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Autore: MaryFangirl    20/12/2018    4 recensioni
A seguito di un affare difficile che si è concluso bene, una cliente propone alla nostra coppia di sweeper di ringraziarli con un soggiorno con tutte le spese pagate in uno dei suoi numerosi hotel. Tutti i nostri amici vi si ritrovano e Ryo decide finalmente di far avanzare le cose, ma un evento interromperà tutti i suoi progetti insieme alle parole della sua bella che gli daranno da pensare.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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"Ho...cosa...ma insomma...io non ho..." si mise a balbettare Mick, completamente sopraffatto e soprattutto colto alla sprovvista.
Cos'aveva appena detto Ryo? No, impossibile, faceva fatica a capire ciò di cui il suo amico lo stava accusando, eppure...la sua reazione non mentiva. Kaori non aveva potuto dirgli una cosa del genere. Non l'avrebbe mai fatto...eppure...
Ryo gli stava tagliando le gambe, lasciandolo senza voce, il tempo che il suo cervello assimilasse quella notizia.
Mick era completamente sconcertato. Come erano arrivati a quel punto di non ritorno? E soprattutto perché? Cos'aveva spinto Kaori a fare quella scelta? Doveva calmarsi e cercare di far ragionare il suo amico. La situazione stava peggiorando nel corso di lunghi secondi e minuti. Doveva riprendersi, velocemente, molto velocemente.
"Certo è una cosa che ho sognato" si difese questo, "è una delle mie più grandi fantasie, ma non si è spinta mai oltre, non è mai andata oltre che nella mia testa, proprio come te con Kazue. E osa dirmi che non ci hai mai pensato!"
Nonostante la pesante stanchezza e i muscoli indolenziti iniziassero a farsi sentire, Ryo aumentò la pressione attorno al collo di Mick. Mick allora realizzò attraverso lo sguardo che Ryo credeva in quello che diceva. Pensò molto rapidamente, cercando di trovare una spiegazione all'accusa, ma non gli venne in mente niente. Poteva essere...no!
Mick soppresse un brivido che gli attraversò la spina dorsale, un brivido che non sfuggì a Ryo, ma che non sapeva quale significato attribuirgli.
Un brivido d'orrore per essere stato smascherato dopo avergli gettato la verità in faccia.
Un brivido di stupore per le parole pronunciate, che tradiva la sua innocenza.
Mick riacquistò la calma e cercò di liberarsi dalla presa di Ryo, ma lui non voleva lasciarlo andare. Non voleva lasciarlo sfuggire dal suo sguardo e dalla discussione, o meglio, dalle accuse di cui era soggetto e dalla verità. Ryo interpretava così il suo atteggiamento, sentiva l'impulso di Mick ad allontanarsi come una fuga, quando invece gli doveva una spiegazione. Una fuga per riprendere fiato perché Ryo lo stava strangolando ma soprattutto per cercare di prendere tempo. Il ginocchio gli faceva terribilmente male, ma lui resistette nonostante il dolore pulsante. Non l'avrebbe lasciato andare prima che quella faccenda fosse stata chiarita. Allora Mick lo affrontò, coraggioso e temerario, immergendo i suoi occhi seri in quelli quasi omicidi del suo amico mentre gli copriva le mani per fargli mollare la presa.
"Tu eri mio amico e hai osato...hai osato scopare con Kaori e tradirmi?" disse Ryo con la mascella contratta per la rabbia.
Ripeterlo gli faceva male. Aveva finalmente detto le parole tanto desiderate e temute da Mick, così da poter essere ascoltato da tutti. Era estremamente doloroso per lui che quella sordida rivelazione fuggisse dalle sue labbra perché, per Ryo, tutto ciò era indecente, tutta quella storia era indecente, piena di bugie e tradimenti.
"Sei andato a letto con Kaori quando ti eri lasciato con Kazue. Kaori mi ha detto tutto, è inutile negare" disse stringendo la pressione delle mani contro la sua camicia. Il respiro di Ryo era pesante e spasmodico e i suoi occhi erano fiammeggianti. I suoi occhi trasudavano non più e non meno che odio, un odio devastante che aveva solo bisogno di essere esteriorizzato.
"Cosa stai insinuando...?" chiese Mick con voce calma mentre la sua espressione di stupore sparì completamente, lasciando il posto a un viso più serio ed ermetico.
Mick si rese conto che non poteva uscire da quella faccenda senza correre il rischio di esserne ferito, sia lui che la sua vita di coppia. La fuga era impossibile, Ryo era il più grande tra gli sweeper, come potersi comportare con uno sweeper implacabile, anche se era più indebolito rimaneva molto forte, troppo forte. ,
Se la difesa non funzionava, doveva contrattaccare in un altro modo. Nell'arte della guerra si sapeva che la migliore delle difese era l'attacco, e aveva solo quella soluzione a disposizione.
"Che hai avuto un'avventura di una notte con Kaori! Una notte veloce, conoscendoti" disse con tono pieno di sarcasmo.
"Aspetta, come puoi dire una cosa del genere?" Mick lasciò le sue mani e gliene appoggiò una sul petto per calmarlo ma anche e soprattutto per allontanarlo. "Non sono andato a letto con Kaori, non so perché te lo abbia detto, ma avrà sicuramente avuto una buona ragione, sì, doveva avere una buona ragione"
La voce di Mick era sicura così come il suo tono di voce. Era difficile per Ryo sapere se stesse mentendo o se stesse dicendo la verità. Niente nel suo atteggiamento usciva dalla normalità, nulla lo tradiva, nulla trasudava.
"Dovrai chiarirti con lei. E anche se l'avessi fatto, cosa ti importerebbe, non siete una coppia. Non fai che gridare ad alta voce che lei è l'unica al mondo che non ti interessa! Allora, dimmi, cos'è che ti dà fastidio?" gli chiese, con aria di sfida, senza agitarsi. Ryo era terrificante, ma anche lui era uno sweeper di pari livello, difficile da intimidire.
"Mick, stai zitto!" urlò Ryo con voce sibilante, contenendo a fatica il bagliore rabbioso che aveva negli occhi.
"Sei talmente geloso da non provare nemmeno a conoscere la verità. Eppure sei un detective, il tuo compito è raccogliere informazioni prima di emettere un giudizio e un parere finale. Ti accontenti di quello che ti viene detto, ma secondo quali fatti, Ryo? Cos'è che ti infastidisce nel fatto che Kaori possa frequentare altri uomini? Il vero problema è che si tratta di me? Confessa! Non è affare tuo!" gli disse senza battere ciglio.
"Hai il coraggio di chiedermi perché mi dà fastidio?"
"Sì, cosa ti dà fastidio nell'idea di me e Kaori che facciamo l'amore? Nell'idea che lei possa frequentare un altro uomo?"
"Perché tu lo sai meglio di chiunque altro..." Ryo strinse la pressione che esercitava intorno al suo collo. "Lo sai..."
"So cosa? Dillo!"
"Lo sai..." gli occhi di Ryo erano neri, sporgenti e insanguinati e mostravano a che punto Mick lo stava spingendo. Perché voleva farglielo dire, perché insistere, perché costringerlo a dire quelle parole?
"No, non lo so! Non me l'hai mai detto!"
Mick lo spinse al limite, lo sfidava perché voleva sentire dalla sua bocca i veri motivi per cui era in quello stato di rabbia. Si fissarono l'un l'altro cercare di perforare l'oscurità che possedeva entrambi i loro sguardi. Ryo indugiò sul suo respiro, sull'espressione dei suoi occhi, sui suoi gesti ma nulla tradiva Mick, era perfettamente in grado di mostrare un grande controllo, cosa che non avveniva in Ryo, immerso nella rabbia e nel dolore. In quel momento, non aveva più nulla del grande sweeper, era un uomo, un semplice e ordinario uomo sopraffatto dai suoi sentimenti.
Di fronte alla replica del suo amico, Ryo serrò le mani attorno al suo collo e cominciò a piantare le dita attorno alla gola del suo ex partner. Mick aveva appena superato i limiti e lui aveva terminato la pazienza. Insinuava indirettamente di aver fatto bene e che la cosa non la riguardava, che lui non aveva voce in capitolo. Lui, che sapeva meglio di chiunque altro che l'amava oltre ogni ragionevolezza, fino a morirne, come poteva infierire, agendo in quel modo alle sue spalle, conoscendo i sentimenti che provava per la sua partner?
"Su cosa ti basi per dire una cosa del genere? Sulle parole di una donna disperata alla deriva da più di 20 ore, colpita dal sole" chiese Mick, soffocando.
"Non faccio che basarmi sulle parole e sulle rivelazioni di Kaori, giungendo alla conclusione" rispose Ryo stringendo i denti per lo sforzo che stava compiendo.
"Vuoi uccidermi Ryo..." chiese Mick a corto di fiato, con la respirazione a scatti, "Fallo", lo sfidò con difficoltà. "Non è questo il modo con cui potrai eliminare la rabbia e il dolore che ti stringono il cuore. Perché è il tuo cuore ad esserne toccato e a sanguinare, Ryo, e fa male, non è vero? Il dolore dei mortali, quello che ti rende un uomo comune, il più ordinario che ci sia. Chi l'avrebbe creduto! Tu e Kaori non siete una coppia, in base alle ultime notizie, quindi va a letto con chi vuole. Io non l'ho fatto, non farei mai una cosa così ad un amico. Mi conosci molto male se pensi che potrei essere capace di una cosa del genere" rispose Mick con voce dura. Mick sperava di riuscire a far ragionare il suo amico, voleva convincerlo della sua innocenza, ma per quello doveva crederci lui stesso...
Fuori dalla stanza, era troppo per Kazue che sentiva che le sue gambe non l'avrebbero più sostenuta. Si voltò senza rendersi conto di quello che stava facendo, voleva solo scappare da quel corridoio e soprattutto da Mick. Andare all'esterno dell'edificio perché cominciava a soffocare. Le parole di Ryo continuavano a risuonare nella sua testa e nel suo cuore. Di tutto ciò che era stato detto, aveva impressa solo una cosa: il tradimento di Mick. Era andato a letto con Kaori, la sua migliore amica. Si voltò lentamente e si trovò faccia a faccia con Kaori, che resto in silenzio di fronte alle lacrime della sua amica. La fissò per lunghi secondi, poi la prese per mano e la tirò dietro di lei. Anche lei aveva assistito alla discussione dei due uomini dalla soglia, dietro Kazue. Questa era così sconvolta che la lasciò fare, incapace di reagire. Avrebbe dovuto essere arrabbiata, avrebbe dovuto sentirsi tradita, avrebbe dovuto gridarle addosso e liberarsi dalla sua presa, avrebbe dovuto schiaffeggiarla, rifiutarsi di seguirla, ma lo sguardo dolce e rassicurante di Kaori la lasciò incapace di reagire. Kaori le sorrise e fu sufficiente a calmare la tempesta che si stava svegliando in lei. Qualcosa nel profondo dei suoi occhi la spinse a seguirla senza opporre alcuna resistenza, senza correre via, come avrebbe voluto fare, senza farle domande. Con l'altra mano, Kaori si asciugò le lacrime rimaste agli angoli degli occhi per i dolorosi ricordi di ciò che era successo, poi entrò nella stanza di Ryo seguita da Kazue, ancora sconvolta per quanto detto. Videro i due uomini pronti a uccidersi a vicenda.
"Ryo, lascia Mick! Subito!" la voce sommessa di Kaori si udì nel profondo silenzio che avvolgeva la stanza, risuonando comunque un po' autorevole. Sembrava calma e serena in apparenza, in terribile contrasto con ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi e con l'atteggiamento dei tre protagonisti in quella stanza. La tensione era palpabile e l'aria elettrica.
I due uomini girarono la testa nella sua direzione nello stesso momento, e Ryo allentò un po' la pressione che esercitava sul collo del suo amico quando vide Kaori. Era pallida, le sue labbra erano secche e screpolate, il sole non l'aveva risparmiata, per non parlare degli occhi cerchiati e stanchi. Aveva le guance arrossate a causa del sole e dell'acqua salata del mare che l'aveva fatta grattare, in tremendo contrasto col pallore del resto del viso. Era lì davanti a lui e non sembrava essere ferita. Sentì un immenso sollievo nel vederla di fronte a lui perché lo rassicurò sulle sue condizioni, ma anche un freddo interiore che gelò tutta la gioia provata al momento. L'attesa era stata lunga e il dolore lo aveva rosicchiato dentro.
Alla vista di Kazue, Mick si alzò in preda al panico. Vide che Kazue aveva pianto, e non osava guardarlo, evidente segno che aveva paura di scoprire la verità. Era turbata, sconvolta. Era in piedi dietro Kaori, che ancora la teneva per mano, le sue dita si intrecciarono a quelle dell'altra e il suo cuore batteva forte. Tentò di regolare il respiro per calmarsi. Kazue rimaneva immobile, dritta come uno stoccafisso, con le spalle abbassate e la testa verso il pavimento, per assicurarsi di non incontrare lo sguardo del suo uomo, attendendo perplessa il resto degli eventi. Voleva guardarlo per rassicurarsi, ma aveva paura di vedere tutta la sua colpa, paura di scoprire il suo tradimento e soprattutto paura di capire che tutto quanto era la pura verità.
"Kazue, guardami, per favore!" la implorò Mick di fretta, con voce leggermente tremante e lo sguardo spaventato dalla sua mancanza di reazione. A vedere il suo stato e il suo rifiuto di guardarlo negli occhi, era ovvio che avesse assistito a una buona parte del loro scambio. La loro relazione era a rischio. In quel momento, era come se lei lo respingesse, e faceva male.
"Ryo, per favore, lascialo andare!" si alzò di nuovo la voce morbida ma sicura di Kaori.
Lui allentò piano le dita prima di togliergli le mani dal collo con un gesto improvviso, facendolo sotto lo sguardo brillante di Kaori. Aveva pianto. Lei aveva creato quella situazione, toccava a lei disinnescarla e riportare tutto alla normalità. Cosa non avrebbe dato per tornare indietro, spazzare via la scena del conflitto che era stata lei a creare? Tornare indietro per cancellare tutto, cancellare tutto per ricominciare da capo in modo diverso, ricostruire quella parte della loro vita che li aveva fatti vacillare verso la rottura, su quella boa perduta in mezzo all'oceano. Sì, tornare indietro di qualche giorno, ma ovviamente era impossibile.
Poteva solo incolpare se stessa, era stata l'istigatrice di quel caos. Era l'unica responsabile, l'unica responsabile del dramma, e in quel momento erano altri a pagare per i suoi atti e le sue parole.
"Sei venuta a difendere il tuo amante" disse Ryo bruscamente, lanciandole un'occhiata fredda. Poi si rivolse a Kazue e la guardò con desolazione. "Mi dispiace che tu l'abbia scoperto così, Kazue"
Le cose cominciavano davvero male per Kaori. Cercò di mantenere la calma, tanto nell'atteggiamento quanto nell'aspetto, nel tono di voce e nelle parole. L'immagine che dava era quella di una superficie liscia, mentre all'interno c'era un vulcano, un panico assoluto, un insieme di crepe. Prima o poi sarebbe esplosa. Le sue guance impallidirono al termine 'amante' mentre le sue forze diminuivano in vista della battaglia che incombeva e che avrebbe dovuto condurre. Si stava preparando mentalmente per un enorme litigio, il più grande che la loro relazione avesse conosciuto fino ad allora.
"Kazue, te lo giuro su ciò che ho di più caro, non ti ho mai tradito" confessò Mick con tono supplichevole. Doveva credergli. Per tutto il tempo in cui erano stati insieme, non le era mai stato infedele, nemmeno una volta, anche se usciva tardi la sera per fare un giro dei bar.
Lo sguardo supplichevole che Mick lanciò a Kaori la emozionò. Per colpa sua, aveva tormentato entrambi. Ryo non apprezzò quello scambio complice perché ne era escluso. Generalmente quel tipo di sguardo lei lo riservava a lui, ma non quella volta, il che denotava un cambiamento verificatosi tra loro, e l'affinità che si era creata tra lei e Mick.
Kazue guardò Kaori e affondò il suo sguardo supplicante nel suo. Kaori era sua amica, non riusciva a credere che fosse capace di una cosa del genere, anche se allora lei aveva lasciato Mick...
Il silenzio di Kaori divenne sempre più pesante per tutti e per Kazue era pressante. Kaori si limitò a guardare Ryo senza fare un solo gesto, mentre pensava a quello che avrebbe potuto dire loro, dire a lui, misurando ciascuna parola che avrebbe usato in modo che non potesse essere riutilizzata contro di lei, per non ferire nessuno. Ma non ne aveva bisogno, la sola verità sarebbe stata necessaria per distendere l'atmosfera, solo la verità sarebbe servita per riconciliare tutti, ma poteva davvero rivelarla? Di fronte al suo silenzio, Ryo si voltò, voltò completamente le spalle a Mick e fece due passi per mettere distanza tra loro, ma soprattutto tra lui e Kaori. Ora le stava voltando le spalle, eppure Kaori non distolse lo sguardo dalla sua schiena, dalle sue spalle ampie e quasi arcuate, da quel corpo robusto e forte per cui lei si era battuta oltre ogni ragionevolezza. Era meglio rivelargli una volta per tutte la verità, ora, anche se solo una parte della verità. Come affrontare l'argomento? No, non poteva, li avrebbe lacerati ancora di più. Come dirgli allora che non sapeva nemmeno cos'era successo quella notte?
La reazione di Ryo le mostrava che non era ancora pronto ad ascoltare la verità, e vedendo l'angoscia di Kazue, si rese conto che nonostante si fossero riuniti, la loro coppia era ancora fragile. No, doveva rimanere nella negazione per il bene di tutti.
"Kaori, parla, spiega loro perché l'hai detto, le ragioni che ti hanno spinta"
"Mick..." disse Kaori piano, senza preoccuparsi di guardarlo e senza distogliere lo sguardo da Ryo. Osò dare una rapida occhiata a Mick e il suo sguardo le diceva, 'Kaori, tirami fuori dal casino in cui mi hai messo'.
I suoi occhi la imploravano. Aveva ritrovato Kazue, erano di nuovo insieme, e non voleva perderla una seconda volta. Lui, il super sweeper, era sopraffatto dagli eventi. In quel momento si sentiva un miserabile.
"Tesoro, ti giuro che..." avanzò verso Kazue con passo esitante e volle prendere la sua mano, ma lei si ritrasse e di fronte a quell'atteggiamento di rifiutò, lui tacque. Poteva leggere negli occhi della sua infermiera la tristezza ma soprattutto il dubbio, e non lo sopportava. Se c'era una cosa che voleva, era che lei non dubitasse dell'amore che provava per lei.
"Traditi dai nostri amici. Ci avete davvero preso per due imbecilli"
"Per parlare di tradimento, prima ci deve essere una coppia, Ryo, e da quanto so, io e te non siamo una coppia, quindi non capisco la tua reazione che è più che eccessiva"
"Non capisci la mia reazione" ripeté lui, stringendo i pugni.
Ryo rimase ferito, non erano una coppia, ma aveva infine deciso di rimediare. Anche se non condividevano lo stesso letto, erano una coppia dal punto di vista professionale e privato. Non era forse vero che lui si asteneva dal spingere il flirt troppo oltre, per rispetto verso di lei, ma soprattutto perché nessuna riusciva a soddisfarlo? Lei era incisa nel suo corpo e nel suo cuore, al punto da non riconoscere nelle altre donne le passioni e gli impulsi che lei sola poteva suscitare e far nascere in lui.
"Sì, non capisco la tua reazione" insistette lei.
"Kaori...così pudica e timida" la schernì. "La piccola santa illibata, sei brava a nasconderti. In fondo non sei diversa da tutte quelle donne da una notte che frequento per una bottarella. È vero, in fondo era tutto ciò che volevi, una bottarella rapida alle spalle, senza essere vista, senza che lo si sapesse"
Sentendolo, il sangue di Mick ribollì e lo costrinse a stringere il pugno. Ryo andava oltre i limiti. Entrambi conoscevano perfettamente Kaori da sapere che non era quel tipo di donna.
"Ryo, stai esagerando" disse Mick, stringendo i pugni di fronte alla mancanza di rispetto per Kaori. La rabbia e la gelosia lo accecavano, e tutto ciò che voleva era ferirla, farla soffrire come aveva fatto lei.
"Il prode cavalier Angel che difende la sua amante"
"Lascia stare Mick, sono abituata, è da sei anni che faccio pratica a questo gioco di insulti, tormenti e svilimenti incessanti"
Kaori, alle parole offensive del suo partner, riempì la distanza che li separava. Lui voleva ferirla e aveva raggiunto il suo scopo con quella risposta. Sembrava di gareggiare quasi a chi ferisse l'altro di più e in quel gioco Ryo eccelleva a differenza di Kaori, aveva alle spalle sei anni di pratica incessante e quotidiana. L'umiliazione stava lì, nel paragone con quelle donne di poca virtù che lui era solito frequentare per una sola notte. Ancora una volta le dimostrava che era maestro nel demolire una persona. Sì, aveva il dono di sminuirla al massimo semplicemente con le parole. Voleva urlargli e sbattergli un bel martellone addosso per far calare la pressione, oltre che per punirlo delle sue parole. L'angoscioso stress che continuava a crescere in lei stava per esplodere. Fece ciò che il suo cuore le disse in quel momento. Sollevò la mano e gli diede un terribile schiaffo che gli gettò il viso di lato, spazzando i capelli che gli ricaddero sul viso.
"Non ho fatto nulla di cui dovermi vergognare, contrariamente ad altri, non ho fatto nulla di ciò che mi accusi, e anche se l'avessi fatto non avresti il diritto di trattarmi così, ancora meno giudicarmi. Tu che non fai che ricordarmi che siamo solo partner di lavoro, e io sono una partner per la quale non hai rispetto. Tu puoi scopare a destra e a sinistra come ti pare, io invece devo indossare la cintura di castità. Anche se fosse successo, non ti riguarderebbe affatto, quindi non vedo il motivo di questa scenata. Non ti devo alcuna spiegazione, nessuna giustificazione. Non sono niente per te, quindi perché questa reazione eccessiva?"
In quel momento Ryo si rese conto di averla davvero ferita. Poi mise la mano sulla guancia dolorante e l'accarezzò, lentamente alzò la testa per affrontare il volto devastato dalle lacrime della sua partner. L'informazione finalmente raggiunse il suo cervello. Cosa gli aveva detto? Che non era andata a letto con Mick, non l'aveva detto chiaramente ma a parole sue. Non ci capiva più niente.
"Kazue, Mick ti ama, non ti farebbe mai una cosa del genere. Non dubitare del suo amore, mai. Non hai idea di quanto sei fortunata! Ti invidio" la voce di Kaori si ammorbidì di nuovo, ma la sua rabbia non si era placata. Disse tutto senza distogliere lo sguardo da Ryo, che per la prima volta si arrabbiò con se stesso per averle detto quelle cose orrende. Lei era sincera, il suo sguardo era traboccante di sincerità ma anche di tristezza. In quel momento, la tristezza e la delusione erano riflesse nei suoi occhi, oltre al dolore. Decisamente, non sarebbe cambiato mai.
"Perché?" fu l'unica parola che uscì dalla bocca di Ryo. Riassunse la situazione in cui erano tutti immersi.
"Tu avevi mollato, Ryo, ti eri arreso, ti eri rassegnato a morire. Mi hai lasciato sola. Sapevo che da sola non avrei avuto alcuna possibilità, in due siamo sempre più forti, quindi ho fatto l'unica cosa che sembrava ovvia e saggia al momento. Ti ho mentito. Ti ho detto di essere andata a letto con Mick. Sì, te l'ho detto, e se dovessi rifarlo, lo rifarei. Sapevo che dicendolo ti saresti arrabbiato, arrabbiato con Mick. E non mi sono sbagliata, per te è stato un buon motivo di ribellione. Dal momento in cui il tuo cervello ha assimilato l'informazione, sei tornato a combattere, e solo per poter regolare i conti con Mick. Sapevo che ti saresti arrabbiato abbastanza da desiderare di lottare solo per poterti vendicare e ucciderlo. Era rischioso ma ha funzionato oltre le mie aspettative. Ti conosco bene come tu conosci me"
Kaori si fermò e con la mano si asciugò le lacrime prima di riprendere.
"Ti sei messo a nuotare per Mick e non per me, sei salito su quella boa per Mick, non per me. Tu pensi di soffrire! Hai una vaga idea del mio dolore e della mia sofferenza quando ti sei arreso, quando mi hai abbandonata? Mick ti ha spinto a combattere, a sopravvivere, mentre per me hai rinunciato, io non ci ero riuscita"
Rendendosi conto che stavano vivendo un momento d'intimità, Mick prese Kazue per mano. Lei alzò la testa e incontrò lo sguardo amorevole e tenero del suo uomo. Lui fece un cenno del capo per dirle che dovevano lasciarli soli per risolvere il loro fraintendimento. Ora che l'equivoco era stato chiarito, non avevano nulla da fare lì. Anche loro dovevano spiegarsi. Lui strinse la sua mano ed entrambi lasciarono la stanza, lasciandoli soli di fronte ai loro cuori lividi.
"Come hai potuto lasciarmi sola, Ryo? Mi hai abbandonato dopo che avevi promesso che non l'avresti mai fatto" si diresse verso di lui. Era arrabbiata e la collera era diretta a una sola persona. Sì, era davvero furiosa, perché lui si era arreso, aveva mollato, era furiosa perché l'aveva lasciata indietro. Si mise a picchiargli il petto mentre urlava contro di lui. Ryo finalmente realizzò quello che le aveva fatto vivere. L'aveva abbandonata non a lungo, ma abbastanza da farla sprofondare nel panico totale. L'aveva lasciata sola, e anzi, in preda a un'orda di squali affamati.
"Come hai potuto farlo? Quindi ti interesso così poco, Ryo. Senza di te la mia vita non ha interesse"
Più lei piangeva, più lo picchiava forte. Lui le lasciò sfogare la rabbia che aveva accumulato, ma anche la paura che riversò fino ad esaurirla, collassando contro di lui.
"Perdonami, Kaori!"
Per la prima volta in vita sua implorava il perdono, riconosceva i suoi torti.
"Oh, no! È troppo facile, Ryo" rispose lei, accigliandosi. "Non pensare che te la caverai così facilmente. Ti odio per avermi abbandonato" riuscì a dire con un ultimo singhiozzo.
I loro corpi scivolarono a terra e Ryo le bloccò entrambe le braccia per calmarla. La premette a sé nonostante Kaori non volesse lasciarsi andare, ma lui era più forte. La cullò per lunghi minuti mentre le accarezzava i capelli.
Lei aveva fatto tutto per lui, perché vivesse. Aveva agito solo nel suo bene, privilegiando la sua vita prima della propria. E lui, povero idiota, non aveva fatto altro che urlarle addosso e tenerla a distanza. Lei si era comportata in modo eroico: gli aveva dato una ragione per vivere non riuscendo a farlo vivere per lei. Lo conosceva sicuramente meglio di chiunque altro, meglio di quanto lui conoscesse se stesso. Aveva trovato la ragione perfetta per fargli desiderare di vivere, per superare la sofferenza e i suoi limiti. E lui, da asino che era stato, non aveva capito, aveva abboccato all'esca che lei gli aveva teso.
"Sono solo un idiota" disse, abbassando la testa di fronte alla sua stupidità e stringendola maggiormente, dimenticando il dolore al ginocchio che stava piegando.
Rimasero per lunghi minuti nel massimo del silenzio ritmato dal pianto di Kaori e dai rimpianti di Ryo. Era certo, non la meritava. Sapeva solo farle del male e ferirla. Lei gli aveva salvato la vita, aveva combattuto per entrambi quando lui si era rassegnato. Avrebbe avuto difficoltà a farsi perdonare. Non riusciva a staccare gli occhi dalla sua schiena curva, che accarezzò dolcemente. Il pianto di Kaori alla fine si tranquillizzò, diventando meno eccessivo, e alla fine si addormentò tra le braccia protettive di Ryo. Lentamente lui la sollevò con difficoltà a causa della sua gamba e riuscì a condurla sul suo letto, dove l'appoggiò dolcemente. Le tolse una ciocca di capelli dal viso e le accarezzò la guancia per asciugarle i solchi lasciati dalle lacrime. Si sedette su una poltrona e la guardò dormire.
 
 
Mick, una volta uscito dalla stanza di Ryo, condusse Kazue fuori dalla clinica, vicino allo stagno. Un lungo silenzio avvolse entrambi, nessuno osò guardare l'altro. Fu Mick che decise di parlare per primo. Guardò l'acqua e il riflesso del cielo sullo specchio del laghetto. Si mise le mani nelle tasce e si lanciò, dopo un profondo respiro.
"Kazue, non ti ho mai tradita, non tradirei mai il nostro amore"
"Lo so"
"Sei arrabbiata"
"Per un momento sì"
"Non so perché Kaori glielo ha detto"
"Io lo so! Glielo ha detto perché lo ama e voleva salvarlo. Gli ha dato l'impulso di combattere, una ragione per non arrendersi, anche se non la migliore. La capisco, avrei fatto lo stesso al suo posto"
"Non sei arrabbiata con lei?"
Si girò lentamente e lo guardò.
"No!"
"E con me?"
"Nemmeno!"
Lui si avvicinò a lei e le sollevò il mento con la mano per immergere gli occhi nei suoi. Le prese l'altra mano e se la mise sul cuore.
"Allora tra noi è tutto a posto?"
"Sì, è tutto a posto" rispose lei timidamente e con voce calma.
"Quando ti ho vista entrare nella stanza di Ryo in lacrime, ho pensato di averti prso"
"Non mi perderai se rimarrai onesto con me, leale e fedele"
"Ti amo, Kazue"
"Ti amo anch'io Mick"
"Non ti lascerò più andare via da me"
"Non mi allontanerò più da te"
Si sciolse sulle sue labbra e la baciò languidamente finché non mancò loro l'ossigeno. Mick si allontanò lentamente dalla sua donna e appoggiò la fronte alla sua.
"Come credi che stia andando lì?" osò chiedere lei.
"Non lo so. Spero solo che Ryo capisca perché lei l'ha fatto e che Kaori gli perdonerà un'altra volta le sue parole"
"Perché deve essere sempre così complicato con loro?"
"È Ryo, non cambierà"
"Mi dispiace anche per Kaori. Lui non ha avuto la forza necessaria di continuare a lottare per lei, ma è sopravvissuto per vendicarsi di te. Lo trovo triste"
"Non giudicarlo troppo in fretta. Non sappiamo ancora cosa sia successo veramente. Penso soprattutto che abbia pensato di salvarle la vita, ha pensato solo a lei"
"Spiegati"
"Visto che era stato morso, sapeva che era solo questione di tempo prima che gli squali passassero alla carica. Io al suo posto avrei fatto di tutto per allontanarmi e conoscendo Kaori e la sua testardaggine, lei non avrà mollato facilmente. Lui ha dovuto rassegnarsi perché lei rimanesse insieme, ma con le sue ferite doveva essere difficile rimanere svegli. Ha dovuto pensare che, se lei fosse rimasta con lui, l'avrebbe uccisa"
"Spero di non vivere una situazione del genere. Invece di unirli, li ha separati"
"Non credo, amore mio. In questo momento penso che Ryo stia riflettendo molto e capendo che per lui Kaori sarebbe capace di un sacco di cose. Diventerà consapevole dell'amore che lei prova per lui. Non poteva capitare di meglio. Spero che lo farà svegliare per aprirle il suo cuore"
"Forse dovremo andare a vedere cosa sta succedendo"
"No, lasciamoli soli! Li vedremo domani"
"Torno al lavoro allora"
Stava per allontanarsi da lui, quando lui l'afferrò per la vita e la riportò a sé per baciarla languidamente.
"Non voglio lasciarti, amore mio"
"Nemmeno io voglio andarmene, ma devo farlo"
"Non hai dieci minuti?"
"Ti basteranno?" disse lei, alzando le sopracciglia maliziosamente.
"Saprò accontentarmi. Da esperto che sono, posso farti sentire al settimo cielo in meno di dieci minuti, mia bella"
Kazue abbozzò un sorriso birichino al suggerimento del suo uomo. Mentre la baciava, la guidò verso la dependance, un po' lontana dalla clinica e nascosta dietro ai cespugli. Con il piede e senza staccarsi dalla sua bella, aprì la porta e la spinse dentro, chiudendosi la porta dietro di sé e premurandosi di girare la chiave. La dependance veniva usata come magazzino, c'erano vecchi mobili che il Doc aveva cambiato, cartoni, vecchi camici di dottori e infermieri, e infine un letto che non sfuggì allo sguardo di Mick. Mentre infilava le mani nella scollatura della sua bella che iniziò a gemere sotto le sue carezze, la condusse sul letto e la piegò mentre slacciava l'ultimo bottone della sua camicetta, offrendosi alla vista il corpo perfetto di lei che indossava un completino rosa tra i più affascinanti. Lo sguardo infuocato che l'uomo portava su di lei le fece mordere il labbro. Rapidamente Mick si slacciò la camicia prima di stendersi sulla sua bella per afferrare le sue labbra, mentre nemmeno le sue mani rimanevano a riposo.
  
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