Hector alzò il braccio per trattenersi.

Imelda sentiva la sua presenza avvolgerla,  e nonostante all'apparenza ella sembrasse una donna forte ed inabbattibile, in quella situazione si ritrovò come attaccata.

Il ragazzo appoggiò la mano sul muro ben ferma, conscio ma non padrone di quello che stava per fare.

"Señorita" disse, rosso in viso. Imelda non sapeva se il calore che sentiva era quello che trapelava dalle sue guance, o da quelle di Hector.

"Ditemi se posso permettermi" tremò, urgente.

La ragazza non capì più niente.

Capì che se avesse parlato, avrebbe detto qualche cavolata.

Perché il suo cervello si era sconnesso dalle labbra. E la mente era rivolta ad un unico desiderio.

Lui. Interamente.

In quel momento di esitazione, Hector si sentì imbarazzato.

Stava rovinando tutto?

Era riuscito a scambiare due chiacchere e a ballare con la ragazza più difficile del paese, nonchè la più meravigliosa che i suoi poveri occhi avessero mai visto, ed ora i suoi stupidi istinti avrebbero rovinato tutto.

Ecco perché un uomo non può stare con una dea.

Non è roba per chi muore. Ma solo per chi è eterno.

È troppo, tutto insieme. E lui lo voleva, quel troppo.

Voleva essere troppo felice, con lei. Voleva essere felice, rendendo felice lei.

In un moto di forza di volontà, però, Hector si trattenne e ritirò il braccio.

Guardò a terra per controllarsi. La vista di lei lo avrebbe dissuaso.

"Non posso restare, señorita. È chiaro che voi non mi volete.

Ma almeno risparmiatemi questa scenetta" fu quasi sgarbato.

"O ne soffrirei troppo"

 

Hector si allontanò con le mani in tasca.

La sua innamorata lo guardò allontanarsi.

"Imelda, Imelda..ti eri ripromessa che non avresti mai preso marito.

C'eri solo tu e la tua musica. Non doveva esserci un terzo. Lui ti ruberà la tua musica"

 

Lo guardò afferrare la sua chitarra e notò che una lacrima stava colando sulla sua guancia.

Ma lui era un chitarrista.

"Oh ma smettila! Codarda, tu hai solo paura dell'amore.

Con lui puoi avere tutto quello che vuoi.

Felicità.

Musica.

E amore. Ma abbi il dannato coraggio di accoglierlo"

 

Imelda era una ragazza fredda. Ma Hector era l'esatto opposto.

Un concentrato esplosivo di calore umano.

E tutto ciò era semplicemente magnifico.

Era quello che le serviva.

 

"N-no, Hector..!"chiamò a voce ancora esitante e paurosa. Timida e speranzosa.

Non l'aveva sentita.

 

Cominciò a piovere, Imelda si mise a correre.

Stava davvero correndo per un uomo?

Lei?

 

E per una volta, non se ne vergognava.

 

Chiamava a gran voce il suo nome, finchè non lo vide voltarsi.

 

Gli saltò addosso abbracciandolo.

 

I due si guardarono negli occhi.

 

"Imelda.." mormorò lui, sorpreso.

"Non so cosa sia successo negli ultimi 30 secondi, Hector. Ma mi siete mancato terribilmente in questo lasso di tempo"

"Potete darmi del tu" le disse.

"Anche voi" disse lei, sorridendo innamorata. "Se accetterete questo"

 

Imelda afferrò il viso del ragazzo con entrambe le mani e lo trasse a sè.

Lo baciò con passione per cinque secondi buoni, per poi lasciarlo andare in un moto di terribile vergogna.

 

"Imelda..!!"chiamò Hector, con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

Lei indietreggiò, per poi dargli le spalle, a braccia incrociate, e cominciare ad allontanarsi.

 

Hector stette a fissarla in adorazione per qualche secondo, per poi sospirare profondamente, non appena fu sparita all'orizzonte della folla.

"Qué mujer loca..loca como soy yo"