Cap.33 Cado nella tua
luce
Resta
con me, resta con me.
Tsuyoshi si
concentrò sulla sensazione di
oblio che invadeva la sua mente, i suoi arti abbandonati gli
formicolavano.
< La mia
decisione di lasciarmi a lui è
la prova che il tempo ha ucciso tutto ciò in cui credevo,
ogni fede che avessi
conosciuto > stabilì.
Iemitsu lo fece
stendere su un fianco sul
futon.
< Lo splendore
che emani ha sempre
offuscato la mia ragione. L’ho visto svanire e affievolirsi,
come le illusioni
creata dalla luce del sole quando quest’ultimo ormai cala.
Eppure resti
meraviglioso. Una rosa rossa
che appassisce, ma che ha ancora il tuo futuro.
Hai sempre rifiutato
il mio amore, ma ora
che tutto è andato storto, che il tuo cuore si è
rotto, mi permetti di farti
andare avanti giorno per giorno. Mi accontento di questo >.
Affondò il capo
nel cuscino.
< Stanotte,
come ogni notte, muoio di
nuovo. Aspetto, sapendo che il tempo trascorrerà invano, che
questi anni
saranno sprecati.
Ho perso chi sono,
ma… Rimane una
speranza: il mio piccolo Taki, la mia luce, il sole dell’uomo
spezzato che sono
> pensò Tsuyoshi. <
Adesso è lui
la casa cui anela il mio cuore, mentre tutto è perduto
>.
Iemitsu gli morse la
spalla e la leccò
avidamente, dalla sua bocca scivolavano rivoli di saliva.
< Ieri sono
morto, domani starà
sanguinando, ma so che accanto al mio prezioso figlio, la collana di
perle di
me e sua madre, correrò al posto a cui appartengo.
Ho sempre pensato che
l’amore non
esistesse, ma come mi ha conquistato quello di sua madre, ci
riuscirà anche
quello del mio bambino.
Devo solo ritrovare
fiducia in questo >
pensò Yamamoto.
< Cado nella
tua luce > pensò
Iemitsu.
Gocce di sudore erano
rimaste impigliate
nei suoi capelli biondo scuro.
Yamamoto gli
afferrò una mano bollente e
la teneva nella sua spasmodicamente.
Iemitsu fece per
rialzarsi, Tsuyoshi
strinse più forte la sua mano e lo guardò con gli
occhi liquidi, ansimando
piano.
“Re-resta…
con me” lo supplicò.
Sawada
addolcì il sorriso e si sdraiò
nuovamente.
“Sarò
l’unico che non se ne andrà mai”
sussurrò. Gli nascose il viso nell’incavo del
collo, ispirando il suo odore.
< So di non
essere colui che vuoi ed in
realtà… Io sono solo una doll del vero Iemitsu.
Questo è un gioco di ‘doll’ e
noi tutti rimaniamo imprigionati in una rete di corpi senza vita,
fredda
plastica e nudo metallo. Abbiamo perso il calore della vera
fisicità in questa
ragnatela d’inganni che ci avvolge tutti.
Io sono un ragno, il
primo a tesserle,
eppure sono prigioniero di aracnidi più grossi e pericolosi
di me > pensò.
“Resterò
con te” sottolineò ancora.
“Non voglio
restare solo” farfugliò
Tsuyoshi, addormentandosi.