☆ La fanfiction partecipa
all’iniziativa “HURT/COMFORT
ADVENT CALENDAR 2018!” del gruppo Facebook
Hurt/Comfort Italia
☆ Prompt: 53. Tormenta di
neve
☆ Fandom: Captain Tsubasa
☆ Personaggi:
Kazumasa Oda, Matsuyama Hikaru
☆ Parole: 728
Snow Fox
Spifferi bianchi. Fischi continui facevano battere le lastre. Il vetro
opaco lasciava passare solo una fioca luce grigiastra. Oltre ad esso,
uno sfondo che pareva una foto monocromatica.
Le dita tremanti afferrarono debolmente
il lembo
della coperta. Se la tirò su fino al naso. Avrebbe voluto
portarsela fin sopra la testa e raggomitolarcisi sotto, ma uno
strattone la riportò giù.
Confusione.
Sfocata.
Un paio di braccia lo rimboccarono per bene, fino a farlo diventare un
bozzolo - o una mummia imbottita da coperte. Un borbottio. Un rimbombo
che imponeva: “Faccia libera. Devi respirare.”
Oda sbuffò. Detestava quando
il capitano
diventava perentorio. Tuttavia era fatto così: quando si
preoccupava e al tempo stesso era arrabbiato, diventava più
glaciale della bufera che stava dirompendo fuori.
“Sei veramente uno
stupido.”
brontolò Matsuyama, buttando la legna nella stufetta. Un
gesto
rapido, che non conosceva pietà.
Prese le tazze
—— ma non batterono
sul tavolo. Anzi, le adagiò con cura. Versò il
tè.
Il rumore caldo sembrava averlo calmato.
Quando Kazumasa lentamente
voltò la testa,
trovò l’amico ipnotizzato sulle tazze. Gli dava la
schiena. Le spalle si alzarono e si abbassarono al suono di un respiro
profondo, rilassato. Non sembrava dovesse esplodere di rabbia o
chissà cos’altro.
Tranquillo.
Tuttavia, Hikaru non era tranquillo.
Stava
osservando il proprio riflesso: il volto di un bambino scavato dalla
preoccupazione. E anche se le sfumature dell’infuso non
glielo
potevano mostrare, sapeva di avere le lacrime agli occhi.
Sospirò. Tra un cucchiaino di zucchero e una
bustina di
tè, trovò il momento per passarsi una mano sulla
faccia.
“C’è
qualcosa che non va, capitano?” mormorò Oda.
Qualsiasi tipo di calma che Hikaru
avesse accumulato in quei minuti, era ormai buttata alle ortiche.
“Come?!”
sbottò “Dimmi come
ti è saltato in mente di inseguirla nel bosco!!”
“N-N-Non era nel fitto del
bosco...” si
giustificò, sorseggiando lentamente. Un tremolio
accompagnava le
dita che accarezzavano la tazza. Un sollievo caldo. “Sta...
stava
d-d-dietro casa, pra...ti...ca...mente.”
La risposta debole fece sussultare
Matsuyama.
Sbiancò nel vedere Oda addormentarsi. Gli tolse di scatto la
tazza fumante dalle mani - con qualche mugolio di protesta.
“Tenerlo al caldo.” pensò. Nevrotico, gli
rimboccò le coperte.
“Papà mi ha sempre detto che tenersi al caldo
è la
soluzione migliore. Caldo... Caldo — stufa.”
Pesante. “Stufa
— tè.”
Rumoroso. “Tè
— caldo — coperta.” Sembrava
quasi che lo facesse apposta a fare tutto quel baccano, mentre
camminava in giro per la stanza alla ricerca qualcosa. “Armadio!
Armadio-armadio-armadio.” Bu-bum - e aprì
energicamente le ante, quasi le volesse spaccare.
“Vuoi un’altra
coperta?”
Chiederlo era solo una
formalità, ma doveva
tenerlo sveglio. Oda annuì debolmente: “Ho
freddo.”
“Dai, dai.” lo
incitò,
avvolgendolo. “Hai smesso di avere le labbra blu, ti
riprenderai
presto.”
L’amico abbozzò un
sorriso.
Evitò di assillarlo con altre lamentele sui brividi: ora che
Hikaru aveva lasciato la stanza, voleva solo addormentarsi. E ci stava
quasi riuscendo. Era diventato tutto molto silenzioso. Poteva sentire
giusto il crepitio della fiamma — era un torpore
così
rilassante... finché qualcosa atterrò sul suo
ammasso di coperte.
Kazumasa spalancò gli occhi.
In un sussulto
si mise quasi a sedere, ma — un muso rossastro gli si
parò
contro. Lunghi baffi, seguiti da una morbida sfumatura bianco-rossastra
fu tutto ciò che vide; una perfetta fusione tra i colori
dell’autunno e quelli dell’inverno. Quando mise a
fuoco, la
notò meglio mentre cercava di insinuarsi sotto le coperte.
Le
accarezzò la zampa, notando che era stata fasciata.
Una volpe.
La
sua
volpe. Quella che aveva trovato nel boschetto oltre il campo di suo
padre; era ferita e si era quasi congelato nel portarla a casa. Aveva
avuto la fortuna di ritrovare Matsuyama mentre tornava a casa da un
altro dei suoi strazianti allenamenti. O meglio: l’intento di
Matsuyama era quello di rifugiarsi a casa degli Oda, ma si
ritrovò a dover trascinare l’amico e
l’animale a
casa.
Lei si distese comoda sul suo petto. Il
pelo
punzecchiava e il suo respiro sul collo gli faceva il solletico, ma era
felice che stesse bene.
“Com’è?” chiese Hikaru,
appoggiandosi al muro.
“Puzza. - il sorriso sul volto
tradiva il tono
lamentoso di Kazumasa - Ma è calda. Grazie...”
Clack! Si
sentirono delle voci preoccupate nel corridoio. Rumori di passi
affrettati per le scale. Una persona dal camice bianco e una valigetta
stava salendo, assieme ai genitori di Oda.
“Sono arrivati!”
esclamò Hikaru. “Vedrai che andrà tutto
bene.”
N.A.: Ehilà!
Sono tornata per augurarvi buone feste con questa shottina H/C che volevo condividere anche fuori dal gruppo Facebook :) Quindi Buon Natale, Buon Anno e tante cose belle, fandom! Ci rivediamo nel 2019! :)