Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: pattydcm    30/12/2018    2 recensioni
Sherlock si risveglia ferito in un luogo sconosciuto. Si rende conto ben presto che colei che lo ha tratto in salvo non è del tutto sana di mente. Dovrà far fronte ai modi bruschi e violenti di lei e tentare di sopravvivere ai suoi sbalzi d'umore e alle sue differenti personalità. Nessuno sa dove si trovi. Può solo sperare che qualcuno si attivi per cercarlo. Chiunque, ma non John Watson. Del dottore, infatti, non vuole saperne più nulla...
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
14 novembre
 
John entra al 221B di Baker Street e sale le scale trascinando il pesante trolley un gradino dopo l’altro con entrambe le mani.
“Maledetti manuali! Pesano un quintale e ne valgono molto meno” pensa, ruotando il pomolo della porta una volta giunto al piano. La trova chiusa, cosa insolita. Da quasi un anno vive qui e non ha mai dovuto utilizzare una sola volta la chiave per aprirla. La cerca, infatti, nel mazzo e ne deve provare un paio prima di trovare quella giusta. Fa capolino nel salotto, guardandosi attorno circospetto. Nessuna traccia di Sherlock.
A quanto pare, lui e la signora Hudson si sono preoccupati a vuoto, quando si sono resi conto che sarebbero mancanti entrambi dal 221B per una parte dei rispettivi impegni che vedevano lei in visita alla sorella e lui impegnato in quel noioso corso. A quanto pare, il consulente deve aver deciso di cogliere l’occasione e volare via a sua volta verso chissà quali lidi.
<< Spero più interessanti dei miei! >> sbuffa tirando dentro la valigia. La apre al centro del salotto, stanco di farle fare un altro solo passo, e la alleggerisce dei manuali dati in omaggio al corso d’aggiornamento di medicina d’emergenza che ha frequentato in questi cinque giorni trascorsi a Dublino e di qualche libro acquistato di sua volontà.
<< Il peso della cultura! >> ridacchia, notando quanto sia notevolmente più leggero ora il trolley.
La sua risata rimbomba nella stanza creando uno strano effetto. Non si è mai trovato così solo in quest’appartamento. Le volte in cui Sherlock era in giro dietro a chissà quale dei suoi casi c’era la signora Hudson al piano di sotto e il suo canticchiare facendo le pulizie o la televisione accesa lo raggiungevano a fargli compagnia. Quando, invece, non c’era la signora Hudson, l’appartamento era preda del caos prodotto dal suo coinquilino, capace di far sentire la sua presenza anche quando era sdraiato sul divano, immerso nel suo Mind Palace.
Non gli piace. Il 221B deserto non gli piace per nulla. Lascia la valigia davanti alla porta e si dirige in camera di Sherlock per capire se la sua sia un’uscita breve oppure se davvero la battuta che ha fatto corrisponde al vero e il suo coinquilino abbia deciso di andarsene via per qualche giorno.
È entrato poche volte nella sua stanza e ognuna di queste si è avvicinato alla porta con circospezione aprendola piano, timoroso di rompere chissà quale equilibrio o scoprire inappropriati segreti. Quel che vede è il letto perfettamente rifatto e ogni cosa al suo posto.
<< E’ impegnato in un caso >> deduce. L’ordine in quella camera è indice di indagine in corso e quindi di assenza di sonno per l’unico consulente investigativo al mondo. Sorride tra sé scuotendo la testa mentre chiude la porta.
“Certo che avresti potuto avvisarmi” pensa, tornado in salotto. Si ferma accanto alla sua poltrona e alza lo sguardo in direzione del divano. Deve ammettere a se stesso che questa volta Sherlock ha un valido motivo per non dare notizie di sè.
Negli altri viaggi che John ha fatto, tutte le volte in cui gli è stato lontano, il suo coinquilino non ha perso occasione per contattarlo. A volte solo con un messaggio, altre con molti messaggi, addirittura ossessivi nei momenti di picco della sua noia esplosiva. Certo è capitato non si facesse vivo per un giorno intero e allora deve ammettere che era lui a scrivergli, preoccupato gli fosse successo qualcosa o avesse combinato qualche disastro, ma intimamente desideroso di sentirlo.
In questi cinque giorni, invece, Sherlock non si è fatto sentire e John ha tentennato più volte sul prendere l’iniziativa o meno di scrivergli. Ha anche buttato giù molti messaggi, che sono rimasti salvati nelle bozze per qualche ora prima che decidesse di cancellarli del tutto.
<< Parleremo di quanto è successo faccia a faccia, come è il caso che sia dinanzi a una situazione così delicata >> si era detto ogni volta che li cancellava, tormentandosi, allo stesso tempo, del testardo mutismo dell’altro.
Fissa ancora il divano e il ricordo di quanto successo lì giusto due giorni prima della sua partenza gli invade la mente.
“Sono un maledetto idiota!” sospira passando la mano sul viso stanco delle ore di viaggio. Cammina piano verso quello che ha sempre considerato lo zerbino del Mind Palace sul quale Sherlock è solito sdraiarsi per accedervi. Si siede al centro esatto. Rigido, come fosse imbarazzato dal toccarne la superficie. Posa esitante entrambe le mani sulla pelle nera e i ricordi giungono più forti.
“Cosa vorresti fare tu?”.
“Scrivere un nuovo post sul tuo blog, John. Ritengo che i tuoi fan debbano sapere dei tuoi trascorsi”.
“Smettila di dire cazzate!”.
“ ‘Le avvincenti avventure del Capitano Tre Continenti Watson’. Suona bene come titolo! Sono sicuro che il numero di visitatori schizzerebbe alle stelle con tutto quel sesso”.
“Vedi di smetterla con queste idee, se non vuoi che faccia schizzare te alle stelle!”.
Ride eccitato dal ricordo e da quella scelta di parole che si era rivelato essere molto utile.
“Sono un maledetto idiota!” ripete sospirando di nuovo.
Il campanello suona strappandolo ai suoi pensieri. Un suono lungo e prolungato, abbastanza fastidioso, ad essere sinceri.
<< Arrivo, un attimo di pazienza! >> sbotta John scendendo le scale. Apre il portone e si ritrova davanti Lestrade.
<< Greg, perché hai deciso di torturare il campanello? >> chiede al detective, invitandolo ad entrare.
<< Sherlock ignora i miei messaggi >> risponde questi, le mani ai fianchi e il volto teso, nervoso. << Ho un caso pazzesco per le mani e sono quattro giorni, John, quattro giorni che gli mando messaggi e lo chiamo, ma quel cazzo di telefono è sempre spento e non si degna di rispondermi >> ringhia Greg percorrendo a grandi passi l’ingresso. << Si può sapere dov’è? >>.
<< Io sono appena rientrato. Il corso d’aggiornamento a Dublino, ricordi? >>.
<< Sì, certo che lo ricordo e per questo non ti ho disturbato >> alza gli occhi al cielo. << È uno di quei casi di suo sicuro interesse, non capisco perché non mi risponda! Si può sapere, allora, dov’è finito? >>.
<< A dire il vero non lo so >>.
<< Non lo sai? >> gli domanda Greg stupito. << John Watson che non ha idea di dove sia finito Sherlock Holmes? >> esclama a gran voce per poi passare le mani tra i capelli.
<< Non sono mica suo padre, Greg! >> sbotta John infastidito. << E’ adulto e piuttosto libero di andare dove meglio gli pare, se non te ne fossi accorto >>.
<< Questo sì, ma a te dice sempre tutto. È l’effetto positivo del tuo esserti trasferito qui, questo, John. Di ritrovarmi come prima, a vagare alla sua ricerca senza uno straccio d’indizio su dove possa essere finchè non si degna di farsi vivo, non ne ho nessuna voglia! Non a fronte di un caso come questo! >>.
John vorrebbe ribattere a tono, ma nota quanto Greg sia visibilmente stressato. Sarebbe un’inutile litigata che non porterebbe nulla di buono a entrambi e per questo fa un profondo respiro e decide di mettere da parte l’orgoglio.
<< Mi spiace non poterti aiutare questa volta, Greg >> sussurra e il detective si sgonfia dinanzi al suo tono strategicamente remissivo.
<< No, scusami tu. Che colpa mai puoi averne? >> sospira posandogli la mano sulla spalla.         << Certo, però, è strano, non trovi? >>.
<< Devo ammettere che lo è, sì >>.
<< Come mai non ti ha detto nulla? >> gli chiede e John sente le guance farsi rosse, cosa che spera non si noti troppo.
<< Abbiamo avuto una… discussione abbastanza accesa prima della mia partenza >> dice imbarazzato. << Non lo vedo da molto prima di partire, in realtà. Sai com’è quando decide di fare i capricci >>.
<< Sì >> annuisce il detective, che lo scruta poco convinto. << Deve essere stata bella grossa questa discussione >>.
<< Parecchio >> dice deciso a non aggiungere altro. << L’unico che potrebbe sapere qualcosa è suo fratello. Sai che non lo perde di vista un solo istante >>.
<< Oddio, quello preferisco tenerlo come ultima spiaggia >> ribatte storcendo il naso. << Senti, io devo andare, ho una montagna di guai da gestire. Tu cerca di capire che fine ha fatto e se riesci a contattarlo chiamami, per favore! >> gli dice aprendo il portone. << E, benchè non sappia il motivo del litigio, mi sta dando talmente tante noie il suo mutismo che sono dalla tua parte a prescindere, sappilo! >> aggiunge dirigendosi all’auto ferma in doppia fila con le quattro frecce accese.
“Questa volta temo sia tutta colpa mia, invece, Greg!” pensa John, salutandolo con un gesto della mano. Chiude il portone e volge lo sguardo alla porta del loro appartamento.
<< Dove sei, Sherlock? >> si chiede sentendo una strana preoccupazione chiudergli lo stomaco.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: pattydcm