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Autore: hanaemi_    16/01/2019    1 recensioni
"[...] Il prussiano sollevò una mano a salutarla e poco dopo la giovane lo raggiunse. Gilbert era stupefatto dinanzi a tanta bellezza: certo, Ungheria era sempre stata bella, anche quando vestiva di stracci e si rotolava nel fango con lui da bambini, ma quel giorno..."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Love me like there's no tomorrow



{ Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia
, Hungary
Pairing: PruHun
Parole: 805
Playing: "Love me like there's no tomorrow"- Freddie Mercury -->
 https://www.youtube.com/watch?v=ZWOP6HTLVWU   (ascolto consigliato durante la lettura della storia.) }


 

8 giugno 1867.

 

Gilbert era un uomo d'onore. Detestava Roderich, vero, lo detestava con tutto il cuore. Ma aveva degli obblighi nei confronti della sua nazione e soprattutto di Erzsébet, e questo spiegava perché, seppur col cuor pesante, egli fosse presente al matrimonio di Austria e Ungheria. Appartato in un angolo ad osservare gli altri da sopra il calice di vino rosso che stringeva in una mano, l'altra sul fianco, Prussia scrutava l'austriaco poco lontano, al cui braccio teneva stretta Erzsébet. La sua Erzsébet. La presa sul bicchiere si rinsaldò.

“Sarai soddisfatto, adesso” si ritrovò a pensare digrignando i denti in un gesto di malcelata rabbia, che subito si diradò quando le iridi smeraldine dell'ungherese incontrarono la sua figura. Il prussiano sollevò una mano a salutarla e poco dopo la giovane lo raggiunse. Gilbert era stupefatto dinanzi a tanta bellezza: certo, Ungheria era sempre stata bella, anche quando vestiva di stracci e si rotolava nel fango con lui da bambini, ma quel giorno...

“​Sei quasi bella quanto me. Quasi, bada bene” le sussurrò, prima di rivolgerle uno dei suoi soliti mezzi sorrisi e prendere un sorso di vino, trattenendosi così dallo stringere le sue mani sottili tra le proprie.
Erzsébet emise uno sbuffo divertito e distolse lo sguardo dal volto del giovane, mentre un lieve rossore andò a colorarle le gote, rendendola ancora più bella. A guardarli dall'esterno sarebbero potuti apparire loro gli sposi, viste le tenerezze che si stavano scambiando. Gilbert posò il calice semivuoto sul mobile che aveva alla sua destra, andando poi con la mano a carezzarle il viso. Sorrise. Sapeva che la ragazza non ama molto i trucchi e vederla quasi al naturale anche in un giorno così importante lasciava trasparire la sua caparbietà, perché riusciva a figurarsela benissimo mentre cercava di convincere le dame di compagnia a presentarsi come desiderava lei.


“Sei riuscita a spuntarla, alla fine. Come al solito.”  
L'ungherese risollevò gli occhi sul prussiano, rivolgendogli uno dei suoi sorrisi birichini, tanto simili a quelli sdentati che gli indirizzava quando erano piccoli.
 

“Potranno darmi in sposa, ma non sono un cagnolino. Non mi addomesticheranno mai del tutto.”
“Erzsébet, Meine Liebe, ci cercano” si udì dopo pochi attimi alle spalle dell'ungherese, che prontamente si voltò.
“Oh... sì, Roderich, arri--” 
Ma Gilbert fu più lesto e la trattenne, prendendola per mano.

“Mi concedi un ballo con lei, Roderich?” domandò, gli occhi color rubino del prussiano fissi in quelli viola dell'austriaco.
“Me lo devi, Roderich. Per l'ultima volta.” pensò.

E come se quel messaggio gli fosse giunto, Roderich annuì brevemente con il capo, prima di voltarsi e tornare dagli ospiti. L'ungherese tornò a guardare Gilbert, le labbra appena schiuse. Il prussiano le sorrise.

“Allora, che aspettiamo? Mi lasci condurre, almeno stavolta?”

La fanciulla sorrise, limitandosi ad assentire con la testa, e lo seguì in pista. Erano entrambi bravi a danzare, avevano imparato sin da subito a mettere i piedi nelle giuste posizioni e molto spesso si erano allenati insieme, talora con lei che conduceva lui perché "sono tanto brava quanto te a farlo, quindi zitto e lasciami guidare!", ma in quel momento non avevano nessuna voglia di seguire i passi. Semplicemente si strinsero in un abbraccio, lei col viso seppellito nella giacca di lui e lui ad inebriarsi dell'odore della pelle e dei capelli di lei, quei medesimi capelli che aveva tirato e quella medesima pelle che tanto spesso aveva colpito quando erano bambini. Quei medesimi capelli che aveva intrecciato e quella medesima pelle che aveva baciato a carezzato quando era stata da lui l'ultima volta, quando avevano fatto l'amore e l'aveva avvertito che presto sarebbe andata in sposa all'austriaco. Deglutì, socchiudendo gli occhi e stringendola a sé, quasi aggrappandosi alla sua presenza, come se si trattasse dell'ultima certezza che gli fosse rimasta.

E ad un tratto, come se fosse stato solo un battito d'ali, la musica si interruppe e la danza si concluse. La fanciulla sollevò il capo dal petto del prussiano, il quale prontamente si chinò a lasciarle un bacio sulla fronte mentre le asciugava gli zigomi con i pollici.

“Il pianto non ti si addice, Erzsi” le sussurrò all'orecchio, distratti poi dal colpo di tosse deciso di Roderich.

L'ungherese gli rivolse un sorriso malinconico, per poi avviarsi verso il marito.

“Eccomi, Roderich.”
“Meine Liebe, ci sono ancora tante persone che ti devo presentare...!” 

Gilbert li osservò allontanarsi, il mezzo sorriso sempre presente sulle labbra, per poi scuotere il capo e avviarsi alla porta. In fine dei conti aveva portato a termine il compito per il quale si era presentato al matrimonio, aveva ufficialmente detto addio a quella che sarebbe potuta essere la donna della sua vita, quindi a che pro restare?
 


 

 Love me like there's no tomorrow
Hold me in your arms, tell me you mean it
This is our last goodbye, and very soon it will be over
But today just love me like there's no tomorrow. ”

 
 

   
 
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