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Autore: OrderMade96    30/12/2018    2 recensioni
Au: Lotor e Allura invitano i loro amici a passare le vacanze nella loro baita in montagna sui monti svizzeri. Lance e Keith però, non riescono a godersi appieno le vacanze a causa della mancanza di Shiro.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Allura, Kogane Keith, Lotor, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU | Avvertimenti: Threesome
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa al calendario dell'avvento indetto nel gruppo Voltron Legendary Defender [ITA]
★ Numero Parole: 1526
★ Prompt/Traccia:  Capodanno/Vacanze Natalizie

Happy Hoidays.

Lance si appoggiò alla balaustra di legno, il respiro che formava piccole nuvolette di vapore per la differenza di calore tra il suo corpo e l’ambiente circostante. Una folata di vento dispettosa lo fece stringere di più nel giubbotto caldo, rannicchiando la testa come una tartaruga nella morbidezza della sciarpa.
Piccoli e candidi fiocchi di neve cadevano dal cielo blu cobalto imperlato di stelle, andandosi ad aggiungere al manto bianco che si spandeva a perdita d’occhio dinanzi e intorno a lui. Dall’interno della casa, voci gioiose lo raggiungevano ovattate, protette dalle solide mura di quella graziosa baita di montagna, piccolo gioiello tra le montagne svizzere.

La proprietà era stata acquistata da Lotor l’anno prima come regalo di compleanno per sua moglie Allura ed era diventata la meta preferita per la coppia e per i loro due figli, Lotorius e Kaltor, per passare le feste invernali. Quest’anno però, avevano deciso di invitare per le festività anche tutto il loro gruppo di amici, cogliendo anche l’occasione per dar loro la dolce novella di un nuovo arrivo in famiglia.
Tutti, nessuno escluso, avevano brindato alla notizia, congratulandosi con loro. Gli unici a sembrare minimamente contrariati dalla situazione, sembravano essere le due piccole pesti, ancora all’oscuro di tutto, che all’idea di un nuovo fratellino o sorellina, avrebbero preferito come ulteriore regalo delle feste, un cane. Ma era bastato un abbraccio comprensivo della madre e due parole di conforto del padre perché i due bambini si mettessero l’animo in pace, accettando la loro sorte con un’alzatina di spalle, tornandosene in fretta e furia a tormentare il povero e infastidito zio Keith.

Erano seguiti poi giorni piacevoli, tra sciate sugli slittini, la costruzione di inespugnabili fortini e feroci battaglie a palle di neve, vinte ovviamente dalla squadra di casa, perché nessuno si sarebbe sognato di far piangere i due ragazzini e un po’ perché, oltre a un competitivo Lotor, nella squadra vi erano anche Lance e Pidge, pronti a dar supporto e filo da torcere alla squadra avversaria, composta da Keith, Hunk, Coran, Matt e Romelle. 
L’unico della squadra avversaria che aveva dato un po’ di rogne al team, era stato Matt, che scaltramente era quasi riuscito ad intrufolarsi senza essere visto all’interno del loro fortino, cercando di colpirli alle spalle. Per sua sfortuna però, sua sorella lo conosceva fin troppo bene e il poveraccio era caduto in trappola con tutte le scarpe.
In generale tutti si stavano divertendo e stavano passando delle fantastiche vacanze. Ma c’era qualcuno che ancora faticava a sentirsi completamente felice, nonostante le numerose distrazioni. E quel qualcuno era lui.
Il motivo, era l’assenza di una persona fondamentale, Shiro. Dopotutto, lo aveva avvertito da subito che avrebbe potuto raggiungerli solo per Capodanno, visti i suoi impegni lavorativi, ma questo non gli impediva di essere meno triste al riguardo. Le giornate potevano essere stupende e piene, ma sarebbero comunque state incomplete. Un po’ come mangiare un’ottima carbonara senza pepe.  

E non era solo lui a risentire della sua assenza. Più volte aveva sorpreso Keith a guardare verso il sentiero che portava all’abitazione, assorto nei suoi pensieri.
In quei casi allora, lo avrebbe punzecchiato e preso in giro con qualche battuta, riportandolo alla realtà e distraendolo, come lui sarebbe poi venuto a confortarlo se si fosse allontanato o isolato più del dovuto. Esattamente come stava facendo ora.

“Finirai per prenderti un raffreddore se resti qua fuori.” Borbottò una voce scontrosa alle sue spalle, facendolo sorridere.

Le assi di legno scricchiolavano sotto le suole spesse degli stivali di Keith mentre lo raggiungeva e si appoggiava anche lui alla balaustra, dando però le spalle al paesaggio innevato.

 “Finiremo per prendercelo entrambi se resti qua fuori anche tu.” Gli fece notare il cubano, inclinando la testa di lato, guardandolo con un sorrisetto malizioso. “Si dice però che gli stupidi non si ammalino mai...” Aggiunse, allusivo e provocatorio.

“Lance.” Rispose unicamente con tono d’ammonimento il moro, lanciandogli un’occhiataccia.
L’altro si limitò a ridacchiare, tornando poco dopo a concentrare l’attenzione verso un punto indistinto davanti a lui.

“Vedrai che arriverà.” Promise Keith, dandogli un piccolo colpetto sulla spalla.
“E’ quasi mezzanotte…” Piagnucolò mogio l’altro, tirando un lungo sospiro.

Quella mattina Shiro li aveva avvertiti che stava partendo ma che, a causa di una forte nevicata in Giappone, i voli stavano subendo degli enormi ritardi e quindi sarebbe potuto arrivare probabilmente solo a tarda notte. Ma ormai era quasi mezzanotte, tutti erano pronti a sollevare i calici e dare il benvenuto al nuovo anno, ma di Shiro nemmeno l’ombra.

“Ha detto che arriverà.” Ripeté Keith, girandosi a guardare anche lui nella stessa direzione di Lance. I capelli neri gli incorniciavano scompigliatamente il viso, mossi dalla leggera brezza pungente. “Lo ha promesso no? E lui è un uomo di parola.”
“Mhm…” Sbuffò Lance, avvicinandosi. “A volte odio il suo lavoro.”
Keith sorrise al piccolo broncio che incurvava le sue labbra.
“A volte lo odio anche io.” Concordò con lui, poggiandogli il braccio sulla schiena. Era un gesto semplice, che riuscì però a tranquillizzare entrambi, avvolgendoli in un piacevole torpore.
“E odio anche gli aerei e i ritardi.” Bofonchiò in aggiunta Lance, agganciandogli un braccio in vita.
“Mi sembra giusto.” Concesse Keith.

“Sai cosa? Dovremmo punirlo per il ritardo.” Se ne uscì poi così dal nulla, sogghignando mentre un’idea perversa gli passava per la mente.
“Probabilmente finiremmo per far più piacere a lui che a noi.” Gli fece notare l’altro, alzando un sopracciglio.
“Questo è tutto da vedere.” Protestò il cubano, facendogli l’occhiolino, sogghignante. “Vedrai, Keith. Il nostro ragazzo si pentirà presto di aver così poco tempo per noi.”
“Se lo dici tu…” Un sospiro rassegnato sfuggì dalle labbra di Keith.

Nel frattempo, in lontananza un piccolo bagliore iniziava a farsi strada tra la fitta coltre di tenebra che avvolgeva il sentiero innevato. Un rombo basso non troppo distante giunse alle orecchie di entrambi, attirando la loro attenzione.

“E’ Shiro!” Esclamò Lance euforico, iniziando a scorgere la sagoma di un fuoristrada scuro.

Il ragazzo si precipitò giù dalle scale del porticato, correndo incontro al veicolo che stava rallentando una volta raggiunto il piazzale.

“Ciao ragazzi, scusate il ritard-“ Provò a formulare una scusa Shiro, appena sceso dalla macchina, prima di ritrovarsi un proiettile cubano addosso che lo spingesse giù nella neve.
“Sei in ritardo.” Lo rimproverò Lance, avvinghiandosi a lui. Non c’era vero rimprovero nella sua voce, solo un estremo sollievo.
“Lo so, mi dispiace.” Rispose dolcemente l’altro, stringendolo in un abbraccio.

“Avete finito voi due?” Li raggiunse Keith, assumendo una posa a braccia conserte, fingendosi infastidito di non essere ancora stato salutato.

Per tutta risposta Lance lo afferrò per l’orlo del giubbino, trascinando anche lui giù nella neve, tra un’imprecazione e una promessa di morte da parte sua e un gemito soffocato di Shiro che doveva far fronte ora al peso di entrambi.

“Lance, sei un idiota!” Si lamentò il moro, rotolando nella neve per rimettersi a sedere.

“Ti sentivi escluso, no?” Rise sotto i baffi il latino, tirandosi anche lui a sedere così da permettere a Shiro di respirare finalmente, mentre Keith lo fulminava con uno sguardo infuocato.

“Ciao, Keith.” Lo salutò Shiro, allungandosi poi a dargli un bacio sulla tempia, cercando di evitare l’inizio dell’ennesima discussione.
“Sei in ritardo.” Sbuffò l’altro, rabbonito.
“Sì, Lance me lo ha già fatto notare.” Ridacchiò, mentre tutti e tre si alzavano e si sgrullavano la neve di dosso.

“Lance era preoccupato.” Borbottò a mezza voce Keith, mettendosi le mani in tasca.
“Ehi! Anche tu eri preoccupato.” Controbatté Lance, dandogli una gomitata accompagnata da un’occhiataccia infastidita.

“Ok, ok. Non litigate.” Li fermò prontamente Shiro, mettendo un braccio sulle spalle di entrambi.

In quel momento un fischio riempì l’aria e poco dopo qualcosa esplose nel cielo. Il botto fu subito seguito da una cascata di luci brillanti che schiarì la notte. I tre ragazzi alzarono la testa al cielo, rapiti dallo sgargiante spettacolo pirotecnico.

“Bhe… Buon anno!” Formulò Lance ancora a naso all’insù.
“Buon anno.” Un sorriso sereno addolcì il volto quasi perennemente imbronciato di Keith.

Prima di aggiungersi agli auguri, Shiro diede un bacio a stampo ad entrambi mentre erano ancora troppo distratti per reagire propriamente. “Buon anno.” Ghignò vittorioso, gustandosi le espressioni stupite sui loro volti.

“Shiro, non vale rubare il primo bacio dell’anno così!” Finse di obiettare Lance, assumendo un’espressione teatralmente indignata.

“Io posso.” Replicò il maggiore fra i tre, senza abbandonare il suo ghigno compiaciuto.
Keith rise sotto i baffi, scuotendo piano la testa.

“Ah si?” Questa volta fu Lance a ghignare. “Bene…vorrà dire che aumenteremo la tua punizione.” Aggiunse con una linguaccia.
“Punizione?” Chiese Shiro, incuriositosi.
 “Per aver fatto tardi.” Gli fece notare, prendendolo per mano, lanciando un sorriso complice a Keith.

“E’ meglio che eviti di opporti, o deciderà di inventarsi qualche altra strana punizione anche per questo.” Lo avvertì infine Keith, seguendoli mentre raggiungevano gli altri alla baita per poter festeggiare insieme.

Ma la questione della punizione era molto interessante, pensò Shiro, cercando di concentrarsi mentre salutava tutti e si congratulava con Allura e Lotor per il nascituro in arrivo. Se Lance e Keith volevano punirlo, chi era lui per opporsi?

Sicuramente, quella notte di capodanno i fuochi non sarebbero esplosi solo nel cielo.



 
NOTE DELL'AUTRICE:

Ehi! Chi non muore si rivede. E ogni tanto torna anche a scrivere LoL
Questa breve storia partecipa al calendario dell'avvento di Fanwriter.it 
Spero che questa breve Sklance possa allietare le vostre vacanze e, se ne avete voglia, c'è un continuo hot, pubblicato sempre a mio nome su Lande di fandom per il p0rnfest. 
Buon anno!
   
 
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