11 - Hold me
Fuori era il temporale. Dov’era andata Neliel a quell’ora della notte, con quella pioggia?
Nnoitra aveva esitato solo qualche istante. Eppure, quando si era deciso ad andarle dietro, lei sembrava già scomparsa.
Stupido, la colpa è tutta tua.
Non poteva essere lontana. Ciò che Nnoitra avvertì doveva essere apprensione, preoccupazione, senso di colpa.
Uscì di casa senza neanche premurarsi di coprirsi e quando si ritrovò sotto la pioggia non avvertì neanche il freddo. Sapeva solo di doverla trovare a tutti i costi. A nulla erano valsi i tentativi di chiamarla, poiché il cellulare risultava irraggiungibile.
Non mi perdonerei mai se le accadesse qualcosa.
Lo ricordo ancora cosa mi dicesti la prima volta che ci incontrammo.
“Come mai hai un occhio bendato? È una specie di moda?”.
“Tsk, è stato a causa di una lite. Oltre ad aver perso la vista da questo lato, ho una cicatrice orribile, motivo per cui preferisco coprirla”.
“Oh, capisco. Sei un tipo violento?”.
“Solo con chi mi causa problemi. Se te lo stai chiedendo, non ho mai alzato un dito su una donna, non sono un vile”.
Allora lei ti sorrise e con quei grandi occhi ti aveva già conquistato.
“È giusto, con la violenza non si risolve nulla. Allora mi prometti che da questo momento in poi ci rinuncerai?”.
“E come farai ad essere certa che manterrò la promessa?”.
Al secondo sorriso eri già andato.
“Magari ci rivedremo ancora… a me piacerebbe”.
Non capì perché gli venne alla mente proprio quel ricordo. Perché doveva pensarci proprio adesso?
“È che sai… mi piace mostrarmi forte e impavida ma anche io ho paura. Sono più indifesa di quel che sembri”.
“Tu pensi che io potrei mai farti del male?”.
“No. Mi dai più che altro l’idea di una persona che mi proteggerebbe da chi vuole farmi del male”.
“Nel, dannazione”, ansimò, stanco per la corsa. “Io voglio ancora proteggerti”.
Era buio pesto, tuttavia la luce di un lampione venne in suo soccorso: esso stava illuminando la figura tremante di Neliel che se ne stava immobile, mentre le lacrime si mescolavano alla pioggia.
Nnoitra non perse tempo e con foga la abbracciò da dietro, al punto che quasi lei si spaventò.
“Nnoitra, sei tu?”, domandò.
Lo sentì annuire, aveva poggiato il viso sulla sua spalla.
“Nel, perdonami. Lo sai, lo sai che non ti farei mai del male. Perdonami. A volte mi dimentico perché ti amo. Perché tu tiri fuori la parte migliore di me. Non andare. Ho bisogno di te, avrò sempre bisogno di te”.
Il suo tono era esasperato come non mai. E la pioggia continuava a cadere fitta. Neliel cercò le sue mani e quando le trovò le strinse.
“Ho paura…”.
“Di me?”.
“No, non di te. Ho paura che finisca tutto, non voglio”.
Fu allora che l’abbraccio di lui si fece più stretto.
“Non finirà niente. Posso portarti a casa con me?”, le chiese, quasi supplicandola.
E Neliel annuì, avvertendo una piacevole sensazione di calore lì, dove si trovava il cuore.
Nota dell'autrice
Okay, ho amato letteralmente scrivere questa flash, non so nemmeno io il perché. Ma Nnoitra è corso dietro Nel e l'ha abbracciata stretta in modo da non poterla più lasciare, e in mezzo ci sono anche sprazzi di dialoghi risalenti ad anni prima, quando si sono conosciuti. Ebbene sì, Nnotira è un po' un ex teppista, ha perso la vista da un occhio e ha pure una cicatrice che odia. Non ho molto da dire, spero che vi abbia emozionato :D