Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Believer98    04/01/2019    2 recensioni
Ditocorto arriva a Grande Inverno e decide di indagare. Risultato? Westeros scoprirà chi è Jon Snow. Robert Baratheon si infurierà e gli darà la caccia. Intanto Lord Stark sarà costretto a restare fermo e a guardare.
Jon scapperà per salvarsi e, intanto, cercherà di mettere insieme i pezzi della storia dei suoi genitori e della sua famiglia. Attorno a lui una compagnia di amici e di fedeli ai Targaryen.
La ruota continua a girare con nuovi giochi e nuovi nemici. Tutto per il Trono.
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Per questioni di trama ho cambiato i pairing che già esistevano:
Jon/Sansa
Robb/Margaery, Arya/Gendry, Jaime/Brienne
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Ultimo capitolo pubblicato: Dracarys
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Eddard Stark, Jon Snow, Robert Baratheon, Sansa Stark
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Salve, sono tornata!
Passate bene queste feste?
Come noterete dal titolo siamo giunti alla rivelazione, il prossimo invece tornerà a concentrarsi su Jon.
Fatemi sapere se vi piace, se sto sbagliando qualcosa e ditemi cosa ne pensate.
Alla prossima! Spero ovviamente che vi piaccia.




Grande Inverno

Bran vagava per i corridoi di Grande Inverno quando una donna bellissima gli passò davanti. Non riuscì a seguirla per più di un secondo poiché lei sparì dietro un angolo.
Bran iniziò a correre, in sogno poteva. Corse fino a quando non sentì un ruggito di leone, e infine precipitò.

Si risvegliò e gridò, madido di sudore. Respirava in maniera irregolare. Quello che avrebbe dovuto essere un incubo sembrava molto di più. Sua madre e suo fratello, che per primi avevano sentito il grido, accorsero immediatamente nella stanza di Bran. Bran non poteva più camminare e, da quando questo si era saputo, i suoi familiari erano diventati ancora più apprensivi, sempre pronti a correre in suo soccorso. Poco dopo anche Theon e il Maestro Luwin entrarono nella stanza.
« Cosa hai sognato Bran? Hai ricordato cosa è successo sulla torre? » domandò insistentemente suo fratello.
« No, è tutto così confuso » mormorò Bran. Poi si voltò verso Lady Catelyn. « Ho paura madre. »
La donna guardò il bambino con dolcezza. « Di cosa? Sai bene che qui sei al sicuro. »
« Non è questo, è che temo di non essere semplicemente scivolato dalla torre. »
« Forse c’era qualche pietra instabile » suggerì Theon. Bran scosse la testa insistentemente.
« No, non volevo dire neanche questo. Credo che mi abbiano spinto. »
Tutti i presenti si guardarono, sconvolti.
« Chi? » domandò Robb.
Bran deglutì e disse: « So di non avere prove, so che può trattarsi solo di un sogno ma continuo a sentire un leone che ruggisce e, ogni mattina, mi sveglio in lacrime. »
« Lannister » borbottò il fratello maggiore.
Theon si avvicinò al suo migliore amico e si schiarì la voce. « Robb è il sogno di un bambino. Inoltre non parliamo di una Casata comune, ma dei Lannister. Non li possiamo accusare senza prove. »
« Forse è il subconscio di Bran che gli suggerisce cosa è capitato » intervenne il Maestro Luwin, con saggezza. Lady Catelyn annuì e si inginocchiò davanti a suo figlio.
« Scopriremo cosa è successo bambino mio, giuro sugli Antichi e Nuovi Dei. »
La mattinata, però, non poteva far altro che peggiorare. Robb si era caricato di molte responsabilità e, infatti, ormai sembrava un uomo maturo. Tuttavia non riuscì a reagire quando arrivarono due uomini dalle Terre dei Fiumi a prendersi Bran e Rickon in nome di Re Robert.
« Ser Morgarth, Ser Byron » li salutò Lady Catelyn. I due uomini provenivano dalla sua terra natia, ma si erano promessi alla causa dei Baratheon anni orsono. Erano anche cavalieri erranti al servizio di Lord Baelish. « Cosa vi spinge sin qui? »
« Il Re ci manda » rispose Ser Byron senza tentennamenti. « Ci manda a prendere i tuoi figli minori. »
Nella Sala Grande calò il silenzio. Ser Rodrik e il Maestro Luwin si guardarono, poi tornarono a fissare i due sconosciuti. La Lady di Grande Inverno era rimasta impietrita.
« Cosa? »
« Aspettate un attimo. Questo è un desiderio di mio padre? » intervenne Robb.
« Non siamo a conoscenza dei desideri del Primo Cavaliere, ma rispettiamo gli ordini di Re Robert. »
« Se mio padre fosse anche solo a conoscenza di questo piano ci avrebbe mandato un corvo » insistette il giovane Stark. « Madre non possiamo affidare Bran e Rickon a questi sconosciuti. »
« Non siamo sconosciuti, tua madre ci conosce » ribatté il secondo, Ser Morgarth.
« Credevo di conoscervi » replicò Lady Catelyn con rabbia. « Come potete chiedermi questo? »
« Siamo spiacenti cara Lady Tully » mormorò Ser Byron, « ma questo è un ordine di Re Robert e il Nord non è in grado di opporsi. »
Il Maestro Luwin si schiarì la voce. « Forse sarebbe meglio obbedire. » Robb strabuzzò gli occhi e si voltò verso il maestro, in attesa di spiegazioni. « Sansa e Arya sono ancora nella Fortezza Rossa, se disobbediamo rischiamo che facciano del male alle ragazze » precisò Luwin.
Il pensiero di Lady Catelyn corse alle figlie: a Sansa, ancora così giovane e ingenua, e Arya, troppo ribelle per non finire nei guai. Anche suo marito era nelle Terre della Corona e lei non poteva opporsi a un Re. Pensò anche che Robert non avrebbe mai ferito Rickon e Bran, prima di tutto perché erano dei bambini e poi perché gli Stark non avevano mai arrecato danno alla Corona.
Forse si era dimenticata della fine dei piccoli Targaryen, i figli di Elia.
« Lasceremo partire i bambini » annunciò, « ma Hodor verrà con voi perché Bran non può camminare. »
I due cavalieri annuirono e ser Rodrik, contrariato ma costretto a obbedire, andò a prendere Bran e Rickon.
« Madre non dovevi » sussurrò Robb. Si sentiva impotente, debole. Si chiese cosa avrebbe fatto Lord Stark, o Jon Snow, e non riuscì a trovare una risposta.
« Forse hai ragione tu Robb, forse hai davvero ragione. Ma che alternativa avevamo? Magari il Re ha in mente qualcosa di buono per i bambini. »

 

Aspra Dimora, Oltre alla Barriera

Il pomeriggio seguente alla nascita del drago, Aspra Dimora era cambiata. I bruti erano cambiati. La gente riempì i Guardiani di gentilezze, li guardava come se fossero dei vecchi amici venuti a portarli in salvo. Il Lord Comandante stesso notò che, improvvisamente, un intero popolo si aspettava qualcosa da loro. O meglio, da Jon Snow, il bastardo di Grande Inverno.
Il ragazzo, dopo essere uscito dalla pira spenta, si era vestito e si era chiuso in una tenda, senza mangiare o bere. I suoi amici e suo zio l’avevano raggiunto più tardi, trovandolo seduto sopra una branda con il drago in grembo. Il cucciolo se ne stava tutto rannicchiato, gracchiava e si lamentava.
« Cos’ha che non va? » chiese Sam.
Jon si voltò verso i compagni, sorpreso perché non li aveva sentiti entrare. « Credo sia il freddo di questo posto, e poi lui è così piccolo e fragile. Dobbiamo tornare. »
« Vuoi portare il drago alla Barriera? » domandò Benjen che non credeva più alle proprie orecchie.
« Lo terrò nascosto sotto il mantello. Gli troverò un posto. Non posso lasciarlo qui o morirà » insistette il ragazzo con apprensione.
Eddison si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla. « Ti aiuteremo noi amico. »
« Nessuno dice a voce alta che questa è una follia? »
« Pyp » sbottò Grenn.
« No Pyp ha ragione » replicò Benjen Stark, dopodiché si sedette sulla branda insieme a suo nipote e gli appoggiò una mano sulla spalla. « Jon mi dispiace ma questo non è un cucciolo. È un drago e diventerà grandicello se tutto va bene, enorme se invece dovesse assomigliare anche lontanamente a Baelon il Terrore Nero. »
« Certo che è un cucciolo, è appena nato. Che cosa ti aspettavi? L’ho fatto schiudere io, è una mia responsabilità e non l’abbandonerò come fosse un bastardo. »
Benjen rimase trafitto dal confronto e, in fin dei conti, realizzò che suo nipote si paragonava a quella creatura. « Jon » sussurrò affettuosamente, incapace di aggiungere altro.
« Non sarebbe giunto il momento di affrontare un discorso un tantino più complicato? » si intromise Sam. I presenti gli rivolsero degli sguardi confusi. « Come ha fatto Jon a sopravvivere in un rogo? Come ha fatto a far nascere un drago, creatura che non esiste da anni e anni? »
« Cosa vuoi dire? » Jon sapeva benissimo a cosa puntava Sam. Ci aveva pensato anche lui, ma aveva bisogno che qualcuno lo dicesse a voce alta.
« Amico » disse Sam cercando di farsi forza, « sei certo che tua madre non avesse sangue Targaryen? »
Per un lungo asso di tempo il ragazzo di Grande Inverno non riuscì a respirare, a mettere in ordine i pensieri. Sua madre era collegata ai Targaryen? Per questo suo padre non diceva niente?
Eddison fissò Jon con preoccupazione. Anche lui ci aveva pensato, ci aveva pensato quella sera in cui il suo migliore amico non si era scottato. Se però allora gli era parso troppo assurdo, adesso sembrava probabile. « Benjen se esiste qualcuno in grado di scoprire il vero quello sei tu. »
Lo zio di Jon era atterrito dalla situazione. « Scriverò a mio fratello una volta che saremo tornati alla Barriera » concesse.
Intanto tutti si voltarono verso Jon. Il ragazzo era pensieroso, come suo solito, ma i pensieri si dissiparono in fretta e lasciarono spazio a un’unica preoccupazione: « Il drago verrà con noi. »

« Mance noi dobbiamo andarcene » disse Mormont, seguito subito dalla compagnia di Guardiani.
Mance annuì e li guardò tutti, soffermandosi su Jon. « Tormund vi guiderà e verrà con voi. »
« Non lasceranno mai entrare un bruto » replicò il Lord Comandante.
« Sei tu che comandi, non quei bifolchi » osservò Mance. « Tormund deve venire con voi perché il nostro popolo desidera che uno di noi rimanga con Jon » si affrettò a precisare.
« Perché? » chiese il giovane di Grande Inverno.
« Non so come ragazzo, ma un giorno tu tornerai a prenderci e ci porterai in salvo. Come dicono quelle antiche storie che parlano di uomini immuni alle fiamme. Ovviamente spero che accada in fretta ma sino allora Tormund verrà con te, ti sorveglierà. »
Jon si voltò verso il rosso e questo gli sorrise affabile. « Se il Lord Comandante accetta. »
« Io accetto, ma può venire solo lui » decretò Mormont.
« Draghi e bruti alla Barriera, Aerys il Folle a confronto nostro era un uomo sano » mormorò Pyp.
Prima che i Corvi partissero, tanti bruti si precipitarono a salutare Jon, in particolare Rose e suo figlio Tom. Il bambino sembrava essersi miracolosamente ripreso e, anche se non era ancora in grado di parlare e di dire cosa aveva visto nella foresta, appariva in salute. Sam fu caricato di conigli che gli uomini di Aspra Dimora avevano cacciato, e Mance e il Lord Comandante si scambiarono delle pacche amichevoli. 
« Il tuo popolo è fatto da persone meravigliose » affermò Jon mentre si allontanava, con il drago in braccio e Tormund a fianco.
« Leali vorrai dire, e credimi ci inchiniamo raramente. Ormai questo è anche il tuo popolo, Jon Snow. »

 

Fortezza Rossa, Terre della Corona

Arya, suo padre e Sansa erano seduti attorno alla tavola imbandita per pranzo e mangiavano in silenzio. Sansa non sembrava più tanto entusiasta di avere Cersei come suocera; Arya invece era turbata. Non voleva più stare lì, non a causa della gente comune o della Fortezza, ma a causa dei nobili. Approdo del Re era dominata da un sistema corrotto fatto da inganni, egoismi e sotterfugi. Se inizialmente sembrava affascinante come mondo, ora era diventato tutto troppo stretto. Avrebbe persino dovuto sposare il frignone Tommen, mentre Sansa avrebbe sposato il pazzo schizzato Joffrey.
Il suo pensiero corse a Jon, e non riuscì a trattenere un sorrisino.
Arya era molto piccola, aveva circa otto anni quando Sansa e Jeyne Poole iniziarono un discorso sui matrimoni. « Io vorrei sposare un Lord » aveva detto Jeyne. « Magari Robb, vostro fratello mi piace. »
« Io sposerò un principe, per diventare principessa e poi Regina » disse invece Sansa, che ai tempi aveva già le idee ben chiare. « Tu Arya? Chi sposerai? »
« Io non sposerò proprio nessuno » borbottò Arya con fare ovvio.
« Devi sposarti, altrimenti nostro padre sceglierà per te. »
« Oh. »
« Pensa a un ragazzo carino » suggerì Sansa con un sorrisino complice.
« Allora sposerò Jon » dichiarò Arya.
« Non puoi, è un bastardo e in più è tuo fratellastro » ribatté Jeyne indignata.
« Beh io non potrò mai amare nessun altro, o sposo lui o non mi sposo » aveva insistito Arya bambina, già ostinata più che mai. Dopodiché era uscita dalla torre per raggiungere Robb, Jon e Theon che combattevano vicino alle stalle. Era salita sulla staccionata e aveva dato un bacio sulla guancia a Jon. Il ragazzino era arrossito e si era voltato verso Lord Eddard e sua moglie. I genitori della bambina fissavano Arya, interdetti e confusi. « Jon, davanti ai miei genitori, ti concedo il mio voto di matrimonio, perciò quando crescerò mi sposerai » aveva esclamato con decisione. Infine si era alzata leggermente il vestito per saltare giù dalla staccionata, prima di sparire dentro il castello lasciando una Lady Catelyn scandalizzata, Jon imbarazzato e Robb e Theon a terra dalle risate.

« Perché sorridi? » Sansa aveva notato sua sorella e Arya ridacchiò.
« Ricordi quando parlammo di matrimonio? Quando io dissi di voler sposare Jon? »
« Come dimenticare » replicò Sansa ridendo a sua volta. Erano dei bei momenti quelli, momenti che sembravano messi a rischio dalla fantasia di seguire quelle sue ambizioni di matrimonio e regalità.
« Impossibile da dimenticare » osservò il padre, introducendosi nella conversazione. « Sei arrivata furiosa come il vento, eri un scricciolo, hai baciato Jon sulla guancia e gli hai detto ‘ti concedo il mio voto di matrimonio’. » L’intera famiglia scoppiò a ridere, mentre Arya arrossì inevitabilmente. Nessuno prendeva seriamente quella vecchia storia poiché Arya era stata semplicemente una bambina innocente quando aveva imposto di voler sposare il fratellastro. Molte volte da piccola aveva desiderato di assomigliare a Visenya Targaryen, sorella di Aegon Targaryen e sua sposa, una grande combattente, forte e volitiva. O a sua zia Lyanna, ribelle e selvatica; ma alla seconda assomigliava davvero.
« L’hai detto a Jon? » chiese Sansa stupita. « Quando sei tornata a dirlo a me e a Jeyne credevamo fosse uno scherzo. »
« Ero piccola e senza freni » ammise Arya imbarazzata.
« Sei ancora senza freni » constatò sua sorella con un sorrisino. Eddard sospirò allegro, guardando entrambe le figlie. Si chiese quando fossero cresciute così improvvisamente da diventare quasi donne. Sansa si sarebbe sposata a breve e Arya aveva gli stessi anni di Lyanna quando venne promessa in sposa a Robert. Pensò a lei, a Lyanna e questo gli fece desiderare di poter proteggere Sansa e Arya da qualsiasi male. Se Rhaegar Targaryen fosse stato un male per Lyanna era difficile da stabilire: lei era morta felice almeno, forse con Robert non sarebbe stato così. 
« Perché ripensavi a quella volta? » domandò con curiosità alla sua figlia minore.
Arya sospirò e ritornò alle origini della propria preoccupazione. « Pensavo a un tempo in cui credevamo di poter scegliere chi sposare » dichiarò tristemente. O meglio chi non sposare, pensò. Visto che l’unico uomo della sua vita era il fratellastro, e quello non si poteva condurre a nozze se non ti chiamavi Targaryen. E se lui non fosse uno Snow, aggiunse. Odiava doversi ricordare che Jon era un bastardo e sapeva quanto lui ne soffrisse, ma in quella società era impossibile che non ti venisse sbattuto in faccia costantemente. Più Arya cresceva e più se ne rendeva conto.
« Io ho scelto chi sposare » ribatté Sansa con il broncio.
Sua sorella storse il muso e replicò: « Sai che ti conosco Sansa, neghi a te stessa il vero. Per colpa di Joffrey nostro padre è stato costretto a uccidere Lady, non era il principe che ti aspettavi. E poi sua madre è pazza, anche più pazza di lui. Io sarò costretta a sposare Tommen invece, un bambino viziato che sa solo lamentarsi. »
« Sei fuori strada » insistette la maggiore battendo un pugno sopra il tavolo. Joffrey non era pazzo e lei si sarebbe sposata con un principe, punto.
« Sei tu che non riesci a dire le cose come stanno » gridò Arya.
« Non ricominciate a litigare » sbottò il padre. Poi prese un respiro profondo e iniziò a parlare con più calma. « Da quando eravate tornate dal pranzo con la Regina si era creato un clima così bello tra di voi, quasi un clima di complicità. L’inverno sta arrivando. In inverno dobbiamo proteggerci, sostenerci a vicenda perché quando cade la neve e soffiano i venti ghiacciati, il lupo solitario muore ma il branco sopravvive. »
Le due ragazze, che in breve si erano tranquillizzate, provarono un brivido a quella considerazione. Sapevano che Lord Stark aveva ragione, aveva sempre ragione. Non potevano immaginare invece cosa sarebbe successo di lì a poco.
Ancora una volta il Mastino si presentò alla loro porta. Sansa fissò il suo profilo di sottecchi e Sandor ricambiò con intensità. Arya, invece, sorrise e gli andò incontro. « Non sarai mica qui per riportarci dalla Regina. »
Il Mastino però non sembrava in vena di scherzi. « Non è momento ragazza. Il Re ha fatto chiamare i Tyrell, gran parte della Corte e vuole anche voi. Adesso. Nella Sala del Trono. »
Le due sorelle si guardarono e iniziarono a fissare il padre. Eddard sembrava preoccupato, ma non sapeva cosa aspettarsi. « Clegane dimmi, è successo qualcosa di grave? »
Il Mastino guardò il Lord con uno sguardo indecifrabile. « Nessuno sa niente, ma il Re discute in privato con Baelish da giorni e oggi vuole parlare a tutti. »
Sansa deglutì. Aveva una brutta sensazione. Il Mastino si voltò verso di lei e sembrò volerle comunicare qualcosa con gli occhi. Di certo non sapeva tutto, ma sapeva qualcosa e cercava proprio di avvertire Sansa.

In breve tutti furono radunati nella Sala, dinanzi all’imponente Trono di Spade che Robert aveva conquistato. Eddard notò con sconcerto che era presente più gente che a un processo, o a un matrimonio. Non prometteva nulla di buono. Sansa e Arya invece non si erano volute separare da lui, ora gli stavano attaccate ai fianchi e si guardavano preoccupate.
Eddard vide i Tyrell davanti a sé, a metri di distanza, e Olenna Tyrell ricambiò il suo sguardo. Accanto a lei c’erano suo figlio Mace e tre dei suoi nipoti. Conosceva personalmente il più grande, Willas Tyrell, che camminava appoggiandosi su un bastone. Era un giovane intelligente e gentile, con una grande passione per i libri, oltre che l'erede alla carica di Lord Protettore di Altogiardiano. Il ragazzo sembrava essersi interessato a Sansa, e Lord Stark pensò che non sarebbe stato bello far sposare lui a sua figlia, e non il ragazzo fuori di testa che avrebbe ereditato il Trono. Gli altri due nipoti di Olenna presenti dovevano essere Loras e Margaery, entrambi bellissimi ma soprattutti lei, con un'acconciatura dettagliata e un sorriso spendido. 
Lord Stark capì che, come lui, i Tyrell non erano a conoscenza dei fatti.
Accanto al Trono sedevano Cersei Lannister, suo padre e i due figli maschi di lei. Jaime Lannister invece era in piedi, insieme a Ser Barristan e alle Guardie. Dietro alle sedie c’erano Varys e il Maestro Pycelle con i membri del Concilio. Anche il Mastino se ne stava in piedi, dietro Joffrey e Tommen.
Tutti aspettavano il Re. Oltre Robert, mancavano anche suo fratello Renly e il maligno Ditocorto.
Improvvisamente qualcuno fece irruzione nella Sala, ma non si trattava del Re. Tyrion Lannister, che indossava un’armatura e sfoggiava un’ampia ferita sulla faccia, si fece avanti in mezzo al corridoio di nobili seguito dal suo scudiere e da Bronn il mercenario.
« Cosa succede qui? Me ne vado per sopprimere una ribellione e non mi invitate a un matrimonio? O è un processo? » domandò a voce alta pur di farsi sentire da tutti. Sulla sua faccia c’era un sorriso scherzoso, che svanì quando percepì la tensione che si respirava nella Sala.
Tywin guardò suo figlio impassibile e, senza domandargli come stesse, affermò: « Non è un matrimonio e non è un processo, il nostro sovrano ha delle comunicazioni importanti per noi. »
« Anche io ho delle comunicazioni importanti. Primo, non sei riuscito a togliere di mezzo questo nano caro padre » dichiarò con saccenteria, tutta rivolta a Tywin. Arya fissò il nano ammirata; Sansa trattenne il respiro e si chiese come riuscisse a essere tanto sfrontato con persone così temibili. « Secondo, abbiamo allontanato i ribelli, che sono sempre tanti e infuriati, ma almeno questa sommossa è stata fermata. » 
« Smettila di farfugliare perché a nessuno interessa cosa hai fatto in battaglia. Qui aspettiamo il RE » replicò Cersei a denti stretti.
« Fatti da parte mostro » sbottò Joffrey. Le due ragazze Stark storsero il muso: non avevano mai visto nessuno trattato così dalla propria famiglia. Arya pensò inevitabilmente a Jon e alle angherie che aveva subito da parte di sua madre. Il nano invece rimase impassibile, abituato a quei trattamenti. Piuttosto si avvicinò a Lord Stark e alle ragazze.
« Mie belle dame » sussurrò alle giovani con un sorriso gentile. Poi si voltò verso il Lord di Grande Inverno e continuò a sussurrare. « Parlo con te che sei il Primo Cavaliere e non rispondi mai in maniera sgarbata, contrariamente ai Lannister. Che succede? »
« Sono il Primo Cavaliere è vero, eppure non so niente. Ditocorto sa di più » mormorò Ned con disgusto.
Tyrion sospirò frustrato e scosse il capo. « Quella vipera, è da tempo che trama. Sono curioso di scoprire cosa ha messo nelle orecchie di Re Robert. » I suoi occhi si spostarono su Varys, che sembrava pensieroso come lui.
D'un tratto il Re entrò bruscamente nella Sala e chi era seduto si alzò in piedi. Insieme a Robert c’erano, come previsto, Renly Baratheon e Baelish. Lord Stark analizzò attentamente i loro volti. Robert era chiaramente infuriato, teso e neanche si preoccupò di incrociare il suo sguardo. Baelish sorrideva trionfante, e questo irritò sia Varys che Tyrion. Eddard, invece, ricordò con terrore che quella serpe era stata a Grande Inverno mesi prima e iniziò a capire.
Robert non si andò a sedere insieme alla famiglia, ma salì gli scalini e si voltò verso il suo pubblico.
La prima cosa che disse scandalizzò tutti. « Mace Tyrell, fatti avanti con tua figlia Margaery. »
Lady Olenna guardò suo figlio e sua nipote preoccupata, mentre questi avanzavano e si inchinavano dinanzi ai reali.
« Margaery » iniziò il sovrano, « sei ufficialmente promessa in sposa a mio figlio Joffrey Baratheon. »
La sala si riempì di mormorii e tante teste si voltarono verso gli Stark. Finalmente Sansa capì cos’era che il Mastino sapeva, mentre Arya osservò attentamente sua sorella e riuscì a percepirne il dispiacere. Anche Margaery fissava Sansa, e sembrò triste per lei mentre, come tutti gli altri, non riuscì a capire il motivo di quella brusca decisione.
« Grazie vostra Maestà, è un onore per noi » rispose Mace Tyrell.
Fu Lord Stark a intervenire e a chiedere meritatamente delle spiegazioni. Era felice che Sansa non fosse più promessa a quello strano principe, tuttavia dovevano esserci motivi seri dietro alla rottura di un fidanzamento tanto atteso e tanto giurato. « Re Robert hai promesso mia figlia a Joffrey, cosa è cambiato? Sansa non ti ha arrecato nessun torto » dichiarò a gran voce, senza chiedere il permesso di intervenire.
« La mia nuova promessa mi piace di più » replicò Joffrey con un’espressione compiaciuta, e Sansa si morse il labbro sentendosi umiliata. Arya strinse i denti e sognò di prende a pugni il sorrisino malefico di Joffrey davanti a tutti. Mia sorella starà meglio senza di te, pensò stizzita.
« Non sono considerazioni carine da fare nei confronti di una bellissima signorina » intervenne Tyrion a difendere Sansa e a rimproverare suo nipote. Quest’ultimo guardò il nano con disprezzo.
« Non mi interessa cosa è carino. » La risposta di Joffrey fece sorridere Cersei, ma irritò sia Tyrion che Arya.
Intanto Robert si era voltato verso il suo Primo Cavaliere e, con un cipiglio scuro, disse semplicemente: « Sei tu che mi hai arrecato torto, e danno. »
I nobili presenti in sala reagirono con dei suoni di shock. Improvvisamente nessuno sembrava capire, tranne il Re e Lord Baelish. Purtroppo anche Eddard aveva iniziato a comprendere il motivo di quella situazione, e ne fu terrorizzato.
« Vieni avanti come il traditore che sei Stark » ordinò Ditocorto trionfante. Ned deglutì e, sotto gli occhi stupidi delle figlie e di tutti i presenti, salì i gradini e si avvicinò ai Baratheon. Robert arricciò il naso, nervoso e deluso; mentre Baelish trovò gusto in ciò che stava per dire. In realtà godeva a vedere il buon Eddard Stark chiamato in processo alla Fortezza Rossa. « Voltati verso il pubblico, e rispondi alle accuse che ti verranno fatte. »
« Questa è una sciocchezza » intervenne Arya, ma Tyrion placò ogni suo tentativo di protesta. Lord Stark guardò sia Arya che Sansa, consapevole di cosa gli avrebbe chiesto Ditocorto e degli effetti che una simile rivelazione avrebbe avuto, soprattutto sulla più piccola. Doveva trattarsi di Jon.
« Dicci il nome della madre di Jon Snow, il giovane che hai cresciuto come tuo bastardo a Grande Inverno. »
« E non mentire » aggiunse il Re. « Io e Baelish abbiamo scoperto tutto, Eddard. »
« Che importanza ha? Uno Snow è un inutile bastardo » intervenne Joffrey, e stavolta Tyrion dovette trattenere Arya per evitare che si lanciasse di peso contro suo nipote.
« Parla » insistette Robert.
Lord Stark sospirò contrariato, ma allo stesso tempo si vide costretto a confessare. « La madre di Jon è mia sorella, Lyanna Stark. »
« Incesto? » chiese Tywin apparentemente sconcertato.
« Come se non si fossero consumati degli incesti qui » commentò Tyrion, e sua sorella gli lanciò un’occhiata di fuoco. « Mi riferivo ai Targaryen sorellina » si giustificò con un sorriso tirato.
« Il bastardo non è suo figlio! » gridò il Re, che ormai si concentrava soltanto sulla presenza di Ned dinanzi a lui. « Dì il nome Eddard, dì il nome di suo padre. Il padre di quello che hai chiamato Jon Snow. Confessa a voce alta, così che tutti possano sentire e conoscere il tuo tradimento! »
Re Robert insistette così tanto che alla fine il Lord cedette, quindi guardò i presenti e disse il nome. « Rhaegar Targaryen. » La dichiarazione suscitò un “oh” di massa. « Il padre di Jon è Rhaegar Targaryen. »
Ser Barristan e Ser Jaime si guardarono strabiliati: il principe Rhaegar aveva avuto un altro figlio. Jaime pensò a quei due, Rhaenys e Aegon, che non era riuscito a proteggere e che erano morti in maniera atroce insieme alla di loro madre Elia. Cersei non riuscì a rimanere seduta, dovette scattare in piedi. Tywin e Tyrion, per una sorprendente volta in vita loro, erano rimasti senza parole. Il pensiero di Tyrion soprattutto corse a Jon, il ragazzo che tanti mesi prima aveva chiamato ‘bastardo’. Anche Varys era meravigliato ovviamente ma, da buon Maestro dei Sussurri, tenne su una maschera pacata, priva di reazioni.
« Hai nascosto il figlio del mio acerrimo nemico per diciotto anni » strillò Robert, rosso dalla rabbia e privato della pazienza necessaria.
« Questo è ALTO tradimento » dichiarò Tywin Lannister affiancando il Re.
« L’imputato merita una punizione » aggiunse il Maestro Pycelle con un cipiglio severo.
« Rob » sussurrò Eddard, e sperò con tutto il cuore di far rinsavire il suo vecchio amico. « Il ragazzo è un Sand e poi si è unito ai Guardiani della Notte. Non ti darà alcun fastidio. »
« Non è un Sand dannazione » gridò il Re portandosi una mano sulla fronte. Lord Stark non sapeva cosa dire: quindi Lyanna e Rhaegar si erano sposati?
Baelish si fece avanti e mostrò a tutti, soprattutto a Ned, dei documenti. « Ecco a voi i documenti ufficiali che mi sono arrivati dalla Cittadella. L'Alto Septon annullò il matrimonio tra Elia Martell e Rhaegar e celebrò quello tra Rhaegar e Lyanna. Non si trattò di un rapimento. Mesi dopo Lyanna morì inspiegabilmente e in condizioni misteriose, e suo fratello tornò a Grande Inverno con un fagotto. Tutto torna » spiegò. « Jon Snow, o meglio non più Snow, è un Targaryen a tutti gli effetti. »
Anche i Tyrell e il resto della Corte non sapevano cosa dire a causa della sorpresa da cui erano stati colti. Un Targaryen, di cognome, ancora in vita dentro i confini dei Sette Regni. La reazione più destabilizzata fu quella di Arya: Sansa e suo padre riuscirono a vedere il mondo crollare addosso alla più giovane. Fu una doccia fredda. E, per una volta, Arya ribelle e ostinata, si permise di mostrare i propri sentimenti. Jon non era il suo fratellastro, ma suo … cugino e un Targaryen. Come si metabolizzava una notizia simile?
Il Re cercò di recuperare almeno un minimo di lucidità. « Baelish meriti un giusto premio per il tuo nobile aiuto » decretò. Varys storse il muso contrariato, mentre Tyrion fissò Ditocorto come il verme che era. « Ti nomino Lord e Protettore delle Terre dei Fiumi, dove sostituirai i Tully. »
« Sono onorato vostra Altezza » ringraziò Petyr con un inchino falso e un sorrisino sornione.
« Mia moglie non c’entra niente » replicò Lord Stark, che ormai di quella storia ne aveva abbastanza.
Il Re guardò il suo vecchio amico impassibile, poi si rivolse a Baelish. « Di ai tuoi di portare dentro gli ostaggi. » Petyr sorrise maligno e fece un cenno a uno dei suoi uomini. Quest’ultimo uscì e rientrò con altri due cavalieri, che portavano Bran in braccio e Rickon trascinato. Sansa e Arya gridarono i nomi dei loro fratellini minori e alcuni membri della Corte rimasero a bocca aperta. Margaery guardò i due bambini presi come ostaggi e si chiese in che razza di posto fosse finita.
« Padre » urlò Bran spaventato.
« Robert! » chiamò Lord Stark, tremante. « Lascia andare i miei figli. » Improvvisamente gli tornarono alla mente i corpi senza vita di Rhaenys e Aegon Targaryen, e si sentì morire. I due bambini massacrati erano persino più piccoli dei suoi figli.
Robert continuò a comportarsi in maniera impassibile e menefreghista. « Non fare gesti avventati, ora i tuoi figli sono miei prigionieri. Il tuo erede e tua moglie staranno fermi a Grande Inverno. Non torcerò un capello ai tuoi bambini se staranno buoni e se tu ti dichiarerai pubblicamente nemico dei Targaryen, e contrario a Rhaegar Targaryen e alle sua discendenza. »
« Dovrei dichiararmi nemico di mio nipote? »
« Se non vuoi che i tuoi figli più piccoli si facciano male, sì » strillò il Re. « Tua figlia Arya è comunque promessa in sposa a Tommen. » Il ragazzino in questione guardò Arya con occhi enormi: lei gli piaceva e questo infastidì ancora di più Arya. Ora Tommen non era solo un viziato lagnoso, figlio di una pazza e fratello di un sociopatico. Era anche figlio di un ossesso menefreghista rapitore di bambini. Quella stanza era piena di gente che detestava.
« Mio Re ti imploro, Jon non è interessato a prendersi il Trono e ora è un Guardiano della Notte. »
« Non è interessato perché non sa chi è il suo vero padre, o mi sbaglio? »
« Io consiglio di decapitare Lord Stark » suggerì Joffrey e, stavolta, persino Sansa provò il bruciante desiderio di dargli un pugno.
Eddard, invece, ignorò bellamente il principe: aveva preoccupazioni più grandi di cui occuparsi. « Se era vero il rapporto di amicizia che ti legava a me, ti supplico risparmia il figlio di mia sorella » pregò con gli occhi fissi in quelli di Robert. Tuttavia, ricordargli che quello era il figlio di Lyanna, non fece altro che irritare ancora di più il Re.
« Sei un traditore dannazione! Già il fatto che non ti faccia ammazzare è una grazia in nome di quella stupida amicizia che ci legava. » Detto questo si rivolse a Lord Varys. « Varys scrivi una lettera ai Martell. Manderemo mia figlia Myrcella a Dorne, verrà promessa in sposa a uno dei principi. »
« Sei impazzito? Myrcella è una ragazzina » intervenne Cersei, avvicinandosi bruscamente a suo marito.
« Donna non mi dirai tu cosa fare con mia figlia, e poi non possiamo perdere i Martell proprio adesso. »
« Il Re ha ragione, non dobbiamo perdere alleati » confermò Tywin con un cipiglio severo. Sua figlia rimase in silenzio perché se con il sovrano dei Sette Regni poteva fare un tentativo, contro il grande Lannister non ci doveva neanche provare. « Piuttosto, presto nelle Terre della Tempesta verranno a sapere che Rhaegar Targaryen ha ancora un figlio in vita e creeranno un putiferio. Quindi io, Tywin Lannister, mi impegnerò a spegnerli come candele. »
« E il Nord? » indagò il Gran Maestro Pycelle.
Il sovrano sospirò combattuto, ma alla fine decise e decise male. « Il Nord verrà affidato ai Bolton. »
« Robert, non puoi! »
« Vuoi vedere i tuoi figli morti? Se vi lascio tutti in vita è già una grazia, considerando quanto è dannoso ciò che hai tenuto nascosto. »
« Dannoso? Sei gravemente ossessionato » giudicò il Lord di Grande Inverno. « Conosco il ragazzo, non reclamerà il Trono. »
« Tuttavia non possiamo rischiare » ribatté Lord Baelish. « Capite cosa intendo, vostra Grazia? »
Il Re aveva capito, anzi ormai sembrava succube di Ditocorto. « Recatevi alla Barriera e uccidete il Targaryen » decretò.
Il cuore di Arya si fermò per quella che sembrò un’eternità. Improvvisamente non capì più nulla, e il viso sorridente di Jon si fece sempre più sfocato nei suoi ricordi. « No, Jon no » strillò con quanto fiato aveva in gola. Iniziò a piangere e gridare, incontrollata, vittima di una crisi di nervi. Non poteva perdere Jon.
« Arya » chiamò il padre.
« Prendila e chiudila nelle sue stanze » ordinò il Re, rivolto a Sandor Clegane.
Il Mastino si avvicinò alla più giovane delle Stark, ma Sansa si fece coraggio e si frappose in mezzo a loro. « Non azzardarti a toccare mia sorella cagnaccio » sibilò a denti stretti e a braccia conserte.
« Non oserei farle del male » sussurrò Sandor con un tono che sembrava onesto. Questo convinse Sansa a spostarsi, e Arya fu sollevata di peso sotto gli occhi penosi dei presenti. Margaery si ripromise di andare a trovare gli Stark, quando quella terribile giornata si sarebbe conclusa.
« Per favore padre, non Jon, vi supplico non Jon » continuò a strillare mentre veniva portata via. Sansa, alla vista di sua sorella che si contorceva e si disperava in quella maniera, non riuscì a contenersi e iniziò a piangere. Era troppo. Tyrion, accanto a lei, le accarezzò dolcemente una mano e questo fece venire in mente a Tywin un'idea dispettosa.  
« Suggerisco di organizzare un matrimonio alla maggiore delle Stark » propose, « con mio figlio Tyrion. » Sansa, che ormai era svuotata dalle emozioni, non reagì. Suo padre, invece, rimase a bocca aperta: persino lui aveva perso il senso di ciò che stava accadendo. Era avvenuto tutto troppo in fretta e si sentiva in un incubo, una spirale di follia. Il mondo era sotto sopra.
« Lo trovo giusto » tagliò corto il Re. « Portate i bambini Stark nelle segrete, il processo si conclude qui » e detto questo si voltò e se ne andò, lasciando un Eddard sconvolto e impotente sui gradini della Sala.

  
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