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Autore: foschi    03/01/2019    16 recensioni
Questa storia partecipa a “Una Challenge sotto l’Albero” indetta dal gruppo Facebook "Il Giardino di Efp"
Prompt: A non sa pattinare e B prova ad insegnarglielo.
«Sei pronta?» chiese vedendo la donna mettersi in piedi traballando. Michiru le riservò un’occhiataccia che non aveva bisogno di parole ed arrancando si avvicinò a lei: che fosse riuscita a salire su quegli aggeggi era già un successo.
«Sappi che se dovessi farmi male la colpa ricadrebbe interamente su di te, Tenou.» sibilò gelidamente con le gambe che tremavano appena. Uranus sapeva che quando Michiru si arrabbiava diventava pericolosa e quando succedeva si eccitava ancore di più.
«D’accordo, Michi.» rispose ridacchiando e chinandosi su di lei per baciarla sul collo.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Let me teach you…

 

 

 

Titolo: Let me teach you…

Rating: Verde

Genere: Romantico, Slice of Life 

Personaggi: Haruka Tenou, Michiru Kaioh

Pairing: Shoujo-ai

Avvertimenti: La fiction partecipa a “Una Challenge sotto l’Albero” indetta dal gruppo Facebook “Il Giardino di Efp”.

Prompt: A non sa pattinare e B prova ad insegnarglielo.

 

 

 

 

 

      

 

 

 

    Michiru Kaioh aveva fatto tante cose nella sua giovane vita, cose che le avevano garantito grandi soddisfazioni come donna e come guerriera Sailor.

Era diventata una violinista affermata e teneva concerti ovunque la chiamassero, in ogni parte del mondo; le bastava solo far scivolare la bacchetta del violino sulle corde tese perché la musica si diffondesse leggera e piacevole, accarezzando le orecchie degli ascoltatori, come la battigia viene accarezzata dal mare o come il soave canto di una sirena che invita a seguirla nei meandri degli abissi.

Si poteva inoltre considerare, con una buona dose di sfrontatezza, un’ineccepibile guerriera: aveva affrontato orde di nemici sempre più forti senza mai tirarsi indietro, lottando in prima fila per la difesa del Mondo; aveva rischiato la sua vita per difendere e salvare la propria compagna, affrontando il dolore ed il silenzio della morte. Insomma, si riteneva più che soddisfatta del suo operato di guerriera. Ora però, nonostante la grande autostima, la sua sicurezza era venuta meno di fronte alla proposta della propria fidanzata: pattinare sul ghiaccio.

 «Non mi dirai che hai paura!» la voce di Haruka fu accompagnata da un sorriso canzonatorio.

 La guerriera del pianeta dei venti si divertiva molto a stuzzicarla, a farle perdere le staffe; quando succedeva, un brivido di eccitazione le percorreva la schiena e subito la voglia di riempire quel viso imbronciato di baci diveniva incontenibile. Gli occhi poi, profondi specchi di mare incastonati sul volto delicato, le riservavano uno sguardo sbieco, diventando freddi e taglienti ma le trapassavano ugualmente l’anima, facendola sorridere di tenerezza. Michiru era per lei un mix di emozioni che le facevano girare la testa.

Le delicate labbra rosate della guerriera di Nettuno si chiusero in una linea sottile mentre il corpo si irrigidiva, le gambe accavallate l’una sopra l’altra; con una lentezza snervante e calcolata, la mano dalle lunghe dita affusolate lasciava la tazzina di porcellana contenente thè verde sul tavolo mentre gli occhi si fissavano in quelli della guerriera di Urano: la stava sfidando? Ebbene avrebbe accettato la sfida.

«Non ho nessun interesse ad andare a rompermi una gamba, Ruka.» il sorriso della Tenou si allargò a quelle parole mentre si chinava sulla poltrona di pelle rossa su cui era seduta Michiru.

«Nemmeno se ci sono io accanto a te?» sussurrò ad un orecchio facendola fremere.

«No.» fu la risposta laconica dell’altra. In realtà non voleva ammettere che lei sui pattini non ci sapeva proprio andare! Perché sì, la perfetta Michiru Kaioh, che con la sua bellezza glaciale sembrava in grado di fare qualsiasi cosa, non sapeva compiere un’azione basilare come il pattinare e men che meno pattinare sul ghiaccio! Sarebbe stato frustrante per lei ammetterlo di fronte alla sua Ruka e rovinare la sua immagine.

«Suvvia Michi, ci sono io, non succederà nulla!» la lingua accarezzò il suo orecchio mentre il rossore dovuto a quel gesto si diffondeva sul volto della Kaioh: Haruka sapeva che la donna aveva capitolato.

«Lo spero per te, Haruka.» fu la minaccia della violinista, messa a tacere dal bacio che la motociclista le regalò e che, nonostante lo scetticismo, la convinse.

 

 

*****

 

 

      Michiru si  guardò intorno sbattendo le palpebre dalle lunghe ciglia nere, osservando il paesaggio intorno a lei. Era un quartiere tranquillo, con sprazzi verdi e larghe strade su cui le macchine sfrecciavano velocemente. In lontananza c’erano condomini ed un parco dove alcuni bambini giocavano a calcio tra risate e rovesciate e, per un po’, il cuore gioì di quella visione:avrebbe preferito rimanere lì piuttosto che rischiare di rompersi qualcosa nell’edificio che ospitava la pista di pattinaggio. Certo, all’inizio il quartiere non le aveva fatto proprio una bella impressione e per questo aveva storto il naso – insomma, era una strada provinciale rettilinea su cui sfrecciavano le macchine, come poteva averle fatto una bella impressione? Uno sguardo seccato era stato rivolto ad Haruka a quella visione, lei sì che era contenta!

Fu destata dai suoi pensieri quando sentì il motore della decapottabile spegnersi, era il segnale che la sua tranquillità stava per finire. Guardò di soppiatto la compagna che continuava ad avere sulle labbra un sorriso soddisfatto, come se si stesse preparando a prenderla in giro, a sbatterle in faccia che lei era in assoluto la migliore; alzò gli occhi al cielo sperando che quel pomeriggio passasse presto.

 

     Una volta entrate nella struttura, Haruka, perfettamente dritta e con i pattini ai piedi, dovette trattenere una risata quando vide la fronte corrugata del’altra. I boccolosi capelli acquamarina ricadevano soffici lungo il viso mentre le mani armeggiavano frenetiche con i pattini. Non gliel’aveva fatto intendere, ma  aveva capito che la guerriera di Nettuno non sapeva pattinare, conosceva troppo bene la sua Michiru: dietro a quell’atteggiamento di indifferenza c’era la paura di rovinare la sua immagine di donna perfetta, oltre che di farsi male.

«Sei pronta?» chiese vedendo la donna mettersi in piedi traballando. Michiru le riservò un’occhiataccia che non aveva bisogno di parole ed arrancando si avvicinò a lei: che fosse riuscita a salire su quegli aggeggi era già un successo.

«Sappi che se dovessi farmi male la colpa ricadrebbe interamente su di te, Tenou.» sibilò gelidamente con le gambe che tremavano appena. Uranus sapeva che quando Michiru si arrabbiava diventava pericolosa e quando succedeva si eccitava ancore di più.

«D’accordo, Michi.» rispose ridacchiando e chinandosi su di lei per baciarla sul collo. La guerriera del pianeta dei mari non ebbe nemmeno il tempo di godersi quel semplice appoggio di labbra sulla sua pelle che l’altra era sparita, lasciandola sola ed imbambolata a guardare il vuoto. Solo dopo qualche istante la sorpresa lasciò il posto alla rabbia: Haruka aveva appena iniziato a prendersi gioco di lei e questa non gliel’avrebbe fatta passare liscia; la amava, ma ancor di più amava vendicarsi delle sue prese in giro e questa gliel’avrebbe fatta pagare, poteva giurarlo sul suo pianeta guida.

 

 

   Sbatté le palpebre perplessa, non realizzando quanto appena successo: aveva lasciato il passamano per cercare di raggiungere la fidanzata, sollecitata dai suoi richiami. Aveva provato a raggiungerla, non si poteva dire che non si fosse impegnata, ma aveva subito avvertito tutto lo scenario intorno a sé girare e capovolgersi, per poi tornare come prima solo con una prospettiva più bassa; senza rendersene conto si era ritrovata con le natiche per terra, un brivido lungo la schiena appena aveva avvertito  il contatto con il ghiaccio e le mani che iniziavano a bruciare a causa di esso.

«Tutto bene?» Haruka guardò la compagna seduta per terra con un misto di ilarità e preoccupazione; si era avvicinata appena l’aveva vista cadere e l’aveva trovata adorabile con quell’espressione spaesata sul volto, le palpebre che sbattevano velocemente e gli occhi fissi in un punto che cercavano di riprendere possesso della visuale.

«Tu che dici?» il tono era un mix tra l’ironico e l’irato, come se volesse accusarla di quanto successo. I suoi presentimenti si erano avverati e, con quella banale caduta, il suo orgoglio aveva ricevuto un brutto colpo e per questo si sarebbe vendicata, eccome se l’avrebbe fatto...

«Su, vieni qui.» Uranus le porse la mano che la giovane donna accettò volentieri  «Resta attaccata a me, ti mostro come si fa.»

Il tono di Haruka era ora dolce e la stretta sul suo corpo era salda ma non eccessivamente forte; sembrava che la stesse accarezzando – e probabilmente era proprio così, visto che il pollice strusciava sulla stoffa del maglioncino, andando a finire ogni tanto sul suo seno su cui applicava una piccola pressione.

A quel contatto, Michiru si rilassò afferrando la mano della bionda partner e lasciandosi guidare dalla voce calda e suadente che le accarezzava l’orecchio incantandola; si completavano a vicenda e dove finiva l’una iniziava l’altra: se Michiru incantava gli ascoltatori con la sua musica, Haruka incantava lei.

Senza rendersene conto, persa nel calore del contatto con Haruka, stava scivolando tranquillamente sul ghiaccio, senza più paura di cadere, si sentiva tranquilla con il suo sostegno.  Certo, qualche altra caduta c’era stata ma non ci aveva fatto più caso, la sua Ruka era lì pronta ad aiutarla a rialzarsi e per scaldarla dopo il contatto con il ghiaccio la stringeva in un forte ma delicato abbraccio; perché Sailor Uranus era così: era sempre pronta a gettarsi in avanti ed allontanare i nemici con la forza del suo potere e carattere, ma con lei dimostrava sempre una dolcezza e delicatezza che nessuno avrebbe pensato possedesse visto il suo aspetto da maschiaccio.

«Va meglio ora?» gli occhi acqua marina scura fissarono quelli blu dell’altra che ancora era stretta a lei.

«Sì, molto meglio ed andrebbe ancora meglio se…» lasciò in sospeso la frase per creare un po’ di suspense – ed infatti, lo sguardo perplesso di Haruka era la risposta che voleva. «Se mi concedi questo.»

Neptune unì le loro labbra in un dolce bacio, gettandole le braccia al collo mentre la guerriera di Urano la teneva stretta cingendole la schiena, assaporando quelle labbra vellutate, soffici come petali di rose; amava quelle labbra ed avrebbe potuto stare a baciarle per ore e ore fino a farle diventare rosse e gonfie.

«E questo per cos’era?» domandò la Tenou con un sorriso canzonatorio separando appena i loro visi ma continuando a tenerla abbracciata al centro della pista.

«È il mio premio per essermi impegnata e non essermi rotta nulla.» rispose con nonchalance Michiru per non darle soddisfazioni.

Haruka rise di gusto, sapeva quanto la donna fosse vanitosa e le piaceva anche per questo «Sei incorreggibile Michi.» sussurrò coinvolgendola in una risata, presto azzittita da un nuovo bacio. In fin dei conti, poteva tornare su quella pista se Haruka fosse stata sempre la sua insegnante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 

Buonasera!

Ho compiuto quella che per me è un’opera titanica: scrivere una fiction su Haruka e Michiru. Amo da impazzire questi personaggi ma non sono mai riuscita a trovare l’occasione giusta per scriverci su, ora per mancanza di idee (non volevo essere troppo banale) ora per non rovinare i personaggi; ammetto però di essere abbastanza soddisfatta di questa fiction.

Questa storia nasce da una vicenda vera e cioè dalla mia prima volta su una pista di pattinaggio grazie alla mia amica Sam. Se non mi avesse invitata ad aggregarmi a lei, questa storia non avrebbe visto la luce, per questo la storia è tutta dedicata a lei.

Spero sia stato abbastanza credibile come racconto e di non aver stravolto i caratteri dei personaggi! È quello che mi spaventa un po’.

Ringrazio chiunque voglia passare a leggere e commentare e soprattutto le amministratrici del gruppo Facebook “Il Giardino di Efp” per la challenge che hanno creato ed a cui la fiction partecipa! <3

Chiudo sperando che questa fiction sia stata di vostro gradimento!

Alla prossima,

Olivier_Rei

   
 
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