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Autore: adela_    09/01/2019    7 recensioni
Natsu è finalmente arrivato ad una conclusione: l'affetto che nutre da anni per la sua compagnia di team Lucy non è più solo una semplice amicizia. Dopo un'illuminante dibattito con i ragazzi della gilda, si è reso conto che lei è quella giusta e che a tutti i costi deve farla sua. L'unico problema rimane il come. Ma, per sua fortuna, in una rivista di Lucy troverà un test da lei compilato riguardo alle caratteristiche che dovrebbe avere il suo uomo ideale e Natsu non perderà di certo l'occasione di sfruttare questa scoperta per poterla conquistare.
Enjoy!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho​w Can I Be Him?


1 - She's the one. 


Natsu non era mai stato un ragazzo molto perspicace. Non che fosse stupido, ma semplicemente nella sua mente non c’era il minimo spazio per qualsiasi cosa che non riguardasse il combattimento. Infatti, molto spesso per questo veniva etichettato dai suoi compagni di gilda come un sempliciotto, un ottuso, soprattutto per quanto riguardava l’ambito femminile e di tutte le faccende che includevano cose considerate da lui inutili, come l’interesse verso una ragazza.
Natsu aveva tanti interessi: lottare, mangiare, tirare pugni, competere con i compagni, allenarsi, competere contro i nemici. Quindi nella sua vita di certo un passatempo non gli mancava, infatti non riusciva a capire il perché quando Loki si lamentava di aver ricevuto un due di picche da una ragazza sembrava essere così demoralizzato. Dai suoi racconti e dalla sua frustrazione sembrava quasi che l’ottenere le grazie di una lei fosse il suo scopo e questo lo portava a stare bene. In quanto al Dragon Slayer del fuoco, nulla lo appagava più di alzare le mani contro qualcuno di cattivo e uscirne vincitore e l’unica cosa che era in grado di spegnere il suo focoso animo era la sconfitta. Quindi quando i compagni iniziavano a vantarsi con storie di conquiste o qualsiasi argomento che includesse romanticismi superflui, la prima cosa che gli veniva da fare era quella di girare i tacchi verso la bacheca delle missioni e partire con Happy.
Non era che non provava sentimenti, tanto meno era apatico o asessuato o assurdità del genere, semplicemente era talmente intento nel suo progetto di diventare un mago di prim’ordine e nell’ambire a diventare sempre più forte da non avere proprio tempo da sprecare pensando alle ragazze.
Le prese in giro degli altri ragazzi ormai non lo sfioravano più, lui stava bene così come stava. Da solo ma con i suoi compagni tra le mura di Fairy Tail. E poi era risaputo che circondarsi di ragazze non portava a nulla di bene. Litigi, impegni, ricorrenze da dover ricordare, quante missioni rischiava di perdere se doveva anche mantenere una relazione stabile con una ragazza? E se poi questa non fosse stata interessata alla magia? Se ancor peggio, non fosse stata interessata alle lotte?
No, questo mondo gli faceva venire i brividi di ribrezzo al solo pensiero, proprio non faceva per lui.
... o almeno così si diceva fino a quando nella sua vita non fece il suo arrivo una ragazza speciale, fuori dalle regole, che era riuscita a sconvolgere questa sua mentalità che per anni aveva inseguito con convinzione.

Col tempo Natsu si era trovato a cercare costantemente una certa capigliature bionda in ogni occasione, quelle poche volte che non si trovava al suo fianco. Ormai era in grado di riconoscere il suo profumo anche in una folla di mille o più persone, persino quando chilometri li dividevano, così come il suono della sua voce. Durante una missione la sua priorità era sempre stata quella di incontrare un avversario forte, che gli facesse incendiare l’anima di spirito competitivo e affrontarlo in un combattimento che lo facesse tremare per l’adrenalina e poi vincere, ma col tempo si trovava a sentirsi completamente soddisfatto solo quando, una volta uscito vincitore, lei era lì ad aspettarlo, sorridente e senza un graffio grazie alla sua protezione, pronta a festeggiare con lui la vittoria. Quando non la vedeva per un’intera giornata, la sera non riusciva a prendere sonno e per poter dormire non poteva fare altro che imbucarsi nel suo letto, non che non lo facesse anche normalmente...
Natsu si era accorto di tutto ciò che gli stava succedendo, ma iniziò a considerarlo come normalità e quotidianità, dopotutto lei era la persona che era arrivato a chiamare come sua migliore amica, che ricopriva quindi un ruolo fondamentale nelle sue giornate e nella sua vita. Nonostante questo, ancora non riusciva a spiegarsi come mai, tra tutti i suoi compagni, lei era sempre la prima a venirgli in mente quando voleva partire per una missione, o quando aveva bisogno di una spalla per combinare qualche marachella o quando semplicemente voleva infastidire qualcuno.
Uno dei suoi nuovi interessi era diventato quello di intromettersi in casa sua ogni volta che ne aveva l’occasione ed invadere la sua privacy, cosa che irritava la sua vittima e che divertiva lui a morte. Ma quando lei lo ignorava perché si diceva carica di ispirazione per proseguire la stesura del suo romanzo, Natsu si vedeva costretto a lasciarla in pace e a bighellonare con Happy. Certo, anche Happy era il suo migliore amico, ma quando era con lei era diverso, era tutto più divertente.

La ragazza in questione, la bionda che ricorreva sempre in ogni suo pensiero, la sua migliore amica non che compagna di team, non era altri che Lucy. La ragazza che in quel momento se ne stava seduta al bancone della gilda di Fairy Tail, a chiacchierare e scherzare con Mirajane e Levy di chissà quale argomento. Natsu, invece, se ne stava seduto, o meglio, mezzo sdraiato su uno dei tavoli del locale, e sapeva dove l’amica si trovava perché, come al solito, il suo sguardo era andato alla ricerca di lei non appena aveva varcato la soglia della gilda. Non appena trovata la sua figura, si era diretto verso un tavolo a caso, ma la noia lo stava uccidendo e la curiosità di sapere di cosa stessero parlando iniziò ad assalirlo. Tese per bene le orecchie per poter captare il loro discorso. Non che ne avesse bisogno, dopotutto lui era un Dragon Slayer e di udito ne era più che dotato.
«Allora Lucy, possiamo sapere com’è andato l’appuntamento di ieri sera?» prese parola Levy, seduta al fianco della ragazza presa in causa, sempre munita di un libro -o meglio, di un mattone- in mano. Natsu si accigliò al sentire questa domanda. Ecco perché la sera prima, quando si era introdotto in casa di Lucy, pronto a spaventarla a morte, aveva trovato l’appartamento vuoto. Per via della sua assenza, il suo umore era sceso sotto terra e di certo non poteva dormire nel suo comodo letto da solo! Neanche Happy aveva voluto accompagnarlo, dicendosi stanco di ricevere calci e pugni dalla proprietaria. Il suo flusso di ricordi cessò subito non appena la voce dell’interpellata riecheggiò nelle sue orecchie. Era sorprendentemente... addolcita?
«Be’, ecco, come posso dire... è stato fantastico! Non lo avrei mai detto, ma Key si è rivelato un vero gentiluomo! È stato cortese tutta la serata, mi ha addirittura portato dei fiori!» squittì la bionda, non potendo impedire alle sue guance di imporporarsi un poco al ricordo della serata trascorsa con quel ragazzo che aveva per caso incontrato al mercato il pomeriggio stesso, la quale mano si era scontrata con quella di lei nel tentativo di afferrare lo stesso mazzo di lattuga.
«Quindi ci sarà un secondo appuntamento?» domandò con entusiasmo Mira, mostrando il suo solito dolce sorriso, sinceramente felice per l’amica.
«Non lo so con certezza, ma spero proprio di sì! Non penso di aver fatto una cattiva impressione. È vero che è da un po’ che con i ragazzi non va a finire molto bene e non vado oltre a qualche misera uscita, ma sono sicura che questa volta andrà diversamente!» rispose Lucy, con un entusiasmo che non appariva da molto sul suo viso.
Natsu non potè impedirsi dall’alzare gli occhi al cielo. Era da mesi che Lucy era alla disperata ricerca di un fidanzato e dopo appuntamenti su appuntamenti, quando si rendeva conto che nessuno dei ragazzi sembrava essere quello giusto o non le chiedeva un secondo incontro, questo non faceva altro portare il suo umore sempre di più sotto terra. Infatti, da quando questa sua ricerca del Nirvana aveva avuto inizio, il loro team aveva partecipato sempre a meno missioni, rendendo Natsu un mago annoiato.
Sbuffando, scartò già in partenza l’intenzione di proporre a Lucy un lavoro nei prossimi giorni, sapendo già come sarebbe andata a finire: questo all’apparenza fantastico Key non la avrebbe cercata e lei ci sarebbe rimasta male per l’ennesima volta, cosa che la avrebbe poi portata a dire no alla missione perché troppo triste. Ovviamente Natsu non capiva il perché di questa sua disperata ricerca, dopotutto la sua filosofia era sempre la stessa: nulla era abbastanza importante da togliergli il prezioso tempo che intendeva sfruttare al meglio per allenarsi. Non poteva pensarla così anche lei? Così le cose sarebbero state molto più facili e in quel momento, invece che ascoltare da lontano le conversazioni delle compagne per via della noia, sarebbe in giro per Earthland a combattere nemici.

Un piccolo gattino blu che Natsu conosceva molto bene entrò nel suo campo visivo, destandolo dal suo nuovo passatempo: origliare i discorsi altrui. «Yo Natsu, cosa stai facendo qua da solo?»
«Ciao, Happy. Nulla, mi stavo annoiando.» borbottò tirandosi diritto dalla posizione mezza sdraiata che aveva mantenuto per tutto quel tempo. Non appena alzato lo sguardo, vide le ali bianche del suo amico svanire non appena appoggiate le zampette sul tavolo, e per un secondo vide sul suo volto un’espressione che non gli piacque affatto, celata subito dal suo musino da gatto. Era per caso un sorriso... malizioso? Ormai lo conosceva bene, e quando il suo migliore amico faceva quell’espressione, voleva dire che avrebbe detto qualcosa di inappropriato a volume troppo alto, come ad esempio...
«Non mi dire che stavi fissando il sedere di Lucy? Ti piace, non è vero Natsu?»
Ecco, questo era un ottimo esempio. Era impressionante come quel piccolo gatto riuscisse ad avere una mente tanto perversa e al tempo stesso un tono e un’espressione così carine. Sfruttava il suo aspetto da gattino indifeso per poi sferrare un colpo basso, con l’obbiettivo di infastidire. Doveva provare qualche sorta di piacere nel fare sentire a disagio gli altri con queste domande scomode.
Natsu non ebbe neanche il tempo di rispondere alle assurde accuse di Happy che improvvisamente sentì come un brivido freddo lungo la schiena, cosa anormale per un mago che esercitava il fuoco come lui. Questa sensazione però lo colpiva solo quando lui era nelle vicinanze. E non era esattamente il freddo a provocargli questo brivido, anche se questa persona di freddo ne emanava, e tanto, ma bensì era causato dalla irrefrenabile voglia di sferrargli un pugno non appena apriva bocca. Buffo che si trattasse di uno dei suoi compagni di team.
«Cosa, cosa, cosa? Ho sentito bene? La fiaccola qui ha finalmente ammesso di essere innamorato di Lucy?»
Di istinto, Natsu digrignò il suo nome tra i denti, con irritazione. «Gray... puoi anche andartene, nessuno ha richiesto il tuo intervento, a meno che tu non voglia prenderle.»
«Ehi, ehi. Abbassa la cresta idiota, non sono qui per cercare rogne, anche se un bel pugno proprio te lo meriteresti. Invece, posso sapere perché è la terza volta che torno da una missione e tu sei qua seduto, a girarti i pollici? Cos’è, hai finalmente capito di essere una fiaccola incapace?»
Natsu sbuffò, con i nervi a fior di pelle. Gli doleva ammetterlo, ma Gray aveva ragione. Era da due settimane che non partiva in missione, e questo lo stava facendo diventare pazzo. Le dita gli formicolavano e le sue fiamme chiedevano incessantemente di essere usate in battaglia. L’esigenza di lottare lo stava logorando da dentro, rendendolo molto più irritabile del solito. Cosa non da lui, essendo sempre stato un ragazzo spensierato e allegro. Nell’ultimo periodo, in carenza di missioni, aveva trovato una valvola di sfogo nell’iniziare rissa dopo rissa tra i suoi compagni di gilda. Infatti, quello si stava mostrando il periodo più colmo di risse nella storia di Fairy Tail, tutto per via del malumore di Natsu. Una singola parola sbagliata, un insulto di troppo, una frecciatina poco nascosta lo facevano partire all’attacco come una molla. Ma come biasimarlo dopotutto? Lui era un Dragon Slayer, non era un semplice mago, dentro di lui risiedevano l’animo e gli impulsi di una creatura potente quale è il drago, e necessitava di lottare.
«Natsu non vuole andare in missione senza di Lucy e Lucy è troppo occupata a cercare un ragazzo per venire in missione con noi, aye!» rispose al posto suo Happy, per evitare che anche quel giorno l’amico rischiasse di appiccare il fuoco alla sua amata gilda.
Gray buttò uno sguardo alla ragazza citata, e poi portò di nuovo lo sguardo sul suo amico-rivale. «E perché non ci vai senza di lei?». La domanda di per se era stupida, Gray sapeva bene la risposta, ma sapeva anche che davanti a lui si trovava una persona altamente ottusa.
Natsu lo guardò con la fronte imbronciata, trovando anche lui la domanda molto stupida, perché anche lui la risposta la aveva già pronta. Peccato che le due risposte non combaciassero.
«Perché lei è la mia compagna di team, e in missione ci dobbiamo andare insieme.»
Chissà perché mi aspettavo questa risposta, pensò Gray. Non c’erano dubbi che il rosato credesse che questa fosse la vera motivazione per cui si rifiutava di partire in missione senza la ragazza, ma, come ormai tutta la gilda era arrivata alla stessa conclusione, anche Gray era arrivato a credere che in realtà Natsu avesse iniziato a provare nuovi sentimenti per lei, dei sentimenti che oltrepassavano l’amicizia. All’inizio era strano per il mago del ghiaccio pensare che lo stesso ragazzo che ne combinava una più del diavolo, che era sempre alla ricerca dell’occasione per fare a pugni e dotato di un’intelligenza inferiore alla media, potesse provare interesse per una ragazza. Era vero, spesso lui e gli altri ragazzi lo prendevano in giro per il suo poco o inesistente interesse verso la popolazione femminile, ma quando Lucy aveva fatto il suo ingresso nella sua vita, nessuno potè non notare il cambiamento che subì Natsu. Nessuno, tranne quest’ultimo stesso.
«Ancora ci provi a chiederglielo, Gray? Tanto non ci verrà mai a capo da solo, non ha altro che fumo in quella sua testolina rosa.»
Un nuovo brivido attraversò la spina dorsale di Natsu. Qualcosa gli disse che anche quel giorno avrebbe dato inizio ad una rissa con i fiocchi. Laxus, seduto qualche panca più in là, si intromise così nella conversazione.
«Venire a capo di cosa? Io non ho proprio nulla a cui venire a capo.» borbottò con disappunto Natsu, braccia incrociate e sguardo appuntito, pronto all’attacco. Appena finì di pronunciare questa frase, subito sentì un terzo brivido. No, quella non era proprio giornata...
Una figura grande e grossa, ricoperta di pezzi di ferro sul volto, prese posto di fronte al ragazzo preso di mira, sorridendo beffardo, pronto ad unirsi al gioco più bello di tutti: punzecchiare l’idiota. «Faresti prima ad attraversare tutta Earthland a piedi, andare e poi tornare da Edolas prima che quello sputa-fiamme capisca a cosa ti stai riferendo.»
«Bella questa, brutta ferraia!» si complimentò Gray, lanciandogli uno sguardo complice. Non c’era  nulla di meglio che infastidire i suoi compagni. Soprattutto quando si trattava del mago del fuoco, al quale bastava poco per andare in combustione.
Man mano che la discussione continuava, una piccola folla formata dai membri maschili di Fairy Tail veniva a formarsi intorno ai giovani che battibeccavano. Era come se fossero attratti dalla tensione nell’aria. E tensione voleva dire rissa.
«Andiamo ragazzi, basta tormentare Natsu!». Fortunatamente ancora qualcuno ci teneva a mantenere la serenità all’interno di quelle mura, ma con pochi risultati, infatti il tentativo di Max di riappacificare gli animi bollenti venne bellamente ignorato da tutti i presenti.
Elfman prese parola con il suo solito tono duro e mascolino, «Non è un comportamento da veri uomini prendersela in 3 contro 1!»
«State per caso parlando di Natsu e Lucy? Finalmente lo hanno capito?» chiese con sincero entusiasmo Romeo. Il suo ultimo intento era quello di infastidire il rosato, dopotutto stimava troppo il grande e potente mago che era diventato e che stava diventando e lo aveva sempre considerato un modello al quale ambiva sin da giovane. Per questo, quando lo sguardo inviperito di Natsu si puntò sul suo volto, colmo di rabbia, si chiese sinceramente dispiaciuto che cosa avesse detto di male.
«Capito cosa?!» chiese infatti questo, ma nessuno rispose, perché il giovane Romeo già se ne era andato a gambe levate per la paura di essere incenerito. Certo, Natsu era una amico, ma tutti avevano notato quanto permaloso fosse in quel periodo. Una volta calmato, il giovane mago delle diverse fiamme gli avrebbe chiesto scusa -quando avrebbe capito cosa avesse detto di sbagliato-.
Gajeel ne approfittò per intromettersi di nuovo, odiava perdere l’occasione di fare delle frecciatine, e quella discussione gliene stava offrendo così tante che non aveva intenzione di perderne neanche una, «Sei talmente scemo che anche se te lo diciamo tutti in coro con tanto di immagini illustrative non lo capisci.»
«Sei in forma oggi, Gajeel.» si complimentò Jet, sorridendo sotto ai baffi, ma tenendosi ben lontano dalla furia del Dragon Slayer di fuoco.
Gildarts era tornato da pochi giorni da una lunga missione e se ne stava seduto al bancone a bere del sakè in solitudine, osservando da lontano ogni movimento della sua adorata Cana, quando si accorse del baccano che i ragazzi stavano causando alle sua spalle. Lui non stava facendo nulla, anzi, a dirla tutta si stava proprio annoiando a stare lì seduto. Perché non andare a sbirciare allora? Si avvicinò circospetto a quella specie di riunione piena di testosterone, incuriosito. Era strano che i ragazzi si riunissero così, si disse, chissà di quale argomento stavano trattando per attirare l’interesse di tutti. Più si avvinava più sentiva una certa tensione nell’aria, e, sorridendo, si diede dello stupido per aver anche solo pensato che quei disgraziati stessero semplicemente parlando. Quelli stavano bullizzando Natsu, in tutto e per tutto. Strano che la rissa non fosse ancora iniziata. Forse era meglio allontanarsi, prima che fosse troppo tardi, eppure quella giornata si stava rivelando proprio noiosa... «Su su ragazzi, lasciatelo stare. Non è colpa sa se non ci arriva.».
«Ti ci metti anche tu, Gildarts?!» piagnucolò il gattino blu. Quest’ultimo iniziò a considerare seriamente l’opzione di allontanarsi il prima possibile da quel luogo, questo perché la temperatura stava decisamente alzandosi. Gli bastò spostare di poco lo sguardo verso il suo migliore amico per capire da cosa derivava quel calore: Natsu stava letteralmente grondando calore e piccole fiamme iniziavano a fuoriuscirgli dalle nocche, segno che da lì a poco sarebbe esploso e gli altri sembravano non aspettare altro. Questo ultimo commento di Gildarts fece veramente sudare freddo il gattino, sicuro che Natsu avesse ormai raggiunto il limite, ma invece quando, non captando movimenti bruschi o attacchi da parte dall’amico, posò di nuovo lo sguardo su di lui, e lo vide stranamente più calmo. Questo era strano, ma strano forte.
Il rosato prese parola, perché anche lui si era accorto che qualcosa non andava. Lo faceva incavolare da morire, ma da solo non riusciva a capire cosa gli stava succedendo. O meglio, lui lo sapeva, ma ammetterlo era troppo difficile. Se i suoi timori si fossero dimostrati reali, questo voleva dire mandare al diavolo diciannove anni passati con la stretta convinzione di non avere bisogno di certe cose, diciannove anni in cui mai aveva provato certe cose per una ragazza. Ammettere che forse c’era qualcosa di importante oltre al combattere era troppo difficile per lui, e da solo non ce l’avrebbe mai fatta. Ammetterlo era oltre i limiti dell’assurdità, ma in quel momento aveva bisogno di confrontarsi con i suoi compagni. Anche se irritanti, arroganti e stupidi, erano gli unici amici che aveva e nella situazione in cui si trovava, non aveva tempo da perdere a pensarci su. Lui non era uno che pensava. Lui agiva, lui era irrefrenabile, lui era fiamme pericolose che non si fermavano mai, che continuavano ad ardere, senza estinguersi.
Eppure, da tempo le sue fiamme erano diventate più placide. E lui non voleva questo.
Aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse ad ammetterlo, che gli tirasse fuori quelle poche parole dalla bocca.
Perché sì, Natsu Dragneel sarà anche un ottuso, un sempliciotto, ma anche lui lo aveva capito che Lucy era stata in grado di stravolgergli tutte le convinzioni.
Anche lui aveva capito di non essere così vulnerabile a quel sentimento come credeva.

«Sentitemi bene, in questo momento non vorrei altro che gonfiarvi di botte e farvi soffrire per l’eternità. Ma... avete ragione voi. Odio ammetterlo, ma qualcosa che non va in me ultimamente e forse... forse voi potete aiutarmi a capire cos’è. O meglio, io lo so cos’è ma... come faccio ad evitarlo?»
Il silenzio era calato sul gruppo, nessuno aveva osato fiatare durante il discorso contorto del ragazzo. Non per paura, non per educazione, ma perché tutti rimasero completamente spiazzati. Mai, mai nella vita si sarebbero aspettati di vedere Natsu calmarsi dopo tutte le loro frecciatine, e soprattutto sentire tali parole da un ragazzo ottuso come lui.
Ci volle qualche minuto prima che qualcuno ritrovasse le forze di capire che finalmente il piccolo e ingenuo Natsu era cresciuto. Questo qualcuno fu Gildarts, l’ultimo arrivato. E benedì Mavis per aver deciso di raggiungere quel branco di mocciosi, grazie a loro e ai loro problemi adolescenziali quella giornata all’apparenza così noiosa si stava rivelando meglio del previsto.
«Sono fiero di te, ragazzo! Finalmente il tuo istinto da uomo è sbocciato. Certo, un po’ in ritardo, ma non fa nulla. Qui c’è da fare un bel discorsetto ragazzo mio. Voi altri, ricominciate a fare un po’ di casino altrimenti quelle ficcanaso laggiù si insospettiscono.»
Fece una pausa per accomodarsi allo stesso tavolo di Natsu, che era rimasto in silenzio, sguardo fisso nel vuoto e braccia molli, probabilmente a contemplare il fatto di essersi appena scavato la fossa da solo. Davvero si stava confidando con i ragazzi in cerca del loro aiuto o era tutto solo un grande incubo?
Ma ormai quel che è fatto è fatto, si disse, ridestandosi dallo stato comatoso. Si auto convinse a mantenere il controllo della situazione. Non doveva più cedere al loro tentativo di indispettirlo. Ma pensò che non ce ne sarebbe stato bisogno, perché proprio i compagni che prima aveva iniziato il battibecco, ora erano quelli più spiazzati e silenziosi. Pff, era riuscito a batterli senza alzare un dito.
«Allora Natsu, cos’è che noti ultimamente di diverso in te?» continuò il mago più potente di Fairy Tail.
«Ragazzi, ma cosa sta succedendo?» bisbigliò in estremo disagio Alzack, che subito venne zittito da un’occhiataccia dall’altro. Lo capiva anche lui che la situazione era surreale, ma finalmente Natsu stava mostrando il suo lato da adolescente ormonale che era rimasto oppresso per troppi anni, e che finalmente aveva trovato il modo di liberarsi dalla sua prigionia. Finalmente Natsu aveva perso contro la lussuria.
«Ecco, io... ho notato che voglio sempre stare vicino a... voi sapete chi intendo.» il mago del fuoco sentì un calore insolito invadergli prepotentemente il volto. Ma che cavolo, non sapeva neanche più controllare le sue stesse fiamme? Lanciò un occhio alle mani ma sembravano normali, quindi non era il suo potere a creargli quel calore insopportabile. Era forse questo quello che la gente chiamava... imbarazzo?
Gray si ridestò dallo stand by che lo aveva percorso da quando il fiammifero aveva preso la parola. Gli sembrò di provare la sensazione di essere stato trasformato in pietra, peccato che Evergreen non fosse presente nell’edificio. «Ti stai riferendo a Lucy, no?»
Natsu sbottò un sì irritato, incrociando le braccia. Non doveva cedere alla tentazione di picchiarlo. Eppure, a pensarci, non aveva detto nulla di offensivo, allora perché si sentiva così a disagio?
«Ecco, lei. Come posso dire... diciamo che la cerco sempre e mi sento sollevato solo quando la trovo e vedo che sta sorridendo. Sento sempre una strana sensazione quando mi tocca, anche se per sbaglio o di sfuggita, e be’... penso sempre che quando sono con lei mi sento sinceramente bene.»
«Ed è la prima volta che provi queste cose con una ragazza?» si intromise Laxus. Natsu annuì subito. «Proprio nessun’altra? Neanche Lisanna?». Natsu si accigliò e questa volto fece cenno di no col capo.
«Ma come? Non stavate insieme?» chiese a brucia pelo Droy, con lo sguardo confuso. Il ragazzo accentuò il suo cipiglio. la risposta rimaneva ancora no, Lisanna era stata solo una preziosa amica che lo aveva aiutato a non cascare del tutto e toccare il fondo quando suo padre, Igneel, scomparì anni addietro. Certo che non aveva mai provato le emozioni che adesso provava per via di Lucy.
«Secondo me hai solo iniziato a capire che le ragazze possono essere... interessanti.». A parlare questa volta fu Makao, sul cui volto prese sempre più spazio un sorrisetto malizioso, che insomma non lasciava intendere altri. Chissà quali immagini sconce gli stavano balenando nella mente.
«Non fare il pervertito davanti ai ragazzi.» sbottò Warren, lanciandogli uno sguardi di rimprovero. Quel vecchio sapeva sempre come essere fuori luogo, ma di certo non avrebbe mai raggiunto i livelli del loro master Makarov. Fortunatamente quest’ultimo non stava prendendo parte al discorso, altrimenti l’ingenua visione del giovane Natsu sarebbe già stata corrotta da malizia e perversioni.
Tra i ragazzi qualcuno annuiva convinto all’affermazione di Makao, mentre altri ancora non sapevano come controbattere ai dubbi del rosato, altri ancora si sentivano sempre più a disagio nel far parte di una tale conversazione. Certo, parlare di ragazze era normale e soddisfacente quando si trattava di raccontare delle conquiste personali, ma il fatto che il soggetto fosse proprio lo stesso Natsu, da cui nessuno si aspettava di sentir proferire certe parole, non permetteva a loro di pensare a mente lucida a qualche consiglio utile da potergli dare.
A fare chiarezza su tutta la questione ci pensò Gajeel. «Non è così semplice con noi Dragon Slayer. Noi siamo figli dei draghi, siamo cresciuti come loro. Metallicana mi ha sempre detto che l’amore è un’emozione forte che prova ogni umano, ma per noi draghi è diverso. Noi non proviamo solo amore, noi diamo tutto noi stessi alla persone che riteniamo sia la nostra anima gemella. Quando la troviamo, niente potrà mai farcela dimenticare e nessuno potrà mai prendere il suo posto. Per noi è una ed una soltanto. E quando la troviamo, non la lasciamo più scappare fino a che non sarà nostra.»
«Era iniziato bene il tuo discorso, poi mi è sembrato di sentire un predatore che va a caccia della propria preda. E questo è inquietante.» si intromise Max, rabbrividendo al solo pensiero.
«Sarà anche inquietante per voi normali, ma noi siamo bestie. I nostri genitori erano bestie e così ci hanno cresciuti. È così che funziona per noi.» rispose tagliando corto il moro, riprendendo subito. «Comunque, come ho detto prima, quando troviamo la persona che vogliamo a fianco per il resto della nostra vita, noi Dragon Slayer diamo tutto a lei, e non la ameremo soltanto. L’amore è solo una parola e non esprime tutto il significato che noi diamo a questo concetto. Semplicemente noi saremo suoi per sempre e lei sarà nostra per sempre, indipendentemente da tutto.»
Il silenzio piombò nuovamente sul gruppetto, che si ritrovò di colpo ad osservare il povero ragazzo che se ne stava al centro, che non sembrava affatto rasserenato dalle informazioni appena apprese. Dai suoi occhi colorati di uno scuro smeraldo, in quel momento fissati verso un punto indefinito della grande stanza, si poteva cogliere ogni piccola sfumatura di ciò che rappresentava il sincero timore di ciò che tutto questo voleva significare.
Natsu lo aveva capito già da molto, ma sentendo le parole del compagno ricoperto di ferraia, la realtà sembrò schiacciarlo fino a mozzargli il respiro. Era vero, lui non provava più amicizia per Lucy, ma non era mai riuscito a convincere di questo anche quella sua parte che fino a quel momento affermava di non aver bisogno dell’amore. Quando aveva incontrato Lucy, ebbe subito il presentimento che qualcosa sarebbe successo, e pure questo suo lato era giunto alla stessa constatazione. Infatti, dal loro incontro, questo lo aveva portato ad affermare sempre con più convinzione che no, non voleva soccombere a quell’emozione tanto stravolgente quale era l’amore.
Però, ripensandoci, si diede dello stupido. Gli bastò gettare un fugace sguardo alla figura che ormai sapeva riconoscere tra mille per capacitarsi di quanto avesse sbagliato a frenare qualcosa che lo avrebbe reso talmente felice.
Il solo pensiero di non poterla vedere per troppo tempo gli faceva sentire un vuoto allo stomaco, ma non per la fame. Natsu passava le sue giornate ad avere fame, e questa sgradevole sensazione non era per niente paragonabile alla mancanza che lo colpiva quando lei non era con lui. Quando lei non c’era, lui si sentiva come solo, incompleto.
Era questo che voleva dire Gajeel con il suo discorso? Era questo che voleva dire... amare?
La parte razionale di lui, quella che affermava di scartare questo stupido pensiero ed andare a fare a botte con qualcuno, si stava scontrando con la cruda e nuda realtà che i compagni gli stavano spiaccicando in faccia. Ma era Natsu pronto ad affrontare la realtà?
La risposta gli venne spontanea quando il suo udito venne catturato dal suono della sua voce, e il suo sguardo ricadde nuovamente su di lei, che se ne stava a ridere al bancone con le ragazze, completamente ignara di essere il soggetto della discussione di tutta la restante parte della gilda. La sua semplice risata scaldò il cuore a lui che di calore non ne provava mai, e non gli bastò capire altro o pensare ancora, perché tutti i dubbi che lo tormentava trovavano la loro soluzioni nella persona lontana di pochi metri da lui, sorridente radiosa come il più caldo dei raggi del sole... e Natsu amava il sole.

E allora Natsu amava anche Lucy. Amava ogni sua piccola sfaccettatura, ogni sua stranezza. Amava ogni momento passato in sua compagnia, e ne bramava sempre di più. Lui lo sapeva che non si sarebbe mai potuto stancarsi di lei. Lucy sarebbe diventata il suo sole.
«Ragazzi, sono abbastanza sicuro di essere innamorato di lei.»

Gildarts sorrise orgoglioso, appoggiando una mano sulla spalla di Natsu, e quasi sul punto di commuoversi, prese parola. «Sono fiero di te, Natsu. E lo dovresti essere anche tu, perché se i tuoi ormoni da ragazzino e da drago si sono finalmente svegliati non è perché finalmente anche tu hai ceduto alla lussuria... Si sono liberati perché hai trovato la tua lei, Natsu. E adesso, sentiamo un po’, come avresti intenzione di farla tua?».

 


Ciao a tutti! 
Piccola pazzia che spero porti a qualcosa di buon questa volta ahah. Se vi ha incuriosti fatemi sapere le vostre opinioni o se avete notato errori nella stesura con una recensione, mi farebbe molto piacere! :3

   
 
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