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Autore: Frida89    06/01/2019    0 recensioni
parlerò di una storia fantastica (in tutti i sensi!) piena di intrighi e di personaggi che, chi più chi meno, conoscerete tutti;
La storia parla di una ragazza italiana che con uno scambio culturale diventerà un personaggio molto importante per la storia dei "Pre-Beatles"
Spero che ti coinvolga e che ti faccia sognare come lo ha fatto per me!
P.S.= Prendi Christine e rendila te così vivremo tutti una vita favolosa!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio, Pete Best, Quasi tutti, Stuart Sutcliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUIETE DOPO LA TEMPESTA

 

Chris rimase basita e, dopo che le parole, come un treno, ebbero attraversato la sue orecchie, pregò, pregò tanto (penso di non averla vista così tanto devota a Dio). Sentiva puzza di fumo, un fumo denso e soffocante, un fumo dannosissimo per la sua dignità, o almeno per quella che le era rimasta.

- Come hai detto scusa?

Chiese in tono disperato, nemmeno fosse morto qualcuno.

- John Winston Lennon. È un ragazzo di un anno più di noi. Penso che abiti nella tua stessa via – Sbam!, un colpo al cuore – Oh, guarda è proprio laggiù, sta corteggiando la sua solita pollastra. Ehi John!

John salutò la pollastra e corse verso Stuart, facendo finta di non vedere Christine, che invece stava cercando di immergersi nella siepe (neanche avesse quattro anni, che immatura!)

- Ehi Stu, – Disse molto tranquillo John con il naso leggermente rosso per un po' di sangue secco sulle narici (Bleah!) – Come va?

- Molto bene, tu non sei esattamente nella tua forma migliore.. Che è successo al tuo naso?

Intanto, dentro la ragazza stava squillando a tutto volume un campanello d’allarme: cercò di tirarsi indietro il più possibile, ma la fatidica risposta arrivò ugualmente.

- Chiedi alla tua nuova compagna, eh, Chris?! Che cosa è successo al mio naso?

- Ma quindi vi conoscete? Non sarai mica la ragazza che ospit...

-Sì, sono la ragazza ospitata da John, e mi sono appena ricordata di avere un impegno stasera, mi spiace tanto ma non posso venire! Ci vediamo a scuola.

- Ma...

- Chris! Me lo avevi promesso!

Ormai era troppo lontana per sentire la lamentele di Sutcliffe. Era soddisfatta, ma anche scossa internamente per l'accaduto, quel figlio di puttana stava per rovinarle la reputazione. Che cosa avrebbe pensato di lei, una ragazza che picchia un ragazzo?

Per lei non c'era niente di male, ma Liverpool non era ancora pronta (per ora). Però, per adesso, anche la seconda battaglia l'aveva vinta.

Canticchiando, leggiadra e felice come una farfalla, aprì la porta e corse in camera sua percorrendo le scale con qualche piroetta qua e là.

Più tardi arrivò John incazzato nero, sbatté la porta e urlò.

-Ehi! Dove cazzo sei?! Non si fa così, eh!

Chris che, nell’assenza di Mimi, si stava strafogando di tutto quello che c'era in frigo, dopo il rumore della porta che sbatteva, cominciò a tremare come una foglia (che coniglio!). Uffa, ma chi cavolo me lo ha fatto fare di venire qui.. Ora questo mi ammazza.

Milioni di pensieri si accatastarono nella sua testa, fino a quando John la trovò. La agguantò e la strattonò fino in salotto.

- Cosa hai pensavi di fare?! Guarda come mi hai ridotto! Sembro un soldato che sta aspettando che una crocerossina lo medichi! E poi con Stu?! L’hai fatto stare male, sei proprio una stro...

- CHE COOOSAA??? Stronza a me?! Ma come osi! Se non fosse stato per te che non hai tenuto le mani a posto non sarebbe successo niente!! L'unico che la prossima volta dovrebbe pensare a cosa fare sei tu, John Lennon!

Le parole uscirono dalla sua bocca, aspettavano da tanto tempo. Quella parola aveva fatto uscire la seconda Chris, quella molto più simile a John, che, per vari motivi, era stata sempre dentro senza dare noia a nessuno.

Girò i tacchi (anche se indossava ballerine) e se ne andò in camera sua sbattendo la porta e lasciando John stupito dalla risposta. Come ho detto prima, in casa non c'era Mimi, quindi non cenò nemmeno quella sera.

 

John come narratore

Mi sentii in colpa. Non pensavo facesse tante storie. Di solito le donne italiane...

Ma basta con tutti questi stereotipi! Mi avevano solo confuso la testa, cazzo! Prima pensavo fossa una ragazza sensibile, ma dalle sue reazioni non sembrava fosse poi così tanto dolce, che fosse lunatica?

Non lo so, l'unica cosa certa era che mi dovevo scusare.

Mi avvicinai alla sua porta e bussai.

- Ehi, ascolta.. Mi dispiace. Sì, ok, ho sbagliato, contenta?!

Sentii aprire la porta e, essendomici appoggiato, cascai con un tonfo a terra.

- Niente di rotto?

- No sto bene. – Dissi, mentre mi aiutava a rialzarmi. – A parte il naso.

Lei sorrise con un sorriso vero, puro, il più bello di tutti.

- Vieni, che te lo aggiusto.

Andammo in bagno e Christine mi pulì con fazzolettino il naso, anche se sembrava imbranata, era molto leggera nei movimenti.

- Adesso sì che la similitudine soldato - crocerossina va a pennello. Ah, poi stasera vieni? Almeno puoi conoscere un po' di persone. Ti accompagno io.

- Ma non faremo mai in tempo!

- Invece sì, vieni.

La portai in camera sua e rovistai tra i sacchetti dei negozi. Sapevo che Stuart aveva gusto e, infatti, ciò che trovai non mi deluse.

- Ecco qua!

 

Christine come narratore

Tirò fuori uno dei vestitini che avevo comprato nel pomeriggio.

- Mettitelo, su.

Me lo lanciò addosso e, prima che potessi accorgermene, scappò fuori da camera mia. Chiusi la porta perché fosse a prova da sguardi indiscreti e indossai il vestito. Non mi stava male, pur avendo lo stesso problema con l'altezza e con la fredda stagione invernale.

Era di un verde scuro con uno scollo a cuore molto contenuto, con maniche corte e spalle scoperte. La gonna era molto svolazzante e arrivava appena sopra il ginocchio.

Mi misi le scarpe in fretta e uscii dalla camera. Lì mi stava aspettando John.

- Tieni.

Mi porse un cerchietto, rubato a Mimi come farebbe un tenero bambino con la sua prima cotta.

- Oh, grazie!

Lo infilai subito, cotonando leggermente i capelli sulla nuca. Nel frattempo, John mi guardava sulla soglia del bagno, appoggiato allo stipite della porta con un ghigno sul viso. Dopo una spruzzata di lacca e aver infilato il cappotto, partimmo verso il club.

- Come si chiama il club, John?

- Cavern. Facevano musica jazz, finché non si esibì lì un gruppo rock di qui, i “Rori Storm and the Hurricanes.

- Oh.

- Sai che sarai una calamita di offese per le donne con quel vestito?

- Oh, non importa! Se non lo sarò per l'altezza, lo sarò per il vestito.

John sorrise pensando un po' a quello che avevo detto.

- Su, coraggio ora, verso il Cavern!

 
   
 
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