Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AlekHiwatari14    15/12/2018    0 recensioni
[Jelsa]
Crossover: Frozen/Le 5 leggende.
Elsa si ritrova di fronte a qualcosa di inspiegabile dove il paradosso e lo stupore ha la sua parte. Ha la febbre e i suoi poteri sono fuori controllo ritrovandosi catapultata nel mondo di Dreamworks dove si ritrova ad affrontare un'avventura straordinaria per ritornare a casa. Ed è proprio lì, in quel mondo sconosciuto, che incontrerà Jack Frost. L'iniziale amicizia con il ragazzo e le varie situazioni in cui si ritroveranno li spingeranno a scoprire un nuovo sentimento chiamato "Amore".
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5


Elsa era stata plagiata da Pitch ed io non sapevo come comportarmi.
Mi sentivo impotente, soprattutto perché mi lasciai prendere dallo sguardo di quella fanciulla, permettendomi di renderla ancora più vulnerabile.
Mi ritrovai a cadere nel vuoto e perdere i sensi, mentre quella ragazza rimaneva sola quel tipo.
Gli urlava: “Non ti avvicinare!”
Questa fu l’ultima cosa che sentii.
“Elsa…” Mormorai sentendo quelle urla e cadendo nel vuoto totale. La luce abbagliante della luna, che stava sorgendo, mi avvolse poco prima di perdere conoscenza.

Al mio risveglio, mi ritrovai in un luogo sconosciuto. Non comprendevo dov’ero finito, ma mi rendevo conto di non essere più nel mio mondo. Ero in un corridoio vasto e lussuoso.

Accanto a me, vi era una finestra e mi alzai affacciandomi ad essa, confermando tutto ciò che avevo già pensato.
Dreamworks non è mai stato così brillante e pieno di armonia.
Vedevo la gente sottostante camminare e cantare felici. Era un posto tranquillo e sereno. Sembravano tutti spassarsela, quando qualcosa mi saltò all’orecchio.

Era una voce femminile che diceva:“Ormai sono giorno che Elsa è sparita.”
Mi voltai, avanzando lentamente verso quella voce.
Era una ragazza di qualche anno più giovane di Elsa e stava insieme ad un tipo a chiacchierare delle proprie preoccupazioni.
“Anna, vedrai che tornerà presto.” La rassicurava quel ragazzo e lì intuii tutto.

Era Anna, la sorella di Elsa, colei che Elsa non voleva abbandonare e che aveva mille preoccupazioni su di lei.
“Mi chiedo dove sarà finita.” Mormorò ed io tentai di farmi notare.
Volevo che non fosse in pensiero per lei e così le dissi semplicemente: “Oh… sta tranquilla. Elsa sta bene.”

Mi avvicinai a loro, ma mi accorsi di qualcosa che non potevo gestire.
Ero invisibile. Non mi aveva sentito e anche se cercavo di rassicurarla, era tutto vano.
Mi sentivo escluso e preso dalle mie paure, ma la confusione si fece sentire sempre di più quando quella ragazza rivelò qualcosa che mi lasciò senza fiato.
“Spero che non sia stata rapita. Se non torna chi baderà al regno?”

“Regno? Lei ha un regno? Che diamine significa?” Mormorai sentendo quelle preoccupazioni di Anna.
Incominciai a indietreggiare finendo con la schiena contro ad un tavolino vicino al muro. Il dolore che sentii nei fianchi, mi fece voltare e lì vidi qualcosa di incredibile.

Era un ritratto di Elsa con una corona, probabilmente era nel giorno della sua incoronazione, chissà.
L’unica cosa che so è che in quel momento mi sentii completamente fuori posto.
La donna che amavo, l’unica che è riuscita ad entrare così velocemente e prepotentemente nel mio cuore, era una regina ed io non lo sapevo.

Iniziai a sentirmi misero e terribilmente piccolo. Avevo baciato una regina e neanche me ne rendevo conto.
Pensai che probabilmente ero stato uno sciocco a pensare che potesse funzionare, che la luna mi aveva donato lei. Insomma, ero un guardiano e di certo una regina non potrebbe mai stare con uno come me.
Quei pensieri fecero scatenare il mio dolore interno. Per me era tutto impossibile, anche se l’amavo sentivo che probabilmente avrebbe avuto qualcun altro con cui stare, qualcuno come lei, un reale, un aristocratico, un nobile.

Incominciai a sentirmi terribilmente solo e preso in giro da quella situazione. Le lacrime cominciarono ad uscire spontanee pensando che quell’amore che provavo era del tutto impossibile, sia per i mondi in cui venivamo, sia per lo stato sociale in cui eravamo.

Inconsapevolmente, quei sentimenti di dolore e di paure, mi fecero perdere il controllo delle mie azioni e dei miei poteri.
“Maledizione!” Urlai battendo il bastone a terra e piangendo dalla delusione che Elsa non sarebbe mai stata mia.
Quel battere il bastone e le mie emozioni fuori controllo, attirarono l’attenzione di Anna.
Avevo gelato il pavimento e parte delle finestre a causa dei miei sentimenti.

“Sorella, sei tu?” La sentii chiamare.
Alzai il volto e la vidi avvicinarsi a me. Non mi vedeva, ma percepiva che c’era qualcosa. Credeva fossi la sorella.
“Elsa, dove sei?”

In quel momento, misi da parte il mio dolore. Incominciai a scrivere su quel vetro, della finestra gelata, il mio nome: “Sono Jack Frost.”
“Jack Frost?”
Lesse la ragazza.
Il suo sguardo cambiò e dal fissare la finestra, iniziò a fissare nella direzione in cui ero. Lei mi stava vedendo.
“Tu sei Jack Frost?” Mi chiese ed io rimasi inizialmente perplesso: “Riesci a vedermi?”
“Chi sei e che ci fai qui?”


Quelle domande mi sorpresero, ma ciononostante non mi persi d’animo.
“Tranquilla, non dovresti preoccuparti per Elsa. Lei sta bene.” Le dissi tralasciando tutto il problema di Pitch.
Non volevo che si preoccupasse ulteriormente.
“Tu conosci Elsa?”
“Si, l’ho incontrata qualche giorno fa nel mio mondo. Credo che i suoi poteri fossero fuori controllo, ma la febbre è scesa.”
“Oh… grazie al cielo. Lei adesso dov’è?”

“Adesso è nel mio mondo. Non so come ci sono capitato qui, ma appena scopro il modo per tornare, la porterò a casa.” La rassicurai. Sembrava molto più sollevata e tranquilla, quando un pupazzo di neve si avvicinò a loro.
Si stava sciogliendo e non comprendevo perché girasse in quel castello.

“Anna…” Mormorò ed ella si avvicinò:“Olaf! Oh…no!”
Non sapevo cosa stesse accadendo, finché quel ragazzo che stava accanto a quella ragazza non mi informò: “Senza Elsa, non riuscirà a resistere.”
“È una creazione di Elsa?”
Domandai e inaspettatamente annuirono lasciandomi sorpreso. Incominciarono a spiegarmi la situazione e molti lati che non conoscevo di quella fanciulla uscirono fuori.

Olaf era la sua prima creazione, lei e sua sorella avevano giocato con la neve fin da piccole e solo qualche anno fa Elsa l’aveva reso vivo. Non potevo starmene con le mani in mano. Dovevo fare qualcosa.
“Ciò che può fare Elsa, io la posso fare meglio.” Mi vantai cercando di aiutarlo.
Peccato che aveva un bel caratterino per essere un pupazzo di neve:“Oh… che screanzato! Ma chi ti credi di essere?”
“Come siamo scontrosi e freddi. Non ti fidi di me?”
“Si da il caso che non mi fido di uno che spunta fuori dal nulla. Solo Elsa può…”

Prima che potesse finire di parlare, utilizzai il mio potere per rendere la nuvola di neve che Elsa gli aveva fatto, ancora più forte e ricca. In quel momento si bloccò mormorando: “Uh… neve…”

Quell’espressione mi fece ridere. In quell’istante, qualcosa mi saltò in mente.
I miei poteri mi avevano condotto lì, così come anche la luna stessa. Compresi come arrivare nel mio mondo.
Andai nella stanza dove quella ragazza arrivò nel mio mondo, creando cristalli di ghiaccio intorno a me.
Era come pensavo. Il riflesso della luna creò come un varco dimensionale. La luce si espanse intorno a me e mi ritrovai nel mio mondo scomparendo sotto gli occhi della sorella di Elsa.

Quel varco, stranamente, mi portò sul lago ghiacciato, ma c’era qualcosa che non comprendevo.
Caddi nella neve. Alzai il volto e vidi il cielo oscurato insieme ad una strana sensazione di paura.
Un freddo polare, il gelo esteso su tutta la zona. Mi avviai verso la città, ma lì vidi qualcosa di spaventoso. Le persone scappavano via terrorizzate da qualcosa.
Cos’era accaduto in mia assenza? Che stava combinando la mia Elsa?

Con questi pensieri, incominciai a correre verso il covo di Pitch. Non potevo permettere che quella ragazza fosse nelle sue grinfie, non lei.
Anche se eravamo distanti e di mondi diversi, non riuscivo a ignorare i miei sentimenti. Amavo Elsa e dovevo salvarla, costi quel che costi.

 

 
   
 
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