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Autore: SkyDream    18/12/2018    8 recensioni
Lucy, per poter pubblicare il suo libro, è costretta a passare parecchi mesi lontano da Fairy Tail e da Magnolia.
Natsu, a cui è stato proibito di andare a disturbare la ragazza, non riesce a trovare la vitalità di un tempo. Lentamente si sta spegnendo e la notte di Natale non riesce ad accettare di essere lontano da lei.
Dal testo:
«Già noi ci divertiremo insieme, spero che anche lei abbia trovato qualcuno con cui passare il Natale».
Natsu sembrò rinsavire di colpo, era troppo concentrato sulla sua delusione per pensare realmente a come dovesse sentirci Lucy, da sola in un posto che non poteva chiamare casa. Senza nessuno di loro vicino
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Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt 25 modificato “A e B vogliono passare insieme il giorno di Natale ma sono lontanissimi”
Coppia: Nalu, ovviamente.

 
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The bed is cold without  you
 
« Asuka!» Wendy rincorreva la bambina con le braccia aperte, pronta ad acciuffarla per riprendere la stella di Natale che le aveva rubato.
La più piccola, dal canto suo, non accennava a smettere di correre scuotendo la decorazione come se volasse.
«Guarda Natsu! Una stella cadente!» esclamò Asuka saltando addosso al suo amico e avvicinandogli l’oggetto al viso come se, in caso contrario, potesse non vederlo bene.
«E’ davvero molto bella.» rispose il ragazzo senza troppa enfasi, ma sforzandosi di sorridere.
«Eccoti, piccola birbante!» Wendy la raggiunse e la prese in braccio sollevandola poco sopra la sua testa.
Entrambe si scambiarono un sorriso e decisero, di comune accordo, che la più piccola avrebbe messo la stella sull’albero. Mancavano solo alcune palline colorate e la gilda sarebbe stata pronta per la cena di Natale che si sarebbe tenuta qualche ora dopo.
Asuka infilò la stella sulla punta spelacchiata del grande albero ma, mentre osservava tutti i suoi amici sotto di sé che ammiravano il completamento dell’albero di Natale, notò che Natsu era l’unico a non essersi avvicinato per guardarla.
Rimaneva impassibile con lo sguardo fuori dalla finestra appannata su cui era appollaiato praticamente da tutto il pomeriggio.
Asuka aggrottò le sopracciglia e, dopo essere scesa, si avvicinò decisa a lui con i piccoli pugnetti affondati sui fianchi paffuti.
«Qualcosa non va, Natsu-ojisan?».
Il mago, sorpreso, scostò lo sguardo dalla finestra e lo rivolse ai grandi occhi della bambina.
«No, Asuka, va tutto bene! Guarda che belle decorazioni che avete messo tu e Wendy quest’anno, tutte colorate e scintillanti!» rispose sforzandosi ancora di sorridere e passando una mano sui capelli legati della bambina, l’intera gilda era rimasta ad assistere alla scena, incuriosita dalla reazione della piccola Asuka.
Proprio lei, che a volte vedeva oltre il confine degli adulti, rivolse un sorriso a Natsu e disse:«Vero? Sono sicura che a Lucy-obasan sarebbero piaciute tantissimo queste lucine!».
«Asuka!» Bisca si affrettò a richiamarla per poi prenderla in braccio e portarla via con una scusa per spiegarle che no, quelle cose non si dicevano di certo!
Natsu sospirò emettendo una piccola fiammata triste.
Da quando Lucy era partita per Crocus, gli sembrava che Magnolia avesse un odore differente. Oltretutto nessuno voleva andare in missione con lui - combina guai com’era conosciuto - così lui ed Happy erano rimasti alla gilda a contare i giorni che mancavano al suo ritorno.
Il problema, che non potevano fare altro che constatare ogni giorno, era che quel conto alla rovescia includeva ancora tre cifre.
Lucy sarebbe tornata ormai in primavera, nella loro ultima chiamata con la Lacrima-visione li aveva avvertiti che probabilmente non sarebbe tornata nemmeno per la festa dei ciliegi arcobaleno e lì Natsu era crollato in una sorta di mistica depressione.
Perfino Gray, che di solito non si preoccupava dell’umore altalenante del suo amico, era arrivato a proporgli una sfida per attizzarlo. Ma senza alcun risultato.
Ognuno dei membri si era sforzato di fare qualcosa per tirarlo su, che fosse una battuta di scherzo o un mega piatto di pollo arrosto, eppure il mago non riusciva nemmeno a mangiare.
Natsu tornò a sedersi sul davanzale della finestra, guardare la neve scendere lo tranquillizzava, gli faceva sentire di meno quell’enorme mancanza. Come aveva fatto a non accorgersi mai di quanto quella ragazza fosse importante?
«Tagliati almeno i capelli, Lucy non ti riconoscerà nemmeno quando tornerà!» Lisanna si era avvicinata, silenziosa come l’aria, e gli aveva spettinato i ciuffi che gli coprivano gli occhi. Natsu sbuffò sonoramente, piccato da quella dolorosa affermazione.
 «Certo che mi riconoscerà! Una persona non si può mica dimenticare l’odore e il viso di un suo amico in pochi giorni!» asserì con il volto corrucciato e il suo tipico cipiglio infantile. Lisanna rise di gusto affermando che era ovviamente sarcastica.
«E poi solo voi Dragon Slayer siete così fissati con l’odore di una persona!» confermò lasciandogli il capo e stuzzicandogli le guance nel tentativo di riportarlo in vita. Il mago si lasciò torturare al limite dell’impossibile senza opporre resistenza.
Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta della gilda.
***
Lucy sollevò lo sguardo rapita da quella distesa di luminarie dai colori scintillanti.
Al centro della piazza di Crocus era stata costruita un’immensa cupola di luci magiche, al di sotto una pista di pattinaggio ne rifletteva i toni inondando la gente di riverberi colorati.
Lungo la via principale erano stati montati dei banchetti natalizi dove si vendeva ogni genere di cibo e bevande: caramelle, mele glassate, soffritti e carne arrosto, una bancarella vendeva perfino delle fette di torta che richiamavano il tema natalizio.
Lucy aveva pensato di portare qualcosa alla gilda e di fare una sorpresa a tutti, Erza avrebbe apprezzato quella torta alle fragole con Babbo Natale e Lluvia non avrebbe resistito a dividere le caramelle a forma di cuore con il suo amato Gray.
E poi Natsu - Lucy tirò un sospiro -, lui avrebbe apprezzato qualunque cosa da mangiare. Soprattutto i biscotti alla cannella e cioccolato.
Nonostante i suoi buoni propositi, però, la maga aveva dovuto presto rinunciare alla sua sorpresa: l’editore che aveva accettato di pubblicare il suo manoscritto era stato chiaro “Pubblicherò la tua storia solo se acconsentirai a fare un tour completo di tutta Fiore per poterlo pubblicizzare e farai interviste per svariati giornali”.
Era cominciato così, doveva sopportare solo qualche settimana lontano dai suoi amici.
Ma il libro aveva riscosso un enorme successo e le settimane erano diventati mesi, le vendite - soprattutto sotto le festività - erano alle stelle e con esse anche le richieste di girare per le città a fare autografi e interviste.
Lucy, però, era stanca di tutte quelle attenzioni nonostante fosse sempre stata vanitosa e sicura di sé. La verità era che le mancava la gilda ma, soprattutto, non ne poteva più di dormire senza Natsu.
Aveva sperato, in cuor suo, di ricevere almeno qualche visita oltre alle chiamate con la Lacrima-visione, ma evidentemente il mago era troppo impegnato per poter pensare a lei.
O, peggio ancora, non sentiva più di tanto la sua mancanza.
Lucy, a quel pensiero, gettò un ultimo sguardo alla cupola illuminata e ai banchetti di dolciumi, poi cominciò a camminare verso la casa che aveva affittato.
❄❄❄
 
«Gildarts?» avevano esclamato tutti all’unisono dopo aver constatato chi c’era dietro quella pila di pacchetti che si era presentata alla porta.
Il mago aveva sorriso asserendo che con il bottino dell’ultima missione aveva potuto fare dei regali a tutti, senza tralasciare di specificare che - ovviamente - il regalo più grosso era per sua figlia!
Tutti i membri della gilda gli saltarono letteralmente addosso e presero a spacchettare il proprio dono con la tipica allegria che caratterizzava Fairy Tail, Gildarts invece si avvicinò a Natsu - che stranamente non era corso contro di lui - con fare molto sospettoso.
«Ehi, ragazzo, quale malattia mortale hai contratto?» gli chiese sedendosi sul davanzale accanto a lui e mettendogli una mano sulla fronte come se avesse la febbre.
«Ah? Nessuna malattia, solo che non ho voglia di combattere oggi, Gildarts».
Il suo mentore e amico portò tre dita sotto il mento e si accigliò senza spostare lo sguardo da Natsu.
«Non ho visto Lucy - disse cercando negli occhi dell’altro la risposta - E’ forse uscita con questo freddo?».
Natsu brontolò, aveva capito che era un tranello anche se non sapeva come Gildarts fosse a conoscenza della partenza della sua amica. Lui era partito molti mesi prima di lei.
«Tornerà in primavera, dovrai aspettare un bel po’ prima di vederla spacchettare il tuo regalo.» disse Natsu affondando il mento e il naso nella sua sciarpa, portò le ginocchia al petto e pensò alla busta blu che aveva nascosto sotto il letto.
Non era bravo con i regali, ma lui ed Happy lo avevano comprato come buon auspicio di un Natale fantastico in sua presenza.
Invece lei aveva preferito lavorare piuttosto che andare da lui. Solo qualche breve chiamata, dove tra l’altro non poteva mai parlare solo con lei.
Natsu, poi, era stato allevato e cresciuto come fosse in parte drago, i suoi istinti si erano raffinati e si era accorto che per lui il contatto fisico era la cosa più importante.
Soffriva da morire a non sentirla respirare accanto a sé la notte, non poter cercare il suo corpo mentre dormiva né sentire il suo odore familiare.
Tutta quella “assenza” lo faceva soffrire come un dannato.
«E’ davvero un peccato che non possa essere qui con noi, ci divertiremo un sacco tutti insieme, neh Natsu?» Gildarts continuava a guardarlo con aria bonacciona, nonostante i suoi intenti fossero ben altri.
Doveva spronarlo di più.
«Sì, sono sicuro che ci divertiremo…» aveva detto l’altro senza entusiasmo rivolgendo uno sguardo poco convincente al giornale che Gildarts aveva poggiato poco sotto il davanzale. In prima pagina Lucy sorrideva mostrando il suo libro, notò con una punta di sorpresa, non sembrava felice.
«Già noi ci divertiremo insieme, spero che anche lei abbia trovato qualcuno con cui passare il Natale».
Natsu sembrò rinsavire di colpo, era troppo concentrato sulla sua delusione per pensare realmente a come dovesse sentirci Lucy, da sola in un posto che non poteva chiamare casa. Senza nessuno di loro vicino.
Guardò Gildarts senza sapere come fare, poi lasciò che il suo spirito intraprendente avesse la meglio.
Il ragazzo saltò giù dalla finestra e chiamò Happy, che stava giocando con le palline dell’albero insieme ai suoi due amici.
«Che succede?» aveva chiesto il gattino allontanandosi dagli altri.
«Dobbiamo andare da Lucy, non posso lasciarla sola a Natale! » esclamò l’altro mentre cercava il cappotto scuro e si preparava ad uscire.
«Sei matto? Erza e il Master ti hanno già spiegato che non dobbiamo fare nulla per impedirle di raggiungere i suoi sogni. E’ a Crocus per lavoro Natsu, manca anche a me ma non è giusto distrarla da…».
Natsu si avvolse la sciarpa attorno al collo e fece per salire verso il dormitorio a prendere il regalo che le aveva fatto insieme al suo amico.
«Da quando seguo gli ordini di Ojīchan?» aveva urlato dalle scale voltandosi verso il suo amico.
Happy, incredulo, dovette constatare che con quella botta di testa Natsu aveva ripreso a sorridere. Avrebbe giurato di aver visto i suoi occhi infiammarsi.
«Il Master ti butterà fuori da Fairy Tail a calci, lo sai vero?» aveva aggiunto Charle nascondendo un sorriso. Happy si era convinto ad accompagnare il suo amico, ma la gattina gli aveva fermato la coda con una zampetta.
«Meglio lasciare soli i due piccioncini.» aveva poi sussurrato tornando a decorare l’albero con la sua Dragon Slayer.
Natsu, in pochi secondi, era uscito dalla gilda tenendo stretto tra le braccia il suo pacchetto blu e il regalo di Gildarts per lei. Aveva cominciato a correre affondando nella neve gli scarponi scuri, noncurante del freddo e dei piccoli fiocchi che gli avrebbero imbiancato i capelli.
Gildarts era rimasto in piedi davanti la porta della gilda con sguardo fiero.
Quello era il Natsu che per tanti anni aveva cresciuto! Ora lo riconosceva.
 
 
 
❄❄❄
 
«Lucy, ti prego!»
Un uomo basso e grassoccio rincorreva la ragazza lungo le scale mentre lei, decisa, camminava a passo felpato verso l’uscita.
«Le ho già detto che non cambierò idea, mi dispiace.» Lucy tentava di mantenere il tono dolce, seppur sentisse la voglia matta di mandare tutto al diavolo. Sé stessa per prima.
«Lucy, per favore, i giornali e le radio pagheranno fior di quattrini per averti anche solo per qualche domanda! Vogliono che tu sia la star della Notte sul ghiaccio di stasera, non posso dire a tutti che hai deciso di partire! Dopo Crocus manca il tour ad Hargeon, Era… ».
Il grassoccio continuava ad asciugarsi il sudore che gli imperlava la fronte, era visibilmente agitato ed era sbiancato in modo preoccupante.
«Sono mortificata, signor Alfred, avrei dovuto dirle prima di questa partenza, ma non ho intenzione di restare. Non il giorno di Natale.» gli disse infilandosi il cappotto e aprendo la porta che dava sul marciapiede. Prese la valigia rossa con l’altra mano.
«Lucy Heartphilia, se varcherai quella soglia non pubblicizzerò più nemmeno un solo foglio scritto da te».
Lucy ci pensò un momento, con la mano ferma sulla maniglia e sospirò guardando le luci magiche che coloravano Crocus.
Doveva resistere solo qualche giorno, a Gennaio avrebbero acconsentito senz’altro a fare una pausa dal tour. Senz’altro.
«E’ stato un piacere collaborare con lei e sentirmi, almeno per qualche mese, una vera scrittrice. Arrivederci, signor Alfred».
Lucy sentì l’aria fredda lambirle improvvisamente la pelle, le guance, e pizzicarle gli occhi. Sentiva piccole lacrime che si incastravano tra le ciglia scure.
Il suo sogno era stato spezzato con le sue stesse mani, aveva appena detto addio a tutti i suoi sforzi e presto il suo manoscritto sarebbe stato ritirato dal mercato e, perché no?, dimenticato da tutti.
Continuava a camminare per i marciapiedi ghiacciati di Crocus in direzione della ferrovia, decisa a prendere il primo treno per l’unico posto che aveva mai chiamato casa. Si fermò davanti l’insegna che portava scritto il nome della stazione, per un momento si chiese se fosse la cosa giusta da fare.
“E se Natsu davvero non avesse sentito la mia mancanza?” quella domanda la tormentava, non riusciva a darsi una spiegazione sul perché quel ragazzo così vivace e iperattivo non fosse venuto a trovarla nemmeno una volta.
“Qualunque sia la verità, ciò non mi impedisce di tornare”.
Entrò alla stazione trovandola stranamente deserta, solo un signore spazzava e canticchiava con una sigaretta in bocca.
«Scusi, mi sa dire da dove parte il prossimo treno per Magnolia?» chiese avvicinandosi all’uomo, la sua voce risuonò per l’atrio vuoto.
«Signorina, crede che da qui partano treni la notte della Vigilia? E’ ormai pomeriggio inoltrato, tra non molto cominceranno i fuochi e i concerti. Le consiglio di tornare a casa e di ripartire tra tre giorni, anche i capotreni hanno famiglia, non crede?» L’uomo tornò a canticchiare qualche canzone natalizia senza rivolgerle più uno sguardo.
Lucy rimase spiazzata, non aveva totalmente pensato a quell’inconveniente. Raggiunse il binario uno e buttò la valigia a terra sedendosi di sopra e portando le ginocchia al petto. Avrebbe pianto fino a inzuppare completamente il cappotto.
Voleva solo tornare a casa, trovare il suo posto a tavola e festeggiare il Natale come aveva fatto negli ultimi anni dopo un’infanzia fin troppo triste.
Invece aveva rovinato tutto, le sarebbe bastato farsi coraggio solo qualche ora prima per evitare di dover passare il Natale sola in una casa che nemmeno aveva addobbato.
Un rumore, però, la convinse ad alzare la testa dalle ginocchia, si chiese se fosse la sua immaginazione o se le rotaie stessero davvero tremando.
Dopo pochi secondi sentì un inconfondibile fischio: era un treno in arrivo.
Lucy non riuscì a capire perché quel rumore la scosse così tanto, d’altronde il fatto che stesse arrivando un treno non significava certo che sarebbe ripartito in direzione opposta.
Anzi, probabilmente era l’ultimo treno in transito di quei giorni.
I vagoni si fermarono di fronte a lei, uscirono solo due signori eleganti e poi il capotreno con un sacco nero su una spalla. Lo buttò a terra malamente come se fosse immondizia e cominciò a inveire contro di esso per poi andarsene borbottando.
Lucy voltò lo sguardo e notò che non era affatto un sacco dell’immondizia, ma una persona totalmente vestita di nero. Dalla stazza sembrava un uomo dai capelli disordinati, continuava a lamentarsi.
 Nonostante la luce fosse scarsa, Lucy si avvicinò per aiutarlo a rimettersi in piedi.
«Signore, ha bisogno di una mano?» chiese accovacciandosi di fronte a lui e voltandolo nella sua direzione, era un ragazzo.
Quello, ancora a terra, emise un mugolio sommesso e poi aprì gli occhi.
«Credo di aver vomitato un paio di volte sul treno.» confessò per poi cominciare a ridere. Quando quel momento di ilarità finì, si rese conto che la ragazza di fronte a sé lo guardava con occhi sbarrati.
Aveva i capelli biondi che le scivolavano fino al seno e un cappotto rosso che le risaltava i grandi occhi nocciola, ben visibili nonostante il buio.
«Lucy!» affermò guardandola dapprima incredulo e poi sfoggiando uno dei suoi sorrisi.
«Natsu, sei davvero tu?» chiese l’altra spostandogli il ciuffo troppo lungo dagli occhi.
Quando ebbe la conferma di chi era davvero, gli si buttò contro senza pensare alle conseguenze. Lo strinse a sé con una tale veemenza da lasciarlo senza fiato.
Non perse tempo, però, e ne approfittò per riempirlo di insulti più o meno ricercati sul fatto che non fosse andato a trovarla nemmeno una volta.
Il ragazzo, invece, approfittò di quel momento per poter rifornirsi di quel profumo e quel calore che da mesi gli erano stati negati.
«Il Master ed Erza hanno detto di non disturbarti, ma manchi a tutti alla Fairy Tail!» confermò mentre tentava di non morire soffocato dal peso della ragazza che ancora gli stava addosso.
«Sono mancata anche a te?» Lucy continuava a passarsi le maniche del cappotto sugli occhi, nel vano tentativo di arrestare quelle lacrime che imperterrite continuavano a correre rigandole le guance.
Non riusciva  a smettere, per mesi si era sentita così sola in giro per Fiore, aveva sentito la mancanza di tutti i suoi amici ma Natsu, oh Natsu le era mancato in modo indescrivibile.
Il ragazzo le mise i palmi contro le guance, tenendole il viso caldo tra le dita.
«Ehi!» cominciò scuotendola un po’ per farle aprire gli occhi lucidi «Sono qui con te, passeremo il Natale insieme, contenta?».
Quelle parole, se possibile, riuscirono solo a farla piangere di più.
 
«Cosa sono quei pacchetti colorati?» Lucy aveva smesso di piagnucolare solo dopo un buon quarto d’ora, probabilmente solo perché li avevano cacciati dalla stazione, o avrebbe continuato chissà per quanto.
Aveva, quindi, promesso a Natsu di offrirgli ogni sorta di prelibatezza al mercato di Natale dove per tante volte lo aveva pensato.
«Hanno anche montato la pista di pattinaggio e faranno i fuochi d’artificio!» aveva annunciato improvvisamente eccitata all’idea di tornare con lui in quella piazza dove tante volte era scesa nelle ultime settimane.
Natsu si era lasciato coinvolgere, tornando finalmente a sorridere di fronte a lei. Avrebbe voluto portarla a casa, in quel luogo dove si trovava la loro concezione di famiglia, la gilda, ma anche passarlo soli in fondo non era male.
«Quindi? Non mi hai ancora risposto!» Lucy continuava a trascinarlo, curiosa di sapere se quei pacchi erano per lei. Natsu non le aveva rivelato nulla sulla natura della sua partenza, anche se l’assenza sia di Happy che di una valigia facevano presupporre che fosse stato l’ennesimo colpo di testa non programmato.
«I pacchetti te li darò dopo, si scartano dopo mezzanotte!» le rispose incrociando le braccia al petto e stringendo dentro il cappotto i due regali ben confezionati.
«Non è giusto! Anche io ti ho preso un regalo, ma non te lo darò fino a mezzanotte. Soffrirai come me!».
Risero entrambi, finchè Lucy non gettò a terra la valigia, esausta. Propose a Natsu di passare un momento da casa a posarla, gli indicò perfino il balcone che si affacciava dritto sulla cupola magica di luci colorate che avevano montato in piazza.
Il ragazzo annuì seguendola con un mezzo sorriso ancora stampato sul volto.
 
Casa di Lucy era più piccola di come la immaginava, aveva solo due stanze e un piccolo bagno. D’altro canto, constatò, la vista dalla finestra della sua camera era stupenda. Si vedeva la pista di pattinaggio e le luci delle decorazioni si riflettevano sul ghiaccio lucido creando un immenso gioco di colori tutto attorno.
Lucy si gettò un momento sul letto a riprendere fiato. Guardò Natsu di sottecchi e lo vide gettarsi accanto a sé, socchiudendo gli occhi.
Aveva parlato davvero poco, Lucy immaginò che quel viaggio in treno doveva averlo stremato più di quanto non volesse mostrare. Poi, inaspettatamente, la chiamò.
«Lucy?».
«Sì?».
«Il letto era freddo senza di te» lo disse con una tale sincerità e una nota di dolore, che non potè fare a meno di spiazzarla.
Lucy si sentì avvampare, scostò lo sguardo sul viso di Natsu trovandolo rivolto verso di sé ma ad occhi chiusi.
«Cosa vuoi dire?» chiese lei in evidente imbarazzo.
«Non riuscivo a dormire senza di te. Quindi ora che sento il tuo profumo …» Natsu sospirò e Lucy, stupendosi di se stessa, si ritrovò a paragonarlo ad un bambino che tornando a casa si sente al sicuro e finalmente si calma.
Ancora con la frase in sospeso, Natsu le circondò la vita con un braccio portandola verso di sé e, dopo tanti mesi di notti tormentate, riuscendo ad addormentarsi.
Lucy rimase quasi un’ora a carezzargli i capelli e il viso, a bearsi del forte calore che solo lui poteva emanare. Poi, totalmente rapita da quel momento e da quell’intreccio di corpi, si lasciò sprofondare nel mondo dei sogni.
Si svegliarono entrambi, lentamente, solo quando le campane suonarono la mezzanotte. Dalle strade salivano cori di canti, il cielo era ora illuminato da fuochi colorati.
«Buon Natale, Natsu.» sussurrò mentre lui sbadigliava mostrando i lucidi canini da Dragon Slayer.
«Buon Natale, Lucy. Ora possiamo aprire i regali!» Natsu sembrava essere tornato quello di sempre, infantile e felice, con quel sorriso enorme che tante volte l’aveva fatta innamorare. Strofinò un paio di volte gli occhi.
Lucy tirò fuori un pacchettino rosso fuoco, era piccolo e provò un po’ d’imbarazzo pur sperando che il regalo potesse piacergli.
Natsu lo scartò in fretta, trovando al suo interno dei polsini bianchi a righe nere, complementari alla sua sciarpa.
«Sono bellissimi!» esclamò. Li infilò subito, accorgendosi solo dopo del foglio di carta che era ripiegato al suo interno.
Lucy sorrise, abbassando lo sguardo ancora rossa in viso. Natsu lo aprì.
Era un disegno ad acquerello, rappresentava loro due ed Happy in una delle loro missioni. Natsu rimase incantato, poi guardò Lucy dritto negli occhi.
«Lucy, io…» cominciò quasi in imbarazzo.
«Tu?» la ragazza era totalmente rapita da quello sguardo.
«Sono molto più muscoloso di così! Devo mica spogliarmi come Gray per ricordartelo!» Natsu si sollevò la maglietta beccandosi uno scherzoso pugno in testa dalla sua amica.
«Smettila di rovinare così i momenti e dammi il mio regalo!» I pacchetti per Lucy erano ancora dentro il cappotto dietro il mago e la ragazza dovette salire a cavalcioni su di lui per riuscire a prenderli da sola.
«Scarta prima quello di Gildarts! E’ quello più piccolo.» disse Natsu guardandola aprire il sacchetto. Lucy estrasse un quaderno rilegato di ottima fattura, dentro vi era scritta una breve dedica che si vide bene dal leggere ad alta voce.
Poi passò al regalo più grande, Natsu specificò che lo aveva scelto con Happy, strappandole così l’ennesimo sorriso.
Lucy rimase senza parole, stringeva tra le mani una calda sciarpa di lana nera a righe bianche ma pressoché identica a quella del ragazzo.
«Abbiamo pensato che tu dovessi sentire freddo a viaggiare in continuazione».
Lucy lo guardò, stavolta sperando che lui non se ne uscisse con una delle sue battute e lo abbracciò, in una stretta sincera poggiando la fronte sulla sua spalla e stringendolo ancora, ancora di più.
«Torna, Lucy. Ci manchi. E poi da quando te ne sei andata non c’è nulla di divertente a Magnolia, sembra che nevichi soltanto e poi-».
Natsu venne zittito all’improvviso. Lucy lo travolse in un bacio, timido ed insicuro, ma pur sempre un bacio.
Natsu, come se fosse del tutto naturale, portò le mani dietro la sua nuca spingendola ancora di più contro di sé, con quelle labbra incredibilmente fredde.
Quando si staccarono, rossi in volto, capirono che entrambi avevano provato la stessa cosa in quei mesi: un senso di smarrimento.
«Anche questo letto era freddo senza di te.» confidò Lucy sottovoce, stringendo ancora la sciarpa nera tra le dita.
Natsu le prese di nuovo il volto tra le mani, come aveva fatto qualche ora prima alla stazione, ma stavolta tornò a baciarla adorando quel nuovo sapore che quel semplice gesto gli lasciava sulle labbra.
Lucy si lasciò sopraffare, troppo stremata da quei mesi di agonia per poter reprimere ancora quell’impulso di stringerlo a sé.
Tra un bacio e l’altro, sospirando, Natsu non fece altro che rimarcare quanto dannatamente le fosse mancata, tornando poi a baciarla ogni volta con più passione.
Forse troppa.
Si ritrovò ad ardere, bisognoso di esprimere quel grumo di emozioni e sentimenti che stavano esondando, entrambi erano rossi in volto e il calore dei loro corpi aumentava sempre di più lasciandoli senza fiato.
Si aggrovigliarono ancora su quel letto, Natsu la fece distendere per potersi mettere sopra e baciarla ancora sotto quel fascio di luci colorate che li inondavano dalla finestra.
Dal letto scivolarono i regali, il quaderno di Gildarts si aprì nell’impatto rivelando la dedica sul retro della copertina.
«Scrivi la tua storia, Lucy, ma non dimenticare di viverla».

Angolo autrice!
Salve a tutti e grazie a chi è arrivato fino in fondo a questa tormentatissima fanfiction!
Non riesco proprio a scrivere delle storie che non siano angstdrammatiche, ma ho voluto provarci e spero che il risultato sia almeno accettabile.
Grazie ancora al gruppo "Il giardino di Efp" per i bellissimi prompt che ha proposto quest'anno, è stata dura sceglierne solo uno.
A presto e buone feste - spero per voi che i parenti vi regalino biscotti buonissimi anzichè propinarvi maglioni e calzini-.

_Skydream_
 
   
 
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