Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: daphtrvnks_    24/12/2018    1 recensioni
... - un dolore acuto e profondo si espanse per tutto il suo candido collo, esso imbrattato poi dal liquido cremisi del suo stesso sangue. Si sentì morire mentre i battiti del suo cuore aumentavano e le gambe diventavano molli, le dita esili delle sue mani, dalla bellezza pura come facessero parte di un quadro, si contorsero. -
.... -Quanti contrasti in un solo essere, luce e tenebre in un'unica persona. Qualcosa le era sfuggita alla vista ma la notò solo successivamente; dei bianchi guanti alle mani. 
'So cosa pensate, il mio nome è Kim Taehyung e sì, non appartengo a questo secolo.' -
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'aria era gelida, entrava fin dentro le ossa assieme al vento costante ed impetuoso, spazzava via le foglie lungo la strada ed il flusso dei pensieri. Si guardò intorno stringendo le mani cerulee nelle tasche della felpa grigia e calda, rabbrividì ma non smise di camminare.
Qualche goccia le cadde sul viso facendola sussultare, alzò il capo osservando il cielo nuvoloso, una lastra scura e pesante di nubi in procinto di scaricar tempesta.
Aumentò il passo calpestando pozzanghere di fango con le scarpe logore, poco le interessava, doveva tornare immediatamente a casa. Pensò di esser forte, cosa poteva mai farle un soffio di vento o la completa oscurità? Nulla.

Se lo ripeteva da tempo.

Si era trasferita a Seoul in modo da poter terminare gli studi di lingua, vent'anni e nessun futuro da poter percorrere, nessuno obbiettivo da inseguire. Aveva lasciato alle sue spalle una città splendente e soleggiata della California, un paradiso in terra con i suoi giardini, i palazzi brillanti e l'aria di festa, leggera e non pesante come quella  coreana.
Rifletteva mentre i tuoni e i lampi si facevano sempre più frequenti spaccando la tranquillità di quei luoghi isolati, e forse per questo pericolosi.
Un rumore, impercettibile quasi, un movimento poi simile ad un'ombra.
Un topo, pensò, cosa poteva mai essere? Quei quartieri erano pieni di ratti, gatti randagi e chissà che altro.

Non aveva niente di cui aver paura.

Fece un breve giro su se stessa, il tempo di accertarsi e far mente locale quando, ricominciando a camminare e dandosi della stupida per i suoi inconsci timori, un dolore acuto e profondo si espanse per tutto il suo candido collo, esso imbrattato poi dal liquido cremisi del suo stesso sangue.
Si sentì morire mentre i battiti del suo cuore aumentavano e le gambe diventavano molli, le dita esili delle sue mani, dalla bellezza pura come facessero parte di un quadro, si contorsero.
Il grido d'aiuto le si bloccò in gola, incatenato dal panico e dal sonno che, indisturbato come uno spirito immondo, si impadronì di lei.
Prima che le iridi lucenti potessero venire inghiottite da un nero pece riuscì ad intravedere una figura dalla forma vagamente umana, e l'udito scaltro percepì una frase: 'Dormite, creatura divina.'  

  
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