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Autore: MaryFangirl    22/01/2019    2 recensioni
[Sequel di 'Little moments']
Kaori è tornata a casa, Ryo si è dichiarato...ma non sono i soli ad aver sofferto per tutto quello che è accaduto. La relazione Falcon/Miki sopravvivrà alle menzogne? E come progredirà quella della nuova coppia formata da City Hunter? E invece, Mick...ecco come quello che è successo a Kaori ha cambiato la sua vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Sdraiato a pancia in giù su un letto che per una volta era il suo, un corpo nudo si girò sul materasso andando a tentoni con la punta delle dita. L'uomo stava cercando il secondo corpo che avrebbe dovuto essere al suo fianco, un corpo femminile. Ma incontrò solo le lenzuola fredde sotto le sue dita, quando avrebbe dovuto incontrare la pelle morbida e setosa della sua partner. Ryo Saeba si sedette bruscamente sul letto mentre sentiva qualcuno bussare alla porta al piano terra dell'appartamento. Era sicuramente quel rumore che l'aveva destato dal suo sonno. Dopotutto, erano solo le nove e trenta del mattino, troppo presto perché il suo corpo si svegliasse già. Soprattutto dopo la notte che aveva passato...
 
Ryo grugnì, stropicciandosi gli occhi prima di alzarsi di nuovo e sentire un'altra volta i colpi alla porta del loro appartamento. Si alzò in piedi, brontolando, cercando un paio di mutande. Non poteva proprio rimanere più tranquillo, nemmeno a casa sua, erano le 9 del mattino e qualcuno andava a disturbarlo.
 
"Arrivo, arrivo"
 
I capelli in battaglia, messi in quello stato in gran parte dalle mani dalla sua compagna che vi erano passate e ripassate, Ryo scese lentamente le scale senza preoccuparsi di mettersi qualcos'altro addosso a parte le mutande. Se le persone volevano vederlo in uno stato presentabile, dovevano andare a trovarlo a orari decenti. Lui andava a casa delle persone nelle prime ore dell'alba? Bussava come un matto alla loro porta, nel trovare per la prima volta quella stessa porta chiusa a chiave? No, lui dormiva profondamente nel suo letto con la sua compagna...
 
Almeno, avrebbe dovuto dormire profondamente nel suo letto, sdraiato accanto alla sua compagna. Avrebbe dovuto svegliarsi tenendola tra le braccia, dopo aver fatto l'amore con lei per la prima volta...guardarla dormire per un momento, prima di svegliarla dolcemente con tenere carezze e baci leggeri. Con magari una colazione a letto preparata con cura soprattutto per lei. E passare la mattinata a letto con lei, in seguito. Questo era ciò che aveva pianificato di fare, era il suo programma mattutino, metodicamente studiato.
 
Il suo primo risveglio con la donna che era diventata la sua amante...allora perché era solo a letto quella mattina, senza alcuna traccia della sua compagna nell'appartamento, e qualcuno che gli faceva venire il mal di testa mentre bussava a quella maledetta porta.
 
"E merda! Questa volta è deciso, Sugar! La prossima volta ti legherò al letto! Vedremo se ti alzerai prima di me così"
 
La prossima volta...chiaramente, questa volta si svegliò per bene, e non solo lui. La prossima volta...si leccò automaticamente le labbra a quell'idea...Kaori deliziosamente nuda e legata al suo letto...beh, adesso era proprio fottuto. Aveva fatto sesso con lei una sola volta e già la rivoleva. Era la prima volta che rivoleva la stessa donna. In generale, aveva storie di una notte, non di più...ma lì...quella donna, era sotto la sua pelle da troppo tempo. Non sarebbe mai stato in grado di farne a meno ora che finalmente era riuscito a gustare il suo corpo. Ora che finalmente aveva potuto toccare la sua anima...povere signorine mokkori, avevano appena perso il loro stallone, anche se ancora non lo sapevano. Facendo l'amore con lei, si era messo la corda al collo.
 
Ryo si fermò bruscamente al pensiero, strinse i pugni e chiuse gli occhi. Perché? Perché aveva dovuto usare quell'espressione? Non aveva bisogno di avere quelle immagini in testa. Non ora. Non dopo la notte che aveva appena passato con lei...tornò a camminare verso la porta. Il suo visitatore avrebbe finito per romperla se avesse continuato ad accanirsi con tanta forza. Il suo visitatore...lo avrebbe ucciso. Soprattutto a giudicare dai rumori dei colpi, il visitatore poteva essere solo l'americano. Grugnendo, aprì bruscamente la porta dopo aver girato la chiave, un gesto a cui non era abituato e quasi si beccò un pugno in faccia per sua sfortuna. Ecco, aveva avuto ragione...Mick era in piedi davanti a lui, con il pugno in aria pronto a bussare alla porta e lo guardava con aria beffarda. Era riuscito a fermare il pugno all'ultimo secondo.
 
"Oh, dei fiori! Sono per me? Troppo gentile, non era necessario, Mick"
 
Mick lo ignorò entrando nell'appartamento di City Hunter, come se fosse stato invitato a farlo, tenendo il suo mazzo di elicrisi contro di sé*.
 
Arrivato in salotto, il suo sguardo girò per la stanza per un momento, quando improvvisamente si rese conto che era passato più di un mese e mezzo da quando aveva messo piede in quel luogo. Si voltò a guardare Ryo, la schiena appoggiata alla porta che aveva chiuso, le braccia incrociate sul petto nudo. Mick sollevò un sopracciglio, notando la sua tenuta, ma non fece allusioni, dopotutto era abituato da tempo all'esibizionismo di Ryo Saeba.
 
"Chi vorrebbe regalare dei fiori a un energumeno come te?"
 
Il tono fece sorridere Ryo. Gli sembrava un'eternità che non si pizzicavano in quel modo. Un'eternità da quando tutti nella loro banda avevano perso il senso dell'umorismo o la voglia di ridere.
 
"Sono per la mia dolce Kaori, se proprio devi saperlo. Dal momento che non ho ancora visto i suoi begli occhi da quando è uscita dall'ospedale, ho pensato di regalarle i suoi fiori preferiti per farmi perdonare la mia mancanza di cortesia. Ma nello stesso tempo, tu l'hai sequestrata in questo appartamento, quindi non avrei potuto vederla prima. A proposito, dov'è la mia amata Kaori? La voglio coccolare per consolarla. Sono sicuro che hai avuto abbastanza tempo per creare problemi alla mia povera dolce Kaori. Pensavo di portarla a fare una passeggiata nel parco, la mia stellina. È una bella giornata"
 
Ryo gemette. Era una sua impressione o il suo collega americano usava parole ancora più delicate nei confronti della sua partner rispetto al solito? Gli voltò le spalle, brontolando sotto voce.
 
"Amata Kaori...dolce Kaori...la mia stellina...comincia a irritarmi...e poi bella giornata di che? Questa giornata sarebbe magnifica se lei avesse deciso di rimanersene tranquilla al suo posto. Nel mio letto..."
 
Ma Mick non lo sentì realmente, sentiva solo una voce profonda, ma alcuna parola specifica. Ryo gli aveva voltato le spalle per andare al piano di sopra, senza prestargli attenzione, probabilmente per vestirsi e automaticamente Mick lo seguì.
"A proposito! Non me l'hai detto. Dov'è Kaori? Mi aspettavo più che fosse lei ad aprirmi. Non sei il tipo che si alza presto, di solito"
 
"Per tua informazione, sei tu che sei venuto a svegliarmi colpendo come un folle quella maledetta porta. E come puoi vedere, non è qui, Kaori! Non so dove sia, Kaori! Non era più nel mio dannato letto quando mi sono svegliato, Kaori!"
 
Le paroline affettuose del suo migliore amico nei confronti della sua compagna gli avevano talmente dato sui nervi, che non si rese nemmeno conto delle parole che aveva appena pronunciato e proseguì per la sua strada. Ma questa volta, per contro, l'americano aveva sentito perfettamente e continuò a seguirlo, mantenendo per un momento il silenzio per assimilare le sue parole. Ryo aveva appena detto che Kaori non era più nel suo letto quando si era svegliato, giusto? Il che implicava che la donna avesse dormito nel suo letto...e se Ryo l'aveva portata nella sua stanza, poteva significare solo una cosa. Un sorriso compiaciuto apparve sulle labbra del biondo.
 
Quando arrivò nella stanza dello sweeper, questi stava già indossando dei jeans, infischiandosene totalmente della sua presenza. Ryo non gli prestava attenzione, Mick si appoggiò allo stipite della porta prima di lasciar vagare gli occhi per la stanza. Sì, non poteva proprio comportarsi come se le parole del suo amico se le fosse immaginate. Non quando poteva vedere le condizioni della stanza, con vestiti maschili sparsi sul pavimento, ma anche i pantaloncini che la sua stessa donna aveva portato in ospedale due giorni prima. Ancora meno, avendo notato il disordine del letto, con i due cuscini che avevano conservato le impronte delle loro teste e, guardando più da vicino le lenzuola bianche, si poteva notare una piccola traccia di sangue. No, non poteva ignorare quei segni. Il sorriso si trasformò in una faccia sognante, cercando di indovinare ciò di cui i muri di quella stanza erano testimoni silenziosi. I suoi occhi si spostarono su Ryo quando lo sentì grugnire di nuovo. Vide che anche il suo compare si guardava intorno. Sembrava che stesse cercando qualcosa. Ma a Mick non importava molto, tutto ciò che riusciva a vedere era il segno di un morso tutto femminile tra il collo e la spalla del suo ex partner. Ryo, che ancora non prestava attenzione a lui né a quello che i suoi occhi potevano vedere in quel casino, si girò verso l'armadio con un sospiro e recuperò una camicia che indossò immediatamente. La sua piccola furia gli aveva apparentemente rubato la sua. Se ora si metteva a prendergli i vestiti, oltre al resto, cos'avrebbe potuto fare?
 
"Hai passato una bella serata, da quello che posso vedere"
 
Ryo si girò verso di lui, con le mani appoggiate sul primo bottone della camicia, e si accigliò quando vide la faccia dell'americano.
 
"Togliti subito quelle immagini dalla testa, Mick"
 
Senza lasciarsi toccare dal suo tono o dalle sue parole, Mick sognò, con aria sognatrice.
 
"Così ti sei finalmente deciso di fare il grande passo. E sei sopravvissuto...hai anche conservato qualche ricordino, a quanto pare"
 
Automaticamente, lo sweeper numero 1 del Giappone si portò la mano al collo. Sì, senza dubbio, lei lo aveva morso lasciando il segno. Ma ricordava di aver lasciato anche lui delle tracce sul suo corpo, quindi poteva scusarla, solo se lei avesse promesso di farlo di nuovo, si disse sorridendo. Per tutta risposta verso il suo visitatore, Ryo grugnì mentre usciva dalla stanza, finendo di chiudere la camicia mentre scendeva i gradini a due a due. Una volta in basso, si infilò la fondina, poi la giacca, e prese le chiavi della macchina, il cellulare e le sigarette preparandosi a uscire. Ma quando era sul punto di farlo, Mick lo fermò con una mano sulla spalla.
 
"Solo una domanda, Ryo"
 
Lo sweeper si girò verso l'amico in silenzio, sollevando un sopracciglio per mostrare la sua attenzione.
 
"Almeno, valeva la pena aspettare?"
Contro ogni previsione, Mick lo guardava seriamente e non con il suo guardo perverso e Ryo sorrise automaticamente ricordando la sua notte, mentre usciva.
 
"Vuoi davvero che te lo dica, Mick? Sarebbe valsa la pena aspettare ancora di più"
 
Non prestò più attenzione all'americano canzonatorio che si lasciò dietro con un sorriso sognante sulle labbra. Corse giù per i gradini dell'edificio senza realmente precipitarsi, dopotutto non aveva davvero fretta.
 
Aveva una piccola idea di dove fosse la sua partner di così buon mattino, solo due giorni dopo essere stata dimessa. A dire la verità, c'erano solo due posti in cui avrebbe potuto essere, ma tendeva più verso uno, quindi avrebbe iniziato da lì. Ryo salì in macchina e andò al primo luogo, sapendo che quando si trattava di quella donna, c'erano poche possibilità che il suo istinto potesse tradirlo.
 
Una volta per strada, non trovò posto davanti al bar, quindi fu costretto a parcheggiare un po' più avanti e finire la strada a piedi. Stranamente, le giovani donne ancora poco vestite gli prestavano attenzione. E stranamente, lui non prestava attenzione a loro...ma quando arrivò all'ingresso dello stabilimento, esitò a spingere la porta. Poteva vedere la sua compagna di spalle, in piedi di fronte al bancone, ma poteva vedere soprattutto due braccia femminili, tremanti per i sussulti, che le circondavano la vita.
 
Miki stava piangendo tra le braccia di Kaori. In tempi normali, sarebbe entrato e avrebbe fatto il pagliaccio, come se nulla fosse accaduto. Ma ora non era sicuro di poter affrontare l'ex mercenaria. Anche se Kaori era uscita dal coma. Anche se era lì, in piena forma...non era sicuro di non prendersela con Miki, in ogni caso...Ryo si fece da parte e appoggiò la schiena a muro, vicino all'ingresso. No, era meglio che non mettesse piede in quella struttura.
 
Attraverso la porta semi-aperta, sentiva con parole soffocate il sollievo che Kaori stava cercando di darle, e i singhiozzi intervallati da parole di scuse di Miki, così rimase al suo posto e attese che lei decidesse di uscire.

 

*Conosciuti anche come fiori di carta, sono apprezzati per la resistenza e la lunga durata, infatti in francese si chiamano 'immortelles'.
  
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