Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: Stefaniel    08/01/2019    4 recensioni
Siamo al settimo anno, i MAGO si avvicinano, e Liam e Theo non riescono a stare nella stessa stanza senza litigare. Ma una lezione di pozioni cambierà tutto. Che ruolo avrà l'Amortentia in tutto questo?
«Si dice che sia il filtro d'amore più potente al mondo, ma che non sia in grado di creare il vero amore che non può essere indotto artificialmente. In più l'odore è diverso per ognuno di noi secondo ciò che più ci piace»
Liam si avvicino incerto al calderone che conteneva la pozione e quando vi arrivò vicino si abbassò per annusarla
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un classico pomeriggio di Novembre, il castello era pieno di spifferi e Liam continuava a rimpiangere i termosifoni di casa sua e il mondo babbano. Si, amava la magia e il sapere di essere un mago era forse stata la notizia migliore della sua breve vita, ma i maghi avevano tantissime cose da imparare dai babbani, come riuscire a riscaldare gli ambienti per esempio.
Il castello, e soprattutto i sotterranei nei mesi più freddi dell'anno diventavano invivibili e Liam ringraziava di essere un Grifondoro e poter stare nella sua amata torre al calduccio. Davvero non riusciva ad immaginare come i Serpeverde potessero sopravvivere in quell'inferno e non li invidiava affatto; già seguire quelle poche lezioni a settimana nei sotterranei era per lui una fatica immane e lo faceva solo perché costretto. 
Il professor Lumacorno parlava incessantemente di quanto fosse esaltato per le prossime lezioni, il ministero gli avrebbe permesso di presentargli alcune pozioni che di solito non era possibile mostrare agli studenti perché pericolose.
«Quindi mi raccomando la prossima lezione vi voglio tutti qui» finì il discorso con queste parole «la sola presenza varrà un quarto del voto finale» 
Un brusio indispettito si diffuse nell'aula perché nessuno era contento della sua minaccia, ma di certo avrebbero dovuto presentarsi anche in caso di malattia se volevano un buon voto per i MAGO. 
Liam era davvero preoccupato, essere al settimo anno metteva davvero un sacco di ansie e di pressioni addosso e ogni giorno, anche se era solo Novembre, lo si viveva con il timore e l'agitazione per l'esame sempre più vicino. 
«Adesso potete andare» li accomiatò Lumacorno. Liam se la prese con calma perché doveva conservare e riporre tutto il materiale che aveva uscito per prendere appunti e che aveva usato durante la lezione.
«Liam! Sbrigati che non voglio arrivare tardi in Sala Grande o dovrò sorbirmi un rimprovero di Corey. Lo sai che ha sempre fame e gli secca aspettarci» sbuffò Mason arrivando alle sue spalle e rimproverandolo visto che Liam stava tardando. 
«Vai avanti e tienimi il posto» gli rispose Liam girandosi verso l'amico «io prima di andare in Sala Grande devo passare in Biblioteca a riconsegnare questo libro o la Pince non mi farà più prendere altri libri in prestito»
Mason sbuffò una seconda volta ma acconsentì alla richiesta dell'amico e lo lasciò solo dirigendosi in Sala Grande dal fidanzato affamato. 
Liam rimasto solo e terminato di sistemare le cose si diresse con calma verso la porta ma proprio mentre stava uscendo si scontrò con qualcuno che stava entrando.
«Attento!» urlò rivolto al nuovo arrivato che scontrandolo gli aveva fatto cadere di mano la borsa dove aveva riposto tutto il materiale.
«Oops, scusa Dunbar non l'ho fatto apposta» si scusò il non più sconosciuto. 
«Raeken dovevo immaginarlo che fossi tu» sbuffò Liam alzando gli occhi al cielo e chinandosi a raccogliere la borsa.
«E dai Dunbar sono serio» continuò il ragazzo cercando di scusarsi ma non facendo una mossa per aiutarlo. 
«Si certo, comunque ora se non ti dispiace io dovrei uscire» gli spiegò visto che nel suo "scusarsi" continuava a sostare davanti la porta d'ingresso e a bloccargli il passaggio. 
«Oh okay» rispose soltanto annuendo ma non muovendosi di un millimetro.
«Se tu ti degnassi di spostarti io potrei passare forse» gli ringhiò quasi Liam, indispettito dal sorrisino che aveva preso possesso del volto del più alto che continuava ostinatamente a bloccargli il passaggio. 
«E perché dovrei farlo? Che guadagno ne ricaverei?» gli rispose senza togliersi il sorrisetto beffardo dalla faccia. 
«Guadagno dici?» chiese Liam iniziando a innervosirsi sul serio «forse ti eviteresti il mio pugno sulla tua faccia!» gli urlò ad un palmo dal viso seriamente arrabbiato. 
«Uhh il piccoletto è nervoso» ridacchiò il maggiore sempre con quella smorfietta divertita sulle labbra che lo stava mandando in escandescenza. 
«Senti» iniziò Liam prendendo poi un respiro profondo perché aveva bisogno di calmarsi o sarebbe davvero ricorso alle mani e non era proprio il caso «non so quale sia il tuo problema con me, non so cosa ti abbia mai fatto per essere il tuo bersaglio e perché mi odi tanto» si fermò notando che il sorrisetto dava segni di cedimento e questo forse era un buon segno «però sono davvero stanco, e non ho voglia di litigare con te oggi. Quindi per favore» arrivò a supplicarlo «possiamo rimandare la questione ad un'altra volta? Voglio solo andare a mangiare e buttarmi sul letto e dormire fino alla fine dei miei giorni» e davvero Liam si chiese del perché lo stesse raccontando a lui, che cavolo poteva interessare a Theo Raeken dei suoi problemi personali? 
Theo sospirò prima di rispondere «Volevo solo divertirmi un po', ero venuto a riprendermi questi» e detto questo si diresse al banco in cui era stato seduto durante la lezione e prese dei fogli sventolandoli nella sua direzione «ora tolgo il disturbo» 
Liam che lo aveva seguito con lo sguardo per tutto il tempo si diede dell'idiota perché avrebbe potuto approfittare del fatto che fosse occupato per uscire visto che aveva lasciato l'ingresso libero, ma Theo dopo aver parlato se ne andò e anche Liam fu libero di uscire dopo di lui. 
Essendo uscito subito dopo dovette percorrere per un po' la sua stessa strada visto che entrambi stavano andando nello stesso posto. Liam pensava ancora di fare in tempo per la biblioteca, anche se il rintocco dell'orologio che annunciava le diciannove gli fece rendere conto che ormai l'avrebbe trovata chiusa, quindi si arrese a beccarsi un rimprovero dalla Pince e ad andare domani. 
Ora lui e Theo dovevano davvero percorrere la stessa strada, ed essendo uscito solo qualche secondo dopo di lui sembrava che lo stesse seguendo.
«Sembri uno stalker» si fece sentire la voce di Theo davanti a lui. 
«Stiamo solo andando nello stesso posto» gli rispose solo per essere educato.
«Lo so» affermò ovvio il maggiore «ma invece di seguirmi come uno stalker potresti camminare accanto a me, non mordo»
Liam aumentò leggermente il passo, ma si trovava ancora dietro al ragazzo e non al suo fianco.
«Meglio, ma puoi fare di più» ridacchiò ancora Theo «te l'ho detto, non sono pericoloso» 
«E' molto rassicurante detto da te sai?» commentò il minore ironico, ma nonostante tutto lo affiancò. 
I due camminarono per un po' in silenzio, mancava ancora abbastanza strada per raggiungere la Sala Grande e Liam iniziava a sentire freddo. 
«Tutto okay?» chiese Theo visto che lo vedeva leggermente bianco in faccia.
Liam non rispose, ma iniziò a battere i denti per il freddo. 
«Ehm sicuro di stare bene?» si preoccupò seriamente il maggiore vedendo che anche le labbra iniziavano ad assumere un colorito violaceo. 
«S-to b-ene» riuscì a rispondergli «ho so-lo fr-eddo»
«Oh» commentò soltanto Theo e senza pensarci nemmeno lo trattene per un braccio per poi togliersi il mantello e metterglielo sulle spalle cercando di riscaldarlo in qualche modo. 
«Cosa?» chiese Liam stupito dal gesto. 
Ma Theo non gli rispose e presa la bacchetta e grato che almeno un po' il mantello avesse fatto effetto eseguì un incantesimo evocando un getto d'aria calda per riscaldarlo. Questo ottenne effetto immediato e Liam riprese subito calore sulle guance, oltre a ritrovarsi con i capelli spettinati come se ci avesse passato le mani per ore. 
«Uhm io-» iniziò Liam a corto di parole non sapendo come ringraziarlo per quel gesto, ma Theo aveva già iniziato a camminare in direzione della Sala Grande e Liam si vide costretto a seguirlo. 
Una volta arrivati quasi davanti alle porte della Sala Grande fu Theo a girarsi verso di Liam.
«Credo tu debba restituirmi il mantello» commentò.
«Oh e-hm s-i giusto» si ritrovò a balbettare Liam togliendolo e porgendoglielo. 
«Io te lo avrei lasciato pure» riprese Theo e Liam vide che il solito sorrisetto era ricomparso sulle sue labbra «ma poi avresti dovuto dare spiegazioni ai tuoi amici»
«Ma che-» iniziò Liam senza neanche sapere cosa voleva dire.
Theo non lo lasciò neanche parlare, gli scompigliò i capelli dicendo «ci si vede piccoletto» e il momento dopo era sparito attraverso le porte della Sala Grande lasciando Liam a rimuginare su quello che era appena successo.
 
«Liam!» lo accolse Mason quando lo vide arrivare poco dopo in Sala Grande «ma che hai fatto ai capelli? Sembra che tu sia salito sulla scopa in una giornata di vento!» 
Liam non poté fare a meno di arrossire leggermente pensando al perché i suoi capelli si trovassero in quello stato e soprattutto a chi ne fosse il responsabile. 
«Uhm mentre venivo qui sono passato dalla guferia» se ne uscì cercando di motivare il perché sembrava che fosse passato un tornado nei suoi capelli.
Corey che era accanto a Mason lo guardò male, ma Liam fece finta di niente e iniziò a mangiare ingozzandosi così che Mason non potesse fare altre domande indiscrete.
Fortunatamente il suo espediente funzionò e Mason e Corey lo ignorarono per il resto della cena. Una volta terminato il pasto i tre ragazzi furono raggiunti da Hayden che si avvicinò al minore con uno sguardo offeso «Ti ho aspettato una vita in biblioteca e tu non sei venuto Liam» 
Il ragazzo sentendosi tirato in causa si girò verso di lei con una smorfia dispiaciuta «Mi dispiace so che te lo avevo promesso ma sono stato trattenuto» cercò di scusarsi. 
Mason vedendolo in difficoltà intervenne in suo aiuto «Si Hayden, Lumacorno ha chiesto espressamente a Liam di aiutarlo con alcune cose quindi non ha potuto lasciare l'aula prima per raggiungerti. Non è colpa sua» lo difese mentendo. La ragazza a questo punto si sentì leggermente in colpa per averlo accusato senza sapere, così si scusò e dopo averli salutati se ne andò verso la sua Sala Comune. 
«Quindi non sei stato in biblioteca, ma hai avuto il tempo di andare in guferia» Mason si rivolse al suo amico con un tono indagatore, lo aveva difeso e ora si aspettava tutta la verità.
«Non sono stato in nessuna delle due parti» si costrinse a dire la verità Liam «sono stato trattenuto in aula»
«Immagino non dal prof» intervenne Corey con un tono ironico che la diceva lunga.
Liam gli rivolse uno sguardo acido ma poi rispose «Immagini bene»     
«Quindi?» chiese Mason curioso «non ci dici chi è?»  
«Chi è chi?» chiese Liam falsamente confuso.
Corey sbuffò stanco del suo tentativo di sviare la domanda «Se non vuoi dircelo..»  
«Si, okay, va bene. Era Raeken, non che per voi sia una novità» ammise alla fine sotto pressione. 
«E?» chiese Mason curioso.
«E cosa?»  
«Che ti ha detto?» indagò ancora. 
«Le solite cose» sminuì il tutto Liam.
Mason lo squadrò a lungo cercando di capire cosa il suo migliore amico gli stesse nascondendo, ma si arrese visto che questa volta Liam sembrava insondabile. 
Fu Corey però a intervenire e a metterlo ancora una volta con le spalle al muro «E quale dei suoi soliti insulti ti ha ridotto i capelli in quello stato? O forse avete iniziato una lotta alla babbana?» 
Liam sospirò vedendo che non c'era modo di evitare le loro domande. Erano ormai giunti in prossimità del ritratto della signora grassa, ma anche dopo essere entrati sarebbe stato impossibile evitarli e anzi i loro discorsi sarebbero diventati preda di orecchie indiscrete quindi era preferibile dirlo ora e subito.
«Mi ha scompigliato i capelli» si arrese ad ammettere «ovviamente per infastidirmi» aggiunse come se stesse cercando di giustificare quel gesto, o forse lo stava giustificando a se stesso. 
A quel punto i due avevano raggiunto il loro scopo e Corey sorridendo soddisfatto esclamò «Api frizzole» che era la parola d'ordine della settimana ed entrò nella Sala Comune superandoli. 
Mason rimasto con lui gli batté una mano sulla spalla e disse solo «Continua a convincerti che sia così» poi anche lui seguì il fidanzato e sparirono su per le scale diretti alla loro stanza.  
Liam rimase da solo e indeciso su cosa fare, andare a dormire ora o continuare la pergamena per Antiche Rune? Fu Stiles a decidere per lui.
«Ehi Liam» lo chiamò dalla sua poltrona vicino al camino «che ne dici di unirti a me per una partita a scacchi magici?» 
E Liam non se la sentì proprio di rifiutare e si unì a lui. 
 
L'indomani svegliarsi fu davvero difficile, la sera prima lui e Stiles erano rimasti a giocare fino a tardi e a lui si erano uniti Isaac e Scott. 
Quindi la serata si era protratta fino alle due tra una partita a Sparaschiocchio e una a Gobbiglie e adesso Liam era bloccato a letto coperto dal lenzuolo e con zero voglia di alzarsi. Fu Mason ovviamente ad avere l'arduo compito di convincerlo ad abbandonare il suo caldo rifugio.
«Liam hai due minuti per alzarti da lì» gli comunicò con un tono severo «non me ne frega se ieri avete fatto tardi, non perderemo la colazione per colpa della tua pigrizia» 
Liam lo ignorò e si girò dall'altro lato coprendosi la testa con il cuscino.
«Liam» ripeté l'amico stavolta con un tono ancora più alto di voce «se non ti alzi ti faccio la doccia» lo minacciò serio. 
Anche stavolta Liam lo ignorò, pensando che l'amico scherzasse.
Ma all'improvviso il silenzio della stanza venne interrotto da un «Aguamenti» e Liam si ritrovo più bagnato di un pulcino e scattò in piedi in un flash. 
«Ma che cavolo fai Mason!» gli urlò irato visto che ovviamente era stato lui a ridurlo così. 
Lui ridacchiò «io ti avevo avvertito eh» 
«Stronzo» commentò soltanto Liam, prima di dirigersi verso la doccia prendendo la divisa.  
 
Qualche ora dopo Mason ancora rideva raccontando a Corey dell'incidente di quella mattina e Liam li guardava malissimo camminando dietro di loro sbuffando peggio di una locomotiva.
«Mason è la quarta volta che glielo racconti» sbuffò per l'ennesima volta Liam offeso dalle loro risate. 
«Ma è ancora divertente come la prima volta» gli rispose ridendo l'amico «dovevi vederti» e scoppiò a ridere ancora più forte attirando gli sguardi dei pochi presenti nel corridoio. 
Fortunatamente tra poco sarebbe stata ora di pranzo perché Liam non ne poteva più di trascinarsi come un cadavere da una lezione all'altra e aveva davvero bisogno di un pochino di riposo. 
La prossima lezione era Cura delle Creature Magiche e Liam era contento che fosse quella perché la insegnava Hagrid e lo adorava, ma era un po' meno felice del fatto che condividessero quell'ora con i Serpeverde. 
Era passati ormai anni dalla guerra magica e i pregiudizi tra le due casate erano andati via via scemando, ma era ancora evidente il grande disagio che le due case provavano l'una nei confronti dell'altra e quindi stare insieme durante le lezioni non sempre era facile soprattutto quando erano presenti elementi come Theo Raeken. 
Non che Theo fosse cattivo, era pur sempre il migliore amico di Corey e quindi qualche buona qualità doveva pure averla, ma tendeva a dimostrare il suo lato peggiore quando si trovava in presenza di altri Grifondoro che non fossero Corey, soprattutto se questo era Liam.
Perso in queste considerazioni Liam non si rese conto di essere arrivato nella parte di foresta che per quel giorno avrebbero utilizzato per le lezioni. Hagrid li aveva convocati tutti lì particolarmente eccitato, dicendo che la lezione di oggi sarebbe stata "eccezionale" e Liam non sapeva davvero cosa aspettarsi da lui. 
«Secondo voi dovremmo preoccuparci?» chiese Mason occhieggiando in giro e vedendo che ancora non c'era traccia del professore. 
Anche gli altri due diedero un'occhiata alla zona ma non notarono niente di strano, «io credo di no» gli rispose Liam.
Scott, Stiles e Isaac sopraggiunsero in quel momento e anche loro sembravano abbastanza preoccupati dal possibile animale che Hagrid avrebbe presentato loro. 
«Voi avete idea di cosa potrebbe essere?» chiese Isaac ai tre sperando che ne sapessero più di loro. 
Quando ricevette tre dinieghi si arrese ad aspettare sospirando.
Fu Lydia, giunta in quel momento con Malia, a rispondere al loro quesito. 
«E' un unicorno» disse soltanto. 
Sei facce sbalordite si voltarono verso di lei.
«E come lo sai?» chiese Stiles sconvolto «che io sappia sono difficilissimi da catturare e sono avvicinabili solo da ragazze» 
Lydia sospirò già pronta alla spiegazione «Lo so perché Hagrid ha chiesto aiuto a me e Malia per catturarlo o per meglio dire per convincerlo a seguirci» 
I sei continuavano a guardarla con quell'espressione da pesce lesso tipica dei ragazzi e lei non riuscì a non sbuffare divertita «Comunque è stato particolarmente difficile, ma ne è valsa davvero la pena. Gli unicorni sono creature meravigliose» 
Fu interrotta dall'arrivo di Hagrid che era seguito da un vero unicorno. La classe fu percorsa da mormori e sospiri increduli perché nessuno si aspettava una creatura del genere. 
«Ehm dunque» iniziò il guardiacaccia a disagio strofinandosi le mani l'una con l'altra. Lydia e Malia gli si avvicinarono cercando di rassicurarlo. 
«Quindi» riprese «ho pensato per la lezione di oggi di portarvi un unicorno. E queste due mi hanno aiutato con il prenderlo» fece un sorriso alle due ragazze che ricambiarono subito.
La classe per la prima volta nella storia restò in silenzio rapita dal soggetto della lezione, Serpeverde e Grifondoro tutti incantati ed estasiati dalla bellezza dell'essere che si ritrovavano davanti.
«Chi mi sa dire qualcosa sugli unicorni?» chiese Hagrid rivolto alla classe.
Tantissime mani si alzarono e ad Hagrid brillarono gli occhi felice di essere riuscito a sorprendere e meravigliare i suoi studenti.  
«Tu, Grace» disse Hagrid indicando la ragazza Serpeverde che aveva alzato la mano.
«Sono animali che somigliano a dei cavalli ma con un corno in fronte, nascono con il manto dorato che diventa poi argenteo prima di raggiungere la maturità, solo allora diventerà bianco. Il loro corno e i loro crini vengono spesso usati per creare le bacchette» snocciolò la ragazza.
«Qualcuno vuole aggiungere altro?» chiese Hagrid sempre rivolto ai suoi studenti. 
«Si, Erika» diede la parola ad un'altra.
«Il suo sangue è una delle sostanze più potenti del mondo magico, può infatti guarire dai veleni, rimarginare le ferite e donare l'immortalità. Si narra che anche Voldemort in persona se ne sia servito» aggiunse la ragazza.
«Oh si, l'ho visto con questi miei occhi» commentò il guardiacaccia provocando un brusio tra i ragazzi «comunque bravissime, 10 punti a Serpeverde» 
Le due si sorrisero e poi tornarono a guardare l'unicorno, cosa che anche il resto della classe non aveva smesso di fare.
«Erika, Grace che ne dite di unirvi a Lydia e Malia e provare ad accarezzare l'unicorno?» chiese Hagrid diretto alle ragazze «c'è una cosa che vi siete dimenticate, questi animali particolari apprezzano soltanto il contatto femminile. Quindi mi dispiace ragazzi, ma per voi oggi varrà la regola del "si guarda ma non si tocca"» e ridacchiò facendo vibrare la pancia per quanto si stava divertendo.  
Le ragazze si avvicinarono piano piano all'animale e seguite anche da Lydia e Malia, che avevano già avuto a che fare con lui, riuscirono ad accostarglisi senza che questi scappasse. Da qui a toccarlo il passo fu breve e tutti guardarono ammirati come l'animale restasse fermo a farsi accarezzare senza accennare a scappare.
Mentre tutta la classe era distratta dall'unicorno Liam si senti toccare sulla spalla e si girò alla sua destra vedendo che era stato Theo.
«Che vuoi adesso?» gli si rivolse scontroso. 
«Pfft ero solo venuto a salutarti» sorrise Theo nonostante il suo tono antipatico. 
«Beh ora mi hai salutato, ciao» lo liquidò rigirandosi verso l'unicorno. Gli altri erano così impegnati che neanche si erano accorti di loro due. 
«Perché mi tratti sempre così male?» gli chiese il maggiore con un broncio da manuale, gli mancava solo la lacrimuccia. 
Liam a quel puntò si rigirò verso di lui «Io?» chiese irato «tu vorresti farmi credere che sono io a trattare male te?»  
«Beh si? Ora lo stai facendo» gli spiegò. 
«Ovvio che ti tratto male se tu sei il primo a trattare male me» 
«E come fai a sapere che non hai iniziato tu invece?» ritrattò l'altro «stavolta hai iniziato tu per esempio» 
«Perché sono fermamente convinto che sia stato tu ad iniziare» fu la sua dura risposta.
La possibile successiva risposta di Theo fu interrotta da un applauso generale che gli impedì di continuare il discorso. La lezione era finita e tutti erano stati così contenti che avevano battuto le mani ad Hagrid, Liam ne fu grato perché questo lo aveva tirato fuori da una conversazione scomoda che non era pronto a sostenere.
Theo che ancora si trovava accanto a lui fu raggiunto da Grace e Erika, sue compagne di casa.
«Allora andiamo?» chiese Erika vedendo che aveva ancora lo sguardo puntato su Liam. 
«Si andiamo» rispose soltanto e poi prese a braccetto le due ragazze si incamminarono verso la Sala Grande per il pranzo lasciandosi alle spalle un confuso Liam. 
 
Passata l'ora di pranzo finalmente Liam poté fare il suo meritato riposino, quel pomeriggio non avrebbe avuto lezioni quindi poteva dedicare un paio d'ore a quello e poi magari svolgere i compiti la sera. 
Si svegliò che erano già le cinque passate e si ricordò di dover ancora consegnare il libro in biblioteca, quindi preso il libro vi si diresse di corsa portando con se anche i compiti da svolgere per il giorno dopo.
«Signor Dunbar è già in ritardo con la consegna!» fu l'ovvio rimprovero di Madama Pince quando gli riportò il libro. Fortunatamente Liam era sempre stato celere con le consegne e quindi non se la prese poi molto, però non mancò di lanciargli un'occhiataccia quando si accomodò ad uno dei tavoli e prese altri libri per svolgere i compiti assegnati.  
«Liam!» si sentì chiamare e si girò verso la voce cercando di capire da dove proveniva. 
«Sono qui!» continuò ancora la voce e fu a quel punto che Liam individuò Scott seduto a uno dei tavoli vicino alla finestra che gli fece segno di raggiungerlo. 
«Ehi ciao» lo salutò sedendosi «che stai studiando?» chiese vedendo che era concentrato sullo scrivere una pergamena lunghissima. 
«Sto scrivendo il tema per pozioni sugli usi delle erbe e dei funghi magici» 
«Uhh l'ho già scritto quello! Se vuoi ti faccio dare un'occhiata e prendi qualche spunto» gli propose tranquillo Liam, lui era favorevole all'aiutarsi mica era come Lydia che gli negava qualsiasi forma di aiuto che non fosse il rileggere i loro temi per vedere se avevano fatto qualche errore di distrazione. 
«Oddio Liam ti amo!» esclamò Scott felice «sono bloccato qui da ore e stasera ho anche gli allenamenti di quidditch e avevo paura di non arrivarci» 
«Non farti sentire da Isaac però eh?» ridacchiò Liam passandogli il suo tema. 
«O da Theo» sussurrò piano Scott. 
«Cosa?» chiese Liam visto che non lo aveva sentito. 
«Oh no niente. Cosa c'è scritto qui? Aco-nito?» chiese conferma di una delle parole scritte sul tema dell'amico. 
«Oh si! Aconito o Napello è una delle erbe letali per i lupi, lo sapevi?» 
«Oh vero ne aveva parlato Lumacorno a lezione!» annuì Scott e riprese a scrivere. A quel punto anche Liam iniziò i suoi compiti e i due rimasero in silenzio presi dai propri compiti per molto tempo. 
Erano così presi dal loro lavoro che non si accorsero di una sedia che si spostava e il nuovo arrivato dovette schiarirsi la voce parecchie volte prima che i due alzassero la testa. 
«Scott!» si sentì chiamare il maggiore «che ci fai ancora qui? Tra pochi minuti comincia l'allenamento e di certo non possiamo iniziare senza il capitano» 
«Ma che dici, sono appena arrivato! L'allenamento è solo tra un'ora» commentò Scott rivolto a Malia che era venuta a chiamarlo. 
«Scherzi? Gli altri sono già tutti sul campo che ti aspettano! Manchi solo tu» 
I due salutarono Liam e si diressero in direzione del campo di Quidditch lasciandolo ai suoi compiti. 
A Liam dispiaceva un sacco non aver potuto giocare in squadra durante il suo ultimo anno di scuola, ma l'anno prima era caduto dalla scopa rompendosi numerose ossa nel corso di una partita e da allora non era più riuscito a salirci senza la paura di ripetere la brutta esperienza.
Rimasto solo guardò l'orologio prendendo in considerazione l'idea di fare una visitina in guferia per mandare una lettera a casa visto che era almeno una settimana che non mandava notizie, tanto aveva già finito i compiti per l'indomani e tra poco la biblioteca avrebbe chiuso.
Raccolte le sue cose si diresse a passo lento verso il corridoio, non aveva alcuna fretta e anche se erano ormai sette anni che frequentava quella scuola rimaneva ancora affascinato ad osservare i personaggi dei quadri muoversi e parlottare tra loro. 
Arrivato in guferia entrò e si sedette sul pavimento prendendo pergamena e piuma pronto a scrivere. 
Non aveva neanche iniziato a poggiare la piuma sul foglio che un rumore sospetto all'inizio delle scale lo fece girare verso la porta.  
«Oh sei tu» commentò verso il nuovo arrivato «mi hai spaventato» 
«Scusa» gli rispose Stiles grattandosi il retro del collo «non volevo, ero venuto a spedire questo a casa» e parlando sollevò un involucro che conteneva chissà cosa. 
«Oh capisco» 
Dopo di che entrambi stettero in silenzio svolgendo ciò per cui erano venuti. Liam finì prima quindi aspettò che Stiles finisse per fare la strada del ritorno insieme. 
«Quindi novità?» gli chiese il maggiore mentre si incamminavano verso la scuola. 
«Su cosa in particolare?» chiese confuso. 
«Mmh tutto? Niente? Se non lo sai tu..» insinuò.  
Liam continuò a lanciargli sguardi confusi e Stiles pensò fosse il caso di cambiare discorso «Dopo ti va di fare una partita a scacchi?»
Ovviamente non era un genio nel farlo, ma Liam sembrò non accorgersene.
«Mmh certo perché no?» rispose tranquillo.
 
Era finalmente arrivato il giorno della famosa lezione di Lumacorno e nonostante il professore gliene avesse parlato solo due giorni prima i ragazzi non avevano fatto altro che parlarne, curiosi di scoprire quali fossero le fantomatiche pozioni che avrebbe presentato loro.
Erano solo le 8 di mattina eppure Serpeverde e Grifondoro, forse per la prima volta dall'inizio dell'anno si trovavano già in aula ad aspettare l'arrivo del professore. I calderoni erano già pieni ma erano chiusi con un incantesimo e nessuno era riuscito a sbirciarne il contenuto. 
«Buongiorno» salutò il professore appena arrivato in classe. 
«Buongiorno» gli arrivò un coro di voci in risposta, anche questa una prima volta. 
«Vedo che avete ascoltato le mie richieste e siete tutti presenti» commentò vedendo che nessuno mancava all'appello. Diede un'ultima occhiata felice in giro e dopo aver dato loro le spalle scoperchiò i calderoni.  
«Qui davanti a voi avete le quattro pozioni più difficili della storia, come vi avevo anticipato la maggior parte di queste sono vietate o hanno lunghi tempi di preparazione ma ho avuto la possibilità di presentarvele» iniziò a illustrare il professore.
Gli studenti curiosi osservarono i quattro calderoni contenenti tutti pozioni di colore diverso. 
«Qualcuno di voi riconosce almeno una di queste pozioni?» chiese quindi diretto alla classe.
Un paio di mani si alzarono e lui restò a lungo ad osservarle prima di decidere a chi dare la parola indicandolo. 
«Quella color oro sono sicura che sia Felix Felicis» rispose Lydia dopo essere stata interpellata. 
«Esatto signorina Martin! 5 punti a Grifondoro!» esclamò esaltato il professore «Qualcun altro ne conosce un'altra?» aggiunse dopo. 
Un altro paio di mani si alzarono e il professore diede la parola a Stiles «Quella color fango sono piuttosto certo che sia Pozione Polisucco» 
«Esatto signor Stilinski! Altri 5 punti a Grifondoro» il professore sembrava parecchio esaltato dalla conoscenza dimostrata dai suoi studenti «adesso qualcuno di Serpeverde su!» commentò rivolto verso quell'ala della classe.
Solo due mani si alzarono stavolta. 
«Si signorina Wood?» 
«Sono abbastanza sicura che quella trasparente sia Veritaserum, ed il suo uso è proibito sugli studenti» commentò l'interpellata. 
«Esatto! 5 punti a Serpeverde. Qualcuno sa il nome dell'ultima pozione?» 
Stavolta nessuno alzò la mano. 
«Avanti lo so che lo sapete, non siate timidi» rise il professore vedendo che nessuno aveva il coraggio di rispondere. 
«Lei signor Raeken per esempio saprebbe dirmi che pozione è?» 
Theo che aveva cercato di evitare il contatto con il professore per non rispondere si vide costretto ad alzare gli occhi verso di lui «E' Amortentia» disse soltanto. 
«Esatto, e cos'altro sai dirmi su questa pozione?» chiese ancora. 
«Si dice che sia il filtro d'amore più potente al mondo, ma che non sia in grado di creare il vero amore che non può essere indotto artificialmente. In più l'odore è diverso per ognuno di noi secondo ciò che più ci piace» Theo snocciolò tutta la definizione in poche parole.  
«Perfetto! 10 punti a Serpeverde per la precisione. Che ne dice di provarla e dirci che cosa sente?» gli propose quindi.
Theo ovviamente non poteva rifiutare una proposta proveniente dal professore quindi si alzò e si diresse verso il calderone contenente la pozione dal colore madreperlaceo.
Si avvicinò e abbassandosi annusò. 
«Gelsomino» fu la prima cosa che disse.

 
Theo aveva 15 anni e non poteva credere di essere diventato Prefetto. C'erano tantissimi altri studenti di Serpeverde che lo meritavano molto di più eppure questo destino era capitato a lui. 
Non che ne fosse particolarmente contento perché l'essere Prefetto avrebbe comportato un mucchio di doveri, come il fare le ronde la sera e far rispettare le regole della scuola ma l'essere Prefetto avrebbe portato anche un sacco di privilegi. E uno di questi era il poter usufruire del bagno dei Prefetti e Theo non vedeva l'ora di poterlo fare. Era dal primo anno che sentiva parlare di questo fantomatico luogo e del fantasma che lo occupava ed era curioso di vederlo, quindi la prima cosa che fece una volta saputa la parola d'ordine fu dirigersi verso di esso.
«Fortuna Maior» disse e la porta si aprì davanti a lui facendolo finalmente entrare in questo magico luogo.
Ciò che non si aspettava era di trovare il bagno occupato da qualcun altro. Perché, una volta messo piede all'interno, era impossibile non fare caso al corpo dell'altra persona che tranquillamente gli dava le spalle e galleggiava in mezzo alla vasca che si trovava al centro della stanza.
Ciò che fu ancora più sorprendente fu lo scoprire, quando si girò, che si trattasse di Liam Dunbar. 
«Ma che?» iniziò Liam vedendo un'ombra entrare nel suo campo visivo, Theo notandolo era rimasto davanti alla porta e quindi Liam non riusciva a distinguerlo bene. 
Accortosi che ormai il ragazzo lo aveva notato Theo si avvicinò alla vasca e alzò una mano «Ehi»  
«Che ci fai qui? Esci subito fuori!» fu l'ovvia risposta del minore. 
«Non sapevo che ci fosse già qualcuno, ero venuto a fare un bagno» si scusò l'altro. 
«Okay, ma adesso esci. Non so se l'hai notato ma io sarei nudo qui eh» arrossì alle sue stesse parole.
L'altro sembrò realizzare solo in quel momento ciò che aveva detto e lanciò uno sguardo al suo corpo notando che avesse ragione. 
«Che fai!» lo interruppe l'altro notando cosa stava facendo. 
«Ehm»  
«FUORI! ADESSO!» gli urlò adesso davvero imbarazzato dalla situazione. 
«Okay okay..torno dopo scusa eh» e dandogli le spalle uscì dalla stanza. Ma l'odore del bagnoschiuma al gelsomino utilizzato dal ragazzo gli rimase impresso per giorni. E se ore dopo tornando a fare il bagno decise di usarlo questa è un'altra storia.


«Succo di zucca» fu la seconda. 

Era il suo quarto anno ad Hogwarts e nonostante Theo fosse un Serpeverde passava la maggior parte del suo tempo nella Sala Comune dei Grifondoro con Corey. 
I due erano diventati amici prima ancora di essere stati smistati nelle case di appartenenza e anche dopo non si erano fatti separare dai pregiudizi. 
Essendo uno dei loro classici pomeriggi senza compiti Theo e Corey stavano facendo una partita a Gobbiglie davanti al caminetto e le loro urla disturbavano i pochi presenti.
«Non avete un altro posto dove giocare?» fu il commento di Liam esasperato dal loro tono di voce che lo distraeva dal suo tentativo di studiare per l'indomani.  
«No» fu la laconica risposta di Theo. 
«Perché invece non ti unisci a noi?» gli chiese invece Corey. 
«Forse perché io al contrario vostro sto cercando di studiare e non ho tempo da perdere con questi giochetti?» commentò sbuffando. 
Theo sospirò «Sei un secchione»  
«Meglio essere un secchione che prendere un Troll in Incantesimi come qualcuno qui presente» lo prese in giro.
«Chi ti ha detto che ho preso un brutto voto in incantesimi?» si infervorò il maggiore a quel punto. 
«Sai le voci corrono» gli rispose Liam continuando a tenere la testa sul tomo che stava studiando. 
«Beh le voci si sbagliano» sbuffò l'altro. 
«Ah si? Quindi non è vero che non sai fare neanche un semplice incantesimo di levitazione?» continuò a infierire su di lui. 
Theo a quel punto, non potendo permettere che la sua capacità venisse denigrata e messa in dubbio in quel modo, scattò in piedi impugnando la bacchetta. 
«Te lo faccio vedere io chi non è in grado di fare un semplice incantesimo di levitazione» e detto ciò esclamò «Wingardium Leviosa» in direzione del calice contenente Succo di Zucca che Liam teneva vicino. 
«Ma cosa?» fu in quel momento che Liam alzò gli occhi dal libro, solo per vedersi arrivare in testa il contenuto del calice che gli bagnò completamente i capelli.  
«THEO RAEKEN TI ODIO» 



«e odore di pioggia» aggiunse per ultimo.


Era fine Ottobre, il giorno di Halloween per la precisione. La scuola come ogni anno si era affaccendata per festeggiare le cose al meglio, la Sala Grande era piena di zucche intagliate e decorazioni a tema e le tavolate presto sarebbero state piene di pietanze. 
Nonostante fosse un giorno di festa però le lezioni continuavano a svolgersi normalmente e Serpeverde e Grifondoro stavano seguendo la classica lezione del Venerdì di Cura delle Creature Magiche che ovviamente si teneva all'aperto.  
Ma il tempo aveva deciso di non essere loro d'aiuto e non aveva dato loro neanche il tempo di cominciare la lezione che la pioggia era iniziata a cadere fitta sulle loro teste, rendendoli simili a dei pulcini bagnati.
Hagrid vedendo i suoi studenti in quelle condizioni aveva concesso loro una tregua e gli aveva permesso di rientrare al castello perché non voleva che si ammalassero.
«Almeno una cosa positiva questa pioggia l'ha fatta, ci ha dato il pomeriggio libero» commentò Corey vicino a Theo, mentre lui, Liam, Mason e il ragazzo rientravano verso il castello.
«Beh si, ma siamo bloccati al castello senza poterci muovere» sbuffò Mason «e tra qualche giorno c'è la partita contro Corvonero e voi ragazzi dovreste allenarvi» 
Mason non giocava nella squadra di quidditch, ma come la gran parte degli studenti di Hogwarts teneva alla vittoria della propria squadra.
«Tanto è ovvio che vinceremo noi» commentò Corey convinto «e poi sarà il turno di battere questi qui» e dicendolo indicò Theo accanto a lui. 
«Non vincerete mai contro di noi» gli rispose a tono il Serpeverde «voi Grifoni siete solo fortunati, ma noi siamo molto più capaci e quest'anno la nostra squadra è fortissima»
Liam accanto a lui sospirò dispiaciuto e Mason notandolo gli batté una mano sulla spalla «E dai Liam, lo sai che potresti tornare a giocare in qualsiasi momento! Sei bravissimo e Scott ti riaccetterebbe subito in squadra» 
«Tanto anche se lui fosse in squadra non ci battereste comunque» si intromise Theo.  
Liam si inalberò «Grifondoro vi batterà con o senza di me» 
«Sei proprio sicuro della superiorità della tua squadra eh?» 
«Ovvio!» commentò sicuro il minore.
«Se sei così sicuro perché non facciamo una scommessa?» gli propose quindi. 
«Che scommessa?» iniziò a preoccuparsi conoscendo che persona fosse Theo e aspettandosi di tutto. 
«Se la tua squadra riesce a battere la mia tu dovrai fare qualcosa per me, altrimenti sarò io a farla per te»  
«Tutto qui?» chiese semplicemente Liam. 
«Che ti aspettavi?» sorrise furbescamente Theo «non sono mica così malvagio come credi» 
«Ok allora accetto!»  
«Ma Liam sei sicuro?» cercò di fargli cambiare idea Mason preoccupato da quanto stupidamente si stava facendo convincere ad accettare. 
«Perché non dovrei esserlo? Grifondoro vincerà sicuramente!» rispose convinto.
Qualche minuto dopo arrivarono al castello e si separarono dirigendosi ognuno in direzioni diverse, ma Theo non poté fare a meno di sperare in una vittoria della sua squadra pregustandosi già cosa avrebbe potuto far fare a Liam. 


 
«Bene adesso può tornare a sedersi!» lo risvegliò il professore dai suoi ricordi. 
Theo, ancora scombussolato dal viaggio immaginario nel passato, si incamminò verso il suo banco cercando di sembrare il più naturale possibile anche se i profumi sentiti nell'Amortentia lo avevano colpito troppo per non darlo a vedere.
«Ehi va tutto bene?» gli chiese Grace quando riprese posto in uno dei banchi vicino a lei. 
«Eh?» rispose ancora tra le nuvole «si tutto okay» ma anche ad occhio poco attento era visibile che fosse perso in pensieri profondi. 
«Qualcun altro vuole provare ad annusare la pozione?» chiese la voce del professore rivolta al resto della classe. 
Nessuno alzò la mano quindi fu di nuovo il professore a intervenire «Neanche un Grifondoro coraggioso che si offre? Eppure siete conosciuti per il vostro coraggio» e ridacchiò prendendoli in giro, il suo essere un Serpeverde non poteva fare a meno di uscire fuori in momenti come questi nonostante fosse un professore.  
Liam aveva osservato Theo con attenzione e non riusciva a capire perché si sentisse nervoso e confuso dagli odori che quest'ultimo aveva sentito. Alla fine erano odori comuni, chiunque avrebbe potuto amare l'odore del succo di zucca o della pioggia. Si trovavano in Inghilterra e lì la pioggia era una cosa comunissima e il succo di zucca lo servivano ogni giorno a colazione da sette anni a quella parte. 
Ma la cosa che non riusciva a togliersi dalla testa era l'odore di gelsomino, perché quante probabilità c'erano che Theo avesse sentito proprio l'odore del bagnoschiuma che Liam usava da quando era piccolo? E okay Liam si stava facendo condizionare dalle frasi che ultimamente Mason gli ripeteva sul fatto che Theo lo trattasse male con un secondo fine, ecco tutto. 
E no lui non aveva per niente paura di provare l'Amortentia e di sentire a sua volta un profumo riconducibile a Theo perché non sarebbe successo, e non si stava proponendo solo perché non era da lui alzare la mano in classe e fare il ruffiano con il professore, quello di solito lo facevano Lydia e Stiles. 
«Allora proprio nessuno?» chiese ancora Lumacorno diretto alla classe «avanti siamo tutti curiosi qui!» e ridacchiò ancora.  
«Vengo io» si decise a dire Isaac e mai come in quel momento Liam gli fu grato. 
«Grazie signor Lahey, almeno qualcuno dimostra di avere coraggio!» 
Isaac si avvicinò al calderone e prese un respiro profondo «Sento odore di pino, zucchero filato e quello della crema per lucidare il manico della scopa» Isaac ridacchio e poi si rivolse al professore «è una cosa normale?» 
«Oh si che lo è! Ognuno di noi sente odori legati a cose che ci piacciono o a persone che ci piacciono, quindi lei che a quanto so è un grande giocatore di Quidditch sente questo odore perché lo collega allo sport» spiegò il professore. 
Dopo che Isaac si sedette la lezione stava quasi per volgere al termine e il professore li congedò con un «Voglio che ognuno di voi scriva un tema su una di queste pozioni a vostra scelta, si troveranno ancora qui e con la mia supervisione potrete venire a consultarle di presenza in caso vi servisse» 
Detto questo lì lasciò e si diresse verso la porta, ovviamente dopo aver richiuso le pozioni con un incantesimo visto che sarebbe stato pericoloso lasciarle lì senza nessuno a supervisionare. 
«Tu su quale pozione lo scrivi il tema?» si rivolse Mason a Liam. 
«Eh?» rispose questi ancora sovrappensiero. 
«Hai sentito cosa ha detto il prof almeno?» rise Mason «sembri distratto, c'è qualcosa che ti preoccupa?» 
«Oh no no, il tema si..» recuperò Liam «non so ci devo pensare si. Tu?» 
«Penso lo farò sulla Felix, è molto rara e si dice l'abbia usata Harry Potter in persona!» esclamò Mason esaltato, ma Liam già non lo ascoltava più.
Fortunatamente i due furono raggiunti da Corey che iniziò a parlare con Mason e lo distrasse da Liam e il suo essere sulle nuvole. 
«Noi andiamo» gli comunicarono alla fine, anche se Liam neanche li sentì. 
Qualche minuto dopo infatti ancora preso dai suoi pensieri si girò cercandoli e si ritrovò solo in classe, ad eccezione del professore che era già tornato dalla sua pausa.  
«Signor Dunbar che ci fa ancora qui?» gli chiese infatti vedendolo ancora seduto al suo posto «è quasi ora di cena, dovrebbe cominciare a incamminarsi» 
Liam alzò lo sguardo verso di lui un po' a disagio «In realtà avrei un favore da chiederle» 
«Mi dica tutto e vedrò se posso accontentarla» 
«Posso dare un'occhiata da vicino all'Amortentia? Vorrei scrivere il mio tema su questa pozione e visto che lei è qui potrei approfittarne per consultarla adesso» chiese insicuro. 
«Perché non lo ha fatto prima a lezione?» chiese il professore, ma stava già togliendo il sigillo dalla pozione «comunque non ci sono problemi, si avvicini pure» 
Liam si avvicino incerto al calderone che conteneva la pozione e quando vi arrivò vicino si abbassò per annusarla. 

Biscotti allo zenzero e cannella..


Era la vigilia di Natale, il banchetto si era tenuto giusto qualche ora prima e mancava poco alla mezzanotte ma Liam aveva ancora un languorino che lo teneva sveglio ed era almeno mezz'ora che si rigirava nel letto tentando di dormire. Aveva finito tutte le scorte di caramelle comprate a Mielandia e doveva per forza mettere qualcosa nello stomaco o avrebbe passato la notte insonne. 
Decise di scendere nelle cucine alla ricerca delle rimanenze del sontuoso banchetto che gli elfi avevano preparato, era certo di trovare qualcosa e si sarebbe accontentato della qualunque pur di riuscire a dormire almeno qualche ora.
Dopo aver solleticato la pera nel quadro che faceva da ingresso alle cucine non si sarebbe mai aspettato di trovarle occupate, non da Theo Raeken soprattutto. 
«Che ci fai qui?» fu l'ovvia domanda del sopracitato occupante. 
«Avevo fame» rispose soltanto Liam «e tu?» ma la risposta dell'altro era ovvia visto che guardandolo Liam vide che aveva in mano un piatto pieno di leccornie.
«Sto mangiando non si vede?» 
I due stettero qualche secondo in silenzio soltanto ad osservarsi guardinghi, poi fu il maggiore ad offrire il piatto che ancora teneva sulle ginocchia verso l'altro «vuoi favorire?» 
Fu il brontolare dello stomaco di Liam a rispondere per lui, e fortunatamente questo ruppe l'atmosfera cupa tra i due facendoli ridacchiare. 
«Si grazie» fu quello che disse Liam sedendosi vicino all'altro. 
«Assaggia un biscotto allo zenzero e alla cannella, sono buonissimi!» gli suggerì il maggiore avvicinandogli il piatto.
E quella notte, per la prima volta in tanti anni i due parlarono senza insultarsi come se fossero semplicemente due ragazzi normali.


 
Miele e limone...


Era pieno inverno e come sempre al castello si moriva di freddo e Liam aveva iniziato a lamentarsi di come i maghi fossero poco attrezzati dal punto di vista dei riscaldamenti. Se fosse stato a casa sua di certo non si sarebbe preso il raffreddore e il mal di gola e non sarebbe dovuto andare in giro con la voce a mala pena udibile e costretto a mandare giù caramelle per la gola. 
«Certo che sei sempre il solito sfigato Liam» rise di lui Mason «ogni anno in questo periodo sei uno dei pochi ad ammalarti»
Liam non fu per niente felice della sua battuta e lo guardò malissimo, non degnandosi neanche di dargli una risposta per non consumare quel poco di voce che gli rimaneva.
I due si stavano incamminando verso la lezione di Cura delle Creature Magiche e Liam non ne aveva per niente voglia perché avrebbe voluto dire passare due ore al freddo e al gelo con il rischio di congelarsi. 
Poco dopo furono raggiunti da Corey e dal sempre presente Theo, quel tipo non lo lasciava mai da solo e ormai Liam era abituato a vederlo ovunque visto che lui e Corey sembravano essere amici. 
«Ehi ragazzi» li salutò Corey. Theo alzò solo una mano seguita da uno starnuto poderoso che fece ridacchiare l'amico. 
«Anche tu raffreddato?» commentò Mason invece. 
«Perché chi è raffreddato?» rispose Corey per lui, sembrava che anche Theo stesse conservando la voce notò Liam.  
«Liam qui presente è rimasto senza voce quasi, si è preso un bel raffreddore» spiegò Mason.
Dopo la discussione i quattro si incamminarono verso il cortile dove Hagrid avrebbe tenuto la lezione del giorno, almeno aveva avuto la decenza di non tenerla in piena foresta.
Era passata solo mezz'ora, che Liam aveva passato tutta a starnutire, quando infilando la mano in tasca alla ricerca delle caramelle per la gola la trovò vuota. Fu in quel momento che iniziò a tossire come un pazzo senza riuscire a fermarsi e rischiando di soffocarsi. Theo vicino a lui lo sentì e avvicinandosi gli porse le caramelle che teneva per lui.  
«Sono al miele e al limone, fanno bene per la gola» disse solo. 
Liam ne prese una, facendo un cenno del capo. 
«Grazie» gli poté finalmente dire quando la caramella fece il suo dovere e poté tornare a parlare. 



Sciroppo d'acero...


Sembrava una normale mattinata a Hogwarts, solo che non lo era per niente. Quella mattina Corey si era presentato al tavolo dei Grifondoro trascinandosi dietro Theo e Liam gli aveva lanciato un'occhiataccia salvo poi continuare ad ignorarlo. 
«Salve a tutti!» aveva esclamato felice Corey prendendo posto vicino al suo fidanzato che aveva ricambiato il saluto. Theo come al solito si era limitato ad un cenno della mano e aveva preso posto accanto all'amico, solo che così si trovava di fronte a Liam e questi non poteva ignorarlo a lungo visto che ogni volta che alzava gli occhi dal piatto se lo ritrovava davanti. 
«Quindi che bella giornata» commentò Corey all'indirizzo del muso lungo di Liam. 
Questi lo guardò malissimo prima di rispondere «Bellissima» in modo ironico e di riabbassare gli occhi sul piatto nuovamente. 
«Se volete io..» iniziò Theo vedendo che il minore non gradiva la sua presenza. 
«Tu non ti muovi da qui» lo interruppe Corey intuendo cosa stesse per dire «e adesso mangia quei pancakes e zitto» lo rimproverò come un bambino.
Theo prese un paio di pancakes dal piatto davanti a lui e li cosparse di sciroppo d'acero facendoli praticamente nuotare in esso. Liam alzò nuovamente gli occhi dal piatto per osservarlo disgustato, a lui piacevano i pancakes con lo sciroppo d'acero ma quella era davvero una quantità abnorme di prodotto e li avrebbe resi disgustosi e immangiabili.  
«Che hai da guardare?» lo interruppe Theo sentendosi osservato. 
«Io? Niente» e per l'ennesima volta riprese a mangiare ignorandolo.  
«Quindi che hai intenzione di fare oggi?» chiese stavolta Corey a Theo. 
«Che dovrei fare?» rispose con ancora in bocca un pezzo di pancake ottenendo un verso disgustato di Liam in risposta.
«E' il tuo compleanno dannazione!» proruppe Corey facendo girare verso di lui un paio di persone lì vicine «dovrai pure avere qualcosa che muori dalla voglia di fare no?» chiese ancora.
Theo alzò gli occhi verso Liam che adesso lo guardava pensieroso e indeciso se fargli gli auguri o no, era comunque educato lui e anche se lo odiava non poteva fare a meno di chiedersi se non fosse giusto farglieli. «Già» commentò soltanto. 
«E quindi?» chiese ancora Corey curioso. 
«E quindi niente, non mi va di festeggiare punto» 
Dopo di che rimase in silenzio e si astenne dal rispondere a qualsiasi domanda. 
Mason e Corey furono i primi a lasciare il tavolo sostenendo di aver dimenticato un libro in dormitorio e di dover correre per andarlo a riprendere prima dell'inizio delle lezioni.
Theo stava per alzarsi anche così da liberare Liam dalla sua fastidiosa presenza ma lui lo interruppe. 
«Io-» 
«Cosa?» chiese curioso dal suo scarso tentativo di iniziare un discorso. 
«Niente solo, Buon Compleanno Theo» e detto ciò il minore lo lasciò solo, ovviamente perdendosi il sorriso meraviglioso che aveva occupato il suo viso dopo le sue parole. 



«Signor Dunbar? Signor Dunbar?» Liam fu riportato alla realtà dalla voce del professore che lo chiamava preoccupato «Sta bene?» aggiunse quando lo vide ritornare in sé.  
«Oh si scusi professore, mi ero perso tra i ricordi» si scusò, lo aveva sicuramente fatto preoccupare non aveva mai sentito Lumacorno usare quel tono di voce. 
«L'ho chiamata un sacco di volte e non rispondeva! Devono essere stati degli odori davvero forti e importanti per farla perdere così tanto tra i ricordi da non farle sentire la mia voce» 
«Già» rispose soltanto «mi dispiace di averla fatta preoccupare, ora se non le dispiace andrei a cena. Si è già fatto tardi» 
Detto questo Liam abbandonò l'aula lasciandosi alle spalle un confuso Lumacorno.
Ciò che aveva sentito e ricordato lo aveva colpito a tal punto da avergli tolto l'appetito, il suo incubo peggiore si era realizzato e l'amortentia gli aveva fatto sentire qualcosa ricollegabile a Theo. Liam si sentiva un'idiota perché aveva sperato fino alla fine di sbagliarsi, di averla superata ormai e che dopo tutti questi anni e dopo tutto questo odio le cose fossero cambiate, ma ovviamente la faceva facile lui. 
Ricorda ancora quella sensazione di smarrimento provata anni prima nel realizzare di sentire qualcosa di più per quello che per lui era un semplice amico e la successiva negazione e confusione. Le cose erano andate di male in peggio quando poi Theo era tornato con una ragazza e glielo aveva comunicato tutto pimpante, Liam non può dimenticare la pugnalata allo stomaco che quella notizia gli provocò. E il tutto andò in fumo e la loro amicizia si rovinò completamente perché entrambi si allontanarono senza neanche accorgersene e riallacciare e ricucire i rapporti era stato impossibile e il tutto era stato sostituito dall'odio e dall'inimicizia. 
E adesso dopo tutti questi anni Liam si riscopriva ancora legato a quella persona che aveva cercato di odiare e finto di dimenticare, perché come fai a cancellare dalla tua vita qualcuno che inevitabilmente finisci per vedere tutti i giorni? Semplicemente non lo fai, ma speri che un giorno il tuo cuore ci riesca. 
Con che coraggio avrebbe guardato negli occhi Theo e finto di odiarlo adesso che aveva la conferma di amarlo ancora? Come poteva andare a cena e magari trovarlo al tavolo dei grifondoro seduto accanto a Corey e fingere che niente fosse successo?
Decise quindi di non andare in Sala Grande e di salire direttamente alla torre di Grifondoro perché aveva bisogno di stare solo e non aveva per niente voglia di incontrare Theo adesso. In più se uno dei suoi amici lo avesse visto si sarebbe sicuramente reso conto che qualcosa non andava e non voleva rispondere a nessuna delle loro domande. 
 
«Ehi Liam sei qui?» erano passate ore quando Liam sentì la voce di Mason chiamarlo, sicuramente la stanchezza lo aveva fatto appisolare perché controllando l'orologio vide che erano le dieci passate e la cena doveva essere finita da un po'.
«Ehi sono qui» rispose e Mason entrò nella stanza. 
«Come mai non sei sceso a cena?» ovviamente adesso non poteva evitare di rispondere a questa domanda. 
«Non mi sentivo molto bene» 
«Effettivamente sei pallido» si preoccupò Mason avvicinandosi e poggiando una mano sulla sua fronte «eppure non sembra che tu abbia la febbre» 
«No, niente febbre solo stanchezza» 
«Però mangiare qualcosa ti farebbe bene» gli suggerì. 
«Stavo pensando di fare una capatina nelle cucine, a quest'ora troverò sicuramente qualche rimanenza della cena»  
«Cerca solo di stare attento» fu la sua risposta preoccupata. 
Liam quindi prendendo una felpa e cercando di coprirsi al meglio, visto che nei corridoi faceva davvero freddo la notte, si incamminò verso le cucine. Ovviamente il tragitto lo fece cercando di essere il più silenzioso possibile, ma spesso qualche quadro lo notava e lo salutava e lui si vedeva costretto a ricambiare per educazione. Erano così abituati a vedere studenti sgattaiolare per i corridoi di notte che ormai non facevano neanche la spia, a meno che non si trattasse di qualcosa di serio. 
Liam giunse quindi al solito quadro ritraente la frutta e dopo aver solleticato la pera si preparò ad entrare, non aspettandosi di provare uno dei deja-vù più grandi di sempre. 
Perché seduto sul pavimento al centro della cucina c'era Theo e in mano teneva dei biscotti allo zenzero e cannella. 
Sentendo la porta aprirsi Theo si girò di scatto per controllare chi fosse il nuovo arrivato e rischiò di soffocarsi con ciò che stava masticando. Anche lui dopo aver avuto il viaggio nei ricordi aveva deciso di evitare la Sala Grande per non imbattersi in Liam, ma preso da una fame incontrollabile aveva deciso di scendere nelle cucine. Era stato davvero un segno del destino l'essersi incontrati lì dopo aver deciso entrambi di non recarsi a cena per non incrociare l'altro.
Prese quindi a tossire cercando di evitare il soffocamento e assunse un colorito bordeaux. Liam preoccupato si dimenticò del suo imbarazzo, si precipitò verso di lui e riempito un bicchiere con dell'acqua glielo porse il più velocemente possibile per evitare che soffocasse davvero. 
«Va meglio?» chiese quando vide che Theo tornò a respirare normalmente e il suo viso tornava normale. 
«Si grazie» disse soltanto tenendo lo sguardo basso. 
Liam a quel punto si rese conto di avere appoggiato una mano sulla sua spalla e la tolse diventando leggermente rosso e allontanandosi abbastanza velocemente, ma decidendo comunque di sedersi sul pavimento vicino a lui. 
«Quindi-» 
«Io-» 
I due ragazzi avevano iniziato a parlare contemporaneamente e notandolo si interruppero per lanciarsi un'occhiata e riabbassare gli occhi verso le rispettive mani che tenevano sulle gambe. 
«Stavi quasi riuscendo a liberarti di me e a realizzare il tuo sogno» ironizzò Theo cercando di spezzare la tensione che sentiva gravare nella stanza. 
«Ma che dici..» 
«Non è il tuo sogno? Riuscire finalmente a liberarti dell'odiato Theo Raeken» rise amaramente Theo non riuscendo però ancora ad alzare gli occhi e a guardarlo.
Fu Liam il primo ad avere il coraggio di rivolgere lo sguardo verso l'altro «Non puoi star dicendo sul serio» 
«Cosa?» 
«Sei davvero convinto che io ti odi sul serio?» chiese conferma Liam con tono dispiaciuto. 
«Perché vorresti dirmi che non è così?» e adesso anche Theo lo guardava. 
«Non ti odio. Odio come mi tratti, odio come ci siamo ridotti, ma non odio te» si ritrovò ad ammettere Liam e un po' se ne pentì, perché non poteva permettersi di essere così sincero con lui.
«Come ci siamo ridotti? Perché non hai il coraggio di ammettere che sei stato tu ad allontanarti?» chiese Theo iniziando ad arrabbiarsi.
«E perché avrei dovuto? Sei stato tu a farlo! Al terzo anno sei diventato inavvicinabile e da un giorno all'altro tutto era diverso» anche Liam alzò un pochino la voce, ma cercò di mantenersi calmo perché non poteva innervosirsi o gli avrebbe sputato in faccia la verità lì e adesso.  
«Io inavvicinabile? Ma se tutte le volte che ti cercavo sparivi con Mason o Hayden?» 
«Perché tutte le volte che lo facevi eri con Tess! Che volevi che venissi con te e la tua fidanzata a fare da terzo incomodo? Eravamo amici cavolo, avresti dovuto trovare del tempo da passare con me» e Liam stavolta si rese conto di avere esagerato a mettere in mezzo Tess, ma a quel tempo era così geloso di lei che non sopportava di dover dividere il suo tempo con Theo con lei e quindi finiva con il rifiutare i suoi inviti. E' anche vero che lui avrebbe dovuto trovare del tempo da passare insieme ai suoi amici, e se Corey lo capiva e lo sopportava Liam non era riuscito a superare questa cosa, complici anche i suoi sentimenti nei suoi confronti.  
«E quindi? Che c'era di male? Corey e Mason non si facevano problemi a passare del tempo con noi!» ribatté tranquillamente Theo non capendo la sua posizione.  
«Ma Corey e Mason erano ad un passo dal mettersi insieme!» e stavolta Liam quasi glielo urlò, perché la noncuranza di Theo lo faceva inalberare «a loro non causava nessun fastidio» 
«E perché doveva causarne a te allora?» chiese non capendo. 
«Dio non puoi essere così stupido» ribatté Liam ignorando la domanda e scuotendo la testa.
«Non ti lascerò ignorarmi questa volta» Theo prese il volto di Liam girandolo verso di lui e tenendolo tra le mani «dimmi perché ti avrebbe dovuto causare fastidio» 
Liam quasi si perse costretto a fissare i suoi occhi che lo guardavano così intensamente «Perché mi stava antipatica ovvio» cercò di uscirsene con una scusa banale.  
Theo continuò a stringergli il viso mentre parlava «E se ti stava così antipatica perché non me lo dicevi in faccia invece di fingere che ti piacesse? Eravamo amici no?» 
«Perché era la tua fidanzata, ero un bambino ed ero stupido. Tutto qui» Liam sentiva il cuore uscirgli dal petto, ma non gli avrebbe confessato la verità così facilmente. Non senza certezze, non si sarebbe mai esposto per primo.  
«Oh si lo sei» confermò Theo «questo non spiega comunque perché ci siamo allontanati»  
«Oh si che lo spiega» spiegò Liam scansandosi dal suo tocco «tu stavi con la tua ragazza, io la odiavo, tu non avevi tempo per me e ci siamo allontanati. E quando vi siete lasciati non hai neanche provato a riallacciare i rapporti» 
«Pensavo che mi odiassi» ammise Theo a disagio «quando eravamo nella stessa stanza mi evitavi e quando dovevamo stare insieme per via di Corey neanche mi parlavi se non costretto» 
«Perché pensavo che fossi tu ad odiare e non volere me!» mentì un po' Liam, mica poteva dirgli che si sentiva a disagio a causa dei sentimenti che provava per lui. E poi a dirla tutta un pochino offeso lo era visto come lo aveva messo da parte con la storia della fidanzata, quindi aveva sperato che fosse Theo a farsi avanti per primo.  
«Vorresti dirmi che entrambi eravamo convinti che fosse stato l'altro ad essersi allontanato ed entrambi aspettavamo un segnale dell'altro per riavvicinarci?» chiese conferma Theo.
Liam semplicemente annuì. 
«E che ci siamo odiati inutilmente per circa quattro anni della nostra vita?» chiese ancora Theo. 
Liam annuì ancora.
«Quindi devo 10 dollari a Corey uffa» se ne uscì all'improvviso il maggiore cogliendolo di sorpresa. 
«Cosa?» chiese guardandolo stralunato non capendo la sua uscita. 
«Nah niente lascia perdere» ridacchio grattandosi la nuca a disagio.  
Liam lo guardò perplesso ma fece finta di niente.
«Quindi-» 
«Quindi-» 
Iniziarono nuovamente a parlare nello stesso momento.
«Okay si dobbiamo smetterla eh?» ridacchiò il minore. 
«Si dobbiamo proprio» concordò l'altro. 
«Quindi che si fa?» se ne uscì Theo dopo qualche minuto di silenzio.
«In che senso?» 
«Nel senso che adesso che sappiamo come stanno le cose potremmo evitare di odiarci e provare a tornare ad essere amici?» e la sua fu più una domanda che una affermazione «ci stai?» e Liam non poteva saperlo ma anche il solo chiederlo gli era costato uno sforzo immenso perché aveva davvero paura della sua risposta. 
«Perché no?»  

Liam successivamente un po' si pentì di aver accettato così facilmente di tornare ad essere amico di Theo. In quel momento aveva acconsentito perché gli sembrava la cosa giusta da fare, ma pensandoci aveva trovato mille motivi per cui avrebbe dovuto dire di no.
Come avrebbero fatto a ricostruire un rapporto che era andato completamente in pezzi? Ricominciare da capo sarebbe stato impossibile, soprattutto visto i loro trascorsi. Ma la cosa che più lo tormentava era il dover convivere con i riscoperti sentimenti per lui, gli sembrava di rivivere quei giorni della sua infanzia che aveva quasi dimenticato in cui faceva di tutto per evitare che lui lo scoprisse. 
«Ehilà amicoo!» no, Liam non si era per niente abituato a questa nuova routine in cui Theo spuntava all'improvviso alle sue spalle battendogli una mano sulle schiena e definendolo tale. Anche perché definirsi "amici" era ancora piuttosto prematuro a suo parere, visto che questa nuova fase della loro vita era cominciata solo da qualche giorno. 
«Ehi» riuscì a dirgli con la metà del suo entusiasmo.  
«Quindi che si dice amico?» e si okay a Liam dava palesemente sui nervi quella parola e il fatto che Theo la ripetesse in quasi ogni frase. E no, non c'entrava per niente il fatto che lui provasse qualcosa per il ragazzo, semplicemente gli dava fastidio sentirglielo ripetere in continuazione okay?
«Sto andando a lezione?» e la sua suonò più come una domanda.  
«Uh allora ci vediamo dopo a pranzo amico?» rispose tranquillo Theo.  
Ma a quel punto Liam non ci vide più dalla rabbia e si girò verso l'altro fulminandolo con lo sguardo «Smettila» 
«Di fare cosa?» chiese l'altro non capendo.
«Chiamami di nuovo così e il mio pugno farà la conoscenza del tuo naso» 
Theo ridacchiò non prendendolo sul serio «Violento il bimbo, ti sei per caso svegliato con il piede sbagliato stamattina?» 
La sua noncuranza fece innervosire ancora di più Liam che lo spinse verso il primo muro disponibile schiacciandoglielo contro «Ti sembra che stia scherzando?» gli sussurrò ad un palmo dal viso. 
Theo per quanto poté alzò le mani «Ehi ehi calmo, scherzavo» 
Liam continuò ad osservarlo arrabbiato «Quindi la smetterai?» 
«Ma di fare cosa?» ancora Theo non capiva il perché della sua reazione, ma non riusciva a restare immune alla sua vicinanza. 
«Smettila di chiamarmi "amico", mi irrita» gli spiegò l'altro.
«Ma è quello che siamo no?» chiese conferma Theo, e sembrava che stesse convincendo anche se stesso nel dirlo «hai accettato tu di provare ad essere amici o mi sbaglio?» 
«Forse ho sbagliato.. forse non siamo fatti per essere amici» Liam si pentì di aver pronunciato quelle parole il momento dopo averle dette. Essergli amico era l'unico modo per stargli vicino e anche se aveva trovato tutti quei lati negativi della cosa non voleva stargli lontano mai più.  
«Quindi vuoi che smettiamo di essere amici?» chiese Theo triste guardandolo negli occhi e cercando una conferma alla sua domanda.  
«Io-» 
«Devi solo dirmi cosa vuoi Liam.. dimmi che cosa vuoi che faccia e io lo farò» gli chiese Theo continuando a guardarlo fisso. E forse fu lo sguardo che Theo gli rivolse unito a quelle parole a indurre Liam a compiere l'azione successiva.
«Baciami» quella di Liam fu quasi una richiesta disperata, ma non si rese neanche conto di aver compiuto il gesto senza aspettare una risposta da parte dell'altro. 
Semplicemente si sporse verso le labbra dell'altro e le baciò, di slancio, inaspettatamente, cogliendolo di sorpresa. Theo infatti rimasto scioccato dalla richiesta dell'altro aveva spalancato la bocca accogliendo inerme il bacio dell'altro che non ricevendo alcuna risposta si staccò e rimase a fissarlo spaventato dalla sua possibile reazione.  
«Io-» Liam sussurrò incapace di dire alcunché e rimanendo a fissare l'altro. Stava quasi decidendo di scappare, perché rimanere lì in silenzio non gli sembrava certo la scelta più saggia al momento, quando all'improvviso l'altro si riprese dal momento di shock e invertendo le posizioni lo spinse al muro e fu lui questa volta a baciarlo.
Anche Liam non si aspettava il gesto compiuto dall'altro, ma fu lesto a ricambiare e i due si ritrovarono a baciarsi per istanti infiniti nel corridoio.
Quando si separarono entrambi avevano gli occhi lucidi, le guance accaldate e i capelli arruffati visto che avevano passato più volte le mani tra i capelli dell'altro.  
«Io-» 
«Tu-» 
Entrambi ridacchiarono all'ennesima coincidenza, ormai si erano abituati al loro iniziare contemporaneamente a parlare. 
«Okay inizia tu» disse ancora ridacchiando Theo e nascondendo il viso nel collo di Liam «penso sia il tuo turno di iniziare a parlare no?» 
«Giusto» ridacchiò Liam ora palesemente imbarazzato «da dove inizio?»  
«Dall'inizio?» replicò Theo ironico guardandolo negli occhi e sorridendo con quel sorrisetto che Liam tanto odiava, o amava a secondo dei momenti.
«Idiota» lo ammonì Liam ma non era serio «quindi ehm.. tu mi-» iniziò per poi interrompersi. 
«A parole tue eh?» lo prese ancora in giro bonariamente l'altro.
«Se magari la smettessi di guardarmi così riuscirei a parlarti» ammise a disagio Liam. 
«Perché come ti guardo?» chiese non capendo, o facendo finta di non capire. 
«Non lo so, ma mi metti in imbarazzo» gli confessò Liam arrossendo.   
«Vuoi che chiuda gli occhi?» e dicendolo si mise le mani di fronte al viso coprendo quella porzione in particolare. Liam rise e un po' del suo imbarazzo andò via. 
«Dai qua» disse togliendo le mani che l'altro teneva ancora davanti agli occhi e stringendole tra le sue per darsi coraggio «quindi beh ecco, penso si sia capito che mi piaci?»  
«Mmh? Dici?» rise di lui Theo. 
«Puoi essere serio per una volta?» chiese Liam con il broncio, il suo prendere tutto in modo ironico un po' lo metteva a disagio anche se ad essere sincero era una delle cose che più gli piaceva di lui. 
«Scusa è che sei adorabile tutto imbarazzato mentre cerchi di dirmi che sei innamorato di me» e stavolta usò un tono serio. 
«Uhm» Liam diventò più rosso di una fragola matura  «quindi si quello» 
«Si? Quindi è vero?» chiese conferma il maggiore ancora non del tutto convinto. 
«Si è vero, perché non dovrebbe?» 
«Perché fino a qualche giorno fa ci odiavamo forse?» ed effettivamente la sua risposta non faceva una piega. 
«Diciamo che fingevo di odiarti» rispose Liam grattandosi una guancia «perché tu sembravi odiare me?» 
«Io odiare te?» lo interruppe Theo «abbiamo già avuto questo discorso ed era un malinteso ricordi?» 
«Già e ehm, a proposito..» iniziò Liam a disagio. 
«Cosa?» 
«C'è una cosa che non ti ho detto» 
«E cioè?» 
«Che non è vero che mi stava antipatica Tess, la odiavo perché già allora pensavo di provare qualcosa per te» ammise Liam non riuscendo però a guardarlo negli occhi e nascondendo il viso sul suo petto.
Theo glielo alzò e riportò il suo sguardo su di lui «Mi dispiace di non essermene accorto allora» ammise dispiaciuto.
«Fa niente» 
«Si invece, avrei dovuto accorgermene. Eravamo amici, dovevo evitare di allontanarti così» 
«Già, ma ormai è passato no?» chiuse la questione Liam.
«Quindi adesso che si fa?» chiese Theo continuando a guardarlo e a tenere il suo viso tra le mani. 
Liam sorrise «Non so te ma avrei un'idea» e detto ciò lo prese per mano e trascinandolo verso la prima aula libera. 
«Ma non avevi lezione?» gli chiese Theo mentre l'altro lo trascinava. 
«Già, ma posso sempre saltarla no? Noi abbiamo quattro anni di tempo perso da recuperare e io ho un'idea di come farlo» e dopo averlo detto sorrise malizioso. 
«Credo proprio di volerlo scoprire» ricambio il sorriso l'altro.


Quel giorno fu l'inizio della loro storia, una storia piena di alti e bassi, di litigate e di riappacificazioni, di amore e di odio. Ricucire il loro rapporto e ripartire insieme richiese molti sforzi, ma i due ragazzi ce la misero tutta per riuscirci supportati dai loro amici, che fecero i salti di gioia alla scoperta della notizia. 
Entrambi ringraziarono il professor Lumacorno per averli costretti a partecipare a quella lezione e soprattutto ringraziarono l'Amortentia che li aveva costretti ad ammettere i loro sentimenti per l'altro, che nonostante gli anni si erano conservati ed erano cresciuti con loro. 
Già l'Amortentia, il filtro d'amore più potente del mondo magico, ma chi ne ha bisogno quando si ha al pr
oprio fianco il ragazzo di cui si è innamorati?
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Stefaniel