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Autore: FreddiePie    22/01/2019    1 recensioni
Dal testo:
Neanche tu sai dove andremo, vero Max? L’unica cosa che sai per certo, e di cui ti interessa, è che saremo insieme.
Del resto, è l’unica cosa che importa anche a me.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stiamo sostando in un motel ad ore, ma non staremo ancora per molto; giusto il tempo di riposarci un po' e poi ripartiremo per chissà dove. Neanche tu sai dove andremo, vero Max? L’unica cosa che sai per certo, e di cui ti frega, è che saremo insieme. Del resto, è l’unica cosa che importa anche a me.
Qualunque cosa accadrà da qui in avanti tu sarai al mio fianco, Max. E io al tuo.

Mi prude leggermente la nuca, laddove il tuo respiro arriva e torna ad intervalli regolari insieme al ticchettio delle lancette dell'orologio. Tic, un respiro; tac, eccone un altro. E così via. Per tutta la notte.
Per tutta la vita, immagino.
Ma del resto te la devo, io, la vita; dunque mi lacerò abbracciare ogni notte in questo modo, e ti bacerò sulle labbra quando arriverai a chiedere le mie. Ti dirò che sei tutto, e non ti dirò che lo sei diventata perché ormai non mi è rimasto più nulla.
Tutto ciò che avevo ed ero l’ho lasciato tra le macerie di Arcadia Bay.
Hai provato a salvarmi, Max, ma io sono morta quel giorno nel bagno della Blackwell. Per questo non dovrei essere qui, con te, su questo letto maleodorante di uno squallido motel di quart’ordine. Meriteresti di più, come io meriterei molto meno. Ma va bene, va bene così... No, non va bene così proprio per niente! Perché se andasse tutto bene non starei piangendo come invece sto facendo, e non ti starei dando le spalle quando potrei invece darti un bacio.

Oh, Rachel. Certe volte mi torna in mente; certe volte vorrei che fossero le sue braccia a stringermi; suo il respiro ad arrivarmi sulla nuca, e sue le labbra quelle da baciare.
Non fraintendere, non l’ho mai veramente preferita a te. Lei era irraggiungibile, un sole verso il quale mi sarei voluta assolutamente avvicinare pur sapendo che mi avrebbe ustionata, se toccato. Lo sapevamo tutti eppure, tutti, ci protraevamo comunque verso di lei.
Anche ora ambisco al suo tepore, al suo straordinario potere di far sentire bene chiunque, speciale.
E’ proprio di questo che adesso avrei bisogno: di sentirmi speciale, e non l’ennesima disgrazia capitata a chi voglio bene.

Mamma.
Mamma…

No, non posso stare qui; non posso stare stesa su questo letto come se non fosse successo niente.
Spero proprio ti non svegliarti, Max, mentre sposto lentamente il tuo braccio dal mio fianco e lo lascio cadere delicatamente sulle lenzuola. E continuo a sperare che tu non ti muova, mentre apro la porta a vetri ed esco in canotta e mutande sulla spiaggia.
E’ che ho proprio bisogno di fumare e piangere liberamente senza che tu mi veda o possa sentirmi.

Il vento è forte, e viene dal mare quasi come se volesse schiaffeggiarmi.
Cazzo, avrei dovuto mettere la giacca, o quantomeno accendermi la sigaretta dentro, dove sarei riuscita a far funzionare l’accendino.
E dai, su! Accenditi!
Fanculo!
Questo vento non mi lascia in pace e rabbrividisco, perché sembra proprio l’urlo di Rachel contro le fiamme che divampano.

«Chloe, ma si congela!»
Non mi giro neanche a guardarti mentre cerco di mandarti via con un disinvolto «Torna dentro, Max». Ma non molli, anzi: mi posi la giacca sulle spalle e mi arrivi davanti, costringendomi a guardarti.
«Solo se vieni con me!»
No, quella mano sulla mia non dovevi proprio posarla. Non in un momento simile; non con i miei nervi tesi a fior di pelle.
«Max, non puoi venire sempre a rompermi le palle! Per una volta - una stracazzo volta - mi lasceresti in pace?!»
Ho esagerato. Ho veramente esagerato, ma purtroppo me ne rendo conto solo nel momento in cui ho già dato sfogo alla rabbia ed ormai quelle parole mi sono scappate dalle labbra.
Distruggo sempre ciò che tocco. E’ così che faccio. Ma ti prego, Max, ti prego… lo so che ti ho detto di lasciarmi sola, che ti ho trattata in un modo che sicuramente non meriti, ma ti prego, non andare via. Resta con me. 
Non guardarmi come se ti avessi appena ferita profondamente.
E’ vero, potrei chiederti scusa, ma sono veramente troppo orgogliosa per farlo. Preferisco di gran lunga continuare a mantenere il silenzio e sperare che sia tu quella a palare, ad insistere nonostante sia una stronza fatta e finita.
Ma è ovvio che non dici niente ed, anzi, fai per andartene, perché pensi che sia quello che voglio. Beh, non lo è.
«Te ne vai così?!»
«Mi hai detto di andare via.»
«E tu mi dai anche retta?! Ma non vedi che ho bisogno di averti qui, al mio fianco?!»
Certe volte ho come l’impressione che ti stia usando proprio come Rachel al tempo usava me.
Ebbene: Rachel Amber - quella Rachel Amber - non si sarebbe mai veramente legata a nessuno e forse anch’io, ormai, non riuscirò più a legarmi a nessuno, anche se in modo leggermente diverso.
Rachel non la raggiungevi perché era lontana; a me non raggiungi perché continuo a scappare.

Ma è con un «Oh, Chloe…» caldo ed amorevole che mi abbracci e mi riscaldi dal vento gelido che viene dal mare. Ed è proprio lì che finalmente io scoppio a piangere in pace.

Forse non ho bisogno di una Rachel Amber per star bene.

«Non sei l’unica a non riuscire a dormire, Chloe.»
Sono una scema. Come ho potuto darti così per scontata? Come ho potuto anche solo credere che qui la vittima sia io? Dopotutto sei tu che porti sulle spalle il peso di quella scelta. Di tutte quelle morti.
Perché l’hai fatto? Perché io?

D’un tratto, mi rendo conto che hai un disperato bisogno di me, perché altrimenti crolleresti.
Come ho potuto capirlo solo ora? E' che non chiedi mai, e io sono sempre troppo concentrata su di me per accorgermene.

Scusa, Max, adesso lascia che sia io a prendermi cura di te.

   
 
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