Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    13/01/2019    0 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Allo scoccare della mezzanotte esco dalla mia stanza e mi dirigo verso il cortile interno della villa, come richiestomi da Sebastian. Mentre scendo le scale penso a come dovrei comportarmi con lui: dopotutto mi sono nutrita del suo sangue, ho scoperto che è un demone e ora gli è stato ordinato dal suo padrone di allenare me, un essere umano divenuto vampiro. Non credo ne sia contento, però quel sorriso inquietante che ha fatto nello studio del conte, sembrava mostrare un certo divertimento.  Mi chiedo che tipo di allenamento mi farà fare…
 Concludo i miei pensieri quando raggiungo la porta sul retro che si trova in cucina. Abbasso la maniglia ed esco trovandomi così nel cortile. L'aria è abbastanza fresca ma fortunatamente soffia debolmente, data la poca esposizione all'esterno. Alcune nuvole coprono il cielo e una timida falce di luna rischiara la notte, accompagnata da alcune lampade a olio. Mi guardo attorno e noto che di Sebastian non v'è traccia. Sospiro mentre guardo in alto. Dopo un paio di minuti sento dei passi dietro di me. Mi giro verso l’alta figura in divisa da maggiordomo. << Sei in ritardo. >> lo rimprovero. Il corvino ridacchia. << Oh no mia cara, io ero qui da prima che voi arrivaste. A quanto pare non ve ne siete resa conto. >>
 << Come intendi allenarmi dunque? >> Il corvino sfoggia un sorriso simile a quello che ha esibito nello studio del conte alcune ore fa.  << Sono lieto che me l’abbiate chiesto. >> Si avvicina ad un cespuglio e prende due fioretti da scherma appoggiati al muro della villa. << Per prima cosa vorrei testare la vostra abilità con la spada. Ne avete mai impugnata una? >> Mi domanda venendo verso di me. Annuisco. << Ho preso alcune lezioni un po' di tempo fa. >> Mi porge il fioretto. << Questo è un bene. >> impugno l'arma e mi allontano da lui prendendo posizione.
<< Bene, ora sferratemi un attacco deciso. Io rimarrò in posizione di difesa. >> Dice mettendo la spada con la lama verso il basso.
<< D’accordo. >> stringo l’elsa con la mano destra leggermente sudata, facendo alcuni respiri profondi.
<< Avanti, attaccatemi. >> mi incita il corvino. Comincio a correre verso di lui, sollevando la spada per poi abbassare velocemente il braccio, sferrando l’attacco con tutte le mie forze. Sebastian si difende con successo senza nemmeno muoversi di un millimetro dal terreno. 
Il maggiordomo sospira. << Potete fare decisamente di meglio. >> dice sorridendo quasi in modo provocatorio. Annuisco e mi rimetto in posizione. << Hai qualche consiglio da darmi? >>
<< Rilassatevi e cercate di incanalare la vostra forza in un punto solo, in questo caso il braccio destro. >>
Mi risponde lui tranquillo.
<< Certo, è facile a dir… >> non faccio in tempo a finire la frase che Sebastian viene verso di me a grande velocità per sferrare un attacco deciso. Impugno la spada con entrambe le mani senza nemmeno pensarci e abbasso la lama come ha fatto lui prima, riuscendo così a contrastare la sua mossa e indietreggiando di poco a causa del forte impeto.  << Sei forse impazzito?! >> esclamo presa alla sprovvista e arrabbiata.
<< Fortuna che sono riuscita a fermarti, altrimenti ora non sarei viva! >> Il maggiordomo ridacchia alle mie parole. << Non temete, so gestire la mia forza. Ora ditemi, notate qualcosa di diverso? >>
Abbasso lo sguardo per pensarci e mi accorgo che le unghie delle mani si sono allungate.
<< Mi sono trasformata. >> rispondo leggermente spaventata. Sebastian solleva la lama allontanandola così dalla mia. << Esattamente. La trasformazione s’innesca quando siete in pericolo e quindi avete bisogno di protezione. In questo caso la minaccia è stata il mio attacco. >> dice guardando la spada.
<< Quindi volevi che mi trasformassi. >> Il maggiordomo annuisce. << Proprio così. Se ve lo avessi chiesto non ci sareste riuscita perché non siete ancora in grado di controllare questo nuovo potere e di conseguenza ne avete paura. >> conclude.
“Ha centrato il punto.”
Il demone si allontana mettendosi di fronte a me. << Ora tentate di nuovo. >> si posiziona in difesa come prima. << E se perdessi di nuovo il controllo? >> gli domando tenendo lo sguardo basso, non volendo incontrare i suoi occhi magnetici. << Semmai dovesse accadere, vi fermerò. >> annuisco per poi sollevare la spada. << D’accordo allora. >> prendo la rincorsa e quando arrivo a pochi passi dal corvino, scaglio il mio attacco con una forza maggiore rispetto a prima. La mia lama si scontra con la sua provocando addirittura qualche scintilla e riesco a far indietreggiare Sebastian, anche se di poco. << Va molto meglio, complimenti. Siete riuscita a concentrare la vostra forza dove ce n’era più bisogno: nelle braccia. >> mi sorride soddisfatto del risultato. Allontano la spada da Sebastian e gli sorrido a mia volta, contenta di esserci riuscita e allo stesso tempo sollevata di non aver perso il controllo.
<< L’impugnatura e la postura sono buone, quindi avrete solo dei miglioramenti da fare. Domani notte le perfezioneremo e faremo un allenamento differente da questo. >> Tende una mano verso la spada che ho in mano. Annuisco e gliela porgo. << Che tipo di allenamento? >> gli domando curiosa ma anche un po’ intimorita: chissà quale altra strana idea avrà in mente. Il maggiordomo ridacchia. << Oh mia cara, questo rimarrà segreto fino a domani. >> mi fa l’occhiolino. Arrossisco leggermente e sospiro. << Va bene. >> mormoro. << Miss Katreena, avete notato qualcosa? >> Mi guardo subito le mani e mi accorgo che le unghie sono tornate come prima. << La trasformazione è sparita! >> esclamo contenta. << Vi pregherei di non urlare a quest’ora della notte. Il mio padrone sta già dormendo da un po’ e non voglio che venga svegliato. >> Mi copro la bocca con una mano. << Ops… >> sussurro. << A proposito, che ore sono? >> gli chiedo. Il maggiordomo tira fuori l’orologio da taschino e lo apre. << Le due e un quarto. Direi che per oggi è tutto. Andate pure a riposarvi. >>
“Il tempo è passato davvero in fretta.”
<< Come sono andata? >> gli domando istintivamente. Sebastian ripone l’orologio da taschino e mi guarda: << Abbastanza bene per essere la prima lezione. >> dice soddisfatto. Sorrido contenta e mi avvio all’entrata. << Ma non montatevi troppo la testa perché le prossime lezioni saranno ancora più difficili. >>
“Fine dell’entusiasmo.”
Mi giro verso di lui. << Sai una cosa? Non sei affatto bravo a motivare le persone. >> lo rimprovero in modo scherzoso.
Il corvino ridacchia. << A me sembrava un metodo efficace. >> replica divertito. Scuoto la testa ed entro nella villa. Sebastian mi segue per poi chiudere la porta. Prende un candelabro e accende le candele con un fiammifero. Usciamo dalla cucina e ci incamminiamo verso la scalinata dell’ingresso principale << Signorina, avrei bisogno di sapere una cosa. >> dice per poi fermarsi e girarsi verso di me. << Dimmi pure. >>
<< Con chi stavate parlando quando avete perso il controllo nello studio del signorino? >> mi chiede serio.
<< Oh, ecco… ho parlato con il vampiro che è in me. >> Sebastian non sembra esserne sorpreso, vista la sua natura. << Vi parla nella mente? >> annuisco. << Ma può anche mostrarsi. Ieri mattina si è manifestata come immagine riflessa nello specchio. Ha le mie sembianze, ma trasformata in vampiro. >>
 Mi guarda negli occhi. << Cosa vi ha detto? >> deglutisco intimorita al solo pensiero delle sue parole. << Mi ha detto che dovrò prepararmi a vivere una vita immortale nutrendomi di sangue umano e che se non lo farò impazzirò e morirò. Inoltre mi ha accusata del fatto che sia stata io a nutrirmi di te e non lei… >> gli riferisco iniziando a tormentarmi le dita.
Sebastian scuote la testa. << Sta mentendo. Voi avete dovuto farlo per istinto di sopravvivenza ed è stato giusto così. Non dovete darle ascolto. >>  
<< Ci proverò ma non sarà semplice… >> rispondo poco ottimista abbassando lo sguardo.
<< Ce la farete. Grazie alle mie lezioni imparerete a controllare il vostro corpo e la vostra mente. >>
Afferma convinto. Alzo lo sguardo verso di lui.  << Come fai ad esserne così sicuro? >> Sebastian sorride. << Perché se il maggiordomo della famiglia Phantomhive non sapesse fare una cosa del genere, allora non sarebbe degno di tale nome. >> mi fa l’occhiolino. Ricambio il sorriso anche se leggermente.
“Gli piace proprio vantarsi!”
Riprendiamo a camminare e arriviamo davanti alla mia camera. << Domani pomeriggio andremo dalla sarta a farvi fare l’abito per il ballo in maschera. >> mi comunica. << Immagino che non abbiate qualcosa di adatto con voi a questo genere di festa. >> conclude.
<< È così. >> annuisco
<< Molto bene. Buonanotte miss Katreena. >> dice chinando leggermente il capo.
<< Buonanotte Sebastian. >>
Il maggiordomo sorride. << Noi demoni non abbiamo bisogno di dormire. >>
“Perché i vampiri invece sì?” Replico mentalmente.
Non faccio in tempo a finire la frase che Sebastian si è già congedato. Entro nella stanza con l’immagine di lui illuminato dalla fioca luce della luna che risalta i suoi tratti perfetti e delicati. Il mio cuore comincia a battere velocemente e le mie guance si fanno rosse. Scuoto la testa scacciando così quel pensiero e mi cambio, per poi mettermi sotto le coperte. Chiudo gli occhi per cercare di dormire ma non ne sento il bisogno. So che i vampiri dormono di giorno e stanno svegli di notte ma se fosse così, sarebbe un bel problema: come potrò collaborare con il conte d’ora in poi? Magari invece come per i demoni il sonno è una cosa superflua.
“Immagino che lo scoprirò stanotte.”
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Come volevasi dimostrare non ho chiuso occhio per il resto della notte ma fortunatamente non mi sento affatto stanca. Questo significa che allora anche i vampiri non hanno bisogno di dormire e ciò mi rallegra, perché in questo modo potrò collaborare senza problemi e soprattutto senza sosta. Ovviamente mi dovrò abituare ma immagino che sarà semplice, dato che sono sempre stata un tipo notturno.
Io e il conte facciamo colazione in modo silenzioso come sempre, escludendo alcune domande che mi pone riguardo l’allenamento con Sebastian. Gli rispondo che è andato bene e che sarò sicuramente in grado di controllare il mio potere entro la sera della festa. << Bene. >> risponde Ciel abbastanza soddisfatto per poi bere un ultimo sorso di tè.
Giunto il pomeriggio mi avvio verso la carrozza dove c’è il maggiordomo ad attendermi. Apre lo sportello e mi porge la mano. Mi appoggio a lui e salgo lo scalino per poi entrare. Il corvino si siede di fronte a me come quando io, lui e il conte eravamo andati da Undertaker o, come lo chiamo io, “il becchino inquietante.”
Il viaggio procede senza alcun dialogo sentendomi sollevata da una parte, ma in imbarazzo dall’altra: questo perché non riesco a fare a meno di guardare Sebastian e ho paura di farmi notare da lui, così gli rivolgo solo alcune fugaci occhiate.
“Mi sento così ridicola!”
 Il corvino d’altro canto sembra non accorgersene continuando a guardare fuori con totale indifferenza.
Arriviamo finalmente davanti la bottega della sarta. Leggo l’insegna. << Sartoria Hopkins. >>
Il maggiordomo apre la porta per poi entrare. Lo seguo e come la porta viene chiusa, ci accoglie una donna prosperosa dai capelli castani con un’acconciatura che non avevo mai visto e indossa un abito a dir poco succinto. L’espressione sorridente della donna si tramuta istantaneamente in disgusto non appena vede Sebastian.
<< Che ci fate qui? >> gli domanda scocciata.
<< Non è forse ovvio? Sono qui per commissionarvi un lavoro. >> le risponde in modo pungente.
<< Il conte è con voi? >> gli chiede guardando dietro di lui per vedere se c’era.
<< No, ma vi ho portato qualcun altro. >>
<< Oh? >> come rivolge lo sguardo verso di me, sul suo viso compare di nuovo il sorriso di poco fa.
<< Lei è miss Katreena Handwar, un’ospite di casa Phantomhive e ha bisogno di un abito consono ad un ballo in maschera che si terrà il 31 ottobre. >> le spiega.
<< Tra due settimane eh? Ho già molte richieste ma penso proprio che riuscirò a trovare il tempo per realizzare un abito a questa graziosa signorina! A proposito, fatemi dare un’occhiata! >> si avvicina facendo un giro intorno a me per osservarmi attentamente. << Siete messa abbastanza bene anche se c’è un problema. >> dice con un’espressione seria in volto.
<< Un problema? >> ripeto guardandola confusa.
<< Non avete molto davanti. >> indica i miei seni. Arrossisco vistosamente e strabuzzo gli occhi senza spostare lo sguardo dalla donna. << Be’ non importa. Su, andiamo a prendere le misure! >> esclama lei con un’allegria inquietante.
<< Bene, io intanto andrò a sbrigare alcune commissioni. Divertitevi! >> ridacchia il corvino per poi uscire dalla bottega. Nina mi prende a braccetto portandomi nella stanza da lavoro.
Dopo un’ora di misurazioni e scarti di premature bozze del futuro abito, esco finalmente da quel luogo infernale. << L’abito sarà pronto tra dieci giorni! A presto! >> esclama salutandomi. Forzo un sorriso e la saluto per poi tornare alla carrozza, totalmente esausta. Mi sono stancata di più così che quando mi alleno con Sebastian.
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La giornata trascorre velocemente e giunge finalmente la tanto agognata mezzanotte: l’ora del mio allenamento.
“Speriamo in bene.”  Penso mentre scendo le scale. Arrivo al cortile e trovo Sebastian in piedi con un gatto nero tra le braccia. Il maggiordomo sorride e quest’ultimo gli fa le fusa, felice di venir coccolato. << Sei davvero un bel gatto. >> sospira sognante. Sorrido nel vederlo fare un’espressione diversa da quella che ha solitamente, sempre molto rigida e seria, se non per ridere della sottoscritta quando commetto certi errori durante gli allenamenti. La mezzaluna illumina la figura del demone, ora immobile ad ammirare il cielo coperto da alcune nuvole. Mi dirigo lentamente verso di lui. Sebastian si china aggraziato e il felino balza giù dalle sue braccia, sgattaiolando via.
<< Non sapevo che ti piacessero i gatti. >>
Il corvino volge lo sguardo verso di me continuando a sorridere. << Sono gli unici animali che apprezzo appieno. >> dice per poi schiarirsi la voce. << Dunque, iniziamo il nostro allenamento. >> annuncia di nuovo serio in volto. Annuisco e ci mettiamo subito al lavoro.
Dopo un’ora sono riuscita a maneggiare la spada con più sicurezza e a bilanciare la mia forza senza trasformarmi.
<< Molto bene, ora potete riporre la spada. >> faccio come dice e aspetto che mi dia nuove istruzioni.
<< Ora trasformatevi concentrando il vostro corpo a farlo. In teoria dovrebbe venirvi più semplice dato che ormai lo avete fatto più di una volta. >> mi rilasso e inizio a richiamare l’oscurità dentro di me: dopo alcuni secondi riesco a trasformarmi con successo.
<< Ben fatto. Ora mi dovete colpire a mani nude con tutta la forza che possedete, ma soprattutto con il giusto equilibrio, non dimenticatelo. >>
<< D’accordo. >> faccio un respiro profondo chiudendo la mano sinistra per poi prendere la rincorsa e sferrare un pugno deciso contro al petto di Sebastian. Il maggiordomo rimane impassibile sussultando impercettibilmente: sono riuscita a cogliere questo particolare grazie ai miei poteri. Appena il mio pugno affonda, il demone passa al contrattacco, sorprendendomi dal basso. Schivo prontamente il suo colpo per poi indietreggiare con un balzo. Il maggiordomo riparte all’attacco, cogliendomi di sorpresa ma fortunatamente riesco a bloccare il suo attacco. La lezione avanza con un susseguirsi di colpi, contrattacchi, schivate e parate, il tutto usando sempre i miei poteri.
“Ecco di che tipo di allenamento parlava la scorsa notte.”
<< Bene, abbiamo finito. >> annuncia finalmente il corvino senza accennare il minimo segno di fatica nel tono della sua voce.
Annuisco sfinita e mi rilasso, facendo cadere ogni mia difesa. Mi chino appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
<< Oh cielo, non credevo di aver esagerato così tanto. >> ridacchia.
Alzo lo sguardo verso di lui guardandolo in cagnesco. << Lo sapevi perfettamente. >>
Sorride per poi prendere un fazzoletto di stoffa da una tasca interna della giacca. Si avvicina a me e lo tampona delicatamente sul viso parzialmente sudato. Le mie guance arrossiscono al contatto del tessuto, ma non è quello il motivo: è per il gesto inaspettato di Sebastian.
<< Cosa stai facendo? >> gli domando sorpresa
<< Mi faccio perdonare. >> dice semplicemente rivolgendomi un sorriso simile a quello che aveva fatto al gatto di prima: gentile e quasi dolce. Non riesco a fare a meno di ricambiare quel sorriso, nonostante mi sia imposta di non farlo.
<< Avete fatto un ottimo lavoro questa notte. >> sorrido ancora di più a quelle parole, arrossendo maggiormente di conseguenza.
<< Ti ringrazio. >> lo guardo negli occhi perdendomi in quel colore così particolare e ipnotizzante.
<< Ho qualcosa sul viso? >> mi domanda poco dopo.
<< N-no… >> Distolgo lo sguardo imbarazzata.
<< Torniamo dentro. >> dice semplicemente mentre si dirige all’entrata.
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I giorni trascorrono in fretta tra le indagini diurne e gli allenamenti notturni. Ieri io e Sebastian siamo andati a ritirare il mio abito, il che significa che rimangono quattro giorni al ballo. Inutile dire che mi sento nervosa ma anche eccitata all’idea che grazie al mio nuovo potere potrò salvare Thomas, anche con l’aiuto del maggiordomo: dopotutto lui è un demone e anche potente, dato che è riuscito a contrastare un dio della morte. A proposito, devo ancora farmi spiegare alcune cose sul mondo del sovrannaturale.
“Gliele chiederò una volta che avremo finito l’allenamento.”
Fortunatamente in questo periodo ho fatto molti miglioramenti e la versione oscura di me stessa non mi sta più infastidendo: a quanto pare le cose stanno procedendo bene.
“Forse anche troppo bene?”
<< E anche stanotte avete fatto un ottimo lavoro. Apprezzo molto il vostro impegno. >> sorride e mi porge un panno che uso prontamente per asciugarmi il viso leggermente sudato.
<< Ti ringrazio Sebastian. >> sorrido a mia volta, contenta di sapere che i miei sforzi stanno dando dei risultati concreti.
<< Senti, avrei delle domande da farti. >>
<< Riguardo l’allenamento? >> scuoto la testa. << No. Riguardo il dio della morte che ha tentato di uccidermi. >> il viso del maggiordomo si contrae in una smorfia di disgusto.
<< Non c’è molto da sapere su quel tizio… >> risponde sprezzante. Non riesco a trattenermi dall’emettere una risatina divertita.
<< Io intendevo come creatura sovrannaturale. >>
Il suo viso si ammorbidisce. << Oh. Certo posso dirvi qualcosa. >>
Vado a sedermi su una delle quattro panchine posta ai lati del giardino. Il corvino mi raggiunge prendendo posto vicino a me. Dopo un paio di minuti inizia a parlare.
<< Gli dèi della morte sono creature che compaiono quando gli umani sono in punto di morte per mietere la loro vita. Per questo scopo, ognuno di loro possiede una falce unica nel suo genere. Per riuscire a portare a termine il loro compito, si basano sulla lista delle anime ed eliminano tutto ciò che possa intralciarli. >>
Rimango ad ascoltarlo attentamente, la sua voce sempre calda ed avvolgente che risuona dolce alle mie orecchie.
<< Il loro lavoro è quello di ispezionare ogni essere umano che è in punto di morte. Controllano i loro Cinematic Records, quindi i loro ricordi, e stabiliscono se debbano davvero morire o restare in vita. >> conclude infine.
<< Capisco. Quindi io meritavo davvero di morire quella notte… >>
<< È così. Ma fortunatamente il barone Hill vi ha salvata. >> annuisco ringraziando mentalmente Thomas per poi fare un'altra domanda al corvino: << Quel dio della morte si chiama Grell, giusto? Come lo hai conosciuto? >>
Annuisce. << In un caso a cui il signorino stava indagando tempo fa. >> risponde semplicemente senza aggiungere dettagli.
Sono tentata di chiedergli quale in particolare ma non voglio risultare una ficcanaso.
<< Ti ringrazio per aver risposto alle mie domande. >>
<< È stato un piacere. Come sempre vi raccomando…>> << di non farne parola ad anima viva. Tranquillo, dopotutto non voglio mica morire. >> dico scherzosamente concludendo la sua frase.
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Eccoci infine all’ultima notte di allenamenti prima della festa. A detta di Sebastian ormai sono in grado di sferrare attacchi e difendermi distintamente, nonostante abbia iniziato l’allenamento da sole due settimane e possieda un potere che devo ancora imparare a padroneggiare.
<< Ora che abbiamo combattuto con la spada, passiamo al combattimento a mani nude. >> annuisco e mi trasformo in vampiro. Guardo il maggiordomo con aria di sfida e lo incito a farsi avanti per primo, muovendo l’indice.
<< Vedo che questa notte siete molto sicura di voi. >> sorride compiaciuto. << Meglio così! >> corre velocemente verso di me per poi sparire all'improvviso. Mi guardo subito intorno per vedere dov'è e poco dopo lo sento alle mie spalle. Schivo prontamente il suo pugno per poi contrattaccare colpendogli il viso.
Il corvino barcolla leggermente per poi tornare all'attacco. Riesco a fermare il suo colpo bloccandolo con la mano, ma nel frattempo mi sferra un attacco dal basso colpendomi allo stomaco. Sgrano gli occhi per il dolore che però fortunatamente sembra affievolirsi rapidamente. Mi riprendo subito e mi scaglio addosso al demone con un balzo, sguainando le unghie lunghe, simili ad artigli. Noto l'espressione sorpresa di Sebastian mentre cade sull'erba umida con me sopra di lui.
<< Ho vinto! >> sorrido soddisfatta: questa è la prima volta che riesco a fermarlo.
<< Siete stata davvero brava. >> dice ricambiando il sorriso.
<< Già! >> i nostri visi sono molto vicini e alcune ciocche dei miei lunghi capelli finiscono sul viso del corvino. Arrossisco e sento il cuore battere forte a causa di questa vicinanza. Lui mi guarda negli occhi senza muovere un muscolo. Dopo un paio di minuti trascorsi a guardarci, faccio per alzarmi ma quel temuto e sgradevole desiderio si fa strada in me con forza. Le tempie iniziano a pulsare e il mio respiro si fa affannato, così affondo le unghie nel terreno umido, cercando di controllarmi. Lui si rende conto di cosa mi sta succedendo, quindi decide di sbottonarsi i primi bottoni della giacca e successivamente quelli della camicia.
<< Presto, nutritevi di me! >>
Scuoto la testa, decisa a non voler mollare.
<< Miss Katreena, è inutile cercare di resistere a questo istinto: dovete farlo, non avete scelta.  >> insiste guardandomi con i suoi occhi cremisi e le pupille feline.
<< Ma io non voglio farti del male… >> mormoro con le lacrime agli occhi.
<< Ne abbiamo già parlato. >> replica concludendo il discorso. Continuo a guardarlo nella speranza di riuscire a placare questa sete, ma non ci riesco. Rassegnata, mi avvicino al suo collo.
<< Abbracciami… >> gli sussurro implorante all’orecchio.
Sebastian annuisce e mi circonda in un abbraccio simile a quello che mi ha dato quella notte.
Scosto la camicia di poco con una mano e appoggio le labbra sul suo collo, lasciando alcuni piccoli baci: almeno così forse non soffrirà troppo.
“Lo fai solo per avere la coscienza pulita!”  
Ecco di nuovo quell’odiosa e fredda voce. La ignoro continuando a baciare il collo del demone e poco dopo affondo i canini nella carne. Il ragazzo geme stringendo il tessuto del mio abito. Sussulto nel sentire quel lamento e mi sento in colpa per ciò che sto facendo, ma purtroppo come ha detto lui, non ho scelta. Chiudo gli occhi e bevo avidamente il suo sangue lasciando che invada il mio palato donandomi un’estati più unica che rara. Quando sento che mi stanno tornando le forze, estraggo subito i canini dal suo collo e lo lecco. Apro gli occhi e mi metto seduta, rivolgendo lo sguardo a Sebastian, ora leggermente boccheggiante e con gli occhi socchiusi.
<< Mi dispiace… >> sussurro amareggiata.
Il maggiordomo scuote la testa e si appoggia sui gomiti per poi sedersi. << È giusto così. >> dice convinto per poi avvicinare una mano al mio viso, asciugando una lacrima solitaria.
<< Non ce la farò mai. Domani sera farò sicuramente un pasticcio…>>
<< Andrà tutto bene. Io sarò con voi. >> dice sorridendomi.
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Sebastian si trova davanti allo specchio del bagno della sua camera. Il corvino si è sbottonato la camicia per controllare la ferita. Si tocca i segni che gli ha lasciato sul collo e geme lievemente al contatto delle dita sulla pelle. Ha notato fin da subito che questo tipo di ferita inferta da un vampiro impiega un paio di giorni per rigenerarsi totalmente, invece di solo qualche secondo o minuto. Il demone si medica la ferita e poi esce dal bagno, dirigendosi verso l'armadio e prendendo una camicia pulita.
 
Giunta la mattina, va in cucina a preparare il tè per il signorino. Nel frattempo ripensa alla scorsa notte e in particolar modo a lady Katreena. Ammette di non avere un'opinione ben precisa di lei: quella ragazza riesce ad essere insicura e determinata al tempo stesso. Ma nonostante ciò la trova interessante, anche per quanto riguarda la sua anima pura avvolta dall'oscurità del vampiro che è in lei. Sovrappensiero, il corvino prende il vassoio d'argento con su il servizio da tè. Il maggiordomo si dirige al piano di sopra per poi raggiungere la stanza del suo padrone. Arrivato alla porta, abbassa la maniglia ed entra nella stanza ancora buia. Posato il vassoio, si dirige verso le tende scure e le apre, lasciando che la luce mattutina rischiari la camera.
<< Padroncino, è ora di alzarsi. >>
Il giovane avvolto tra le coperte mugola scocciato per poi aprire lentamente gli occhi. Poco dopo si siede emettendo un sonoro sbadiglio. Nel frattempo Sebastian sta versando il tè nella tazzina.
<< Ecco il vostro Earl Grey. >> dice porgendogli la tazzina. Il ragazzino la prende e inizia a sorseggiare la bevanda.
<< Come sono andati gli allenamenti con miss Katreena? >> chiede al maggiordomo dopo aver finito di bere, andando dritto al punto.
<< Direi magnificamente per aver iniziato da solo due settimane. La signorina deve ancora imparare ad avere il pieno controllo dei suoi poteri, ma ha dimostrato di essere davvero tenace. >> risponde mentre veste il signorino.
Il conte annuisce. << E per quanto riguarda la sua sete di sangue? >> gli domanda guardandolo negli occhi.
 << Ieri notte si è nutrita di me per la seconda volta. Ho fatto alcune ricerche e in base ai miti e alle leggende, ho scoperto che purtroppo il bisogno di sangue è un istinto difficile da controllare, soprattutto se si è vampiri da poco. >> gli riferisce mentre lega il fiocco blu al colletto della camicia.
<< Capisco. Allora stasera dovrai essere sempre al suo fianco, così se dovesse accadere saprai cosa fare. Inoltre se il barone Hill dovesse essere presente al ballo, vedi di non far scoprire te o lady Katreena dalla contessa Brimstone. Il resto del piano lo sai. >> conclude velocemente.
Il corvino fa un inchino in segno di assenso.
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Le sette di sera arrivano in fretta e ora mi trovo nella mia stanza con Mey Rin per aiutarmi a vestirmi. Il nervoso mi ha perseguitata per tutto il giorno ma ora si sta facendo sentire ancora di più, a causa della vicinanza dell’evento.
“Calmati Katreena…” mi ripeto mentalmente per la millesima volta.
 << Fatto. >> dice la domestica dopo un’ora abbondante di preparativi; non ho la minima idea di come sia riuscita a stare ferma: di solito quando sono nervosa inizio a vagare per la casa con mille pensieri per la mente e tormentandomi le mani, con la domestica alle costole per farmi indossare l’abito adatto all’occasione di turno. Però fortunatamente questa volta sono riuscita a darmi un contegno.
 << Siete bellissima! >> esclama entusiasta la ragazza guardando la mia immagine riflessa allo specchio, interrompendo i miei pensieri. L’abito si presenta nero con il viola che regna nella parte centrale decorata con un motivo gotico rigorosamente nero e le maniche lunghe del medesimo colore. Indosso un paio di guanti viola che mi arrivano al polso e porto una collana con un semplice ciondolo (presa dal mio portagioie) che richiama i due colori, abbinato agli orecchini. I capelli sono raccolti in un morbido chignon lasciando libera una ciocca, facendola cadere di lato.
<< Ti ringrazio. >> dico ricambiando nervosamente il sorriso.
Qualche minuto dopo esco dalla mia stanza e attraverso il corridoio, raggiungendo così le scale.
Abbasso lo sguardo e rimango senza fiato non appena vedo la figura elegante di Sebastian che mi aspetta all’ingresso. Il maggiordomo non indossa più la sua divisa, bensì un abito nero elegante, con una giacca nera munita di alcune decorazioni dorate. Attorno al collo porta una cravatta in pizzo bianco.
Arrivata alla fine della scalinata, il corvino mi tende la mano e io gli porgo la mia.
<< Divertitevi ma soprattutto seguite il piano. >> dice Ciel a entrambi per poi rivolgersi a me: << Lady Katreena, vi raccomanderei di stare il più lontano possibile dal Visconte Druitt: non è affatto un gentiluomo. >> conclude.
Una volta fuori, troviamo una carrozza ad attenderci. Sebastian mi aiuta a salire e prendo posto vicino al finestrino. Il corvino mi raggiunge poco dopo sedendosi di fronte a me per poi battere due volte le nocche sul tettuccio, dando così l’ok al cocchiere di partire.
Guardo fuori dal finestrino, osservando il paesaggio notturno scorrere davanti ai miei occhi. Sento lo sguardo del demone su di me però cerco di non far vedere la mia agitazione per quanto riguarda il ballo e ovviamente anche per Sebastian, soprattutto se vestito così elegantemente.
<< Siete nervosa, non è vero? >> mi chiede lui rompendo così quel silenzio angosciante.
<< Affatto… >> mento senza distogliere lo sguardo dal finestrino.
Sento il maggiordomo ridacchiare, così serro la mascella e lo guardo scocciata dal suo modo di fare.
 << Perdonatemi ma siete una pessima bugiarda. >> dice osservando le mie mani: senza rendermene conto, ho continuato a tormentarle.
<< Mi sembra normale essere nervosi in una situazione del genere… >> mi difendo.
Lui smette di ridacchiare e mi guarda con un’espressione seria. << Vorreste ripassare il piano? >>
Scuoto la testa. << No, so cosa devo fare ma ho paura di combinare qualcosa di grosso, qualcosa che sarà difficile da cambiare… >>
Sebastian replica subito: << Lady Katreena, vi assicuro che andrà tutto come previsto. Dopotutto avete un diavolo di maggiordomo al vostro fianco. >> sorride per poi farmi l’occhiolino.
La sua risposta riesce a farmi scrollare la tensione accumulata durante la giornata, facendomi sorridere.
<< Hai ragione, me n’ero dimenticata. >>
Passata un’ora, la carrozza arriva finalmente davanti alla villa di questo famigerato visconte Druitt, o meglio, il visconte Aleistor Chamber.
<< Siete pronta? >> mi chiede Sebastian una volta che si è messo la maschera. La trovo stranamente familiare, così come il suo abito…
“Ma certo! Lui era vestito così nel mio sogno.”
Realizzo poco dopo per poi annuire e indossare la mia maschera a forma di pipistrello decorata con un motivo gotico nero.
Il corvino mi aiuta a scendere e mi prende a braccetto, per poi incamminarmi insieme a lui verso la scalinata principale che porta all’interno.
 
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Salve a tutti! Sì sono ancora viva ahah. Mi scuso per il tremendo ritardo ma avendo molte cose da fare, non sono riuscita a star dietro alla fanfiction. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se vi va lasciate pure una recensione. Le critiche sono sempre ben accette a patto che siano costruttive ^^ Detto questo vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo. A presto (spero)!
                                                 - KuroHeart

 
   
 
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