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Autore: Mary_Julia_Solo    30/12/2018    0 recensioni
Ho scritto questa one shot qualche anno fa e per qualche motivo non l'ho mai pubblicata.
È una Sifki senza troppe pretese ambientata dopo il primo film. Si concentra sulle emozioni di Sif dopo la notizia della distruzione del Bifröst e della presunta morte di Loki.
(Il titolo proviene dalla canzone Whisper, degli Evanescence)
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- I lie awake and try so hard
not to think of you
But who can decide what they dream?
And dream I do -
(Taking over me, Evanescence)

È caduto, avevano detto. Ma lei se lo sentiva dentro che non era così. Sapeva che si era lasciato cadere. Aveva visto quanto i suoi occhi fossero diventati di ghiaccio, aveva visto la pazzia invaderli. Aveva visto il mare allagare il suo cuore. Si era sentita in colpa, dopo averlo odiato con tutta sé stessa, quando lo aveva visto sul trono. Aveva creduto che avesse deciso di governare Asgard, aveva creduto che la volesse distruggere, quella città d’oro. Ma poi aveva saputo che non era stato così. Era stato Frigga a farlo re. Lui, però, non aveva detto nulla, troppo fiero per dire la verità. Non lo faceva mai, perché avrebbe dovuto cambiare?
È caduto, avevano detto. E invece no, aveva deciso di sparire, prima che la sua mente fuori controllo esplodesse come una stella. Un tempo lo aveva odiato per esistere, e ora lo odiava per quello che aveva fatto. Non per aver quasi distrutto Jotunheim, non per aver costretto Thor a distruggere il Bifröst, non per aver raso al suolo una città. Solo per aver distrutto sé stesso. Sapeva che era anche colpa sua, sapeva che se lo avesse aiutato probabilmente nulla sarebbe successo. Se solo non fosse stata così stupida e cieca, le cose sarebbero andate diversamente. Se avesse accettato prima quello che il suo cuore le gridava…
È caduto, aveva detto Thor. Aveva visto il Bifrost cadere. Ma non credeva che avrebbe portato Loki con sé. Quando Thor era andato da loro per raccontare l’accaduto, il viso sconvolto, Sif non aveva intuito. Eppure avrebbe dovuto capire. Lei era colpevole, per quanto non lo sapesse nessuno. Gli si era avvicinata, preoccupata per lui, credendo che fosse triste soltanto per aver perso la possibilità di rivedere quella Jane che lei tanto odiava, per quanto cercasse di non farlo. Invece, aveva scoperto che le cose stavano molto peggio.
È caduto. Era corsa fuori dalla stanza. Aveva corso senza una meta, senza pensare, senza ragionare, con la mente perfettamente vuota. Poi, si era fermata e si era appoggiata a una colonna, restando immobile, incapace di respirare. Avrebbe voluto gridare, ma dalle sue labbra non usciva nessun suono. Avrebbe voluto piangere, ma i suoi occhi rimanevano asciutti. Quando fu certa che tutto fosse tornato alla normalità, quando fu certa che il suo viso fosse meno sconvolto, decise di tornare dai suoi amici. Loro non le domandarono nulla, le lanciarono solo occhiate confuse, fino a quando non fu annunciato che Odino aveva indetto un banchetto. Si era cambiata, mettendo uno dei pochi vestiti che possedeva e si era unita agli altri Asgardiani, che stavano festeggiando. Ora, mentre osservava Thor passare dietro di lei, pensò che erano tutti degli ipocriti. Non c’era nulla da festeggiare. Che cosa stavano festeggiando? Il ritorno di Thor? O la morte del principe prima inutile e poi pazzo? Il suo sorriso si spense, mentre si alzava, senza una vera intenzione di seguire Thor.
È caduto. Seguendolo, si trovò accanto alla regina Frigga. Delle condoglianze che non sembravano diverse da tutte quelle degli altri, che non sembravano meno ipocrite, scivolarono via dalle labbra di Sif. Frigga la guardò e le posò una mano sul braccio, mentre la guerriera cercava di non incontrare i suoi occhi. La regina avrebbe visto quante menzogne riposavano nei suoi occhi. O quanto il suo cuore fosse straziato. In fondo era meglio che lei pensasse che fosse triste solo per Thor. Era quello di cui cercava di convincersi anche Sif, pur sapendo benissimo che non era solo per quello. Dopo aver scambiato poche parole con Frigga, la guerriera non tornò al suo posto al tavolo. No, perché le sue gambe trovarono la strada per uscire da lì. Non sapeva dove stesse andando, non davvero. O almeno, non credeva di saperlo. Invece lo sapeva perfettamente. In quel momento era come se fosse divisa in due. Come se una parte di lei seguisse la ragione, mentre l’altra il cuore. E forse, il cuore stava vincendo. Prima che potesse pensarci, prima che potesse ripensarci, si ritrovò davanti ad una porta. Si guardò intorno, prima di entrare. Fece qualche passo nella stanza. La stanza di Loki. Si guardò intorno, senza nemmeno essere tanto certa del perché fosse lì. Non ne aveva il diritto e non avrebbe dovuto. Era certa che stesse impazzendo. Di nuovo si sentì mancare l’aria. Quella stanza era ordinata. Dalla finestra si poteva vedere il cielo e la vista era magnifica. Non doveva essere tanto diversa da come la vedeva lei, eppure… quella notte anche il cielo sembrava triste. Si avvicinò alla libreria e sfiorò i dorsi dei libri con la punta delle dita. Poi, il suo sguardo cadde sul letto di lui. Le coperte erano verde e oro. Per qualche motivo quel fatto la fece sorridere. Si sedette sul letto, accarezzando la stoffa. Solo in quel momento si accorse di sentirsi male. Non riusciva a respirare, di nuovo. Ma era molto peggio questa volta. Gli occhi le si riempirono di lacrime, accecandola. Si lasciò scivolare sul letto, cominciando a singhiozzare. Le coperte avevano ancora l’odore di lui… di ghiaccio, stelle e magia. Quell’odore inesistente che per lei voleva dire tutto. Si sentiva debole e odiava sentirsi debole. Ancora prima che potesse capirlo, si era addormentata, mezza soffocata nel suo dolore.
È caduto le risuonò nelle orecchie…
 
All’improvviso, tutto cambiò. Non si trovava più nella stanza di Loki, ma in uno dei corridoi di Asgard. Stava camminando come se nulla fosse, ma velocemente, come per sfuggire a qualcosa. Forse da sé stessa.
Poi, inaspettatamente, la sua voce. L’avrebbe riconosciuta ovunque, per quanto lontana fosse.
-Sif! -invece di voltarsi a guardarlo, affrettò il passo. Non lo voleva vedere. Non voleva vedere quanto i suoi occhi fossero cambiati, quanto lui fosse cambiato. Il suo mare in tempesta era improvvisamente ghiacciato. -Sif? -ripeté, per poi raggiungerla. La afferrò per un braccio e la fece fermare. La guerriera non alzò subito lo sguardo su di lui, ma poi fu costretta quando le sollevò il mento con una mano.
-Vattene. -gli disse, mentre sul viso di lui compariva un’espressione stupita. Non la fermò, la lasciò continuare, senza toglierle gli occhi di dosso. -Vattene, ti prego. Tu sei morto. Tu sei morto… -si sentiva la voce tremare. Si divincolò dalla sua presa, quasi gridando: -Per Hel! Tu sei morto! -fece per andarsene, ma Loki la fermò di nuovo, questa volta bloccandola contro il muro. La guardò parecchio confuso.
-Sif… che cosa stai dicendo? Non sono morto. -la guerriera sentì le lacrime salirle agli occhi, mentre la rabbia si tramutava in tristezza.
-Invece sì. Sei caduto. -lui scosse la testa, un sorriso confuso gli comparve sulle labbra.
-N-no… Io governo Asgard, ricordi? Sono il tuo re. -lei annuì, incapace di respirare. Vederlo così, senza segni di pazzia negli occhi, le faceva malissimo.
-Lo eri. Lo sei stato per poco. Ma ora sei caduto. Non sei qui, non davvero. Sei morto. -il sorriso di Loki si spense.
-Visto… Visto che sembri tanto convinta, lascia che ti dica quello che non ho potuto dirti da vivo. -Avvicinò il viso a quello di lei, guardandola negli occhi con un’intensità disarmante. -Io… -cominciò, ma Sif gli mise un dito sulle labbra, impedendogli di continuare.
-No. Non dirlo ti prego. Lo so che non è vero, lo so che è soltanto la mia mente a ingannarmi. -lui continuò a guardarla negli occhi, cercando di sembrare sicuro.
-Sif, ascoltami. Non è la tua mente. È reale. -lei scosse di nuovo la testa, mentre le lacrime le scivolavano lente giù dagli occhi.
-No. No! -Loki la zittì, prendendola tra le braccia e baciandola. La guerriera rispose con disperazione, senza curarsi del fatto che avesse cercato di continuare a odiarlo per tutto quel tempo. Non contava più nulla. Perché lui era caduto. Perché lui era morto e quello era solo un sogno creato dalla sua folle mente. Si separarono quando ormai non ebbero più fiato, restando qualche secondo a guardarsi negli occhi. Loki le si avvicinò di nuovo, mormorando:
-Ti amo. -Sif non poté rispondere, perché lui ritrovò le sue labbra. La guerriera gli scompigliò i capelli, passandoci le dita. Chiuse gli occhi, sperando di non svegliarsi mai.
Ma all’improvviso, tutto cambiò. Sentì delle braccia incredibilmente forti stringerla, stritolandola e quasi impedendole di respirare. Non certo le braccia di Loki. Cercò di aprire gli occhi, ma le sue palpebre sembravano incollate tra loro. Poi sentì la voce. Un tempo avrebbe dato di tutto per sentire quella voce pronunciare parole simili, ma all’improvviso sentì un incredibile senso di disgusto.
-Sei sempre stata mia, Sif… -spalancò gli occhi, ritrovandosi schiacciata tra Thor e la parete. Cercò di spingerlo via, ma senza risultato. Il Dio del Tuono le rivolse un’occhiata interrogativa, dicendo:
-Cosa c’è? Tu vuoi me. Mi hai sempre voluto. -lei scosse la testa, cercando di dire qualcosa, ma dalle sue labbra non uscì altro che un urlo. Voleva svegliarsi, voleva svegliarsi e scoprire… E scoprire… che anche il precedente era stato un sogno, che non stava succedendo davvero. Che Loki non era morto, che Loki non era impazzito. Voleva svegliarsi accanto a lui e abbracciarlo, dicendogli che amava solo lui. E poi baciarlo, senza sentirsi stupida per quello che provava. Voleva che tutto cambiasse.
Thor riprese a baciarla, mentre Sif sentiva le lacrime bagnarle le guance.  
 
Sentì una mano scuoterle dolcemente una spalla e balzò a sedere, con il cuore a mille. Si guardò intorno, respirando a fatica, cercando di capire dove fosse. Poi, ricordò tutto. Ricordò la sera prima, ricordò come la sua mente avesse smesso di funzionare e l’avesse guidata fin lì. Sollevò lo sguardo per incontrare quello di Frigga. Rimase immobile a guardarla, cercando di trovare delle scuse plausibili, ma non le veniva in mente assolutamente niente. Però, la regina non domandò nulla, disse soltanto:
-Stai bene, Lady Sif? Stavi tremando… -Frigga sembrava preoccupata. La guerriera si alzò in fretta in piedi e balbettò qualcosa d’incomprensibile perfino a lei che lo aveva detto. Poi, corse fuori, senza voltarsi indietro. Solo arrivata in corridoio si accorse che ormai era giorno. Corse senza meta, forse cercando la sua stanza, ma non aveva la minima idea da che parte fosse. Si sentiva confusa, come mai in vita sua. Andò quasi a sbattere contro Thor, nel suo stordimento. Si fermò, incapace di muovere un singolo passò in più. Il Dio del Tuono la guardò dall’alto in basso, lo sguardo confuso. Solo in quel momento Sif si accorse davvero dello stato in cui era. Indossava lo stesso vestito della sera prima, ora stropicciato, i suoi capelli non potevano aver visto giorni peggiori, nemmeno in battaglia. E il suo viso poi. Non si vedeva, ma era certa che le sue guance fossero segnate dal pianto e i suoi occhi dovevano essere stravolti. Ricordando il suo stupido sogno, provò una rabbia incredibile per Thor. Provò ancora più rabbia verso sé stessa, per tutto il tempo che era rimasta innamorata di lui, anche quando non lo era ormai più davvero. Non si fermò a fornire spiegazioni, riprese solamente a correre. Corse, sperando di trovare la sua stanza. E invece no. Si ritrovò nei giardini. Almeno aveva un posto dove andare. Camminando lentamente stavolta, raggiunse il luogo dove aveva baciato Loki la prima volta, sotto quel salice solitario, tanto anni fa, spinta da un pensiero folle. Si sedette a terra e osservò il cielo, ormai era azzurro. Non pensò a tutte le spiegazioni che avrebbe dovuto dare in seguito, non pensò a nulla, se non al peso che si sentiva sul cuore. Si maledisse per essere stata così cieca, per non aver seguito i suoi sentimenti… E soprattutto per aver lasciato Loki da solo, ad affogare nel suo mare. Aveva finto che non le importasse, mentre invece non le importava di nient’altro.
È caduto.
Una sola lacrima le scivolò lungo il viso.
Mormorò quattro parole, che si dispersero nel vento.
-Anch’io ti amo… -
 
Da qualche parte, nello spazio vuoto e infinito, Loki sorrise. 


A/N: Tutto questo è un po' random è non ricordo nemmeno come sia stato prodotto dalla mia mente, ma spero che qualcuno abbia deciso che valeva la pena leggerlo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un saluto. 
   
 
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