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Autore: Symphonia    19/12/2018    2 recensioni
Evitò di assillarlo con altre lamentele sui brividi: ora che Hikaru aveva lasciato la stanza, voleva solo addormentarsi. E ci stava quasi riuscendo. Era diventato tutto molto silenzioso. Poteva sentire giusto il crepitio della fiamma — era un torpore così rilassante... finché qualcosa atterrò sul suo ammasso di coperte.
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☆ La fanfiction partecipa all’iniziativa “HURT/COMFORT ADVENT CALENDAR 2018!” del gruppo Facebook Hurt/Comfort Italia
| Prompt: 53. Tormenta di neve | Personaggi: Kazumasa Oda, Matsuyama Hikaru | Parole: 728 |
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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snow fox

       

        ☆ La fanfiction partecipa all’iniziativa “HURT/COMFORT ADVENT CALENDAR 2018!” del gruppo Facebook Hurt/Comfort Italia

         Prompt: 53. Tormenta di neve

        ☆ Fandom: Captain Tsubasa

        ☆ Personaggi: Kazumasa Oda, Matsuyama Hikaru

        ☆ Parole: 728

 



Snow  Fox




 

 

    Spifferi bianchi. Fischi continui facevano battere le lastre. Il vetro opaco lasciava passare solo una fioca luce grigiastra. Oltre ad esso, uno sfondo che pareva una foto monocromatica.
    Le dita tremanti afferrarono debolmente il lembo della coperta. Se la tirò su fino al naso. Avrebbe voluto portarsela fin sopra la testa e raggomitolarcisi sotto, ma uno strattone la riportò giù.
    Confusione.
    

    Sfocata.   
    

    Un paio di braccia lo rimboccarono per bene, fino a farlo diventare un bozzolo - o una mummia imbottita da coperte. Un borbottio. Un rimbombo che imponeva: “Faccia libera. Devi respirare.”
    Oda sbuffò. Detestava quando il capitano diventava perentorio. Tuttavia era fatto così: quando si preoccupava e al tempo stesso era arrabbiato, diventava più glaciale della bufera che stava dirompendo fuori.
    “Sei veramente uno stupido.” brontolò Matsuyama, buttando la legna nella stufetta. Un gesto rapido, che non conosceva pietà.
    Prese le tazze —— ma non batterono sul tavolo. Anzi, le adagiò con cura. Versò il tè. Il rumore caldo sembrava averlo calmato.
    Quando Kazumasa lentamente voltò la testa, trovò l’amico ipnotizzato sulle tazze. Gli dava la schiena. Le spalle si alzarono e si abbassarono al suono di un respiro profondo, rilassato. Non sembrava dovesse esplodere di rabbia o chissà cos’altro.
    Tranquillo.
    Tuttavia, Hikaru non era tranquillo. Stava osservando il proprio riflesso: il volto di un bambino scavato dalla preoccupazione. E anche se le sfumature dell’infuso non glielo potevano mostrare, sapeva di avere le lacrime agli occhi. Sospirò.  Tra un cucchiaino di zucchero e una bustina di tè, trovò il momento per passarsi una mano sulla faccia.
    “C’è qualcosa che non va, capitano?” mormorò Oda.
    Qualsiasi tipo di calma che Hikaru avesse accumulato in quei minuti, era ormai buttata alle ortiche.
    “Come?!” sbottò “Dimmi come ti è saltato in mente di inseguirla nel bosco!!”
    “N-N-Non era nel fitto del bosco...” si giustificò, sorseggiando lentamente. Un tremolio accompagnava le dita che accarezzavano la tazza. Un sollievo caldo. “Sta... stava d-d-dietro casa, pra...ti...ca...mente.”
    La risposta debole fece sussultare Matsuyama. Sbiancò nel vedere Oda addormentarsi. Gli tolse di scatto la tazza fumante dalle mani - con qualche mugolio di protesta.
    “Tenerlo al caldo.” pensò. Nevrotico, gli rimboccò le coperte. “Papà mi ha sempre detto che tenersi al caldo è la soluzione migliore. Caldo... Caldo — stufa.”
    Pesante. “Stufa — tè.”
    Rumoroso. “Tè — caldo — coperta.” Sembrava quasi che lo facesse apposta a fare tutto quel baccano, mentre camminava in giro per la stanza alla ricerca qualcosa. “Armadio! Armadio-armadio-armadio.” Bu-bum - e aprì energicamente le ante, quasi le volesse spaccare.
    “Vuoi un’altra coperta?”
    Chiederlo era solo una formalità, ma doveva tenerlo sveglio. Oda annuì debolmente: “Ho freddo.”
    “Dai, dai.” lo incitò, avvolgendolo. “Hai smesso di avere le labbra blu, ti riprenderai presto.”
    L’amico abbozzò un sorriso.

 

***

 

    Evitò di assillarlo con altre lamentele sui brividi: ora che Hikaru aveva lasciato la stanza, voleva solo addormentarsi. E ci stava quasi riuscendo. Era diventato tutto molto silenzioso. Poteva sentire giusto il crepitio della fiamma — era un torpore così rilassante... finché qualcosa atterrò sul suo ammasso di coperte.
    Kazumasa spalancò gli occhi. In un sussulto si mise quasi a sedere, ma — un muso rossastro gli si parò contro. Lunghi baffi, seguiti da una morbida sfumatura bianco-rossastra fu tutto ciò che vide; una perfetta fusione tra i colori dell’autunno e quelli dell’inverno. Quando mise a fuoco, la notò meglio mentre cercava di insinuarsi sotto le coperte. Le accarezzò la zampa, notando che era stata fasciata.
    Una volpe.
    La sua volpe. Quella che aveva trovato nel boschetto oltre il campo di suo padre; era ferita e si era quasi congelato nel portarla a casa. Aveva avuto la fortuna di ritrovare Matsuyama mentre tornava a casa da un altro dei suoi strazianti allenamenti. O meglio: l’intento di Matsuyama era quello di rifugiarsi a casa degli Oda, ma si ritrovò a dover trascinare l’amico e l’animale a casa.
    Lei si distese comoda sul suo petto. Il pelo punzecchiava e il suo respiro sul collo gli faceva il solletico, ma era felice che stesse bene.
    “Com’è?” chiese Hikaru, appoggiandosi al muro.
    “Puzza. - il sorriso sul volto tradiva il tono lamentoso di Kazumasa - Ma è calda. Grazie...”
    Clack! Si sentirono delle voci preoccupate nel corridoio. Rumori di passi affrettati per le scale. Una persona dal camice bianco e una valigetta stava salendo, assieme ai genitori di Oda.
    “Sono arrivati!” esclamò Hikaru. “Vedrai che andrà tutto bene.”

 

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    N.A.: Ehilà!
    Sono tornata per augurarvi buone feste con questa shottina H/C che volevo condividere anche fuori dal gruppo Facebook :) Quindi Buon Natale, Buon Anno e tante cose belle, fandom! Ci rivediamo nel 2019! :)

   
 
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