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Autore: Knuckster    25/01/2019    3 recensioni
Evento Argus. Il fenomeno che ha sradicato dal suolo di Mobius un'intera civilizzazione, che ha intrappolato il Clan di Nocturnus nei meandri di Twilight Cage, che ha sconvolto il mondo come lo si conosceva in maniera del tutto imprevista. Ma è davvero solo questo? Sonic the Hedgehog e i suoi compagni, per la prima volta, si ritrovano ad affrontare forze universali ed eterne molto più grandi di loro. Un gruppo di membri eletti di un pericoloso Cenacolo sta preparando il terreno per l'arrivo della misteriosa entità Argus... ed una cosa è sicura: dopo il suo avvento, nulla sarà più come prima.
Sonic e il suo gruppo hanno davvero quello che ci vuole per fermare questa nuova immortale minaccia?
01/03/2019 - STORIA COMPLETATA. A partire da adesso, ci sarà una revisione completa, capitolo per capitolo, con correzioni al contenuto e al layout, riassunte volta per volta in note a piè pagina. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa storia gigantesca per tutti questi cinque anni!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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Purificazione (Quinta parte)

    Di tutti i luoghi in cui Sonic si sarebbe aspettato di ritrovarsi, quello era l’ultimo che gli sarebbe mai potuto venire in mente. Si trattava di una piccola stanza quadrata, con le pareti in legno lucido e il pavimento ricoperto di una soffice moquette beige. Vi era spuntato all’interno come per magia, quasi come sbocciato dal terreno. Dietro di lui non c’era alcuna porta d’accesso. Di fronte, invece, c’era una porta scorrevole rettangolare, fatta di legno e di uno strato di carta leggero. A Sonic ricordava molto lo stile orientale che aveva visto nelle abitazioni di Chun-Nan, quando tempo prima aveva viaggiato per il mondo in compagnia di Chip. Non c’era nient’altro in quella stanza, solo un tavolino scheggiato in un angolo e un vaso di porcellana con motivi floreali dipinti.

    Proprio quando Sonic cominciava a chiedersi se, per qualche strano scherzo, non fosse capitato nel luogo sbagliato, avvertì al suo fianco la presenza di qualcun altro. Quasi fece un balzo quando voltò la testa e si rese conto di chi si trattava. Seth era sbucato accanto a lui, silenziosamente. Era rigido nella sua postura e aveva i pugni stretti.

    Sonic indietreggiò d’istinto e assunse immediatamente una posa da combattimento, determinato a non abbassare la guardia neanche per un istante.

    - Non sai mai quando è il momento di arrenderti, vero? - sbottò il riccio blu - Come hai fatto a seguirmi? -

    Seth non gli rispose. Anzi, non diede neanche segno di essersi accertato della sua presenza. Era molto più interessato a studiare l’ambiente che aveva intorno. Questo non fece altro che aumentare l’irritazione di Sonic.

    - Non mi faccio fregare due volte da te! - esclamò, balzando in avanti per sferrare un pugno.

    Il colpo andò dritto a segno, ma il contatto non avvenne. Il braccio di Sonic trapassò da parte a parte Seth, il quale sembrava non avere consistenza corporea, esattamente come un fantasma. Sonic si ritrasse subito.

    - Siamo in un limbo astrale - spiegò Seth, secco - Al di fuori del tempo e dello spazio. Non abbiamo forma fisica qui, ci sono solo le nostre proiezioni mentali -

    Poi guardò di sottecchi Sonic, il quale stava ancora guardando esterrefatto il suo pugno chiuso, quasi come lo vedesse per la prima volta.

    - O almeno di quelli che una mente ce l’hanno - aggiunse, con disprezzo.

    - Nella lista di tutto quello che mi hai fatto, ci mancavano proprio gli insulti - ribatté Sonic, recuperando il suo atteggiamento strafottente per sembrare sicuro di sé - Dato che nessuno dei due può liberarsi a calci dell’altro, cosa suggerisci di fare adesso? -

    - Tu fai quello che ti pare - puntualizzò Seth, con veemenza - Io sono qui per parlare con Argus -

    - L’appuntamento tecnicamente era per me. Pensi che al tuo amichetto facciano piacere gli imbucati? -

    - Porta rispetto! - sbottò lo sciacallo, digrignando i denti - Siamo al cospetto dell’entità più antica dell’intero creato! -

    - E se ne sta rintanata in un posto come questo? - incalzò Sonic, con un sorrisetto - E magari ci sta anche aspettando nell’altra stanza per offrirci il tè? -

    Dopo quelle esatte parole, la porta scorrevole di fronte a loro si aprì piano, da sola, permettendo loro di dare un’occhiata al locale successivo. Era perfettamente identico a quello in cui già si trovavano, solo che aveva al centro un tavolino in mogano, con dei cuscini bianchi ai suoi piedi, e sopra due tazze fumanti e una teiera di porcellana.

    - Io lo dicevo solo per dire - commentò Sonic, a metà tra lo scioccato e il divertito.

    Seth emise un verso di disgusto. Entrò subito nella stanza, con Sonic sulla sua scia, deciso a non perderlo d’occhio.

    C’era un camino alla destra, con un fuoco acceso a scoppiettare allegro. In fondo, invece, c’era un individuo, girato di spalle, a trafficare in un cucinino. Seth trasse un profondo respiro e si mise tutto impettito, ma Sonic si limitò a squadrare quel poco che riusciva a vedere del padrone di casa con aria di curioso scetticismo.

    Era un’anziana signora, una mobiana, più precisamente un esemplare di panda rosso. Rotondetta e con vaporosi ciuffi di un pelo rossiccio ingrigito che spuntavano da tutte le parti, aveva un viso piuttosto pieno e delle braccia generosamente in carne. Sul muso piccolo e sporgente portava degli occhiali a mezzaluna, retti da una catenina attorno al collo, e portava un grembiule bianco con il disegno stilizzato di un polipo viola. Fu quello il particolare che più colpì Sonic, perché si ricordava dei tentacoli violacei spuntati dal cielo al momento della sparizione degli esseri umani dal pianeta, del tutto simili a quelli nel disegno.

    La signora sorrideva in maniera gentile e educata nel momento in cui si era voltata. In mano aveva due piattini con una varietà di dolcetti di ogni tipo.

    - Due bei giovanotti in salute, non potevo chiedere di meglio - disse il panda, in tono tutto contento.

    - Non vorrà mica mangiarci - commentò Sonic, in un sussurro.

    - Stai zitto! - sbottò nuovamente Seth, dandogli una forte gomitata prima di ricordarsi che non poteva esserci alcun contatto fisico tra di loro.

    - Su, accomodatevi pure. Non fate raffreddare il tè -

    Seth obbedì prontamente e si sedette su uno dei cuscini poggiati sul pavimento, incrociando le gambe. Sonic lo seguì a ruota, sebbene fosse decisamente confuso per la situazione surreale, al limite del ridicolo. Si era aspettato di trovarsi di fronte all’essere più potente che fosse mai esistito, quello che secondo Seth aveva creato con le sue mani l’universo… solo per finire a bere il tè con un’arzilla vecchietta.

    La signora si sedette a sua volta e, con garbo e delicatezza, versò dell’altro tè nelle tazze già piene a metà. Sorrideva in maniera affabile, come una nonna che aveva appena ricevuto la visita dei suoi nipoti dopo tanto tempo.

    - Ehm… bè, grazie… - balbettò Sonic, incerto su cosa dire e su quali parole usare - In realtà starei cercando… un certo Argus. Sa dove si trova… per caso? -

    - Argus? - ripeté il panda, ridacchiando - È questo il nome che mi hanno dato? Suona un po’ troppo solenne, non è vero? -

    Per Seth fu una conferma sufficiente. Si alzò di scatto e poi si piegò subito in un cerimonioso inchino.

    - Sommo Argus, io sono Seth, Cerimoniere del tuo Cenacolo di eletti da quattro millenni a questa parte. È per me un profondo onore fare la tua conoscenza, sebbene debba riconoscere che la scelta di questa forma mi lascia leggermente spiazzato. Tuttavia… -

    - Oh, via, via! - lo interruppe la signora, sventolando frivolamente una mano - Non c’è bisogno di tutta questa sciocca formalità. Torna pure a sederti, caro -

    Seth rimase palesemente interdetto. Nonostante tutto, obbedì prontamente e tornò a sedersi, rimanendo in un rispettoso silenzio d’attesa.

    - Vuol dire che… tu sei davvero Argus? - chiese Sonic, con ingenua spontaneità.

    - Sono esattamente quello che vedete, né più, né meno. È così bello avere un po’ di compagnia, una volta tanto. Vi aspettavo con molta ansia -

    - Sapevi che saremmo arrivati? - ripeté Sonic, sempre più incredulo.

    - Ma certo, farà di sicuro parte della profezia - disse Seth, convinto di aver trovato il bandolo della matassa.

    - Profezia? Di quale profezia parli, caro? - replicò l’anziana signora, sbattendo più volte le palpebre con fare interrogativo.

    Lo sciacallo rimase ammutolito per la seconda volta, non senza una punta di fastidio. Sonic, totalmente ignaro di quanto stava accadendo e senza tutte le pretese e le aspettative del suo riluttante compagno di viaggio, se la rideva segretamente sotto i baffi. Decise di stare al gioco, prese la tazza poggiata davanti a lui e bevve un sorso.

    - È squisito! - esclamò subito, con sincerità, mentre assaporava il gusto intenso e piacevole del tè.

    - Mi fa tanto piacere che sia di tuo gradimento - replicò la signora, tutta emozionata.

    Seth storse il naso, mentre ricacciava in gola quella strana sensazione di gelosia che gli bruciava nello stomaco. Prese a sua volta la tazza e assaggiò, senza però fare commenti e continuando a rimanere in silenzio per studiare la situazione.

    - Perché non mi parlate un po’ di voi? - chiese Argus - Avrete vissuto tante esperienze interessanti in vita vostra -

    Sonic si sentì più che propenso a chiacchierare con quella vecchietta. L’atmosfera calda e accogliente in cui si trovava lo faceva sentire tremendamente a suo agio, molto più di quanto potesse dire Seth. Senza farsi pregare, Sonic cominciò a sciorinare tutti i fatti salienti della sua vita, sin da quando era piccolo. Parlò del modo in cui aveva scoperto di saper correre a velocità supersonica, della sua amicizia d’infanzia con Zephir, del suo primo incontro con Tails e il dottor Eggman, delle sue avventure in giro per il mondo e del singolare avvenimento battezzato come Evento X. Parlò lei di tutti i suoi amici e compagni di battaglia, da uno dei primi che avesse mai incontrato, cioè Mighty, fino a tutti gli incontri più assurdi avvenuti in così tanti anni, come per esempio Blaze, la principessa di un’altra dimensione, e Silver, il riccio proveniente dal futuro.

    - Sembrano molto interessanti questi tuoi amici - aveva commentato la signora, tutta interessata.

    Sonic non era mai stato un gran chiacchierone con nessuno, ma quel panda aveva la singolare capacità di farlo sentire rilassato e in vena di confidenze. Raccontò per filo e per segno di che tipi erano tutti i suoi amici, dalla testardaggine di Knuckles, al genio impareggiabile di Tails, dagli iniziali problemi di fiducia di Blaze a quanto si poteva sempre contare su Mighty. Menzionò perfino il rapporto burrascoso con Amy, evitando però di specificare gli ultimi importanti sviluppi.

    - Una banda molto vivace, non c’è che dire - commentò lei.

    - Sono grandiosi, davvero i migliori - confermò Sonic, ripensando di nuovo, per la prima volta da quando era arrivato lì, a cosa avevano fatto per lui e sentendo una punta di nostalgia.

    - E tu, invece? - chiese ancora Argus, spostando la sua attenzione su Seth - Cosa mi puoi raccontare di te? -

    Seth non se lo fece ripetere due volte. In tutto il tempo passato ad ascoltare passivamente le chiacchiere di Sonic, aveva pensato che quello fosse semplicemente un pretesto di Argus per conoscerli entrambi a fondo, per verificare quant’era profonda la loro dedizione alla sua causa.

    Seth parlò in tono chiaro e forte, senza tralasciare assolutamente nulla. Raccontò della sua infanzia difficile, del padre assente e della madre gracile a cui doveva badare. Parlò di sua sorella minore, Kira, e di quanto fosse stato arduo badare ad entrambe e, nel frattempo, sopportare l’ostilità e le maldicenze degli altri attorno a lui che temevano i suoi poteri psichici. Poi fu il turno di menzionare l’incontro con Lord Ix e la sua iniziazione tra i seguaci di Argus. Scelse accuratamente le parole giuste per questa parte del racconto, consapevole che riguardavano molto da vicino il suo interlocutore. La signora, però, ascoltò con molta attenzione, senza fare il minimo cenno al fatto che fosse stata menzionata in qualche modo.

    Seth proseguì imperterrito, descrivendo in maniera dettagliata tutti gli sforzi fatti in quattromila anni per radunare sufficienti esseri eccezionali, tra i quali si sarebbero nascosti i quattro Purificatori della tanto famigerata profezia. Sonic non intervenne neanche una volta, facendosi sempre più serio ad ogni nuovo risvolto del racconto.

    Lo sciacallo, infine, arrivò alla parte della storia che più fu difficile ripercorrere. Non fece alcun giro di parole e ammise apertamente di aver soffocato sua sorella, specificandone anche il motivo. Sonic trasalì, quasi strozzandosi con il tè, mentre Argus esibì un’espressione di composto dispiacere, anche se sproporzionato rispetto alla notizia in sé. Aveva reagito quasi come se Seth avesse detto di aver schiacciato una formica per errore.

    - Hai avuto una gran bella dose di dispiaceri nella tua vita, povero caro - commentò lei, porgendogli il piatto con i dolcetti che lui rifiutò educatamente.

    - Quattromila anni sono tanti per una sola persona - ammise, con una nota dolente nella voce - Ho sacrificato tantissimo per arrivare dove sono arrivato e tutto in nome di una sola causa. Però non me ne pento, so di aver agito in nome di quello in cui credo -

    - E tua sorella cosa c’entrava in tutto questo? - sbottò Sonic, incapace di trattenersi.

    - Non azzardarti neanche solo a nominarla! - ribatté subito Seth, velenosamente, rimpiangendo di non potergli chiudere la bocca con i suoi poteri - Tu non hai la minima idea di quello che abbiamo dovuto passare in più anni di quanti non riusciresti mai a concepire -

    - Ed è il bene che gli volevi che ti ha spinto a toglierle la vita? - insisté ancora Sonic, manifestando con rabbia tutta la sua indignazione.

    - Non starò qui a giustificarmi con te. Tu non puoi capire. E come potresti del resto? Sei sempre vissuto in un mondo in cui le tue abilità erano osannate da tutti, in cui hai giocato a fare l’eroe acclamato in tutto il globo -

    - E mi vuoi dare la colpa per questo? -

    Seth scosse il capo, sorridendo con una punta di malignità.

    - Certo che no. Perché dovrei? È proprio quello che ho cercato di ottenere per quattromila anni, che gli esseri dotati di abilità eccezionali ottenessero il giusto riconoscimento in quanto superiori a tutti gli altri. Paradossalmente, tu sei il simbolo di quello che ho faticato per così tanti anni di ottenere, Sonic. Di una cosa, però, sei direttamente responsabile. Una cosa che hai trascurato di menzionare durante l’epico racconto di tutte le tue prodezze. Non ti viene in mente niente? -

    Sonic aggrottò la fronte, sinceramente all’ignaro di quanto Seth avesse in mente. L’anziana panda non si perdeva una sola battuta di quel confronto.

    - Allora sarò io a rinfrescarti la memoria - continuò Seth - Sei stato tu il principale responsabile dell’Evento X. A causa tua l’equilibrio del nostro pianeta è stato totalmente sconvolto, così come le vite di tutti coloro che vi si sono trovati in mezzo -

    Sonic si ritrovò a deglutire. Non era qualcosa di cui andava fiero e non lo si poteva certo biasimare per aver tralasciato quel dettaglio.

    - Che fai? Cerchi di screditarmi di fronte a questa simpatica signora? - replicò, con un sorriso nervoso - E poi, tecnicamente, è stato Eggman a cominciare… -

    - E tu sei stato a finire - concluse Seth, soddisfatto - Ti era per caso sfuggito di mente, Sonic? Io sono stato sincero finora. Non ho tralasciato nulla di quello che ho fatto, anche le azioni di cui più mi vergogno. Sei stato troppo abituato ad essere messo su un piedistallo per riconoscere le tue colpe -

    Sonic credeva di aver intuito cosa stesse cercando di fare Seth. Prima di morire, Shantal aveva detto che lo scopo finale della Purificazione era far capire ad Argus le cose importanti della vita. Che Seth lo avesse intuito ancora prima di lui? Il tutto consisteva nel far credere a quella signora nella loro buona fede? Il destino del mondo dipendeva da quanto quell’anziana avrebbe creduto alle loro parole e alle loro versioni dei fatti? Il riccio blu era colto in una girandola di dubbi e incertezze e, per la prima volta da quando era lì, cominciò sinceramente ad avere paura.

    - Non vado fiero di quello che ho fatto, ma è stato un incidente - ammise Sonic, molto serio - Sin da allora ho tentato di rimediare, aiutando il più possibile -

    - E perché c’era bisogno del tuo aiuto, Sonic? - incalzò Seth, senza dargli l’opportunità di finire il discorso - Perché, dopo aver pasticciato con il tempo e lo spazio, ci siamo ritrovati buttati nella mischia insieme ad un’altra specie, la peggiore che abbia mai conosciuto. Siamo stati trattati con odio, con disprezzo, con paura… e solo perché eravamo diversi da loro. La cosa non dovrebbe stupirmi, in fondo. È semplicemente la storia che si ripete -

    - È passato tanto tempo da allora - insisté ancora Sonic - Le cose sono cambiate -

    - Ma il problema di fondo rimane. Quello per cui ho combattuto tutta una vita, l’equilibrio del potere. Che chi è superiore agli altri, moralmente e materialmente, abbia il rispetto che gli tocca di diritto, come sancito dalla legge di Argus! -

    Sonic sapeva che a parole sarebbe stato sicuramente sconfitto. Quello era un tipo di sfida che si confaceva di più ad uno come Tails. Perciò decise di provare un diverso tipo di approccio.

    - Bè, il tuo Argus è proprio qui accanto a noi - disse, con semplicità - Perché non glielo chiedi direttamente quale sia la sua legge? -

    Seth rimase spiazzato. Incrociò lo sguardo della signora, la quale si dimostrò tutta contenta all’idea di parlare di sé stessa. Non appena aprì la bocca per fare il suo racconto, il pavimento sotto ai loro piedi scomparve. A Sonic saltò il cuore in gola quando si rese conto che il tavolino, i cuscini, i loro tre occupanti e tutta la stanza erano sospesi di colpo nel vuoto. Erano nello spazio aperto, trapunto di milioni di stelle lontane, e sotto di loro si stavano svolgendo delle scene a cui nessun mortale aveva mai potuto assistere, anche se le stavano ammirando come gli spettatori di un film.

    - Sapete, sono rimasta da sola per molto, molto tempo - spiegò il panda, in tono calmo - C’è davvero da annoiarsi in uno spazio così grande e buio, senza nulla da fare. Poi, però, per fortuna sono arrivati i miei figli a farmi compagnia -

    Per un attimo Sonic aveva pensato di assistere all’apparizione di tanti piccoli panda rossi. In realtà, la scena successiva a cui assistette fu la nascita delle varie creature inter-dimensionali che già aveva visto tramite la visione di Seth, molto tempo prima quand’era prigioniero nella sua caverna. C’erano Chaos e Solaris, Dark Gaia, l’Ifrit e il Time Eater, più una serie di altre creature che Sonic non aveva mai visto, a sparpagliarsi ciascuna in un mondo diverso, nel tempo e nello spazio.

    - Oh, quanto mi hanno fatto penare, sapete? Molti di loro sono stati proprio dispettosi, sempre in giro a fare confusione. È per questo che ho dovuto regalare loro dei giocattoli con cui ingannare il tempo, per tenerli un po’ a bada -

    Una serie di gemme preziose, ogni tipo diverso di smeraldo, apparve sotto di loro, a saettare nello spazio come meteore colorate. Sonic assisteva affascinato a questo spettacolo assurdo, senza ancora capacitarsi di essere seduto comodamente sopra all’universo a sorseggiare tè.

    - Neanche così, però, quei discolacci si sono decisi a rimanere un po’ tranquilli. C’erano anche altri che volevano giocare con i loro giocattoli, ma in questo modo i guai non facevano che raddoppiare. Si rivelò essere molto stancante sorvegliarli tutti quanti insieme, così decisi di prendermela comoda e di dare un’occhiata a ciascuno di loro periodicamente. Quei monellacci! -

    Dal modo in cui la signora ne stava parlando, sembrava davvero che si riferisse a dei bambini scalmanati e un po’ dispettosi, invece che a gigantesche e potentissime creature millenarie.

    - È così che è stato scritto - completò Seth, in tono solenne - Il tuo giudizio calerà su ogni mondo, in ogni punto del tempo e dello spazio, per ripristinare l’equilibrio del potere, inesorabilmente compromesso da coloro che sono indegni di possedere la tua potenza. Ho aspettato per quattromila anni che volgessi la tua attenzione sul mio mondo, che riportassi l’ordine e che ponessi gli esseri eccezionali come me al loro legittimo posto. So che non è andata bene con i quattro Purificatori, ma non importa più, perché ci sono qui io adesso, di fronte a te, ad attendere il tuo sommo giudizio! -

    Seth si era abbandonato completamente ad una specie di delirio fanatico. Aveva gli occhi sgranati e l’espressione euforica. La signora ricambiava con un’aria garbata, di educata curiosità, ma non diede alcun cenno di aver compreso una sola parola.

    - Ed è questo che consideri ripristinare l’equilibrio? - domandò Sonic - La sottomissione di chiunque non sia come te? -

    - E perché no? - ribatté Seth, sprezzante - Gli esseri inferiori hanno già fatto abbondantemente la loro parte, trattando me e quelli come me con disprezzo per tutta la vita. Giustizia vuole che la situazione si capovolga adesso -

    - Possono commettere tutti degli errori! - esclamò Sonic, determinato - E poi non sono tutti uguali. C’è anche brava gente, gente buona e rispettosa verso gli altri, che sa valorizzare la diversità, che si tratti di mobiani o di esseri umani -

    - Tocchi un tasto dolente, Sonic. Perché dovresti tanto affannarti per proteggere persone che hanno voluto male a quelli come noi? Persone che, quando i nostri mondi sono entrati in collisione, hanno cercato di rinchiuderti in una gabbia per vivisezionarti? Persone che, dopo l’assassinio della coniglietta, ti si sono rivoltati contro? -

    - Questo è perché hai orchestrato tu tutto questo! -

    Sonic si alzò di colpo, conscio di essere stato punto sul vivo.

    - Hai agito in modo da tirare fuori il peggio dalle persone per tirare acqua al tuo mulino. Hai creato una catena d’odio perché preferisci credere che tutto il mondo sia nero, ma non è così. Non ci sono i buoni dalla parte e i cattivi dall’altra, i superiori e gli inferiori. Non è così. Abbiamo tutti gli stessi diritti, vogliamo tutti essere apprezzati ed ascoltati e se questo non accade sempre è perché facciamo degli sbagli, non perché non ne siamo capaci o perché siamo senza speranza -

    - E anche tu fai degli sbagli, Sonic? - chiese Seth, in tono mellifluo.

    Il riccio blu sembrò pensarci per un attimo.

    - Sì, anch’io faccio degli sbagli - disse, infine - E questo dimostra che, nonostante quello che so fare, non sono superiore a nessuno. Lungo tutto il corso della mia vita ho sempre agito e combattuto per quello che credevo fosse giusto e non perché so correre a velocità supersonica, ma perché era mio preciso dovere farlo -

    Lo scenario sotto di loro cambiò drasticamente. Non c’era più l’universo sterminato, proiettato sotto ai loro piedi, ma alcune scene tratte direttamente dalla memoria di Sonic.

    - Ho incontrato persone stupende nella mia vita -

    Sul pavimento apparvero ricordi di momenti trascorsi con Tails, del salvataggio di Mighty e Ray, del primo incontro con Knuckles, del momento in cui aveva salvato Amy Rose da Metal Sonic…

    - E ne ho perse altrettante, sia per colpa mia… -

    Un piccolo Sonic abbracciava una giovanissima Zephir nell’isola che aveva dato loro i natali.

    - Sia per una tragica fatalità… -

    Geoffrey Van Marten dava l’ultimo saluto a Sonic ed Amy, consapevole di andare incontro alla sua fine.

    - Mi sono scontrato con persone con un tragico passato… -

    Il primo combattimento tra Sonic e Shadow.

    - …o con chi aveva un punto di vista diametralmente opposto dal mio! -

    Drake e Sonic si confrontavano sulla spiaggia.

    - Ogni persona che abbia mai incontrato stava combattendo una battaglia con sé stesso… -

    Sonic porgeva la mano a Blaze, cercando di convincerla a fidarsi e ad accettare il suo aiuto.

    - …o per un ideale in cui credeva fermamente -

    Silver partiva all’attacco contro Sonic, dopo averlo cercato per tanto tempo, credendo che fosse la causa della rovina del suo tempo.

    - Eppure, hanno sempre trovato il tempo e il modo di fare la differenza, quando ce n’era bisogno. E ci sono sempre stati per me in particolare. Mi hanno salvato la vita… -

    Ricordi di tutti i suoi amici che si riunivano per andare a cercare la cura per il suo avvelenamento.

    - …anche più di una volta… -

    Tutta la Resistenza era lì per lui, per liberarlo dal controllo mentale e restituirgli il suo libero arbitrio.

    - …e questo non perché sanno scagliare lampi d’energia, manipolare il fuoco o spostare gli oggetti col pensiero. Non è questo che li rende eccezionali, ma il loro buon cuore e il loro pensare sempre agli altri, prima che a sé stessi! E se loro possono essere così, se decidono di esserlo, allora lo stesso possono fare tutti quanti -

    Le immagini provenienti dalla mente di Sonic si dissolsero pian piano, fino a far ricomparire il pavimento della stanza. Sonic si ritrovò con il fiato corto, pur non avendo corso. E anche quando correva, fino al limite della sua enorme velocità, mai una volta aveva avuto l’affanno, probabilmente perché mai aveva dovuto raggiungere una destinazione così importante e così difficile.

    Seth era rimasto senza parole per tutto il tempo. L’anziana signora continuava a sorridere, ma questa volta in maniera più serena e convinta, quasi come se provasse un’enorme soddisfazione per aver scoperto qualcosa di molto importante. Ad un certo punto, si alzò piano e tutta la stanza cominciò a dissolversi in una macchia sfocata attorno a loro.

    - Adesso ho capito - mormorò, con una voce più profonda del normale - Grazie per avermi spiegato tutto, Sonic. Tu e i tuoi amici siete un esempio prezioso, un insegnamento di cui fare tesoro, specialmente nei momenti più bui -

    Si ritrovarono all’improvviso tutti e tre in un altro luogo, questa volta all’aperto. Era uno spazio montuoso e buio, in cui una figura indistinta, nascosta nell’ombra, era in piedi di fronte a delle tavolette di pietra. Imbracciava un bastone, o meglio, uno scettro dalla punta ricurva, dall’aspetto molto familiare.

    La forma che aveva assunto Argus cominciò a recitare, con una voce completamente diversa da prima, più profonda, ma allo stesso tempo calda e stentorea.

    - Le lune si susseguiranno copiose, per quattro cicli millenari e non più, quando verrà il tempo in cui i contorni del nostro mondo e dell’altro non saranno più separati. Sorgerà una sola ed unica realtà, in cui l’equilibrio non esisterà più -

    Man mano che la signora recitava, la figura nell’ombra incideva con lo Scettro sulle tavole di pietra.

    - Le terre si fonderanno e le razze si mescoleranno sotto lo stesso sole. Sarà il momento in cui il cielo si squarcerà di nuovo e le lacrime di Argus torneranno a purificare la realtà contaminata, riportando l’equilibrio -

    E fu allora che Sonic e Seth si resero conto, in un moto di sconvolgente consapevolezza, che stavano assistendo alla formulazione dell’antica profezia di Argus. Anzi, che loro due erano stati direttamente partecipi della sua stessa creazione.

    - Egli designerà i suoi quattro condottieri, i quattro campioni che, al pari degli dei, compiranno i suoi miracoli in terra come egli fa in cielo -

    La figura indistinta, che rispondeva al nome di Magorian, continuava ad incidere le parole di Argus, che echeggiavano nel tempo e nello spazio, direttamente da quella che, poco tempo prima, era soltanto la cucina di una quieta signora anziana.

    - E quale miracolo più grande ci può essere di qualcuno con il cuore di aiutare gli altri nel momento del bisogno? - disse ancora Argus, questa volta però con la voce del panda che Sonic aveva conosciuto - Quale migliore esempio ci può essere per le generazioni future di quattro anime gentili e altruiste? -

    - Il primo è figlio della roccia. Quanto essa ha dura la corazza e con le mani facilmente può frantumarla, perché indomita è la sua forza, con cui può smuovere le montagne -

    - In onore della forza di volontà di Mighty the Armadillo, l’esempio migliore per chiunque abbia bisogno di incoraggiamento per superare gli ostacoli sul proprio percorso -

    - Il secondo è figlio del fuoco. Il suo sangue ribolle, le sue mani ardono e la sua anima dalle fiamme è avvolta perché con un solo tocco può trasformare in cenere il creato -

    - In onore di Blaze the Cat, il cui coraggio arde impetuoso come una vampa incendiaria. Il coraggio di affrontare sé stessi, il coraggio di affrontare gli altri e aprirsi al prossimo -

    - Il terzo è figlio del cielo. La sua specie calpesta la terra e la terra soltanto, ma lui si libra nell’aria perché possiede per due ciò che i suoi simili hanno per uno. Non vi è età alcuna che impedisce al suo enorme intelletto di fiorire e di brillare più intenso delle stelle -

    - In onore della saggezza di Miles Prower, il cui esempio dimostrerà che non c’è limite d’età per cui la conoscenza possa essere messa a frutto per migliorare sé stessi e coloro che ci stanno intorno, sempre di più -

    Sonic era assolutamente sbalordito da tutto quello che stava accadendo sotto ai suoi occhi e faticava per dargli un senso razionale. La signora anziana gli rivolse un ultimo, affettuoso sorriso, mentre nel passato (o forse era più corretto chiamarlo presente?) Magorian continuava a trascrivere la profezia.

    - E, infine, in onore dell’ultimo Purificatore… -

    - Il quarto è figlio dell’elemento che dà la vita, perché come la vita stessa scorre libero e inarrestabile, ora quieto come il fiume, ora burrascoso come il maremoto -

    - In onore di Maurice o, se preferiamo, di Sonic the Hedgehog. La cui determinazione, la cui lealtà nei confronti degli amici, la cui speranza riposta nel buon cuore degli altri ha salvato, e possa ancora, salvare il mondo più e più volte -

    Quattromila anni prima della sua esistenza sul pianeta, la profezia di Argus era stata scritta e lui era presente per assistervi, anche se non era ancora nato. La profezia parlava effettivamente di lui e dei suoi amici, ma non come avevano sempre pensato. E, soprattutto, lui, Sonic the Hedgehog, ne era stato il principale ispiratore.

    Seth era assolutamente atterrito. Crollò in ginocchio, al culmine della disperazione, e si ritrovò a fissare il vuoto, come se fosse stato posseduto. Un opprimente senso di consapevolezza lo stava schiacciando dall’interno.

    - La profezia non parlava dei nostri poteri - mormorò, con voce tremante - Ho sbagliato tutto. Fin dall’inizio -

    L’anziana panda si avvicinò a Seth e si chinò di fronte a lui. Gli prese con gentilezza il viso e lo guardò dritto negli occhi.

    - Chiunque saprebbe cambiare il mondo con dei poteri soprannaturali - disse, con semplicità - Ma il potere più grande di tutti è cosa decidiamo di fare con i mezzi che abbiamo a disposizione, non cosa sappiamo fare o come lo sappiamo fare. Come decidiamo di trattare gli altri, a prescindere da quanto siano diversi da noi. Credo che essere gentili con il prossimo sia la migliore eredità che possiamo lasciarci alle spalle. E questa è la mia eredità, la tua, la nostra e quella di tutti quanti -

    Seth versò una ed una sola lacrima. Argus si rialzò. I contorni della realtà attorno a loro si fecero sempre più confusi e tutto attorno a loro vorticò in un turbinio di luci e colori.

    - Questo credo di averlo imparato oggi - concluse Argus, con una scrollata di spalle - O forse era ieri? O magari domani? Chi può dirlo? -

    Sonic aprì la bocca per dire qualcosa, ma dalla sua gola non uscì alcun suono. Non sapeva neanche cosa stesse per dire. Anzi, non sapeva più neanche dove si trovava. Strano, un attimo prima non era tutto così buio.


    Di punto in bianco, Sonic the Hedgehog si ritrovò con i piedi a contatto con la sabbia soffice della spiaggia di Emerald Town. Fu come risvegliarsi da un sogno improvviso, con quella strana foschia nella mente che rendeva i contorni tra realtà e fantasia ancora più sfocati di quanto già non fossero.

    Attorno a lui c’erano tutti i suoi amici, che reagirono alla sua improvvisa apparizione con dei versi di stupore. La prima cosa che sentì fu l’abbraccio stritolante di Amy e un paio di poderose pacche sulle spalle. Dovette aspettare qualche secondo per realizzare a dovere che era davvero tornato, senza sapere neanche come.

    Diede una rapida occhiata al cielo e notò, con enorme sollievo, che la coltre di nubi cominciò ad aprirsi per la prima volta dopo un numero incalcolabile di giorni. Dei raggi di sole penetrarono la cappa, regalando a tutti coloro che guardavano verso l’alto in quel momento una gioia indescrivibile.

    - Che sta succedendo? - si domandò Megan, a bocca aperta.

    - Credete… che sia davvero finita? - chiese a sua volta Tails.

    - Sì, non abbiamo più niente da temere - confermò Sonic, con convinzione - Il peggio è passato -

    Le nubi grigie si stavano diradando a poco a poco, lasciando spazio al sole, pronto a riconquistare tutto quello che l’oscurità gli aveva sottratto. Da alcune delle nuvole ancora rimaste spuntarono una serie di tentacoli violacei, evanescenti.

    - Ne siamo proprio sicuri? - proferì Knuckles, dubbioso.

    - Quella è Twilight Cage che si sta aprendo - spiegò una voce atona dietro di loro.

    Si trattava di Seth. Era in piedi a pochi metri da loro, con un’espressione indecifrabile.

    - Argus sta lasciando andare tutti gli esseri umani che sono stati strappati via da questo mondo -

    Nessuno di loro trovò qualcosa di sensato da rispondere, totalmente ignari di quello che era successo nel frattempo.

    - Sonic, dovremmo… - disse Amy, molto incerta.

    Il riccio blu si avvicinò a lenti passi verso Seth e si fermò ad una distanza di sicurezza.

    - Ne sei certo? - domandò, secco - È quello che sta succedendo? -

    - Oh, sì - confermò lo sciacallo, sempre con quel tono piatto e privo di emozioni - È la naturale conseguenza di quanto abbiamo visto io e te. Suppongo di dovermi congratulare con te, Sonic the Hedgehog. Ho cercato in tutti i modi di toglierti dalla mia strada, quando poi, in fin dei conti, ho seguito per quattromila anni i precetti di cui tu stesso sei stato l’ispiratore. E li ho anche interpretati male. Alla fine, hai vinto -

    - Qui non ha vinto né ha perso nessuno - rispose Sonic - Abbiamo solo da imparare dall’esperienza che abbiamo vissuto. Ed è la tua occasione per farlo -

    - C’è del vero in quello che dici, Sonic - ribatté Seth, con un sorriso - C’è solo un piccolo problema. Non accetto che finisca così! -

    Preso completamente alla sprovvista, Sonic fu scagliato all’indietro da un lampo di energia psichica. I suoi amici trasalirono e corsero subito attorno a lui. Seth ne approfittò per richiamare a sé lo Scettro di Magorian, ancora abbandonato sulla sabbia, e prese anche il diamante a venti facce, consegnatogli da Argus stesso.

    Puntò l’estremità superiore dello Scettro contro il diamante e questo fluttuò in aria sempre più in alto. Arrivato al culmine della sua ascesa, esplose in un lampo di luce bianca. In cielo rimbombò quello che sembrava un feroce ruggito, o almeno così lo interpretarono tutti ad eccezione di Sonic e Seth. Loro riuscirono a capire subito che, in realtà, era un urlo di dolore di una certa anziana signora.

    I tentacoli viola che si agitavano in cielo cominciarono ad essere risucchiati verso il basso, come in un implacabile mulinello. Insieme a loro, prese in un gorgo spaventoso, furono trascinate verso il diamante anche tutte le nubi grigie superstiti. La pietra preziosa, quindi, iniziò ad assorbire tutto ciò che aveva catturato, inglobandolo all’interno. Saette violette e forti scariche ne scaturivano, mentre tremava violentemente per l’enorme quantità di potere che stava fagocitando.

    - Fermo! - urlò Sonic - Che ti è saltato in mente? Così la ucciderai! -

    - Staremo a vedere! - gridò Seth, stringendo con due mani lo scettro.

    Aveva gli occhi iniettati di sangue e un’ombra di follia incontrollata sul viso.

    - Se non vuole essere lei a usare i suoi poteri per fare ciò che va fatto, tocca farlo a me! -

    Alcuni dei più temerari tentarono di avvicinarsi a Seth per fermarlo, ma i lampi che provenivano dal diamante impedivano loro il passaggio. Rimasero sbigottiti ad assistere a quello spettacolo tremendo, completamente ignari di quello che sarebbe potuto succedere di lì in poi.

    Quando il diamante ebbe completato il suo compito ed ebbe assorbito l’intera essenza di Argus, il cielo tornò sgombro. Il diamante vibrava senza controllo e in un ultimo, accecante bagliore, mutò nella forma e nel colore. Potevano vederlo tutti. Era diventato un rubino, rosso sangue con striature nere sulla superficie, che fluttuava nell’aria come un fantasma.

    Lo Scettro di Magorian si frantumò nelle mani di Seth, ma lui non se ne curò. Era totalmente preso dalla vista di quello che era riuscito a creare. Proprio quando protese la mano, con l’intenzione di acchiappare con la telecinesi il rubino, questo cadde pesantemente al suolo e nel punto dell’impatto, accadde l’irreparabile.


    Sulla sabbia si aprì un vortice di luce rossa, all’inizio poco più grande di una pallina da ping pong, poi sempre più ampio, sempre di più. Girava, girava su sé stesso a velocità allarmante, creando una forza centrifuga che si faceva di secondo in secondo sempre più potente. Il rubino fu subito inghiottito in quel buco nero e sparì alla vista.

    I rami delle palme lì attorno beccheggiarono e si piegarono, attratte dalla forza motrice del mulinello che stava inghiottendo porzioni di spiaggia sempre più ampie.

    - No! - esclamò Seth, inorridito da quanto era accaduto - No! Non può essere! Non così! -

    - Dobbiamo toglierci di mezzo! - urlò Vector, nel momento in cui si sentì trascinare verso il gorgo - Qui finisce male! -

    Tutti i membri della Resistenza presero ad indietreggiare, senza avere il coraggio di staccare gli occhi dal gorgo, che divorava tutto ciò che aveva intorno, sempre più avidamente. Le sue dimensioni crescevano a vista d’occhio nel suo avanzare insaziabile.

    - Sonic, presto! - intimò Tails, cercando di tirarlo via per un braccio.

    Il riccio blu era rimasto paralizzato, con gli occhi puntati su Seth, dall’altro lato del vortice. Lo sciacallo non si muoveva, quasi impietrito dalla vista di quello che aveva prodotto. Ad un certo punto, la forza centrifuga lo attiro a sé e Seth cadde sulla sabbia, trascinato pian piano verso un destino inesorabile.

    Sonic non esitò oltre. Sfrecciò a velocità supersonica attorno al gorgo e, arrivato dalla parte opposta, afferrò le mani di Seth, tirandolo via dal vortice con tutte le sue forze.

    - Sonic, no! - urlò Amy, disperata, facendo per corrergli incontro, prima che Rouge la bloccasse di prepotenza.

    - Verrai risucchiata anche tu, dolcezza! - la ammonì il pipistrello, sforzandosi per trattenerla.

    - Ci penso io - disse Shadow, mettendo mano al suo Chaos Emerald.

    Niente però successe. Il Chaos Control non faceva effetto, per quanti sforzi Shadow stesse facendo.

    - Non riesco a teletrasportarmi - sbottò il riccio nero, furiosamente - Quell’affare starà interferendo in qualche modo -

    A quel punto, fu Tails a spiccare il volo e a tentare di superare dall’alto lo sbarramento del vortice.

    - Per la miseria! - borbottò Knuckles, partendo a sua volta in corsa - Si può essere più idioti di così? -

    Nel frattempo, Sonic continuava a tirare, sempre più forte, fino al punto da farsi bruciare i muscoli delle braccia per lo sforzo di sottrarre un inerme Seth alla furia del vortice.

    - Perché lo hai fatto? - gridò il riccio, schiumante di rabbia - Perché hai gettato al vento la tua seconda occasione? -

    - Non riesci ad indovinarlo? - rispose di rimando Seth, incredibilmente sorridendo - Non potevo accettare che tutto fosse stato inutile. Non posso accettarlo. Non dopo quello che ho sacrificato -

    I piedi di Sonic stavano rapidamente scivolando verso il gorgo. Ad un certo punto si sentì afferrare per le spalle. Era Tails, sospeso a mezz’aria, che tentava in tutti i modi di tirarlo via. Il peso di Seth, però, era una zavorra troppo pesante perché riuscisse a trarre in salvo entrambi.

    - Si fa sempre in tempo a rimediare - insisté Sonic, digrignando i denti, allo stremo delle forze.

    - Non fare finta che sia facile. Non potrei mai convivere con me stesso, con il ricordo di quello che ho fatto a Kira. E tutto per niente -

    Knuckles sopraggiunse alle loro spalle. Piantò i chiodi di uno dei suoi guanti nel terreno, più in profondità che poteva, e con l’altra mano afferrò la caviglia di Tails, tirando il più possibile.

    - Per la miseria, dovevi proprio essere così pesante? - sbraitò Sonic, esasperato, continuando a tirare nonostante il dolore divampante alle braccia.

    Seth esplose in una risata di gusto.

    - Sei nauseante, Sonic the Hedgehog. Ti ostini a cercare di salvarmi dopo quello che ho fatto e trovi anche il tempo di fare battute. Mi hai privato della mia vittoria, concedimi almeno di decidere con dignità quale sarà la mia fine -

    - Non oggi, Seth! -

    - Sì, invece! - ribatté lo sciacallo, esausto - E per un semplice motivo. Non permetterò a te e ai tuoi amici di fare la mia stessa fine. Questo è il mio prezzo da pagare, non il vostro -

    Seth lasciò andare la presa e, come un ramoscello intrappolato nella tempesta, fu risucchiato in un istante dal vortice. L’occhio del ciclone lo inghiottì senza possibilità di scampo e, quasi come se si fosse ritenuto soddisfatto, il gorgo cominciò a chiudersi su sé stesso, veloce, sempre più veloce, fino a sparire su sé stesso con un rumore di risucchio che risultò definitivo. Al suo posto, rimase solo un cratere profondo, una sinistra cicatrice a memoria perenne di quanto era appena accaduto.


    Quando Sonic, Tails e Knuckles si riunirono al resto dei loro compagni, nessuno seppe che cosa dire per diversi minuti. Rimasero ad osservare il buco nella spiaggia, quasi rapiti da uno strano incantesimo, e a ripercorrere nella mente tutto quello che era accaduto fino ad allora. Alcuni di loro erano increduli, altri festosi per esserne usciti vivi, altri ancora terrorizzati.

    - Dove credi sia finito, Sonic? - chiese Tails, rompendo il silenzio con voce flebile.

    - Ovunque - rispose laconicamente il riccio blu - Potrebbe essere in qualunque punto dello spazio. O in qualunque momento del tempo. È stata una sua scelta. Ma ovunque si trovi adesso, non penso che lo rivedremo. Mai più -

    Era rimasta solo una nuvola in cielo. Un’unica ombra grigia in un cielo altrimenti terso e limpido come non lo si vedeva da tempo.

    - E adesso? - domandò istintivamente Amy, dando voce ai pensieri di tutti quanti.

    - Adesso andiamo avanti, come abbiamo sempre fatto - replicò il riccio blu, con una scrollata di spalle - Anche perché la storia non è ancora finita del tutto. Adesso dobbiamo trovare il modo di liberare tutti gli esseri umani scomparsi e riportarli qui -

    - Potete anche prendervela comoda - commentò Eggman - Ha i suoi vantaggi essere l’unico essere umano presente sul pianeta, come ai bei vecchi tempi -

    - Presumo di doverti ringraziare, testa d’uovo - ribatté Sonic, con un ghigno sarcastico - Non avrei mai immaginato che ti saresti schierato dalla nostra parte -

    - E il tuo dottore preferito non merita neanche uno straccio di ricompensa per questo? -

    - Diciamo che, per questa volta, sei libero di andare -

    - Non farci troppo l’abitudine, topo - replicò il dottore, ghignando a sua volta - Anche perché le sorprese che ho in serbo per te non sono ancora finite -

    Subito dopo, Eggman si congedò dal resto del gruppo con un ironico inchino e avanzò a passi lenti verso ciò che ne rimaneva del suo Egg Walker, con Orbot e Cubot che gli trotterellavano accanto.

    Ci fu qualche secondo di silenzio, prima che Vector esplodesse in un urlo di giubilo.

    - Vi rendete conto che ci siamo tutti salvati la pelle? Qui c’è bisogno di un festeggiamento in grande stile! -

    E mentre tutti gli altri acclamavano a gran voce l’idea, in un chiacchiericcio gioioso ed emozionato, Shadow si avvicinò a lenti passi a Sonic.

    - C’è una possibilità che tu decida di raccontarci cosa è successo di preciso? - domandò, serio.

    - Non so neanche se ne sarei in grado - rispose il riccio blu, ripensando agli eventi mastodontici a cui aveva assistito - E non penso neanche faccia alcuna differenza. Quello che conta è che siamo ancora qui -

    - Avevi ragione su una cosa - intervenne Drake, sorridendo alla volta di Sonic - “Sono speciale, questo è tutto”. Me lo dicesti quando ci incontrammo qui per la prima volta -

    - Sì, confermo e sottoscrivo - replicò Sonic, con il petto gonfio e l’aria scherzosamente di superiorità - Però non sono l’unico. Lo siamo tutti noi. E lo siamo perché, quando le cose si fanno davvero serie, siamo tutti insieme -


L'epopea di Legacy of Argus termina qui, ma ci sono ancora molti dettagli da svelare e storie da concludere.

Manca ancora un ultimo tassello perché la storia sia definitivamente conclusa.

Ci ritroveremo con Sonic e la sua banda una settimana dopo gli eventi di questo capitolo per le ultime riflessioni e le ultime sorprese.


Legacy of Argus: Epilogo

Data di pubblicazione: 5 Febbraio 2019

Non siamo ancora alla conclusione definitiva, quindi è ancora presto per gli ultimi ringraziamenti. Dobbiamo ancora scoprire cosa accadrà a Sonic e a tutti gli altri, una settimana dopo la fine di Legacy of Argus, no?

Per cui, al momento, mi limito soltanto a ringraziare in generale di vero cuore tutti coloro che mi hanno seguito fin qui, fino alle battute finali di una storia spesso molto più grande di me.

Sono molto ansioso di mostrarvi l'epilogo di questa storia, seguito da una chicca molto speciale che è in cantiere da molto tempo.

Un grandissimo abbraccio a tutti e a prestissimo!

   
 
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