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Autore: QueenWaldorf    17/07/2009    7 recensioni
"Ciao mamma, come stai?" chiese Joe. "Bene, tesoro. Come è stato il viaggio?" fece la madre. "Tutto o.k. Non serve che ti preoccupi, sono grande ormai!" "Certo, caro, ma io sono pur sempre una madre, è normale che stia in pensiero."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Will Be The Light Ecco a voi una nuova shottina!! E' la prima che scrivo su Joe e Nick, ma li adoro da morire, quindi spero di avergli reso giustizia. Ne approfitto ancora per ringraziare chi ha recensito "It's Over".
Se mi dovesse venire l'ispirazione potrei scriverne di nuove. Almeno fino a lunedì 27 dato che parto per il mare. Per quanto riguarda "Tutto per una gomma bucata" dovrete aspettare dato che la mia "collega" è già partita.

Questa ff la dedico alla mia carissima Very, la quale mi ha dato l'ispirazione prima di restare chiusa fuori dalla porta. Un bacio!!





I WILL BE THE LIGHT





"Ciao mamma, come stai?" chiese Joe.

"Bene, tesoro. Come è stato il viaggio?" fece la madre.

"Tutto o.k. Non serve che ti preoccupi, sono grande ormai!"

"Certo, caro, ma io sono pur sempre una madre, è normale che stia in pensiero." rispose Denise intenerita.

"Ovvio. Ora devo andare, mi stanno chiamando. Salutami tutti."

"Aspetta, Joe. Nick vorrebbe parlare con te. E' qui che cerca di prendere il telefono..." gli spiegò lei.

"Non ho proprio tempo, mamma. Mi dispiace tantissimo. Dì a Nicky che gli voglio tanto bene. Ciao" disse lui. Il suo fratellino era

la persona che gli mancava più di tutti.

"D'accordo. Un bacio".

Quando Denise riattaccò il telefono le venne un forte moto di nostalgia.

In nove anni non era mai stata lontana da Joe e, quel giorno, lui era partito per una gita scolastica e vi sarebbe stato per

tre giorni.

Nicholas, intanto, tirava il braccio della madre cercando di attirare la sua attenzione.

"Perché non me lo hai passato, mamma?" chiese il piccolino, con le lacrime agli occhi.

"Aveva da fare, amore. Lo potrai sentire domani. Mi ha detto di dirti che ti vuole tanto bene"

"Anche io gliene voglio e glielo volevo dire" protestò lui. Ormai, delle lacrimucce gli rigavano il viso.

"Ma lui lo sa, Nick" disse lei, asciugandogli gli occhi "e poi domani lo sentirai. Non piangere e vai a chiamare papà e Kevin in

giardino, la cena è quasi pronta."



Quando Joe attaccò il telefono, si accorse che i suoi compagni lo stavano fissando.

"Che c'è Jonas, ti manca la mammina?" chiese Tom, con un tono infantile.

"Ma come, non hai sentito? A lui manca Nicky." lo spalleggiò Brian.

Tutta la classe scoppiò a ridere.

"Il bamboccetto? Io sarei contento di liberarmene. E' peggio di una sanguisuga." rincarò il primo.

Questo era davvero troppo. Joe era abituato a sentirsi prendere in giro perché era legato ai suoi fratelli, perché pregava,

perché non diceva parolacce, perché era buono, insomma.

"State zitti. A me loro non mancano, ma lo devo dire sen no si arrabbiano." cercò di difendersi.

"Certo, Jonas, come no. Cerca solo di non metterti a piangere perché non c'è la mamma qui con te, o quello sfigato di tuo fratello

maggiore, come si chiama... Kevin." disse Brian, tra le risa.

Joe stava per saltargli addosso. Voleva far capire ai suoi compagni chi era. Lui non si sarebbe fatto prendere in giro così e,

tantomeno, avrebbe permesso che lo facessero con i suoi fratelli.

In quel momento, però, arrivò la maestra, annunciando che sarebbero iniziate le attività giornaliere.

Tutti si radunarono intorno a lei e iniziarono a giocare. Il problema era che nessuno considerava il povero Joe.

Non gli passavano la palla, non lo volevano in squadra con loro.


La prima notte la trascorse piangendo, in silenzio, però, perché non voleva dare agli altri un pretesto per insultarlo ancora.


Il secondo giorno non chiamò la madre, ma le cose non migliorarono.


Il terzo giorno, finalmente, preparò le sue cose per tornare a casa. Non ne poteva più di quella stupida gita.


All'arrivo la sua famiglia lo aspettava insieme a quelle degli altri. Quando i ragazzi scesero, ci fu una folla di persone che si

avvicinavano per aiutare i figli a portare le valige, o, semplicemente, per abbracciarli.

In quella confusione Joe si accorse di "qualcosa" attaccata al suo collo. Nick.

Il ragazzo si sentì improvvisamente benissimo e, inizialmente, lo strinse a sè, ma poi, si ricordò di dove si trovava e di

cosa fosse successo in quei giorni, così fece scendere bruscamente il fratellino e si avviò verso la macchina.

Dopo essere salito salutò gli altri membri della famiglia, ma in modo molto distaccato.

Entò in casa e si chiuse in camera sua.


Tutti restarono sbigottiti. Joe non faceva così. Lui era quello che non stava mai zitto, lui era quello che dava allegria,

lui era Danger.

Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Nick si fiondò verso la camera del fratello e iniziò a bussare forte.


I can see it in your eyes

Tell me what's on your mind
Don't keep it all inside
I am here for you


"Joey, posso entrare?" chiese, candidamente.

"Sì" rispose lui, con la voce roca.

A Nick non sapeva dire di no.

"Perché piangi, fratellone? Guarda che io non sono arrabbiato con te perché non mi hai chiamato, anche se io avrei voluto,

perché ti avrei detto che mi mancavi e che ti voglio bene. " disse il più piccolo.

"Non... non è per questo. E' che..."

Non glielo voleva dire. Non voleva dirgli quello che era successo, che lui aveva una parte in tutto questo.

"Per favore, Joe, dimmi perché sei triste. Io voglio aiutarti."


Did somebody bring you down

Turn your smile into a frown
I'll help you work it out


"... ho alcuni problemi con i miei compagni di classe, lo sai. Mi hanno rovinato la gita e io mi sono reso conto che non ho amici."

disse lui sconsolato.

Era vero, non era mai uscito con nessuno di loro. Non aveva nessuno a parte la sua famiglia e Mandy, ma lei non contava.

"Ma non è vero che non hai amici. Ci siamo io e Kevin, noi saremo sempre con te."

"E' vero, Nicky, ma io non posso avere solo voi." spiegò.

"Mamma e papà?" chiese innocentemente.

"Nemmeno loro valgono, purtroppo."


When your tear drops start to fall

I will be there to dry them
Before you can cry them
On the darkest night
I will be the light


"E perché no? Noi ti vogliamo bene e questo non cambierà mai. Ce la faremo Joe! Un giorno nessuno ci darà più fastidio!"

Nick aveva ragione. Non aveva bisogno di nessun altra a parte la sua famiglia. Poteva contare su di loro, in qualsiasi momento.

Allora lo strinse forte a sè e si rese conto di quanto, quel mostriciattolo, gli fosse mancato.

"Grazie."

"Ti voglio bene."

"Anche io, tanto"


Per favore recensite!!!!


Questa ff non è a scopo di lucro e i personaggi non mi appartengono
  
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