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Autore: MaryFangirl    18/12/2018    3 recensioni
Un regalo...è un qualcosa che si offre a qualcuno per sorprenderlo e fargli piacere, senza attendere nulla in cambio.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Mentre Ryo brontolava per la mancanza di attenzione degli altri conducenti e a causa della neve che continuava a cadere, Kaori sentiva il suo cuore battere selvaggiamente. Era ansiosa e ciò non sfuggì al suo partner:
"Non ti stressare, arriveremo a questo hotel ed Eriko avrà il suo quaderno in tempo...ma dovresti imparare a dirle di no ogni tanto, perché non ci si può muovere con un tempo del genere solo per dei disegni"
"Non sai quanto sia importante...ma grazie ancora...tutto questo sarebbe stato impossibile senza di te..." sussurrò lei quando vide l'hotel. Ryo parcheggiò come meglio poté, in qualche modo dubbioso sul significato da dare alle ultime parole della sua partner. Dopotutto, non c'era niente di vitale in dei disegni sebbene, conoscendo Eriko, solo la moda aveva la priorità.
Insieme a Kaori, scese dalla macchina e andò nella hall dell'hotel. Era affollata quella vigilia di Natale. Ryo guardò Kaori dirigersi alla reception e chiacchierare con l'addetto mentre si toglieva il cappotto. Con tutte quelle persone vestite a festa, anche la coppia di sweeper sembrava essere stata invitata a una delle serate che si organizzavano lì per l'occasione. L'hotel disponeva di varie sale e Kaori aveva le chiavi per quella chiamata 'Colombina'. Si fecero strada tra le persone già presenti che cercavano le rispettive sale. Kaori cercò la serratura e fu tremando che aprì le ampie porte della sala.
Chiuse la porta dietro Ryo, che guardò la sala adibita ad accogliere gli ospiti. Diversi grandi tavoli erano splendidamente decorati con i colori del Natale. C'erano ornamenti sulle pareti e un enorme albero sul lato del palco.
"Questa sala sembra già riservata per un evento...sei sicura che sia il posto giusto?" chiese lui incuriosito, quando il suo istinto si svegliò. "Sento delle presenze, non siamo soli..."
"Hai visto tutta la gente che c'è in questo hotel...certo che non siamo soli, sarebbe sorprendente il contrario" rispose lei portando Ryo al centro della sala. "Rimani qui per cinque minuti" gli sorrise con un lampo di eccitazione negli occhi. Il comportamento della giovane donna preoccupò Ryo. Ansiosa poi impaziente, sentiva in lei una certa apprensione e non ne capiva la causa. La guardò sparire sul palco, dietro la spessa tenda di velluto.
"Hai trovato quello che cercavi?" gridò lui impaziente alla giovane donna che tardava a tornare.
"Sì, sì, quasi...non muoverti..." rispose lei e la sua voce risuonò per tutta la sala.
"Cosa stai..." iniziò Ryo prima che tutte le luci si spegnessero e un proiettore lo avvolgesse nella sua luce intensa. Il suo primo riflesso fu di portare la mano alla sua arma.
"Ryo?" lo chiamò Kaori, anch'essa circondata di luce. Automaticamente la sua voce calma lo rilassò. La cercò e la distinse al centro del palco.
"Puoi dirmi cosa sta succedendo? A cosa stai giocando?"
"Non è un gioco Ryo, ma se lo fosse, sappi che hai perso, o meglio, hai vinto il jackpot..." sorrise divertita. "Ti ricordi, ti ho detto che non c'era Natale senza un regalo?"
"Esatto, dopo avermi spillato una cena di Natale...che tra l'altro si raffredderà, ci terrei a ricordartelo! Scendi da lì che andiamo a mangiare, ti ricordo che ho altri progetti!" disse, voltandole le spalle per dirigersi alle porte. Mentre avanzava, Ryo notò che il proiettore seguiva i suoi movimenti. Se Kaori era sul palco, chi gestiva quell'attrezzo?
"Vuoi dirmi cosa sta succedendo?" chiese, girandosi per incontrare lo sguardo scintillante della sua partner.
"Volevo farti un regalo...una sorpresa all'altezza dell'uomo che sei..." arrossì. "Non è stato facile e fino ad ora non credevo di riuscirci...ci ho pensato a lungo...e poi è successo tutto naturalmente..."
Era evidente che Kaori fosse molto emozionata. Giocava col filo del microfono che teneva tra le mani. Stava cercando le parole che si era dovuta ripetere cento volte. Eppure non lasciava i suoi occhi. Mantenne la connessione tra loro, traendo forza per continuare con quella dichiarazione inaspettata. Addolcendo così il suo sguardo, Ryo la incoraggiò a continuare, fiducioso. Sentiva che tutto ciò era molto importante per lei...e per lui.
"Ti ricordi del nostro incontro un po' 'brutale'?" sorrise. "Per una volta, non poi così rara, tu avevi accettato la richiesta di un uomo...un fratello ansioso per la scomparsa della sua sola e unica sorella...Hideyuki...ti aveva lanciato alla mia ricerca mentre il destino aveva già previsto il nostro incontro. Senza nemmeno consultarci, abbiamo collaborato sul caso della scomparsa di diverse giovani donne e insieme abbiamo risolto il nostro primo caso. Per inciso, ti ricordo che devi ancora portarmi a fare shopping" disse meno seriamente, evidenziando le ultime parole con un occhiolino. "Devo ammetterlo, avevo dei pregiudizi su di te e sul tuo lavoro. Avevo paura che mio fratello subisse la tua influenza che...ritenevo brutta...ma mi sbagliavo. Non ti conoscevo e scoprendoti ho avuto modo di conoscere meglio mio fratello. Era felice e orgoglioso di quello che faceva al tuo fianco. L'ho capito solo vedendovi agire e vivere quotidianamente...una vita piena di pericoli e tuttavia vi ricompensavate dal male che vi facevate rendendo a degli estranei la libertà e la speranza...poi c'è stato il giorno fatidico...mio fratello ha pagato il prezzo per i suoi principi e per quello che credeva giusto..."
"Kaori..." mormorò Ryo, che voleva raggiungerla per calmare il dolore ancora vivo della giovane donna.
"Va tutto bene, non piango di tristezza ma di gioia. Hide non c'è più, ma so che se n'è andato sereno e in pace con se stesso. Ha fatto tutto ciò che poteva e ti ha permesso di seguire i suoi progetti, il suo sogno di giustizia illimitata per tutti. Ed è così che è iniziata la nostra vita...la perdita di una persona cara, una vendetta per colmare un'assenza, due persone, forse completamente opposte, sono diventate una famiglia di cui sono molto orgogliosa. Mi hai reso la tua partner e molto altro...al tuo fianco sono cresciuta, ho imparato e vivo. Proprio come Hide, non mi pento di nulla e mi auguro ancora dei begli anni per fare ciò che sappiamo fare meglio: dare speranza a coloro che non ci credono più. Perché è così, Ryo, nonostante il tuo passato, non sei acido o pieno di rancore...al contrario, e anche se lo neghi, combatti per dare agli altri una seconda possibilità...sei un angelo caduto dal cielo molto tempo fa, la tua strada è stata lunga per arrivare fino a noi, quindi per quello che sei...per questa vita che adoro e che oggi condivido con te...volevo provarti che tutto quello che fai non è vano o effimero. Tutti coloro che hanno incrociato il tuo cammino si sono riscoperti migliori e ora tocca a loro dirtelo..." terminò, mentre la luce la riportava all'oscurità e intorno a Ryo dei visi pieni di riconoscenza e gratitudine apparvero.
Ryo era shockato da quella dichiarazione. Tanta emozione in quella voce tuttavia così dolce e nitida. Tanto amore e tenerezza in quegli occhi nocciola che guardavano solo lui. Era senza fiato. Kaori lo considerava 'un angelo caduto dal cielo'...come poteva crederlo? Meritava tanta innocenza da parte sua? Voleva dirle che non era quello che lei pensava...che era peggio di così, ma la giovane donna non c'era più. Aveva lasciato il posto ad altri volti che emergevano dall'oscurità. Gli ci volle un po' per capire cosa stava succedendo. Le presenze che aveva avvertito quando erano entrati nella sala non erano quelle degli ospiti dell'hotel, ma Kaori aveva distolto la sua attenzione e non se n'era più preoccupato. Se l'avesse saputo, l'avrebbe lasciata fare? Erano così numerose intorno a lui. Ovunque guardasse, trovava un volto, un sorriso, un'emozione. Era circondato. Non riusciva più a pensare. Come doveva reagire? Cosa doveva dire o fare? Ecco, la prima volta in cui gli veniva fatta una sorpresa, e di che dimensioni. Doveva oltrepassare l'effetto sorpresa che lo inchiodava al suolo e gli comprimeva il cuore e la testa. Quindi, come riflesso per proteggersi, vide solo un'alternativa per sfuggire a tutte le emozioni diventate insostenibili. Misurando la distanza che lo separava dal gruppo di donne che si avvicinava, Ryo prese il suo slancio e balzò in aria, spalancando le braccia e coprendosi il volto con un sorriso di estasi. Era meglio fare leva sul suo solito comportamento lussurioso piuttosto che ammettere che tutto ciò lo toccava troppo da vicino. Con un po' di fortuna, si sarebbe ritrovato tra le braccia di una o due giovani donne presenti, raggomitolato contro un seno generoso e caldo, sognò mentre raggiungeva il suo bersaglio raggruppato. Sfortunatamente per il bel bruno, le giovani donne attendevano e speravano un tale riflesso...in un solo movimento, tutte si spostarono e guardarono, beffarde, l'uomo che si schiantava pesantemente contro il pavimento cerato.
"È questo il vostro modo di ringraziarmi?" disse Ryo, sedendosi a gambe incrociate sul pavimento e con aria offesa, mentre dettagliava tutte le sue ex clienti.
"Certo che no, Saeba" disse una delle donne. "Tutte noi qui sappiamo come riceverti" sorrise, guardando una per una le sue compari.
E con aria consapevole, Ryo vide con spavento tutte le donne munirsi come per magia di un martello.
"Ehi, non sentitevi obbligate...mi accontenterò di una stretta di mano" sorrise stupidamente cercando un modo per sfuggire alle furie. Le risate scoppiarono nella sala e i martelli scomparvero con la stessa rapidità con cui erano apparsi.
"Era tanto per ridere, ma sei tu che devi fare in modo di non riceverne" avvertì una bella voce che si avvicinava all'uomo, che si alzò in piedi.
"Shoko..." riconobbe Ryo.
"Effettivamente...felice di rivederti. Sempre in forma, a quanto vedo" rise lei. Ryo osservò la graziosa pilota d'aerei mentre lei lo informava che aveva aperto la sua scuola di volo. Trascorreva la maggior parte del suo tempo tra le nuvole, trasmettendo la sua passione. Irradiava felicità e non era l'unica.
A turno, le giovani donne si avvicinarono a lui. Ringraziandolo, congratulandosi con lui con un sorriso o un casto bacio sulla guancia. Ryo le riconobbe tutte senza eccezione.
C'era Atsuko Kawada, che addolorò molto Ryo quando gli chiese di chiamarla signora Matsuoka. Aveva sposato il padre del giovane Takuya, che era cresciuto bene. Fece dunque la conoscenza della nuova famiglia.
Sperava che Keiko Kashiwagi fosse più conciliante, ma il completo maschile che indossava con molta femminilità lo avvertiva che quella sera non sarebbe stata la donna che si aspettava. Il suo abbigliamento era un cenno al loro incontro, ma quella sera non poteva essere scambiata per un uomo, avendo lasciato sciolti i lunghi capelli.
Quando vide la bella Ayako Serizawa, ebbe un solo desiderio, quello di abbracciarla, ma non aveva fatto i conti con la sua orda di guardie del corpo che ancora oggi non la lasciavano. Non si era risposata e non aveva ancora trovato il grande amore, ma aveva lasciato il suo cuore aperto, e grazie a Ryo.
C'era anche Mami, ma senza Ami. Viveva della sua musica, che in un certo senso le permetteva di tenere la sorella vicino a sé.
Akiko Asagami, sempre ugualmente bella, non era più la governante della giovane Sara Nishikujo, ma ora era ufficialmente la sua madre adottiva. E quando Ryo volle congratularsi a modo suo, si ritrovò ad abbracciare la giovane Sara. Conosceva il dono della ragazza, ma non se l'aspettava. Lo guardava sorridendo e tuttavia piangeva:
"Lei ha fatto tutto questo per te...non avere paura...concediti questa seconda possibilità che hai offerto a tutte noi..."
Ryo non riuscì a trovare le parole per risponderle, ma condividendo l'abbraccio della ragazza, le permise di leggere di più in lui. Poi Sara lo guardò continuare a farsi strada tra le persone presenti e tra i ricordi che condivideva con ciascuna. Erano troppo numerose per poterle citare tutte, ma Ryo rivolse a ognuna la stessa attenzione. A poco a poco, si rilassò e accettò tutti gli sguardi e i sorrisi, i complimenti e le vite che erano continuate dopo di lui. Poi pensò di svenire quando incrociò un altro sguardo. Lo conosceva bene visto che lo incontrava ogni giorno. Era quello di Kaori, solo che di fronte a lui non c'era la sua partner ma sua sorella:
"Sayuri...sei venuta da così lontano per me...sono così commosso" iniziò gioviale.
"Non sarei mancata per niente al mondo" sorrise lei. "Mi siete mancati, soprattutto mia sorella" disse, guardando Kaori. "Festeggiare il Natale con lei...non potevo rifiutare il suo invito, anche se 'ufficialmente' è per te che sono qui" specificò.
"Ovviamente, come resistere all'impulso di rivedermi" disse Ryo, prendendole le mani. "Abbiamo così tanto da recuperare, non perdiamo altro tempo e..." si infiammò.
"Vedo che ti ricordi della nostra ultima conversazione?" chiese Sayuri, fissando lo sweeper che immediatamente le lasciò andare le mani. "Non vedo l'ora di sentire la tua opinione sull'argomento, perché Kaori è rimasta molto enigmatica..." aggiunse al silenzio del suo interlocutore che ora osservava Kaori.
"Guardala, ti sembra infelice?" rispose lui accigliato, ricordando: 'Se non la rendi felice, tornerò e la prenderò.'
"Lei cerca a tutti i costi di renderti felice, anche se a spese della sua felicità...mi hai dato la possibilità di conoscerla e ti ho concesso di tenerla con te perché era quello che lei voleva, ma oggi?" chiese la giovane donna. Ryo riconobbe quel temperamento franco e sincero. Non c'era alcuna minaccia o aggressività nelle sue parole. Solo una preoccupazione che lui avrebbe potuto dissipare facilmente.
"La serata è appena iniziata e non voglio sprecare questa opportunità, sappilo..." annunciò con un dolce sorriso prima di permettere a Ryo di meditare sulle sue parole. Sayuri sapeva di dover lasciare tempo all'uomo perché le sue parole e insinuazioni avessero effetto. Giubilava per essere riuscita a lasciarlo senza parole solamente insinuando che fosse lì per, forse, portare Kaori con sé. Durante il suo viaggio di andata, ci aveva pensato molto, ma quando aveva visto Kaori in segreto per la sorpresa, Sayuri aveva saputo che le cose erano cambiate. Kaori era diversa. Naturalmente non c'era nulla di concreto ma il suo istinto le diceva che era nell'aria...che la metamorfosi tanto attesa si sarebbe verificata, se solo il destino avesse dato una spinta. In questo Sayuri sperava di aver contribuito, non solo per Ryo ma soprattutto per la felicità di Kaori.
Ryo non si era mosso quando Sayuri aveva chiuso il piccolo discorso con un 'Buon Natale' che contrastava con le altre parole più secche. Aveva l'arte di fare il bello e il cattivo tempo. L'incontro non lo lasciò impassibile. Doveva credere ciò che lei insinuava? Avrebbe davvero portato Kaori con sé alla vigilia di Natale? Aveva ragione...Kaori era davvero infelice con lui?
Improvvisamente la folla intorno a lui fu solo un frastuono e risate beffarde nel vederlo così stupido da non riconoscere l'ovvio. Tutti quei volti e quegli sguardi sembravano dirgli, gridargli che tutto ciò era un'illusione e che alla fine non ci sarebbe stato niente, come se si trattava dell'ultimo atto di una storia che era durata troppo a lungo e che non avrebbe avuto un lieto fine. Si sentiva sull'orlo di un precipizio. Doveva saltare o arretrare.
"Ryo?" chiamò una limpida voce. "Oh oh, Ryo, Terra chiama Luna" disse la voce scuotendo una mano sottile davanti ai suoi occhi persi, per riportarlo alla realtà.
"Mmh" reagì lui battendo le palpebre. "Sonia...?"
"Beh, era ora, cominciavo a chiedermi se non fossi in overdose da colpi di martello" rise la bella giovane.
"Niente o nessuno può avere la meglio su di me" si riprese velocemente, abbracciando la giovane donna mentre la sua bocca si trasformava in un ghigno sbavante.
"Non si tocca!" lei gli diede una pacca gentile ma ferma. "Sono una donna rispettabile, quindi smettila con i tuoi modi da uomo delle caverne" rise di cuore.
"Questa è una bella cosa. Tuo padre sarebbe fiero di te"
"Come deve esserlo di te...guarda dove sei oggi" constatò guardando tutte le persone intorno a loro. "Sono tutte in debito con te...proprio come me...non mi sarei mai perdonata se..." disse con più dolcezza, la voce piena di emozione.
"Non pensarci più, conosco un modo per cacciare via i brutti ricordi..." disse seduttore.
"Anch'io" rispose sensualmente Sonia prima di aggiungere, "ma sei troppo vecchio per me adesso. Buon Natale, Ryo" lo baciò sulla guancia, ridendo per far sparire il suo sguardo imbronciato.
Da lontano, Kaori seguiva il percorso dell'uomo attraverso tutti quei volti familiari con grande emozione. Proprio come sperava, quel ritrovo stava andando bene, tra le risate e le lacrime delle ospiti e la sorpresa e la gioia di Ryo. Lo aveva visto parlare con Sayuri ed era felice di vedere che si comportava bene con la giovane donna. Senza capire veramente perché, significava molto per Kaori che quei due andassero d'accordo. Poi aveva visto Sonia andare incontro a Ryo. Anche loro due avevano una persona scomparsa e cara in comune. Li avrebbe raggiunti volentieri, ma come padrona della cerimonia, Kaori doveva riprendersi e annunciare quanto seguiva perché altre persone aspettavano ancora di poter fare il loro ingresso:
"Naturalmente questa riunione non è completa perché alcune persone sono state trattenute dai loro doveri...mi riferisco alla principessa Alma e Selina, a Yuki Oikawa, ma anche a Yukari Mashiba e la piccola Shiori..." elencò catturando di nuovo l'attenzione di Ryo. "Ma ciò non significa che non pensino a te...troverai ai piedi del palco un quaderno...un libro dorato in cui ognuno ti ha lasciato delle parole e delle foto. Inoltre, invito ciascuna di voi a venire a dare un'occhiata e a lasciare un commento, se volete. E prima di lasciarvi godere questa serata, voglio presentare o ripresentare coloro i quali, oltre a tutti voi, mi hanno permesso di realizzare questa sorpresa...i nostri amici...la nostra famiglia: Miki e Falcon, Kazue e Mick, Saeko e Reika, Kasumi, Eriko..." elencò felicemente. Mentre Kaori li citava, ognuno di loro appariva da dietro la tenda di velluto. Attraversando il palco per scendere e raggiungere Ryo in sala, sotto l'applauso degli ospiti. Lo sweeper sorrise per nascondere il suo crescente disagio di fronte a tante 'sorprese' prima di lanciarsi con lo stesso entusiasmo sulla prima persona del nuovo gruppo annunciato.
"Miki, amore mio!" volle correre Ryo, prima di essere afferrato dalla presa di ferro del gigante.
"Comportati bene o ti godrai questa serata legato in un angolo" ringhiò Falcon, sogghignando con tutti i denti.
"Non c'era bisogno che venissi se non volevi condividere tanta felicità" borbottò Ryo.
"Fosse stato per me, avremmo fatto la festa senza di te!" ammise Falcon, liberando improvvisamente la sua presa. Per la seconda volta, Ryo si ritrovò a terra. Una mano ferma lo aiutò ad alzarsi:
"Fai fatica a restare in piedi e non abbiamo nemmeno cominciato a bere..." scherzò Mick.
"Tu lo sapevi e non mi hai detto niente? Sporco traditore!" sussurrò Ryo.
"E perdermi la tua faccia nel momento cruciale? Non l'avrei fatto per nulla al mondo, fratello...sei fritto" rise. "E poi non posso rifiutare nulla a Kaori, è particolarmente carina stasera..." sorrise sbavando.
"Dimentichi che io sono qui, amore mio" lo richiamò all'ordine Kazue con un mini martello. "Buon Natale, Ryo, ci scuserai ma il tuo 'gemello' ha bisogno di farsi rinfrescare la memoria..." annunciò mentre trascinava via un Mick stizzito che cercava di scusarsi con la sua dolce metà.
"Non pensavo che sarebbe stato così facile!" intervenne Reika, arrivando vicino al bel bruno. "Devo ammettere che Kaori se l'è cavata abbastanza bene, può vantarsi di essere riuscita a ingannare il numero uno. Non penso di poter fare di meglio..." confessò, incollandosi all'uomo. "Bisogna riconoscerlo quando non si è all'altezza, ti lascio in buone mani e senza rancori..." disse con tono languido, lasciandogli un bacio 'd'addio'. "Buon Natale, Ryo" sussurrò sulle sue labbra prima di spostarsi al bar.
"Non preoccuparti per lei, si riprenderà" disse Saeko a sua volta. "Sei un uomo fortunato, spero che tu saprai ringraziarla come si deve" insinuò con un occhiolino, augurando a sua volta buon Natale ma mantenendo le distanze.
"Immagino che tu abbia pensato al mio regalo...ci sono un sacco di stanze in questo hotel, una per ogni colpo che mi devi...iniziando ora dovremmo riuscire a cancellare il tuo debito" disse Ryo per cambiare argomento mentre già si avvicinava con la bocca.
"Sei troppo prevedibile, Ryo...eppure dovresti sospettare che anche io abbia ricevuto da Kaori la sua arma preferita" sorrise la bella poliziotta sfoderando un martello a pochi centimetri dal volto dell'uomo un po' troppo pressante.
"Se non si può neanche più scherzare..." ironizzò Ryo, allontanandosi lentamente dalla giovane donna e specialmente dal martello. Vide che c'era anche Doc, ma il vecchio mandrillo non si preoccupò di salutarlo. Gli importavano solo le donne presenti. Lo portò a pensare a qualcuno, ma senza sapere veramente chi.
"Ecco da chi hai preso..." lo interruppe Eriko che sembrò leggergli nel pensiero.
"Hai trovato il tuo album da disegno...?" chiese Ryo, ricordando la scusa che lo aveva condotto fin lì.
"Era necessaria una ragione credibile" rispose Eriko in tono neutro. "Mi ringrazierai più tardi quando sfilerai per la mia nuova collezione" precisò.
"Sono le donne che hanno dei debiti con me e non il contrario" affermò Ryo.
"C'è una prima volta anche per te, Ryo, e sappi che è con Kaori che dovrai regolare i conti..."
Fu quel momento che Kaori scelse per riprendere la parola un'ultima volta, riportando l'attenzione dello sweeper su di lei:
"Per finire, Ryo, sappi che tra tutti questi volti familiari, si nasconde un ospite misterioso...sta a te scoprirlo...auguro a tutti un buon Natale" rise mentre tutti nella stanza le facevano eco.
Ryo era incuriosito. Cos'aveva potuto riservargli ancora la sua partner? Aveva già fatto molto, riunendo tutta quella gente, preparando la sorpresa e tutto quanto senza fargli sospettare nulla. Come poteva cercare 'un ospite misterioso' quando tutta la sua concentrazione era sconvolta da tante emozioni? Non c'era alcun pericolo per lui quella sera, e fortunatamente, perché avrebbe avuto difficoltà a difendersi da un attacco in tali circostanze. Di chi poteva trattarsi? Kaori aveva fatto vacillare i suoi principi, sfidato il suo istinto e suscitato la sua curiosità. Non poteva trattenersi dal mettere a fuoco ogni volto, ricordando ogni momento vissuto con loro. Non poteva rimanere indifferente ma non poteva mostrare troppo. Eppure Ryo non capiva di chi lei stesse parlando. L'unica persona che poteva dirgli di più era Kaori. Inoltre, era tempo che lei rispondesse delle sue azioni.
Alla fine lei si era unita alla folla. Ryo la guardava orchestrare tutto con meno esperta. Indicava ai camerieri dove andare, controllava i piatti e i ripiani del tavolo. Mentre tutti si divertivano, Kaori vegliava affinché la serata trascorresse bene. Ancora una volta contava la felicità degli altri. Era la felicità di lui che prevaleva. Si rattristò che lei non si prendesse tempo per godersi tutto ciò che aveva realizzato. Lei meritava tanto quanto lui tutta la gioia e le risate. Erano una squadra, dovevano condividere tutto. E gli strinse il cuore notare che Kaori rimaneva lontana da lui in quel momento. Aveva paura della sua reazione, lui che non amava le sorprese e quel tipo di mondanità? Voleva lasciarlo a godersi liberamente quella serata che era solo per lui. Come poteva farlo senza lei al suo fianco? Ryo sorrise. Malgrado tutte le belle donne intorno a lui, vedeva e pensava solo a Kaori. Senza di lei, si sentiva impotente di fronte a tutto quel pubblico.
Ryo non aveva ancora visto tutte le presenti né aveva trovato il misterioso ospite, ma poteva aspettare. Doveva parlare con la sua partner. Con lo sguardo cercò la giovane donna. La distanza che lo separava da lei, di cui seguiva tutti i movimenti, gli sembrò interminabile. Ad ogni passo incontrava un altro viso, una nuova vita. Come Etsuko, l'attrice che aveva finalmente trovato suo padre. Insieme stavano imparando a conoscersi. O Akemi, diventata una fotografa professionista. Si occupò personalmente e con grande orgoglio di immortalare l'evento. E poi Nagisa che, nonostante i suoi 'piedoni', aveva trovato la sua metà della mela*, con uno dei suoi musicisti.
Tutte quelle vite che si erano evolute, tutte quelle ragazze diventate donne dimostravano a Ryo che il tempo passava rapidamente, molto rapidamente, e che prendendosi la briga, valeva la pena osare per vivere i propri sogni. Col passare del tempo, Ryo si stava avvicinando al suo obiettivo, ma non abbastanza velocemente a suo parere dal momento che doveva mostrarsi sorridente e paziente con tutte le persone che avevano preso briga e tempo per arrivare lì. Tutto si mescolava nella sua testa. Tra i 'Buon Natale' lanciati a turno, le insinuazioni di tutti su lui e Kaori, come se fosse quello il mistero del giorno da risolvere: erano una coppia o no?, Ryo si sentiva intrappolato. Così tante emozioni e stress lo stavano invadendo. Aveva l'impressione di camminare verso il suo destino. Aveva le mani sudate. I suoi occhi guizzavano tra l'ammirazione e l'apprensione. Inconsciamente, rallentò il passo, col cuore che gli batteva in petto. Voleva allentare la cravatta per avere più aria ma, alzando la mano sul colletto, scoprì che non ne indossava una.
 
 
 
*in francese il gioco di parole rende di più, perché trovare la propria metà si dice con l'espressione 'trouver chassure à son pied', quindi letteralmente 'trovare la calzatura per il proprio piede'. In italiano non ha molto senso, ma in francese si sposa con quanto detto prima...se vi ricordate l'episodio della cantante Nagisa, ricorderete che un suo difetto fisico erano i piedi grandi!
  
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