Capitolo 4: Robot e Pokémon: Problemi
per Lem
Durante il viaggio di ritorno verso Luminopoli, i nostri eroi
alla guida delle loro macchine erano carichi più che mai. Specialmente Ash, il
quale sperava che la Palestra fosse aperta, per poter cercare di vincere la sua
seconda medaglia di Kalos.
“Siamo quasi arrivati!” – disse Serena – “Ancora pochi
chilometri e, saremo a Luminopoli.”
“Ottimo!” – esclamò Ash – “Non vedo l’ora di vincere la mia
seconda medaglia!”
“Lo spero per te! Ma dimmi: cosa ne pensi del sistema di
comunicazione tra le due macchine?”
“Devo dire che mi ha sorpreso molto: pensavo di dover parlare
solo con Lem per tutto il viaggio, ma questo sistema di auricolari è più
sofisticato del previsto.”
“Lo credo bene! Immagino i produttori delle auto: quanto
lavoro ci sarà voluto per realizzare un sistema del genere!”
“Penso parecchio tempo!” – aggiunse Lem, il quale poteva
ascoltare la conversazione tramite un altoparlante posto sulla macchina –
“Questo sistema monitora lo spazio che intercorre tra le due macchine: più la
distanza è vicina e, migliore sarà il suono della voce!”
“Non capisco molto, ma penso di aver capito il concetto!”
“Ehi fratellone, ti dispiace se sono in viaggio con Serena?”
“Tranquilla, Clem!” – rispose il ragazzo con gli occhiali –
“Puoi viaggiare tranquillamente con Serena, a patto di non creare troppi
problemi!”
“E con questo cosa vuoi dire?”
“Non volevo dire niente! E solo che…”
“Lo sapevo: sei il solito prepotente!” – disse la ragazzina
con tono arrabbiato.
Per il resto del viaggio, i due fratelli continuarono a
discutere animatamente, con le orecchie di Ash e Serena tramortite dalle loro
voci. Fortunatamente, il gruppo raggiunse presto Luminopoli e, presero la
strada che andava nella direzione della Torre Prisma, sede della Palestra della
città. Tuttavia, Lem suggerì ad Ash e Serena di parcheggiare nei paraggi,
poiché era vietato attraversare con le auto la Piazza Centrale dove sorgeva la
torre. I due ragazzi ascoltando le parole di Lem, decisero di parcheggiare
davanti ad uno dei tanti bar di Luminopoli. Ma mentre tutto il gruppo scendeva
dalle due macchine, notarono uno strano uomo con i capelli rossi e vestito con
abbigliamento a righe, il quale stava osservando i ragazzi con molta
attenzione, cosa che li portò ad una situazione di disagio.
“Mi scusi signore, è forse successo qualcosa?” – domandò Ash.
“Ditemi ragazzi: queste auto sono vostre?” – chiese il
signore.
“Sì, lo sono!” – rispose il ragazzo – “Ma perché questa
domanda?”
“Sai, nel mio lavoro l’osservazione è qualcosa di
fondamentale. Inoltre, le vostre auto sono una vera bellezza. Non pensavo che
al giorno d’oggi, lasciassero guidare questi mezzi da dei ragazzi così
giovani.”
“L’ha ringrazio per il complimento, ma… lei chi è?”
“Perdonatemi, non mi sono ancora presentato!” – disse l’uomo
– “Il mio nome è Elisio! Sono il proprietario di questo bar, dove avete appena
parcheggiato i vostri mezzi.”
“Ci dispiace tanto! Vuole che ci spostiamo?”
“Tranquillo, ragazzo!” – rispose Elisio – “La cosa non mi
crea problemi, ma dimmi: posso sapere il tuo nome?”
“Io mi chiamo Ash e questo è il mio amico Pikachu!”
“Pikachu!”
“Piacere di conoscerti, Ash! Questi sono i tuoi amici,
giusto?”
“Piacere di conoscerla: io sono Serena!”
“Io invece sono Lem! Mentre lei è la mia sorellina Clem!”
“Ti ho già detto di non chiamarmi sorellina!” – disse la
ragazzina – “Comunque, io sono Clem e, lui è il mio amico Dedenne! Forza, non
essere timido, saluta anche tu!”
“De-Dedenne!”
“È un piacere conoscervi ragazzi! E per
festeggiare il nostro incontro, cosa ne dite se vi offro un caffè?”
“Accettiamo molto volentieri!” – rispose Ash.
“E per me non c’è niente?” – chiese Clem.
“Stai tranquilla, signorina: per te, ho del succo di baccarancia!
È realizzato utilizzando bacche accuratamente selezionate!
Allora, cosa ne dici?”
“Dico di entrare! Non vedo l’ora di assaggiare il suo succo!”
E così, i nostri ragazzi entrarono nel bar, dove Elisio
chiese ad uno dei suoi camerieri di preparare quattro caffè e il succo di
baccarancia per Clem. Una volta ricevute le rispettive bevande, si misero su un
tavolo e continuarono la discussione di poco fa.
“Dimmi Ash, da dove provieni?” – chiese Elisio.
“Vengo da Biancavilla, nella regione di Kanto.”
“È molto lontana la regione di Kanto. E
cosa ti ha portato fino a qui, nella regione di Kalos?”
“Semplice: il mio sogno è quello di diventare un Maestro
Pokémon e, per farlo, parteciperò alla Lega Pokémon di Kalos.”
“Un obbiettivo molto onorevole.”Finora quante medaglie hai
ottenuto?”
“Per il momento, ho ottenuto solo una medaglia. E Oggi, spero
di riuscire ad ottenere la seconda medaglia sfidando la Palestra di
Luminopoli!”
“Capisco!” – esclamò l’uomo mentre volse lo sguardo in
direzione di Serena – “Dimmi ragazza: cosa ti ha spinto ad intraprendere il
viaggio per Kalos?”
“E lei come lo sa?”
“Me ne ha parlato, Platan! Io e lui siamo amici di vecchia
data!”
“Ho capito! Beh, il mio obbiettivo era quello di ritrovare
Ash. Adesso che ho raggiunto questo traguardo, ho deciso di seguirlo per la sua
avventura. Per me, invece, non ho ancora deciso nulla!”
“Non avere fretta! Sei ancora giovane e, hai tutta la tua
vita davanti a te!”
“L’ha ringrazio! È molto gentile da parte sua!”
“Non c’è di che! Voi due siete fratelli, giusto?”
“Esattamente!” – rispose Lem – “Siamo entrambi originari di
Luminopoli!”
“Davvero!? E di cosa vi occupate?”
“Io mi occupo di invenzioni! Il mio obbiettivo è quello di rendere
felici le persone che mi stanno attorno!”
“Ho capito! E per te, signorina?”
“Semplice: voglio trovare una ragazza per mio fratello. In
questo modo, potrò essere io la padrona di casa, eheheh!”
“Clem, ti ho già detto cosa ne penso su questo argomento.”
“Stai calmo, Lem! Io non ho mai avuto fratelli o sorelle, per
cui è normale avere qualcuno con cui poter parlare liberamente.”
“Penso che lei abbia ragione!” – disse il ragazzo con gli
occhiali.
“Signor Elisio!? Qual è il suo sogno?” – chiese Ash.
“Il mio sogno, dici!? Il mio scopo è quello di avere un mondo
dove la bellezza sia un aspetto molto importante per la società. Mi piacerebbe
fare qualcosa, per rendere Kalos molto più bella rispetto a come si presenta,
oggi!”
“Spero che raggiunga anche lei il suo obbiettivo.”
“Ti ringrazio, Ash!” – rispose l’uomo.
Dopo aver finito la chiacchierata, i nostri eroi salutarono
Elisio e uscirono dal bar. Ma mentre stavano per andare verso la Piazza
Centrale, vennero fermati da un uomo di circa 50 anni, vestito da elettricista.
L’uomo era in compagnia del suo Pokémon Ampharos e, il suo sguardo, era diretto
verso Lem e Clem, con Ash e Serena che vennero totalmente ignorati.
“Ma tu guarda: mi ritrovo a camminare per le vie del centro e
chi ho il piacere di incontrare?”
“Papà!? Cosa ci fai qui!?” – chiese Lem.
“Ho appena finito la manutenzione della rete elettrica del
museo. Ma ditemi: non eravate partiti in viaggio?”
“Certo che siamo partiti: soltanto che Luminopoli è il punto
di congiunzione di tutte le strade di Kalos. È normale passare di qui, se vogliamo
andare da qualche altre parte!”
“Lo so! Però ogni tanto mi piacerebbe che voi tornaste a
casa, per trascorrere un po’ di tempo con il vostro vecchio.”
“Tranquillo, lo faremo il prima possibile!”
“Ci conto!” – rispose l’uomo – “Ma dimmi: chi sono questi due
ragazzi insieme a te?”
“Piacere di conoscerla, signore! Io sono Ash Ketchum e vengo
da Biancavilla!”
“Io sono Serena! Molto piacere!”
“Il piacere è tutto mio! Io mi chiamo Meyer, elettricista
professionista, nonché padre di Lem e Clem! Ditemi, siete già stati alla Torre
Prisma?”
“Non ancora!” – disse Ash – “Ci ero andato qualche giorno fa,
ma l’ho trovata chiusa!”
“L’hai trovata chiusa!? Lem, ci sono ancora problemi con ‘tu
sai cosa’?”
“N-N-No papà! Non c’è nessun problema!”
“Ormai ti conosco fin troppo bene figliolo. Quando arriverà
il giorno in cui ti prenderai cura delle tue responsabilità?”
“Lo sta facendo, papà!” – rispose Clem – “Guarda, ha
catturato questo Dedenne per me.”
“De-Dedenne!”
“Lo vedo, ma io mi riferivo al tuo compito alla Torre
Prisma.”
“Ti riferisci a…”
“Dovresti saperlo anche tu, Clem: tuo fratello ha un dovere,
in qualità di Capopalestra di Luminopoli. Non può pensare solo alle sue
invenzioni!”
“Lem… è un Capopalestra?” – gridarono Ash e Serena
all’unisono.
“Esattamente! Ora vogliate scusarmi, ma ritorno a casa!”
Dopo aver salutato tutto il gruppo, Meyer se ne tornò a casa
con il suo Ampharos. Lem e Clem restarono per un attimo in silenzio, ma girando
le loro teste con molta calma, videro i volti di Ash e Serena diventare un
tantino… arrabbiati.
“Penso che qualcuno mi deve una spiegazione!” – disse Ash -
“Perché non mi hai detto subito di essere il Capopalestra di Luminopoli?”
“Ecco… vedi… per me è… un po’ imbarazzante!” – rispose Lem.
“Imbarazzante!? E allora dimmi: come mai la Torre Prisma era
chiusa quando sono arrivato?”
“Per manutenzione! Lo dovresti sapere anche tu, Ash!”
“Però io comincio a sospettare che ci sia qualcos’altro. Ho
indovinato?”
“Hai ragione, Ash! In effetti, c’è una cosa che non ti
abbiamo detto.”
“Clem, ma che fai! Questa è una faccenda che dobbiamo
risolvere da soli!”
“Ma non hai pensato al fatto che Ash e Serena potrebbero
aiutarci?”
“Aiutarvi, in che cosa!?” – chiese la ragazza.
“Avanti fratellone, diglielo! Altrimenti, lo farò io!”
A quell’affermazione, il ragazzo non poté sottrarsi e, dopo
essersi preso un attimo di riflessione, iniziò il racconto.
“Quello che ha detto mio padre è vero: io, Lem, sono il
Capopalestra di Luminopoli, specializzato nei Pokémon di Tipo Elettro!”
“E fin qua ci siamo!” – disse Ash – “Cosa è successo?”
“Dopo aver ottenuto il titolo, iniziarono ad arrivare
sfidanti da ogni città di Kalos. All’inizio, ero felice di adempiere al mio
ruolo, ma da quel momento iniziarono i miei problemi.”
“Che cosa intendi?”
“Gli sfidanti aumentarono sempre di più: questo portava via
del tempo prezioso alle mie invenzioni e, la situazione, era diventata
insostenibile. Così, un giorno, decisi di realizzare un robot in grado di
prendere il mio posto come Capopalestra.”
“Fammi indovinare: in questo modo, avresti ottenuto lavorare
di più alle tue invenzioni!”
“L’intento era quello, ma purtroppo feci un errore durante la
programmazione di Lembot: per sbaglio, era diventato severo e, poco dopo, prese
il mio posto come Capopalestra, facendo scappare me e mia sorella dalla torre!”
“In seguito, abbiamo cercato di rientrare all’interno.” –
disse Clem – “Ma ora, Lembot fa entrare soltanto gli allenatori che hanno
ottenuto almeno 4 medaglie!”
“Mi dispiace profondamente, Ash! Avrei voluto lottare contro
di te, ma con Lembot alla guida della Palestra, non possiamo far niente.”
Una volta finito il discorso, tutto il gruppo restò in
silenzio per qualche momento. Certo, il fatto che Lem non abbia raccontato ad
Ash di essere il Capopalestra di Luminopoli, aveva lasciato il ragazzo giù di
morale, ma adesso il problema era diventato Lembot, una delle sue creazioni.
Come avrebbero fatto ad entrare nella Torre Prisma, anche se nessuno di loro
aveva le medaglie richieste?
“Lem, posso chiederti una cosa?” – domandò Ash.
“Certo, Ash! Che cosa vuoi chiedermi?”
“Per entrare nella Torre Prisma, si deve andare verso la
porta d’ingresso situata a Nord, giusto?”
“Esatto!”
“Non c’è un altro modo per entrare nella torre, senza passare
per la porta principale?”
“Ash, non vorrai cercare di infiltrarti!” – chiese Serena.
“Purtroppo non abbiamo altra scelta: se vogliamo che la Torre
Prisma diventi operativa, l’unico modo è quello di sconfiggere Lembot. Siccome
l’ingresso principale è inaccessibile, l’unica alternativa è quella di
cercare un’entrata alternativa.”
“Ma in questo modo, non rischiamo la nostra pelle?”
“Ash ha ragione!” – disse Lem – “In effetti, ci sarebbe un
altro modo per entrare nella Torre Prisma!”
“Fratellone, non intenderai…”
“Hai capito bene, Clem! L’entrata degli addetti al servizio
manutenzione: è chiusa elettricamente, ma con le mie conoscenze posso hackerare
il sistema, consentendoci di entrare.”
“È davvero un ottimo piano!”
“Grazie, Ash! Sono state le tue parole a darmi il coraggio
per tentare questa impresa. Ho capito che se voglio tornare in possesso della
mia Palestra, non devo starmene qui a piangermi adosso.”
“Molto bene!” – esclamò Ash – “Agiremo questa notte, quando
la piazza sarà vuota!”
Tutti quanti furono d’accordo con il piano di Ash, così non
appena calò l’oscurità, il piano ebbe inizio. Avvicinandosi con molta
discrezione, riuscirono a raggiungere l’ingresso per gli addetti al servizio
manutenzione, il quale aveva una serratura Lock-Block 6-5000, che si poteva
aprire solo con una card data agli addetti. Subito dopo, Lem iniziò
l’hackeraggio e grazie all’aiuto del braccio Aipom del suo zaino, riuscì a
penetrare il sistema di sicurezza in meno di 5 minuti. Una volta entrati, il
gruppo iniziò a salire la rampa di scale e, raggiunsero un corridoio interno,
il quale venne percorso fino ad una porta. Essa venne aperta da Ash e Lem, però
la stanza era molto buia e non si riusciva a capire dove fossero.
All’improvviso, le luci si accesero di colpo e una figura fece capolino sul fondo
della stanza: era Lembot, il quale era dall’altra parte di quello che era il
Campo Lotta.
“Intrusi! Intrusi!” – disse Lembot con la sua voce robotica.
“Oh-Oh! A quanto pare siamo stati scoperti!” – disse Serena.
“E adesso cosa facciamo?” – chiese Clem.
“Inserire il codice vocale per l’attivazione della modalità
battaglia! Se non lo fate: contatterò immediatamente le forze dell’ordine!”
“Forza, Lem!” – esclamò Ash – “Soltanto tu, puoi ricordati
quella parola!”
“Va bene, Ash!” – rispose il ragazzo con gli occhiali, il
quale pensò alla frase per un istante – “Ci sono: Oggi trionfa la scienza, il
futuro è qui!”
“Codice vocale, riconosciuto! Molto bene sfidante, sei pronto
alla sfida?”
“Certamente! Vai, Bunnelby!”
“Bun-Bun!”
“Vai, Heliolisk!” – disse il robot.
“Heliolisk!”
“Quello è uno dei Pokémon di Lem, qui alla Palestra?”
“Certamente, Serena!” – rispose Clem – “Heliolisk è uno dei
suoi Pokémon migliori, ma Bunnelby saprà come cavarsela!”
“Speriamo!”
“Molto bene, che la lotta abbia inizio!”
Il primo ad attaccare fu il Bunnelby di Lem, il quale
utilizzò Doppiasberla per colpire Heliolisk, causando danni non molto
significativi. In seguito, utilizzò Fossa per fare un attacco dal basso, ma
Lembot ordinò al Pokémon Generatore di utilizzare Battiterra: in questo modo,
Fossa risultò inutile.
“Aspetta un attimo!” – disse Lem – “Io non ho mai insegnato a
Heliolisk quella mossa!”
“Se non è stato Lem, questo vuol dire che…”
“…è stato Lembot a farlo?” – dissero Ash e Clem, all’unisono.
“Questa non ci voleva!” – aggiunse Serena – “Come farà Lem a
uscire da questa situazione?”
“OK, Bunnelby: usa Doppioteam, poi colpisci con Fangosberla!”
Il Pokémon Scavabuche eseguì gli ordini del suo allenatore,
ma prima che potesse utilizzare Fangosberla, Lembot ordinò ad Heliolisk di
utilizzare Caricaparabola. La mossa colpì tutte le copie di Bunnelby, compreso
lo stesso Pokémon, il quale seppur a fatica riuscì a rialzarsi. Allora, Lem
pensò ad una strategia alternativa: chiese a Bunnelby di usare Fossa, con
Heliolisk che utilizzò Battiterra. Ma Lem, chiese al suo Pokémon di utilizzare
Doppioteam sottoterra: in questo modo, la mossa del Pokémon Generatore fece
uscire tutte le copie. Allora, Heliolisk riutilizzò Caricaparabola, ma nessuna
delle copie era il vero Bunnelby, il quale con Fossa colpì in pieno il Pokémon,
per poi terminare l’incontro con Fangosberla.
“Evvai!” – gridò Clem – “Il mio fratellone ce l’ha fatta!”
“Ottima strategia, Lem!” – disse Ash.
“Ti ringrazio, Ash! Ma non ce l’avrei fatta senza l’aiuto di
Bunnelby!”
“Bun-Bun!”
“Quella voce… finalmente ti ho riconosciuto mio inventore!”
“Lembot! Allora sei tornato in te!”
“Mi dispiace per i guai che ti ho causato, spero tu possa
perdonarmi.”
“Non devi scusarti!” – rispose Lem – “La causa di quanto è
accaduto è solo mia! Adesso, penso sia arrivato il momento di farti qualche
aggiornamento.”
“D’accordo!” – esclamò il robot.
“Ash, Serena, Clem: cosa ne dite di darmi una mano?”
“OK, puoi contare su di noi fratellone!”
E così, tutto il gruppo andò verso il laboratorio di Lem, da
dove iniziarono ad apportare le modifiche a Lembot. Il ragazzo con gli occhiali
riprogrammò il suo robot, tenendo in considerazione le esperienze avute fino a
quel momento con Ash e, gli inserì le qualità necessarie per essere un
Capopalestra. Terminati i lavori, i ragazzi andarono verso la casa di Lem dove
parlarono di quanto accaduto con Meyer.
“Ottimo lavoro, figliolo! Sapevo che ce l’avresti fatta a
riprenderti la Palestra!”
“Beh, se non forse stato per i miei amici che mi hanno
incoraggiato, forse non ce l’avrei fatta!”
“Che dire, vi ringrazio profondamente per averlo aiutato.”
“Ehi, guarda che ci sono anch’io papà!”
“Lo so, Clem! Lo so!” – disse Meyer.
“Papà, vorrei chiederti una cosa!”
“Sì, Lem! Cosa c’è?”
“Mi stavo chiedendo… io e Clem possiamo continuare il mio
viaggio con Ash?”
“Cosa!? Non vuoi tornare alla Palestra?”
“Ora che ho sistemato Lembot, voglio continuare il mio
viaggio con Ash! Ci sono ancora tante cose che non so e, magari, potrei trovare
qualcosa di utile per le mie invenzioni!”
“L’ha pensi anche tu così, Clem?”
“Certamente!” – esclamò la ragazzina – “Ash e Serena sono
simpatici! Non voglio separarmi da loro!”
“Capisco! E tu Lembot, cosa hai da dire?”
“Ascolti le parole dei suoi figli, signor Meyer! Ora so
esattamente cosa fare, come Capopalestra. Inoltre, potrei aiutarla con le varie
faccende domestiche!”
“mmm… se è così, per me va bene! Potete continuare il vostro
viaggio!”
“Ti ringrazio, papà!” – disse il ragazzo.
“Ash, Serena, mi potete controllare che i miei figli non si
caccino nei guai?”
“D’accordo! – esclamarono i due ragazzi all’unisono.
Verso sera, il gruppo scese nel garage sotterraneo della
casa, dove Lem mostrò a loro la sua macchina: un SUV Ford Mamoswine J-50, avuto
in una svendita da un concessionario di Luminopoli. Essa era di colore verde
smeraldo tendente al nero e Lem, l’aveva modificata in modo che trasportasse
materiale per le emergenze. Inoltre, al suo interno vi era un piccolo Centro
Medico, utile nel caso in cui non fossero abbastanza vicini ad un Centro Pokémon.
Finita di esplorare la macchina, ad Ash iniziò a squillare il Pokédex: una
volta aperto, vide che si trattava del Professor Platan, il quale era felice di
rivedere il ragazzo.
“Ciao, Ash! È un piacere risentirti!”
“Buonasera, Professor Platan! Va tutto bene?”
“Sì, sto bene! Qui al laboratorio abbiamo sempre molto da
fare e le mie ricerche mi tengono occupato.”
“Posso capirla! Mi dica, come mai mi ha contattato?”
“Ecco… avrei un piccolo problema da risolvere. Potresti
venire al laboratorio domani?”
“Certamente! Di cosa si tratta?”
“Ultimamente, le scorte di cibo del laboratorio stanno
diminuendo. Sospetto si tratti di uno dei Pokémon che stanno qua e, mi
piacerebbe avere un aiuto per scoprire il colpevole.”
“Può contare su di noi!”
“Va bene! Adesso vi saluto, ci sentiamo domani!”
“Strano… un furto di cibo al laboratorio.” – disse Serena –
“Chissà di cosa si tratta!”
“Beh, lo scopriremo domani! Per adesso mangiamo e andiamo a
dormire!”
Il mattino seguente, il gruppo si mosse con le rispettive
macchine e, in breve tempo, raggiunsero il laboratorio attesi da Platan.
“Buongiorno, ragazzi!” – disse il professore – “È un piacere vedervi!”
“Il piacere è nostro!” – rispose Ash.
“Bene! Se volete seguirmi, vi mostro il luogo dei furti!”
“Mi dica: da quanto tempo sta subendo questi furti?” –
domandò Lem.
“Circa una settimana fa! Per fortuna, ho scorte in
abbondanza: ma temo che con questo ritmo, possano finire rapidamente.”
“Ieri al telefono diceva di sospettare uno dei Pokémon del
laboratorio. Saprebbe dirci chi?”
“Purtroppo no!”
“Non si preoccupi: cercheremo il malvivente e lo
cattureremo!”
“Grazie, Ash! Io ci spero molto!”
Una volta raggiunta la stanza dei furti, iniziarono ad
ispezionarla senza trovare nessun indizio. Tuttavia, a Lem gli venne l’idea di
piazzare del cibo al centro: in questo modo, il ladro ne avrebbe approfittato,
attratto dalla fragranza. Dopo qualche minuto, in cui si misero appostati fuori
dalla stanza, videro un Pokémon di colore verde entrarci approfittando della
porta lasciata aperta da Lem. Platan spiegò che il Pokémon in questione era un
Chespin, il quale aveva l’abitudine di mangiare molto. Rientrati nella stanza,
il Pokémon si spaventò e questo gli causò un boccone di traverso. Lem corse
subito ad aiutare il Pokémon Castanriccio, riuscendo a salvarlo dal quasi
soffocamento.
“Fiu… per fortuna sei salvo! Va meglio, ora?” – chiese Lem.
“Che-Chespin!”
“Chissà cosa fosse successo, se non fossimo stati qui
vicino!” – disse Ash.
“Ma ora, cosa facciamo di Chespin?” – chiese Serena.
“Mmm… Lem, cosa ne dici se ti prendessi cura di questo
piccolo?”
“Cosa dice sul serio!?”
“Certamente! Inoltre, dall’espressione sul suo volto, sembra
che tu piaccia molto!”
“Dimmi Chespin: le cose sono come dice il professore?”
“Che-Chespin!”
“Per favore, fratellone! Prendiamo Chespin, con noi?”
“Beh… se proprio insistete…”
“Evvai, sei il migliore!”
E così, tirata fuori la Poké Ball, Lem catturo Chespin senza
fare alcuna fatica. Tutti erano felici, soprattutto il ragazzo con gli occhiali,
il quale in due giorni aveva recuperato Lembot, ma aveva ottenuto un nuovo
amico.