prevedere le sue mosse, cosa che d'altro canto anche lei era in grado di fare dopo aver visto lo stile di combattimento del biondo.
Combatterono per un tempo che parve lunghissimo, e sotto il sole di mezzogiorno l'armatura cominciava ad essere pesante e fastidiosa. Honey combatteva bene, o non sarebbe riuscita a sconfiggere tutti i precedenti avversari, ma non era abituata a sopportare un'armatura in qualsiasi condizione climatica come lo era invece Arthur, anche perché non è che nel Ventunesimo secolo ci fossero molte occasioni di indossare delle armature. A combattere si imparava, ma l'abitudine a certe cose nessuno poteva insegnartela.
Tolse l'elmo e lo lasciò cadere sul terreno, passò una mano tra i capelli sudati e vide che anche Arthur aveva tolto l'elmo ed aveva l'aria stremata. Forse ci sono cose a cui non ci si abitua mai, dopotutto. Entrambi ripartirono alla carica e dopo diversi minuti Honey riuscì a mandare al tappeto il principe.
Aveva vinto il torneo.



Sarah
Lo specchio davanti al quale era le restituiva l'immagine di una giovane donna elegante e bellissima, quasi faticava a credere che quella persona fosse proprio lei.
Indossava un abito grigio-argento con delle lunghe e larghe maniche di velo che ad ogni movimento ondeggiavano leggiadre. All'altezza della vita aveva una larga cintura in metallo, argentata anch'essa, da cui partivano dei ciondoli a forma di stella e mezzaluna che scendevano sulla gonna del vestito. Gwen le aveva sistemato i capelli in un'acconciatura alta in cui aveva infilato un fermaglio luccicante, lasciando tuttavia che alcuni boccoli di quel particolare colore le scendessero morbidi sulle spalle leggermente scoperte dallo scollo dell'abito.
Al collo aveva una collana con un brillante a forma di goccia, a cui erano corredati degli orecchini con la medesima forma, anche quelli erano stati un regalo di sua sorella, assieme a tutto il resto dell'autfit. Non se lo sarebbe mai aspettato da Honey, infatti quando Merlin era andato a bussare alla sua porta dicendole che la sarta aveva una consegna per lei inizialmente aveva pensato ad un errore.
«Un'occasione speciale necessita un abito speciale!» le aveva detto la sorella mentre lei osservava con occhi ammiranti l'abito. A quel punto aveva capito.
«Sei davvero bellissima» le disse Honey dalla tinozza in cui era immersa, e poteva percepire una nota d'orgoglio nella sua voce.
«Ti ringrazio!» rispose sorridendole «Non dovresti cominciare a prepararti anche tu?».
Per tutta risposta l'altra chiuse gli occhi, trattenne il respiro e si immerse completamente nell'acqua.
Sarah alzò gli occhi al cielo «Non stai pensando di lasciarmi da sola alla festa in tuo onore dove dovrai farmi da accompagnatore
a quel punto Honey tirò fuori la mano dall'acqua e fece segno di no con il dito, dopodiché aprì il palmo mostrando il numero cinque. Voleva dire “cinque minuti ed esco”. I suoi soliti cinque minuti, quelli che si prendeva ogni volta che doveva smettere di fare qualcosa, che si trattasse di dormire, smettere di giocare, uscire dall'acqua.
Sarah era convinta che “ancora cinque minuti” fosse la frase che la sorella dicesse più spesso di qualsiasi altra, anche più di “va' a farti fottere”.
Honey rispuntò da sotto l'acqua strofinandosi gli occhi «Va' pure, ti raggiungerò a breve».
«Non ti serve aiuto per vestirti?»
«No, ci penso io».
Sarah storse il naso «Non è che ti presenterai in minigonna e calze a rete, vero?».
L'altra le lanciò un'occhiata stralunata «E come diavolo pensi che potrei trovarle queste cose nel Medioevo?».
«Non lo so, tu sembri capace di qualsiasi cosa, soprattutto se la cosa in questione è altamente discutibile!» disse lei facendo spallucce e sorridendo divertita.
«Oh ti ringrazio per la tua fiducia nelle mie capacità, ma ti assicuro che non ho intenzione di vestire come una battona del Ventunesimo secolo ad una festa Medievale. Anche se ammetto che sarebbe divertente... il rogo però lo sarebbe di meno!».
Sarah alzò le mani in segno di resa «D'accordo, ho capito. Allora vado, non farmi aspettare troppo!» disse appena prima di uscire dalla stanza.

La sala del trono era stata sontuosamente decorata per l'occasione, c'erano arazzi alle pareti e nastri colorati che scendevano dal soffitto. Al centro della sala stavano dei tavoli disposti ad U già pieni di ogni sorta di leccornia; da un lato dei musici continuavano a suonare e cantare canzoni sulle gesta dei cavalieri, mentre giullari saltellavano in giro allietando con i loro giochi gli ospiti.
Sembrava proprio una delle tante fiere Medievali a cui lei e sua sorella partecipavano, ma ovviamente era molto meglio.
«Mia signora, siete davvero splendida stasera. Permettetemi di farvi compagnia mentre aspettate vostra sorella» Merlin le si era avvicinato con quel suo solito modo un po' timido, rivolgendole un breve inchino.
Sarah sorrise «Ti ringrazio, ma non essere così formale, sai che con me non è necessario».
Lo vide arrossire «Sì, perdonatemi, a volte la forza dell'abitudine mi fa dimenticare che con voi non ho bisogno di essere così attento all'etichetta».
La ragazza dubitò che fosse l'abitudine all'etichetta a renderlo sempre così ossequioso e timido nei suoi confronti, ma non ebbe tempo di pensarci troppo, perché la voce di Arthur la distrasse.
«Signore e signori, permettetemi di introdurre la vincitrice del torneo, Honey Stormcloack» disse, il tono formale e serio che tuttavia celava un certo orgoglio ferito. Evidentemente la sconfitta gli bruciava ancora parecchio.
Il principe fece un cenno con la mano verso la porta e due servitori la aprirono. Honey fece il suo ingresso, stupendo tutti i presenti che dopo averla vista in armatura non si aspettavano sicuramente di vederla indossare un abito da donna, e in realtà anche Sarah ne fu abbastanza sorpresa. Aveva fatto quella battuta sulla minigonna perché sapeva la tendenza della sorella a fare sempre le cose più discutibili anche solo per divertimento, ma aveva dato per scontato che per la serata avrebbe indossato degli abiti maschili, eleganti sì, ma non si aspettava di vederla con una gonna.
L'abito che Honey indossava era lungo e nero, spezzato sul davanti e all'altezza dei gomiti da una serie di fitti ghirigori grigio-argentati. In vita portava una sottile cordicella di stoffa argentata, semplice proprio come lei.
Sarah sorrise alla vista della sorella, era certa che si fosse vestita in quel modo solo per sottolineare ancora di più il fatto che lei fosse una donna avesse vinto il torneo battendo tanti uomini forti, compreso lo stesso principe di Camelot.
Honey le si avvicinò e salutò Merlin, dopodiché le porse un braccio «Pronta a divertirti?» domandò facendole l'occhiolino.
«Certamente!» rispose lei sorridendo, ma lanciò un'occhiata a Merlin prima di allontanarsi assieme alla sorella verso il fondo della sala dove alcuni avevano già cominciato a ballare.
«Allora mia dama, mi concedereste questo ballo?» le domandò Honey in tono così teatrale da risultare buffo.
«Con mio vero piacere» rispose Sarah facendo un altrettanto teatrale inchino, salvo poi rendersi conto che non aveva idea di quali fossero i passi per quel ballo.
«Lascia fare a me!» la rassicurò la sorella, intuendo probabilmente i suoi pensieri.
Si misero in posizione e cominciarono a volteggiare tra le altre coppie presenti. Honey non aveva mai amato ballare, ma Sarah dovette ammettere che ci sapeva davvero fare con quel tipo di ballo, come qualsiasi cosa riguardasse quel particolare periodo storico, dopotutto.
Ad un certo punto la sorella le mise un braccio intorno alla vita e le si avvicinò più di quanto la danza richiedesse fin quasi a sfiorarle l'orecchio con le labbra «Facciamo un piccolo scherzo a questi pomposi idioti, ti va?» sussurrò.
Sarah sorrise, sapeva che la sorella avrebbe sicuramente avuto qualche idea discutibile, ma per una volta decise di stare al gioco anziché rimproverarla «Ci sto! Cosa hai in mente?».
«Perché non gli facciamo credere che tra noi c'è qualcosa? Pochissimi di loro sanno che siamo sorelle. Scuotiamo un po' gli animi di questa gente medievale».
«Perché no?!» rispose sorridendo maliziosa, guadagnandosi un'occhiata sorpresa e al contempo compiaciuta dall'altra «Intendi qualcosa tipo così?» domandò avvicinandosi un po' di più alla sorella e intrecciando le loro dita in quel tipico modo degli innamorati.
Honey sorrise «Lieta di vedere tanta intraprendenza da parte tua, ma intendevo più qualcosa tipo così» rispose spostando la propria mano dietro la schiena della sorella e avvicinandola ancora di più a sé fino a far aderire i loro corpi. I volti erano ormai alla distanza di un respiro e l'altra sua mano accarezzò con tocco leggero la guancia di Sarah scendendo fino al collo candido e scoperto. Poi spostò le labbra all'angolo della sua bocca e le fece scivolare sulla guancia, fino all'orecchio. «Allora? Qualche reazione?» domandò a quel punto.
Sarah, che fino a quel momento era rimasta di sasso, si guardò in giro e vide gli ospiti irrigidirsi parlottando tra loro con aria sconvolta mentre le guardavano. L'unica eccezione erano i Cavalieri di Arthur, Merlin e Arthur stesso, i quali, sapendo bene quale fosse il legame di parentela tra le due, più che sconvolgersi avevano l'aria di chi sta facendo appello a tutto il proprio autocontrollo per non
scoppiare a ridere.
Anche Sarah ridacchiò «Avremmo esagerato?».
«Nhaa!» fu la risposta di Honey mentre scioglieva l'abbraccio mettendo una distanza più naturale tra loro due «Ad esagerare ci ho già pensato io quando mi sono iscritta al torneo e ho battuto Arthur» sussurrò ammiccando.
Un'altra risatina avrebbe scosso il petto di Sarah, ma ad interrompere il suo entusiasmo arrivò la voce imperiosa di un giovane lord.
«Inaccettabile! Quale mancanza di rispetto è mai questa?» tuonò questi spezzando il buonumore nella sala, perfino i musici cessarono di suonare. «Avete portato alla vostra corte delle sgualdrine» disse guardando con aria sprezzante le due sorelle.
La ragazza non si fece intimorire dall'insulto e osservò con attenzione il lord dai capelli biondi e gli occhi verdi vestito interamente di color prugna, ricambiandone lo sguardo truce. Tornò tra le braccia di Honey e poggiò la testa sulla sua spalla, un po' per far capire al cavaliere che non era intimorita dai suoi modi e un po' perché così poteva impedire alla sorella di scattare scatenando una zuffa, infatti la sentiva già digrignare i denti per la rabbia e poteva percepire tutto il suo corpo teso.
«Vi consiglio calorosamente di non parlare con questo tono a Lady Sarah, o ci saranno delle conseguenze spiacevoli per voi, Sir Alois» era stato Merlin a parlare, con la voce più fintamente amabile che potesse usare mentre si metteva leggermente davanti alla ragazza, come per proteggerla.
Il cavaliere esplose in una risata di scherno e avanzò ancora qualche passo in più «Oh, ma davvero? Conseguenze spiacevoli che potrebbero arrivare da te? Questo regno sta cadendo in rovina: donne che partecipano ai tornei, sgualdrine che partecipano alle feste insieme ai nobili e servi che osano parlare con tanta sfacciataggine ai cavalieri. Come osi parlarmi in questo modo? Abbassa la testa e morditi la lingua, o le perderai entrambe, miserabile» disse sguainando la spada, ma non ebbe il tempo di fare alcunché.
«Non nel mio castello, Sir Alois» era stato Arthur a parlare, puntando con rapidità impressionante la propria spada alla gola del cavaliere «Il ragazzo è il mio servo personale e ha detto il vero, se non state attento a come parlate alle mie ospiti ci saranno spiacevoli conseguenze. Lady Sarah e Lady Honey sono due principesse, e come si può notare dalla loro evidente somiglianza sono gemelle, suppongo che lo spettacolino di poco fa fosse solo uno scherzo per smuovere un po' gli animi. Ma in ogni caso se non gradite la compagnia dei miei ospiti potete sempre alzare i tacchi e tornare nel vostro regno».
Sarah si era staccata dalla gemella e avanzò anche lei verso sir Alois, mostrando un sorriso di finto calore «Inoltre vorrei ricordarvi, Sir, che la donna che tanto criticate si è dimostrata più abile di voi con la spada. Non che ci sia nulla di male ad essere battuti da una donna, ma volevo solo ricordarvelo visto il vostro disprezzo».
Sir Alois le lanciò un'ultima occhiata truce, sputando a terra in segno di disprezzo, dopodiché lasciò la festa senza dire un'altra parola.
«Bene, un guastafeste in meno» dichiarò Sarah, mentre si voltava verso Merlin e sua sorella con un ghigno soddisfatto, facendo l'occhiolino a entrambi.
«Oh cielo, sto creando un mostro» disse Honey sorridendo di rimando alla sorella, dopodiché ripresero a ballare, questa volta attenendosi soltanto ai passi della danza. Poi Arthur chiese un ballo ad entrambe, ma soltanto Sarah accettò, Honey preferì spostare la sua attenzione dalla danza all'idromele
Dopo ore di balli, chiacchiere e spettacoli Sarah cominciò a sentirsi stanca, così prese posto sul trono d'onore una volta appartenuto a Lady Morgana e che Arthur aveva ceduto a lei in quanto dama più illustre del castello. Poco dopo la raggiunse Merlin.
«Qualcosa non va, mia Signora? Vi vedo stanca» sussurrò chinandosi verso la ragazza.
«Va tutto bene, ti ringrazio. È solo che non sono mai stata un tipo da feste» rispose sinceramente lei, felice di quella inattesa compagnia.
Il corvino sorrise come chi ha in tasca la soluzione ad ogni problema «Una bella boccata d'aria fresca vi rimetterà in sesto. Sempre che a vostra sorella non dispiaccia».
Sarah lanciò un'occhiata oltre le spalle del giovane: Honey se ne stava seduta su una panca a sorseggiare qualcosa di sicuramente alcolico mentre osservava le acrobazie di alcuni giullari «C'è del vino, dell'idromele... direi che è in buona compagnia!» rispose ridacchiando ed alzandosi dal trono, pronta per seguire Merlin
Camminarono fino a giungere all'uscita laterale che portava al campo d'allenamento, l'aria fresca della sera era gradevole paragonata al caldo della sala del trono, ma forse era troppo per le spalle leggermente scoperte di Sarah.
«Sediamoci li!»Merlin indicò un albero a pochi passi da loro, poi si guardò intorno, chiuse gli occhi per un istante e li riapri immediatamente: una coperta rosa era apparsa sul prato, con sopra un'altra verde smeraldo accuratamente piegata ed un paio di piccoli cuscini.
La giovane rimase stupita da quel gesto, e non era solo perché Merlin si era preoccupato di rendere più confortevole la situazione con quegli oggetti, a stupirla era il fatto che lui si fosse fidato a tal punto di lei da usare senza remore la propria magia... e poi il modo in cui i suoi occhi si erano illuminati, Sarah pensò di non aver mai visto qualcosa di tanto bello.
«Prego» lo stregone la invitò a sedersi e, quando lo fece, le mise la coperta verde smeraldo sulle spalle «L'aria è un po' fredda stasera, non vorrei che vi ammalaste».
Sarah strinse ancora di più le gambe a sé, in modo tale che venissero coperte.
Il corvino prese posto accanto a lei ed incrociò le gambe, non sembrava avere freddo.
Sarah alzò lo sguardo al cielo e subito si senti invasa dalla pace più profonda «Stasera, la luna è splendida più che mai».
«Non quanto voi, mia signora».
«Merlin...» mormorò lei arrossendo e nascondendo il volto contro le ginocchia.
Il giovane per tutta risposta le afferrò a punta del mento tra le dita e le voltò la testa perché lo guardasse «È la verità» l'intensità dello sguardo che le rivolse confermava in pieno la veridicità delle parole appena pronunciate.
«Ti ringrazio» rispose Sarah con un filo di voce «Nessuno mi aveva mai regalato attenzioni di questo genere prima d'ora»
Merlin sembrò stupito «Non direte sul serio... una bellissima giovane donna come voi avrà sicuramente decine di ammiratori.
Sarah scosse la testa sbuffando una risatina amara «Vengo considerata strana anche per gli standard di... Tyrosh. Dalle mie parti tutti sembrano avere fretta, vogliono tutto e subito. Io preferisco pensarci un paio di volte prima di buttarmi in qualsiasi cosa, non voglio rischiare di sbagliare facendo errori per cui poi non esiste soluzione».
Merlin poggiò il proprio palmo sulla sua guancia in una carezza affettuosa «Siate sempre voi stessa, non cambiate per nessuno. Non siete una persona strana, ma solo molto saggia».
«Grazie!» mormorò sorridendo.
Si guardarono negli occhi ancora per diversi istanti, una certa insicurezza ed un certo timore serpeggiavano tra loro. Sarah era combattuta tra il desiderio di lasciarsi andare e la paura di farlo.
Alla fine fu il desiderio a vincere e le loro labbra azzerarono totalmente la poca distanza rimasta. Difficile dire chi avesse fatto la prima mossa, forse erano stati entrambi, nel medesimo istante.
Le labbra di Merlin erano morbide come le aveva immaginate, e impacciate come invece non si sarebbe mai aspettata.
Il bacio si fece più profondo e lei circondò le spalle del giovane con le braccia nel desiderio di sentirlo più vicino.
La coperta rosa le scivolò dalle spalle ma lei ormai non aveva più freddo.



Honey
Una giovane serva le riempì nuovamente la coppa con del delizioso sidro che Honey prese a sorseggiare con gusto mentre passeggiava per la sala ascoltando musica ed osservando i giullari intenti a fare i loro giochi. Stava adorando quella festa, era senza dubbio la più bella a cui avesse mai partecipato.
Come sua sorella anche lei non era tipo da feste, ma un conto erano quelle estremamente caotiche del suo tempo, con gente mezza nuda che saltava senza senso al ritmo di una musica assordante, e un conto erano i ricevimenti medievali alla corte di re Arthur, con musici, cantori e saltimbanchi. Inoltre doveva ammettere che gli abiti di quell'epoca non erano neppure così scomodi come poteva sembrare a primo impatto, e il fatto che ne stesse indossando uno nero anziché uno color pastello la faceva sentire molto più a suo agio.
«Comandante Honey, spero che la festa in vostro onore sia all'altezza delle aspettative» disse una voce alle sue spalle, e per lei non fu difficile capire a chi apparteneva. Quando si voltò Gwaine la guardava con il suo solito sorriso dall'aria insolente.
«È anche meglio delle aspettative, ti ringrazio» rispose per poi tornare a sorseggiare il proprio sidro, intenzionata ad ignorare il cavaliere.
«Devo dire che lo spettacolino messo in atto da voi e vostra sorella è stata la cosa migliore a cui abbia assistito da quando sono a Camelot» disse lui «Non vedevo facce così sconvolte da quando ho speso la mia prima paga alla taverna e mi sono ubriacato così tanto da finire a baciare Percival per poi provare a fare la stessa cosa con Lancelot».
Nel sentire quella storia Honey non riuscì a trattenere una risata, rischiando di strozzarsi con la bevanda «Fai sul serio? Li avevi scambiati per delle belle ragazze o cosa?».
Gwaine sospirò in maniera teatrale e fece spallucce «Che dire, non sono un tipo che si fa troppi problemi su certe cose».
«Oh, interessante» rispose la ragazza con aria distratta, lasciando intendere quindi che – al contrario di ciò che dicevano le sue parole – a lei importava ben poco delle inclinazioni di Gwaine. Una cosa però era davvero interessante, e cioè constatare quanto in realtà le cose in quel tempo fossero molto più libere di quanto si potesse pensare.
«Se non sono troppo sfacciato, mia signora, posso invitarvi a ballare con me?» le domandò il cavaliere dopo qualche istante di silenzio.
«Io non ballo con gli uomini, come ti ho già detto sono impegnata».
«È soltanto un ballo, nessun uomo sano di mente lo considererebbe un tradimento, e poi se avete vinto il torneo è anche merito mio che vi ho procurato tutto il necessario per partecipare. vedetelo come un modo per ringraziarmi».
Honey sospirò mentre si rigirava la coppa tra le mani osservandone distrattamente il contenuto. Aveva bevuto tanto, forse troppo, perché le uscì fin troppo facile rispondere in modo sincero «Gwaine, mi da fastidio la troppa vicinanza con le altre persone, soprattutto se sono uomini. A parte la mia famiglia e il mio uomo non c'è nessuno di cui io riesca a tollerare la vicinanza o un minimo contatto fisico senza stare costantemente sulla difensiva. Ecco perché ballare con te mi creerebbe troppo disagio».
«Beh, hai l'istinto del vero guerriero, sempre sulla difensiva e pronta a scattare. È una buona qualità per il comandante di un esercito» rispose Gwaine con naturalezza, versandosi da bere da una caraffa sul tavolo lì vicino «In ogni caso lo terrò a mente».
Gli occhi della ragazza scattarono su di lui con aria sbigottita. Aveva sempre attribuito ad altre ragioni quel suo modo di vivere così male la vicinanza delle altre persone, non aveva mai pensato ad un “istinto da guerriero”, e con due parole quel cavaliere le aveva dato una spiegazione mille volte più sensata di qualunque problema psicologico lei pensasse di avere.
«Andiamo non guardarmi così, non sono così idiota da non capire quando devo fare un passo indietro... letteralmente, in questo caso» disse sorridendole.
Honey sorrise con una punta di imbarazzo «È solo che nessuno aveva mai preso questa cosa così alla leggera, solitamente le persone mi ritengono strana e cercano di convincermi a lasciarmi andare di più. Non che a me importi ciò che dicono, comunque».
«Su questo non avevo dubbi, sei di una tempra troppo forte per lasciarti schiacciare dalle parole degli altri» rispose Gwaine «In ogni caso ho un regalo per te. Avevo sperato di potertelo allacciare io al collo, ma preferisco non correre rischi e lasciar fare a te» così dicendo tirò fuori dalla tasca del mantello un ciondolo argentato attaccato ad una cordicella di tessuto nero.
Honey lo prese, apprezzando il fatto che Gwaine glielo avesse porto tenendosi a debita distanza, e lo osservò con sorpresa. Non si era aspettata di ricevere un regalo «Un ciondolo a forma di punta di dardo? È insolito, ma mi piace» disse, ed era la verità.
«Non è un ciondolo a forma di punta di dardo, è proprio la punta di un dardo. Viene da quello che mi hai tirato contro nella foresta, l'ho fatto passare nell'argento e ne ho fatto fare una collana. È un modo per dirti che ho capito il messaggio e che mi dispiace di essermi comportato da idiota. Non ho mai pensato che tu avessi bisogno di aiuto per vincere il torneo, e ammetto che quello è stato solo un patetico tentativo di farmi notare da te».
Honey lo osservò per diversi secondi, sbattendo le palpebre per la sorpresa. Quel ragazzo aveva un modo di fare davvero insolito, era strano che qualcuno ammettesse certe cose dicendosi addirittura da solo che fosse patetico, e lei non capiva se fosse un altro modo per cercare di sedurla o fosse un modo per dirle che aveva rinunciato. Alla fine decise di non pensarci troppo e di apprezzare il rispetto e l'attenzione che il cavaliere le stava mostrando. «Sai, Gwaine, forse dovremmo farci un'altra bevuta insieme alla taverna, questa volta però senza scommesse!» disse sorridendogli, mentre indossava la collana.
Non le piaceva quando i ragazzi ci provavano con lei, e tuttavia cominciava a nutrire una certa simpatia per quel cavaliere dall'aria tanto sfacciata. Se non altro sarebbero potuti diventare buoni amici nel tempo che lei avrebbe passato a Camelot.


Note autrice
Salve a tutti!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, e mi dispiace di averci messo tanto ad aggiornare, ma purtroppo quando gli impegni della vita chiamano c'è poco da fare. Comuqneu se la storia vi piace non esitate a lasciare un commentino, potete anche mandarmi un messaggio privato per dirmi cosa ne pensate o per chiedere magari spiegazioni di cose che vi sembrano poco chiare. Insomma sappiate che non mi dispiace interagire con i miei lettori.
Come sempre vi ricordo che la storia è scritta a quattro mani con Merlin_Colin_Emrys.
Grazie a tutti quelli che leggono e che inseriscono la storia in qualche categoria. Un grazie speciale va ad AmeliaRose e sara criso che hanno recensito la storia, e soprattutto a  Federica11 che non si perde un solo capitolo, che lascia sempre un commentino e che con i suoi complimenti ci fa commuovere e ci migliora le giornate
Un saluto anche alla nostra cara amica Sunny9719 che ci sostiene e legge sempre le nostre storie.
Alla prossima!

 
  
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