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Autore: 33NaLu33    16/12/2018    5 recensioni
A Natsu è successo qualcosa.
Nessuno sa spiegare il come, ma il ragazzo sempre allegro e spensierato è diventato aggressivo e pieno di rabbia immotivata. Appena vede Lucy va fuori di testa. Lei è sua e nessuno si deve permettere di toccarla. Come reagirà lei?
Alle porte del matrimonio tra Gray e Juvia un inconveniente come questo non doveva succedere, ma che cosa è successo a Natsu? cosa o chi lo ha fatto cambiare a questo modo?
Riusciranno i suoi amici a farlo tornare o tra malintesi e bugie si bruceranno nel tentativo?
-*-
-Che facciamo?- chiede Gajeel che sembra essersi calmato.
-Possiamo dargli un colpo in testa- propone Gray annuendo tra se e se; sempre felice di picchiare l'amico il ragazzo.
-E dopo cosa?- si intromette la rossa -lo stendiamo a suon di pugni ogni volta che rinviene?-
-Perché no?- domandano all'unisono. -A me sembra un idea geniale!-
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray/Juvia, Happy, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: PWP
Capitoli:
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Attenzione: contiene scene erotiche 



III
 
 




La luce che entra dalla finestra mi sveglia, ma ancor prima che possa anche solo pensare di aprire gli occhi, un conato di vomito mi sale su per la gola.
Districandomi dalle coperte rosa e dall’abbraccio possessivo di Natsu mi alzo di scatto dal letto e senza tante cerimonie corro verso il bagno. Nel momento esatto in cui, piegata sul water inizio a buttare fuori tutto, Natsu appare dietro di me, e scostandomi i lunghi capelli biondi me li tiene indietro sulle spalle.
“Devo averlo svegliato” penso.
 
 
Sinceramente non so per quanto tempo rimango qui a vomitare il niente che ho mangiato la notte prima, ma appena il mio corpo smette di tremare il mago mi prende tra le braccia e mi fa sedere sul bordo della vasca piena d’acqua calda. “Deve averla appena riempita.”
Girandosi prende da uno degli attaccapanni un asciugamano, ne immerge un lato e dopo aver strizzato via l’acqua in eccesso me lo avvicina alla faccia iniziando, con una delicatezza disarmante, a pulirmi le labbra.
 
 
Con le mani in grembo fisso i miei occhi nei suoi e anche se non brillano dell’inquietante luce verde devo fare fatica per ricordare, a me stessa, che quello davanti a me non è veramente Natsu.
 
-Come stai? – chiede tirandomi fuori del groviglio che sono i miei pensieri.
-Bene- dico debolmente e dallo sguardo che mi lancia so che non crede nemmeno un po’ alle mie parole. –Davvero- provo a sviare -sto meglio-
-Meglio, non è bene- mi fa notare alzandosi e trascinandomi con se.
-Non ti preoccupare, molto probabilmente non è niente- e mentre la mia coscienza mi urla “codarda” mi appoggio contro di lui. 
-Lucy- afferma prendendomi il mento tra le dita facendo in modo che io lo guardi –io mi preoccupo e mi preoccuperò sempre per te-
Una fitta mi colpisce dritto al cuore. “Lui non è Natsu”
E faro bene a tenerlo a mente prima di illudermi completamente. Ieri sera ho avuto un attimo di debolezza, volevo veramente che mi amasse con la stessa forza e intensità con cui io lo amo, ma non succederà più.
 
Prima che possa ribattere lui prende l’orlo del mio top e con uno strattone me lo strappa letteralmente di dosso. Un urlo di sorpresa mi esce dalla bocca mentre, con le braccia, provo a coprirmi il seno scoperto.
Mi ha visto nuda un sacco di volte, ma non riesco proprio a stare davanti a lui così, senza vergognarmi.
-Che stai facendo? – gli grido contro mentre indietreggio. E se fino a trenta secondi prima ero mezza intontita a causa del sonno e del brusco risveglio, ora sono attenta e vigile.
-Non mi piaceva- sentenzia togliendomi anche le chiavi magiche dal fianco per poi appoggiarle sul lavandino. E accidenti a me la notte prima ero talmente tanto sconvolta che sono andata a letto senza cambiarmi.
-Scusami? –
-Hai sentito benissimo-
-E perché? Non ti sei mai lamentato dei miei vestiti-
-Beh ora mi lamento- dice tirandomi giù la gonna e all’intimo, che insieme cadono inesorabilmente a terra circondando i miei piedi scalzi, e meno male che ieri almeno gli stivali ho avuto la decenza di calciarli via una volta varcata la soglia di casa.
 
Provo a spingerlo via ma è tutto un vano tentativo. “Si può sapere cosa cavolo gli pende?”
-Non mi piace che gli altri ti guardino- continua attirando la mia attenzione.
-Che vuol dire? – chiedo allibita
-Vuol dire che solo io ho il diritto di farlo –
-Il diritto? – le sopracciglia mi arrivano all’attaccatura dei capelli e se già la conversazione è strana, raggiunge il picco massimo quando inizia a spogliarsi a sua volta.
-Si, tu sei mia- l’aria perentoria che usa non mi piace per niente. 
-Non sono un oggetto- ribatto stizzita.
-Non l’ho mai pensato infatti- dice togliendosi i pantaloni distraendomi -ma sei mia- conclude togliendosi anche i boxer, e ora, in piedi davanti a me, nudo, è già tanto se mi ricordo come mi chiamo.
 
Ancora imbambolata e con la bocca aperta intenta a fissarlo, non mi rendo conto che si è avvicinato. Senza il minimo sforzo mi prende in braccio e di scatto gli circondo il collo con le mani lasciando che mi porti verso la vasca.
Nel momento in cui i miei piedi toccano il pelo d’acqua mi rilasso. Lo guardo negli occhi mentre mi posa delicatamente giù, seduta. In un attimo è dietro di me. Si appoggia con la schiena contro la vasca e circondandomi con le braccia mi trascina contro il suo petto.
Non so per quanto rimaniamo così, e anche se non dovrei non ho assolutamente voglia di muovermi.
 
Scostandomi i capelli sulla spalla inizia a baciarmi il collo e dopo aver preso il bagnoschiuma me lo passa su tutto il corpo. Parte dalle spalle scendendo lentamente verso le braccia e infine le dita. Tornando su mi fa il solletico accarezzandomi l’interno degli avambracci.
Prendendo altra schiuma passa al seno, e descrivendo piccoli cerchi immaginari mi fa sciogliere completamente sotto le sue mani.
Voltando la testa di lato, che ho appoggiato alla sua spalla, inizio a baciarlo sul collo a mia volta, e in un attimo mi ritrovo le sue labbra sulle mie.
 
“Fermati” urla la mia testa, ma non ci riesco. Lo voglio, e anche se non lo posso avere come desidero, prenderò tutto quello che mi vuole concedere e che mi ha concesso in questi ultimi mesi prima che sia troppo tardi.
 
Scostandomi dall’abbraccio mi volto verso di lui e con un singolo movimento gli salgo sopra a cavalcioni. Nel momento esatto in cui i nostri sguardi si incontrano, il bagliore verde si fa strada negli occhi di Natsu illuminandoli, come la notte prima, di una luce quasi inquietante. E mi rendo contro che dovrei esserne spaventata, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è che il suo corpo, premuto contro il mio mi eccita da morire, e le scariche di puro piacere che mi invadono dalla testa ai piedi ne sono la prova assoluta.
 
Senza aspettare una mia mossa, Natsu si impossessa delle mie labbra, e senza più lasciarmi andare sono in balia del mago, completamente alla sua mercé.
 
Con una mano mi stringe la schiena trascinandomi in avanti per approfondire il bacio, mentre con l’altra mi stuzzica il seno. Le nostre lingue si scontrano con crescente foga e inutilmente provo a muovermi nella speranza di avvicinare i miei fianchi ai suoi, ma la sua presa è troppo salda e mi tiene immobile.
Un brivido caldo mi percorre tutta la schiena facendomi indurire i capezzoli, e sentendo il mio gemito, inizia a spostare la mano scendendo più giù sotto il pelo dell’acqua.
Toccandomi il ventre prosegue fino al mio centro.
 
Afferrandomi il retro del collo smette di baciarmi e guardandomi in faccia per saggiare ogni mia espressione mi fa scivolare un dito dentro. Uno spasmo di piacere mi fa gemere, e muovendosi avanti e indietro mi fa impazzire di desiderio.
Tirandomi i capelli espone al suo guardo il mio seno, che subito inizia a percorrere con la bocca leccando e baciando. Arrivando al capezzolo ormai indurito fa entrare un altro dito dentro di me.
 
Chiudo gli occhi mentre il piacere cresce dentro di me a livelli altissimi. Sono vicina all’orgasmo e l’unica cosa che posso fare oltre a gemere, è graffiargli convulsamente le spalle.
Grazie all’aiuto dell’acqua Natsu spinge un terzo dito dentro di me iniziando a muoversi ancora più velocemente. Nel momento esatto in cui mi morde il seno vengo tra le sue braccia.
 
Cerco di calmare i miei respiri affannosi ma è tutto inutile. Capisco di essere perduta quando sollevandoci entrambi e facendo strabordare l’acqua dalla vasca mi porta in camera da letto.
 
 
 
Ore dopo sono distesa a letto sopra di lui che gioca con i miei capelli ormai asciutti. Abbiamo devastato tutta la stanza, le coperte sono sul pavimento, i cuscini strappati perdono piume, tutti i fogli e gli oggetti sulla mia scrivania fanno compagnia alle lenzuola.
Con Natsu è sempre stato bello, ma oggi ha superato ogni mia più fervida immaginazione, ed essendo una scrittrice di immaginazione ne ho parecchia.
“Ha mantenuto la sua promessa” quella che in giorno prima, sopra di me mi aveva svelato.
Sono completamente rilassata e anche se non voglio muovermi lo devo fare, lo dobbiamo fare entrambi.
-Natsu? – lo richiamo stiracchiandomi e alzando la testa dal suo petto per poterlo guardare.
-Si? – domanda aprendo gli occhi.
-Dobbiamo andare alla gilda – di scatto si mette seduto trascinandomi per l’ennesima volta con lui e mi scruta come se invece di andare dagli altri gli avessi appena proposto di tirargli un pugno in faccia.
-Cosa? Perché? – prima che possa rispondere prosegue –vuoi vedere lui? –
-Ovvio che voglio vederlo. Tu no? –
-Cazzo no- dice alzandosi in piedi e andando verso il bagno. Sorpresa mi alzo a mia volta e lo seguo. Entrando dietro di lui noto che sta prendendo i vestiti da terra per rimetterli, anche se sono bagnati a causa dell’acqua che non si è ancora asciugata sul pavimento.
-Ma è il tuo…-
-Il mio? – chiede interrompendomi allibito, e dopo essersi allacciato i pantaloni si ferma a fissarmi –te lo porti a letto? –
-Cosa? – sono decisamente ancora più confusa di prima.  
-Te lo scopi si o no? – non ho nemmeno il tempo di offendermi perché guardandolo realizzo tetramente che le sue braccia stanno cambiando. Scaglie rosse iniziano a ricoprire gli avambracci, e se da una parte sono assolutamente sicura che non mi farà del male dall’altra non ho la più pallida idea di cosa stia parlando.
-Andare a letto con Happy? Ma senti quello che dici? -
-Happy? Cosa centra…- inspira sorpreso -Happy? –
-Si, è a lui che mi stavo riferendo ovviamente-
-Bene- annuisce calmandosi e passandomi accanto torna in camera. Le scaglie sono completamente sparite. Cambia così velocemente stato d’animo che non gli riesco a stare dietro. È tutto un continuo: “che cosa cazzo sta succedendo?”. Raccogliendo da terra il suo gilet se lo mette senza dire niente. “ora ha perso la lingua? Grandioso”
 
Esasperata mi volto e inizio a vestirmi anche io.
-Che stai facendo? –
-Mi vesto anche io? – chiedo di rimando mettendomi una gonna presa dal guardaroba. Che fortunatamente è ancora al suo posto.
-Tu non vieni-
Mi volto di scatto verso di lui –che significa “tu non vieni?” –
-Che te ne stai qui- ovviamente, ma questa non è una cavolo di spiegazione.
-Scusami? –
-Non c’è bisogno che ti scusi- e dio mi dia la forza perché veramente sto per prenderlo a schiaffi.
-Io vengo –
-Perché? –
-Perché no? –
-Tu sei mia-
-Questo l’hai già detto- affermo – un miliardo di volte – “ma solo da quando hai mangiato quella schifosa pozione”. Lo so, ma non riesco a dirlo ad alta voce.
 
Prendendomi per i fianchi mi sposta di lato rovistando tra i miei vestiti e iniziando a fare un casino indicibile. “È cambiato di nuovo”
-Possibile che non ci siano dei maledetti pantaloni in mezzo a tutta questa roba? –
-A quanto pare no- dico stizzita incrociando le braccia al petto. Dio, nemmeno una prima donna cambia così velocemente stato d’animo e giuro che appena vado a casa di Juvia do fuoco a tutte le cose con un’etichetta strana.
Tirando fuori un maglione rosa a maniche lunghe me lo passa, e guardandomi negli occhi con aria di sfida mi esorta a indossarlo. “Maledizione” penso. Voglio indietro il vecchio Natsu.
 
Una volta vestiti mi prende per mano e usciamo di casa insieme. È la prima volta che lo fa, ma la sua mano grande stretta intorno alla mia, mi piace.
Durante tutto il tragitto verso la gilda non fa altro che guardare male tutti gli uomini che passano accanto a noi, anche se la maggior parte di loro non presta assolutamente caso a noi.
 
Varcata la soglia del grande edificio ci troviamo davanti tutti i nostri amici, che seduti intorno ai tavoli discutono del matrimonio che si terrà tra due giorni come se niente fosse. E in effetti non sembra successo niente. Tutte le finestre sono al loro posto come se ieri non fossero finite in mille pezzi, il bancone è senza un graffio, i bicchieri integri. Tutto apposto.
Tutto tranne la mano che mi tiene, quella non dovrebbe esserci, e non perché sono io che non la voglio.
 
Appena ci vedono smettono subito di parlare aspettando la prossima mossa da parte di Natsu, che rivolgendo un’occhiataccia a Freed ignora gli altri.
Mi trascina dietro di sé come se mi dovesse proteggere da loro, o meglio, dai loro sguardi, e cautamente, misurando tutti i presenti, avanza verso i nostri amici.
 
Sono ancora in silenzio ad aspettare, ed è un record, visto e considerando che di solito ogni scusa è buona per fare casino.
-Come sta Happy? – e finalmente Natsu parla.
-Non lo sappiamo- dice Erza, che molto tranquillamente ricomincia a mangiare la sua torta alle fragole. “Strano” penso mentre li guardo tutti con sospetto. Stanno tramando qualcosa, ne sono sicura.
-Che significa? – chiedo a mia volta.  
-Che adesso è da Porlyusica- risponde Gildarts -e se qualcuno è in grado di capire cosa si è mangiato Happy, quella è lei-
Annuisco concordando alle sue parole e prima che possa fare altre domande Natsu mi trascina lontano da loro. Di scatto tutti si fermano di nuovo, e l’aria tesa si può tagliare col coltello.
 
-Andiamo- dice –abbiamo chiesto di Happy, ora possiamo tornare a casa-
-Perché? – chiedo. Non capisco. Possibile che sia diventato così superficiale nei confronti del suo migliore amico?
-Perché…- dice passando lo sguardo da Freed a Gildarts, da Macao a Wakaba a Luxus a Makarov –mi sto incazzando ed andrà a finire esattamente come l’altra volta, lo so, lo sento, e fidati quando dico che non ho nessuna voglia di finire legato di nuovo. Preferirei fare cose più…- continua voltandosi verso di me –interessanti-
-Allora è vero- esulta Mira attirando l’attenzione di tutti. Solo lei può trovare il lato positivo in tutta questa tragedia.
-È vero cosa? – chiedo mentre Natsu continua a trascinarmi via.
-Quello che ha detto Gray su voi due-
Il mago si ferma bruscamente voltandosi verso l’albina che stranamente oggi non è dietro il bacone ma seduta con tutti gli altri chiede –Che ha detto Gray? -
-Che vi ha visti insieme, l’altra notte, in atteggiamenti poco “casti” - cinguetta, e prima che possa ribattere imbarazzate continua –quindi state insieme? -
-Si- risponde Natsu nello stesso momento in cui io rispondo –No-
Mentre lui si volta verso di me allibito, tutti gli altri ci guardano sorpresi.
-Si o no? Juvia è alquanto confusa – dice la ragazza seduta accanto al suo futuro marito.
 
Natsu si volta verso di me e mi passa delicatamente le mani sulle braccia, nello stesso momento, con la coda dell’occhio scorgo Bisca che il più silenziosamente possibile fa la sua apparizione dietro al gruppo, e accostandosi a Gildarts gli sussurra qualcosa all’orecchio. “Strano”
 
-Si che stiamo insieme- afferma il mago rispondendo alla domanda della maga dell’acqua.
-No invece- mi intrometto imbarazzata.
-A costo di richiederlo- si unisce questa volta Gray –state insieme, si o no? –
-No- prendo la parola prima che lo faccia Natsu provando a liberarmi della sua presa. Sto iniziando a innervosirmi.
-Si- ribatte perentorio lasciandomi e voltandosi verso gli altri –lei è mia-
-Sentite- riprovo cercando di far finire il prima possibile la conversazione –è complicato, okay? -
-Complicato? Quanto complicato? –
-Tanto da essere una relazione senza impegni- sbotto esasperata.
 
-Ora capisco perché non glielo vuoi dire- afferma di getto Freed. Tutti i presenti si voltano verso di lui. “Oh. Cazzo.”
-Dirmi che cosa? - chiede Natsu dopo aver lanciato un’occhiataccia all’altro mago.
-No niente, penso che stia scherzando-
-A me non sembra proprio- interviene Erza e a quanto pare tutti gli altri sono d’accordo con lei. “Brutti pettegoli.” La situazione mi sta sfuggendo di mano, e io non sono ancora pronta per la verità. Ma sinceramente, non penso lo sarò mai.
-Avete capito male- cerca di sviare Freed
-Lucy? – lo ignora completamente Natsu –che cosa mi stai nascondendo? –
-Niente- dico evasiva –non so proprio di cosa lui stia parlando-
-Lucy- ripete deciso, non si fermerà e la cosa mi fa andare nel panico. Non glielo voglio dire qui, non così, non davanti a tutti.
-Non è niente- indietreggio lontano da lui.
-Lucy! - la voce più dura.
Silenzio. Nervosamente provo a cercare una via di fuga.
-Lucy- urla.
-Io sono incinta okay? – urlo a mia volta – sono incinta e la cosa mi sta facendo impazzire, e non provare mai più a gridarmi contro-
 
Nel momento esatto in cui mi rendo conto di cosa ho detto mi porto una mano davanti alla bocca. L’ho detto sul serio? A giudicare dalle espressioni dei presenti l’ho fatto. Cazzo, ho appena urlato in faccia a Natsu che diventerà padre. Cazzo, cazzo.
 
-Sei incinta? – ha la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
-Si- dico –ma non è niente di che-
-Non è niente di che? – chiede Erza –scherzi? – e dio solo sa quanto vorrei non scherzare.
-Incinta- ripete Natsu in trans.
-Lo so che non lo vuoi, non c’è bisogno che dici niente- dico continuando a camminare all’indietro verso la porta.
-Ovvio che lo voglio- dice riempiendo la distanza tra di noi.
Mi fermo. “Ti prego, non lo dire, non lo rendere più complicato di quanto già è”
-Dici così Natsu, ma sappiamo tutti che non sei tu a parlare- la mia voce si incrina.
-Io voglio te, voglio il nostro bambino, vedi? sono io che sto parlando-
Il mio cuore si spezza. Io ci ho messo settimane per realizzare che avrò un figlio. Settimane. E a lui sono bastati pochi secondi.
 
-Non sei tu a parlare- dico tristemente –è quella maledetta pozione-
-No, sono io, io- afferma indicandosi
-No- urlo –prima di bere quell’intruglio non mi avevi mai detto di amarmi, figurati avere un figlio con me-
Boccheggia come se lo avessi colpito –tu sei mia- dice come se queste tre stupide parole possano risolvere tutto. Non è così.
-Smettila- grido –smettila di ripeterlo maledizione- ho le lacrime agli occhi e sinceramente non so quanto ancora posso reggere il suo sguardo e quello di tutti i presenti che in silenzio se ne stanno in disparte.
 
Provo ancora ad indietreggiare, e se prima l’uscita mi sembrava così vicina ora sembra a chilometri di distanza. Natsu è impietrito, non so se per le mie parole o per il fatto che sono incinta, più probabilmente per entrambe le cose.
 
 
Prima che possa mettermi a correre, Gildarts appare dal nulla e afferrandomi per il braccio mi trascina via dall’entrata e lontana dal mago di fuoco, ma non abbastanza in fretta perché Natsu ci segue. “Quando si è avvicinato?”.
Nel momento esatto in cui gli occhi di Natsu si posano su di lui ogni emozione sparisce dal suo volto, lasciando per la seconda volta nel giro di due giorni il posto a una furia cieca.
-Gildarts- lo ammonisce con voce getturale –lasciala andare- e la voce sempre allegra del ragazzo è completamente sparita, sostituita da una talmente inquietante da farmi venire la pelle d’oca. Lentamente sta cambiando, le braccia, la faccia. Scaglie rosse iniziano e ricoprirgli la pelle.
-E così non le hai mai detto che la ami? – Dovrei sentirmi imbarazzata, ma non riesco a respirare a causa della tensione, figurarsi essere a disagio. –È proprio da insicuri, pensavo di averti consigliato meglio di così- dice provocandolo.  
E mentre Natsu fa un passo avanti, io vengo trascinata indietro. Provo a guardare gli altri alle spalle del dragon slayer ma loro sono troppo concentrati su Bisca che, tenendo il fucile in mano, lo sta puntando verso di noi.
Che cosa vuole fare?” penso mentre il terrore mi assale.
 -Cosa vuoi fare? Eh Natsu? – prosegue Gildarts esponendo la mia stessa domanda all’altro mago – mi attaccherai? –
-Inizierò spezzandoti la mano- dice – e prima di sera non avrai un osso integro, te lo posso giurare-
-E lo farai con Lucy e tuo figlio in mezzo? – beh se lo vuole far incazzare ancora di più ci sta riuscendo egregiamente.
-Non parlarmi di mio figlio- urla facendo tremare tutto l’edificio.
-Non sei pronto- dice provando a spostarsi di lato, ma Natsu si muove con noi.
-E parli tu? Tu che non hai saputo riconoscere tua figlia. La tua stessa figlia- ringhia -Cos’è? ti eri dimenticato di esserti scopato sua madre? Oppure ne hai scopate così tante da non ricordarti nemmeno più che faccia avesse? Almeno il suo nome te lo ricordi? –
-Perché? Tu sei migliore? L’ho proprio visto quant’era felice Lucy mentre ti diceva del bambino- ride ironico afferrandomi per la vita.
-Come ti permetti? – urla scattando verso di noi. E come se Gildarts non aspettasse altro, lo schiva, trascinandomi con lui lontano dall’assalto.  
 
Il suono di uno sparo riempie l’aria. Voltandomi guardo nella sua direzione e un attimo dopo Natsu cade a terra.  Immobile.
 
È tutto finito.
 
 
 
 

Nel prossimo capitolo:
-Lucy- urla Gildarts –aspetta-
-No- grido a mia volta mentre i singhiozzi mi scuotono violentemente. Varcando la soglia della gilda provo a correre lontano da lui, lontano da tutti, e non mi importano niente se i passanti mi guardano. Niente ha più importanza.
-Aspetta- dice, e questa volta mi afferra e mi fa voltare.
   
 
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