Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Super Mimi_    09/01/2019    0 recensioni
Winry è la dolcezza del ritrovarsi dopo un lungo viaggio, il porto che attende instancabile la sua nave, l'approdo ch'ama il mare che gli sfugge, così come Edward è il rifugio del suo corpo, l'approdo del suo amore.
Dal testo:
"Con un sospiro Edward riprese a spingere, se possibile avvicinando ancora di più i loro corpi. C’era sempre stato qualcosa di profondo e taciuto nel loro rapporto, nel loro essere loro – un’alchimia che non aveva leggi scientifiche, che non poteva essere ricreata con qualche cerchio sul pavimento o da un congiungere di mani. Era come la creazione della vita – la creazione di qualcosa, di un loro essere loro ch’era un noi."
[Ambientata dopo il manga/FMAB]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell | Coppie: Edward/Winry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I personaggi non mi appartengono. La storia non ha scopo di lucro.
 


Quell'approdo inevitabile
 
– Aspettami.



Winry afferrò con uno spasmo le lenzuola. Socchiuse gli occhi in quelli di Ed – erano così vicini, così raggiungibili. Percepì nitidamente una goccia di sudore scivolarle sulla tempia, perdendosi chissà dove sulla sua pelle. Non riusciva a concentrarsi su altro che non fosse il viso di Ed a portata di baci, i loro corpi aggrovigliati come le lenzuola del suo letto, le spinte regolari – dentro e fuori, riempirsi e svuotarsi. Una mano di Ed finì per posarsi sul suo viso, forse afferrò quella goccia di sudore, e tutto parve interrompersi. Sembrò frugarle nello sguardo, in cerca di qualche cosa come l’anima. Winry si sentiva soccombere sotto di lui, quell’amore incerto come porto sicuro, come approdo inevitabile.

«Tornerò presto» sussurrò, ed era così maledettamente vicino da riuscire a sentire la consistenza ed il calore del suo alito sulle labbra.

La sua voce fu uno strappo secco a quell’unirsi e separarsi. Winry annuì solo, e attese che riprendesse a muoversi dentro e fuori di lei. Era come un rituale che non poteva essere interrotto, altrimenti non avrebbe funzionato. Se se ne fosse andato senza prima fare l’amore, come ogni volta, che cosa le garantiva il suo ritorno? Quale ultimo sguardo bruciante avrebbe ricordato nei giorni da sola a Rush Valley o a Resembool, fra gli auto-mail o a casa di Nonna Pinako?

Con un sospiro Edward riprese a spingere, se possibile avvicinando ancora di più i loro corpi. C’era sempre stato qualcosa di profondo e taciuto nel loro rapporto, nel loro essere loro – un’alchimia che non aveva leggi scientifiche, che non poteva essere ricreata con qualche cerchio sul pavimento o da un congiungere di mani. Era come la creazione della vita – la creazione di qualcosa, di un loro essere loro ch’era un noi. Si era sempre stupito di come anch’ella sembrava esserne a conoscenza, nonostante fosse totalmente estranea al mondo alchemico e ai suoi dettami. Pure ora, che più non era alchimista e ancora viaggiava per terre straniere studiando e scoprendo e imparando, Edward si sentiva un ragazzino impertinente e orfano guardando gli occhi blu di Winry. Sarebbe sempre restato Ed per lei – quello che mai le avrebbe rivelato i suoi sentimenti perché troppo orgoglioso. Quel ragazzino senza una gamba e senza un braccio d’aiutare, d’accudire, d’aspettare. Talvolta si sentiva un ingrato nei suoi confronti: la sua vita era tutta un partire, un tornare per qualche mese e poi andarsene ancora, ancora, ancora – in perenne ricerca – sempre l’Ed tormentato di Winry.

Vederlo, sentirlo, averlo sopra di lei era disarmante, ed ella si lasciava andare indifesa contro il suo corpo. Le dita di Ed erano calde e ruvide, erano umane – con carne, tendini, muscoli e ossa. Ma il ferro, i bulloni, i cavi restavano , a raffreddarle la pelle delle gambe e a farla sussultare con il loro freddo e solido tocco. Emise un lungo gemito che lasciò andare contro il collo di Ed, a vibrare sulla di lui pelle sollevata in un tremito. Lentamente si separarono, ancora con il fiato corto. Le si stese di fianco  e per un po’ tacquero. La vita di Winry non era altro che una continua ed eterna attesa – del suo ritorno, della sua partenza –  ancora, ancora ancora. Sapeva che il suo Ed mai avrebbe smesso di partire e mai di tornare e ogni loro saluto, che fosse d’arrivo o di partenza, era un lento amarsi, ritrovarsi, appartenersi.

Lo guardò negli occhi che s’erano fatti più stanchi. Provò l’impulso di accarezzarlo sul viso, ma resistette e tenne occupate le mani a stropicciare il lenzuolo abbandonato per metà sui loro corpi. Sentiva la pelle ancora in fiamme, il sudore ancora scivolare su di sé, una strana e repentina voglia di piangere annuvolata nello sguardo e nella gola – ma non pianse. Non lo faceva mai.

«Ti accompagno alla stazione» disse solo, ed egli annuì.

Lo vide guardare fuori dalla finestra, poi cercare le sue mani in una stretta rapida che quasi subito abbandonò.

«Prepariamoci. Il treno partirà tra un’ora» già si era sollevato dal letto, poi prese a vestirsi.

C’era un’aria calda, pesante da respirare. Era sempre questo ciò che meglio ricordava delle sue partenze: l’aria quasi irrespirabile. La sua mente prese a galoppare immaginandosi il momento in cui si sarebbero rivisti, mentre nemmeno sapeva quando ciò sarebbe accaduto. Avrebbe passato settimane in attesa, magari una lettera ogni tanto, per poi attendere quella chiamata – Winry, domani parto… Aspettami.”

Si vestirono, fecero colazione ed uscirono di casa. Un silenzio strano s’imponeva sempre tra di loro in quegli ultimi gesti. Le loro menti sembravano dover registrare ogni particolare, i loro corpi riabituarsi a poco a poco all’assenza. Le faceva sempre male tornare a casa, dopo aver visto il treno partire, e sapere di trovare il suo posto a tavola  vuoto – un’esistenza di vuoti quanto poteva pesare? Mezzo chilo? Venti anni e mezzo chilo di vita erano un risultato piuttosto deludente, umiliante quasi. Il peso dell’attesa, invece, poteva facilmente farle raggiungere una tonnellata e quarant’anni di vita tutti racchiusi nel suo unico corpo. Aspettami.

Salutarsi alla stazione pareva loro già abbastanza triste e monotono da preferire un semplice abbraccio, magari persino un bacio a fior di labbra, alle lacrime, agli addii interminabili.

«Fai buon viaggio» gli disse, dopo essersi separata da lui e aver inalato in un unico grande respiro il suo profumo.

Ed annuì sorridendole, già sul treno. Lo guardò camminare nel vagone, sistemare la valigia e prendere posto. In quei momenti entrambi ricordavano i viaggi che anni prima avevano fatto assieme, quando Al abitava ancora lì con loro. Sembravano passati secoli – il peso di una vita di partenze e attese. Per poi sentirsi come una nave che instancabilmente attraccava al solito porto, che fossero trascorsi mesi o anni, che ci fosse stato altro nel mezzo. Si lasciavano andare come navi eterne, onde stanche, contro quell’approdo inevitabile ch’erano i loro corpi, i loro cuori.  
Quasi come una fitta Winry ricordò la volta che, alla stazione di Central City, Ed le aveva promesso che, se l’avesse fatta ancora una volta piangere, sarebbero state lacrime di gioia. E così era stato: era quel tipo di persona che avrebbe sempre mantenuto la parola data. Aspettami. Istintivamente portò una mano a bussare contro il vetro. Ed si voltò, stupito per quel suo gesto inatteso.

«Ricordati di tornare a casa» quasi gridò, per sovrastare il rumore delle persone che salivano e si sistemavano nei vari scompartimenti.

Da me. Vide un breve sorriso comparire sul suo viso – Winry che mai avrebbe smesso di vederlo come il suo Ed. Annuì e il treno fischiò, prendendo lentamente a muoversi sui binari.
Aspettami.













 
Angolo dell'Autrice
Edward e Winry sono una tra le mie coppie preferite e, nonostante il lieto fine che hanno nel manga e in FMAB, mi piace molto leggere e scrivere ff angst, struggenti, profonde su di loro. Il loro amore, per quanto siano spesso mostrati come due giovani spensierati alle prese con il primo innamoramento, lascia un retrogusto amaro sul palato, ed in parte è dovuto alle loro storie, ai dolori che si portano addosso. Non so voi, ma io li trovo perfetti anche quando si spezzano e spezzano il cuore dei lettori. 
Spero che questa rielaborazione della coppia sia stata apprezzata. Grazie a chiunque leggerà! 

Mimi
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Super Mimi_