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Autore: Spyro093    12/12/2018    0 recensioni
Dopo essersi preso un periodo di riposo, Ash Ketchum parte alla volta della regione di Kalos insieme al suo fedele compagno Pikachu. Tra nuovi e vecchi incontri, il ragazzo di Biancavilla dovrà sventare i piani del Team Flare e risolvere un mistero avvenuto 10 anni prima
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Elisio, Pikachu, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Capitolo 4: Robot e Pokémon: Problemi per Lem

Capitolo 4: Robot e Pokémon: Problemi per Lem

 

Durante il viaggio di ritorno verso Luminopoli, i nostri eroi alla guida delle loro macchine erano carichi più che mai. Specialmente Ash, il quale sperava che la Palestra fosse aperta, per poter cercare di vincere la sua seconda medaglia di Kalos.

“Siamo quasi arrivati!” – disse Serena – “Ancora pochi chilometri e, saremo a Luminopoli.”

“Ottimo!” – esclamò Ash – “Non vedo l’ora di vincere la mia seconda medaglia!”

“Lo spero per te! Ma dimmi: cosa ne pensi del sistema di comunicazione tra le due macchine?”

“Devo dire che mi ha sorpreso molto: pensavo di dover parlare solo con Lem per tutto il viaggio, ma questo sistema di auricolari è più sofisticato del previsto.”

“Lo credo bene! Immagino i produttori delle auto: quanto lavoro ci sarà voluto per realizzare un sistema del genere!”

“Penso parecchio tempo!” – aggiunse Lem, il quale poteva ascoltare la conversazione tramite un altoparlante posto sulla macchina – “Questo sistema monitora lo spazio che intercorre tra le due macchine: più la distanza è vicina e, migliore sarà il suono della voce!”

“Non capisco molto, ma penso di aver capito il concetto!”

“Ehi fratellone, ti dispiace se sono in viaggio con Serena?”

“Tranquilla, Clem!” – rispose il ragazzo con gli occhiali – “Puoi viaggiare tranquillamente con Serena, a patto di non creare troppi problemi!”

“E con questo cosa vuoi dire?”

“Non volevo dire niente! E solo che…”

“Lo sapevo: sei il solito prepotente!” – disse la ragazzina con tono arrabbiato.

 

Per il resto del viaggio, i due fratelli continuarono a discutere animatamente, con le orecchie di Ash e Serena tramortite dalle loro voci. Fortunatamente, il gruppo raggiunse presto Luminopoli e, presero la strada che andava nella direzione della Torre Prisma, sede della Palestra della città. Tuttavia, Lem suggerì ad Ash e Serena di parcheggiare nei paraggi, poiché era vietato attraversare con le auto la Piazza Centrale dove sorgeva la torre. I due ragazzi ascoltando le parole di Lem, decisero di parcheggiare davanti ad uno dei tanti bar di Luminopoli. Ma mentre tutto il gruppo scendeva dalle due macchine, notarono uno strano uomo con i capelli rossi e vestito con abbigliamento a righe, il quale stava osservando i ragazzi con molta attenzione, cosa che li portò ad una situazione di disagio.

“Mi scusi signore, è forse successo qualcosa?” – domandò Ash.

“Ditemi ragazzi: queste auto sono vostre?” – chiese il signore.

“Sì, lo sono!” – rispose il ragazzo – “Ma perché questa domanda?”

“Sai, nel mio lavoro l’osservazione è qualcosa di fondamentale. Inoltre, le vostre auto sono una vera bellezza. Non pensavo che al giorno d’oggi, lasciassero guidare questi mezzi da dei ragazzi così giovani.”

“L’ha ringrazio per il complimento, ma… lei chi è?”

“Perdonatemi, non mi sono ancora presentato!” – disse l’uomo – “Il mio nome è Elisio! Sono il proprietario di questo bar, dove avete appena parcheggiato i vostri mezzi.”

“Ci dispiace tanto! Vuole che ci spostiamo?”

“Tranquillo, ragazzo!” – rispose Elisio – “La cosa non mi crea problemi, ma dimmi: posso sapere il tuo nome?”

“Io mi chiamo Ash e questo è il mio amico Pikachu!”

“Pikachu!”

“Piacere di conoscerti, Ash! Questi sono i tuoi amici, giusto?”

“Piacere di conoscerla: io sono Serena!”

“Io invece sono Lem! Mentre lei è la mia sorellina Clem!”

“Ti ho già detto di non chiamarmi sorellina!” – disse la ragazzina – “Comunque, io sono Clem e, lui è il mio amico Dedenne! Forza, non essere timido, saluta anche tu!”

“De-Dedenne!”

È un piacere conoscervi ragazzi! E per festeggiare il nostro incontro, cosa ne dite se vi offro un caffè?”

“Accettiamo molto volentieri!” – rispose Ash.

“E per me non c’è niente?” – chiese Clem.

“Stai tranquilla, signorina: per te, ho del succo di baccarancia! È realizzato utilizzando bacche accuratamente selezionate! Allora, cosa ne dici?”

“Dico di entrare! Non vedo l’ora di assaggiare il suo succo!”

 

E così, i nostri ragazzi entrarono nel bar, dove Elisio chiese ad uno dei suoi camerieri di preparare quattro caffè e il succo di baccarancia per Clem. Una volta ricevute le rispettive bevande, si misero su un tavolo e continuarono la discussione di poco fa.

“Dimmi Ash, da dove provieni?” – chiese Elisio.

“Vengo da Biancavilla, nella regione di Kanto.”

È molto lontana la regione di Kanto. E cosa ti ha portato fino a qui, nella regione di Kalos?”

“Semplice: il mio sogno è quello di diventare un Maestro Pokémon e, per farlo, parteciperò alla Lega Pokémon di Kalos.”

“Un obbiettivo molto onorevole.”Finora quante medaglie hai ottenuto?”

“Per il momento, ho ottenuto solo una medaglia. E Oggi, spero di riuscire ad ottenere la seconda medaglia sfidando la Palestra di Luminopoli!”

“Capisco!” – esclamò l’uomo mentre volse lo sguardo in direzione di Serena – “Dimmi ragazza: cosa ti ha spinto ad intraprendere il viaggio per Kalos?”

“E lei come lo sa?”

“Me ne ha parlato, Platan! Io e lui siamo amici di vecchia data!”

“Ho capito! Beh, il mio obbiettivo era quello di ritrovare Ash. Adesso che ho raggiunto questo traguardo, ho deciso di seguirlo per la sua avventura. Per me, invece, non ho ancora deciso nulla!”

“Non avere fretta! Sei ancora giovane e, hai tutta la tua vita davanti a te!”

“L’ha ringrazio! È molto gentile da parte sua!”

“Non c’è di che! Voi due siete fratelli, giusto?”

“Esattamente!” – rispose Lem – “Siamo entrambi originari di Luminopoli!”

“Davvero!? E di cosa vi occupate?”

“Io mi occupo di invenzioni! Il mio obbiettivo è quello di rendere felici le persone che mi stanno attorno!”

“Ho capito! E per te, signorina?”

“Semplice: voglio trovare una ragazza per mio fratello. In questo modo, potrò essere io la padrona di casa, eheheh!”

“Clem, ti ho già detto cosa ne penso su questo argomento.”

“Stai calmo, Lem! Io non ho mai avuto fratelli o sorelle, per cui è normale avere qualcuno con cui poter parlare liberamente.”

“Penso che lei abbia ragione!” – disse il ragazzo con gli occhiali.

“Signor Elisio!? Qual è il suo sogno?” – chiese Ash.

“Il mio sogno, dici!? Il mio scopo è quello di avere un mondo dove la bellezza sia un aspetto molto importante per la società. Mi piacerebbe fare qualcosa, per rendere Kalos molto più bella rispetto a come si presenta, oggi!”

“Spero che raggiunga anche lei il suo obbiettivo.”

“Ti ringrazio, Ash!” – rispose l’uomo.

 

Dopo aver finito la chiacchierata, i nostri eroi salutarono Elisio e uscirono dal bar. Ma mentre stavano per andare verso la Piazza Centrale, vennero fermati da un uomo di circa 50 anni, vestito da elettricista. L’uomo era in compagnia del suo Pokémon Ampharos e, il suo sguardo, era diretto verso Lem e Clem, con Ash e Serena che vennero totalmente ignorati.

“Ma tu guarda: mi ritrovo a camminare per le vie del centro e chi ho il piacere di incontrare?”

“Papà!? Cosa ci fai qui!?” – chiese Lem.

“Ho appena finito la manutenzione della rete elettrica del museo. Ma ditemi: non eravate partiti in viaggio?”

“Certo che siamo partiti: soltanto che Luminopoli è il punto di congiunzione di tutte le strade di Kalos. È normale passare di qui, se vogliamo andare da qualche altre parte!”

“Lo so! Però ogni tanto mi piacerebbe che voi tornaste a casa, per trascorrere un po’ di tempo con il vostro vecchio.”

“Tranquillo, lo faremo il prima possibile!”

“Ci conto!” – rispose l’uomo – “Ma dimmi: chi sono questi due ragazzi insieme a te?”

“Piacere di conoscerla, signore! Io sono Ash Ketchum e vengo da Biancavilla!”

“Io sono Serena! Molto piacere!”

“Il piacere è tutto mio! Io mi chiamo Meyer, elettricista professionista, nonché padre di Lem e Clem! Ditemi, siete già stati alla Torre Prisma?”

“Non ancora!” – disse Ash – “Ci ero andato qualche giorno fa, ma l’ho trovata chiusa!”

“L’hai trovata chiusa!? Lem, ci sono ancora problemi con ‘tu sai cosa’?”

“N-N-No papà! Non c’è nessun problema!”

“Ormai ti conosco fin troppo bene figliolo. Quando arriverà il giorno in cui ti prenderai cura delle tue responsabilità?”

“Lo sta facendo, papà!” – rispose Clem – “Guarda, ha catturato questo Dedenne per me.”

“De-Dedenne!”

“Lo vedo, ma io mi riferivo al tuo compito alla Torre Prisma.”

“Ti riferisci a…”

“Dovresti saperlo anche tu, Clem: tuo fratello ha un dovere, in qualità di Capopalestra di Luminopoli. Non può pensare solo alle sue invenzioni!”

“Lem… è un Capopalestra?” – gridarono Ash e Serena all’unisono.

“Esattamente! Ora vogliate scusarmi, ma ritorno a casa!”

 

Dopo aver salutato tutto il gruppo, Meyer se ne tornò a casa con il suo Ampharos. Lem e Clem restarono per un attimo in silenzio, ma girando le loro teste con molta calma, videro i volti di Ash e Serena diventare un tantino… arrabbiati.

“Penso che qualcuno mi deve una spiegazione!” – disse Ash - “Perché non mi hai detto subito di essere il Capopalestra di Luminopoli?”

“Ecco… vedi… per me è… un po’ imbarazzante!” – rispose Lem.

“Imbarazzante!? E allora dimmi: come mai la Torre Prisma era chiusa quando sono arrivato?”

“Per manutenzione! Lo dovresti sapere anche tu, Ash!”

“Però io comincio a sospettare che ci sia qualcos’altro. Ho indovinato?”

“Hai ragione, Ash! In effetti, c’è una cosa che non ti abbiamo detto.”

“Clem, ma che fai! Questa è una faccenda che dobbiamo risolvere da soli!”

“Ma non hai pensato al fatto che Ash e Serena potrebbero aiutarci?”

“Aiutarvi, in che cosa!?” – chiese la ragazza.

“Avanti fratellone, diglielo! Altrimenti, lo farò io!”

 

A quell’affermazione, il ragazzo non poté sottrarsi e, dopo essersi preso un attimo di riflessione, iniziò il racconto.

“Quello che ha detto mio padre è vero: io, Lem, sono il Capopalestra di Luminopoli, specializzato nei Pokémon di Tipo Elettro!”

“E fin qua ci siamo!” – disse Ash – “Cosa è successo?”

“Dopo aver ottenuto il titolo, iniziarono ad arrivare sfidanti da ogni città di Kalos. All’inizio, ero felice di adempiere al mio ruolo, ma da quel momento iniziarono i miei problemi.”

“Che cosa intendi?”

“Gli sfidanti aumentarono sempre di più: questo portava via del tempo prezioso alle mie invenzioni e, la situazione, era diventata insostenibile. Così, un giorno, decisi di realizzare un robot in grado di prendere il mio posto come Capopalestra.”

“Fammi indovinare: in questo modo, avresti ottenuto lavorare di più alle tue invenzioni!”

“L’intento era quello, ma purtroppo feci un errore durante la programmazione di Lembot: per sbaglio, era diventato severo e, poco dopo, prese il mio posto come Capopalestra, facendo scappare me e mia sorella dalla torre!”

“In seguito, abbiamo cercato di rientrare all’interno.” – disse Clem – “Ma ora, Lembot fa entrare soltanto gli allenatori che hanno ottenuto almeno 4 medaglie!”

“Mi dispiace profondamente, Ash! Avrei voluto lottare contro di te, ma con Lembot alla guida della Palestra, non possiamo far niente.”

 

Una volta finito il discorso, tutto il gruppo restò in silenzio per qualche momento. Certo, il fatto che Lem non abbia raccontato ad Ash di essere il Capopalestra di Luminopoli, aveva lasciato il ragazzo giù di morale, ma adesso il problema era diventato Lembot, una delle sue creazioni. Come avrebbero fatto ad entrare nella Torre Prisma, anche se nessuno di loro aveva le medaglie richieste?

“Lem, posso chiederti una cosa?” – domandò Ash.

“Certo, Ash! Che cosa vuoi chiedermi?”

“Per entrare nella Torre Prisma, si deve andare verso la porta d’ingresso situata a Nord, giusto?”

“Esatto!”

“Non c’è un altro modo per entrare nella torre, senza passare per la porta principale?”

“Ash, non vorrai cercare di infiltrarti!” – chiese Serena.

“Purtroppo non abbiamo altra scelta: se vogliamo che la Torre Prisma diventi operativa, l’unico modo è quello di sconfiggere Lembot. Siccome l’ingresso principale è inaccessibile, l’unica alternativa è quella di cercare  un’entrata alternativa.”

“Ma in questo modo, non rischiamo la nostra pelle?”

“Ash ha ragione!” – disse Lem – “In effetti, ci sarebbe un altro modo per entrare nella Torre Prisma!”

“Fratellone, non intenderai…”

“Hai capito bene, Clem! L’entrata degli addetti al servizio manutenzione: è chiusa elettricamente, ma con le mie conoscenze posso hackerare il sistema, consentendoci di entrare.”

È davvero un ottimo piano!”

“Grazie, Ash! Sono state le tue parole a darmi il coraggio per tentare questa impresa. Ho capito che se voglio tornare in possesso della mia Palestra, non devo starmene qui a piangermi adosso.”

“Molto bene!” – esclamò Ash – “Agiremo questa notte, quando la piazza sarà vuota!”

 

Tutti quanti furono d’accordo con il piano di Ash, così non appena calò l’oscurità, il piano ebbe inizio. Avvicinandosi con molta discrezione, riuscirono a raggiungere l’ingresso per gli addetti al servizio manutenzione, il quale aveva una serratura Lock-Block 6-5000, che si poteva aprire solo con una card data agli addetti. Subito dopo, Lem iniziò l’hackeraggio e grazie all’aiuto del braccio Aipom del suo zaino, riuscì a penetrare il sistema di sicurezza in meno di 5 minuti. Una volta entrati, il gruppo iniziò a salire la rampa di scale e, raggiunsero un corridoio interno, il quale venne percorso fino ad una porta. Essa venne aperta da Ash e Lem, però la stanza era molto buia e non si riusciva a capire dove fossero. All’improvviso, le luci si accesero di colpo e una figura fece capolino sul fondo della stanza: era Lembot, il quale era dall’altra parte di quello che era il Campo Lotta.

“Intrusi! Intrusi!” – disse Lembot con la sua voce robotica.

“Oh-Oh! A quanto pare siamo stati scoperti!” – disse Serena.

“E adesso cosa facciamo?” – chiese Clem.

“Inserire il codice vocale per l’attivazione della modalità battaglia! Se non lo fate: contatterò immediatamente le forze dell’ordine!”

“Forza, Lem!” – esclamò Ash – “Soltanto tu, puoi ricordati quella parola!”

“Va bene, Ash!” – rispose il ragazzo con gli occhiali, il quale pensò alla frase per un istante – “Ci sono: Oggi trionfa la scienza, il futuro è qui!”

“Codice vocale, riconosciuto! Molto bene sfidante, sei pronto alla sfida?”

“Certamente! Vai, Bunnelby!”

“Bun-Bun!”

“Vai, Heliolisk!” – disse il robot.

“Heliolisk!”

“Quello è uno dei Pokémon di Lem, qui alla Palestra?”

“Certamente, Serena!” – rispose Clem – “Heliolisk è uno dei suoi Pokémon migliori, ma Bunnelby saprà come cavarsela!”

“Speriamo!”

“Molto bene, che la lotta abbia inizio!”

 

Il primo ad attaccare fu il Bunnelby di Lem, il quale utilizzò Doppiasberla per colpire Heliolisk, causando danni non molto significativi. In seguito, utilizzò Fossa per fare un attacco dal basso, ma Lembot ordinò al Pokémon Generatore di utilizzare Battiterra: in questo modo, Fossa risultò inutile.

“Aspetta un attimo!” – disse Lem – “Io non ho mai insegnato a Heliolisk quella mossa!”

“Se non è stato Lem, questo vuol dire che…”

“…è stato Lembot a farlo?” – dissero Ash e Clem, all’unisono.

“Questa non ci voleva!” – aggiunse Serena – “Come farà Lem a uscire da questa situazione?”

“OK, Bunnelby: usa Doppioteam, poi colpisci con Fangosberla!”

 

Il Pokémon Scavabuche eseguì gli ordini del suo allenatore, ma prima che potesse utilizzare Fangosberla, Lembot ordinò ad Heliolisk di utilizzare Caricaparabola. La mossa colpì tutte le copie di Bunnelby, compreso lo stesso Pokémon, il quale seppur a fatica riuscì a rialzarsi. Allora, Lem pensò ad una strategia alternativa: chiese a Bunnelby di usare Fossa, con Heliolisk che utilizzò Battiterra. Ma Lem, chiese al suo Pokémon di utilizzare Doppioteam sottoterra: in questo modo, la mossa del Pokémon Generatore fece uscire tutte le copie. Allora, Heliolisk riutilizzò Caricaparabola, ma nessuna delle copie era il vero Bunnelby, il quale con Fossa colpì in pieno il Pokémon, per poi terminare l’incontro con Fangosberla.

 

“Evvai!” – gridò Clem – “Il mio fratellone ce l’ha fatta!”

“Ottima strategia, Lem!” – disse Ash.

“Ti ringrazio, Ash! Ma non ce l’avrei fatta senza l’aiuto di Bunnelby!”

“Bun-Bun!”

“Quella voce… finalmente ti ho riconosciuto mio inventore!”

“Lembot! Allora sei tornato in te!”

“Mi dispiace per i guai che ti ho causato, spero tu possa perdonarmi.”

“Non devi scusarti!” – rispose Lem – “La causa di quanto è accaduto è solo mia! Adesso, penso sia arrivato il momento di farti qualche aggiornamento.”

“D’accordo!” – esclamò il robot.

“Ash, Serena, Clem: cosa ne dite di darmi una mano?”

“OK, puoi contare su di noi fratellone!”

 

E così, tutto il gruppo andò verso il laboratorio di Lem, da dove iniziarono ad apportare le modifiche a Lembot. Il ragazzo con gli occhiali riprogrammò il suo robot, tenendo in considerazione le esperienze avute fino a quel momento con Ash e, gli inserì le qualità necessarie per essere un Capopalestra. Terminati i lavori, i ragazzi andarono verso la casa di Lem dove parlarono di quanto accaduto con Meyer.

“Ottimo lavoro, figliolo! Sapevo che ce l’avresti fatta a riprenderti la Palestra!”

“Beh, se non forse stato per i miei amici che mi hanno incoraggiato, forse non ce l’avrei fatta!”

“Che dire, vi ringrazio profondamente per averlo aiutato.”

“Ehi, guarda che ci sono anch’io papà!”

“Lo so, Clem! Lo so!” – disse Meyer.

“Papà, vorrei chiederti una cosa!”

“Sì, Lem! Cosa c’è?”

“Mi stavo chiedendo… io e Clem possiamo continuare il mio viaggio con Ash?”

“Cosa!? Non vuoi tornare alla Palestra?”

“Ora che ho sistemato Lembot, voglio continuare il mio viaggio con Ash! Ci sono ancora tante cose che non so e, magari, potrei trovare qualcosa di utile per le mie invenzioni!”

“L’ha pensi anche tu così, Clem?”

“Certamente!” – esclamò la ragazzina – “Ash e Serena sono simpatici! Non voglio separarmi da loro!”

“Capisco! E tu Lembot, cosa hai da dire?”

“Ascolti le parole dei suoi figli, signor Meyer! Ora so esattamente cosa fare, come Capopalestra. Inoltre, potrei aiutarla con le varie faccende domestiche!”

“mmm… se è così, per me va bene! Potete continuare il vostro viaggio!”

“Ti ringrazio, papà!” – disse il ragazzo.

“Ash, Serena, mi potete controllare che i miei figli non si caccino nei guai?”

“D’accordo! – esclamarono i due ragazzi all’unisono.

 

Verso sera, il gruppo scese nel garage sotterraneo della casa, dove Lem mostrò a loro la sua macchina: un SUV Ford Mamoswine J-50, avuto in una svendita da un concessionario di Luminopoli. Essa era di colore verde smeraldo tendente al nero e Lem, l’aveva modificata in modo che trasportasse materiale per le emergenze. Inoltre, al suo interno vi era un piccolo Centro Medico, utile nel caso in cui non fossero abbastanza vicini ad un Centro Pokémon. Finita di esplorare la macchina, ad Ash iniziò a squillare il Pokédex: una volta aperto, vide che si trattava del Professor Platan, il quale era felice di rivedere il ragazzo.

“Ciao, Ash! È un piacere risentirti!”

“Buonasera, Professor Platan! Va tutto bene?”

“Sì, sto bene! Qui al laboratorio abbiamo sempre molto da fare e le mie ricerche mi tengono occupato.”

“Posso capirla! Mi dica, come mai mi ha contattato?”

“Ecco… avrei un piccolo problema da risolvere. Potresti venire al laboratorio domani?”

“Certamente! Di cosa si tratta?”

“Ultimamente, le scorte di cibo del laboratorio stanno diminuendo. Sospetto si tratti di uno dei Pokémon che stanno qua e, mi piacerebbe avere un aiuto per scoprire il colpevole.”

“Può contare su di noi!”

“Va bene! Adesso vi saluto, ci sentiamo domani!”

“Strano… un furto di cibo al laboratorio.” – disse Serena – “Chissà di cosa si tratta!”

“Beh, lo scopriremo domani! Per adesso mangiamo e andiamo a dormire!”

 

Il mattino seguente, il gruppo si mosse con le rispettive macchine e, in breve tempo, raggiunsero il laboratorio attesi da Platan.

“Buongiorno, ragazzi!” – disse il professore – “È un piacere vedervi!”

“Il piacere è nostro!” – rispose Ash.

“Bene! Se volete seguirmi, vi mostro il luogo dei furti!”

“Mi dica: da quanto tempo sta subendo questi furti?” – domandò Lem.

“Circa una settimana fa! Per fortuna, ho scorte in abbondanza: ma temo che con questo ritmo, possano finire rapidamente.”

“Ieri al telefono diceva di sospettare uno dei Pokémon del laboratorio. Saprebbe dirci chi?”

“Purtroppo no!”

“Non si preoccupi: cercheremo il malvivente e lo cattureremo!”

“Grazie, Ash! Io ci spero molto!”

 

Una volta raggiunta la stanza dei furti, iniziarono ad ispezionarla senza trovare nessun indizio. Tuttavia, a Lem gli venne l’idea di piazzare del cibo al centro: in questo modo, il ladro ne avrebbe approfittato, attratto dalla fragranza. Dopo qualche minuto, in cui si misero appostati fuori dalla stanza, videro un Pokémon di colore verde entrarci approfittando della porta lasciata aperta da Lem. Platan spiegò che il Pokémon in questione era un Chespin, il quale aveva l’abitudine di mangiare molto. Rientrati nella stanza, il Pokémon si spaventò e questo gli causò un boccone di traverso. Lem corse subito ad aiutare il Pokémon Castanriccio, riuscendo a salvarlo dal quasi soffocamento.

“Fiu… per fortuna sei salvo! Va meglio, ora?” – chiese Lem.

“Che-Chespin!”

“Chissà cosa fosse successo, se non fossimo stati qui vicino!” – disse Ash.

“Ma ora, cosa facciamo di Chespin?” – chiese Serena.

“Mmm… Lem, cosa ne dici se ti prendessi cura di questo piccolo?”

“Cosa dice sul serio!?”

“Certamente! Inoltre, dall’espressione sul suo volto, sembra che tu piaccia molto!”

“Dimmi Chespin: le cose sono come dice il professore?”

“Che-Chespin!”

“Per favore, fratellone! Prendiamo Chespin, con noi?”

“Beh… se proprio insistete…”

“Evvai, sei il migliore!”

 

E così, tirata fuori la Poké Ball, Lem catturo Chespin senza fare alcuna fatica. Tutti erano felici, soprattutto il ragazzo con gli occhiali, il quale in due giorni aveva recuperato Lembot, ma aveva ottenuto un nuovo amico.

   
 
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