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Autore: criceto killer    23/12/2018    0 recensioni
Al principe Death non piaceva essere in balia di altre persone, odiava sentirsi debole e vulnerabile, odiava la presenza di suo padre, odiava il suo nome e persino sè stesso.
Sono più di 10 anni che non mette piede fuori dal castello.
Nelle favole, le principesse vengono rinchiuse per proteggerle da qualcosa di oscuro o semplicemente dal mondo esterno, ma per Death è diverso.
È il mondo esterno che deve essere protetto da lui.
Nessuno gli ha mai insegnato ad amare o a sorridere.
Il suo mondo è costruito con odio e rabbia.
Genere: Fantasy, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Storico, Sovrannaturale
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Il cuore di Death batteva all'impazzata, lo stava per fare, tra poco sarebbe andato in città.

Questo era ancora meglio delle sue scappatelle al laghetto.

Avrebbe incontrato altre persone, avrebbe potuto vedere dei ragazzi della sua età, avrebbe camminato su una vera strada al fianco di carrozze e cavalli, avrebbe percorso i vicoli formati dalle piccole case ammucchiate, avrebbe respirato i profumi della cucina del suo popolo, avrebbe sentito la musica, ammirato le danze, i colori e forse, forse sarebbe anche riuscito a vedere com'era un mercato.

Quando ne aveva parlato a Connor, il ragazzo gli era sembrato deluso, non gli piaceva la sensazione che gli dava.

Death sospirò, ci avrebbe pensato la mattina seguente.

Era avvolto in un vecchio mantello che gli aveva trovato Jake, lui era uscito per primo, gli aveva spiegato il punto esatto in cui si sarebbero incontrati: davanti la porta sul retro del fienile della scuderia, per arrivarci avrebbero seguito due strade diverse in modo da non destare troppi sospetti.

Non dovette aspettare molto, anche se gli parve un'eternità, perché Jake lo raggiungesse.

L'uomo gli sorrise avvicinandoglisi e gli calcò il cappuccio in testa.

Death arrossì e distolse lo sguardo quando gli avvicinò un dito alle labbra per imporre il silenzio.

Jake lo condusse per diversi sentieri, ormai il Sole era tramontato e la luce della Luna non riusciva a rischiarare abbastanza il loro cammino.

Da quel punto la collina, in cima alla quale era situato il Palazzo Reale, si frapponeva alla vista della città così che Death non potesse accorgersi di quanto fosse vicino finché non uscirono dal bosco.

Jake aveva proseguito il proprio cammino eppure non udiva i passi del Principe dietro ai suoi.

Quando si voltò gli scappò un sorriso nel vederlo con quell'espressione affascinata e stupita così infantile.

Finalmente il suo sogno si era realizzato era in città, da lì il palazzo pareva solo un'insieme di pallini luminosi.

Il lumiere si stava occupando di illuminare le strade in bilico su una buffa scala che non aveva mai visto, un gruppo di bambini li superò correndo, giocando a prendersi l'un l'altro con in mano dei bastoncini che producevano scintille colorate, quando giunsero alla strada principale Death sentì gli occhi farsi umidi.

C'erano così tante persone che quasi non c'era spazio per passare, nell'aria aleggiava un buon profumo di carne, spezie e dolci, c'era un gran vociare ma alcune persone provavano a sovrastare quel rumore per attirare l'attenzione sulla propria merce.

Alcuni di loro avevano dei tavoloni di legno imbanditi da deliziose prelibatezze, altri mostravano oggetti utili o preziosi.

Alcune persone suonavano e cantavano, ballavano, ridevano e mangiavano, ogni cosa aveva un suo colore, un suo odore e un suo sapore.

Non si era mai sentito così piccolo.

Death si era immobilizzato di nuovo, Jake passò piano un pollice sulla sua guancia per asciugare una lacrime coraggiosa, sfuggitagli dal controllo.

"Allora ce l'hai un cuore" pensò.

-Vieni, stammi vicino- gli sussurrò in un orecchio

Death si aggrappò con una mano alla stoffa del mantello di Jake mentre entrambi si avventuravano lungo la via del Festival.

-Ti va di provarli? Sono buoni- Jake porse un paio di spiedini al Principe che lo guardava a bocca aperta.

-Posso?-

-Certo- gli fece un sorriso di incoraggiamento e Death sta volta li agguantò e assaggiò.

Non aveva mai mangiato nulla del genere e la salsa bianca che condiva i vari ingredienti gli dava una strana sensazione di bruciore che lo faceva sentire accaldato.

Mentre mangiava Jake pensava a dove altro avrebbe potuto portarlo, avevano pochissimo tempo a disposizione, sapeva già di averlo in pugno per quella uscita ma doveva stare attento che ogni esperienza fosse delle più positive, avrebbe voluto portarlo a vedere gli spettacoli in piazza ma lì forse la confusione sarebbe stata troppa per qualcuno come Death anche se, dall'altra parte, il ragazzino sembrava parecchio affascinato dalla musica e dai balli.

Optò per la via in cui gli artisti si esibivano, c'erano cantautori di ogni dove, ballerine di altri regni, strumenti mai visti.

Death non faceva altro che indicargli ogni cosa come un bambino con gli occhi pieni di meraviglia e sorpresa, persino lui iniziò a credere ci fosse qualcosa di magico.

-Mi dispiace, piccolo, ora dobbiamo andare-

Il ragazzo mise su un broncio adorabile ma annuì consapevole del fatto che non potevano permettersi di rischiare troppo.



Historia stava svolgendo il solito noioso lavoro nel suo ufficio quando qualcuno bussò alla porta.

-Avanti!- esclamò senza spostare gli occhi stanchi da quei documenti ingialliti e stropicciati nel tentativo di capirci qualcosa.

I conti non tornavano, avevano troppe poche entrate e moltissime uscite, di questo passo la guerra avrebbe prosciugato Sodrét nel giro di pochi mesi.

Jake varcò la soglia sorridendo, adorava vedere quell'espressione concentrata sulla donna, si formava un solco tra le sopracciglia e soleva arrotolarsi una ciocca di capelli attorno ad un dito, come se la cosa la aiutasse a pensare.

-Buona sera- 

-'Sera- rispose alzando finalmente lo sguardo.

-Che fai?- Jake si prese la libertà di non aspettare un cenno dell'altra per accomodarsi nella poltrona libera che stava dall'altro lato della grande scrivania in mogano.

-Lavoro- Historia si lasciò sfuggire un sospiro sconsolato mentre lasciava cadere i fogli che aveva tenuto sospesi fino a quel momento. -Hai novità per me?-

-Sono stato con Death, tranquilla, sta andando bene-

Lo guardò sorpresa e quasi balbettò -Con Death sta andando bene?-

Jake sorrise.

-Si, l'ho portato in città a vedere il Festival-

Historia cambiò di nuovo espressione, si fece pallida in viso e sgranò gli occhi mettendosi una mano davanti la bocca.

-Hai fatto cosa..?-

Jake deglutì, eppure era più che convinto di dover andare fiero dei propri risultati.

-Dovevo farlo perché si fidasse di me e poi non è sano che stia sempre rinchiuso nel castello.-

Il viso di Historia diventò bordeaux.

-Una dozzina di anni sono troppi da passare dentro quattro mura- ribadì Jake con un sospiro esasperato.

Historia si arrese. -Chi altro sa della vostra fuga?- se Logan lo avesse scoperto avrebbe condannato tutti a morte e punito Death come mai aveva fatto prima.

-Solo il servo di Death-

-E ci si può fidare? Voglio saperlo la prossima volta-

-Va bene,va bene- 

Jake non capiva, non riusciva a concepire un motivo per cui Death non potesse uscire dal castello anche se sospettava che Historia avesse semplicemente paura della reazione di quel matto di suo figlio, forse una vera ragione non c'era.

-Ok- Historia si passò una mano tra i capelli, spostando una ciocca ribelle dietro l'orecchio e allontanando da sé quei documenti che ancora la aspettavano.

-Basta per oggi- mormorò.

Jake era troppo impegnato ad osservare le labbra carnose della donna, bramoso di baciarle, per star a sentire ciò che ella gli raccontava tra numeri, scorte di cibo e guerre. 

-Ti va di bere qualcosa con me?-

Historia lo squadrò per un po', Jake era davvero un bell'uomo.

Aveva tratti marcati, capelli lisci e rossi che lui amava portare con un ciuffo, la fronte era alta e gli occhi piccoli e marroni sembravano leggerti nel pensiero, le labbra sottili e rosee, un neo sul collo, a sinistra del pomo, attirava sempre la sua attenzione mentre il suo profumo le inebriava i sensi quasi confondendola, delle volte gli impediva di pensare, così che si ritrovava a fissarlo esattamente come in quel momento.

Scosse leggermente la testa, lei non poteva permettersi più alcuna relazione, non avrebbe fatto una cosa del genere a Jake, inoltre la loro differenza di età era troppo ampia, quei 10 anni di meno lo rendevano troppo giovane, ma è anche vero che, infondo, un invinto del genere non significava nulla. 

Jake forse non conosceva ancora nessuno nel castello quindi era naturale che chiedesse a lei di trascorrere un po' di tempo insieme nel sollazzo.

Si, era così, doveva assolutamente far sparire tutti gli altri pensieri che aveva in testa.

-Certo, perché no?-

Jake le sorrise facendole un occhiolino.

-Allora ci vediamo-
  
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