Storie originali > Epico
Segui la storia  |       
Autore: destiel87    02/01/2019    0 recensioni
Sette sono le Dee che cambieranno il destino dell' eroe Sigfried, giunto dalle terre nordiche fino alle sponde della grecia.
Afrodite, dea dell' amore, Ixchel, dea della passione, Hel, lunare e gelida come i monti dove dimora.
Ecate, dea degli incantesimi, Atena, dea della saggezza e della guerra, Artemide, la vergine cacciatrice.
Ed infine, Perfesone, malinconica regina dell' oltretomba...
Ad accompagnarlo nelle sue avventure, il fidato destriero alato Pegaso, e la veggente guerriera Cassandra.
A sfidare la sua ira e la sua spada, il valoroso e crudele Ares, ed Ade, dio dei morti e delle ombre.
(Nota: I personaggi della storia sono ispirati alla mitologia greca, romana e normanna)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 14: LA REGINA DELLE OMBRE
 


 


 

Attraverso le lugubri terre della morte, Sigfried vagò, per giorni e giorni, finchè i giorni non si tramutarono in mesi.
Non avevano la concezione del tempo, poiché non vi era sole o luna in quel regno, ma il crescere della sua barba e il continuo smagrire del suo corpo, lo inducevano a pensare di essere nell’ oltretomba da molto tempo.
Non poteva nutrirsi dei frutti di quel regno, o non sarebbe più potuto tornare sulla terra dei mortali, così come era accaduto alla sventurata Persefone. Tuttavia, nei rari momenti in cui Hades era distratto, Atena provvedeva a mandargli dei viveri, facendoli portare dalla sua fidata civetta.
Nonostante questo, Sigfried e Pegaso pativano la fame, i loro scarni corpi erano sempre più deboli e stanchi, e più i giorni passavano, più le condizioni peggioravano.
Sigfried faceva fatica a trascinare Pegaso, che era oramai allo strenuo delle forze, e provato dalle ferite e dalla fame, zoppicava lentamente, spinto solo dall’ amore per il suo padrone.
Ogni giorno il cavaliere si malediva per aver trascinato l’ amico in quella folle impresa, ma ormai era tardi per cambiare il corso degli eventi… Poteva solo proteggerlo, e tenerlo in vita.
Spesso rinunciava al poco cibo che aveva, per darne una parte al cavallo, ma era un piccolo prezzo da pagare, per non perdere il compagno di tante avventure.
“Supereremo anche questa vedrai…” Gli disse accarezzandogli dolcemente il muso. “E quando sarà finita, io e te voleremo nei cieli azzurri, con il sole caldo sulla faccia e distese immense di prati e boschi sotto di noi. L’ aria sarà profumata come i capelli di una donna, e l’ acqua fresca e dissetante… Quando saremo stanchi, dormiremo sereni sotto la luna, accanto ad un focolare… Ci sarà Cassandra, che ci preparerà tante cose buone da mangiare, e poi stetti l’ un l’ altro ci addormenteremo sereni e con la pancia piena.”
Così dicendo, Sigfried si addormentò sulla pancia di Pegaso, facendo dolci sogni.
Non ce ne furono molti così, nei lunghi giorni infiniti che trascorsero in quelle valli oscure.
Quella volta tuttavia, ebbe la sensazione che qualcuno vegliasse su di lui mentre dormiva, che accarezzasse i suoi capelli e baciasse la sua fronte.
Quando si svegliò dal suo lungo sonno, una bellissima donna era accanto a lui, seduta al suo capezzale, e accarezzava il suo viso, cantando tristi melodie.
Aveva lunghi capelli rossi come il fuoco, e così anche le sue labbra sottili, il viso era bianco come il latte, ricoperto da piccole lentiggini. Era bella e malinconica, ed i suoi occhi erano profondi come le acque dell’ oceano.
“Sigfried… Cavaliere delle terre del nord, lungo è il cammino che hai percorso, per giungere fino qui. C’ è dolore nei tuoi occhi, eppure, la fiamma brilla ancora dentro di essi. Il tuo cuore è puro, e nonostante la tua tragica sorte, seguiti nella tua impresa… Devi amare molto, quella fanciulla.”
“Si, mia signora. Ma vi prego, ditemi chi siete…”
“Io sono Persefone, regina dei morti e delle ombre. Se il tuo cuore è davvero puro, e il tuo amore davvero incrollabile, allora mi affido a te, mortale. Aiutami, e io ti porterò la sua amata Cassandra.”
Al sentire il suo nome, il cavaliere trasalì, alzandosi un poco verso di lei.
“Voi… Voi l’ avete vista? Stà bene?”
“Si. Ma non so’ per quanto tempo ancora potrà resistere. E non so’ quanto ancora possiate farlo voi. Se continuate così, vagherete in eterno in questo regno, e così Hades avrà ottenuto la sua vendetta, e riderà di gusto della vostra sofferenza.”
“Perché mi state dicendo questo? Perché tradire il vostro sposo?” Chiese Sigfried confuso.
“Sposo? Voi chiamereste sposo colui che vi ha strappato dalla braccia di vostra madre, dalla vostra vita, per essere la sua schiava nell’ oltretomba?” Rispose lei, guardandolo con tristezza.
“Mi dispiace, per la vostra terribile sorte, Persefone… Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarvi, ditelo, e sul mio onore, farò quel che potrò per accontentarvi. Ma vi prego, ditemi dov’ è Cassandra?”
“E’ tenuta prigioniera, nascosta sotto il mantello invisibile di Hades. Ve l’ ho detto cavaliere, non vi è modo che voi possiate trovarla. Mio marito è astuto, quando ne ha desiderio. Così ha fatto con me, così farà con voi. Siamo entrambi sottomessi al suo volere, e non possiamo far altro che disperarci, in quest’ eterna dannazione. Ma voi potete cambiare il destino di entrambi!”
“Come? Come posso impedire che tutto questo accada?” Chiese Sigfried disperato, aggrappandosi al suo nero mantello.
“Invocate Artemide! A voi darà ascolto… Io ho già implorato il suo aiuto molte volte, ma ormai mi ha abbandonata anche lei, come tutti gli altri. Ma per te, forse lo farà. Per Cassandra, che è sua pupilla, potrebbe decidere di rischiare una seconda volta… Atena è tua alleata, protettrice di Cassandra, so’ che la sua sorte le stà a cuore, o la sua civetta non sarebbe qui. Attraverso lei, fai arrivare il messaggio ad Artemide, dille che abbiamo bisogno del suo arco, e avremo una possibilità di essere liberi…”
Persefone strinse le sue mani, con il viso rigato dalle lacrime e gli occhi che brillavano come stelle di fuoco.
“Lo farò, mia signora, avete la mia parola. Ma vi prego, datemi la vostra, che liberete Cassandra, comunque vadano le cose.”
“L’ avete, Sigfried. Non ho più molto tempo, presto mio marito si accorgerà della mia assenza. Quando avrete l’ arco, raggiungetemi sulle sponde del fiume Acheronte, ed io porterò Hades. Ma vi avverto, quando sarà il momento di scagliare la freccia, sarà mio compito farlo. Devo essere io a…”
Un tremito nella sua voce l’ interruppe, mentre le lacrime le bagnavano le guance.
Sigfried non disse nulla, ma strinse a sé la fanciulla, e appoggiò la testa alla sua.
D’ improvviso, si ritrovò solo, con le braccia allungate verso un ombra che si stava via via dissolvendo.
Rimase lì qualche momento, a pensare a quanto era successo, poi rivolse il suo sguardo al cielo.
“Atena… Mia dea, ascolta la mia supplica. Ascolta la mia voce. Ancora una volta, invoco il tuo aiuto, non abbandonarmi proprio adesso. Cassandra ha bisogno di te, Perfesone ha bisogno di te. Io, ho bisogno di te. L’ unico modo per liberare entrambe è uccidere Hades, ma solo l’ arco di luce divina è in grado di farlo. Ti chiedo di portare questo messaggio ad Artemide, e reclamare il suo aiuto. So’ che chiedo molto ad entrambe, e so’ che molto avete già fatto per noi, ma non ci sarà salvezza per nessuno, senza il vostro intervento divino. Affido a te la mia preghiera, oh Atena.”
Ci fu un lungo silenzio, dopo di chè si udì il grido della civetta, che sbattendo le sue grandi ali volava verso l’ orizzonte di luce.
 
 
 
 
Nota: Persefone venne rapita mentre stava raccogliendo dei fiori in compagnia delle ninfe. Improvvisamente la terra si aprì sotto i suoi piedi, e dal baratro uscì un carro tirato da quattro cavalli neri come la pece. Era il carro di Hades, che afferrò la fanciulla spaventata, trascinandola con sé nell’ abisso.   
Sua madre Demetra, dea del grano e dell'agricoltura, disperata per la scomparsa della figlia, la cercò per nove giorni, finchè il decimo giorno, con l'aiuto di Ecate ed Helios, seppe che il rapitore era il Dio degli Inferi. Adirata, Demetra abbandonò l'Olimpo e scatenò una tremenda carestia in tutta la Terra, affinché questa non offrisse più i suoi frutti ai mortali e agli Dèi. Zeus tentò allora di riconciliare Ade e Demetra, per evitare la fine del genere umano: ordinò ad Ade di restituire Persefone, a patto che ella non si fosse cibata del cibo dei Morti. Ade non si oppose all'ordine ma, poiché Persefone era effettivamente digiuna dal ratto, la invitò a mangiare prima di tornare dalla madre: le offrì così un melograno, frutto proveniente dagli Inferi, in dono.
in questo modo si compì dunque il tranello ordito da Ade, affinché Persefone restasse con lui negli Inferi. Si scatenò nuovamente l'ira di Demetra, e Zeus propose un nuovo accordo, per cui, dato che Persefone non aveva mangiato un frutto intero sarebbe rimasta nell'oltretomba solamente per il numero di mesi equivalente al numero di semi da lei mangiati, potendo così trascorrere con la madre il resto dell'anno;  avrebbe trascorso così sei mesi con il marito negli Inferi, e sei mesi con la madre sulla Terra. Da quel momento si associano la primavera e l' estate ai mesi che Persefone trascorre in terra dando gioia alla madre, e l' autunno e l' inverno ai mesi che passava negli Inferi, durante i quali la madre si strugge per la figlia.
 
 
 

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Epico / Vai alla pagina dell'autore: destiel87