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Autore: StregaDAutunno    22/01/2019    1 recensioni
"Ti sei unito alla ciurma della Walrus John Silver, siamo pirati, siamo fratelli, e se ce lo permetterai ti prometto che non ti lasceremo combattere da solo, mai più."
1715, ex colonia britannica di Nassau.
John Silver si unisce alla ciurma della Walrus, nave pirata guidata dal misterioso capitano James Flint.
Le parole pronunciate dal medico di bordo Leni Morgan seppur sincere si scontrano con la realtà dei fatti, in una trama fitta di segreti e tradimenti, e risvolti che neppure lei dopo tanti anni a Nassau poteva prevedere.
La salvezza forse risiede in un consiglio che lei stessa ha dato al nuovo arrivato: "Qui contano solo due cose. Rispetto e lealtà. Concedile alle persone giuste e loro le concederanno a te."
Storia ispirata alla serie Black Sails.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Billy Bones, James Flint, John Silver, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Lascia che ti spieghi una cosa, ogni marinaio possiede la propria personale storia su un tesoro nascosto, te ne potrei ripetere a decine, le ho ascoltate tutte, in qualche sudicia taverna o in una stiva, biascicate da uomini ubriachi o impazziti. E anche questa come tutte le altre puzza di stronzata." 
Charles Vane si alzò dalla sedia rabbioso e fece per andarsene "Che perdita di tempo...l'oro degli spagnoli..."
Max si frappose fra lui e la porta, i suoi occhi nocciola brillavano mentre lo fissava senza paura.
Aveva convocato il capitano della Ranger e i suoi compagni di viaggio più fidati, Anne Bonny e Jack Rackman, per proporre loro un affare.
Era un'opportunità irripetibile per cambiare le loro vite, la sua vita, e non avrebbe rinunciato a coglierla solo per la testardaggine di Charles Vane.
"Se non hai intenzione di abbassarti per farmi un pompino sarà meglio che ti sposti."
"Non è una stronzata. Quell'oro esiste e può essere nostro." la voce della giovane creola era delicata, ma ferma "Te lo ripeterò ancora, così potrai rifletterci con calma." lo stuzzicò "Un uomo conosce la rotta della nave che trasporta l'immenso tesoro dell'Urca di Lima, egli si chiama John Silver, è appena arrivato a Nassau con la Walrus. Quel tesoro, con un po' di sforzo e di spirito di iniziativa può essere nostro, ma prego" Max si spostò, indicò la porta "se vuoi che sia il capitano Flint a trovarlo accomodati, esci."
Puntare sulla ben nota competizione tra Vane e Flint, mossa astuta, pensò Jack Rackman.
I due capitani erano in guerra da...beh, da sempre, non erano mai stati amici. Vane rispettava molti membri dell'equipaggio della Walrus, come Hal Gates o Billy Bones, perfino il loro medico Leni Morgan, e alcuni marinai esperti, ma Flint, lui lo disprezzava fin dal primo giorno in cui lo aveva incontrato.
E la cosa era reciproca.
La tattica di Max come previsto funzionò, Vane fece due passi indietro, allontanandosi dalla porta. 
"E cosa dovremmo fare, gentile fanciulla? Questo forestiero è appunto membro dell'equipaggio della Walrus, e ha già rivelato loro le informazioni necessarie per trovare la nave che trasporta il tesoro." fece notare Rackman. 
"Non vi avrei chiamato qui se non fossi sicura di poter volgere la situazione a nostro vantaggio." Max odiava essere sottovalutata.
In lei tutti vedevano una prostituta, bellissima e selvaggia, capace di scucire a un marinaio poco attento anche una settimana di guadagni. 
Ammirevole, certo, ma era solo questo, nient'altro.
Ma lei sentiva di essere molto di più.
E perché non avrebbe dovuto sognare di ottenere di più? Era sveglia, intelligente, sapeva leggere e scrivere, ed era lungimirante. Doti che una donna poteva raramente sfruttare in un mondo patriarcale come quello in cui era cresciuta, ma nessuno poteva impedirle di tentare di cambiare il proprio destino, di sovvertire i ruoli stabiliti da quella società.
E se c'era un posto dove poteva farlo era proprio Nassau: qui le donne avevano opportunità illimitate se dimostravano il loro valore. Eleonor Guthrie gestiva il commercio navale da sola, in vece della sua famiglia, Anne Bonny era riuscita a diventare una guerriera spietata su una nave pirata, Leni Morgan, beh di lei non sapeva quasi nulla, giravano solo delle voci ma sicuramente veniva da un ambiente altolocato delle nuove colonie britanniche, si poteva intuire dai suoi modi e dalla sua cultura, ma il punto era che aveva deciso di lasciare tutto per intraprendere una carriera come medico e chirurgo di bordo.
Dove, se non nella esotica Nassau?
"Prima di tutto" continuò la ragazza "John Silver non ha comunicato tutto ciò che sapeva, ne ha rivelato solo una parte, una garanzia prima di partire per il lungo viaggio.
E io posso mettere le mani su una trascrizione della rotta che questo Silver ha consegnato a Flint." 
"Te la fornirà il tuo amico, quello che ti ha parlato del tesoro?" chiese Vane.
"Lui può ricopiare le informazioni e farmele avere, così potrete anche voi partire senza destare sospetti. Stando a quanto mi ha detto il mio contatto questa rotta li condurrà fino alle coste della Florida, solo a questo punto Silver rivelerà ulteriori dettagli per la traversata. Un metodo per cautelarsi." spiegò Max.
"E noi che dovremmo fare?" chiese Anne, sospettosa.
"Raggiungerete la Walrus in Florida, e lì l'abborderete."
Vane scoppiò a ridere: "Certo, prenderemo a cannonate una nave pirata, cosa che ci farebbe diventare degli appestati qui a Nassau."
Max lo ignorò volutamente e continuò, decisa:  "L'obiettivo è John Silver, deve essere catturato vivo, per sopravvivere non si farà scrupoli a dirvi tutto."
"Forse non hai colto la natura del nostro dilemma." disse Jack Rackman.
"L'ho ben inteso." mentì la creola per poter continuare nella sua opera di convincimento "E posso capire che sia una situazione complicata, ma alla fine chi saprebbe la verità sul destino della Walrus? Tornati a Nassau potrete raccontare la storia che più vi aggrada..."
"Dolcezza, noi non affondiamo un'altra nave pirata, scordatelo." Rackman fu lapidario "Possono non piacerci quegli uomini, il tesoro è allettante, ma abbiamo un codice d'onore. Possiamo uccidere altri pirati? Certo, ma il motivo deve essere dannatamente valido. 
Verremo giudicati per uno sgarro così grave, terribilmente giudicati, e non faremo più nessun affare qui a Nassau. Potrebbero perfino impedirci di attraccare se si sapesse, e significherebbe la fine dei nostri affari." 
"Con quel tesoro non avrete più bisogno di fare affari con nessuno, sarete ricchi." insistette Max.
Non capiva questi scrupoli.
Siete pirati, pensò, ladri, assassini, stupratori. E io sono una puttana, e non mi vergogno di ammettere che la mia natura mi porta a fare scelte scomode, a tradire, a mentire.
Si fa quel che si può per sopravvivere.
Charles comprese il suo sguardo indispettito, e le disse: "Esistono leggi che l'uomo non scrive ma che conosce, per istinto, e riguardano l'onore, e anche i mostri come noi le devono rispettare per evitare di sprofondare verso l'abisso più oscuro."
A quelle parole Max non replicò, rimase anzi raggelata. 
Mostri, aveva detto, i mostri che solcano i mari, che spaventano il mondo civilizzato, un mondo che vuole annientarli senza nemmeno conoscerli. 
Mostri che avevano però trovato una loro dimensione onorevole e rispettabile grazie a poche regole mai scritte, ma doverose.
Max avvampò, per la prima volta si vergognò di quello che aveva pensato e detto.
"Sono sicura che troverete un altro modo allora." mormorò.
"Non lo troveremo perché ce ne tiriamo fuori." decretò Charles Vane "Non riveleremo il tuo piano, ma nemmeno ti aiuteremo a realizzarlo. Ti auguro di trovare qualcuno pronto ad aiutarti, ma forse non dovrei farlo, mi porterebbe solo sventura."
Con un cenno del capo intimò ai suoi amici di lasciare la stanza, e i due lo assecondarono, erano d'accordo con la sua decisione, uscirono chiudendo la porta dietro di loro.
Quando Max fu sola si sedette sul letto, e pianse. Erano lacrime di rabbia, di delusione, aveva sprecato un'occasione, la prima vera occasione di lasciare quella vita fatta di amplessi squallidi e angherie.
O forse no, forse c'era qualcuno a cui rivolgersi. C'erano pirati a Nassau che avevano solcato i mari abbastanza a lungo da capire che quel codice, seppur ammirevole, poteva essere accantonato in vista di un bene superiore. Sopratutto c'erano pirati che avrebbero volentieri affondato la Walrus con tutto il suo equipaggio pur di guadagnarci, in denaro e prestigio. Charles Vane non era l'unica persona a disprezzare James Flint, c'era chi forse lo mal sopportava più di lui.
Tieniti i tuoi scrupoli capitano, perché io, dopo attenta riflessione, non intendo farmene. 
Si asciugò il viso con le dita, fece due profondi respiri, e con fierezza uscì anche lei dalla stanza.
Uscita dal bordello sapeva benissimo dove andare, e ci andò a passo sicuro.
 
 
 
"Lavanda."
"Scusami?"
"Ne sento il profumo..."
 
Leni sorrise, era sdraiata sul letto, indossava solo una camicia lunga di lino color corda.
Era solita mettere a bagno dei fiori essiccati nell'acqua con cui si lavava, affinché il loro profumo le rimanesse sulla pelle e sui capelli.
Quel giorno aveva scelto la lavanda. E lui lo aveva notato.
Certo che lo hai notato Billy Bones, li ho usati apposta per te, perché so quanto ti piace, quanto sia inebriante per te. 
 
"Madame Mapleton mi ha dato una stanza....stavolta è quella con la porta verde scuro."
 
Era un messaggio per lui, affinché sapesse a che porta bussare.
Non vedeva l'ora che arrivasse, il solo pensiero di lui con lei in quella stanza, su quel letto, la fece tremare.
Le mancava.
Era un'assurda mancanza, lo sapeva, ma anche se inspiegabile era reale, palpabile.
Stavano insieme per mesi su una nave, insieme, giorno e notte, eppure c'era un'assenza che cercavano di colmare non appena le traversate finivano, nei giorni che restavano a Nassau.
Le mancava l'intimità, quella lunga, calda e bellissima intimità che non potevano condividere sulla nave, perché è pur vero che le navi sono immense, ma allo stesso tempo mancano di discrezione e spazi privati.
Billy dormiva con gli altri marinai, Leni con l'ausilio di due teli aveva ricavato un angolo tutto per sè in quella zona della stiva che usavano come sala operatoria e ambulatorio.
Certo questo non era un impedimento allo stare insieme, anzi, avevano i loro angoli segreti dove appartarsi.
Il sesso non era proibito sulla Walrus, a patto che fosse consensuale e discreto, e niente esibizioni d'affetto in presenza della ciurma, ordine del capitano Flint, ma appurato ciò i marinai erano liberi di giacere con chi volevano.
E Leni e Billy, da quando avevano iniziato la loro relazione, si erano adeguati a queste regole.
Non era un segreto, quello che c'era tra loro. La ciurma era divisa tra chi sapeva e approvava, e non mancava di farlo notare con battutine e allusioni, e tra chi sapeva e non aveva un'opinione in merito, e ciò a Leni e Billy andava benissimo.
Si appartavano nei momenti di quiete, lontano da occhi indiscreti, e in quegli angoli poco illuminati consumavano fugaci rapporti, intensi quel tanto che bastava per sentirsi appagati, per poi tornare alle proprie mansioni come se nulla fosse accaduto.
Era bello, ma non era fare l'amore.
Tra le lenzuola era tutto diverso, potevano abbandonarsi completamente, non c'era il rischio di essere scoperti o osservati, non c'erano tempeste, non c'erano navi da depredare, c'erano solo loro due e le loro fantasie, sospesi in un tempo che non prevedeva interruzioni.
Leni non vedeva l'ora che Billy arrivasse, per poterlo finalmente fermare, quel tempo, e farlo ripartire solo quando loro lo avessero deciso.
Ripensò all'ultima volta che lo avevano fatto sulla Walrus.
Il corpo di Billy che premeva il suo contro un muro della stiva semi buia, i suoi baci che quasi la lasciavano senza respiro.
"Non è il caso di rischiare..." aveva mormorato lei senza staccare la bocca da quella di lui. 
Si detestava quando doveva mettere questo limite, ma era necessario, una nave pirata non è esattamente il posto ideale dove crescere un figlio.
Lui aveva sorriso, comprensivo, non la biasimava per questa prudenza, anzi, la condivideva: "Lo so..." le aveva detto continuando a baciarla "Ma per fortuna ci sono altre cose che possiamo fare..." aveva detto "Che posso farti."
Billy le aveva slacciato i pantaloni facendoli cadere a terra, e lei, già scalza, li aveva sfilati.
Si era inginocchiato tra le sue gambe, sollevandone una per portarsela sulla spalla, le aveva baciato delicato la coscia, risalendo verso la sua femminilità ormai esposta e accessibile, e aveva fatto scivolare la lingua dentro di lei, facendola gemere.
Sospirò ripensando a quel momento, sorrise. 
Lei era rimasta lì, senza fiato, appoggiata a quel muro, le dita che ogni tanto accarezzavano i  capelli biondi di Billy e le sue spalle nude, sentendo il piacere montare sempre di più.
Nella scemi oscurità le era anche sembrato di scorgere un movimento, ma era troppo presa da ciò che la bocca di Billy stava facendo al suo corpo per preoccuparsi di un eventuale spettatore. 
L'orgasmo l'aveva scossa, raggiunta all'improvviso, e le era sfuggito un gemito stridulo, si era messa una mano sulla bocca per soffocarlo. 
Mentre ancora ansimava Billy si era alzato e le aveva baciato il collo, il viso, le labbra, lei gli aveva sorriso. 
E non appena aveva ripreso fiato aveva riso, e aveva spinto Billy contro il muro slacciandogli i pantaloni, sentendo l'urgenza di voler ricambiare il favore.
Leni ripensò a quel momento, e nel mentre guardava la luce entrare dalla finestra della stanza, era quasi il tramonto, e fu in quel momento che sentì bussare.
Si alzò, un brivido le percorse la schiena quando sentì la voce di Billy chiedere "Sei lì dentro?", raggiunse la porta e la aprì.
Billy, un braccio appoggiato allo stipite, le sorrise, scusandosi per averci messo così tanto.
Leni lo fece entrare e chiuse la porta a chiave, poi si avvicinò a lui, e gli prese il viso tra le mani.
"Ma ora sei qui." gli disse prima di baciarlo, e in quel momento il tempo smise di scorrere.
 
 
 
 
 
   
 
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