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Autore: Civaghina    13/01/2019    0 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Leo si è ripreso bene dall'ultima chemio, e riesce ad ottenere dalla Lisandri il permesso di andarsene sul terrazzo insieme ai suoi amici; la tranquillità non dura a lungo, ma la gioia di poter trascorrere una giornata "normale", prevale su tutto.


Domenica, 3 marzo 2013

Allora Leo... mi sembra che ti sei ripreso molto bene, eh? Dalla chemio dell'altro giorno” mi dice la Lisandri che è venuta a visitarmi, accompagnata da Ester.

Beh, perché il peggio deve ancora venire, no?” le rispondo io giocherellando con il plettro della chitarra; tanto ormai lo so che le cose per me non vanno mai bene troppo a lungo.

Nooo, e perché? Non essere così pessimista” mi risponde lei guardando i risultati degli esami del sangue che ho fatto ieri, mentre Ester aggiorna la mia cartella clinica. “Non è detto, eh?”

Allora posso avere il Permesso del Sole?!”

Cos'è il Permesso del sole?” mi chiede Vale incuriosito.

Poter andare al campetto da basket!” esclamo io sorridendo, ma la Lisandri scuote la testa. E ti pareva!

Dovresti rimanere almeno un altro giorno a letto.”

No... no!” protesto io. “La prego! Ho bisogno di uscire! Anche perché... Oggi in città c'è festa...” comincio a canticchiare suonando la chitarra, mentre Ester si trattiene a stento dal ridere, e la Lisandri stessa non riesce a fare a meno di sorridere. “La gente va in giro tra le bancarelle... e stanotte ci sono i fuochi... E noi stiamo qua. Dai! Mi dia il permesso di andare al campetto!” esclamo accennando una gomitata complice e sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.

Va bene, d'accordo” cede lei togliendosi gli occhiali.

Mattina e pomeriggio?!”

Mattina e pomeriggio.”

Grande!” esulto io.

E comunque i fuochi si vedono benissimo anche dai nostri finestroni, Leo!” puntualizza lei mentre si avvicinava al letto di Vale.

Non è proprio la stessa cosa...” ribatto io con tono sarcastico.

Come ti senti?” domanda la Lisandri a Vale, prendendogli il polso tra le dita.

Bene, bene! Bene... Posso avere anch'io questo... Permesso del sole?”

No... con la gamba così direi proprio di no.”

Dottoressa... per favore.”

Ho detto di no. Hai anche un po' di alterazione, eh? Controlliamo” dice, rivolta ad Ester. “Vedrai che ci sarà il sole anche la prossima settimana, Vale.”

Non preoccuparti Vale” cerca di rassicurarlo Ester, accarezzandogli il viso, dopo avergli messo il termometro sotto all'ascella. “Non ti perdi niente. Di domenica non succede mai niente in ospedale.”

Non darle retta Vale!” gli dico io che sono già sulla carrozzella, pronto ad andarmene: non si sa mai che quella là cambi idea! “La domenica succedono sempre un sacco di cose!”; Ester mi guarda male e mi colpisce sulla spalla mentre io rido, e proprio in questo momento arrivano Davide e Toni, correndo sulle loro carrozzelle.

Leo! Vale! Ho il permesso del sole!” esclama Toni dal corridoio, bussando al vetro che dà sulla stanza.

Anch'io!” sorride Davide.

Ce l'ho anch'io! Adesso arrivo!” esclamo io. “Adesso vado a invitare anche Cris!” aggiungo poi rivolgendomi a Vale. “Non ti dispiace, vero?”

No no, tranquillo, tanto devo... devo ancora studiare...”

Ooooh!” urlo io tappandomi le orecchie. “Non pronunciare quel verbo davanti a me, che mi dà fastidio! Vabbè, ci vediamo, ciao!”; e raggiungo Toni e Davide che mi stanno aspettando in corridoio. “Poi ti racconto tutto!”

Evvaaai!” esulta Toni. “Andiamooo!”

Andiamo dai” dice Davide.

Sì sì, statemi dietro che vi faccio strada!” esclamo io.

Sole! Sole! Sole!” grida Toni entusiasta mentre ci dirigiamo verso il reparto di Cris.


Toni e Davide mi aspettano fuori dal reparto, per non dare troppo nell'occhio, ma Cris non è nella sua camera; Laura mi dice che è in mensa, e la raggiungo lì, trovandola seduta al tavolo davanti al vassoio della colazione che mi pare ancora intatto; non sembra essere di ottimo umore, è totalmente persa in chissà quali pensieri, e non si accorge nemmeno di me che busso al vetro, finché Valeria non la chiama; finalmente si volta verso di me, che le faccio cenno di raggiungermi, e lei si precipita.

Ciao Cris!” le dico sorridendo.

Sono contenta di vederti! Stiamo insieme oggi?”

Noi andiamo al sole! Vieni con noi?”

Ah... sei venuto per questo?” mi chiede lei lasciandosi cadere su una sedia, e giurerei che è parecchio delusa. Forse dopo il bacio dell'altro giorno si aspettava un appuntamento romantico; non siamo più rimasti soli da quella volta, e diciamo che io ho volutamente evitato che succedesse; il bacio è stato bellissimo, ma non voglio complicazioni.

Eh sì, certo!” esclamo facendo finta di non capire. “Cosa c'è di più bello?! E... giochiamo a basket! Prenditi un paio di scarpe da ginnastica!”

Meglio di no” mi risponde lei in tono serio.

Cris, ma è domenica! Che fai tutto il giorno?! Guardi il muro?!” le domando io ridendo.

Magari trovo qualcuno a cui non frega niente del sole...” mi risponde piuttosto infastidita.

E chi sarebbe questo cretino?! L'Uomo Talpa?! Dai Cris!” insisto io, e le afferro una mano. “Tanto neanche se ne accorgono!”

Lasciami!” mi dice lei con rabbia, alzando la voce, liberando con forza la mano dalla mia stretta. “Ma come fai a vivere così?! Ci pensi alle cose che fai o no?!”.

Se penso alle cose che faccio?

A volte sì, a volte no.

Quando vivi sapendo che la morte potrebbe essere vicinissima, non te ne frega poi molto di pensare a quello che fai.

Vuoi solo vivere il più possibile.

Goderti tutto quello che puoi.

No” le rispondo dopo qualche secondo. “Le faccio e basta.”

Si vede!”

I pensieri... li lascio tutti a te. Non mi vedi?! Sono un bestione! Penso solo alle cose elementari: mangiare, bere, baciare le ragazze..., stare al sole...”; il mio tono strafottente si fa via via più serio, quasi senza volere, fino a scaraventarle addosso ciò che da quasi un anno monopolizza la mia vita: “E cercare di non morire”.

Lei rimane a guardarmi in silenzio, con gli occhi lucidi; si vede che sta per piangere, e non riesce a dirmi niente. Pure io non so più che dirle, e me ne vado, mentre lei rimane seduta lì e non mi ferma.


Il discorso con Cris mi ha lasciato un po' d'amaro, ma c'è il sole, io mi sento in super forma, e non ho nessunissima intenzione di farmi rovinare la giornata, da nessuno, tantomeno da una ragazza. Raggiungo Toni e Davide, e vado con loro verso gli ascensori, urlando di gioia: “Sole! Sole! Andiamo ragazzi! Sole, stiamo arrivandooo!”

Ma io non capisco tutta questa eccitazione...” dice Davide seguendomi. “Sole o non sole, sempre nella merda stiamo!”

È sempre bello vederti così, con questo buonumore!” lo rimbecco io. “Sei l'allegria fatta persona!”

Dove andate ragazzi?” ci domanda Ulisse uscendo dall'ascensore.

Al sole” gli rispondo io.

Siete sicuri che avete il permesso?” ci chiede facendo un sorrisetto, mentre io annuisco.

E tu chi sei?!” esclama Davide. “Il buttafuori di una discoteca?! Mi vuoi mettere il timbro al polso?!”

In fronte te lo metto er timbro, a te!” ribatte Ulisse facendo ridere Toni. “In genere, dopo un po' che stanno qua le persone migliorano, questo invece continua a peggiora'! Ma come mai?!”

Non farci caso” gli dico io. “Rompe pure a noi! Ha sempre da ridire su tutto, eh! Comunque ci ha autorizzato la Lisandri. Se non ci credi, chiamala e hai la verifica!”.

Ulisse ci guarda per un attimo e poi si sposta, lasciandoci libero il passaggio per l'ascensore: “Dai... Forza, salite!”

Andiamo ragazzi!” esclamo io impaziente, salendo sull'ascensore; quando raggiungiamo il piano del terrazzo, spalanco il portone ed esco fuori alzando le braccia al cielo: “Buongiorno mondo!”

E questo sarebbe un campo da basket?!” si lamenta Davide con tono polemico. “Gli manca solo la carta igienica e poi si che è un vero cesso!”

È bello invece!” osserva Toni, guardando le lenzuola stese ad asciugare al vento. “È come stare sopra al Vesuvio!”.

Io mi stiracchio e poi sorrido: “Osservate bene ogni cosa figlioli... Tutto questo... un giorno sarà vostro!”; ma poi rido e faccio un gestaccio, andando verso il muretto, mentre loro mi raggiungono. “Per fortuna qui c'è il vostro Leo che pensa a voi!” gli dico tirando fuori dalle tasche della felpa tre paia di occhiali da sole con la montatura gialla.

E questi dove l'hai rubati?!” mi chiede Davide sorpreso.

Io non rubo” puntualizzo passandoglieli. “Prelevo!”

Ma da dove?” mi domanda Toni.

Ambulatorio oculistico.”

Gialli!” sottolinea Davide, polemico come sempre.

Eh sì, così pensano che nessuno se li frega...” gli spiego io.

E sono pure graduati!” si lamenta lui.

Io indosso gli occhiali e mi volto a guardarlo: “Ma che te frega?! Mica ci dobbiamo andare in giro! Servono giusto per stare così... allungati al sole come tre lumaconi!” dico allungandomi sulla carrozzella e stendendo la gamba sul muretto.


Da tanto tempo non vedevo l'ora di tornare quassù, e il sole di fine inverno è davvero piacevole, purtroppo veniamo presto disturbati: sentiamo aprire il portone, e poi sentiamo qualcuno dire con tono piuttosto arrogante di spostarci, che loro vogliono giocare. Ci voltiamo tutti e tre per vedere chi cazzo è che parla, ed è un tizio in carrozzella che non ho mai visto; tiene un pallone da basket sulle gambe, ed è insieme ad altri tre ragazzi, mai visti anche loro.

Io mi tolgo gli occhiali da sole per guardarlo dritto negli occhi e fargli capire chi comanda qui: “Guarda che ci siamo noi qua.”

A fare che?!”

A prendere il sole.”

Beh, ma questa non è una spiaggia!” esclama quello con tono sarcastico, facendo ridere i suoi amici. “Andate in pace!”

E tu chi cazzo sei, adesso?!” sbotta Davide, parandoglisi davanti.

Ehi... passa in infermeria: fatti dare un Valium” gli risponde quello con un sorrisetto del cazzo.

Fattelo dare te, un Valium!”

Sentite ragazzi, noi non vogliamo litigare...” ribatte ancora quello, prendendoci per il culo. “Non vogliamo farvi male. Facciamo così: mettetevi lì, e se vi va guardate!”.

Già mi stavano girando le palle ad elica, ma adesso non mi posso proprio più trattenere e mi avvicino a lui: “Guardiamo che?!”

Noi che giochiamo” mi risponde mentre i suoi amici ridacchiano.

Senti un po', se non te l'ha detto nessuno... te lo dico io... qual è il tuo nome, jet privé?” gli chiedo alludendo alla scritta sulla sua canotta.

Ruggero.”

Ruggero... Ascolta Ruggero caro...” gli dico con lo stesso tono che ha usato lui prima. “Ti abbiamo tolto la camicia di forza, ma tu ora devi tornare in te: tu non sei mica un giocatore dell'NBA, non guadagni milioni di dollari e... non sei Michael Jordan! Perciò non ce ne frega un cazzo di guardarti mentre giochi a basket!”

Giusto!” esclama Toni. “Il sole è di tutti!”

Ma non voglio il sole, voglio soltanto quel canestro, che per vostra sfortuna sta dove sta il sole...” ribatte Mister Arroganza lanciando la palla verso il canestro e centrandolo. “Tutto qui” conclude con un altro sorrisetto del cazzo.

Cazzo...” bisbiglio io a Toni: sarà pure uno stronzo, ma coi lanci ci sa proprio fare! Torno a guardarlo dritto in faccia, senza scompormi: “Noi da qua non ce ne andiamo!”

Hai sentito bene?!” gli dice Davide alzando la voce. “Noi non ce ne andiamo da qua!”

Forse se lo chiedevate con gentilezza ce ne andavamo...” interviene Toni. “È importante la gentilezza...”

Infatti!” esclama Davide. “Noi vorremmo giocare. A basket io sono il migliore della mia scuola.”

Bene!” sorride Mister Arroganza soddisfatto. “Allora perché non facciamo una bella partita?”

D'accordo!” approvo io.

Chi vince resta la mattina, e gli altri prendono il pomeriggio” propone lui.

Vi facciamo un culo così! Hai sentito, no? Lui è il più bravo della sua scuola!” esclamo io indicando Davide.

Sì, e quanti sono nella sua scuola?” mi sfotte un biondino. “Due?!”

Dai, giochiamo, forza!” incita Mister Arroganza ridendo.

Sì, e basta!” gli fa eco un altro.

Aspetta” dice Davide. “A noi ci serve mezz'ora! Voi già vi conoscete, noi non abbiamo mai giocato assieme! Poi voi siete quattro e noi siamo tre, è scorretto così!”

Evvai!” esulta Toni. “Si vede che sei forte!”

Ma quanto parlano questi?!” brontola il biondino. “Giochiamo!”

Cos'è? Avete paura dei nostri schemi?!” domando io con tono provocatorio a Mister Arroganza.

Che palle!” risponde lui. “Va bene, ci vediamo fra mezz'ora. Tanto la partita la vinciamo noi!”

Sicuro?” lo canzona Toni.

Lui ride e si allontana, seguito da quegli altri.

Tu, Toni, come te la cavi?” gli chiedo io quando rimaniamo da soli. “No ragazzi perché... io sono una gran pippa, eh?!” ammetto ridendo.

No, io... me la cavo” risponde Toni. “Però in genere vinco in tre set. Sei-tre, sei-quattro e sei-quattro, però sono più forte al doppio!”. Ma questo sta a parlare del tennis! Siamo a posto, proprio!

Mi giro con aria seria verso Davide e gli appoggio una mano sulla coscia: “Davide... siamo nelle tue mani, eh?!”

Perché, che ho detto?!” esclama Toni.

Oh Leo..., io dicevo così perché quello faceva il cazzaro...!” dice Davide imbarazzato. “Io... non sono forte a basket, sono forte a calcio!”

Ma sei scemo?!”.

No, non è possibile! E adesso come cazzo facciamo?! Odio fare figure di merda, e poi non ci penso proprio a cedere il mio terrazzo! Ma qua ci serve un miracolo!


Ci stiamo allenando da un po', ma senza grossi risultati: non facciamo che mancare il canestro, e ogni minima possibilità di riuscire a battere quegli stronzi si allontana sempre di più.

Nooo!” protesto io quando Davide lancia la palla che io gli ho passato, ma non riesce ad andare a segno. “Ancoraaa!”

Oh Leo! Stai zitto!” mi risponde lui. “Io te l'avevo detto che sono una pippa a basket, e che il mio forte è il calcio!”

Ti dovevi stare zitto allora!” ribatto io alzando la voce. “Oppure sfidarli a calcio!”

Che poi in carrozzella viene una bellezza!” commenta Toni ridendo.

Ci proviamo ancora: io palleggio e passo il pallone a Davide; lui l'afferra, ma stavolta, anziché lanciare a canestro, lo passa a Toni, che riesce a fare canestro.

Oh-oooh!” esclamo io entusiasta.

Ooooh! Maradonaaa!” esulta Toni. “Esplode il San Paolo! Vaaai!”.

Io lo guardo annuendo: “Che canestro!”

Ma potresti rifarlo un attimo?” gli domanda Davide.

Passa, jà!”.

Ed io gli passo il pallone: “Dai Toni, riprova!”.

Toni lancia e va di nuovo a canestro, tra le nostre urla esultanti.

Toni, ma sei una bomba!” gli dico sorridendo.

Ma-ra-do-na!” esulta lui, gasatissimo. “Ma-ra-do-na!”

Abbiamo trovato l'arma segreta!” esclama Davide soddisfatto.

E adesso ci manca solo il quarto uomo!” osservo io.

Con Vale fuori gioco, l'unico possibile giocatore che mi viene in mente è Nicola, e ci precipitiamo tutti verso la sua stanza per andare a chiamarlo.

Pistaaa! Pistaaa!” annuncia Toni correndo come suo solito con la carrozzella, e stranamente questa volta non va a sbattere contro niente e nessuno.

Ciao Nicola!” sorrido io entrando, e trovandolo intendo a giocare a carte con Gino. “Tutto bene?”

Tutto a posto” annuisce lui senza troppa convinzione. “E voi?”

Ci siamo incatenati con certi stronzi!” esclama Davide ridendo. “Ci hanno sfidato a una partita a basket...”

Siamo venuti a prenderti!” gli dice Toni.

Ed io gli spiego il motivo: “È perché... ci serve un quarto giocatore!”

Per il doppio” aggiunge Toni.

Zitto Toni!” sbuffa Davide.

Giocatore?!” esclama Nicola ridacchiando. “Ma mi avete guardato? Vi sembro uno che può giocare?!”

Sei tu che mi hai detto che da giovane eri sportivo, eh!” gli ricordo io puntando l'indice verso di lui.

Massì... giocavo... ma...”.

Non sembra avere molta voglia, ma io insisto: “Eddai Nicola! Perché no?! Provaci! Che ti costa?!”

No, ragazzi, no...” dice lui alzandosi. “Non insistete. Anche tu Leo, per cortesia, non insistere...”

Scusate signor Nicola...” interviene Davide. “Non mi pare che state passando una bella domenica... c'avete una faccia...”

Che faccia?!”

La faccia di uno che è domenica e non è venuto nessuno a trovarlo...” gli risponde Davide con un sorrisetto. “Eddai! Venite con noi!”.

Nicola continua a non essere convinto, e si gira verso di me: “Ma... si può sapere perché il tuo amico mi dà del Voi?! Eh, è da settant'anni che non si usa più!”

Infatti, perché gli dai del Voi, scusa?” gli chiedo io.

Ché non lo vedi?! Perché è vecchio!”

Nicola, questo è il momento per dimostrare che non è vero, eh?!” esclamo io sorridendo. “Dai, vieni con noi!”

Ti ho detto che non posso!” sbotta lui, alzando la voce. “Ma come ve lo devo dire?! Come ve lo devo dire?!” urla togliendo dei libri dal letto e sbattendoli sul tavolino. “E che siete, sordi?! Ho da fare! Devo fare delle cose mie. Private! Personali! O lo devo raccontare a tutti quanti?!”; si siede sul letto, dandoci la schiena, e io giro la carrozzella verso la porta, facendo segno a Toni e Davide di andarsene.

Sicuro che va tutto bene?!” domando a Nicola, voltandomi di nuovo verso di lui.

Sì, sì...”

Hai per caso ricevuto cattive notizie da fuori?”

No, Leo, no”.

Gino mi fa segno di andarmene, e mio malgrado ci rinuncio e torno con gli altri sul terrazzo.


La partita è iniziata da un po', e non sta affatto andando bene: la squadra di Mister Arroganza è in vantaggio di un casino di punti.

Prendilaaaa!” grida Toni mentre la palla vola in direzione di Davide; lui l'afferra e poi la rilancia a me, che cerco di passarla a Toni, ma lui non riesce ad intercettare il passaggio ed è preceduto da Mister Arroganza.

Levagliela! Levagliela!” lo incito io, ma è troppo tardi, e quello va a canestro, per l'ennesima volta, raggiungendo i 19 punti, tra le grida esultanti della sua squadra.

Ti devi svegliare!” urla Davide contro di me. “La devi passa' bene! Quando sei sicuro la devi passare, no così!”

Guarda che stai parlando a uno che di basket ne sa molto più di te!” ribatto io.

Ne saprai di più, ma sei lo stesso un pippone!”

Perché non ti stai un po' zitto?! Hai sbagliato venti passaggi!”

È perché non posso sforzarmi, me l'ha detto il dottore!”

Per me...” interviene Toni. “Siete due seghe circolari tutti e due...”

La bocca della verità ha parlato!” esclama Mister Arroganza. “E bravo lo scemotto!” gli dice dandogli un buffetto sulla guancia. Ma come cazzo si permette?! In un attimo mi scaglio contro di lui, sbattendo di proposito la mia carrozzella contro la sua, e urlando.

Lascia in pace Toni perché mi incazzo, eh?!”

E se ti incazzi che succede?” mi chiede lui con tono provocatorio.

Succede che ti faccio un culo così!”

Che paura...” risponde lui col solito sorrisetto del cazzo, intercettando il tiro di un suo compagno e andando di nuovo a canestro.

Io esco un attimo, vado all'ombra...” dice Davide, che effettivamente non ha una bella cera; ma se già la partita è messa male, in due contro quattro è praticamente impossibile recuperare.


Vai Leooo!” mi incita Toni, ma anche stavolta Mister Arroganza è più veloce ad impossessarsi della palla e va a canestro, tra le urla di gioia dei suoi scagnozzi.

La situazione sembra ormai disperata, ma inaspettatamente arriva Nicola a salvarci: “Leo!”

Nicola!” urlo io entusiasta, andandogli incontro.

Quanto state?”

Un disastro...” si lamenta Davide.

Siamo sotto di ventitré punti...” rispondo io guardando il tabellone segnapunti.

Beh, allora ragazzi diamoci sotto, eh?!” esclama lui togliendosi la felpa.

Evvai!” esulta Toni.

Leo, tu chi marchi?” mi domanda Nicola.

Marco Ruggero.”

Sì... ti piacerebbe!” ribatte Mister Arroganza.

Vai Nicolaaaa!” lo incoraggia Toni quando lo vede prendere possesso della palla.

E questo da dove esce?!” domanda Mister Arroganza.

Questo è il nostro quarto uomo!” gli rispondo io sorridendo. “Adesso vediamo!”

Vaiii! Vai Nicola tiraaa!” urla Toni.

Leo!” esclama Nicola passandomi la palla, ed io la passo a Toni.

Vai, fai canestro!”.

Ed è canestro per davvero!

Dato che questa combinazione sembra proprio funzionare alla grande, decidiamo di ripeterla, cominciando così a segnare punti.

Forzaaa!” grida Mister Arroganza, ma i suoi compagni non riescono a rubare la palla a Nicola, che va dritto a canestro per l'ennesima volta, recuperando ancora il distacco, che adesso è di soli undici punti.

Ma dove guardate?!” sbraita Mister Arroganza verso la propria squadra, mentre io, Toni e Davide urliamo ed esultiamo.: “Delle pippe siete! Forza! Forza!”.

Nicola sta palleggiando di nuovo verso il canestro, quando però all'improvviso cade a terra.

Nicola!” lo chiamo io, avvicinandomi subito a lui che si è già tirato su a sedere, ma sembra parecchio disorientato e non risponde ai miei richiami. “Nicola! Oh! Nicola, tutto ok?” gli domando chinandomi verso di lui e appoggiandogli una mano sulla spalla.

E guarda qua!” sospira lui tornando in sé e recuperando la sua pantofola. “Sto giocando con le ciabatte! È normale, no?”.

Ed io sorrido sollevato: “Ti vado a prendere le scarpe, dai! Time out!”

Entro io!” dice Davide, dandomi il cinque quando gli passo accanto.


Pista! Pistaaa!” urlo sfrecciando per i corridoi. “Viaaa!”

Vai piano!” mi dice un vecchietto che sta camminando per il corridoio sorreggendosi al deambulatore. “Non si corre, qui!”; e poi ci si mette pure un dottore a rimproverarmi.

Scusa Gino, sai dove sono le scarpe da ginnastica di Nicola?” gli domando entrando nella stanza.

Lì, nell'armadio...” mi risponde lui sospirando.

Ma che è quella faccia?! Che vi succede oggi?”

Niente...”

Beh, non sembra...” dico io aprendo l'armadietto di Nicola e prendendo le scarpe.

È che sono preoccupato... per Nicola.”

Ma Nicola sta benissimo! Ha fatto un ruzzolone!”

È caduto?!” esclama lui allarmato.

Per forza, è venuto in ciabatte!”

E pensare che sono stato io a convincerlo a farlo venire...”

Ma che stai dicendo, Gino?!”

Vedi..., questa mattina il dottore... ha detto che... c'ha l'Alzheimer”.

L'Alzheimer?! Nicola?!

Ma l'Alzheimer... è quello che ti fa perdere la memoria?” gli chiedo dopo essere rimasto per qualche secondo in silenzio.

Sì...”.

No, cazzo! No! Non è possibile! L'Universo non può continuare ad accanirsi così con me e con tutte le persone a cui tengo! Ma dai, è assurdo! “Ma perché il mondo dev'essere quella merda che è?!” grido dando un pugno all'armadietto. “Perché?!”

Oh, calmati Leo...” mi dice Gino poggiandomi le mani sulle spalle. “Calmati! Non è detto comunque che gli venga... presto! Anche se qualche sintomo c'è... Leo... giurami che non gli dirai niente!”

Io non giuro niente!” urlo scostandolo in modo brusco, e poi me ne vado verso la porta.

Non gli dire niente! È moralmente giù! Leo!”

Non adesso! Non è giù!” urlo ancora uscendo come una furia dalla stanza. “Sta giocando! Vuole vincere! Lui è vivo!”.

E la vinceremo questa cazzo di partita! Eccome se la vinceremo! Mi precipito di nuovo verso gli ascensori per tornare sul terrazzo, intenzionato a mandare a fanculo Mister Arroganza e quegli altri tre idioti!


Il tempo a disposizione per la partita è quasi finito, e anche se siamo ancora in svantaggio, il distacco è ormai minimo.

Ce la possiamo fare!” dico per incoraggiare gli altri, avanzando con la palla verso il canestro.

Non credo proprio!” ribatte Mister Arroganza, marcandomi. “Manca solo un minuto! Forza ragazzi!”

Vai Leo!” mi incita Toni; io lancio la palla a Nicola, che a sua volta la passa a Toni, che tira a canestro e lo centra, mentre noi lo circondiamo e gridiamo entusiasti.

Sìììì! Manca solo uno!” esulta Davide. “Manca solo unooo!”

Che vi è successo?! Vi siete addormentati?!” sbotta Mister Arroganza con i suoi compagni di squadra.

Hanno avuto culo!” si difende uno di loro.

Nicola aggiorna il punteggio che adesso è di parità; è il momento della resa dei conti: avanzo palleggiando, passo la palla a Davide, che la passa a Nicola, fino ad arrivare a Toni che effettua il lancio decisivo, mentre io mi copro gli occhi con la mano per paura di scoprire come finirà la partita: canestro! Abbiamo vinto!

Toni urla di gioia con tutto il fiato che ha, e io, Davide e Nicola corriamo subito da lui e lo circondiamo in un grande abbraccio di squadra.

Non è ancora finita ragazzi!” urla Mister Arroganza avvicinandosi a noi. “Mancano ancora venti secondi! E a noi ci bastano per distruggervi!”

E che vuoi?” gli chiedo io parandomi di fronte a lui. “Eh?! E allora?!”

Non è ancora finita!” ripete lui spintonandomi, e a questo punto io mi difendo e gli metto le mani addosso, mentre continua a urlare che abbiamo barato; cominciamo a spintonarci a vicenda, mentre Davide, Toni e quegli altri inizialmente cercano di dividerci, ma poi finiscono per dare il via a una rissa.

Non appena Nicola, che era andato ad aggiornare il punteggio, si accorge della situazione, si affretta a raggiungerci per provare a fermarci, ma prima di lui arriva la Lisandri: “Che succede qui?!”; tutti si fermano e si dividono immediatamente, ma io no: questo stronzo merita una lezione, e non mi fermo mica perché è arrivata lei! “Che sta succedendo?!” domanda ancora, alzando la voce. “Chi vi dà il permesso di urlare in questa maniera e di prendervi a pugni?!”; mi sa che è proprio incazzata e che rischio di giocarmi non so quanti permessi, perciò tolgo le mani di dosso a Mister Arroganza e lo stesso fa lui. “Questo è un ospedale, se ve lo siete dimenticato?! Dentro! Tutti!” ordina urlando, indicando il portone. “Davide...” dice poi avvicinandosi a lui: “Ti avevo detto di non affaticarti. Meno male che tua madre mi ha detto che eri qui.”

È la vice” puntualizza lui stizzito.

Siete degli irresponsabili!” continua ancora la Lisandri, urlando. “Tutti quanti! E stasera vi voglio tutti nelle vostre stanze! E niente fuochi d'artificio!”.

Mi sa che è meglio che ce ne andiamo in stanza per davvero, è proprio nera, ma col cazzo che stasera rinuncio ai fuochi!


Io, Toni e Davide siamo troppo contenti di aver vinto contro quei quattro coglioni, e quando li rivediamo, usciti dall'ascensore, non ci tratteniamo certo, e cominciamo a intonare un coro da stadio: “Bisogna saper perdere... non sempre si può vincere...” sbattendo le mani contro le fiancate del carrello per i panni, in cui siamo dentro io e Toni, spinti da Davide. “Siamo noooi... siamo noooi... i campioni del reparto siamo nooooi...!

Avete rubato!” protesta Mister Arroganza. “La partita non era ancora finita!”.

Ma noi continuiamo a cantare: “Siamo noooi... siamo noooi... i campioni del reparto siamo noooi!”

La vuoi finire?!” sbotta quello prendendosela con Toni e spintonandolo. “Ma che pensi di fare?!”.

Eh no! Adesso basta, cazzo! Non è la prima volta che questo stronzo se la prende con Toni, oggi! Ma adesso mi ha proprio rotto! Mi alzo in piedi, appoggiando una mano al bordo del carrello per tenermi in equilibrio sulla gamba, e mi sporgo verso di lui. “Vieni qua!” urlo afferrandogli la maglietta, già pronto a sferrargli un pugno, mentre Toni cerca di trattenermi, aiutato da Cris che è appena arrivata insieme a Vale, e che si mette in mezzo per dividere me e Mister Arroganza.

Ma che fai?!” gli dice Cris spingendolo via.

Ma che bravi!” esclama lui sarcastico. “Vi fate difendere dalle donne adesso, eh?! Che coraggio! Chi è lei, la ragazza di tutti?!”

Cos'hai detto?!” urlo io. Questo è veramente troppo! Maledizione! Come vorrei poter saltare giù da questo carrello e andare a spaccargli la faccia! Questa sensazione di impotenza fa schifo! “Vieni qua!”

Ritira quello che hai detto!” interviene Vale, spintonandolo. “Ritira quello che hai detto!”

Ti tiro un pugno in faccia se non ritiri quello che hai detto!” urlo io sporgendomi ancora dal carrello.

Lascia stare!” mi dice Cris, trattenendomi. “Non ne vale la pena!”.

Mister Arroganza mi guarda negli occhi, senza scomporsi: “Io non ho detto nulla che devo ritirare.”

Va bene. Stanotte ci ritroviamo” gli dico io. “E facciamo una sfida io e te. Da soli.”

Una sfida?!” esclama lui ridendo. “Che parolona! Siamo nel medioevo forse?! Perché non facciamo una bella rissa tutti insieme?”

Sì!” approvano subito Toni, Davide, e pure gli altri.

È inutile mettere in mezzo gli altri. È con me che te la devi vedere” ribatto io puntandomi l'indice contro il petto.

Perfetto” annuisce lui. “Ci vediamo stasera nelle cucine.”

Va bene.”

A cosa mi vuoi sfidare?! Corsa delle bighe?!”

Perfetto”.

Lui mi lancia un ultimo sguardo provocatorio e poi mi volta le spalle allontanandosi, seguito dai suoi amici, mentre Toni ricomincia il coro da stadio, e io, Davide, Cris e Vale, non possiamo che cantare anche noi.

Ma insomma!” ci rimprovera la Calcagnini, di passaggio. “Ma basta! Non vi voglio più sentire! Ragazzi! Tutti nelle vostre stanze! E basta!”.


Finalmente è arrivata la sera, e tra poco sarà l'ora della sfida! Ho fatto riferire a Mister Arroganza che ci vediamo alle dieci, e adesso Toni sta sistemando le ruote della mia carrozzella, manomettendone i raggi.

Sicuro che così va più veloce?” gli chiedo io mentre lo aiuto.

Al mille per mille! E poi... per quello che va su due ruote fidati di me!”

Come no!” esclamo io rimontando una ruota. “Su due ruote ti sei solo fracassato una decina di ossa... se non mi fido di te...!”.

Lui monta l'altra ruota e poi ne prova la velocità: “Wow! Sono il Maradona dei meccanici! Gli ho tolto un paio di raggi, vedrai come fila! E poi, se non basto io... c'è Gennarino!”

E chi è?!”

San Gennaro!” mi spiega lui tirando fuori dalla tasca un santino, ed io rido, e pure Vale. “Te lo metto qua!” mi dice incastrando l'immagine sotto la carrozzella mentre sospira soddisfatto per il lavoro compiuto.

Io vado a prendere Nicola!” esclamo tirando giù la carrozzella dal tavolino e sedendomi: “Ha detto che voleva venire anche lui! Ci vediamo nel seminterrato.”

Ma la vuoi fare veramente questa gara, Leo?” mi domanda Vale, impegnato a ripulire con uno straccio umido i suoi pennelli, dopo aver dipinto. “Alla fine... a noi cosa ci frega di quel coglione di Ruggero?”

Ha offeso Toni. E anche Cris.”

Prima la partita, poi questa gara... poi cos'altro?! I coltelli? Le pistole? Non siamo nel Far West, non facciamo i bambini...” mi dice con un tono da maestrino del cazzo.

Io non faccio il bambino” ribatto con tono serio. Ma come si permette a darmi del bambino?! Non ha passato un decimo di tutto quello che ho passato io!

Vabbè, era un modo di dire...”

Io non faccio mai il bambino” ribadisco guardandolo dritto negli occhi. “Ricordalo”; tengo lo sguardo fisso nel suo finché lui annuisce in silenzio, poi mi avvicino a Toni. “Toni, sono pronto per fare un culo come una campana a Mister Arroganza di questa preziosissima minchia!”

Sì!” risponde lui solennemente.

Mi fai da testimone?”

È un onore capo!”

Andiamo!” esclamo stringendogli la mano nel gesto del Watanka.


Ma questo ragazzo qui... Ruggero... che malattia ha?” mi domanda Nicola mentre andiamo verso la cucina, insieme a Toni.

Da come si comporta direi che c'ha qualcosa al cervello” gli rispondo io. “È un vero deficiente!”

Sì, ma mica starà in ospedale per questo! Che c'ha?”

Non lo so. Ma perché me lo chiedi?”

Beh, perché non è solo un nemico, è anche uno come te, uno che sta qui e chissà dove altro vorrebbe stare”.

Resto in silenzio per qualche secondo, colpito dalle sue parole. “A questo non ci avevo mai pensato” dico poi.

Eh, infatti! Me n'ero accorto!”

Il dinosauro è il tuo padrino?” mi chiede Mister Arroganza appena mi vede arrivare in compagnia di Nicola.

No no” gli rispondo io sorridendo. “Lui è il mio avvocato.”

Avvocato Nicola!” si presenta lui.

Il mio padrino è Toni” dico appoggiandogli un braccio sulla spalla.

E ché, non si vede?!” esclama Toni afferrando orgoglioso il bavero della giacca che ha indosso; dev'essere di suo nonno, perché non è di certo giovanile, ed è almeno di due taglie più grande.

Allora? Questa gara come la fate?” domanda Nicola.

Solito percorso” risponde il biondino mangiando una banana.

No, ma questa è una gara speciale!” esclama Toni.

Ha ragione Toni” interviene Nicola. “Qui ci vuole il circuito lungo.”

E qual è la posta in gioco?” chiede Mister Arroganza.

A me interessa solo vedere chi è il più forte qua dentro” gli rispondo io.

A me no. Perché non facciamo che chi vince si prende il campetto da basket? Sia la mattina che il pomeriggio.”

Eh no!” ribatto io sorridendo. “La mattina l'abbiamo già vinta noi.”

Il brontosauro ha raddoppiato il percorso, io raddoppio la scommessa”.

Mi volto verso Nicola, che mi fa un cenno di assenso con la testa, e decido di accettare. “D'accordo” dico a Mister Arroganza. “Però tu non dirai più battute del cazzo contro Toni!”

E perché?! Fai parte della protezione animali?!” esclama lui col suo sorrisetto del cazzo!

Oh! Ma vedi come fa?!” sbotto io guardando Nicola, che mi dice di calmarmi e mi appoggia una mano sulla spalla. “È più forte di lui! È stronzo 'sto qua! Adesso gli do un pugno che lo ammazzo!”; mi scaglio contro Mister Arroganza, ma Nicola mi ferma afferrandomi per le spalle.

No, niente risse! Forza! Non se ci sono io.”

Bravo lo pterodattilo” dice lo stronzo. “Benvenuto nel terzo millennio!”

Ben trovati” gli risponde Nicola con tono molto serio.


La gara è pronta a iniziare, e la tensione nell'aria è palpabile: Leo e Ruggero hanno la mascella serrata e lo sguardo fisso davanti a sé, pronti a partire; si lanciano un ultimo sguardo di sfida, prima che Nicola dia il via, e poi cominciano a spingere le sedie a rotelle più veloce che possono, incitati dai rispettivi amici.

Cris è agitatissima, e non riesce a trattenersi dal saltellare e battere le mani mentre fa il tifo per Leo, che le passa velocemente accanto uscendo dalla cucina e lanciandole la felpa di cui si è appena liberato. Vai! Vai!” esulta stringendo la felpa, gesto che non sfugge affatto a Vale.

Ragazzi, prepariamo l'arrivo” dice Nicola, prendendo l'iniziativa. “Lo facciamo qua, eh? Cris, dammi una mano, il tavolo... forza, forza!”

Sei geloso, vero?” domanda Davide a Vale ridendo: neanche a lui è sfuggito l'eccessivo coinvolgimento di Cris.

Aiutatemi!” esclama Cris, visibilmente emozionata, mentre sistema il tavolo.

Dai, dai, qui va bene” interviene un amico di Ruggero.

Cris è eccitatissima e si fa aria sventolando la felpa di Leo; la stringe, l'annusa, la porta alle labbra senza neanche rendersene conto.

Vale invece sì.

Vale se ne rende conto, e una fitta di gelosia gli stringe il petto. La sola idea che Cris possa pensare a Leo in quel senso lo fa impazzire. Non potrebbe sopportare di vederla tra le sue braccia.

Il solo pensiero è insopportabile.

Vado a prendere il nastro” dice Nicola.

Intanto Leo e Ruggero si stanno fronteggiando in un lungo testa a testa lungo i corridoi dell'ospedale; quando Cris li vede arrivare, da lontano, corre ad avvisare gli altri, che si spostano per lasciare posto ai due sfidanti. Con uno scatto, Leo riesce a superare per un attimo Ruggero, riuscendo così a passare per primo dalla porta della mensa, e riuscendo a tagliare il traguardo, tra le urla esultanti dei suoi amici: “Sììì! Grandeee!”

Sììì!” esclama Cris. “Primo!”

Il campetto è nostro!” afferma Leo col fiatone, voltandosi verso Ruggero. “Mattina e pomeriggio. E non offendere più Toni, Cris, e nessun altro.”

Rispondi!” incalza Davide dando un calcio alla sedia a rotelle di Ruggero, che se n'è stato zitto finora e si è limitato a guardare Leo con rabbia.

Andatevene a fanculo. Tutti quanti!”

Ecco, bravo, togliti dai coglioni!” gli dice Davide, mentre lui gira la sua carrozzella per andarsene, imitato subito dai suoi amici.


Cris si avvicina a Leo, e sorridendo raggiante gli appoggia la felpa sulle spalle, per poi dargli un bacio sulla guancia, pericolosamente vicino alle labbra. “Grazie, mio cavaliere!”.

Leo sorride, piacevolmente sorpreso, mentre lei lo guarda come ammaliata.

T'ho detto che ti devi dare una mossa!” bisbiglia Davide a Vale. “Sei proprio un bradipo!”.

Dai, ti aiuto a mettere questa” dice Cris a Leo, togliendogli la felpa dalle spalle, ma vengono interrotti dal rumore dei fuochi d'artificio.

I fuochiiii!” urla Toni.

Via ragazzi!” esclama Leo precipitandosi verso gli ascensori. “Tutti sul montacarichi! Via via!”

Vaiii!” esulta Toni, correndo dietro a Leo con la carrozzella, seguito dagli altri.

Tu vieni qua!” dice Leo a Cris, chiamandola dentro al proprio ascensore.

L'euforia per la gara non li ha ancora abbandonati, e ad essa si somma l'impazienza di vedere i fuochi illuminare il cielo: i corridoi e gli ascensori si riempiono di risate entusiaste che si trasformano in urla di gioia una volta raggiunto il terrazzo.

Guarda!” esclama Leo indicando il cielo.

Cris saltella come una bambina senza riuscire a trattenersi: “Guarda quello!”.

In men che non si dica si allineano tutti uno accanto all'altro, vicino al muretto, per assistere allo spettacolo: Cris, Davide, Vale, Olga, Leo e Toni, mentre Nicola, seduto in disparte, fuma una sigaretta, alternando uno sguardo alla meravigliosa scena del cielo, e uno di contemplazione alla meravigliosa scena della giovinezza nel pieno del suo splendore: le grida di gioia, le mani strette una all'altra e sollevate verso il cielo, in questo momento irripetibile in cui la felicità sembra essere davvero a un soffio, e il mondo, nonostante tutto, steso ai loro piedi.

Leo e Cris si cercano con lo sguardo, si trovano, si sorridono.

Questi sguardi.
Quest'esatto momento.
Queste sensazioni.
Le parole che non possono dirsi.
È come se fossero in un mondo a parte.
È come se nessuno potesse vederli.
Ma Vale sì.
Vale li vede.
Vale avverte qualcosa.
Incrocia uno dei loro sguardi.
Ma prima di poter capire a cosa stia assistendo, quello sguardo non c'è già più, ed entrambi sono tornati a guardare il cielo.
Ma qualcosa sta nascendo.
E Vale lo sa.
E Cris lo sa.
E anche Leo lo sa.

Benissimo.
Anche se ancora non è ancora pronto ad ammetterlo.



   
 
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