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Autore: Soniabruni    21/12/2018    3 recensioni
Il primo capitolo inizia al porto di New York, siamo nel 1920. In un bar Albert e Terence sorseggiano un caffè in attesa di qualcuno che sta rientrando dall’Europa… qualcuno cui entrambi tengono molto.
Chi è questa persona è cosa ci è andata a fare oltreoceano magari quando la guerra la faceva da padrone in quei territori?
Credo non sia difficile rispondere, più complicato sarà accettare il motivo di quella scelta.
Susanna Marlowe è morta da un anno ma… ma Terence non è solo!!! nooooo!!!! Terence, che hai fatto!!!!!
La situazione appare molto complicata sin dall’inizio e man mano che si cercherà di fare chiarezza parrà diventarlo ancora di più, ma questa persona così vicina a Terence sarà la chiave per Candy per far pace con presente e passato. Quindi non mi giudicate troppo in fretta! Abbiate pazienza perché riusciremo a scoprire ciò che lega completamene il terzo nuovo soggetto ai nostri beniamini solo nell’ultimo capitolo dello scritto.
I primi tre capitoli servono ad inquadrare la situazione, la storia comincia a svilupparsi dal quarto e poi correrà via veloce con un inaspettato risvolto...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“SII FELICE ANGELO MIO. ROSE”

La casa era un’oasi di pace e silenzio, i bambini si erano alzati prestissimo eccitati dall’idea di scartare i loro pacchi, avevano giocato sulla neve tutto il pomeriggio ed erano andati a letto esausti subito dopo cena; Miss Pony e Suor Maria erano sparite dietro di loro.

Quella stessa sera Candy prese il coraggio a due mani e decise di mostrare a Terence la sua bambolina… solo lui a quel punto poteva sapere qualcosa.
Era da solo davanti al caminetto, i suoi occhi divoravano le fiamme ardenti e vibravano a tal punto da sembrare essere essi stessi ad alimentare quel fuoco.

“Terry io… ho bisogno di farti vedere una cosa” iniziò incerta la ragazza mentre allungava verso di lui quell’oggetto come fosse un oracolo.

“Non è possibile… è identica a quella cucita da…”
Terence la prese tra le mani, la voltò e dalla invisibile taschina sulla schiena, che nessuno aveva mai notato, estrasse un piccolo bigliettino arrotolato su cui, nonostante il tempo trascorso, era ancora possibile leggere
“Sii felice angelo mio. Rose”


Candy piangeva e non capiva…. Come faceva Terence a sapere del biglietto, chi era Rose?

Il giovane attore la fece sedere e le rivelò le poche cose che Emily gli aveva raccontato prima di morire su quella giovane donna che… che altri non poteva essere a questo punto se non la madre naturale di Candy, e concluse con un:
“So di essere imperdonabile, ma non mi ha mai detto nulla più di questo sulla sua famiglia, possiamo comunque provare a scoprire qualcosa se lo desideri”.

“Lo faresti… per me?” lo implorò lei.

Terry prese il viso di Candy tra le mani, la guardava con una dolcezza infinita…
“Io farei l’impossibile per te amore mio “pensò in quel momento e rispose:
“A condizione che tu non ti aspetti molto da questa ricerca e non soffra ulteriormente… perché abbiamo davvero pochi elementi da cui partire ed è probabile che non sapremo mai come tu sia finita in una cesta sulla collina di Pony.
Tua madre ti amava, credo che tu possa finalmente essere sicura di questo e fare pace con questa parte del tuo passato. So perfettamente quanto ti sia sempre pesato anche se hai cercato in tutti i modi di nasconderlo”.

La ragazza scoppiò in un pianto liberatorio.
“Tu… credi sia morta dandomi alla luce, vero?”

“Candy… io… credo sia così ma non posso esserne sicuro purtroppo…”

“E mio padre? quel Thomas… lui l’ha abbandonata, non le ha mai risposto, ci ha lasciate entrambe perché eravamo troppo poco per lui… “
Quanti occhi l’avevano guardata in quel modo in passato… i Legan, gli Andrew, i Granchester…

“So che sembra strano detto da uno come me, che vede sempre e solo il peggio ma… ascolta il tuo cuore nobile, sono sicuro che lui sa capire.
Io ho imparato sulla mia pelle che a volte l’amore non basta, non puoi sapere esattamente quale fosse la situazione di Rose e Thomas in quel frangente… lei ha continuato ad amarlo nonostante il suo silenzio; credo ci sia un perché in tutto questo, prova a dargli una possibilità anche tu.
L’unica cosa che ti posso assicurare è che fa male da morire colpire chi ami… da morire…” una smorfia di dolore deformò il suo viso e non passò inosservata a lei.

“Ho imbucato un paio di lettere per lui. Credo non abbia mai risposto…” le parole di Emily…
Lettere senza risposta… come se fosse matematico per ogni missiva giungere al destinatario. Quanto male aveva fatto pure a lui scoprire che anche le righe che la sua dolce Tuttelentiggini gli scriveva erano state intercettate più di una volta, ma non era il momento di mettere sul piatto questa cosa.
Chissà se Thomas aveva mai saputo qualcosa sul perché Rose fosse sparita e sul fatto che portasse suo figlio in grembo, lui ne aveva vissute talmente tante che a quel punto nulla gli sarebbe parso strano. Non aveva lui stesso amato fino ad impazzire, ferito e lasciato andare l’unica che avesse mai davvero contato per il suo cuore?
Non era stato in qualche modo manipolato dall’ossessione e dall’egoismo di Susanna?

Candy lesse a chiare lettere quel pensiero di Terence e si stupì di quanto fosse ancora così facile per lei interpretare i silenzi e le sfumature di quegli occhi; si abbracciò forte al suo petto, lui la accolse cullandola come una bambina. Era caldo e avvolgente l’abbraccio di Terry, in nessun posto si era mai sentita tanto al sicuro.

“Tu mi aiutasti un giorno a riavvicinarmi a mia madre, ricordi? Anche lei ha agito vittima delle circostanze credendo di fare il meglio per me in quel momento, tu mi costringesti ad aprire gli occhi e ora sono così contento di contribuire in qualche modo a fare lo stesso per te; adesso calmati, riprendi in mano la tua vita e sii felice come ti ha chiesto lei.
Non ti ha mai rifiutato, solo un pazzo miserabile potrebbe farlo. La tua mamma ti ha amato sin dal primo giorno e ora c’è qualcuno che ti aspetta pronto a metterti sopra ogni cosa e a renderti l’unica signora dei suoi pensieri, la regina del suo mondo come hai sempre meritato.
Io sono così grato alla vita per questo, credimi!”

Terence la stringeva a sé con tutto l’amore e il dolore del mondo; Candy sentì il suo cuore riempirsi di calore e colore, avrebbe voluto che quell’istante non avesse mai fine.
Rimase così finché non si fu addormentata.

Terry la prese poi delicatamente tra le braccia e la portò in camera; la adagiò sul letto come fosse la cosa più preziosa del mondo. Un’ultima lacrima si liberò dalle sue ciglia dorate e lui la catturò con un bacio.
“Dormi bene amore mio, non ti farò soffrire mai più te lo prometto” sussurrò mentre la piccola Charlotte si avvicinava a lui.

La guardarono entrambi, i lunghi riccioli biondi sparsi sul cuscino, il viso rilassato nonostante gli ultimi difficili momenti, le guance rosee e quelle lentiggini meravigliose che sembravano stelle.
“E’ bella come un angelo” disse la piccola.

“Sì, è un angelo” rispose lui con la voce rotta dal pianto trattenuto a stento.

“E’ la mamma che l’ha mandata da noi!” continuò ingenuamente la bimba.

“No tesoro, è un angelo che merita di volare per la sua di strada, e noi dobbiamo lasciarla andare”.

***

Terence passò il giorno successivo in silenzio, cercando di godere delle risate dei bambini. Candy era frastornata dagli ultimi avvenimenti, non capiva come una simile situazione potesse essere venuta a crearsi… lo guardava, lo vedeva soffrire inevitabilmente; aveva cercato di catturare la sua attenzione con gli occhi, di avvicinarlo in qualche modo ma era chiuso nella sua armatura e non aveva alcuna intenzione di uscirne.

A Miss Pony non erano sfuggiti gli sguardi di Candy… lei sapeva chi amava la sua bambina e quella sera affrontò l’argomento con lei.
“Non ti riconosco più! Dove è la mia coraggiosa ragazza? Ho davanti una donna che si sta per sposare ma è più spenta di una candela consumata… Si può sapere cosa combini?
Perché lo fai soffrire così? Perché VUOI soffrire così?”

La giovane si buttò tra le braccia della sua mamma e tra pianti e singhiozzi le raccontò come erano andate le cose…
“Piccola bisogna far pace con il passato; hai dato una possibilità ai tuoi genitori forse dovresti darla anche a lui, potresti perlomeno permettergli di aprirti il suo cuore e raccontarti i suoi ultimi anni, non credi? E’ così palese quello che prova per te!
Pensaci con calma e goditi questo piccolo paradiso come se il mondo finisse tra queste colline finché sei qui; hai bisogno di staccare…
Quando tornerai a New York riprenderai in mano la tua vita. Ho dato lo stesso consiglio anche a lui… è così caro; oramai gli voglio bene come fosse uno dei miei figli, viene qui ogni anno in cerca di un po’ di affetto, povero ragazzo…”

La mattina successiva Candy e Terence non si videro neppure, lui rientrò dalla sua passeggiata che tutti avevano già finito di pranzare. Vagava per quei luoghi cercando di memorizzarne ogni particolare, respirando profondamente per imprimere nella sua anima tutti i profumi di quell’universo che aveva visto crescere il suo angelo indimenticabile…
Doveva trovare di nuovo la forza per andare avanti.
L’immagine di lei bellissima vestita di bianco mentre prometteva amore eterno ad un altro lo faceva sprofondare sotto metri e metri di terra ghiacciata.

I bambini stavano giocando sulla neve quando arrivò Tom, andò subito a salutare l’attore.
“Sei passato anche quest’anno! Non giochi con loro? Mi pare strano... e io che sono venuto apposta per far la guerra con te e stracciarti una buona volta!”

Si girò poi verso Candy che si era avvicinata all’uscio
“Ci sei anche tu! Che bello! Fatti abbracciare!”

Quando le fu vicino, con uno scatto felino si inginocchiò, raccolse una manciata di neve fresca e la lanciò diretta in faccia alla ragazza!
“Tom! Accidenti! Non siamo più dei ragazzini! Sai che odio la neve!”

Terence era scoppiato a ridere all’unisono con l’amico e lei decise di vendicarsi e cominciò a lanciar loro palle di neve.
In breve divenne una battaglia all’ultimo sangue... una battaglia di burle e risate... un’esplosione di gioia per il vecchio cuore di Miss Pony che guardava giocare i suoi ragazzi di ieri e di oggi.

Ma non era solo un gioco quello, era di più... e pian piano anche il giovane cow boy se ne accorse e si dileguò attirando l’attenzione di tutti i bambini, in modo che Candy e Terence potessero godere da soli di quell’attimo d’intesa.
Lo fecero senza accorgersene, trascinati inesorabilmente tra passato e presente da quel sentimento potente e prepotente che nulla avrebbe mai potuto scalfire.

“Scimmietta lentigginosa! Ti faccio vedere io come si fa a combattere!”

“Pallone gonfiato! Vanitoso! Credi di poter vincere solo perché sono una ragazza?”

“Ragazza? Quale ragazza! Io non vedo nessuna ragazza qui! Se ti prendo!”

Dopo più di un’ora si resero conto di aver riso e scherzato come due monelli godendo dell’allegria uno dell’altro e della luce di quegli occhi nati per trovare vita il blu nel verde e viceversa.
Stremati si stesero a terra sotto papà albero...
“È stato meraviglioso” bisbigliò lei...”

Ma lui si era già rintanato a nascondersi nei suoi pensieri bui; non doveva, non poteva lasciarsi andare... l’aveva promesso a lei, in nome del suo infinito amore ce l’avrebbe fatta!
Candy si accorse di questo ma quando aprì bocca lui si era già allontanato...

La solita cena piena di silenzi fece da cornice a quel pomeriggio d’altri tempi.

***

Il giorno dopo lo seguì sopra la collina... non sapeva come e perché ma doveva parlare con lui; per ricominciare davvero aveva la necessità di capire meglio come erano arrivati a quel punto, come stavano ed erano state le cose tra loro due.

Gli si sedette accanto proprio nel momento in cui si rimetteva in piedi per fuggirla una volta ancora...

Si alzò di scatto decisa a non lasciar correre almeno quella volta e nella foga di trattenerlo scivolò perdendo l’equilibrio.
Il giovane cercò di aiutarla a non ruzzolare per terra ma una lastra di ghiaccio giocò anche a lui un brutto scherzo e i due ragazzi si ritrovarono a rotolare giù per la collina uno sull’altro.
Si guardavano con tutto l’amore del mondo mentre i loro capelli di riempivano di neve e i cuori di gioia e calore finché non si fermarono; Candy sopra di lui come tante volte era accaduto a Londra e in Scozia...

 

Lui chiuse gli occhi... era perduto!
“Candy, non riesco a guardarti... perdonami... farei qualcosa di cui mi sono già pentito due volte e non posso sbagliare di nuovo! Non me lo perdonerei mai!”

Dal canto suo la ragazza era rimasta paralizzata dalla vicinanza dell’affascinante viso del giovane, con l’indice percorse il profilo di quel volto tanto amato e avvicinò le sue a quelle labbra rosee e carnose che a lungo aveva sognato, fino a sfiorarle leggermente con le proprie, come fossero i petali di un fiore.

In realtà non era neppure arrivata a toccarle ma quel sottile cuscinetto d’aria sembrava pronto ad implodere su stesso sino ad annullarsi ed era talmente carico di elettricità che entrambi avevano percepito quel contatto che non era arrivato ad esserci.
“Io ti amo signorina Tuttelentiggini, ti amo da impazzire” le aveva detto lui solo qualche settimana prima…

Terence sentì un’esplosione scatenarsi dentro di lui, le braccia volevano stringerla in un abbraccio
disperato senza fine, la bocca voleva divorare quella di lei...
Se solo avesse mosso un dito non sarebbe più riuscito a controllarsi... non poteva!
Affondò con decisione le mani nude nella neve per trovare conforto nel freddo proprio quando la ragione di lei aveva ceduto e stava approcciando un bacio vero...

“Papaaaaaa!”
Una vocina deliziosa ruppe l’incanto del momento e i due ragazzi si ritrovarono imbarazzatissimi in piedi a scrollarsi la neve di dosso.

Candy era mortificata, l’aveva quasi baciato!
“Dio! Ma dove ho la testa!” esclamò.

Lo guardò scusandosi mille volte; la notte della giovane fu tormentata, ma illuminante.

Sentiva le labbra bruciare al ricordo di quel sottilissimo cuscinetto d’aria carico di elettricità che si era quasi completamente annullato per far incontrare le loro bocche tremanti, il suo petto caldo e le sue braccia salde che la tenevano al sicuro mentre rotolavano sulla neve...
Come? Come avrebbe potuto lasciarsi andare con Alexander?

Aveva fatto pesare a Terence il suo passato con Emily ma lei… non stava forse intraprendendo quella stessa strada?
Doveva parlare con il suo fidanzato… il prima possibile.
Erano accadute così tante cose e il tutto le era sfuggito di mano.

Il giovane medico l’aveva sempre aiutata aspettando paziente di poter prima o poi dichiararsi e poi finalmente vivere il suo sentimento...
Ma lei... lei non lo amava! Come mai avrebbe potuto essere sua un giorno? Non ci aveva pensato mai prima di allora, sentì un morso allo stomaco.

Per anni aveva sognato le più intime carezze di Terence, fino a vergognarsi, fino a perdere il rispetto per se stessa, maledicendosi ogni mattina per la sua debolezza e chiedendo perdono per desiderare un uomo che era di un’altra donna, e ora che non c’erano più impedimenti non aveva il coraggio di provare a ricominciare a vivere con lui.

Chissà se poteva davvero esserci tempo per un nuovo inizio tra loro, forse aveva perso davvero Terence per sempre ma doveva almeno provarci! In ogni caso Alexander non poteva essere un’alternativa; sarebbe stato l’ennesimo grossissimo errore per tutti.

***

La mattina successiva si alzò di buon’ora, in cucina la direttrice della struttura sorseggiava il suo immancabile caffè in poltrona.
Lo sguardo di Candy cadde sulla tazza abbandonata sul tavolo in un terribile dejavu...
La prese tra le mani come fosse di cristallo, era ancora calda, alzò gli smeraldi pieni di lacrime verso la buona donna che la guardava con immensa tenerezza.


“È partito, mi ha detto che aveva un’importante faccenda da sbrigare e non era il caso che la bambina lo seguisse, lei rientrerà con te.
E’ salito un’ultima volta sulla collina... non tornerà più!” sentenziò asciugando una lacrima.

Candy d’istinto era uscita fuori in pigiama, una corsa disperata su quel pendio solo per toccare nuovamente le impronte lasciate da lui sulla neve, esattamente come tanti anni prima.
Era sempre stato così tra loro, tutto mancato, tutto sbagliato, tutto scoordinato…
Le sembrò come se ogni particella gravitante nell’universo si fosse sempre arrogata il diritto di decidere al posto loro.

“Terence... amore mio... aspettami!” regalò un disperato “TI AMO” al vento gelido e forte che pian piano ghiacciava le sue membra e la sua anima.

L’indomani una macchina venne a prelevare Candy e Charlotte, era il 30 dicembre.

   
 
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