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Autore: PONYORULES    15/01/2019    0 recensioni
« Facciamo cinquecento grammi? ».
« No, stavolta non funzionerà ».
« Ok, cinquecento grammi di mandorle e duecento di fichi secchi » continua imperterrito.
Taehyung lo spinge via, usando l'unica mano libera. Nonostante ci sia poco spazio, per un attimo vede sparire la testa dell'amico mischiarsi alla folla che sta aspettando pazientemente la metro.
« Ti ripeto che non serve a farmi cambiare idea ».
« .. e una bottiglia da tre litri di succo al kiwi » conclude JungKook, mentre entra con fare distratto nel vagone. L'amico lo affianca, si siedono accanto e per dieci minuti non si parlano tra loro.
Potrebbero essere scambiati per perfetti sconosciuti, anche se con divise uguali continuano a sostenere ognuno il proprio cipiglio. Si guardano attorno: l'uno fissa la mappa delle linee metropolitane, l'altro conta le fermate che mancano, controlla di non aver sbagliato come è solito fare anche se scende alla stessa da che ne ha memoria.
« Due ».
« Mh? ».
« Hai capito benissimo ».
« No, affatto » sul viso del più giovane si apre un sorriso accattivante. « Due cosa? ».
« Due bottiglie, sei litri in totale » ora è il più grande a sorridere. « Prendere o lasciare ».
[Pairing: YoonKook/TaeJin] [Cameo: Block B, Apink]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The X Place
Paint the Town X

Di lui mi occupo io.
Park Jimin non avrebbe potuto pronunciare scemenza più grande. 
Ed ora si trova davanti al cancello principale della residenza Jung senza un piano, senza coraggio e sopratutto senza invito. Sa bene come funzionano queste cose, l'ambiente in cui è cresciuto segue regole uguali, per questo motivo quando porta il dito fasciato da un grande anello d'argento al campanello, non si sorprende al vederlo tremare.
In lontananza sente l'abbaiare di un cane, sa che Mister Jung non lo ha addestrato a fare la guardia, ma ricorda l'animale grosso e nero perché spesso protagonista dei suoi peggiori incubi infantili. 
Una voce gentile con tono formale chiede nome e motivo della visita. Riconosce il governante, il signor Chang, e lo supplica di farsi aprire. Dapprima titubante, Jimin cerca in tutti i modi di convincerlo, facendo leva sulle nostalgie del passato e delle lunghe giornate d'estate in cui il signor Chang rincorreva lui e Hoseok per farsi ridare le proprie scarpe da lavoro.
Per un attimo tacciono e poi, con sua grande sorpresa, Jimin sente un rumore e il cancello comincia ad aprirsi.
« Park Jimin » si sente appellare una volta entrato nel salotto. Mister Jung è comodamente seduto alla sua poltrona, posta sui tre scalini nell'angolo della grande stanza dove di solito accoglie gli ospiti. La sua figura, austera e rigida nella seduta, sembra troneggiare sul ragazzo, che si comincia a stropicciare le mani nervosamente.
« Salve » balbetta. « Mi domandavo se potessi vedere Hoseok ».
« Mio figlio non può ricevere ospiti al momento » ammette, con sguardo severo. « E' molto malato, i dottori che lo hanno visitato dicono abbia contratto una forma di meningite » il signor Jung fa una lunga pausa. In seguito, aggiunge: « C'è un alto rischio di contagio. Per questo motivo egli è momentaneamente segregato nelle sue stanze e non potrà uscire fino a nuovo ordine ».
Jimin cerca più volte di sostenere lo sguardo di quell'uomo potente e di poche parole, ma non riesce a sconfiggere quegli occhi neri e freddi. Sembrano senza vita, aggiunge fra sé e sé. 
« Che ne è stato dell'accesso ai social o al suo smartphone? Mi ha sempre avvertito durante i suoi periodi d'influenza ».
« Non so dirti, è da qualche giorno che nemmeno io riesco ad avvicinarmi a mio figlio » le labbra di Mister Jung si assottigliano e il tono di voce diventa sprezzante. « E' possibile che abbia contratto questa malattia da uno di quei ragazzi meno abbienti che sta frequentando ultimamente » sospira, deluso. « Spero che tu possa risparmiare ai tuoi genitori questo tipo di preoccupazioni ».
« Lei mi conosce da quando sono piccolo, Mister Jung e sa che faccio spesso compagnia a suo figlio. Gli sono leale e condividiamo gli stessi interessi ».
« E le stesse perversioni, a quanto pare » sentenzia. 
Park Jimin si congela sul posto, il battito cardiaco da accelerato e sconnesso diventa lento. Si sente morire, come schiacciato da quelle parole.
« Non capisco a cosa si riferisce, signore ».
« Anche tu preferisci.. » Mister Jung sembra indugiare alla ricerca di un termine appropriato. « .. Le compagnie di ragazzi invece che di ragazze, dico bene? ».
« Se è questo che intende » il ragazzo va oltre, gonfia il petto e cerca di sembrare più fiero di se stesso di quanto non lo abbia mai mostrato a suo padre. « Non faccio distinzioni, signore. Di solito mi allieto con maschi, in egual misura con femmine ».
Gli occhi di Mister Jung si accendono improvvisamente di una luce funesta, spietata. 
L'orgoglio che Jimin ha cercato di manifestare si sgonfia come un palloncino bucato.
« Ho molto rispetto per la tua famiglia, figliolo. Per questo motivo ti congedo immediatamente senza aggiungere altro, perché potrei rischiare di distruggere non solo la tua persona fisica, ma anche quella spirituale ».

Gli pneumatici della macchina di Jin stridono sull'asfalto quando, con una brusca frenata, si arresta all'incrocio fra due vie anguste.
Gli sportelli dietro si aprono e nell'istante successivo i sedili posteriori vengono occupati da tre ragazzi: Taehyung e Jungkook boccheggiano, rossi in viso. In mezzo a loro, Jung Hoseok ha il fiatone ma non riesce a smettere di sorridere. Ha grandi lacrimoni che rigano le guance. 
« Ci siete tutti ».
« Non preoccuparti per Jimin e Namjoon. Ci raggiungeranno al The X Place appena possibile ».
« Grazie ragazzi » Hoseok abbraccia i due che gli siedono accanto. « Spero che nessuno vi abbia obbligato a farlo ».
« Diciamo che Jimin è stato molto.. » Taehyung sorride. « .. convincente ».
« Non potevamo lasciarti indietro » aggiunge Jungkook, che riceve un sonoro bacio sulla guancia. 
« Io non avrei partecipato » dice Jin, mentre si guarda intorno con aria nervosa. « Anzi, a dirla tutta, non so dirti come ci sono finito davanti a casa tua ».
« E' il suo modo per dirti: “Non preoccuparti, amico, puoi contare su di noi” » lo rimbrotta Taehyung, mentre si allunga in avanti e gli tira un pugno su una spalla con fare scherzoso.
« Io sono qui per caso perché sono stato prelevato contro il mio volere dal negozio senza essere messo al corrente di nessun dettaglio riguardo al tuo piano di salvataggio perché sarei una persona troppo onesta per acconsentirne l'attuazione » Yoongi rivolge uno sguardo tagliente nei confronti del guidatore. « Ho fatto un riassunto esaustivo? ».
« Mi ritengo soddisfatto ».
« Mi dispiace » sussurra Jungkook. « Non volevamo ti preoccupassi ».
« Rendendomi un passeggero ignaro e complice di queste assurdità secondo te la mia preoccupazione è aumentata o diminuita, Kookie?! » Yoongi storce tutta la schiena per riuscire a guardare negli occhi il ragazzo più giovane, che arrossisce. « Lasciamo perdere. Anzi, scusami tu: sono certo che, fosse stato per te, mi avresti coinvolto ».
« Sì, beh, non so, immagino di sì ».
Yoongi gli sorride. « So che posso contare su di te ».
Taehyung guarda in direzione del suo migliore amico e lo vede sciogliersi sul sedile dell'automobile.

Chiamata in uscita.

« Rap? Sei tu? ».
« Ehi, what's up, man? ».
« Tutto bene, amico, anzi sto alla grande. Con questo nuovo taglio di capelli sto riscuotendo un certo successo ».
« Continui a rimanere brutto, per me. Chissà cosa ci vedono le ragazze in un delinquente con la faccia larg- ».
« Ehi, ehi! Aspetta un attimo: come ti permetti di offendermi? Ricordo che l'ultima volta che ci siamo visti non facevi così tanto il gradasso » risata sguaiata dall'altro capo del telefono. « Hai cercato in tutti i modi di vincere quel diss, ma c'è poco da fare: sono pur sempre il campione in carica. Sono imbattibile! ».
« Non tirartela e non crederci troppo, Zico. Dammi tempo qualche settimana e ti asfalto. Ho già in mente un pezzo nuovo ».
« Sì, certo, certo. Allora, dimmi: qual è il vero motivo di questa chiamata? ».
« Avrei bisogno di un favore ».
« Favore? Di che tipo? ».
« So che hai un paio di appartamenti che affitti al bisogno ».
« E tu queste informazioni da chi le hai scucite? ».
« Zico ».
« Sì? ».
« Me l'hai detto tu. Quando sei ubriaco spiattelli tutto ciò che fai e tutto ciò che ti capita » Namjoon fa una pausa, pensieroso. « E anche i tuoi amplessi, chiaramente ».
Dall'altro capo del telefono, Zico sogghigna. « Hai ragione, dovrei smetterla di dirti tutte queste cose, non vorrei farti troppa invidia ».
« Ma che invidia ».
« Comunque sì, ho un appartamento vuoto al momento. Quanto dovrebbe fermarsi.. questa amica? ».
« Si tratta di un ragazzo ».
« Rap hai cambiato sponda e me lo dici così? ».
« Deve mantenere un basso profilo, Zico. E' importante ».
« La situazione è delicata, eh. Va bene, lascia fare a me. L'indirizzo te lo faccio recapitare dal ragazzo delle consegne. E' uno fidato ».
« Non sapevo gestissi un ristorante da asporto ».
« Oh, Rap, la tua ingenuità continua ad essere disarmante. Sei quasi tenero ».
« Come si chiama questo fattorino? » domanda Namjoon con tono seccato.
« Si fa chiamare U-Kwon. E' sempre la stessa storia, lo sai: non usiamo i nostri veri nomi. Diciamo che la prudenza non è mai troppa ».

Chiamata terminata.


 
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E come promesso eccoci di nuovo qui con un altro intenso quanto breve capitolo! 
Sono probabilmente l'unica ad essere così carica! La storia comincia ad infittirsi sempre di più, ho inserito un paio di nuovi personaggi. Diventeranno parte integrante di questa banda di scappati di casa oppure no? Al prossimo aggiornamento chiarirò un paio di cose!
Ho notato che sono in molti ad aver letto anche questi ultimi aggiornamenti ma pochissimi che hanno recensito: non sono alla ricerca di super recensioni o di finire nella sezione delle "storie più popolari", quanto più che altro di un feedback di qualche genere da parte vostra!

Vi abbraccio tutti,
Ponyo
  
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