Scritta sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=tQObQBzd4vw&start_radio=1&list=RDtQObQBzd4vw
Cap.4 Sei il mio piccolo guaio
Turles sospirò e si
sedette pesantemente sulla sedia di
plastica, davanti al tavolinetto di metallo.
“Su, magia”
ordinò al fratello. La sua fisionomia ricordava
quella di un Kakaroth più grande, ma il giovane era
abbronzato e teneva
un’espressione seccata. La sua battle-suit era nero pece,
quella di Kakaroth
azzurra.
“No” rispose
quest’ultimo, allontanando da sé un piatto
colmo di tofu viola. Il suo stomaco gorgogliava e vedeva sfocato.
“Mangia!”
ordinò Turles, sbattendo un pugno sul tavolo, che
tremò visibilmente.
Kakaroth digrignò i denti,
dimenò la coda e si alzò in piedi
sulla propria sedia.
“No!”
urlò.
Turles indicò il suo
piatto.
“Se non mangi questo,
morirai di fame” lo minacciò.
“Il frutto
dell’albera della vita gli fa male” disse Radish,
appoggiandosi alla parete con la schiena.
“Abbiamo solo quello per
oggi” abbaiò Turles.
“Lo so, altrimenti gli
avrei dato già qualcos’altro”
esalò
Radish, scuotendo il capo.
Bardack si
portò una
sigaretta alle labbra e aspirò, sentendo il sapore di
nicotina.
“Ci
siamo presi tutti
i difetti degli Tsufuru, ma la nostra gente continua a fare la fame.
Cambia il
padrone, ma rimaniamo sempre schiavi” disse.
Osservò dalla finestra e sorrise,
guardando Gine addormentata sul divano.
“A
me piacerebbe
cucinare e non far più morire nessuno di fame”
ammise Radish, piegando in
avanti il capo.
Bardack
consumò la
sigaretta con un paio di aspirate, sbuffi di fumo coprivano il suo
viso. La
gettò a terra e la pestò sotto lo stivaletto.
“Impara
a combattere.
Se non diventi un guerriero, non potrai vivere abbastanza da realizzare
nessun
sogno” lo richiamò.
Il figlio
abbassò lo
sguardo ed annuì.
“Nappa ci
griderà addosso se lo faremo morire di fame e il
principe al suo ritorno ci ucciderà”
ricordò Radish.
Turles si massaggiò la
fronte.
“Odio tornare qui, alla
base di Cooler non ho tutti questi
problemi.
Diamine, ha la testa dura di nostro
padre” si lamentò.
Kakaroth gli fece la linguaccia.
“Ho un’idea, ma
è rischiosa” propose Radish.
“Mi va bene
tutto” borbottò Turles.
***********
Alte piramidi di metallo si alzavano
verso il cielo plumbeo,
puntellate da pesanti nuvole color perla. Brulicanti palazzi della
città
ricoprivano il brullo terreno cinereo.
Vegeta spiccò il volo,
facendo lo slalom tra dei proiettili
laser e con un attacco energetico fece saltare delle barricate dietro
cui erano
nascosti diversi soldati alieni armati, dai capelli che andavano dal
verde
acqua al fucsia acceso.
< Sento la battaglia scorrermi
nelle vene. In questi
momenti mi sento quasi libero, forse perché posso decidere
il destino degli
altri.
Il sangue mi eccita, mi fa respirare.
Avverto una potenza
crescere dentro di me, mi rende superiore e invincibile.
Distruggerò ogni cosa e
non avrò pietà >. Rise sadico,
atterrando tra gli avversari, ne disarmò alcuni,
strappò un fucile con il
braccio del proprietario ancora attaccato, facendosi schizzare il
sangue
addosso, utilizzandolo per sfondare l’addome di altri due
nemici.
< Delirio, follia omicida, le
mie mani è come se si
muovessero da sole… Oh, se mi piace >
pensò. Piegò di lato il capo, facendo
scricchiolare l’osso del collo. < Io sono un sovrano,
il più potente >.
“Io sono
Vegeta-sama!” gridò.
Le carcasse dei nemici morti si
ammonticchiavano per terra,
insieme alle loro armi.
La
luce dell’unico
sole illuminava a fatica l’ambiente di radiazioni azzurrine.
Vegeta si abbassò
schivando una gomitata diretta alla sua
fronte spaziosa, saltò evitando dei proiettili laser e il
suo scouter iniziò a
tremare.
“Ma
cos…” si chiese.
Raggiunse un nemico con un calcio
alto al mento e si diede
la spinta, fece una capriola in volo all’indietro e
atterrò ritto in piedi.
< Questa è la prima
volta che Lord Freezer mi disturba
mentre sono intento a conquistare un pianeta > pensò.
Fece ondeggiare la
testa a destra e a sinistra, schivando i pugni del nemico diretto al
suo viso.
Ne raggiunse un altro con una spallata e balzò,
atterrò alle spalle di uno di
quelli con la pistola laser e gli spezzò l’osso
del collo.
< Non posso ignorarlo, o al
mio ritorno rischierò una
punizione… Aspetta, la frequenza non sembra la sua. Radish?
> si chiese,
attivandolo.
“Chi diamine
è?!” gridò.
“Fratellone!”
l’urlo di Kakaroth lo assordò. Fu raggiunto da
un pugno allo stomaco, sputò sangue, ma balzò
sulle spalle di un altro nemico,
piegato verso di lui e vi fece una capriola, nascondendosi dal primo
aggressore
dietro di lui.
“Moccioso, ti sei fatto
male?” domandò Vegeta, sentendo
Kakaroth singhiozzare.
< Dovrei chiudere,
ma… Non posso lasciarlo piangere a
questo modo > pensò.
L’avversario che aveva
utilizzato come trampolino cercò di
tagliargli la gola con una lama, il principe dei saiyan lo
afferrò ai lati del
viso, obbligandolo ad abbassarsi, e gli spaccò la testa con
una testata.
Graffiandosi a sua volta la pelle a sangue.
“Ho
fameee! Turles
è cattivo. Mi nasconde un ‘brutto
frutto’ in mezzo al cibo” strepitò.
Vegeta utilizzò le braccia
per parare le raffiche di calci e
pugni di tre nemici in una volta sola.
“Passamelo”
ordinò duro.
“Principe! Non abbiamo
altro e…”. Iniziò a piagnucolare
Turles.
“Non volevamo disturbarvi,
ma non abbiamo altre idee” gli
parlò di sopra Radish. Di sottofondo si continuava a sentire
Kakaroth
piagnucolare.
Una venuzza iniziò a
pulsare sulla fronte di Vegeta.
< Come se Lord Freezer e i
suoi mercenari non bastassero,
mi devo sopportare anche questi idioti. Ci manca solo Nappa >
pensò Vegeta.
Spezzò il braccio di un nemico che gli stava puntando contro
il fucile e lo
utilizzò per sparare ai nuovi soldati che lo stavano
raggiungendo.
“Basta così!
Turles, non puoi mangiare solo quella robaccia
e non puoi darla anche a Kakaroth!
Sono convinto che possiate rubare
qualcosa dalle cucine”
ordinò.
< Con voi non sono severi come
con me. Sanno che non ci
sono e non mi potrete passare niente > rifletté.
“V-va
bene…” biascicò Turles.
“Ci proveremo”
gemette Radish.
“Per l’amore
degli dei. Com’è possibile che un intero
esercita non posso fermare un ragazzino!” gridò un
generale. Sul doppiopetto
della sua divisa militare verde acido aveva una serie di medaglie
luccicanti
appuntate.
“Io non sono un ragazzino e
non voglio essere disturbato
quando ‘parlooo’!” sbraitò
Vegeta. Balzò e gli comparve davanti con la
supervelocità. Allungò il braccio davanti a
sé e lanciò un attacco energetico,
il generale si trasformò in cenere.
“Tutto bene?”
chiesero preoccupati i tre figli di Radish.
Vegeta si mise a correre su una delle
piramidi metalliche e
si fermò arrivato in cima, appoggiandosi la mano sullo
scouter.
“Sì, un
moscerino” li rassicurò. Da lì
iniziò a fare piovere
una serie di ki-blast dorati. “Se dovessero esserci troppe
guardie, fatemelo
sapere. Sulla via del ritorno caccerò qualche animale e ve
lo porterò già
arrosto”.
“Grazie,
fratellone!” gli disse Kakaroth, con tono festante.
“Non
c’è bisogno di fare tutti questi capricci e non
chiamarmi
fratellone” ribatté secco Vegeta.
“Sì,
fratellone” rispose Kakaroth.
Vegeta sospirò, guardando
i nemici cadere uno dopo l’altro,
in una serie di esplosioni, tra lontane grida confuse.
“Sei il mio
‘piccolo guaio’, Kakaroth” ammise. Un
ghigno si
dipinse sul suo viso.