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Autore: hermioner    12/12/2018    0 recensioni
Heather è terribilmente irritabile e incredibilmente logorroica. E' la fiera proprietaria di un alano nero di nome Bubble ed è la sorella di quel ''microcefalo vanitoso'' conosciuto dai più come Robert Downey Jr.
La vita della piccola di casa Downey è però destinata a cambiare quando incrocerà lo sguardo con due profondi occhi dello stesso colore dell'oceano in tempesta.
Riuscirà il pluripremiato e famoso attore Chris Evans a fare breccia nel cinico cuore della nostra sarcastica protagonista?
Sta a voi scoprirlo,
Buona Lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Nuovo personaggio, Robert Downey Jr.
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tredici
 

 


 

- Avevo intenzione di chiedertelo quando ci saremmo rivisti dopo Natale, ma dato che oramai sei qui volevo proporti una cosa.-
Heather e Chris se ne stavano stravaccati sul divano nel salotto della donna, una coperta di pail rosso a coprire i loro corpi abbracciati e due tazze di cioccolata calda poggiate sul tavolino accanto a loro.
Dopo la pseudo litigata della mattina, il rapporto tra i due era tornato come quello prima della partenza e i loro animi si erano calmati.
Il bacio che si erano scambiati a pace fatta aveva fatto da balsamo a qualsiasi incomprensione ci fosse stata fra i due, facendo tornare a splendere due larghi sorrisi.
Chris guardò la donna appoggiata al suo petto e stretta fra le sue braccia facendo un cenno per invitarla a continuare.
- Ogni anno la mia casa editrice organizza un party di Natale e volevo chiederti se ti andava di venire con me.- propose quindi Heather guardandolo.
- Ci sarà dell’alcool?-
- A fiotti- rise la donna, prima di tornare a giocare con i lacci della felpa blu che indossava l’attore.
- Mi farebbe molto piacere, ma solo se tu verrai con me alla premiere del nuovo film Marvel- affermò deciso Chris, sorridendo subito dopo allo sbuffo della donna.
Heather ci pensò per qualche secondo, accettando, prima di lanciarsi alla conquista dell’ultimo M&M’s nel piattino di vetro sul tavolino, trattenuta dalle possenti braccia dell’uomo al suo fianco, uomo che si era fatto mille e quattrocento chilometri per una cavolata.
Ancora non ci credeva al pensiero: Chris Evans aveva preso il primo volo per New York quando era venuto a sapere della notizia pur di chiarire la situazione con lei.
Heather non voleva ammetterlo ma dire che quell’azione le avesse fatto piacere e che le avesse riempito il cuore di commozione era dire poco.
Nessuno, fino ad allora - suo fratello a parte- era partito per raggiungerla.
Nessuno le aveva mai dato le attenzioni che Chris le stava dando in quel momento e per niente al mondo avrebbe voluto farne a meno.
Non c’era Richard, Bobby D o modello che tenesse o che potesse mettere in ombra il biondo bostoniano seduto di fianco a lei.
- Che c’è?- le chiese Chris dopo qualche minuto, notando come la donna lo stava fissando concentrata.
Heather sorrise scuotendo la testa con nonchalance, prima di lasciargli un lieve bacio sulle labbra morbide, uno strano calore ad inondarle il petto.




 

 
- Zia!- l’urlo arrivò potente dietro di lei, facendola girare di 360° verso la direzione dal quale era arrivato.
Un piccolo ragazzino biondo si stava dirigendo correndo felice verso di lei, lo zaino di Iron Man sulle spalle e il giubbotto bianco imbottito a proteggerlo dal gelo newyorkese.
Heather si inginocchiò a terra, aprendo le braccia pronta ad accogliere il bambino che saltando, le si gettò addosso ridendo.
Exton le prese il volto con le sue mani paffute, lasciandole un bacio su una guancia, prima di ri abbracciarla.
- Ciao piccolo mio- Heather lo strinse a se, alzandolo da terra il bambino di cinque anni e prendendolo in collo, prima di sorridere a Robert e a Susan intenti a raggiungerli.
- Vecchietto!- ghignò la ragazza, poggiando a terra il nipote e lasciandosi stringere dalle braccia del fratello maggiore.
- Ciao combina guai- ghignò l’attore, alzando le sopracciglia e abbassandosi gli occhiali da sole sul naso.
- Lo sai che è dicembre, vero?- esclamò la ragazza, prima di stringere la cognata in un abbraccio e prendere in collo la piccola Avri che la salutò sorridendo ampiamente.
- Sorrellina cara, la moda non ha stagione-
Heather aggrottò la fronte alla risposta del fratello, indecisa se continuare la conversazione o ignorarlo.
Optando per la seconda opzione, aiutò Susan con le valige dirigendosi alla macchina parcheggiata poco fuori dall’uscita dell’aeroporto.
Quello sarebbe stato un Natale con i fiocchi, lo sapeva.




 

 
Le faceva male il sedere e le si stava congelando anche l’anima ma la felicità sul volto del nipote non poteva che ripagare - in parte- quel dolore che provava.
Era caduta una decina di volte sul duro ghiaccio della pista per pattinare e tutte le volte aveva fatto delle cadute così rovinose e teatrali che Yvonne si era dovuta appoggiare alla ringhiera in metallo per respirare dalle tante risate, sotto lo sguardo tra l’irritato e il divertito della piccola di casa Downey.
- Smettila di ridere di me, brutta ba… babbana- affermò, correggendosi sull’ultima parola per via della presenza di Exton al suo fianco.
Quella mattina Robert e Susan avevano deciso di andare a fare un giro di shopping e di compere dell’ultimo minuto, lasciando il più grande dei due figli con la zia che, con felicità, aveva acconsentito a portarlo a pattinare sul ghiaccio.
Le sue natiche si pentivano di quella scelta ma non poteva non essere felice di quella scelta.
L’intero album di Michael Bublé era stato dato a rotazione da quando avevano messo i pattini ai piedi, creando un atmosfera tipicamente natalizia.
- Zia, ma come fai a stare sempre per terra?- urlò divertito Exton, porgendogli una mano per aiutarla ad alzarsi, fallendo miseramente nell’intento.
Le ci vollero cinque minuti per potersi rimettere nuovamente in piedi e, una volta riuscita nell’ardua impresa, decisero di raggiungere Robert e Susan al punto di incontro per poter tornare a casa.
Passeggiando per le strade affollate di New York, Exton stretto ossessivamente a lei, l’occhio le cadde sulla vetrina di un semplicissimo negozio di abiti, facendola incantare davanti ad una semplice ma stupenda tuta intera blu con un profondo scollo a V.
Sarebbe perfetto per il party pensò osservando ammirata il semplice capolavoro indossato dal manichino.




 

 
- Credo di star per scoppiare- esclamò Robert buttandosi con la stessa leggerezza di un elefante sul divano accanto alla ragazza.
Heather rise, poggiando la testa sulle spalle del fratello mentre faceva partire il film alla tv.
Exton e Avri erano entrambi comodi accanto a lei, il più grande seduto al suo fianco mentre la piccola Downey dolcemente acciambellata sulle braccia della zia. 
Susan, invece, se ne stava rilassata sulla poltrona accarezzando il muso di Bubble, vogliosa di coccole.
La calma di quel tranquillo pomeriggio di Natale rese tutte le persone presenti nella stanza felici. 
La donna lasciò un lieve bacio sulla testa della nipote prima di passarla a fratello.
Heather amava il Natale: l’aveva sempre ritenuta la festa perfetta dove tutti i parenti si riunivano pronti per festeggiare tutti insieme ma, con il passare del tempo, di era resa conto che le bastava avere il fratello e i nipoti attorno per potersi ritenere felice.
Passare il Natale con loro era la cosa più bella che potesse desiderare: mangiavano, scherzavano e si divertivano come una vera famiglia, a discapito di tutto e di tutti.
I genitori, quell’anno, avevano deciso di prendersi una vacanza e di partire per un posto caldo per quella festività, mentre la sorella aveva dovuto festeggiare assieme ai parenti del marito, inviando un semplice messaggio di auguri ad entrambi i fratelli minori.
Seduta sul comodo divano di casa sua, l’intera stanza riscaldata dallo scoppiettante camino posto su un lato, l’albero di Natale divinamene addobbato che risplendeva per via delle lucine chiare, Heather si sentì a casa. 
Non le importava che mancasse più della metà della sua famiglia: aveva Robert al suo fianco e a lei bastava.
Aveva il suo eroe al suo fianco e non avrebbe fatto a cambio con nessun’altra persona al mondo.





 
 

 
   
 
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