Prima esperienza su
Death Note e anche ultima (Death Note è un territorio troppo sacro per una con le mie capacità ç_ç): one-shot
incentrata su Light, e su una possibile (?) interpretazione della sua mente malata (perché
un po’ malato ci è XD in ogni caso metto OOC, per sicurezza). Spero
che le lettrici non mi trincino per questo scritto *si nasconde dietro la
portiera di una macchinetta* mi è uscito senza nemmeno che me ne accorgessi.
Scusate per quello che leggerete L fatemi sapere cosa
ne pensate, terrei molto a un parere anche critico n_n”
E vi prego, non
fuggite appena leggete l’autore della canzone ^^” è molto più azzeccata di
quanto crediate. Buona lettura ^^
~
Light Yagami, Death Note © Tsugumi Ohba, Takeshi Obata
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Scivoli Di Nuovo © Tiziano Ferro, “Alla Mia Età”
Questa
storia non è scritta a scopo di lucro.
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:: Occhi
Trasparenti ::
::
Scivoli Di Nuovo ::
Molto spesso, mi
chiedo chi sei veramente. Sei Light, il ragazzo perfetto, figlio prediletto,
impeccabile, il fratello affettuoso e scherzoso, lo studente modello? O sei
forse Kira, uno sprazzo di mostro, una personalità completamente deviata, senza
alcuna pietà né sentimento, il “dio del nuovo mondo”?
Me lo chiedo spesso
chi tu sia …
Conti
ferito
Le cose che
non sono andate come volevi
Temendo
sempre e solo di apparire peggiore
Di ciò che
sai realmente di essere
Quanto sei stato
calcolatore, Light, per evitare di commettere anche il più piccolo errore? Per
nascondere chi eri? O forse …
Stavi cercando di
evitare di scoprire il vero te stesso? Nascondevi la tua colpa, quell’immensa
colpa? Hai ucciso due persone … non volevi, lo so. Non è colpa tua, era
inevitabile. Ma tu questo non lo sapevi. Non potevi
capirlo.
Conti
precisi per ricordare quanti sguardi hai evitato
E quante le
parole che non hai pronunciato
Per non
rischiare di deludere
Ti sei nascosto
dietro una facciata di vetro, fatta di specchi, che nascondevano alla perfezione
ciò che ormai eri diventato, riflettevano la persona che tutti avevano imparato
a conoscere: chiunque ti avrebbe guardato, non avrebbe mai visto Kira. Avrebbe
sempre visto il riflesso della sua idea di te, il ragazzo perfetto; nessuno ne
sarebbe mai stato deluso …
La casa,
l’intera giornata
Il viaggio
che hai fatto per sentirti più sicuro
Più vicino
a te stesso
Ma non
basta, non basta mai …
Alla fin fine, mi
chiedo come mai tu abbia deciso di intraprendere questa … chiamiamola avventura.
Davvero, era per noia? Lo hai detto tu stesso
…
Eppure, non posso
davvero credere che tu, Light Yagami, abbia preso di petto qualcosa di così
tanto più grande di te, per un motivo tanto futile. No, non tu, Light Yagami. Tu
stavi cercando una risposta. Un’alternativa a quell’etichetta, alla maschera
della perfezione. Una risposta al non essere, in realtà …
Scivoli
di nuovo
E ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire
Per
non vergognarti
Scivoli di nuovo e ancora
Come se non aspettassi altro
Che sorprendere le facce
Distratte e troppo assenti
Per capire i
tuoi silenzi
C'è un mondo di intenti
Dietro gli occhi trasparenti
Che chiudi un po’ …
Hai affrontato questo
viaggio per espiare una colpa.
No, non è così.
Sei scivolato in
questa follia per avere una motivazione, una scusa, per non essere giudicato un
assassino. Dovevi diventare un giustiziere, per non essere un assassino. Saresti diventato il
protettore dei deboli, il salvatore degli indifesi, dei giusti, degli onesti,
punendo, eliminando gli indegni di un
mondo di pace, i veri malvagi, quelli che hanno ucciso sul serio, quelli che non
credono in niente e gli immorali, quelli che minacciano i deboli. In questo
modo, ciò che hai fatto non sarebbe stato una colpa, bensì un merito. Ma non c’è
scusante. Hai ucciso, e questo è ciò che conta.
In ogni caso, sei
solo un assassino.
Torni
a sentire
Gli spigoli di quel coraggio mancato
Che rendono in un attimo
Il
tuo sguardo più basso
E i tuoi pensieri invisibili
Sei
sempre stato convinto di ciò che facevi. A questo punto, mi viene da pensare che
ti sei imposto tutto quell’ottimismo.
Non potevi crollare, non potevi cedere: se avessi ceduto, il ricordo di quelle
urla, di quel cuore fermato, ti sarebbe tornato in mente.
Lo
so, è così.
Perché
nell’oscurità della tua stanza, la notte senza stelle, con il capo nascosto,
avvolto nel cuscino, potevi davvero
vedere i loro occhi, gli occhi accusatori di quel sequestratore e di quel
teppista. Ti accusavano, ci hai uccisi,
ci hai uccisi!
Ed
ogni notte, nel buio palpabile di quella camera, sentivi ancora le grida di
quell’uomo, di quella ragazza terrorizzata, il rumore del metallo che si
accartoccia, il tonfo sordo di uno scontro …
Sì,
lo so. Tu potevi ancora sentire il terrore che albergava la tua
mente.
Torni
a contare i giorni
Che sapevi non ti sanno aspettare
Hai chiuso troppe
porte
Per poterle riaprire
Devi abbracciare
Ciò che non hai più
La
tua maschera è arrivata a toccare i limiti della disperazione.
Al
punto che, pur di difenderla, pur di negarla, ti sei fatto fasciare gli occhi e
tappare le orecchie, chiuso in una cella a tempo indeterminato, per giorni,
giorni, giorni. Chiuso dietro le sbarre del tuo essere.
Ma
ormai, eri arrivato fin lì. Perché rinunciare a quel progetto? Perché negare a
coloro che davvero credevano in te, un mondo ideale, dove si potesse vivere?
Ormai,
eri lì. Eri arrivato al punto di non ritorno.
Avevi
chiuso troppe porte,
avevi oltrepassato troppi limiti. Non potevi fermarti. Tanto, non avresti più potuto riaprire
quelle porte.
Ti
sei tolto ogni ricordo. E a quel punto, ammettilo, stavi meglio. Eri libero,
seppur incatenato al polso all’animo
dell’unico che ti avesse capito fino in fondo. All’unico che aveva capito che il
marcio del mondo, eri anche tu.
La
casa, i vestiti, la festa
Ed il tuo sorriso trattenuto e dopo esploso
Per volerti meno male,
Ma non basta, non basta
mai
Eri libero, sì.
Ma poi, ti sei
imprigionato nuovamente nel flusso dei tuoi pensieri, dei tuoi calcoli, delle
tue previsioni, hai esultato del tuo piano, nascondendo il viso all’ombra dei
tuoi occhi cremisi, felice, felice,
di aver vinto.
Il tuo sorriso, così
falso, così dannato …
Così simile a te
…
Non sei riuscito a
nasconderlo. Almeno questo barlume di umanità, sei riuscito a conservarlo.
Era l’emblema
dell’ipocrisia, mentre fissavi quegli occhi perennemente spalancati che, una
volta per tutte, so chiudevano sulla tua ipocrisia.
Sai, lui lo ha sempre
saputo.
E anche tu lo sapevi.
Lo hai capito tramite una piccola, innocente domanda.
Hai mai detto anche
solo una volta la verità, Light?
Sì. Lui lo ha sempre
saputo, dal principio, non si era mai sbagliato.
Gli hai calato un
velo sugli occhi, purché non vedesse. Ma ormai aveva
capito.
Per nascondere una
colpa
…
Ma non basta, Light.
Perché non avresti
mai riparato il mondo. Lo avresti solo incollato alla bell’e meglio con il
nastro adesivo. Con il tempo, anche il mondo avrebbe indossato una maschera, non
stimandoti ma temendoti. Con il tempo,il buio
palpabile della tua stanza si sarebbe confuso con il buio impercettibile della
tua anima.
Scivoli
di nuovo
E ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire
Per
non vergognarti
Scivoli di nuovo e ancora
Come se non aspettassi altro
Che sorprendere le facce
Distratte e troppo assenti
Per capire i
tuoi silenzi
C'è un mondo di intenti
Dietro
gli occhi trasparenti
Che chiudi un po'
Ti
sei incatenato in una recita fin troppo reale, interpretando la tua stessa
parte, ma non lo sapevi, non potevi saperlo. Nessuno poteva saperlo, che oltre
il tuo sguardo vacuo, oltre quel disorientamento, ogni cosa era fin troppo
chiara, fin troppo luminosa, era telaio tessuto nei minimi
particolari.
Non
potevi immaginare, che alla fine di quella recita, il telaio finiva con un filo
rosso sangue …
E
non vuoi nessun errore
Mi
hai sorpreso Light. Non credevo si potesse rinunciare senza esitazione alla
propria esistenza. Affinché non fosse commesso il minimo errore, hai gettato via
la tua umanità stentata, hai buttato i fili di quella parte del telaio costruita
con cura eppure grezzamente, quella parte su cui tutti contavano.
Anche
tuo padre ci contava.
Cercavi
di nascondere il tuo crimine, lo so. Ma non ci sei
riuscito.
Hai
ucciso tuo padre Light.
Hai
ucciso l’unico che ti somigliava, seppur in modo completamente diverso da te.
Mi
chiedo … come sia possibile?
Riuscire
a seppellire le emozioni in questo modo … così … inumano.
Ma
so anche questo: un barlume di umanità ti è sempre rimasto. Era il tuo
principale motore. Non ammetteva errori, il tuo desiderio più
forte.
Purtroppo,
è stato il più irrealizzabile.
Ne
eri consapevole? No.
Tu
non hai sentito nessuna campana, quel giorno …
Però
vuoi vivere
Perché chi non vive lascia
Il segno del più grande
errore
Vuoi
vivere, Light …?
Scivoli
di nuovo
E ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire
Per
non vergognarti
Scivoli di nuovo e ancora
Come se non aspettassi altro
Che sorprendere le facce
Distratte e troppo assenti
Per capire i
tuoi silenzi
C'è un mondo di intenti
Dietro
gli occhi trasparenti
Che chiudi un po'
Che
chiudo un po’ …
Sei
scivolato in questa follia, senza mai rialzarti. Sei caduto in una casa dalle
pareti di vetro, sei caduto tra gli specchi. Precipitato in quella rete fitta di
calcoli.
Pensieri,
calcoli,
previsioni,
conti
precisi …
conti
ferito
i dettagli dei tuoi errori, quelli che pensavi i tuoi occhi avessero
visto.
Ma
i tuoi occhi non potevano bastare …
Il
tuo viaggio finisce in una stanza di specchi, ma non potrai mai vedere il tuo
viso. Ormai, sei nulla.
I
tuoi occhi trasparenti …
…
che chiudi …
Non
rammaricarti, Light …
Sbagliare
è umano.