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Autore: Irene_Violet    26/01/2019    1 recensioni
Vi è mai capitato di avere delle idee ascoltando una determinata canzione o magari guardando un'immagine?
Questo genere di idee spesso non sono che intuizioni passeggere. Ho deciso di raccogliere qui, ciò che risulterà da alcune di queste intuizioni, ispirate da terze parti, sotto forma di One Short o di storie con massimo 2-3 capitoli, in cui i personaggi di DC/MK si troveranno in situazioni particolari o semplicemente inaspettate. Spero possano piacervi, vi auguro buona lettura.
-Irene_Violet
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Post 16/0X/20XX

 Bentornati a tutti! Sapete, in questo periodo mi è venuto in mente uno strano pensiero. Le ragazze sono più inclini alle confidenze, soprattutto, quando trovano un argomento in comune. Ma secondo voi come potrebbe essere una confidenza, tra due ragazzi orgogliosi, che sono parte di due schieramenti opposti, in continua competizione tra loro, un po' come Tom e Jerry? Non sarebbe interessante vederli confrontarsi sui propri problemi personali, in un momento di pausa? Ci sarà da ridere.
Then, now... Ladies and Gentlemen, please take a seat, and Enjoy the show! -K
 

 

Your turn

 

«Da che parte è andato?» - domandò la voce di un poliziotto affacciandosi nel corridoio più esterno del museo.

Dalla finestra di fianco un altro agente urlò - «Non si vede il suo deltaplano! Probabilmente è ancora all'interno, nascosto da qualche parte!»

«Allora cercate ancora, non fatevi abbindolare da quel criminale!» - sbraitò l'Ispettore Nakamori dalla radio.

««Sì!»» - risposero i due agenti, che si misero a correre in direzioni differenti.

 

Uno dei due, prese un corridoio rivolto ad Est e non appena ebbe girato l'angolo si fermò, sospirando per poi sorridere - «Giusto giusto, “non lasciatevelo scappare”, ma prima che ve ne accorgiate, sarò...» - Kaitō tornò verso la finestra ed attaccò il suo rampino al davanzale, per poi premere il grilletto e gettarsi già, scendendo pian piano lungo la facciata posteriore del museo. Una volta con i piedi per terrà, si precipitò lungo un aiuola, dove aveva nascosto la sua moto, che accese e con la quale partì a tutto gas, sgommando in strada a più non posso, liberandosi del travestimento da poliziotto, sfruttando la velocità del mezzo - «scomparso nella notte, all'ombra della luna!» - sorrise compiaciuto il ladro, che si allontanò dal museo, verso la periferia del quartiere Beika.

Il rombo del motore della moto, fu un ottimo sottofondo, per coprire quello del motore turbo, che si teneva ad una distanza di sicurezza di almeno una decina di metri. Anche il suo inseguitore, dietro le lenti degli occhiali da inseguimento che indossava, sorrideva soddisfatto, seguendo l'ombra del mantello del mago, che si spiegò come una bandiera al vento.

Kaitō fermò la moto posteggiandola in diagonale all'incrocio tra due strade. Fu allora che il suo inseguitore fu costretto ad inchiodare bruscamente, quando si rese conto di dove fosse arrivato seguendolo, ma anche dopo un istante di sorpresa, ricomparve sul suo viso, un'espressione soddisfatta.

«Che ne dici di salutarci qui, Grande Detective?» - gli fece cenno il ragazzo, a cavallo della sua moto dalla carrozzeria rosso fuoco - «Dopotutto. sei arrivato a casa...»

«Già...» - convenne il rimpicciolito Kudō, alzando lo sguardo verso l'alto, verso la finestra dallo stabile, che riportava la scritta: “Mōri, Agenzia Investigativa” - «Ora è chiaro il perché di tutte quelle deviazioni, ammetto che non capivo a quale scopo... visto che non hai neppure tentato di seminarmi; non so cosa credi di poter ottenere ma, questa volta non mi scappi...» - sorrise il piccolo, ponendo la mano, sull'interruttore della sua cintura spara-palloni, pronto a premerlo, con l'intenzione di stendere il ladro.

«Sembri piuttosto determinato...» - replicò il giovane con monocolo e cilindro, che una volta intuite le intenzioni del rivale riprese - «Fossi in te non lo farei, Grande Detective» - sorrise - «Se mai dovessi rompere una finestra, come credi potrebbe prenderla, la tua fidanzata?»

«Non sarebbe la prima volta...» - sorrise il piccolo detective - «E pur di catturarti...» - disse sparando la palla fuori dal gadget - «...correrò il rischio!» - disse calciando il pallone in direzione del mago, che apparentemente rimase fermo senza far nulla, cosa che in effetti confuse Conan - “Eh?”
 

Quando il pallone colpì quello che avrebbe dovuto essere Kid, si innescò un esplosione che fece cadere e rotolare a terra il piccolo, che tentò di ripararsi dall'urto con l'asfalto; una volta che si fu ripreso da quell'inaspettata mossa, il piccolo con gli occhiali, guardò in direzione della zona in cui si era verificata l'esplosione e sospirò, pallido in volto - «C'è mancato poco!» - si mise a sedere ridacchiando per eliminare le tracce della sorpresa, mista a spavento - «Merda, ma quando è scappato? Piuttosto... c'è mancato veramente un soffio...» - disse passandosi una mano tra i capelli - «Mah, suppongo che anche questa volta, dovrò lasciar perdere.»

Conan rimase seduto sull'asfalto per un po’, finché il rumore di un motore e ruote in avvicinamento lo fecero alzare ed accostarsi alla strada, una voce familiare lo raggiunse e osservando la vettura, vide Ran con la testa sporta fuori dal finestrino, cosa che gli fece avere un breve Deja vù.

«Conan-kun!» - la ragazza non appena il Taxi si fermò, si affrettò a scendere ed ha raggiungere il bambino con gli occhiali - «Ma dove eri sparito?! Mi sono preoccupata tantissimo! Quante volte devo ripeterti di non andare via senza dirmi niente»

«Ah- Mi dispiace Ran-nēchan!» - il ragazzino si subì la ramanzina da parte della liceale ancora concentrato sul fatto che per l'ennesima volta, il ladro gli fosse scappato da sotto il naso.

Kogorō rimediò al piccolo un bel bernoccolo con un energico pugno in testa. La famigliola si ritirò poi in casa; era tardi e faceva freddo fuori.

«Conan-kun, tra un attimo ti preparo il bagno dopodiché va dritto a dormire, Intesi?!» - lo ammonì la ragazza poco prima di andare in camera sua.

«Sì!» - rispose il bambino con gli occhiali per poi prendere il suo cellulare e scrivere al professor Agasa che prossimamente gli avrebbe portato a riparare l’orologio spara aghi che nell'esplosione di poco prima in strada, era rimasto danneggiato a causa dell'onda d'urto.

 

«Ah- Sonoko? Sì…

Lo abbiamo trovato. Deve aver seguito Kaitō Kid…

Sì… dev'essere passato per Beika.

Sento le sirene della polizia proprio in questo momento…

Bè… immagino. Ed il signor Jirōkichi? Come l'ha presa?

Ah… davvero? Guarda che Kyōgoku-san sarebbe davvero poco felice di questo tuo pensiero sai? Pensa un po’ di più ai suoi sentimenti ogni tanto!»

 

Le due liceali parlarono per una decina di minuti, prima che uno strano statico cominciò a disturbare l'audio della telefonata, così che le due avessero difficoltà di comunicazione.

«Eh? Sonoko? Ti sento male-»

Conan sentendo quella frase da parte di Ran, il ragazzino alzò lo sguardo verso il soffitto e si diresse verso la porta, salendo le scale, arrivando dunque sul tetto. Aperta la porta, il bambino si scontrò subito con l'aria fredda dell'esterno. Come pensava, c'era qualcuno sul tetto, che era la fonte primaria di disturbo del segnale.
 

«Fue- ci sono un sacco di pattuglie…  tornare a casa stasera sarà più difficile del previsto» - sospirò il mago, grattandosi la testa da sotto il cilindro, standosene seduto sul bordo del tetto dell'Agenzia con le gambe a penzoloni.

«Ehi! Hai il “disturbatore di segnale” acceso. Ran e Sonoko non riescono più a sentirsi...» - lo avvisò il ragazzino, chiudendosi la porta alle spalle.

Il giovane vestito di bianco, estrasse dunque il dispositivo dalla tasca e notò la lucetta rossa che lo identificava come “attivo” - «Huh? Ah- È vero...» - provvide subito a spegnerlo, per poi voltare lo sguardo verso il suo rivale.

«Che ci fai ancora qui? Pensavo fossi scappato» - Conan gli si avvicinò e rimase in piedi di fianco al ladro.

«Era quello che avevo intenzione di fare, ma… Guarda!» - Kid indicò la strada con pattuglie con lampeggianti attivi che andavano e venivano.

«Woah. Certo che c'è uno spiegamento di forze impressionati…»

«Vero? Mentre fuggivo ho incrociato una decina di pattuglie ed ho fatto dietrofront. Il disturbatrore di frequenze l'ho usato per sviare gli agenti. Mi sono rifugiato quassù perché più vicino e poi riuscirei a fuggire abbastanza in fretta prendendo in prestito la faccia di “qualcuno”» - con un sorriso beffardo Kid alluse proprio al piccolo detective che cogliendo il riferimento, sbuffò roteando gli occhi

«Non sarebbe tanto rapida come fuga, se Ran o Kogorō dovessero vederti. In ogmi caso puoi rimanere qui fin quando non si calmano le acque… consideralo un gesto di altruismo incondizionato, data la fatica che hai fatto stasera.»

«Apprezzo molto la tua generosità.»

Intercorse tra i due un breve silenzio prima che il ladro esternasse un sospiro  mandandolo in pezzi.

«Certo che… tu sei proprio fortunato, grande detective...» - disse Kaitō alzando gli occhi al cielo.

«Huh? Che intendi dire?» - ribattè confuso Shinichi, sporgendosi per sbirciare l'espressione del ragazzo, che gli si rivolse lo sguardo subito dopo.

«Della tua situazione… trovo che ti sia andata piuttosto bene, tutto considerato»

«EH?!? Io? Fortunato?» - ripeté seccato il ragazzino - «Questa sì che è bella! Mi hanno fatto ingerire una strana sostanza, che avrebbe dovuto uccidermi ed invece mi ha rimpicciolito ed ora mi ritrovo imprigionato in questo corpo di bambino a dover combattere contro un'organizzazione criminale. Dove sarebbe la “fortuna” in tutto questo?»

«Per cominciare, non sei morto» - sorrise furbamente il criminale.

«Questo è vero… però-»

«E poi… Anche se sei ridotto così, sei comunque vicino alla tua fidanzata per proteggerla. Non credo che tu sia messo poi tanto male dopotutto.»

«Lo dici come se mentirle continuamente fosse qualcosa di buono...» - sottolineò il detective - «Bè, essendo tu un ladro, immagino che ormai ci abbia fatto l'abitudine»

Kaitō assunse un'espressione ebete in viso, ridacchiando in maniera ironica - «I miei trucchi puntano a divertire lo spettatore; non significa che mi piaccia mentire!» - replicò per poi aggiungere - «Comunque, menti per non metterla in pericolo, dopotutto quei tizi sono pericolosi. La tua ragazza è sveglia. Capirà.»

«Sembri saperla lunga…» - lo guardò il piccolo con aria truce.

«L'informazione è fondamentale per un ladro.» - sorrise Kaitō.

«Anche per un detective!»

Conan si sentì quasi offeso dal fatto che avessero quel dettaglio in comune, e s'imbronciò ponendo una mano sulla guancia destra, per poi cambiare di colpo espressione come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa - «Oh. Giusto Kid...»

Richiamato di colpo dalla voce della sua namesi il moro si voltò - «Huh? Cosa c'è?»

Con un'espressione estremamente seria in viso il ragazzino occhialuto domandò - «Ma tu c'è l'hai la ragazza?»

«Prego?»

«Ripeti continuamente “la tua ragazza” o “la tua fidanzata”, quindi mi sono incuriosito. Allora, c'è l'hai o no una ragazza?»

Quella domanda apparentemente semplice mise in difficoltà Kaitō che si grattò la guancia con l'indice guardando altrove - «Sì… bè… in un certo senso...»

«Non c'è l'hai vero?» - lo incalzò con un'espressione divertita in viso.

Kaitō sorrise in maniera forzata per ribattere - «Non sono affari tuoi detective...»

«Come no?» - Conan ridusse gli occhi a due fessure fissando il liceale in costume posto di fronte a te - «Tu hai sempre ficcato il naso nei miei affari, almeno rendi la cosa equa! Gioca pulito per una volta.»

«Senti un po’, io non sono un imbroglione come quelli del caso dei tesori di Ryōma, io gioco pulito! E in caso avessi una ragazza non vedo perché dovrei venirlo a dire a te!» - sbottò il ladro infastidito, incrociando le braccia al petto.

«Non c'è l'hai quindi?» - ripeté ancora una volta Conan.

«Già» - Kaitō sospirò abbassando il capo e continuando a guardare le macchine passare, un po’ sovrappensiero.

Il bambino si accorse subito di aver toccato un tasto dolente, ma era davvero troppo curioso di approfondire l'argomento, quindi dopo un po’ prese di nuovo la parola.

«Allora… C'è qualcuna che ti piace?» - chiese guardandolo con la coda dell'occhio.

Kaitō si accigliò appena prima di rispondere - «Continui? Ti sei fissato Grande Detective? Stai diventando un’amante del Gossip oltre che di misteri?»

«Che c'è di male… tu nella relazione tra me e Ran hai sempre ficcato il naso. Io te lo sto semplicemente chiedendo, ecco tutto...» - replicò Conan, con aria indifferente.

«Nah, non ci casco!» - scosse la testa Kuroba - «É un bluff! Aspetti che mi lasci sfuggire qualcosa di indicativo, così che tu possa scoprire la mia identità ed arrestarmi. Mi dispiace ma non ci casco mio caro detective!» - rise in maniera enfatizzata, quasi ridicola, per mascherare il nervosismo che provava.

«Scemo! Se volessi fare una cosa del genere, mi basterebbe stordirti e consegnarti all'Iispettore Nakamori; cosa che per la cronaca non posso fare, visto che si è danneggiato a causa della tua fuga esplosiva. Per questa volta non ho intenzione di indagare chi sei in realtà. Voglio solo che le cose tra noi siano alla pari. E poi, nulla toglie che tu possa mentirmi. È semplice curiosità, non farò nulla di strano. Hai la mia parola» - disse il piccolo mettendo una mano sul cuore.

«Hmph!» - il ladro sorrise - «Bè, se proprio ci tieni… scoprire le cose però è il tuo lavoro Kudō. Se sei così curioso allora prova a fare un'ipotesi.»

Anche in quell'occasione a Conan s'illuminò il volto e con un sorriso quasi da orecchio a orecchio - «Giusto! Mi basta dedurlo!»

Il mago parve visibilmente confuso da quella reazione e quindi battè le palpebre per poi ridacchiare e pensare tra sé - “Ed ora cos'è questa reazione esaltata?”

«Vediamo… se non sbaglio, hai detto che Ran era il tuo tipo, vero?» - domandò Conan, poggiando le dita sul mento.

«Bè, sì potrei averlo detto» - rispose lui cercando di fare lo gnorri.

Conan innalzò un sopracciglio. Si ricordava benissimo che lui l'avesse detto, visto che la cosa l'aveva infastidito non poco - «Dunque… quindi ipotizzando che sia una liceale con la stessa struttura fisica di Ran sarebbe alta circa 160 centimetri e con un fisico proporzionato, magari atletico, se è giapponese è molto probabile abbia i capelli castani…»

Kaitō rimase in parte stupito. In realtà avendo a disposizione Ran Mōri, come modello per formare un ipotesi, il detective si trovava giustamente avvantaggiato, conoscendo la sua amica d'infanzia, poteva facilmente assimilarle, usando la prima come materiale di confronto.

«Se somigliasse a Ran, sarebbe certamente molto carina. Che cosa dici? Si avvicina all’immagine della ragazza che potrebbe essere il tuo tipo?» - li domandò il bambino.

Kaitō ascoltando la sua descrizione pensò tra sé - “Mah, è vero che si somigliano molto, ma rispetto alla tua bella, Aoko ha giusto qualche misura in meno” - poco dopo si rese conto della sua domanda e si affrettò a sviare le deduzioni del suo interlocutore - «Huh? Ah-... Bè, potrebbe però, tu hai dato per scontato che somigliasse alla tua ragazza, come ogni bravo innamorato farebbe. Magari la ragazza che mi piace non le somiglia per niente.»

Conan lo guardò di traverso - «Dici che non si somigliano allora? Tsk, potevi dirmelo prima...a che pro farmi perdere tempo a pensare?»

«Bè sai, mio caro detective, non tutti possiamo essere così fortunati come te e poi volevo testare le tue capacità» - rise divertito il ladro.

«Ancora con questa storia?» - sbuffò il ragazzino - «Se è per il fatto che sei un ladro ed il tuo destino sarà la prigione, non la chiamerei “sfortuna”, hai fatto una scelta. Quindi non puoi ritenerti in una condizione peggiore della mia per una cosa del genere. Avresti dovuto pensarci prima, non credi? È ovvio che questa tua attività avrebbe creato problemi. Nessuna ragazza con un po’ di buon senso sarebbe felice di mettersi con un ladro, che presto o tardi avrà le manette ai polsi.» - ragionò Conan, mettendo poi le braccia dietro la nuca.

«Non è certo l'essere arrestato la mia prima preoccupazione  piuttosto lo stai dando per scontato… di nuovo» - grugnì Kaitō guardando male il ragazzino.

«Certo, perché ho intenzione di metterti sotto chiave personalmente, così che non ne possa più uscire.»

«Ma grazie. Mi fai onore… eheh.»

«Quindi? La tua prima preoccupazione?» - ribatté deciso Conan e senza dare il tempo al ladro di cambiare argomento.

«Sei seccante lo sai!»

«Scusa tanto, ma se mi dai spunti per interessarmi, io lo faccio. Dopotutto sono un detective...»

Kaitō ridacchiò di nuovo, per rispondere - «La mia preoccupazione maggiore è che che una volta scoperto che sono Kid, lei mi odi davvero.» - sospirò - «Come te, anch'io vorrei tenerla lontana da certi tizi poco raccomandabili, che mirano al gioiello che sto cercando. Le ho già fatto correre troppi rischi anche se lei per fortuna non ne è a conoscenza. Ho le mie ragioni per fare quello che faccio, però… da quando ha rischiato di scoprirmi, sono ancora più convinto che le cose potrebbero mettersi male se sapesse. Non voglio che si preoccupi...»

«Eh… Sembri proprio messo male in effetti. Per “odiare davvero” intendi, che non le piaci in quanto Kid?» - cercò di chiarire il ragazzo; quando poi venne a sapere che il ladro era stato quasi stato smascherato, saltò su come se la cosa lo riguardasse da vicino - «Sul serio? Ti ha quasi smascherato?!  Accidenti…»

«Esatto. Non le piace l'idea che sia un ladro e spera sempre che faccia un passo falso così che possa venire arrestato. Da questo punto di vista, potrebbe essere una tua alleata. Non che la biasimi per questo, anche se la cosa è fastidiosa...» - replicò il ladro dal mantello bianco - «Già, ci siamo trovati intrappolati in un trabocchetto. La credevo svenuta, invece si è ripresa ed è riuscita a sfilarmi il cilindro! Mi sono preso un colpo, per un attimo il mio cuore ha saltato un battito, credevo di morire. Per fortuna l'ha liquidato come un travestimento, altrimenti non so cosa avrei potuto fare. Avevo la mente completamente in bianco. Ah, naturalmente sì è arrabbiata, poi però visto che dovevamo uscire di lì abbiamo finito con il collaborare, ma è stato davvero un brutto colpo.» - con ciò, rivolse uno sguardo di disapprovazione verso il detective rimpicciolito chiedendo - «Soddisfatto, Tantei-kun? Forse non sei nella migliore posizione al mondo, ma per lo meno la tua ragazza, potrà arrabbiarsi, ma dubito arriverà mai ad odiarti per le tue scelte. Prima di lamentarti, ricorda sempre che c'è chi sta peggio di te!»

«Sì, sì… va bene, forse non me la passo poi così male.» - ammise il bambino poggiando la guancia sulla mano ed il gomito al ginocchio - «Ma non ha tutti i torti a volere che tu venga messo dietro le sbarre.» - sorrise divertito Shinichi.

«Senti un po’...»

Kaitō era sul punto di urlare contro al suo rivale. Si sentiva quasi preso in giro nel avergli raccontato qualcosa di così personale con l'intenzione di pareggiare i conti, per poi non sentirsi minimamente spalleggiato. Avrebbe voluto dirgli: “Come sarebbe? Tutto qui il tuo spirito di cameratismo?”, ma una voce proveniente dall'interno dell'edificio, molto probabilmente dalle scale, interruppe la loro conversazione.

«Conan-kun!! Dove sei?!? Il bagno è pronto? Guarda che l'acqua si raffredda!!»

Shinichi ebbe un sussulto a quelle parole e si affrettò a rispondere - «Ah, arrivo subito Ran-nēchan!!»

Kid allora sorrise divertito ed insinuò in tono malizioso - «Sono d'accordo è meglio che ti sbrighi detective, non vorrai farla aspettare.»

«Come sarebbe a dire?» - gli domandò, Conan non realizzando cosa significasse l'espressione che Kid aveva in quel momento montata in faccia, ma quando finalmente ebbe capito, saltò su rosso in viso, quasi ringhiandogli contro - «Bārō!! (Baka yarō), non è affatto come credi!»

«Finalmente il traffico si è smaltito. Bè, buon divertimento Tantei-kun. Fa che questa conversazione, rimanga tra noi; oppure qualche colombo potrebbe rivelate quest'ultima informazioni alle orecchie sbagliate.» - detto questo Kid aprì il deltaplano e si mise in volo allontanandosi dall'agenzia - «Alla prossima Grande Detective.»

«Ah- Merda...» - il ragazzino lo guardò andarsene, per poi alzarsi, ed avviarsi verso la porta del tetto, e mentre scendeva per rientrare in casa, Shinichi pensò tra sé - “Ti sbagli Kid… se avesse la certezza che sono Shinichi rimpicciolito, anche Ran potrebbe odiarmi o addirittura uccidermi, per molto meno… Mah… andiamo a fare una doccia e poi a dormire”.




L'Angolo dell'Autrice
Salve salve! 
Ammetto che nella mia testa questa short veniva fuori molto più simpatica e più consistente, ma evidentemente i miei deliri notturni, non sono stati sufficientemente solidi.
Mi faceva comunque piacere buttarla giù, dal momento che credo che per un bel po' non scriverò nulla.
Vi auguro un sereno 2019 (anche se è cominciato da un pezzo) e spero di farmi sentire con qualcosa di bello. Un saluto  -Irene_Violet

 
   
 
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