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Autore: Ori_Hime    23/12/2018    1 recensioni
[Dagashi_kashi]
[Dagashi_kashi]Consiglio la lettura fino al volume 9 del manga per non avere spoiler!
Dal testo: “Dopo aver venduto tutte le calze piene di dagashi il giorno di Natale, Kokonotsu, esausto, corse in camera sua e si stese sul futon. (…) “Se solo si trovasse anche il perfetto regalo per ricambiare quello di Saya...”, pensò frustrato.”
Con questa storia auguro a tutti un dolcissimo Natale pieno di dagashi e altrettante cose buone... ma soprattutto pieno di affetto! Buona lettura!
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un dolce Natale

 

Dopo aver venduto tutte le calze piene di dagashi il giorno di Natale, Kokonotsu, esausto, corse in camera sua e si stese sul futon. Era stato un Natale fruttuoso per il Dagashi Shikada, bisognava riconoscere che Hotaru aveva avuto un'idea brillante per vendere un po' le scorte e le candy cane, i bastoncini di zucchero da pastorelli, erano il tocco natalizio nella calza di Babbo Natale che tutti desideravano. “Certo che pensando solo ai dagashi non poteva che pensare ai perfetti dagashi di Natale... se solo si trovasse anche il perfetto regalo per ricambiare quello di Saya...”, pensò frustrato.

Il giorno precedente la sua amica d'infanzia aveva fatto uno strano discorso sul diventare grandi, che non aveva compreso appieno, poi gli aveva dato un sacchetto contenente una bellissima sciarpa calda, dicendogli che la prossima volta gliene avrebbe cucita una lei. Lui era rimasto sorpreso del fatto che lei sapesse che nessuno gli aveva ancora fatto un regalo, il padre non viveva certo nel lusso per poter continuare verso il figlio adolescente la tradizione natalizia dei regali, ma lei gli aveva scaldato il cuore con quel piccolo gesto. Saya era una ragazza d'oro, Kokonotsu lo sapeva, solo con lei riusciva ad aprirsi, ad essere sé stesso, a mettere a nudo i suoi sogni. Voleva tanto poter ricambiare il suo dono, ma lui era un semplice ragazzo che di donne non capiva nulla, ne parlava solo con To, il suo migliore amico, ma tutto quello che credevano su di loro erano solo teorie, teoremi fantastici, dicerie infondate, quasi fossero extraterrestri di un altro pianeta.

Le aveva riservato una calza piena di dolciumi, ma sapeva bene che la sua amica non li apprezzava certo quanto lui e i suoi gusti erano decisamente più amari, non per niente il suo caffè era il migliore della città. Lui sarebbe stato altrettanto bravo a trovarle un bel regalo? Il giorno precedente aveva tentato al kombini di comprare una torta con quelle belle decorazioni di alberi di Natale o Babbi rossi e bianchi... ma erano già terminate così aveva preso due nikuman che non era riuscito a portarle perché Hotaru era passata a trovarlo e perciò li aveva mangiati con lei, sentendosi un vero mostro per essersi dimenticato che doveva arrivare. “E come ho potuto dimenticare la bella presenza di Hotaru?! Da quando Saya ha questo effetto su di me? Mi ha ipnotizzato con la sua sciarpa calda?!” Si immaginò per un attimo Saya con un cappello da strega che preparava una pozione nel quale intingeva la sciarpa che gli aveva regalato, con tanto di sguardo omicida mentre lo faceva. Saya sapeva davvero come apparire una strega quando si infuriava, ma non sarebbe mai riuscita a fare del male a nessuno, questo ne era certo. Anche se non amava i dolciumi, Saya era molto dolce, era “amara” solo in quei momenti. Avrebbe trovato qualcosa che l'avrebbe sciolta come un cioccolatino al sole?

Prese in mano il quaderno con i suoi schizzi e lo sfogliò in cerca di ispirazione in quelle pagine in cui solitamente la imprimeva. Si soffermò in particolare sui ritratti di Saya nel tentativo di comprenderla meglio. Aveva spesso un espressione vaga nei suoi disegni, colta di sfuggita mentre era impegnata al bar e gli dispiacque che fosse così seria, soprattutto perché il suo sorriso era bellissimo. Sapeva trasmettergli sicurezza e cercò in altri blocchi da disegno qualcosa che gli trasmettesse la stessa sensazione. Trovò un suo disegno da bambino in cui era mano nella mano con Saya ai tempi dell'asilo: era sempre stata una compagna premurosa, da quando ne aveva memoria. Prese quel disegno e staccò il migliore ritratto dell'amica dall'album, ritratta in ciò che amava fare e le modificò l'espressione per renderla felice.

 

Saya stava sistemando il bancone del bar quando Kokonotsu entrò, le parve avesse corso tanto, chissà che fretta aveva. Lo salutò sorpresa e incuriosita dalla sua presenza a quell'ora tarda. Faceva freddo e ormai stava per chiudere, non si aspettava clienti alle ventuno il giorno di Natale. L'amico si avvicinò e si sedette di fronte a lei sullo sgabello, solo allora Saya notò che indossava la sciarpa che gli aveva regalato e sorrise a quel pensiero. -Stavo per chiudere, ma se vuoi qualcosa te lo preparo!-

-In realtà sono venuto per augurarti buon Natale, Saya!- sorrise, rendendo ancora di più la barista felice. -Grazie Kokonotsu, se vuoi puoi entrare in casa così ti preparo qualcosa di caldo e ti saluta anche To!-

-Sarei venuto solo per te, veramente, ma un saluto lo faccio volentieri.- Non aveva un regalo anche per lui e questo lo avrebbe messo a disagio, ma non poteva ignorare il fatto che il suo migliore amico fosse anche suo fratello e perciò lo avrebbe sicuramente dovuto salutare in casa sua. Aiutò Saya a pulire il pavimento del locale e poi la seguì al piano superiore della casa, dove abitava.

Non succedeva più spesso di entrare a casa dei suoi amici come quando erano bambini, si incontravano sempre al bar o nel suo negozio e questo ritorno al passato turbò un po' Kokonotsu: entrare a casa sua ora era qualcosa di formale e intimo allo stesso tempo.

-Ohayo Kokonotsu!- lo salutò To già in pigiama dalla camera da letto che condivideva con la sorella. Saya si vergognò dello stato in cui il fratello si era presentato: non poteva rimanere in camera e non farsi proprio vivo?! Onde evitare altri imbarazzi disse sottovoce con quel tono di disprezzo che gli riservava: -è venuto per me, perciò stattene in camera e non rompere, chiaro?!-

-Datti una calmata sorellina, mica te lo rubo!- cercò di placare la sua ira porgendole i palmi in posizione di difesa. Dopo un “bene” sussurrato, Saya gli chiuse la porta scorrevole in faccia e tornò dal suo invitato.

Lo fece accomodare in soggiorno, dove c'era un bel divano, un tavolino basso e un televisore: Kokonostu si ricordava tutto più grande, ma realizzò che all'epoca era più piccolo e che in realtà non era cambiato nulla da allora. -Aspettami qui, vado a preparare il thé!- disse Saya, scomparendo nella piccola cucina adiacente. Non sapendo che fare, Kokonotsu si sedette sul tatami vicino al tavolino, attendendola impazientemente. Si guardò attorno: sulle pareti c'erano appese fotografie di famiglia, in particolare di Saya e To bambini, sempre sorridenti e giocherelloni. Se li ricordava bene, come se fosse ieri, e poteva dire che non erano mai cambiati nel corso degli anni, erano solo cresciuti e avevano rafforzato il loro legame d'amicizia. C'era però una foto nell'angolo della stanza che rimaneva un po' nascosta da una pianta e perciò non riusciva a vedere bene e stava per alzarsi per osservarla meglio, quando Saya entrò con un vassoio. Lo appoggiò sul tavolino, porgendogli una tazza fumante di thé e dei biscotti a tema natalizio glassati che lei stessa aveva preparato.

-Mi aspettavo del caffè in realtà!- ridacchiò imbarazzato il ragazzo. La padrona di casa non seppe rispondere, temendo di averlo deluso, è vero che gli piaceva il caffè, ma questa volta aveva pensato che, essendo Natale, bisognasse bere qualcosa di speciale e mangiare dei dolcetti a tema. Si sentì una stupida, quella visita in questo particolare giorno era stata speciale solo per lei. Kokonotsu sentì il disagio scorrere nelle vene assieme alla bevanda calda, non era suo intento ferirla, così provò a rimetterla di buonumore facendole i complimenti per il buon thé e i biscotti veramente carini. Saya allora prese un po' di colorito, dando la colpa al calore ingurgitato e si rasserenò. -Ero venuto anche per portarti questi, è un mio regalo di Natale!- le disse consegnandole la calza piena di dolci. Saya la prese ringraziandolo, entusiasta per il regalo inaspettato. Aprì la calza e i dagashi uscirono a fiumi. Non essendone amante, fu leggermente delusa, ma cosa doveva aspettarsi da lui? Cercò di non far trasparire la sua tristezza e gli offrì alcuni dolcetti che erano fuoriusciti. Kokonostu non accettò, dicendole che era meglio che finissero prima i suoi biscotti che erano decisamente più indicati con il thé e con il giorno... ed erano molto più buoni dei dagashi e che l'anno prossimo avrebbero potuto vendere le sue specialità al negozio. La ragazza si riempì di orgoglio a quelle parole, ma vide il volto dell'amico spegnersi: temette di essere stata un'ingrata con quel gesto. Kokonostu si sentì un idiota: Saya era stata così brava a cucinare quei dolcetti... e lui gliene aveva regalati altri che poteva gustare ogni giorno. Per un attimo nella sua testa comparve Hotaru che lo sgridava e gli diceva: -Non è vero, le candy cane non si mangiano tutti i giorni!-, ma Kokonostu la cacciò da quell'angolo della mente. I sentimenti di Saya erano più importanti.

Mangiarono e bevvero in silenzio, indecisi su cosa dire e fare. Terminati i biscotti e i thé, Saya rimise tutto sul vassoio, riportandolo in cucina. Kokonostu si sentì di troppo e quando Saya tornò lo trovò alzato, con il cappotto e la sciarpa indosso. -Ora dovrei andare...- la salutò. -Aspetta, sei appena arrivato, non vuoi rimanere ancora?- lo fermò in tempo, rendendosi conto che il più bel regalo che aveva ricevuto era stata la sua presenza e i suoi complimenti. Il ragazzo rimase un attimo immobile: era già sera tardi, non andava a letto? La barista accese la tv e gli chiese di guardarla assieme a lei, in realtà non sapeva nemmeno cosa guardare, ma voleva averlo vicino ancora un po'. Kokonostu allora si ritolse sciarpa e cappotto per sedersi accanto a lei sul divano. Era un divano da due posti, non troppo grande, perciò i due corpi si sfioravano mentre guardavano un documentario sui pesci, Saya non aveva trovato nulla di più interessante a quell'ora da vedere. Per quanto noioso potesse sembrare, entrambi furono felici di stare vicini e passare dell'altro tempo assieme. A Kokonotsu venne l'ispirazione per il suo manga e Saya riuscì a convincerlo a mangiare un dagashi. Entrambi presero un akabee kurobee gum, per riempire eventuale silenzio imbarazzante, ma questo provocò solo risate tra i due amici, colorando la loro lingua di colori diversi: blu quella di Kokonotsu e rossa quella di Saya. -Guarda qui!- si distraevano a vicenda dal programma tv facendosi la linguaccia, come due bambini. Finalmente la tensione si era sciolta ed erano tornati i due amici di sempre, anche se il mangaka faceva strani pensieri ogni volta che l'amica gli mostrava la lingua: “Di cosa saprà la lingua di una ragazza? È morbida? È come il tentacolo avvolgente di un polipo?” pensò condizionato dal documentario. “Ma che vado a pensare?! Oh, se lo sapesse Saya! Mi butterebbe fuori casa, faccio pensieri da maniaco!” Mentre Saya invece pensava: “Oh Kokonotsu è stato proprio carino a rimanere, poi ora ci stiamo anche divertendo grazie ai suoi dagashi... anche se la sua lingua mi fa venir voglia di baciarlo...”.

Non fecero caso al fatto che, durante gli scherzi, si erano avvicinati di più e se si giravano potevano avere il proprio viso a pochi centimetri da quello dell'altro e solo Saya se ne accorse, sentendo il proprio cuore accelerare. Si bloccò per un istante per poi riprendersi quando l'amico cambiò espressione: -Tutto bene Saya? C'è qualcosa che non va?- la ragazza si ritrasse, ma Kokonotsu si avvicinò investigativo, incurante di aver accorciato nuovamente le distanze. Nel frattempo Saya era sul bordo del divano, attaccata al bracciolo, così Kokonotsu le fece più spazio. Ristabilite le posizioni iniziali la loro attenzione cadde nuovamente sulla televisione, sentendosi sempre più stanchi. Ad entrambi cominciavano a chiudersi le palpebre e rimanere muti come pesci non aiutava a star svegli. I loro corpi a contatto emettevano calore, facendoli rilassare reciprocamente e pian pianino questa piacevole sensazione li fece abbandonare completamente a Morfeo.

Erano le due di notte quando Kokonotsu si risvegliò, notando che durante il sonno Saya si era appoggiata a lui con la testa e non poté fare a meno di pensare a com'era bella nella sua semplicità e in quella situazione insolita. Sapeva dai pigiama party che avevano fatto ancora che i due fratelli tendevano a muoversi molto nel sonno, ma questa volta Saya non lo aveva mai svegliato e la testa appoggiata poteva essere dovuta dalla ricerca di un cuscino. Per non svegliarla gliene avvicinò uno che stava accanto al bracciolo dal suo lato e con cautela le fece accomodare la testa sopra. Scorse anche una coperta vicino a lei, così la coprì per bene perché non prendesse freddo, ora che lui se ne sarebbe andato.

Prese le sue cose e si avviò all'uscita, ma prima di uscire si ricordò di quel quadretto che gli aveva suscitato curiosità e si avvicinò per osservarlo meglio. Era una fotografia del primo giorno d'asilo e Saya aveva già trovato un amico: il bambino che teneva per mano aveva i capelli scuri, corti e sbarazzini. Era Kokonotsu e lui si era dimenticato anche solo che quella fotografia esistesse, ma aveva impresso quel momento nel disegno che le aveva lasciato nella calza dei dagashi, ma Saya non l'aveva ancora trovato. Chissà se gli avrebbe fatto piacere riceverlo, non aveva avuto il coraggio di mostrarglielo di persona. Uscì da casa dell'amica soddisfatto della bella serata trascorsa in sua compagnia, continuando a ricordare quei momenti con lei durante il tragitto verso casa, al freddo e al buio. Forse avrebbe potuto far finta di nulla e rimanere a dormire, ma suo padre si sarebbe spaventato a non vederlo nel suo futon la mattina successiva.

 

Saya si svegliò poco dopo che l'amico se n'era andato, sentendosi una bambina per essersi addormentata in sua presenza. Notò che Kokonotsu era stato premuroso e le aveva dato un cuscino e una coperta, si stirò e sistemò il divano prima di tornare a dormire, questa volta in camera sua. Stava per avviarsi, quando inciampò nella calza piena di dagashi, non si era accorta di averla fatta cadere. La raccolse e rimise i dolcetti sparsi sul pavimento nella calza, quando tra di essi scorse dei fogli di carta ripiegati. Li estrasse e li aprì: in uno c'era un suo ritratto mentre preparava il caffè, probabilmente proprio a lui, visto l'enorme sorriso che aveva. Non sapeva che Kokonotsu l'avesse ritratta ancora e specie così bene. Il pensiero la rese molto felice e pensò che non sarebbe più riuscita a dormire dall'emozione. Il secondo foglio era più sottile del precedente e un po' più sgualcito, quindi cercò di prestare particolare attenzione nell'aprirlo. Il disegno era insolito, non era stile manga, era un disegno da bambino e anche i soggetti erano bambini, ma li riconobbe: erano loro due il primo giorno d'asilo, come nella foto che conservava appesa in soggiorno. Sentì il proprio cuore sciogliersi, questi regali erano davvero stati inaspettati e molto graditi. Sul retro scorse anche gli ideogrammi ancora poco definiti ma che dovevano essere “migliore amica” e a quelle semplici parole Saya si strofinò gli occhi per la commozione. Non pensava di essere così importante per lui, o non ancora per lo meno, visto quanto c'era rimasto male per la sparizione di Hotaru. Pensava considerasse lei la sua migliore amica, ma fu lieta di leggerlo, anche se era un messaggio vecchio lui gliel'aveva fatto avere adesso, sarà pur valso qualcosa no? E in cuor suo sapeva che quel legame non si sarebbe mai spezzato e che per Hotaru provava attrazione, ma non sapeva fino a che punto e di che tipo. Intanto era comunque felice di questo traguardo, che lui ritenesse Hotaru un'amica o più, intanto sapeva di essere importante per lui e questo le bastava. In camera prese il futon e lo mise accanto a quello del fratello e appese i disegni nella bacheca di fronte alla scrivania, sul lato opposto dei letti. Si infilò nel futon e immaginò Kokonotsu ancora accanto a lei, tenendola al caldo solo con la sua presenza e, riscaldata dalle coperte, si riaddormentò così profondamente che non sentì To alzarsi al mattino.

 

Il fratello scorse subito qualcosa di diverso nella stanza, la bacheca era sotto i suoi occhi, così si avvicinò e staccò i disegni per osservarli meglio. “Povera Saya, proprio persa per Kokonotsu e lui la friendzona così... Ingenua ragazza...” però, perché avrebbe dovuto ritrarla anche di recente? Entrambi erano affascinati da Hotaru, certe sue “qualità” erano ben evidenti, ma l'amico aveva sempre apprezzato anche la sorella per il suo fondoschiena e per di più era passato solo per lei la sera prima. Avrebbe dovuto lasciargli Hotaru e prendersi Saya allora, pensò improvvisamente lasciando la stanza.

 

-Ci hai dato dentro stanotte eh? Furbacchione!- lo svegliò il padre. A Kokonotsu, ancora mezzo addormentato, ci volle un attimo per capire cosa intendesse e quando il cervello finalmente collegò i fatti della sera precedente, che probabilmente lui aveva visto a che ora era rientrato e aveva pensato di conseguenza che avesse fatto chissà cosa, balzò fuori dal futon e urlò: -papàààààààà-

 

Alla fermata sul treno per andare a scuola i tre amici si incontrarono e ovviamente fu Tou a iniziare il discorso: -Bella sciarpa Kokonotsu, regalo di Natale?- Il mangaka divenne rosso perché non voleva dirgli che era stata sua sorella a regalargliela, mentre a lui aveva fatto solo una “sciarpetta-collana”, e nascose il proprio volto dentro la sciarpa sussurrando solo un “sì”. Anche Saya lo imitò, sperando che To non facesse altre domande e assieme presero il treno. L'insolito silenzio di quella mattina fece capire a To che non era il caso di parlare e che avevano ancora sonno dalla notte precedente e li lasciò accomodare su due posti vicini che trovarono. Poco dopo infatti entrambi si addormentarono e, come la notte precedente, Saya finì con l'appoggiarsi a Kokonotsu, ma questa volta anche lui si lasciò andare completamente e finì anche lui con la testa appoggiata a quella dell'amica, come in un rapporto d'intimità. To, osservatore di tutto, non poté fare a meno che farsi due risate sotto i baffi, immaginandosi tra loro ben altra intimità la notte precedente, considerando il proprio amico un play boy.

Solo a sera comprese davvero la situazione quando, dopo aver rubato il telefonino alla sorella che era andata a dormire presto, lesse i messaggini che si era scambiata con l'amico.

Saya: “Grazie dei bellissimi disegni e scusami per non averli visti ieri sera, sei stato molto carino :-*”

K: “Figurati, sono contento che ti siano piaciuti. Grazie per il thé, i biscotti e la serata! :-)”

S: “È stato un piacere, quando ti va potremmo rifarla! :-)”

K: “Perché no? Volentieri! :-)”

Anche se avevano solo bevuto del thé con i biscotti i due si sarebbero rivisti, a casa sua senza di lui. Si sentì un po' di troppo e forse i loro incontri avrebbero preso un'altra piega, chissà...

 

Note:

Grazie per aver letto fin qui: ho scritto questa storia ancora qualche mese fa dopo aver letto il nono volume, conquistata dai bellissimi capitoli tra Kokonotsu e Saya, la mia ship di Dagashi Kashi! Spero possa esservi piaciuta e che abbiate colto i vari riferimenti del manga, anche se non ricordo se si sia mai vista la casa di Saya e To e perciò se abbiano una camera singola o i due fratelli dormano in camere differenti. Ho aspettato a pubblicarla per essere in clima con la storia e ora ne approfitto per farvi i miei più sentiti auguri per un Natale ripieno di amore, amicizia e tanta dolcezza!

Bacioni,

 la vostra Ori_Hime

Ps: vi aspetto sulla mia pagina Facebook “Fairy Floss”

  
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