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Autore: Anonima Italiana    11/01/2019    6 recensioni
Seguito di "The first dark love story" in cui si narra la storia della nascita di Macaria, primogenita di Ade e Persefone.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Ermes, Estia, Persefone
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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In autunno, dopo essere tornata negli Inferi, aver dato la notizia a suo marito e aver condiviso con lui la gioia del momento, Persefone si era posta il problema di dare la notizia anche alla madre Demetra.
Perché ovviamente, nella loro situazione particolare, inutile fare finta che una cosa del genere non potesse rappresentare un problema…eppure, la nostra dea della primavera aveva davvero voglia di coinvolgere la madre nella propria gioia. Anche perché aveva imparato cosa poteva succedere se fosse stata esclusa come successo in occasione del suo matrimonio, e aveva imparato che non era comunque un comportamento giusto nei confronti di sua madre. Per quanto oppressiva, era la donna che l’aveva messa al mondo, che si era occupata di lei e che l’aveva amata: e anche lei come figlia la amava ancora molto.
Ade e Persefone avevano discusso a lungo della cosa, e alla fine avevano deciso che la giovane sarebbe brevemente salita in superficie e avrebbe visitato sua madre per darle personalmente la notizia del lieto evento. In realtà, Ade era intimamente scocciato di doversi separare dalla sua adorata moglie anche se per poco tempo, ma dato che anche durante il periodo che lei aveva trascorso con la madre si erano concessi diversi “interludi”, non poteva certo lamentarsi per uno solo, stavolta. Oltretutto comprendeva il desiderio della moglie di condividere la sua gioia con la madre, come del resto accadeva per tutte le spose del mondo nella stessa situazione. Era poi talmente felice della cosa che alla sua amata avrebbe concesso qualunque cosa, come del resto aveva fatto finora.

Così, il giorno stabilito, aveva accompagnato Persefone  praticamente sulla soglia dell’Averno, facendo talmente tante raccomandazioni a Ermes (che avrebbe accompagnato la Regina da Demetra) che a un certo punto il messaggero  non resistette e replicò sbuffando:


- Divino Ade, la tua sposa non sta partendo per una spedizione, sta semplicemente andando a trovare sua madre. Se continui così, ci toccherà partire tardi e viaggiare di notte, e allora sì sarebbe un bel problema…-

Sorridendo della “querelle” tra lo scocciato messaggero degli Dei e l’ansioso marito, la nostra Regina si accomiatò con un bacio da quest’ultimo, rassicurandolo sul fatto che si sarebbe riguardata al massimo.
Assieme a Ermes, si mise in cammino.
 


Arrivati a casa di Demetra, Ermes e Persefone furono accolti con gioia da quest’ultima, felice di questa visita a sorpresa della figlia nel periodo in cui non toccava stare da lei. Dentro di sé gongolò per un istante, pensando che la sua dolce bambina non poteva stare lontana da lei, e che forse cominciava già a stufarsi di quel …..(meglio non usare certi termini poco divini  che la dea dell’agricoltura aveva appioppato all’odiato genero) del marito, che del resto non poteva avere molto da offrire rispetto al dorato mondo della superficie.
Fece sedere i due ospiti e offrì loro dolci, frutta e birra calda speziata per riprendersi dal freddo. Guardando bene sua figlia, si accorse che qualcosa in lei era diverso…


- Madre, sono qui per darti una notizia –

- Cosa mi devi dire, cara figlia?-

- Sono incinta, madre – disse Persefone sorridendo felice ed emozionata.

L’espressione sul viso di Demetra cambiò in un attimo: divenne il ritratto della rabbia.

- COOOOOOOSAAAAA?! Non starai dicendo sul serio, vero?-

- Ma certo che dico sul serio madre! Ti pare che si possa scherzare su queste cose?- Rispose Persefone, delusa. Sotto sotto, aveva continuato a sperare che Demetra avrebbe reagito con gioia alla notizia.Mentre mentalmente faceva qualche calcolo per arrivare a scoprire quando poteva essere avvnuto il concepimento, Demetra commentava sorniona:

- Be’ a quanto pare nel periodo in cui dovevi stare con me mi è stati sottratto del tempo a mia insaputa…del resto non potevo aspettarmi altrimenti. Da quando è accaduto quello che è accaduto sei cambiata anche tu, ti sei lasciata contaminare dalla lussuria, dimenticando tutti i valori che ti avevo insegnato….-

- Madre, per favore….- cominciò a supplicare la figlia, ma Demetra fu irremovibile.

- Mi spiace, ma questo è davvero troppo! Ho dovuto accettare che ti avesse sottratta a me, ho dovuto accettare di dividerti con lui…ma no, questo decisamente non lo posso sopportare! Non accetterò mai il figlio di quel mostro! Mi fa compassione perché è un’innocente, ma in casa mia non metterà mai piede!-

A queste parole Persefone provò un fortissimo dolore , sia fisico che interiore. Trattenendo a stento le lacrime, posò istintivamente una mano sul ventre , come a voler proteggere la sua creatura da tanta cattiveria. Come poteva sua madre parlare in quel modo del suo bambino, che lei già amava con tutto il cuore? In fondo era il suo primo nipote, e ancora prima di questo, era una creatura innocente che non doveva scontare le colpe dei suoi genitori.
Che poi…quali colpe avevano, questi genitori? Quella di amarsi e di essersi sposati a discapito di tutti? Era una colpa, questa?
Abbattuta, la giovane dea cominciava a non sentirsi bene: le girava la testa e sentiva un dolore al fianco, vicino al ventre, che la preoccupava. Se ne accorse anche Ermes, che gentilmente si portò al suo fianco mettendole un braccio attorno alle spalle, e ritenne di dover intervenire.


- Divina Demetra, credo tu stia esagerando….-

Ermes non fece in tempo a concludere il proprio discorso che all’improvviso la porta di casa si aprì sbattendo con violenza, e facendo entrare una folata di vento gelido da fuori;  tutti si girarono verso la soglia, vedendo apparire su di essa un’alta figura nera, avvolta da un mantello dello stesso colore, che in modo concitato  entrò in casa sbattendo la porta dietro di sé e dirigendosi in un lampo verso Demetra. L’unica nota di colore erano gli occhi, letteralmente fiammeggianti d’ira.

- Te l’ho già detto una volta, donna: sei fortunata ad essere nata immortale, altrimenti ora saresti già cenere da spargere nella tua amata terra!-Demetra (che già prima dell’entrata di Ade si era pentita della sua collera e non sapeva come rimediarvi) arretrò, ma di poco.

- Come osi presentarti in casa mia senza permesso e parlarmi in questo modo…-

- Stai tranquilla che di te e della tua casa non me ne importa assolutamente nulla. E difatti sarei ancora alla mia, di casa, se tu non ti fossi permessa di trattare mia moglie come hai fatto poco fa- cominciò Ade, voltandosi e dando le spalle a Demetra per dirigersi verso Persefone, ancora seduta con Ermes a fianco. Ma subito si alzò e si rifugiò con un sospiro di sollievo nel rassicurante abbraccio del marito, abbandonando il capo sulla sua spalla.

- Come ti senti, cara?- chiese Ade premuroso accarezzandole i capelli.

- Adesso meglio ma…vorrei tornare a casa –

Ade fece un cenno a Ermes per congedarlo, facendogli capire che non c’era più bisogno di lui; il messaggero, dopo un veloce saluto alle tre divinità, ne approfittò volentieri per dileguarsi. Rimasero a fronteggiarsi Ade, Demetra e Persefone.

Il Signore degli Inferi , dopo aver aiutato la moglie ad infilare il mantello, si volse di nuovo verso la suocera e le parlò con calma dolorosa: percepiva infatti il dolore della moglie per questa situazione, ma non sapeva come fare per farla accettare da Demetra.


- Ascoltami, Demetra: se vorrai avere soddisfazione in qualche modo, te la devi prendere con me. E solo con me. Contro di me puoi fare o dire quello che ti pare, non me ne importa nulla; ma Non azzardarti mai più a rivolgerti in quel modo a Persefone  o a mio figlio, altrimenti non so se il nostro legame di parentela ti proteggerà- detto questo Ade tornò a rivolgere le sue attenzioni verso sua moglie, facendole capire che era pronto per andarsene.

- Aspetta, figlia,….- fece Demetra facendo un passo in avanti, ma Persefone, scostandosi un poco dall’abbraccio di Ade, si voltò, impenetrabile.

- Madre, sei stata fin troppo chiara. E anche mio marito lo è stato con te, e come sai io sono dalla sua parte. Capisco che nel tuo cuore non c’è posto per il nostro amato figlio, ma finchè sarà cosi credo sia meglio rimanere divise, per evitare situazioni spiacevoli per entrambe.  E, dato che non so fino a quando questa cosa potrebbe durare, ti prego di non prendertela nuovamente con i poveri mortali, altrimenti credo che il Divino Zeus potrebbe non essere così comprensivo stavolta…-

Detto questo Persefone fece un cenno di assenso al marito ed uscirono di casa.  Ade sollevò  Persefone fra le braccia, e insieme si avviarono sulla strada del ritorno per gli Inferi, lasciando Demetra in casa sua, sola e sconfitta.
 
(fine seconda parte)
   
 
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