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Autore: destiel87    10/01/2019    0 recensioni
Potete chiamarmi Blake.
Il mio vero nome è Clarissa Walker, ma quella fanciulla ormai non esiste più.
E’ morta a Londra, nel 1714.
La storia che sto per raccontarvi non è la mia, ma bensì quella del capitano Flint, di Long John Silver e dei pirati di Nassau.
Io sono solo un marinaio con il suo violino, fuggito da un padre violento e un futuro miserabile, verso una nave, il mare e la libertà.
E’ stato il giorno in cui ho trovato quel vecchio libro, che la nostra avventura ha avuto inizio… Narra la leggenda, che oltre il grande mare dei caraibi, oltre le spiagge bianche dove vivono gli indios, oltre le insidiose montagne innevate, ci sia una terra colma d’ oro, la chiamano “L’Eldorado.”
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Bones, James Flint, John Silver, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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L’ Eldorado - Castilla del Oro  – 23 settembre 1717

 
Quando riaprì gli occhi, la prima immagine che vidi furono i tendono colorati sopra di me, poi voltandomi notai Billy seduto a terra, ai piedi del mio letto.
Mi teneva la mano, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata ad un palo.
“Blake!” Esclamò il capitano. “Ti sei svegliato finalmente…”
“O forse dovremmo dire, svegliata!” Aggiunse Silver, con un sorriso divertito.
“Perdonatemi…” Fu l’ unica cosa che riuscì a dire.
“Posso capire, perché non hai voluto dircelo... E’ difficile fidarsi di chi non si fida di te.” Disse Flint, avvicinandosi a me e accarezzandomi appena il braccio.
“Temevo che non mi avreste voluta… Che mi avreste mandato via. Mio padre diceva sempre che una donna a bordo porta sciagura.” Risposi io, alzandomi a sedere.
“Dipende dalla donna! Anne Bonny è una di quelle che conviene avere tra il proprio equipaggio… E così anche tu.” Replicò Silver, facendomi l’ occhiolino.
“Sai molto tempo fa… - Iniziò a dire Flint -  Anch’ io ho abbandonato la persona che ero, per diventarne una del tutto differente. Non so’ se questo sia un bene o un male, o solo il naturale evolversi delle cose, ma so’ che ormai non posso più tornare indietro. E allo stesso modo non puoi farlo tu. Ma da questo momento, esigo da te assoluta sincerità. Se non posso fidarmi di te, come posso affidarti la mia vita giorno dopo giorno?”
 “Lo prometto capitano. Può fidarsi di me.”
“Possiamo sapere il tuo vero nome adesso?” Mi chiese con un sorriso.
“Clarissa. Clarissa Walker, capitano!”
“Bene, Clarissa… Benvenuta nella mia ciurma!”
Poco dopo si svegliò Billy, che prese subito a controllarmi le ferite, continuando ripetutamente a chiedermi se stavo bene.
Era rassicurante, trovarlo sempre al mio fianco.
“Devo parlarvi – Dissi io, raccogliendo il coraggio – Mentre lo stregone cantava, ho perso i sensi e… Ho visto delle cose. Una visione di fuoco e morte.”
Raccontai ciò che avevo visto in ogni particolare, mentre loro ascoltavano pensierosi.
“So’ che è difficile da credere, ma è tutto vero. Io ero li… E so’ che se prenderemo quell’ oro, moriremo tutti.”
Dopo un lungo silenzio, il primo a parlare fu Billy.
“Io dico di andarcene finchè possiamo. Abbiamo già perso troppi uomini in questa impresa, e se quello che dice è vero, allora moriremo tutti. Non vale la pena morire così, in queste terre sconosciute. Dovremmo essere grati di essere ancora vivi e di poter tornare in mare…” Dicendolo, mi strinse la mano. “Insieme.”
“Non tornerò a mani vuote!” Urlò Flint. “Non dopo tutto quello che abbiamo perso. Non con quello che c’ è in gioco! Quell’ oro, potrebbe cambiare il destino di tutti… Se dovremmo combattere, allora lo faremo!” Aveva lo sguardo carico di furia, come prima di iniziare una battaglia.
“E perderemo!” Replicò Silver. “Che cosa vuoi fare? Sconfiggere l’ esercito spagnolo con otto pirati e indigeni armati di bastoni e pietre?”
“Cosa suggerisci di fare allora?” Ribattè Flint.
“Usare l’ astuzia anziché la spada! Torneremo a Nassau e diremo che non abbiamo trovato niente, che era solo una leggenda. Ognuno di noi rivenderà la sua parte ai piccoli mercanti sparsi nell’ isola, così non daremo nell’ occhio.”
“E cosa credi che accadrà quando i mercanti parleranno tra di loro? Capiranno che abbiamo mentito e la voce si spargerà. Finchè non ci troveremo con un armata alle nostre porte, a rivendicare quell’ oro. E una volta che ci avranno sottratto tutto, verranno qui a cercare il resto…”
“Potremmo dire che l’ abbiamo rubato ad un’ altra nave…” Aggiunse Billy.
“Saremo proprio degli uomini fortunati non credi? Non troviamo il tesoro, ma una nave carica di tesori? Troppo fortunati. Tu ci crederesti? Io, ci crederei?”
Silver scosse la testa. “Chi dice che dobbiamo tornare a Nassau? Le coste dell’ america del sud sono vaste, possiamo andare dove non ci conosce nessuno...”
“Navigando per mesi con una nave carica d’ oro? In balia di pirati, tempeste, soldati spagnoli, inglesi, e dio solo sa cos’ altro?!” Replicò subito Flint, sempre più adirato.
“Nascondiamolo allora! – Dissi io – Torneremo qui quando gli animi si saranno calmati, tra tre o cinque anni, e allora…”
“E dimmi, quanti in questa stanza possono dire con assoluta certezza, di essere vivi tra tre o cinque anni? O tra tre o cinque giorni?” Ribadì lui.
“Prendiamone solo una piccola parte allora, da spendere con discrezione nei prossimi mesi.” Provò a proporre Billy.
“Sarai tu Billy, a dire agli uomini che avranno le mani piene d’ oro ma non potranno spenderlo? Non credo che ti ascolterebbero.” Replicò Silver.
Flint lanciò una coppa contro il pavimento, urlando che non c’ era modo di prenderlo senza mettere a rischio il villaggio e noi stessi.
Rimanemmo ore in quella stanza, cercando nuove idee, ma una ad una venivano smontate dal capitano.
“Quell’ oro è maledetto.” Disse alla fine, uscendo fuori furente.
 

L’ Eldorado - Castilla del Oro  – 24 settembre 1717

 
Era una serata calda, e c’ era una lieve brezza fresca che proveniva dalle montagne. Gli abitanti e i pirati mangiavano da un ricco buffet accanto al focolare, cantavano ognuno nella propria lingua, bevevano da grandi calici dorati e ridevano tutti insieme, e anche se spesso non si capivano, in qualche modo trovavano il modo di scherzare.
Si avvertiva tuttavia una strana tensione nell’ aria, come la calma che precede la tempesta.
Flint era seduto su una pietra vicino al lago, a scrutare le stelle immerso in chissà quale riflessione.
Io lo osservavo non molto lontano, era così bello e sfuggente, che sembrava il frutto di un sogno. E come tale, più cercavi di raggiungerlo, più lui svaniva.
Silver arrivò dopo qualche ora con due calici in mano, e si sistemò accanto a lui.
Come spesso accadeva in quelle situazioni, mi sentivo un estranea, una bambina nascosta nella camera dei suoi genitori.
E come spesso accadeva, accantonavo quella sensazione, spinta dalla curiosità.
“Allora, cosa pensi di fare?” Chiese Silver dopo aver bevuto un sorso.
“La tentazione di prendere l’ oro e abbandonare la sua città al suo destino, è molto forte...”
“Condanneresti davvero tutte queste persone innocenti a morte certa?” Rispose Silver, sospirando.
“Si, e mi odierei per questo ogni giorno della mia vita. Ma attraverso il loro sacrificio potremo rendere Nassau libera. Potremo iniziare una guerra contro l’ Inghilterra.”
“E a quale prezzo? Quante città bruceranno? Quante persone moriranno?”
“E se morissi io? Ne sarebbe comunque valsa la pena?” Aggiunse trattenendo il respiro, quasi temesse la risposta.
“A te non succederà nulla. Ti proteggerò io, te lo prometto!” Disse Flint, prendendogli il viso tra le mani.
“Non puoi fare una promessa simile, non ne hai il potere… Non sei dio, James. “
Era la prima volta che lo sentivo chiamarlo con il suo nome.
“Non puoi proteggermi da tutto e tutti… Dalla guerra, dai pirati, dalle cannonate o dalle spade. Non a lungo, e quello che tu hai in mente richiederà anni di lotta…
E cosa farai quando morirò? Inizierai una guerra per me? E che farò se morirai tu… Ci hai mai pensato?!”  Dicendolo, aveva gli occhi lucidi e la voce incrinata.
“Ci siamo così vicini… Così vicini…” Sussurrò Flint.
“Siamo sempre vicini a qualcosa! E credimi, so’ quanto questo sia difficile per te. Lo è anche per me… solo due anni fa se mi fossi trovato in questa situazione, avrei rubato tutto l’ oro che potevo e sarei scappato via, calpestando il cadavere degli indigeni e il tuo senza voltarmi indietro. Ma sono cambiato, incontrandoti…
Ci sono altre cose, oltre l’ oro. Cose più importanti. L’ oro non ti scalda la notte, non bacia le tue ferite, non ti tiene la mano quando hai paura. Non può darti gioia,  o amore… Conduce solo al sangue e alla rovina. Ti prego ascoltami, ci saranno sempre tesori da conquistare e guerre da combattere… Ma questa volta, almeno questa volta, scegli me.”
Ci fù un lungo attimo di silenzio, in cui rimasero persi l’ uno negli occhi dell’ altro.
Più il capitano guardava Silver, più il suo sguardo cambiava.
Lentamente la rabbia sembrò svanire, lasciando il posto alla pace…
Come le onde scure che diventano cristalline, dopo la tempesta.
Annuì, posando la fronte contro la sua e stringendogli forte il viso tra le mani.
“Ti amo, John Silver.”
Silver sorrise e lo baciò.
I due rimasero travolti dalla passione, sotto le stelle che illuminavano i loro corpi nudi, mentre ansimavano e spingevano incastrati l’ uno nell’ altro.
Una lacrima scese dal mio viso, ormai era chiaro che lo avevo perso per sempre. Tuttavia, una parte di me gioiva della sua felicità, e un sorriso mi spuntò sulle labbra.
“Clarissa?” Chiese Billy, avvicinandosi alle mie spalle. “Stai bene?”
“Si… Grazie.” Risposi io, asciugandomi il viso.
“Non devi fingere con me, lo sai… Va tutto bene.” Disse, accarezzandomi la guancia bagnata.
“E’ la verità. Insomma, fa male. Tanto male, ma… Ora so’ che riuscirò a superarlo e andare avanti. Avevi ragione Billy, non c’ è modo di separargli. Non ci sei riuscito tu, non c’è riuscito il tesoro, e non ci riuscirò io. Semplicemente, è destino che stiano insieme. E va bene, posso accettarlo, solo vorrei che smettesse di bruciarmi il petto…”
Billy mi strinse a sè, avvolgendomi con le sue braccia forti.
“Ti aiuterò io a farlo… Ogni volta che piangerai, io sarò li ad abbracciarti. E ogni volta che sarai triste io ti farò ridere. Non posso promettere che sarai sempre felice, ma posso prometterti che io mi impegnerò ogni giorno affichè tu lo sia. Se questo ti basta, allora il mio cuore è tuo, Clarissa Walker.”
  
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