Scritta per il #writober2018 di
#fanwriterit.
Prompt Lista 2: 26. Oc.
Fandom: Dragonball.
Parole: 1930.
Prompt: 27. Palazzo Mentale
Fandom: Dragon ball.
Personaggi: Altri; Ocs; Goku; Vegeta;
Junior; Un po’ tutti.
Elly appartiene a TheBlueMusketeer.
La ringrazio anche per
il suo essere stata fondamentale nella realizzazione di questa storia.
Jaden
< Stavolta ce la faccio.
Giuro. Ci vuole soltanto un po’
di spinta in più. Vedremo chi la spunta > si disse il
ragazzino.
Un ramo gracile e sottile si
spezzò rumorosamente sotto il
peso del bambino che si voltò di scatto. Le sue lunghe
orecchie aguzze
tremolarono. Guardò in basso e deglutì a vuoto,
ma strinse le labbra e corrugò
le sopracciglia, afferrando più saldamente il ramo che aveva
sopra di sé. Si
diede una spinta con le gambe e vi saltò su sedendovi a
cavalcioni.
“Sì!”
esultò allegro, tirando indietro il gomito, i lunghi
capelli biondi raccolti in una coda si mossero contro il vento e i suoi
grandi
occhi blu brillarono. Prese il piccolo papillon bianco che aveva legato
al
colletto e lo allargò, afferrò le maniche
dell’elegante camicina blu che
indossava e le arrotolò su per le braccia, inspirando
l’aria fresca del
mattino. I piccoli muscoletti dai contorni rossi si tesero contro la
stoffa e il
piccolo fece una risata guardando un uccellino rosso raggiungere il
proprio
nido davanti a sé.
“Ehi!” lo
chiamò sporgendo una manina verso l’animaletto.
L’uccellino
cantò allegramente e fece frusciare le ali, poi
spiccò il volo ruotandogli attorno per qualche secondo.
Il piccolo rise divertito e lo
salutò con la manina mentre
si allontanava.
“Ciao, torna
presto!” gli disse. Dondolò le gambe nel vuoto,
ancora a cavalcioni sul ramo solido e guardò sotto di
sé. Rabbrividì, i piedini
oscillavano in aria e lui mugolò di soddisfazione.
“Wow”,
commentò sottovoce, “guarda quanto è
alto!”
Udì in lontananza delle voci concitate e delle risate e si
voltò verso la
festa. La grande cupola della Capsule Corporation brillava sotto il
sole e lui
socchiuse gli occhi infastiditi dalla luce.
< Mamma e papà si
arrabbieranno, se mi trovano qui. Ma
io mi annoio così tanto alle feste
della signora Bulma... a nessuno va mai di giocare > si disse.
All’improvviso, una voce
fin troppo familiare lo chiamò.
“Jaden! Quante volte ti ho
detto di non arrampicarti sugli
alberi?! Scendi immediatamente da lì!”.
Il bambino sussultò e
arrossì guardando sotto di sé.
Junior incrociò le braccia
al petto con aria severa, le
antenne oscillavano contro il vento. I polsini neri spuntavano sulle
estremità
delle braccia e la divisa nera era gonfiata dal vento e tenuta immobile
dalla
cintura bianca in vita. Una giacca nera lunga fino alle ginocchia
oscillava
dietro di lui e il largo cappuccio si sollevava riatterrando a tratti
sulle sue
spalle.
“Ma
papà!” si
lamentò il piccolo, “Sono appena salito, ci ho
messo così tanto!”.
“Non m’importa quanto ci hai messo, vieni
immediatamente giù prima che venga a
prenderti io!” lo riprese il genitore.
Jaden sospirò affranto e chiuse gli occhi inerpicandosi
giù per il grosso
tronco dell’albero.
< Che
noia >, si
lamentò tra sé, < Ho già
assaggiato tutto quello che c’era da assaggiare e ho
già fatto il bagno in
piscina. Mi annoierò da morire >.
Il piccolo raggiunse Junior, che si
abbassò sulle ginocchia
per guardarlo negli occhi. Le iridi azzurre, uguali a quelle di sua
madre,
brillarono al centro del faccino paffuto e offeso del bambino.
Junior scosse la testa e
sospirò.
“Sei una peste di prima
categoria. Cosa ti avevo detto
riguardo all’essere ospiti in casa di altri?”.
Dietro di loro apparve Elly con le braccia incrociate sul petto e
un’espressione arresa. Sospirò e si
ravviò i lunghi capelli biondi dietro le
orecchie.
“Ah, ecco dove ti eri
cacciato!” esclamò guardando fisso il
figlioletto, “Si può sapere perché ti
allontani sempre? Tutti mi stanno
chiedendo di te alla festa e non sono ancora riuscita a portarti da
nessuno!”.
Jaden si aggrappò ai pantaloni di suo padre e si nascose
dietro di lui
arrossendo.
“Non voglio
venire”, mugolò, “Mi vergogno.”
Junior sospirò e roteò gli occhi accarezzandogli
la testa.
“Andiamo, Jaden, conosci
tutti, ormai. Non essere timido”.
Jaden scosse energicamente la testa e chiuse gli occhi.
“No”.
“Jaden, non essere testardo”. La voce di Junior si
era indurita.
“Posso almeno sapere di chi è che ti vergogni
così tanto?” domandò sua madre,
piegandosi sulle ginocchia con un sorriso.
Jaden tirò su col naso e
indicò qualcuno in lontananza.
“D-del signor
Gohan” disse in un soffio.
Junior sgranò gli occhi.
“Come, scusa? Di Gohan? E
perché?”.
Il bimbo non rispose, alzò le spalle e abbassò
gli occhi imbarazzato.
“E’ sempre tanto
gentile con me…”, mormorò tormentandosi
l’orlo della camicina blu, “e io non riesco mai a
parlargli.”
Elly e Junior si scambiarono
un’occhiata e si lasciarono
sfuggire un sorriso reciproco.
Junior prese in braccio Jaden, gli
risistemò il papillon sul
colletto e il bambino nascose il faccino nella curva del collo del
padre,
stringendo la stoffa della sua divisa con le manine.
“Vuoi sapere una
cosa?” gli disse, “Da bambino Gohan era
proprio come te”.
Il piccolo scattò e
guardò il Demon Prince con gli occhi
lucidi.
“D-dici davvero?”.
Junior annuì e Jaden ritrovò il colorito sulle
guance paffutelle.
“E ti dirò anche
un segreto”, Aggiunse Junior guardando
Elly, “a Gohan piacciono moltissimo i libri”.
Jaden s’illuminò e quattro piccoli canini aguzzi
spuntarono dalla sua bocca
quando questa si aprì in un sorriso felice. Saltò
giù dalla presa del padre e
corse verso la festa senza più esitazioni.
“Signor Gohan!
Signor
Gohan!” gridò correndo verso il giovane
Son.
Gohan si girò di scatto
verso Jaden e fece un largo sorriso.
“Jaden!”
esclamò, “Dove ti eri cacciato? Non vedevo
l’ora di
incontrarti! Accipicchia, quanto sei cresciuto! Quanti anni hai,
adesso?”.
Jaden mise le mani dietro la schiena e si dondolò.
“Cinque”.
“Oh, accidenti, ma allora
sei proprio un ometto!” disse
Gohan. Si abbassò e fece una carezza sulla testa al piccolo
che sorrise felice.
“Papà mi ha detto… che le piacciono
tanto i libri, signor Gohan”, disse
speranzoso, “N-non è che posso… ehm, se
non disturbo… vederne qualcuno, per
favore?”.
Gohan tirò indietro la testa e scoppiò a ridere,
posò sul tavolo il bicchiere
con l’aranciata che stava reggendo e lo prese in braccio
sollevandolo con
leggerezza.
“Solo se prometti di
chiamarmi semplicemente Gohan!”.
Jaden sorrise e annuì battendo le manine.
Gohan lo mise giù, lo
prese per mano e lo portò con sé in
casa Briefs.
Elly sospirò,
incrociò le braccia e si accoccolò con la
schiena contro il petto di Junior.
Il Demon Prince sorrise e le
ravviò una ciocca di capelli.
“Che fatica questo
cucciolo, eh?” chiese Elly ridendo.
Junior sollevò le
sopracciglia ed espirò.
“Per forza, è
tutto sua madre”.
Elly rise e colpì Junior con un lieve pugno sul petto.
“Ma se siete due gocce
d’acqua! È tale e quale a te, lo sai.
Io non sono mai stata tanto timida”.
“Non è timido, è educato”
ribatté Junior.
“Sai che è merito mio, se è
così gentile con tutti” disse Elly.
“Se continui a dargliele
tutte vinte, dubito che riuscirai a
ottenere qualcosa con lui” borbottò Junior.
“E tu invece, che non gliene lasci vinta neanche una? Lo hai
fatto scendere
dall’albero in un batter d’occhio”
ribatté Elly.
“Avrebbe potuto farsi male, lo sai. Questo non è
che l’ennesimo brutto vizio
che ha preso da te. E comunque, voi saiyan siete sempre pessimi, quanto
a
comportamento. Ammetterai che è tutto merito mio,
stavolta.”
Elly storse il naso:
“Già, devo ammettere che in fondo ho sempre
sperato che avesse il tuo
carattere. Se fosse stato come me, ti avremmo reso la vita un
inferno”.
Junior ridacchiò e le sollevò il mento.
“Sareste stati comunque
l’inferno più bello di tutto
l’universo.”
Le prese il viso tra le mani e la baciò stringendola a
sé.
“Credi che abbia
già iniziato a stordire Gohan di domande?”
chiese la saiyan versandosi da bere in un bicchiere di plastica.
Junior alzò le spalle:
“Spero per Gohan di no.”
Qualche istante dopo, Jaden uscì di corsa da casa di Bulma
con un gran sorriso,
stringendo tra le mani un volume grosso quasi quanto lui seguito a
ruota da
Gohan, sorridente e con le mani nelle tasche dei pantaloni.
“Mamma, papà,
guardate qui!” gridò entusiasta mostrando il
libro a Junior ed Elly.
“Che
cos’è, amore mio?” chiese Elly curiosa
baciandolo
rumorosamente sulla guancia.
Jaden si pulì
freneticamente il faccino arrossandolo,
corrugò la fronte e rimproverò la madre
guardandosi attorno con circospezione.
“Mamma, non davanti a tutti,
uffa!” si lamentò a denti stretti.
Elly alzò le mani e
roteò gli occhi.
“Come al solito, va bene,
va bene!” capitolò.
Jaden mostrò il libro a sua madre e lei gli sorrise.
“Tesoro, ma questa
è matematica. Sei proprio sicuro che…”.
Jaden la interruppe annuendo
energicamente.
“Me l’ha regalato
il signor Gohan!”.
“Gohan e basta”, lo corresse il giovane ammonendolo
con un dito e un sorriso.
“È
bellissimo, mamma! Mi piace!”. Concluse Jaden.
Junior guardò Gohan e
sollevò un sopracciglio.
“Sul serio ha voluto un
libro di matematica?” chiese
all’allievo.
Gohan annuì con orgoglio.
“Gli ho mostrato i libri di
fiabe di Vetrunks, ma non c’è
stato niente da fare. Guardava e riguardava i testi di matematica e
alla fine,
bè, ho preferito dargli questo!” spiegò.
Junior scosse la testa e guardò Jaden correre sotto il
tavolo.
“Beh, se non altro, per
oggi starà alla larga dagli alberi”
disse.
Jaden assottigliò gli occhi e cominciò a mugolare
calcoli tra sé e sé muovendo
le dita delle mani, finchè qualcuno non sollevò
di scatto la tovaglia,
scoprendolo.
“Ehi!” disse una
voce allegra che il bambino conosceva, “Chi
è che abbiamo, qui?”.
Jaden alzò lo sguardo e sorrise sgusciando subito fuori da
sotto il tavolo. Si
pulì timidamente il vestitino e raccolse le mani dietro la
schiena. Fece un
piccolo inchino e salutò l’eroe della Terra.
“Buongiorno, signor
Goku!” scandì formalmente.
Goku si piantò i pugni sui
fianchi e ridacchiò guardando
Junior.
“Accidenti, amico
mio”, gli disse, “È
cresciuto tantissimo! Cosa
gli date di tanto prodigioso?”.
“Alberi e matematica, a quanto pare”. Il namecciano
ridacchiò a braccia
conserte.
Goku si chinò su Jaden e
scrutò i suoi grandi occhi azzurri.
Gli ricordarono quelli di Elly, sollevò il bambino e se lo
sedette sulla
spalla.
“Dimmi un po’,
giovanotto”, gli chiese, “ti stai
allenando?”.
Jaden chinò il capo e unì tra loro gli indici
delle mani.
“Oh, beh, sì,
qualche volta. La mamma ci tiene molto.”
“E come te la cavi?” lo interrogò Goku.
Jaden scrollò le spalle.
“Non lo so, signor
Goku.”
Goku si voltò verso Junior e indicò il bambino
con un cenno del capo.
“Puoi dirgli di chiamarmi
semplicemente Goku?” domandò.
“È
tutto il giorno che ci provo”, rispose Junior, “non
c’è
niente da fare”.
Elly rise e anche Bulma e Bra raggiunsero Jaden.
“Ehi, piccolo!”
lo salutò la figlia di Vegeta, “Non ti si
vedeva da un po’!”.
“Ma guarda quanto
è bello!” commentò
Bulma entusiasta pizzicandogli le guance, “Come stai,
tesoro?”
Jaden arrossì e sorrise.
“Bene, signora
Bulma”.
Anche Crilin si fece avanti insieme a
Tenshinhan e Jaden
s’intimidì stringendosi a Goku.
Crilin lo scrutò, si
massaggiò il mento e poi accarezzò la
testa del bambino.
“Di’ un
po’, Junior”, chiese all’amico,
“C’è il rischio che
diventi alto come te?”.
Junior ridacchiò
orgoglioso in risposta e nel frattempo Kamy
e Vegeta li raggiunsero.
“Se non altro”,
ribatté il Principe dei saiyan, “sarà
di
certo incredibilmente potente. Cosa vi aspettereste di diverso, dal
figlio del
Principe dei demoni e dell’Ultima Stella del pianeta
Vegeta?”.
Elly inspirò e incrociò le braccia al petto.
“Testeremo quanto prima la
sua forza di base, Vegeta. Mi
farebbe davvero piacere se assistessi a qualche suo
allenamento”.
Vegeta guardò il bambino e
Jaden lo fissò di rimando con
rispetto.
“Salve, signor
Vegeta”, mormorò.
Vegeta storse il naso:
“Vegeta e basta.”
< Bene, ragazzino, vediamo di
cosa sei capace. Voglio
proprio vedere quanto somigli a quelle due teste calde dei tuoi
genitori >.
“Ve-Vegeta… Io
non voglio allenarmi. Posso non combattere?”
chiese Jaden, gli occhi liquidi.
Il principe dei saiyan
corrugò la fronte.
< Diamine. Ha lo stesso
carattere di Gohan quando era
piccolo, se fa così rischierei solo di fagli male >
rifletté.
Jaden strofinò il piede
sinistro per terra
< Mamma mi ha insegnato che
l’unico modo che ho per dare
il massimo è creare un palazzo mentale. Lì riesco
a riflettere e prevedere
qualsiasi mossa del nemico, però…
A me non piace farlo! Diventa tutto
così freddo. L’unica
cosa che mi riscalda a quel punto è la rabbia. Io invece
voglio continuare a
giocare > rifletté.
Vegeta lo raggiunse con uno scatto
ferino, gli tolse il
libro dalle mani e lo sollevò in aria, ondeggiandolo sopra
di lui.
Jaden spalancò gli occhi e
tese le manine per riprenderlo.
“Ah! No, Vegeta, ti prego,
ridammelo! E dai! Dammelo! Uffa!
Me lo ha regalato Gohan! Lo rivoglio!” piagnucolava il
bambino.
Elly e Junior si guardarono negli occhi.
< Hai intuito le intenzioni di
Vegeta? > chiese il
namecciano.
< Immediatamente >
rispose Elly telepaticamente.
“Vegeta,
non so se
sia una buona idea”, intervenne Junior, guardando suo figlio
saltellare addosso
al saiyan, “Non ci abbiamo provato neanche noi,
finora.”
Goku si grattò la testa e
guardò il piccolo dimenarsi
disperatamente. Due grosse lacrime apparvero agli angoli dei suoi
grandi occhi
azzurri e tirò su col naso piagnucolando.
“Ridammelo, Vegeta! Per
favore, ridammelo! Papà,
digli di ridarmelo!” lo implorò.
< Non capisco a cosa si
riferiscono. A me sembra solo
triste… Urca, forse dovrei intervenire >
rifletté Goku.
Elly guardò Junior: “Che ne pensi?”.
“Lo sai quanto è cocciuto Vegeta. A questo punto
lasciamoglielo fare… In fondo,
prima o poi, avremmo dovuto verificare noi stessi la sua potenza di
base.
Inoltre, così magari troviamo un sostituto al palazzo
mentale” rispose il
namecciano.
Elly sospirò e
osservò pensierosa il figlioletto che si
aggrappava alla battle suit elastica di Vegeta.
“Urca, sembra tenere molto
a quel libro. Vegeta, dai,
smettila!” lo richiamò Goku.
“Glielo ha regalato
Gohan”, spiegò Kamy al fratello, le sue
iridi si tinsero di un caldo color nocciola, “Jaden
è molto timido e Gohan deve
averlo aiutato a sciogliersi un po’”.
Jaden si arrese e si sedette per terra, piagnucolando.
“Sei cattivo”,
mugolò asciugandosi le lacrime col dorso
della mano.
“Andiamo, Jaden”
ribattè Vegeta ridendo e sventolando il
tomo davanti a sé, “non vuoi riavere il tuo
adorato libro? Guarda che se me lo
tengo, non te lo restituirò più”.
< Non posso tirarla troppo per
le lunghe, non voglio
davvero ferirlo > pensò.
Jaden smise improvvisamente di
piangere. Alzò lo sguardo e i
suoi occhi erano arrossati dal pianto. Corrugò le sottili
sopracciglia chiare e
strinse le labbra fino a farle sbiancare. Chiuse i pugni
finché le manine non
tremarono e Junior avvertì un tremore sotto di
sé. Guardò di scatto gli
stivaletti neri che indossava e l’erba morbida tremava
davvero sotto di lui.
Jaden digrignò i denti e i
canini aguzzi spuntarono in un
ringhio.
Elly si voltò di scatto
verso di lui e Junior si avvicinò a
lei.
I presenti furono attirati da una
luce sfolgorante attorno
al bambino. Un’aura dal colore bordeaux brillante avvolse
Jaden e Goku e Vegeta
si scambiarono un’occhiata tesa.
Nappa si affacciò dalla
finestra.
< Un’aura
rossa… Forse noto delle sfumature rosa sulle
punte. Che sia il nuovo ‘stregone’? Se
così fosse, sarebbe una generazione
dannatamente pericolosa.
Il primo stregone saiyan ad avere
anche il sangue dei
maledetti > rifletté, guardando i capelli biondi del
ragazzino. < Ed è
anche il figlio del Demon Prince >.
< La sua aura sta crescendo alla velocità della luce
> pensò Vegeta,
incredulo.
Junior incassò il capo tra
le spalle. Per terra attorno a
Jaden l’erba si era completamente bruciata e un grosso solco
era stato scavato
dall’aura del bambino.
< Diamine… La sua
ira è incontrollabile come temevo. Sarò
costretto a farlo allenare solo attraverso il palazzo
mentale…
Avrei preferito scoprire che una
volta arrabbiato, era come
tutti gli altri saiyan > pensò, avvertendo una fitta
al petto.
Elly aveva gli occhi sbarrati.
< Cosa?! La sua aura
è altissima! Non è mai arrivato a
questi livelli, nemmeno io riuscire a calmarlo così su due
piedi > pensò.
Jaden sollevò lo sguardo e
un grosso fulmine biancastro
attraversò il suo piccolo corpo, andando a conficcarsi sul
tavolo sui cui era
atterrato in volo.
Il tavolo esplose e con un rumore
cristallino tutto ciò che
vi era sopra finì in frantumi.
Bra, li vicinò, si
protesse il viso con le braccia, Trunks
nascose sua madre alle sue spalle, mentre il resto del gruppo si
allontanava o
metteva in salvo gli altri.
Vegeta indietreggiò, Jaden
balzò atterrandogli davanti e tese
una mano, l’altra stretta in un pugno.
“Ridammi...”
mormorò.
Junior spalancò gli occhi.
< Cosa?! Non è
possibile! La sua aura non smette di aumentare
> pensò.
“... Il mio...”
intimò. La sua aura era tale che alcuni
tagli e ferite si aprivano sul corpo di Vegeta, strappandogli la tuta,
con la
sola onda d’urto.
Jaden aprì e chiuse la
manina verso Vegeta e batté un piede
per terra. Si spalancò una crepa che divise il prato in due.
Crilin si ritrovò in
bilico sul ciglio profondo del burrone
e Kamy lo trascinò via.
“…
LIBROOOOOOOOO!!!” gridò Jaden alzando il viso al
cielo.
La luce bordeaux accecò i presenti e un vento sferzante si
scatenò attorno a
casa Briefs.
Il
cielo si annuvolò,
dei fulmini rosa si abbatterono su Bra e Goten
l’afferrò, portandola via,
stringendola a sé.
Una serie di pugni quasi invisibili,
di energia rosa,
raggiunsero Vegeta, scuotendolo, e questo si ritrovò a
sputare sangue.
“Jaden!”
gridò Elly scattando verso il figlio. Junior
l’afferrò per un braccio e la trattenne a
sé.
“Aspetta”, le
sussurrò all’orecchio.
Tutt’intorno
l’aria si era tinta di rosso e il cielo si
chiuse. Alcuni alberi vennero spogliati delle proprie foglie e altri
presero
fuoco come l’erba sotto i piedi di Jaden.
< Riconosco questo potere
> pensò Junior, stringendo
gli occhi e osservando suo figlio avvolto da quella luce fiammante.
< È andato
a uno stadio superiore del potere del Demon Prince, è quasi
all’altezza di
quello del Demon King. Sì, era quello che avevo acquisito io
durante la
battaglia con Ephialtys. La mia prima battaglia da
‘vero’ Principe dei Demoni.
Se Jaden ha ereditato anche questo
potere, tenerlo a bada
sarà un grosso problema, persino maggiore a quello che
pensavo >.
Jaden portò fulmineamente
le mani davanti alla fronte, altre
lacrime gocciolavano lungo le guance e i capelli biondi erano scossi
dalla
propria energia. Espose i palmi sovrapponendo una mano
sull’altra e Junior
trasalì.
L’aura del bambino crebbe a
dismisura e la terra tremò.
<
È pazzesco! > pensò Goku,
spalancando gli occhi e
facendo un sorriso, < Jaden è un portento! >.
“Masenk…”
cominciò
Jaden urlando contro Vegeta.
Junior lasciò la presa sul
braccio di Elly e scattò in
avanti mettendosi davanti al figlio.
Il bambino lo guardò
contrariato e suo padre gli afferrò le
mani rimettendole giù.
L’aura rosso scura si
riassorbì in un batter d’occhio e il
vento si fermò. La crepa per terra smise di emettere fumo e
gran parte degli
alberi si ritrovò senza fusto.
I presenti tacquero e si guardarono
sbigottiti, mentre anche
i fulmini rosa e le altre manifestazioni magiche si arrestavano.
Elly lanciò
un’occhiata a Kamy.
< È
decisamente il figlio di Junior >
le disse la rossa telepaticamente.
< Avevi dubbi? >
ribatté la bionda, < e lui che si
ostina a dire che somiglia a me >.
Vegeta si ritrovò a cadere
per terra, si passò la lingua su
un dente scheggiato, Crilin gli corse incontro stringendo un sacchetto
di senzu.
Junior guardò severamente
Jaden, trattenendogli i polsi con
una mano ed incassò il capo tra le spalle.
“Dove hai visto il
Masenko?” lo ammonì con durezza.
Jaden liberò i polsi,
incrociò le braccine al petto e tirò
su col naso.
“Lo hai fatto mentre ti
allenavi con mamma” ribatté con tono
offeso, chinando il capo.
“Guardami”
ordinò il padre.
Jaden non lo fece.
“Jaden, ho detto
guardami” intimò nuovamente Junior.
Il bambino alzò lo sguardo.
< Diamine, ha la stessa
espressione infastidita che aveva
sua madre alla sua età.
Tutto questo, però, non
è colpa del mio piccolo Jaden. Lui è
sempre stato un bambino buono e gentile, ma Vegeta deve essere riuscito
a farlo
arrabbiare sul serio.
Non che mi sorprenda, quel saiyan
potrebbe fare inalberare
chiunque > pensò Junior.
“Non si fa il Masenko a
Vegeta” lo ammonì, “né a
nessuno di
loro.”
“Ma papà!”
ribatté il bambino.
“Cosa ho appena detto,
Jaden?” gli chiese Junior con tono
grave.
Jaden sporse in fuori il labbro inferiore, guardò Elly nella
speranza di
trovare un alleato, ma sua madre lo guardò severamente e il
bimbo chinò il capo
biondo.
“Che non si fa il Masenko a
Vegeta” brontolò.
“E agli altri?” rincarò Junior.
“Nemmeno” rispose il figlio.
Junior annuì e si voltò verso Vegeta, che
sospirò socchiudendo gli occhi.
Junior spinse lentamente Jaden in avanti e tutti i presenti lo
fissarono.
Il piccolo arrossì
terribilmente e scavò col piedino per
terra. Evitò lo sguardo di Gohan e diede
un’occhiata a quello che aveva
combinato lì intorno.
“Va’ a chiedere
scusa a Vegeta” gli ordinò Junior.
Jaden deglutì,
vergognandosi a morte, ed avanzò lentamente a
testa bassa verso il Principe dei saiyan. Quando fu davanti a lui,
Vegeta lo
guardò negli occhi e trasalì.
< Non avrei mai pensato di
riuscire a vedere una cosa
simile in vita mia > pensò. < Un miscuglio di
sangue saiyan magico e
maledetto, namecciano e demoniaco. Questo mocciosetto ci
riserverà delle
sorprese. Prevedo anche poco piacevoli >.
“Scusa, Vegeta”,
mugolò il piccolo, ricominciando a
piangere, “non volevo”.
Vegeta sospirò e
tirò fuori il libro, porgendolo al bambino.
“Non lo hai fatto
apposta”, gli disse con distacco, “eccoti
il libro. Bravo, te lo sei guadagnato”.
Jaden lo afferrò e se lo
strinse al petto. Guardò Gohan, che
ridacchiò scuotendo la testa.
“Adesso chiedi scusa anche
agli altri per il casino che hai
combinato”, ordinò Junior guardandosi intorno.
Jaden guardò suo padre
implorante, ma Junior non cedette e
gli fece un cenno col capo, incitandolo a scusarsi.
“Chiedo scusa a
tutti”, mormorò affranto, “non-non
l’ho
fatto apposta”.
Bulma fece una risatina terrorizzata.
“Oh, non preoccuparti,
tesoro, qui siamo, ehm…
abituati a questo genere di cose!”.
Jaden annuì e
sentì una mano raggiungerlo con una carezza
alla testa; sollevò lo sguardo e Gohan lo guardò
con un sorriso.
“Noi piccoli mezzosangue
saiyan siamo sempre un po’
incompresi, Jaden”, gli disse in tono complice,
“…ma non preoccuparti,
rimetteremo tutto a posto, vedrai”.
Jaden gli fece un mezzo sorriso e Junior apparve alle sue spalle.
Gohan guardò il sensei
e scosse la testa.
“Non potevamo aspettarci
niente di diverso, da tuo figlio”.
Junior guardò severamente Jaden che si nascose dietro il
libro, gli fece cenno
di andarsene e lui scappò come una freccia tra le braccia
della madre.
“Non so proprio cosa gli
sia preso”, borbottò Junior, “non
si comporta mai così”.
“Comprendo gli scatti di rabbia, Junior”, lo
confortò Gohan, battendogli una
mano sulla spalla.
Junior lo guardò negli
occhi e fece un sorriso.
“Credo che vi troviate fin
troppo bene, voi due”.
“Oh, è davvero un bambino meraviglioso,
io...” rispose Gohan.
“Allenalo tu” lo interruppe Junior.
Gohan sgranò gli occhi.
“Co-cosa? I-io?”
balbettò.
“Già. Credo che un saiyan sia il soggetto
più adatto ad allenare un saiyan. Il
tuo carattere attenuerà la sua indole demoniaca esattamente
come ha fatto con
la mia. Sono sicuro che riuscirai a incanalare perfettamente la sua
potenza” spiegò
il namecciano.
Gli occhi di Gohan divennero liquidi e fece un sorriso sincero
sistemandosi la
montatura nera degli occhiali. Battè un pugno
nell’altra mano aperta e annuì al
Demon Prince.
“Ci sto”, disse
con decisione, “è arrivato il momento di
restituirti il favore, sensei”.