Ciao a tutti!^^

Ho deciso di postare questa mia vecchia fic; non è niente di che e consterà solo di tre capitoli, ma io ci sono comunque affezionata perché è tra le prime che ho scritto.

È una fic dai toni ‘leggeri’, scritta solo per far sorridere, ma penso che ogni tanto serva anche questo.

Spero che sia di vostro gradimento.

Naturalmente i personaggi non sono miei, ma di T. Inoue (a parte la piccola Kaori), e la storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.

Detto questo, non mi resta altro che augurarvi una buona lettura!

"Kaede!"

Chi osa disturbare il mio sonno?
Faccio partire automaticamente il mio pugno, ma... colpisco aria. Di malavoglia sollevo le palpebre e mi ritrovo davanti due occhioni blu lucenti.
Hn, ecco perché il mio destro non è arrivato a destinazione. Ho mirato troppo in alto e quello scricciolo di mia sorella arriva a malapena al metro di altezza.
Per fortuna non l'ho colpita, altrimenti chi la sentiva la mamma.

"Ede! Ma dormi ancora?" strepita indignata Kaori.

A volte mi domando come possiamo essere fratelli: lei è piena di vita, perennemente in movimento e fa sempre un gran baccano. E questo non penso dipenda dai suoi sei anni, "appena compiuti" come lei tiene sempre a precisare, visto che io alla sua età ero l'esatto opposto.

Se di carattere non ci somigliamo, fisicamente siamo uguali: stessi capelli neri, occhi blu e pelle bianca come porcellana.

Kaori tenta di farmi scendere dal divano, dove mi sono appisolato, tirandomi per la manica della maglietta. Ho un brutto presentimento... non penserà mica che mi metta a giocare con lei, vero?
Siamo in piena estate, nonostante siano ormai le sette di sera c'è ancora un'afa tremenda ed ora come ora non resisterei neanche trenta secondi in piedi.

E poi mia sorella non è appena tornata dal corso di nuoto? Non è stanca?
Dio, è una trottola!
Però in fondo sono contento che sia così: mi ricorda tanto il mio do'aho. Mio... si fa per dire... nei miei sogni!

A proposito, prima che la peste mi svegliasse, stavo proprio sognando Hanamichi: eravamo soli in palestra, lui si stava facendo la doccia ed io...

"Ede! Perché hai quella faccia buffa? Oh, sei tutto rosso. Tu non sei mai rosso."
La vocina della mia cara sorellina mi riporta bruscamente alla realtà.

"Hn, niente. È il caldo", le rispondo cercando di ricompormi e di dimenticare il sogno: non è il caso di pensarci visto che potrei avere reazioni fisiche imbarazzanti.

"Kaede, mentre preparo la cena aiuta Kaori a fare il bagno. E tesoro, ti prego, cerca di non addormentarti come l'ultima volta."

Annuisco a mia madre e poi, sconsolato, accompagno Kaori di sopra.
Non sono preoccupato per il bagno, ma per il lavoraccio che mi toccherà fare dopo per ripulirlo, visto che mia sorella non sta ferma neanche dentro la vasca.
Inoltre, ogni volta insiste per riempire la vasca fino all' orlo, mettendoci quasi mezza confezione di bagnoschiuma, con il risultato che alla fine c'è più acqua e schiuma per terra che nella vasca.

"Ede, sai che oggi è arrivato il nuovo maestro di nuoto?" mi comunica mia sorella mentre sguazza allegramente nell'acqua.
“È alto alto, ed è bellissimo! Sembra il dio Pollo, come quello del mio libro di favole."

"Hn, il dio Apollo, Kaori" la redarguisco, mentre con scarso successo cerco di lavarle la schiena.

"Sì, quello - continua imperterrita - sai che ha solo diciassette anni? Come te, ma è bello bello! E pensa: ha i capelli rossi come il sole. Oh, proprio come il dio Pollo" mi dice tutta contenta.

Io non la sto neanche a correggere.
Alle parole ‘capelli rossi ’ il mio cervello è andato in tilt. Oh dai, non è possibile! Sarà una coincidenza!
L'istruttore di mia sorella non può essere Sakuragi; per fare il maestro devi avere il brevetto ed io non so neanche come nuoti Hanamichi.
Però... quanti giapponesi possono avere i capelli di quel colore assurdo, ma che io adoro?

Devo vederci chiaro!

La soluzione, inaspettatamente, mi arriva a cena.

"Kaede, senti, io domani ho una cena di lavoro a Tokyo e quindi non penso di riuscire ad andare a prendere Kaori in piscina. Potresti andarci tu?"

Mamma, ti adoro!
Se non fossi io mi metterei a saltare dalla gioia. Hn, meglio evitare e rimanere impassibili come sempre. A mia mamma rivolgo il mio monosillabo preferito per farle capire che l'ho sentita e poi faccio finta di sonnecchiare, ma in realtà sono agitatissimo.

Domani potrò appurare se il maestro di nuoto di mia sorella è veramente il mio rossino.

Continua...