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Autore: HikariRin    25/01/2019    2 recensioni
Quella era l’immagine di lui che più ricordava, e l’unica che avrebbe voluto cancellare dalla sua mente.
Le lacrime cadevano copiose, e nessuno dei due poteva farci niente. Lui non avrebbe più potuto aiutarla, e lei avrebbe solo dovuto archiviare tutto un’altra volta, fare finta di niente e incontrarlo di nuovo.
Avere coscienza del mondo, forse era soltanto inutile. Forse avrebbero preferito essere solo macchine.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sua vita aveva attraversato ancora una volta le sue mani.

Tutto ciò che riusciva a vedere attraverso la vista annebbiata erano le sue lacrime, e insieme una macchia bianca di luce che si allargava tutt'intorno. Il sole si rifletteva sulle facciate dei palazzi crollati, facendo risplendere il suo viso ancora più del solito. Il vento soffiava malinconico e nostalgico, muovendo i ciuffi dei suoi capelli, ed era rimasta immobile ad osservarlo per un momento prima di abbandonarsi al vuoto e alla disperazione. Potevano cambiare il luogo, il tempo, il sole, il vento. Potevano cambiare le armi, poteva scegliere come porre fine alla sua esistenza tutte le volte. Ma finiva sempre allo stesso modo.

Quella era l’immagine di lui che più ricordava, e l’unica che avrebbe voluto cancellare dalla sua mente.

Le lacrime cadevano copiose, e nessuno dei due poteva farci niente. Lui non avrebbe più potuto aiutarla, e lei avrebbe solo dovuto archiviare tutto un’altra volta, fare finta di niente e incontrarlo di nuovo.

Avere coscienza del mondo, forse era soltanto inutile. Forse avrebbero preferito essere solo macchine.

Teneva lo sguardo sul suo volto senza espressione, e per un attimo alla vista di lui si sovrappose quella della sabbia sollevata dal vento. Quella volta, qualcosa era cambiato. Non aveva dovuto chiedersi se lui avesse o meno consapevolezza di quanto stava per accadere. La motivazione era stata diversa, ma il dolore non era scomparso. Si domandava sempre cosa lui pensasse nel momento in cui era costretta a cancellare la sua memoria. Si sentiva tradito? Provava terrore? Eppure lei era sempre lì a piangere, sentendosi in colpa.

L’immagine del suo sguardo che esprimeva gratitudine era dolce e meravigliosa. Ma erano di nuovo soli. Il fatto che qualcosa si fosse frapposto tra loro faceva presagire che sarebbe presto accaduto di nuovo.

Nonostante non fosse più lui, ogni volta tornava ad esserlo sempre più prepotentemente. Era pungente dover pensare che ogni qualvolta tutto ricominciava lei avrebbe dovuto riprendere ad ingannarlo.

O forse era stata semplicemente la vita ad ingannare entrambi. Erano stati i sentimenti, il mondo che cadeva a pezzi, il peso di una coscienza, di un desiderio, una punizione, una maledizione, di una divinità.

Chinandosi su di lui, poteva essergli più vicina di quanto fosse sempre stata.
Avrebbe amato esserlo di più.

Come nella cultura dei loro primogenitori, che nell’incontro di due anime si scaldavano a vicenda.

Carezzava il suo viso con entrambe le mani, mentre rifletteva ancora una volta su cosa aveva lasciato.

 

[A]lmeno una volta, avrebbe voluto giacere sull’erba con lui e osservare il cielo.

Avre[B]be voluto scoprire con lui le meraviglie del mondo.

[C]onoscere le stelle, la flora, la fauna del luogo.

Una per una, chie[D]ere il perché di tutte le cose.

Parlare del futuro, di com[E] tutto sarebbe cambiato.

 

Ma non aveva mai trovato la forza di cominciare

e quando accadeva che apprendeva qualcosa di nuovo

era sempre perché lui notava che ne aveva bisogno.

 

Impedire che fosse se stesso

era sempre la cosa peggiore.

 

Con quali parole dovrei esprimere tutto questo?

 

Le lacrime avevano smesso di scorrere, perché non poteva in alcun modo ignorare se stessa, né ciò per cui doveva vivere.
I suoi sentimenti per lui erano solo un’interferenza in ciò che un più grande progetto aveva scelto per lei.

Prima di sollevarsi, però, guardò nel sole. Riusciva a scorgervi solo il riflesso del suo volto.

 

Io... Vorrei solo un po' più di tempo con te.

Vorrei solo un po' più di tempo.

 

Sapeva che le parole avrebbero potuto significare ogni cosa e niente, ma intendeva comunque trovarne alcune.
Per alleggerire se stessa, ripetersi che non ne aveva responsabilità.
Per prendere un respiro profondo e proseguire, con la cognizione che non sarebbe mai finita.

 

Un po' più di tempo in cui tu ti ricordi di me.

 

Voglio custodire ogni frammento

della memoria di te.

 

Il calore di ciò che lui era stato iniziava ad abbandonare le sue vesti, e al suo posto solo il fresco del vento. Delle volte si colpevolizzava anche del fatto di poterlo percepire, mentre lui non c’era più.

 

E vorrei un tempo

in cui io potessi dirti tutto questo

senza doverti perdere.
 


Lui amava la vita. Amava la ricchezza di quell’utopia costruita da chi aveva permesso che venisse al mondo. E ogni qualvolta veniva a sapere che non era come aveva sempre pensato, il suo sorriso s’incupiva e la sua espressione s’adombrava di una delusione che pareva pura e vera.

 

La mia esistenza è un duro fardello,

ma spero ogni volta che tu sia felice

in ciò che accade tra noi.

 

A volte avrebbe voluto

che non ci fosse quel rapporto tra loro.

Così che a lui non potesse mai venire in mente

di comunicarlo proprio a lei.

 

 
E probabilmente quel tempo non verrà mai.

 

Il fatto che il pensiero di lui fosse sempre più lontano le permetteva di avvertirsi sempre meno; come tutte le altre volte ciò che lui era stato sfumava, sbiadiva tra i ricordi di un’intenzione dai contorni più nitidi, e il suo sollievo durava poco meno di qualche secondo nella certezza che lo avrebbe rivisto. La cullava la consapevolezza del fatto che lui avrebbe potuto mantenere, anche se ancora per poco, la memoria dei momenti che avevano trascorso con freddezza, insieme.


 

Quindi te lo dirò ogni volta che

non ci sarai più.

 

Che tutti i ricordi che ho di te sono preziosi.

Che solo fra le tue braccia,

 

Un dio crudele avrebbe potuto perpetrare la sofferenza della sua punizione, a causa del peccato che continuava a commettere contro se stessa, e contro il proposito che per lei aveva designato.

 

Solo quando tu non puoi sentirmi

Io posso sfiorare la felicità.

  

Lo adagiò delicatamente sul suo letto di sabbia, mentre qualcosa riprendeva a fare male. Qualcosa premeva dentro al suo petto, il dolore era tagliente come quello di una lama sotto la carne.

Non sapeva come definirlo, e alfine nemmeno le importava.
Come ciò che voleva dimenticare, la luce le impediva di vedere.

 

La luce abbagliante del sole

È come ciò che sento per te.

 

Un giorno avrebbe dovuto dirgli ogni cosa.
Delle lacrime, del dolore. Rivelare se stessa per essere più vera.

Un giorno avrebbe dovuto dirgli ogni cosa.
Lasciare una traccia di ciò che avrebbe voluto che lui sapesse.

Un giorno avrebbe dovuto dirgli ogni cosa, ma c’era una macchina di fronte a lei

che la fissava, e la sua battaglia non era ancora finita.

 

Non tramonterà.

 

Allora si sollevò, e raccolse la sua arma rimandando ancora il momento della sua espiazione. La sua voce gridava, la sua anima fremeva. Se lui fosse tornato, e se insieme avessero potuto salvare qualcuno, allora avrebbe rimandato ancora quel momento. Fino a quando non sarebbe cominciato tutto di nuovo.

 

Una volta o l’altra sperava che lui se ne andasse con il sorriso,

quando avesse saputo che per lei aveva lo stesso peso di tutto il resto.

 

 

Note dell’autrice:

 

Sono reduce da quest’avventura atroce, e ho dovuto immediatamente scriverne.

Avevo in mente questo breve trafiletto fin dal primo finale.

Inizialmente era un po’ diversa, sarebbe dovuto essere un finale alternativo tra i finali alternativi, per questo volevo che nel titolo figurasse il numero zero. Ma poi ho deciso di infilare il tutto nel canonico.

Questa storia dovrebbe avere altre due parti, quindi dovrebbe diventare una raccolta di One Shot; ho scritto dovrebbe, perché devo ancora deciderne la sorte. Per me è tutto perfetto così com’è.

Mi rivedo molto in 2B. È un personaggio che alle volte riflette la mia visione stessa della vita, sebbene il suo destino sia molto più triste del mio. Però penso che il suo modo di amare sia il più puro di tutti, perché per lei la vita doveva essere nient’altro che qualche momento in più con lui. A proposito, quella frase che viene ripetuta diverse volte anche nella versione giapponese di Weight of the World, rappresenti essa il punto di vista di 2B, di 9S o di chi altri, trovo che sia la più splendida per spiegare il desiderio di entrambi. Senza nessuna malizia, come l’ultima sguardo di Adam a 9S. È questa la bellezza degli androidi con una coscienza.

L’ho scritta ancora prima di ricordare che essa compare anche nel testo giapponese. Quindi ho pensato di riprendere quel testo e di ampliarlo entrando un po’ nella psicologia dei personaggi e nel presente di lei.

Non si nomina mai il nome di 9S perché ho pensato che in questo modo tutti avremmo potuto immedesimarci in lui o in lei, e in fondo anche questo è parte della poesia di NieR: Automata.

 

 

   
 
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