Mi sarebbe piaciuto dire che non ci avevo riflettuto, che avevo agito d’istinto, senza pensarci, ma in realtà, anche se in un decimo di secondo, avevo valutato la situazione e sapevo bene che volare in un wormhole con una testata nucleare sulle spalle sarebbe stata l’ultima cosa che avrei fatto. Lo trovavo ironico, il genio miliardario playboy filantropo, che moriva durante un invasione aliena salvando Manhattan da un missile sganciato dagli umani. La verità è che ero terrorizzato, la parte razionale del mio cervello si era spenta e la paura mi aveva invaso, adesso mi viene spontaneo paragonarla al dedalo di emozioni che provavo in Afghanistan ma mentre mi lanciavo verso lo spazio ero anche sorpreso, sgomento, mi era sempre piaciuto pensare di non avere paura di lasciarmi tutto alle spalle, ma in quel momento mi chiesi veramente: “Io, Tony Stark, ho paura di morire?” conoscevo la risposta “Si, del resto ho molto da perdere”. Mentre l’armatura si spegneva non pensavo all’aria che si era esaurita, al dolore ai polmoni, o al fatto che stavo precipitando di nuovo verso la terra, pensavo solo al fatto che mi sarebbe piaciuto rivedere Pepper, o Rhodey, o Steve, Clint, Natasha, Bruce, Thor, Coulson, o persino Fury; tutte quelle persone mi avevano dato una seconda possibilità, per rimediare ai miei errori, per dare un senso alla vita che mi era passata davanti agli occhi senza che me ne importasse veramente e alla fine io l’avevo colta, mi ero sacrificato per un bene più grande e avevo paura, e continuai ad averne fino a quando non vidi altro che buio.
 
Questa è la mia prima ff su EFP, ne ho già scritte altre ma non le ho mai pubblicate fino a quando un amico non mi ha convinto a farlo. Comunque questa “cosa” è nata durante una notte insonne nel tentativo di capire cosa Tony stesse veramente pensando e provando mentre, alla fine di Avengers si lanciava nel portale per salvare Manhattan. Questo è quello che è venuto fuori, scusatemi per eventuali errori o incomprensioni.
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