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Autore: Noa    17/01/2019    0 recensioni
Storia che parla di una Eos differente, dove Lucis, Tenebrae, Accordo e l'impero del Niflheim non sono i soli giocatori sulla scacchiera. Uno sguardo a come si è arrivati all'intricata situazione di Ardyn con gli Dei che lo hanno reso il demone che è diventato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La storia contiene spoilers di kingsglaive e di FF15



Una biblioteca sconfinata in un’ala isolata di un castello su di un picco a fianco di una cascata, maestoso e solitario, tanto bello quanto triste. Il sole di un pallido inverno abbracciava le grandi vetrate, la luce si sfaccettava nei suoi interni antichi, tuniche nere dalle ampie maniche a losanga, colletti rigidi e mantelli solo sulla spalla destra, un abito che identificava un ordine.
– Non è una domanda difficile Castor, sono un Erudita? –
–Non… non è la domanda esatta, mio Nie– ansia nella risposta. Un uomo avanti con l’età, dalla barba bianca ed i modi formali, non guardava mai il volto del suo interlocutore, la sua posa rigida era leggermente inchinata.
–Lo sono o non lo sono? –
–Lo siete e non lo siete…– tergiversava, retorica impilata e tanti anni a corte impedivano la risposta diretta.
–Questa non è una risposta! E’ parte del lascito, dover essere un Erudita, lo confermi o no maestro? – L’insistenza si stava facendo tagliente.
–Il vostro nobile predecessore ha lasciato istruzioni è vero, cinquecento anni addietro. Noi Eruditi siamo nati per questa sua volontà, per ricordare la storia e il Patto con Lucis, ed istruire Nie III. Così è stato. –
–“Solo un Erudita può creare un Erudita” sono parole incise nella pietra, non nel ghiaccio, come mi avete ricordato fin dall’infanzia! –
– Così è, mio Nie–
–Perché dunque non c’è risposta alla mia domanda? –
–L’imperatore del Cielo vuole essere solo un Erudita? – rilanciò l’anziano deciso a non cedere la disputa di dialettica che avrebbe cambiato le carte in tavola.
–Non è quello che ho chiesto. –
–E’ quello che chiederete se rispondessi alla domanda–
L’occhiata che ricevette fu trapassante, omicida quasi, non disse nulla per quasi un minuto.
–Vattene! E mandami Shusei– Lo liquidò impietosamente.
–Come desiderate– un inchino profondo, poi il congedo immediato. Il discorso circolare ancora vibrante nell’aria nella troppo spaziosa biblioteca.
Quando era completamente in silenzio il vasto spazio del salone invaso da libri e tavoli di lettura sembrava più cupo, opprimente nonostante le ampiezze, severo e giudicante. E proprio così si sentiva Nie III: giudicato.
La doppia porta in legno nero si aprì, un passo quantomeno affrettato, nessuna tunica nera questa volta. L’uomo appena entrato aveva una cinquantina d’anni, portava un abito dal taglio militare, la casacca a marsina lunga fino alle ginocchia. Si inchinò a quattro metri da dove si trovata il sovrano, formale ed elegante.
–Ai vostri ordini, mio Nie. Vi stavo invero cercando. –
–Davvero? Per constatare con me il mio fallimento? Non so ancora se sono un Erudita, Shusei– confessò con una voce affranta, cupa, non guardava l’uomo, ma davanti a sé, la cascata oltre le terrazze e le vetrate.
–Siete molto crudele a chiedere al Maestro degli Eruditi una cosa simile, per la terza volta in un anno per altro– il tono era inappropriatamente amichevole, una cosa possibile solo in privato ormai.
–Sono ancora senza una risposta…–
–Non vi serve davvero una risposta –
–Si, invece! Una conferma, qualcosa! – inveì.
–E’ una risposta che nessuno può darvi, perché nessuno in tutta Midgar dirà mai che il Nie è qualcosa di diverso dall’Imperatore del Cielo, ma questo non impedisce che siate più cose contemporaneamente – disinvolto, sembrava saper prendere il sovrano in un modo piuttosto unico.
Una risata proruppe, un sospiro sollevato, nel caos di qualcosa che sembrava crucciare la figura ammantata.
–Sei un tremendo bugiardo, ma sono felice del tuo mentirmi in questi casi–
–Lieto di sentirlo mio Nie, perché abbiamo notizie– il tono del Cancelliere di Archadia si era fatto severo dopo aver visto il sollievo nel sovrano, –Re Regis di Lucis ha risposto, manterrà fede all’accordo stipulato ai tempi di Re Egill. Accetterà una delegazione di Storici ad Insomnia –
Scese un nuovo tipo di silenzio. Teso, ansioso, come gli attimi prima dello scoppio di un temporale, quando tutto è pronto, ma bloccato in un istante che solo il primo tuono e lampo possono spezzare.
–Conosce il Patto? – domandò con freddezza metodica, qualcosa era ineluttabilmente cambiato.
–In modo approssimativo, come si ricorda una favola per così dire, e non credo abbia il tempo e la forza per una vera ricerca delle risposte–
–Nessuno a guidarlo? Lo trovo improbabile– stizza, lievissima, ma percettibile nella voce, – cosa mi dici dell’Oracolo? –
–A Tenebrae, come atteso–
–Bene– si ricompose in una freddezza compassata, –sai cosa fare–
Ancora un inchino e la porta si chiuse, nuovamente il silenzio.
  
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